martedì 14 luglio 2020

INTERVISTA A GIULIA MARTINI, BOMBER DI CUORE.

Il bello di questo progetto è che ogni intervista, ogni nuova persona che incontriamo, è una scoperta, qualcuno potrebbe dirmi che le domande sono tutte più o meno simili, ma non che lo siano le persone che intervengono, per dirla con Guccini sono "sempre le stesse, sempre diverse" calciatrici ognuna con un percorso, storie ed emozioni sempre bellissime da scoprire, come non esiste un'alba uguale a un'altra ogni giocatrice è unica, e se proprio qualcosa le accomuna oltre al talento e alla passione è la voglia di raccontare e raccontarsi.
Oggi ho il grande piacere di presentarvi la bomber dell'Aquila Montevarchi Giulia Martini, conosciuta grazie alle comuni amiche Ilaria Ciofini e Valeria Mazzola, che ci racconterà tutto il suo vissuto calcistico e umano, per un bellissimo viaggio tra squadre della profonda Toscana che militano in serie che si possono chiamare minori per caratura, ma con un bagaglio umano, credetemi, di prima categoria.

Giulia Martini dopo una dura lotta in campo.



Come sempre vi lascio adesso alle sue parole;

Ciao Giulia, che bello averti sul blog!! vuoi innanzitutto presentarti ai nostri lettori?

Ciao Omar, intanto come prima cosa ci tengo a ringraziarti per avermi dato l'occasione di poter raccontare la mia storia. Mi chiamo  Giulia Martini ho 25 anni ed abito ad Ambra, un piccola frazione nella provincia d'Arezzo. Per le mie compagne sono Cucciolo, abbreviazione di Cucciolo di gigante. Devo questo soprannome alla mia stazza ed età anagrafica perché quando ho iniziato a giocare a Siena ero la più piccola di età ma la più alta di tutte!

Grazie per la precisazione, perchè avevo già letto di qualcuna che ti ha chiamato cucciolo, ma non mi parevi esattamente piccolina, magari pensavo si riferissero al carattere, ma una bomber come te abituata a fare a spallate nei campi di calcio non è certo l'immagine della pucciosità...ma ora ho capito! :-)
Parlaci di Giulia bambina; chi o cosa ti ha fatto innamorare del pallone? con chi hai tirato i tuoi primi calci?

Bella domanda! Sai che non so chi o cosa mi ha fatto innamorare del pallone? Mio babbo faceva il ciclista, mia mamma l'anti sport per eccellenza. Diciamo che da bambina ero un terremoto, con un animo ribelle e controcorrente, mentre tutte le altre bambine stavano buone e calme a disegnare io ero da qualche parte a fare danno. Forse è proprio per questo che mi sono appassionata al calcio, perché dovevo dimostrare che le passioni non hanno il colore blu o rosa. Giocavo nel campetto davanti casa con i miei amici, inizialmente ho dovuto un po' combattere il solito stereotipo che “il calcio non è per le femmine” ma col passare del tempo invece sono stati proprio loro il valore aggiunto, coinvolgendomi e sostenendomi sempre.

Abituata a lottare fin da bambina, e a vincere i pregiudizi prima ancora delle partite, complimenti a te. Prima del calcio hai provato altri sport?

Direi di si! Nel Valdarno non esistevano squadre di calcio femminile e i miei genitori non erano troppo felici che giocassi con i maschi,  per questo ho ripiegato su altre attività. Fin da piccola sono sempre stata un'amante dello sport, bastava che ci fosse un minimo di competizione ed io ero sempre in mezzo. Ho fatto per 3 anni Basket, ho fatto motocross (altro sport molto femminile!), per poi passare alla Pallavolo che ho praticato fino a 15 anni. Devo dire che tutto sommato la pallavolo mi piaceva però la mia passione era sicuramente un'altra. Spesso ricevevo richiami dall'allenatore perché prendevo la palla con i piedi, ma era più forte di me!

Poi una punta come sei tu...al cuore e all'istinto non si comanda! Comunque complimenti per tutte le tue avventure, specialmente da un fifone del tutto terrorizzato dalle moto....sei  la prova che gli sport non hanno genere!!
So che prima di arrivare al calcio a 11 hai provato il calcetto, ci vuoi raccontare le tue prime esperienze indoor? in che ruolo ti sei distinta?

Si, ho iniziato a 15 anni a giocare a calcetto. Durante l'estate insieme alle mie amiche del bar, per farci due risate, decidemmo di partecipare al torneo del paese al quale si erano iscritte per la maggior parte squadre che militavano nel campionato Anspi del Valdarno.  Prendevamo almeno una decina di goal a partita però fu in quell'occasione che mi contraddistinsi segnando i goal della bandiera e successivamente ricevetti la chiamata dell'allenatore della New Team Montalto che a quei tempi una tra le squadre più forti della zona.

Giovanissima alla New Team Montalto.


 Ero al settimo cielo e non riuscivo a crederci; a quel punto i miei genitori non potevano più essere un ostacolo e così a settembre iniziai la mia prima preparazione. Ho giocato a Montalto per due stagioni vincendo due campionati per poi trasferirmi nel 2012/2013 nella squadra del bar che frequentavo: l'MCL Bucine. Una squadra nuova che partecipava al medesimo campionato ma in un altro girone. A livello personale una bella esperienza perché ho potuto mettere a frutto tutto quello che avevo imparato dalle mie compagne più esperte gli anni precedenti. Vincemmo il campionato e fu davvero bello festeggiare con i nostri amici! Purtroppo l'anno successivo la squadra non ripartì e fu davvero triste pensare di andare a giocare in un'altra squadra. Ma come si dice? Chiusa una porta si apre un portone. Era il preludio dell'esaudimento di un sogno. 

All'MCL Bucine.


Se ti conoscevo ai tempi mi sarei tolto lo sfizio di venire a gridare "New team! new team!" come i supporters della squadra di Holly e Benji, una soddisfazione che mi vorrei togliere da sempre!
Il portone per te, a 18 anni, si spalanca con il grande salto nel calcio a 11, nel San Miniato-Siena, una squadra che abbiamo già conosciuto sul mio blog. Come è stato esaudire il tuo sogno, il contatto col campo d'erba? e quali sono state le veterane che ti hanno presa per mano?

Esatto, a 18 anni il sogno che si avvera, giocare in una squadra di calcio. Che dire, per me il San Miniato è stato come il primo amore, non lo scorderò mai. Inizialmente ero un po' spaesata, avevo paura di non essere all'altezza, ho avuto però la fortuna di conoscere persone splendide che come dici tu mi hanno presa per mano, mi hanno supportata e fatta crescere come giocatrice ma soprattutto come persona. Prime su tutte Ilaria Ciofini e Serena Chellini, compagne di viaggio in tutti i sensi, ma anche Valeria Mazzola, Clara Meattini, Giulia Bruci, Valentina Fambrini, Costanza Mascilli e tante altre. Ognuna di loro mi ha insegnato e lasciato qualcosa di bellissimo. Insieme abbiamo condiviso tanti bocconi amari come una retrocessione caratterizzata da molte sconfitte ma soprattutto un sacco di soddisfazioni come due promozioni in serie C e vittorie indimenticabili.



Giulia al San Miniato Siena


Ho avuto modo di conoscere tutte le ragazze che hai citato, alcune ormai posso definirle amiche, altre spero lo diventeranno un giorno, ma siete un gruppo bellissimo che è stata una vera fortuna riuscire anche solo ad avvicinare.
Ci puoi raccontare i tuoi momenti più belli nel Siena? vittorie, trofei, momenti individuali da ricordare, tutto quello che vuoi.

I momenti a Siena sono stati per la maggior parte belli, anche quando sembrava tutto grigio la forza del gruppo riusciva sempre ad avere la meglio su ogni cosa. Sicuramente la promozione in serie C del 2015/2016  fa parte dei ricordi che inevitabilmente ti fanno tornare il sorriso solo al pensiero. Fu un anno molto particolare, iniziammo la preparazione con un gruppo composto da 32 giocatrici, la maggior parte delle nuove venivano dalla Primavera. 





Dopo un mese l'allenatore ci lasciò “a piedi”, fortunatamente il nostro vecchio mister tornò con entusiasmo alla guida della squadra e dopo il periodo di assestamento riuscimmo a trovare un equilibrio importante che ci permise di vincere e divertirsi. Non c'è niente di più bello di riuscire a vincere e festeggiare con le compagne di squadra che allo stesso tempo sono amiche, ha un valore doppio, perché si conosce tutto di loro, le difficoltà, i sacrifici e l'importanza di ogni piccola conquista. Mi piace molto raccontare dei momenti che ho vissuto in quegli anni, per me sono stati l'esempio sul quale improntare la mia carriera calcistica. 

Qui e sopra, altri momenti  in verde


E a noi lettori arriva tantissimo questo tuo entusiasmo, tutti i tuoi bei ricordi color verde del San Miniato.
Però, come ogni bella storia, un giorno finisce, e nel 2017 ti accasi a Montevarchi. Come mai questa scelta?

Nell'estate del 2017, dopo aver passato un anno calcistico molto travagliato, ricevo la chiamata dall'Aquila Montevarchi, squadra nata da solo un anno ma con grandi progetti per il futuro. Inoltre mi presentano tutto l'ambiente che per una squadra del femminile era veramente interessante, basti solo pensare di calpestare l'erba dello stadio Brilli-Peri. Sentivo che a Siena avevo dato tutto quello che potevo dare e avevo voglia di nuovi stimoli, decido quindi di mettermi in gioco e provare una nuova esperienza .

Una nuova punta per le aquile.

E che squadra hai trovato a Montevarchi? puoi raccontare i tuoi momenti più belli in rossoblu, sportivi e non?

A Montevarchi ho trovato una squadra giovane, la maggior parte delle ragazze alla prima esperienza con il calcio a 11. Tante di loro dotate di grandi qualità tecniche e fisiche, con un potenziale che neppure sapevano di avere. Inizialmente non è stato facile integrarmi, sono passata da un gruppo in cui ero la più piccola, ad essere tra le più grandi con le responsabilità che comporta dover dare l'esempio. Sicuramente i momenti più belli in rossoblu sono legati al girone di ritorno della stagione in cui abbiamo vinto il campionato.





 Dopo un periodo di rodaggio siamo riuscite a trovare la nostra quadratura ed eravamo inarrestabili. L'11 marzo 2018 è stata una domenica memorabile, è stato il giorno in cui abbiamo vinto il campionato (con due giornate di anticipo) nello scontro diretto con il Filecchio distanti 4 lunghezze da noi. Ricordo una giornata caratterizzata da una pioggia battente, pubblico delle grandi occasioni e tantissima emozione. Fu una partita veramente bella giocata a viso aperto, ma noi avevamo più fame, il risultato fermo sul 4-2 e noi che scalpitavamo per sentire il triplice fischio. Quando è arrivato siamo partite verso il centrocampo ad abbracciarci per poi correre sotto le tribune a ringraziare i molti tifosi, tanti di essi fedeli seguaci di tutto l'anno, tra  le note di “We are the champions” e i tanti fumogeni rossoblu è iniziata la nostra festa!


Sotto la tribuna dopo il trionfo col Filecchio


 Quella stagione per me rimarrà indimenticabile, non solo per la vittoria finale, ma per essere riuscita a non mollare e ad aver la mia “rivincita personale” su tutti coloro che non credevano in me visto lo scarso rendimento iniziale. È stato un momento di crescita incredibile. 



Un'altra sfida vinta per te, e una piazza che ti ha amata e che ti ama, queste sono le grandi soddisfazioni. Una domanda; so per sentito dire che in zona c'è un derby molto acceso tra Montevarchi e San Giovanni, non è che ci puoi raccontare qualcosa in merito?

Si ero assolutamente a conoscenza della grande rivalità tra Montevarchi e San Giovanni ma non mi sarei mai immaginata a questi livelli e soprattutto che fosse così accentuata anche nel femminile. Poi diciamo che ho capito alla svelta l'importanza di questa partita, personalmente non abitando a Montevarchi inizialmente non credevo di poterla sentire anch'io invece sono stata trasportata nel loop del derby del Valdarno. L'anno in cui vincemmo il campionato all'andata perdemmo a San Giovanni per 3-0, ricordo le facce furiose dei nostri dirigenti che avrebbero finito l'annata anche quel giorno! Poi per fortuna ci riscattammo in casa con una gran partita vincendo per 1-0 dopo una partita mozzafiato. L'anno successivo entrambe le squadre promosse in serie C, ci rincontrammo prima al Brili-Peri vincendo per 6-1 e poi al Calvani vincendo per 3-1, sfatando la maledizione che fino ad allora non eravamo mai riuscite a segnare in quel campo. Il primo goal fu il mio e lo ricordo con orgoglio perché ormai mi sento montevarchina adottata! 

Dopo il derby vinto con la Sangiovannese


Beh, abitando adesso i miei vicinissimi a Montevarchi non mancherò di venire a vedere questo spettacolo, ovviamente tifando per te!
Parliamo adesso di allenatori; che rapporto hai avuto con loro? c'è stato un Mister in particolar modo che ti ha trasmesso più cose e da cui hai imparato di più degli altri?

Ogni allenatore che ho avuto mi ha lasciato qualcosa. Spesso però succede che ce ne accorgiamo sempre dopo! Diciamo che Matteo Montefusco (Aquila Montevarchi) è il mister che mi è rimasto più a cuore; mi ricordo che durante la trattativa del mio trasferimento  da San Miniato a Montevarchi ci incontrammo per parlare,  gli sono costata non so quanti aperitivi che ancora oggi mi rinfaccia! Scherzi a parte, avrò sempre un ricordo bello di lui perché è stato l'allenatore che ha creduto di più in me e mi ha sempre trasmesso la sua fiducia anche, e soprattutto, quando non riuscivo ad esprimere il mio gioco. Sempre a Montevarchi mi ha allenata Riccardo Mussi, mister tutto d'un pezzo severo ed esigente, sicuramente il più preparato che abbia mai avuto, da lui ho capito l'importanza della cura dei particolari e la disciplina. Francesco Paquini invece è riuscito a trasmettermi la cosa che tutti pensiamo sia banale: divertirsi! Con la sua umiltà e pacatezza è stato in grado di ripetere i soliti concetti anche milioni di volte senza mai stancarsi mettendoci a disposizione tutta la sua esperienza calcistica ad alti livelli. Poi sicuramente c'è Andrea Rezzacchi (San Miniato), quando penso a lui mi tornano in mente tutti i suoi discorsi pre partita che ci caricavano come molle! Alessio Grazzini (New Team Montalto) è stato il primo allenatore che ho avuto e diciamo colui che ha investito e lavorato su di me. Laura Testi (Bucine), la quale prima di essere allenatrice per me era un'amica, quindi abbiamo avuto un rapporto di odio-amore, nei miei confronti è stata molto pretenziosa però mi ha spinta a dare sempre di più e tirare fuori il meglio di me. 

Dicevamo che sei un'attaccante, raccontaci che tipo; sei un'ariete stile Cristiana Girelli, una punta di movimento opportunista alla Giacinti oppure altro ancora? Qual è, per capirsi, il tipico goal "Alla Giulia Martini?"

Direi che sono una in stile Ilaria Mauro, con i dovuti paragoni ovviamente! Tendenzialmente gioco bene spalle alle porta, ho una buona copertura della palla e diciamo che non godendo di un ottima velocità  punto molto sulla forza fisica e la tattica. Cerco di essere una giocatrice diligente e di fare quello che mi chiede il mister, mettendo a totale disposizione le mie caratteristiche per la squadra. Diciamo che non c'è un tipico goal alla Martini, a parte che su rigore in quanto rigorista, solitamente segno su ribattute oppure arrivando a rimorchio dopo un traversone. 

Bene, se sei una similMauro sono già un tuo fan, non vedo l'ora di vederti giocare! Tanto più che l'originale se ne è andata via e di bomber vere in Toscana ne sono rimaste davvero poche...
 Ci racconti il tuo goal più bello e/o importante, quello a cui ripensi quando sei in vena di dolci ricordi? ti va di farne una telecronaca alla Caressa?

Il mio goal più bello l'ho segnato con la maglia rossoblu in uno scontro diretto contro il Centro Storico Lebowsky. Era l'1-0 di una partita molto difficile ed equilibrata in cui noi avevamo attaccato tutto il primo tempo senza riuscire a concludere. Provo a fare la telecronaca, vediamo cosa ho imparato negli anni a giocare con la Play Station a Fifa: “Azione in attacco per il Montevarchi, sventagliata di Sciarradi sulla destra per Fabbri, Fabbri controlla, punta l'avversario, mette in mezzo per Bertozzi.. il tiro che s'imbatte sulle gambe dei difensori, palla che schizza fuori area, sbuca Martini, il destro.. rete! Di prima intenzione Martini calcia potente sotto la traversa, niente da fare per il portiere avversario!”. Dopo questa telecronaca posso inviare il curriculum a TV1? ahahah

Esultanza dopo il super goal.


Oohh, finalmente una grande telecronaca, in poche ne hanno fatta una trascinante come la tua! sembra di vederti, chapeau!!
Domanda che faccio a tutte le attaccanti; quali sono i portieri più forti che hai incontrato?

Al primo posto, sarò di parte, ma c'è Valeria Mazzola. Per me lei è stata il miglior portiere che abbia mai incontrato, ma non solo, mi ricordo di essere rimasta impressionata da Romiti del Pisa,Marchetti del Filecchio e Irene Grifoni della Sangiovannese. Con Irene da un anno vestiamo la solita maglia ed è stato un bel sollievo non doverla incontrare come avversaria e avere la sua esperienza dalla nostra parte! Il ruolo del portiere a mio avviso è il più difficile, ma allo stesso tempo gratificante. Una volta chiesi a Valeria quali fossero i pensieri che ha un portiere quando è poco chiamato in causa durante una partita , lei mi rispose che stare in porta è come camminare su un muretto, devi stare sempre concentrato perché dietro di te non c'è più nessuno e questo rende i gesti tecnici facili in difficili, così come camminare sia un gesto quotidiano se lo si fa su un muretto diventa più arduo per paura di cadere. Quando per necessità ho indossato i guantoni e la maglia numero 1 mi sono rivista in quelle parole, avevo il timore anche nel fare un passaggio di piatto. Grazie a questo ho capito che nessun gesto del portiere è mai così banale, a loro va una lode maggiore!

Valeria è una persona splendida e intelligente, queste sue riflessioni sono bellissime!

Ora vorrei chiederti dell'Alter Ego, la splendida realtà della quale fai parte. Alcuni lettori già la conoscono, per riassumere è una squadra di calcio a 5 amatoriale fondata da Ilaria Ciofini che ha vinto tutto, e della quale sei uno dei pivot. Che ci racconti in merito?

L'Alter Ego non è solo una squadra.Vorrei provare a descriverlo a parole ma non credo di riuscirci. Posso dire che spero tanto che chiunque pratichi sport di squadra possa avere la possibilità e sentire il senso di appartenenza per una maglia. Sentirsi parte di un gruppo sempre, quando sei protagonista, quando non lo sei, quando sei infortunata, quando sei giù di morale e hai bisogno di ritrovare fiducia, quando non puoi esserci fisicamente per lavoro. Ma soprattutto quando ti senti a casa, come se fosse un nido, la nostra bellezza sta in questo, condividere la nostra passione e riuscire ad essere al tempo stesso famiglia. Negli anni sono capitati screzi e discussioni, non è stato sempre tutto rose e fiori, però ogni volta che qualcuna sbagliava veniva perdonata, come fanno i genitori con i figli. Poi Omar siamo “Fantozziane”, dovresti vederci. Andiamo alle partite e non ce n'é una vestita uguale all'altra (a parte la maglia!), ognuna si scalda per cavoli suoi e addirittura c'è chi non si scalda. Un anno per una partita delle Nazionali ci siamo scordate il portiere all'hotel accorgendocene solo arrivate al campo!! Insomma, abbiamo fatto del DISAGIO il nostro motto!
 Ma nonostante questo disagio che ci contraddistingue il 30 giugno 2019 siamo riuscite a conquistare il titolo che mancava nella nostra bacheca, quello campionesse Nazionali! 



Momenti di gloria in maglia Alter Ego (adoro queste foto, okay?)


Per questa vittoria in particolar modo e tutti gli anni passati ci tengo a ringraziare per prima Ilaria Ciofini, amica speciale, presidente, capitano e fondatrice della squadra, nonché la giocatrice più vincente che conosca, la maggior parte delle mie vittorie le ho condivise con lei. Altro ringraziamento speciale va al Giagui (Serena Chellini) fedele compagna di viaggio su tutti i fronti, con lei ho condiviso le più belle risate e ore infinite di macchina!
Poi ringrazio tutte le altre compagne Valeria Mazzola, Giulia Bartolini, Simona Giorgini, Giulia Bruci, Marta Brandani ,Valentina Fambrini, Ramona Borri, Francesca Pecorelli, Nunzia Gentile, Nina Fabbroni, Clara Meattini e Francesca Solazzo. Spero di non essermi scordata di nessuna perché a ognuna di loro devo qualcosa!

Diciamo che ho sentito qualche storia in merito e non faccio fatica a crederti! Però nel vostro "disagio" siete uniche, e spero davvero di vedervi presto all'opera.
Una cosa, ma quando vi siete scordate il portiere all'hotel perchè siete andate a riprenderlo? ogni hotel deve avere il suo portiere, non poteva venire con voi!....(e qui scattano le risate fragorose per il battutone :D...mi ha autorizzato Giulia a lasciarla eh )

Poi, tornando seri (ma lo siamo mai stati?) mi hai raccontato una storia bellissima di te, una in stile Alter Ego, quelle che mi mandano in sollucchero; sei un'allenatrice, prima coi bambini, poi a settembre 2019 assieme ad alcuni dirigenti inizi a creare un qualcosa di meraviglioso. Ce ne vuoi parlare?

Due anni mi fa mi fu proposto dalla società di affiancare l'allenatore dei pulcini e viste le mie esperienze passate come educatrice ho accettato la proposta con entusiasmo. Da questo è iniziata la mia “carriera da allenatrice”. Nel settembre 2019 i responsabili del settore giovanile del Montevarchi decidono di organizzare un open day aperto a tutte le bambine di età comprese  2006-2013, per l'occasione mi fu chiesto di presenziare in quanto figura femminile della prima squadra. È stato amore a prima vista. Pensai subito che quelle ragazzine dovevano avere l'opportunità che tante di noi non hanno avuto e volevo assolutamente dare il mio contributo affinchè il loro sogni potessero avverarsi. La scuola calcio è un percorso fondamentale per gettare le basi di un giocatore in quanto s'imparano gesti che dopo l'età sensibile non si possono più assimilare. Per questo motivo proposi la mattina stessa ai dirigenti di iniziare questo percorso mettendomi a totale disposizione. Con l'aiuto di mister Alessandro Chiuppi e altre due compagne di squadra che ho coinvolto, Martina Sciarradi e la mia pupilla Margherita Bigazzi, abbiamo iniziato questa avventura che ci ha portate fino a marzo a iscriversi al campionatino. Sfortunatamente abbiamo potuto giocare solo una partita perché poi dopo è scoppiata la pandemia. In ambito calcistico questa esperienza credo che sia stata quella più formativa a livello personale; mi ha dato lo stimolo di imparare molte cose, chiedendo e osservando gli altri allenatori del settore giovanile del Montevarchi, tutti preparatissimi.


Giulia e gli altri con le loro bimbe


 Mi ha fatto capire quanto sia importante trovare qualcuno che ti trasmetta e ti formi secondo determinati valori ma soprattutto quanto sia gratificante l'affetto e la stima che ti trasmettono marmocchi e marmocchie! Mi sono resa conto che il mio compito si riduce solo a spiegare gesti tecnici, tattici, il fair play e poco più, quello che invece mi insegnano loro è la ricchezza più grande: la semplicità di divertirsi con un pallone. Il mio augurio per tutti i bambini che ho allenato e alleno è quello di essere ribelli, ma con umiltà e rispetto, di sognare in grande, di puntare in alto e lottare con tenacia quando le cose sembrano non andare, di avere la fortuna e l'intelligenza di incontrare e imparare da compagni e compagne come ho trovato io. Mi auguro per loro in primis che non si facciano risucchiare dal vortice malsano che gira intorno allo sport ma che mantengano sempre la parte bambina che è in ognuno di noi, che il gruppo è più importante del singolo e che il divertimento resti sempre alla base.
 
Giulia ci saluta con questa immagine tenerissima


Belle, bellissime parole, vortice malsano contro parte bambina, sei stata strepitosa, e quello che insegni è importantissimo, saranno ribelli nel tuo nome e credimi, se lo ricorderanno.
Adesso una domanda triste; come sarà per te, con questa stagione sportiva in pieno caos economico ed organizzativo, ricominciare per le squadre delle serie minori? Secondo te ce la farete a tornare a pieni giri, a prezzo ovviamente di sacrifici enormi da parte vostra e delle società, oppure il sistema dovrà essere ripensato?

Sinceramente non ho idea di come si possa evolvere questa situazione, la cosa certa è che molte società dilettantistiche andranno incontro a difficoltà importanti, giocare a porte chiuse purtroppo metterà gli sponsor nella condizione di abbassare il budget da investire nelle squadre, non ci sarà l'incasso del biglietto, senza considerare tutte le regole igienico sanitarie da dover rispettare. Sicuramente la volontà  sarà quella di ripartire, la situazione è la medesima per tutti, quindi come si suol dire “ siamo tutti nella stessa barca”. Personalmente penso che per quanto riguarda il calcio femminile non sarà un problema di grande rilevanza fare sacrifici perché comunque siamo una realtà che da sempre è abituata a farli,  mosse dalla passione e dallo spirito di adattamento.  

Giusto, a me da tifoso pare tutto complicato ma mi faccio più problemi di quanti ve ne possiate fare voi giocatrici, saprete reagire, riadattarvi e ripartire di slancio, per dirla alla romana "Ma chi v'ammazza a voi calciatrici?"
Beh, Giulia, la tua è un'intervista che ha un solo difetto, ovvero che finisce. Ti conoscevo solo in alcuni tuoi aspetti e scopro invece anche una calciatrice importante, un'attaccante vera di una squadra  con un bel progetto, verrò davvero tanto volentieri a vederti giocare nel tuo Montevarchi appena sarà possibile, è incredibile come alla fine delle interviste più belle io mi trovi a simpatizzare per la vostra squadra! e poi del Montevarchi mi piacciono tanto le maglie, sono veramente belle. E poi non ci dimentichiamo l'Alter Ego, un solo titolo nazionale non basta, ne voglio subito un altro e stavolta sarò li a vedervi!! con te , Ilaria, Valeria e tutte le altre ci sarà da divertirsi tanto e ancora tanto, ci vediamo presto Giulia, i campi da calcio ti reclamano, noi appassionati di calcio femminile abbiamo bisogno di te per continuare a credere in un sogno. Grazie per la tua disponibilità e la tua simpatia, bomber Martini, e a presto!








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