venerdì 3 luglio 2020

COSTANZA MASCILLI E IL SUO "PALCO DA CALCIO"

Ci sono molte cose che amo. Chi mi conosce per il blog sa che amo il calcio femminile, chi mi conosce oltre a esso sa che adoro tutte le forme di intrattenimento intelligente (e il calcio pulito è tra di esse)  la letteratura, il cinema e appunto il teatro, e quando Valeria Mazzola, calciatrice, musicista e amica , in veste di collaboratrice in prima linea mi ha informato di un progetto ideato e portato avanti dalla compagna di squadra e attrice Costanza Mascilli Migliorini, che già avevo conosciuto grazie al mio progetto di interviste, sono letteralmente sobbalzato dalla sedia; un'idea geniale, di quelle che quando le senti ti parte il treno dei desideri, vorresti proiettarti nel futuro per viverli fin da subito; in pratica l'idea di Costanza è stata semplice quanto geniale, recitare all'interno di un campo da calcio. Non si può fare teatro al chiuso, non si può praticare sport di contatto? e allora uniamo le due cose, prendiamo le sere d'estate, un palcoscenico di erba verde e il talento degli attori e lo spettacolo è servito, ed è così nato un progetto che avrà il nome di "Palco da calcio".

Costanza Mascilli Migliorini

Perchè poi Costanza, ve lo assicura il vostro blogger, non è una qualunque, è fortissima, ha in se’ tutte le doti per primeggiare; calciatrice di talento (ex tra l'altro del Florentia) attrice, scrittrice, poetessa, bellissima presenza, giovane anzi giovanissima, voce ferma e sicura; io credo molto in lei, e pur essendo una persona nel complesso disillusa e diffidente quando mi innamoro di un' idea ritrovo in me l'entusiasmo di un ragazzino, e quando ho sentito Costanza al telefono e lei ha accettato, vero onore per me, di rispondere a qualche domanda e presentare il suo progetto sul mio blog sono stato davvero felicissimo.
Ma ora vi lascio a Costanza, sarà lei a guidarvi nei meandri di questo progetto teatrale che ci terrà compagnia per tutta l'estate, dal 10 luglio al 28 agosto.

Il manifesto ufficiale di "Palco da calcio"


Ciao Costanza, grazie ancora per aver accettato di comparire sul mio blog. Ci vuoi quindi parlare di "Palco da calcio"? come ti è venuta questa idea, o meglio, come ne hai sentito l'esigenza, vista la tua passione viscerale per questo progetto?

Ero disperatamente in cerca di un posto per lo spettacolo dei miei allievi che stavano lavorando a un riadattamento di "Oceano mare" di Baricco che ho scritto durante la quarantena, mi rendevo conto che i teatri non potevano ospitare spettacoli e allo stesso tempo, essendo io sia calciatrice che attrice, ho pensato al legame tragico di questi due settori che in questo periodo hanno risentito più di altri del lockdown, e quindi è nata questa riflessione; nei teatri non si può fare teatro, nei campi da calcio non si può giocare a calcio, però ho pensato che si potesse fare teatro nei campi di calcio e sarebbe stato molto bello mettere insieme questi due mondi e farli interagire, in quanto sono così diversi ma anche così simili, e quindi è nata in me la voglia di questo progetto e ho  mandato al presidente del San Miniato Siena Gasperini una proposta in tal senso,  lui ha accettato subito e il progetto ha poi preso forma.

Come tutte le belle cose, essa è quindi nata per caso e da cause di forza maggiore, e mi fa davvero piacere che il tuo presidente abbia creduto in te.
Ribadisco, mi piace moltissimo questa idea di voi attori che recitate dentro a un campo di calcio, non vedo l'ora di esserci, il rettangolo verde, il profumo dell'erba, per me sarà meglio che all'Anfiteatro di Taormina...secondo te calcio e teatro hanno dei punti in comune? e quali sono i più salienti?

Si, più volte ho riflettuto sui punti in comune tra teatro e calcio; intanto entrambi hanno un pubblico affezionato, entrambi sono di squadra, in entrambi è prevalente il fattore ritmo, così come scorre la palla tra i piedi dei giocatori tra gli attori scorrono le battute e i movimenti; il pallone è un po' come il pubblico, in quanto a teatro non si da mai le spalle a esso, e poi le zone di luce e ombra sono le stesse; nel teatro c'è un esercizio che si chiama "La zattera" nel quale gli attori devono trovare gli spazi vuoti all'interno del palco per creare equilibrio sulla scena, e lo stesso è nel calcio, cercare gli spazi vuoti e sfruttarli, questa è una cosa molto importante che le due discipline hanno in comune. Entrambi, infine, sono spinti da una fortissima passione, in quanto  un calciatore come un attore sono spesso spinti oltre i loro limiti fisici e psicologici.

Beh, solo da questa meravigliosa risposta si capisce il tuo spessore, tutta la bellezza di essere parte di un palco, poco importa se sulla scena o su un terreno di gioco, in quanto creatività e fantasia sono sempre al potere, almeno per chi ha in se’ la scintilla del talento.
Ci potresti ora presentare la tua compagnia e gli artisti che ne fanno parte, a cominciare da te? mi farebbe davvero piacere.

Ho iniziato a fare teatro a nove anni, dopodichè mi sono iscritta a un'accademia che ho frequentato per otto anni. Dopo l'accademia non sapevo se continuare a recitare, ero molto insicura e ho avuto difficoltà a ripartire, ma poi ho incontrato il mio maestro Daniele Lamuraglia, che ha fondato una compagnia dal nome "Teatro del legame" ,insieme a lui Daniele Locchi, che è il presidente ed è anche un collega, con lui sul palco mi trovo benissimo, non c'è bisogno di spiegare niente, potremo andare sul palco senza avere un testo ne’ una traccia e tirare comunque fuori qualcosa, tale è l'intesa che c'è tra noi. Il mio maestro mi ha insegnato un nuovo tipo di teatro, io venivo da quello accademico e con lui invece ho conosciuto il teatro povero sul metodo di Jerzi Grotowski, che comunque si lega al metodo Stanislavskij; il teatro povero è tutta un'altra cosa, a partire dalla scenografia fino al modo di recitare e di stare sul palco, ed è qui che ho trovato la mia identità come attrice. Oltre a loro, all'interno della compagnia c'è Giulia Corti, che si occupa di scenografie e costumi ed è una persona dalle mille risorse; poi c'è Sandro Bechelli che riesce sempre a trovare una soluzione per tutto, è come se con lui ci fosse una sicurezza massima su ogni aspetto. E infine con noi è la figlia di Daniele Lamuraglia, Teresa,  una giovane ragazza davvero promettente.

E io non vedo l'ora di conoscere tutti voi attraverso la vostra arte e le emozioni che ci trasmetterete.
Ora per favore, potresti parlarci a grandi linee degli spettacoli che ci attendono? So che varieranno dalle commedie, ai monologhi, a recite su temi piuttosto forti e dolorosi come la disabilità e la violenza sulle donne...andranno in scena forti emozioni, giusto?

Si, sarà una stagione che accoglierà molti tipi di teatro e molti tipi di spettacolo.
Partiamo con una compagnia senese, con Francesco Burroni che porterà in scena la "Grammatica della fantasia" di Gianni Rodari, e immagino che sarà come entrare in un altro mondo, un mondo fantastico e fanciullesco ma comunque interattivo, ci sarà molta interazione con il pubblico.
La seconda data sarà "Il difettoso", del  Teatro del legame, nel quale io reciterò. Il Difettoso è uno spettacolo con soli due attori, la sottoscritta e Daniele Locchi, e arriva il primo argomento scottante a livello sociale, la disabilità. La disabilità di un uomo che è vivo, che esiste e che ha raccontato la sua storia in un libro che appunto ha intitolato "Il difettoso".
 Quest'uomo è Franco Vestri, un architetto molto importante che ha contribuito in modo importante all'architettura fiorentina ed è molto stimato, e ci sarà questo confronto tra lui che non ha ancora capito, tuttora, quale sia la sua malattia, e una giovane calciatrice che ha alcuni problemi psicologici, che non sa dove stare, è turbata, un incontro tra due mondi diversi ma anche di due problematiche diverse, quella fisica e quella psicologica, e quello che ne verrà fuori è da scoprire.
La terza data sarà "Sogni di carbone" è un testo che ho scritto e che recito io stessa, che tratta un altro tema forte, quello della violenza sulla donna; ho voluto parlare di questo argomento cercando di non essere retorica ma di dare semplicemente uno specchio di quello che significa, di quello che si crea all'interno della donna a livello sia fisico che psicologico, quello che lascia addosso una violenza; e il carbone è un qualcosa di molto vicino al diamante. Inutile dire che tengo molto a questo spettacolo.


Due potenti immagini di Costanza in scena in "Sogni di carbone" (per la prima foto; credits Tommaso Matteini photographer)

Il quarto appuntamento sarà con "Le donne di Chernobyl" una compagnia lucchese diretta da Kety di Basilio, una donna che io stimo moltissimo; lei porta queste 5 donne che parleranno della tragedia di Chernobyl, di cui una ha davvero vissuto quell'orrore, e questo rende lo spettacolo ancora più vero.

Da "Le donne di Chernobyl"

Poi tocca a “Psychophone”, teatro del legame. Una commedia brillante ma anche macabra, sarcastica. Qui il tema della tecnologia prende il sopravvento, portando la follia di un uomo solo che cerca conforto in una voce meccanica.
Poi ci sarà Bartolomeo Bartolini con "Quindi lo sapevi" che è un attore londinese di chiare origini italiane,lui ha studiato con personaggi importantissimi quali Michael Cechov e David Glass, e porterà in scena la tematica ambientale, altro tema molto importante.

Una suggestiva immagine di Bartolomeo Bartolini in "Quindi lo sapevi".

Dopodichè ci sarà uno spettacolo popolare, dal titolo "Firenze secondo novecento" sempre della mia compagnia del Teatro del Legame, sarà uno spettacolo stavolta  allegro e divertente.
La stagione si chiuderà con un altro spettacolo senese, "Si lo voglio, se io voglio" della compagnia de I topi dalmata, avremo molte donne sul palco che ci faranno divertire; questa sarà la stagione, e non vedo l'ora che inizi.

Beh, e io con te, sembrano davvero tutti molto interessanti, per tutti i gusti e tutte le platee, credo che tutti noi potremmo trovare almeno uno spettacolo nelle nostre corde. Non so se potrò venire a tutti, ma davvero quelli del tuo teatro del legame non me li perderò, ti confesso che "Il difettoso" e "Sogni di carbone" mi attirano in modo particolare, sono due opere molto vicine alla mia sensibilità che non vedo l'ora di veder portare in scena da te.
Gli spettacoli ci faranno compagnia per tutta questa estate strana, inconsueta e per certi versi inquietante, e persone come te che cercano di rendercela migliore meritano tutta la stima possibile. Non trovi però che sia triste dover ricorrere a inventarsi qualcosa per tenere vivi teatro e calcio? non ti sei sentita abbandonata dai piani alti sia come teatrante che come giocatrice? secondo te si poteva fare di più per questi settori abbandonati al loro destino in quanto "non di prima necessità" come se lo svago e il divertimento, il cibo per l'anima, fossero una cosa da niente?

Si,si poteva fare di più per questi settori, specialmente per quello teatrale, che purtroppo è ai margini della società a prescindere dall'emergenza pandemia, detto questo credo anche che ci siamo ritrovati in una situazione nella quale sono giustamente stati messi al primo posto altre prorità, e io non mi lamento del fatto che il teatro non sia stata tra di esse, è sicuramente una priorità per me ma capisco le altre esigenze, non intendo lamentarmi troppo, credo che la cosa più importante sia cercare di creare qualcosa di bello con quello che si ha; Palco da calcio non importa che sia in un anfiteatro, quello che conta è mettersi in gioco nonostante le difficoltà che uno si trova davanti e intorno; alla fine quello che ho scoperto e ho avuto chiaro è che è nato qualcosa a prescindere da tutta questa situazione tragica, qualcosa di nuovo c'è sempre e spesso le situazioni nascono da tragedie, il famoso fiore che nasce dal cemento, non voglio essere così presuntuosa da paragonare il mio progetto al suddetto fiore ma allo stesso tempo credo che tutto questo possa essere un qualcosa di bello che nasce da tristi circostanze.
 Il fatto che questi due settori si possano unire per risollevarsi a vicenda la vedo come una possibilità in più, come ho detto prima sono molto più simili di quello che si pensa, ma pensare a dei calciatori che assistono a uno spettacolo teatrale così come a dei teatranti che assistono a una partita di calcio crea una sorta di ossimoro, ed è proprio questo ossimoro ad accomunare in modo forte due categorie sulla carta tanto distanti, due passioni che in questo momento sono state schiacciate. Credo che questa sia una forma di resilienza, è appunto nella resilienza che questi due settori possono trovare la strada per poter andare avanti.

Si hai detto forse una parola magica, la parola che in fin dei conti definisce questo 2020, resilienza, fino a pochi mesi fa un termine di moda e quasi snob, chi lo pronunciava veniva visto come la classica persona che vuole darsi delle arie, invece ora è diventata una vera ricetta di sopravvivenza, tutti noi siamo stati resilienti, da coloro che hanno dovuto semplicemente inventarsi un nuovo modo di passare le giornate e vivere la vita durante il lockdown fino a chi da questa emergenza è stato travolto a livello economico e lavorativo, oppure è stato separato dai suoi affetti; anche questo mio progetto di interviste che ha dato innegabilmente slancio al mio blog è proprio nato dalla resilienza, prima non avevo ancora trovato la scintilla per far partire il progetto al meglio, e adattandomi alla nuova situazione, dopo settimane difficili nelle quali parlare di calcio mi mancava come l'aria ho avuto una nuova idea che si è rivelata vincente; allo stesso tempo tu forse senza la pandemia non avresti avuto in te la forza di iniziare a portare avanti un progetto che sarà per te veramente molto faticoso e  richiederà ogni stilla delle tue energie, ma lasciami fare il sentimentale ti prego, in quanto credo ancora nelle persone da come si pongono e da quello che dicono, e mi è bastato parlare al telefono con te qualche minuto per capire che sei talento vero e passione pura, e il tuo non arrenderti alla nuova anormalità (perchè questa non sarà, mai, mai normalità) fa si che tu abbia già vinto, con l'aver ideato e portato avanti questo progetto sei già in cima alla montagna, ora goditi la discesa e portaci con te nei meandri del tuo teatro povero in scenografie ma ricchissimo in spirito, prendici per mano e facci passare un'estate bellissima, Costanza, abbiamo bisogno di te e dei tuoi compagni di palco per vivere meglio.

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