sabato 13 febbraio 2021

DEDICATO A MARINA NERI.

 Ci sono articoli che fa piacere scrivere, altri di cui ne faresti volentieri a meno, e altri che non lo sai, poiché sei felice e triste al tempo stesso. Felice perché un'amica ha realizzato il suo sogno professionale e si accinge a cominciare una nuova grande avventura, e triste perché deve lasciare la sua città e tutte le persone che le vogliono bene, e anche la sua squadra.

Capitan Marina Neri.

Marina Neri saluta il verde del suo Capeto, lei che c'è stata da sempre, che era li al momento della prima idea di squadra assieme a Mariangela, Roberta e Sofia, che lo ha visto nascere e crescere fino a diventare una delle migliori realtà calcistiche del panorama UISP toscano, ora deve lasciare la squadra e la sua fascia da capitano, perché la Sicilia, il nuovo palcoscenico della sua vita, non è a tiro di pallone.


Marina in azione.

Era un saluto in lista d'attesa, e sia Marina che le ragazze erano preparate, ma non per questo è meno difficile dirsi ciao, specialmente senza l'emozione straziante e bellissima al tempo stesso di un'ultima partita, di un ultimo allenamento, di un'ultima corsa insieme, poiché ormai le squadre UISP non giocano più da quasi un anno, e chissà quando ricominceranno. 

In questi mesi Marina, medico e psicoterapeuta, ha combattuto un'altra partita, difficilissima e per nulla divertente, contro il nemico invisibile, lottando in prima linea per noi, spesso talmente stanca e provata da non riuscire nemmeno a pensarci, al suo Capeto. Per tutti noi tornare a giocare e a tifare è un sogno ancora lontano, per Marina lo è stato ancora di più, ma non ha ceduto di un passo, ha continuato giorno dopo giorno a scalare montagne, e adesso la vita, in questo 2021, sta cominciando a ricompensarla dei sacrifici sostenuti.

Ho conosciuto Marina una sola volta, lo scorso ottobre, a un'amichevole del San Giovanni contro il Pistoia, l'ultima a porte parzialmente aperte, dove ancora ci si poteva incontrare, salutare, esultare insieme, e mi è bastata quella sera per capire che bella persona è, e soprattutto per comprendere il dolore di tutte le sue compagne di squadra nel vederla andare via; anche loro, come tutte e tutti, vogliono solo il suo bene, ma a livello puramente affettivo rinunciare a un'amica con cui hai condiviso battaglie epiche e scritto pagine della propria storia e della propria giovinezza credo sia un qualcosa di intimamente difficile tanto da non essere descrivibile a parole. Questo sentimento lo può capire solo chi ha condiviso vittorie e sconfitte insieme, allenamenti a ore improbabili, docce calde e a volte fredde, epici post partita nei pub aperti fino a tarda notte.


Sopra, una foto della sera in cui il Capeto prese forma; sotto, il primissimo allenamento.

 Quindi lasciamole a loro queste emozioni, chiudiamo la porta, e facciamo un passo indietro, parlando di Marina calciatrice; difensore centrale e capitano dalla stagione 2016/2017 fino al 2020, anima e motore di questa squadra, difficile da affrontare e saltare negli uno contro uno. Purtroppo conoscerò la sua storia calcistica solo dai racconti di chi era con lei, insieme o contro, e di Marina mi resteranno due rimpianti;  non averla conosciuta meglio e  non averla vista giocare. Il Capeto andrà avanti a lungo, per tutto il grande lavoro a livello organizzativo e mediatico che lo ha reso familiare a tutti gli appassionati, ma tutti noi loro supporter, una volta sugli spalti, vivremo quello smarrimento per una bandiera che non c'è più, che cerchi con gli occhi ancora a lungo in quanto sei abituato alla sua presenza, non riuscendo sulle prime a metabolizzare la sua assenza. Marina è stata il paesaggio del Capeto, che da ora in poi non sarà mai più lo stesso. 

Presidente e capitano.

Vedi Marina, ci sarà un'altra nel tuo ruolo ma tu rimarrai comunque insostituibile, non rimpiazzabile, e sopra al tuo cuore ci sarà sempre una maglia verdissima, di quello splendido verde Capeto. Grazie a persone come te il mondo è più bello, ed era giusto che tutti noi  tifosi e tifose, dei quali mi faccio per questa volta portavoce, te lo dicessimo. Buona fortuna Marina, anche se parti sei di quelle che restano. 

martedì 2 febbraio 2021

GIULIA ORLANDI, L' AREZZO E UN GOAL CAPOLAVORO.

 

Una delle più belle realtà del calcio femminile toscano è l'Arezzo, e in ogni caso è la squadra che più mi entusiasma come rosa, non solo da un punto di vista qualitativo ma perché realizzata quasi esclusivamente a chilometro zero, con calciatrici che non trovavano più spazio in serie A non certo per mancanza di talento ma a causa del "nuovo" che ormai ha travolto la massima serie femminile, dove le società preferiscono perlopiù piazzare (a volte presunti) grandi colpi di mercato esteri creando spesso delle multinazionali senza troppa anima; ma lasciamo stare le cosiddette big, parliamo invece di una compagine che sta entusiasmando per coesione, forza e grandi individualità, che è meritatamente ai vertici del girone C giocandosi una promozione in cadetteria che sarebbe pienamente nelle corde di questa squadra, anche se il campionato (ma questo vale per tutte le squadre) risulta già falsato a causa del lungo stop derivante dalla seconda ondata del covid19, e tante dinamiche saranno da ritrovare, tanti dettagli da registrare di nuovo. 

In questo splendido Arezzo si possono trovare fior di giocatrici che a loro tempo hanno fatto la storia del Firenze, della Fiorentina (e io Firenze e Fiorentina le considero due squadre diverse, non me ne vogliate...) dell'Empoli e del Florentia come Alice Valgimigli, Carolina Cosi, Costanza Esperti, Giada Gnisci, Ginevra Costantino, le veterane Carolina Baracchi e Laura Verdi, la ex primavera viola Maria Sole Lulli, le super bomber Costanza Razzolini e Martina Ceccarelli, e poi lei, la leggenda, la storia del calcio femminile, orgoglio viola e ora amaranto; Giulia Orlandi, faro e trascinatrice delle amaranto, che col suo solo carisma potrebbe pesare nello spogliatoio anche senza scendere in campo, ma invece gioca e lo fa come sa fare lei, alla grande.

Tutta la forza di Giulia (Fonte delle foto; pagina Facebook Acf Arezzo) NB tutte le splendide foto sono della mia amica Andrea Lisa Papini, fotografa ufficiale della società, che avete già ammirato in varie occasioni su questo blog.

E Giulia ieri ci ha regalato un goal incredibile, da vedere e rivedere senza stancarsi mai, un capolavoro di tecnica e balistica da lasciare senza fiato.

La descrizione dell'azione è di quelle che appassionano ogni cronista, trattasi infatti di goal inventato dal niente, inaspettato, di spazio creato dove non ci dovevano essere spazi, prerogativa dei calciatori di genio; rimessa laterale all'altezza dei venti metri e palla direttamente a Giulia, due giocatrici della Torres le si fanno incontro ma lei con un esterno destro si libera, e subito dopo con un altro tocco stavolta di mancino di incantevole verticalità fa di nuovo fuori entrambe le malcapitate marcatrici sarde e contemporaneamente si proietta verso la porta avversaria portandosi la palla sul destro, e lascia partire un bolide imprendibile sul primo palo che si insacca sotto la traversa.

Una rete di classe, di cattiveria e di esperienza, che è un vero compendio di tutto il valore di questa calciatrice leggendaria, alla quale perfino al Franchi dedicarono uno striscione in occasione del suo primo addio al calcio.


L'esultanza delle citte amaranto.

Questo goal permette alle aretine di Mister Luca Bonci di acciuffare il pareggio contro la Torres, una delle favorite della vigilia per la vittoria finale ma che sta invece arrancando in classifica; per qualcuno potrebbe essere un mezzo passo falso, ma questa rete è invece importantissima poiché permette di tenere invariata da distanza da una squadra sempre pericolosissima e da temere anche solo per il nome che porta (La Torres, con sette scudetti, è la società che ha vinto il più alto numero di titoli nazionali, ma purtroppo nel calcio femminile, almeno fino al 2015, nessuna società si poteva dire al sicuro da tracolli e fallimenti, e nemmeno adesso dalla B in giù) per cui il campionato delle amaranto continuerà imperterrito alla ricerca di una vetta distante solo due punti.

Certo, in un articolo su TCF ho letto che a fine stagione Giulia smetterà davvero col calcio, e questo significa una cosa sola; che non la vedremo più giocare dal vivo, e vedere lei e questo Arezzo era una delle cose che mi auguravo di questa stagione, uno dei motivi per cui speravo di tornare presto allo stadio. Ma questo tempo disgraziato ha avuto un risvolto perlomeno positivo, che spero non si abbandoni al ritorno della normalità; le dirette in streaming, che permettono di filmare e immortalare capolavori come questo di Giulia, che lo faranno restare per sempre tra i nostri ricordi. E allora potremo dire, dopo tanto calcio raccontato da chi c'era e come tutti tanti di quei racconti perso poi nel tempo, che nel suo ultimo anno Giulia Orlandi decideva le partite e faceva goal stupendi, e ci saranno sono filmati che lo dimostreranno. Ci fossero stati anni fa le dirette, quante altre prodezze ci sarebbero state da vedere e rivedere, quanti trionfi da immortalare e tramandare? Ma il passato non torna, e noi allo stadio in questa stagione nemmeno, per cui godiamoci gli ultimi bagliori di un talento infinito comodamente seduti sulle nostre poltrone...ma saranno davvero gli ultimi? chissà...se ci ripenserai ancora, Giulia, noi non ci offendiamo di certo.

INCONTRO CON SARA COLZI, E L'IMPORTANZA DELL'OPEN DAY DEL PONTEDERA CALCIO FEMMINILE.

 Fin dalla splendida intervista che, ormai più di un anno fa, mi regalò (Potete trovarla qui;  IL VIOLA E IL ROSA: LE PROTAGONISTE; INTERVIS...