sabato 18 luglio 2020

SAN GIOVANNI CALCIO A 5 STORY; MIRCO BOSSINI, IL PRESIDENTISSIMO.


Ogni progetto ha un suo momento di arrivo, una fine che non è affatto una fine ma serve solo a delimitare una tappa, fissa un punto dal quale ripartire. Con il San Giovanni calcio a 5 finora sono stati due mesi e mezzo bellissimi, grazie al contributo delle ragazze, del Mister Scarpellini e della responsabile Noemi abbiamo viaggiato nella realtà di una squadra speciale in un anno di svolta nel loro percorso, abbiamo rivissuto insieme a loro le gioie per una promozione conquistata già a febbraio e il difficile momento in cui il coronavirus sembrava aver messo tutto in discussione, dal destino di alcune squadre alla promozione dello stesso San Giovanni; ma finalmente lo scorso 30 giugno è arrivata la sospiratissima conferma della promozione, e il San Giovanni finalmente è in serie A2, per la gioia di tutte e di tutti.


Mirco con le sue pulcine, il suo capolavoro del presente.


Ma tutte queste emozioni, tutta questa meraviglia e tutte queste storie ormai immortalate non sarebbero esistite senza la caparbietà e l'amore per lo sport di una grande persona, il presidente allenatore Mirco Bossini, detto il Boss, un uomo di calcio vero che ha portato San Giovanni ad aver ben 12 squadre tra maschile e femminile, tra pulcini e pulcine, primavere e prime squadre, una realtà solida dove tutti partecipano per amore e per passione, e tutto questo si sente, perchè non avrei raccontato tanto volentieri una società qualsiasi, per un progetto di tale portata serviva un contesto non comune, e il San Giovanni calcio a 5 lo è grazie innanzitutto a Mirco, che ha scelto questo blog per raccontarsi con una voglia incredibile, scrivendo un vero e proprio romanzo sul quale stavolta, davvero, non metto becco, mi limito a porgere le domande perchè Mirco ha veramente fatto lui tutto il lavoro. Buona lettura.
Ciao Mirko, innanzitutto ti vuoi presentare?

Mi chiamo Mirco Bossini, sono nato il 06-11-1966 ad Arezzo e da sempre residente a Pergine Valdarno, lavoro come impiegato nella società Alterini Gino dei F.lli Alterini S.r.l. di Arezzo, che devo ringraziare perché mi permette, con un orario flessibile, di poter dedicare molto tempo al calcio a 5 sia come allenatore che come presidente.

So che sei da decenni nel mondo del calcio, come calciatore, allenatore e presidente, ti va di raccontarci tutto il tuo percorso, a cominciare dalle prime squadre maschili che hai gestito fino ad arrivare ad oggi?

Sono nel mondo del calcio da oltre quarant’anni, infatti ho iniziato a giocare all’età di dieci anni nella squadra del paese (G.S.Pergine) ed ho continuato a giocare chiudendo con il calcio a 5 a 43 anni (stagione 2008/09). Più bello ed emozionante è stato il percorso di allenatore, in alcuni anni, sia nei campionati amatoriali che nei primi anni di calcio a 5 abbinato con quello di giocatore, iniziato a dicembre 1985 all’età di 19 anni, subentrando ad un allenatore nella categoria giovanissimi sempre nella squadra del paese e che sta continuando ancora oggi (è il 34° anno di allenatore visto che sono stato fermo solo nella stagione 1988/89 durante il servizio militare) prevalentemente nei settori giovanili. Tralasciando gli anni di calcio a 11 che ho lasciato nella stagione 2000/01 principalmente perché non mi piacevano alcuni comportamenti di genitori, allenatori e dirigenti (comportamenti che si vedono anche oggi) passo a parlare del calcio a 5.    Ho iniziato nella stagione 2001/02 con la squadra del mio paese (Borgorosso’97) che partecipava alla serie A UISP come allenatore giocatore; nella stagione 2003/04 abbiamo deciso insieme ai dirigenti di partecipare all’attività FIGC iscrivendoci al campionato di serie D ed a sorpresa abbiamo raggiunto i play off per la promozione nella categoria superiore, l’anno successivo abbiamo iniziato anche il percorso giovanile partecipando al campionato juniores ed abbiamo iniziato l’esperienza nel femminile, infatti per due anni abbiamo partecipato al campionato UISP. Ho continuato nella doppia veste di allenatore giocatore fino alla stagione 2008/09 quando la gran parte della vecchia dirigenza ha deciso di abbandonare la società ed a quel punto sono subentrato io con altri amici del paese, ho appeso le scarpette al chiodo ed ho continuato nella doppia veste di dirigente allenatore, abbiamo deciso anche di cambiare nome alla società passando da Borgorosso a Dakota e colori sociali, dal bianco nero al bianco celeste ma continuando a partecipare al campionato FIGC. Dalla stagione 2011/12 abbiamo deciso di dedicarci esclusivamente allo sviluppo del futsal nel giovanile cercando di espanderci in più zone e oltre che a Pergine Valdarno abbiamo creato un gruppo a San Giovanni Valdarno ed un gruppo a Firenze (Pian di Mugnone) cambiando denominazione da Dakota a United Dakota e l’anno successivo visto che nella nostra regione non vi era attività giovanile ufficiale abbiamo deciso di partecipare al campionato giovanissimi in Emilia Romagna, ottenendo un bellissimo terzo posto.

La maglia del campionato giovanissimi in Emilia Romagna.


 Questo fatto, la volontà di alcune società ed il cambio del Delegato Regionale ha fatto si che in Toscana ci sia stato un grande sviluppo del movimento del calcio a 5 che in pochi anni è passato da avere solo i campionati maschili (C1, C2 e D) e Juniores ad avere tutti i campionati maschili (dalle prime squadre a tutto il settore giovanile come nel calcio a 11) ed alcuni femminili (Serie C, esordienti e pulcini). Nella stagione 2013/14 è iniziata la nostra avventura a San Giovanni Valdarno, infatti la nostra società (United Dakota) si è unita al San Giovanni calcio a 5 e da due squadre di quella stagione (prima squadra in C2 e Allievi) e una trentina di tesserati  siamo passati alle dodici di quest’anno (prima squadra maschile e femminile, Under 19, Under 17, Under 15, Esordienti, Pulcini [solo femminile], primi calci e ben 4 di piccoli amici che doveva fare anche attività a 11) con oltre duecento tesserati (compresi quelli che fanno attività di ginnastica posturale e zumba). 

Come vedi non ci facciamo mancare niente, anzi siamo sempre alla ricerca di nuove idee; oltre tutto ciò da tre anni stiamo portando avanti un progetto ideato da Noemi, la pedagogia applicata al calcio a 5 nelle scuole elementari, e quest’anno abbiamo fatto alcune lezioni ad una V° al Liceo Scientifico Sportivo di Montevarchi.

 Tornando a me, negli anni di San Giovanni sono arrivato (stagione 2013/14) come componente del consiglio direttivo e sono stato nominato responsabile del settore giovanile e nell’ultima parte della stagione sono subentrato al tecnico degli allievi, che ho continuato ad allenare nell’annata successiva e dove ho ricevuto una delle più belle soddisfazioni della mia carriera da allenatore portando alla vittoria del campionato ed alle nazionali un gruppo di ragazzi che forse non erano i più forti del campionato ma che sicuramente hanno interpretato quasi alla perfezione il concetto di squadra dove i più forti aiutavano e non criticavano i più deboli e quando si sbagliava invece di brontolare si incitava il compagno; in questa stagione sono diventato anche il presidente della società, la stagione successiva ho continuato ad allenare gli Allievi e nelle due stagioni successive la squadra Juniores. 




Immagini dalla vittoria del campionato allievi 

Coppa del campionato allievi; oltre a Mirco vediamo Noemi e Mirko Massi, fondatore del San Giovanni calcio a 5 e attuale allenatore della prima squadra.



Siamo arrivati alla scorsa stagione dove a luglio mi è stato proposto di allenare la squadra femminile, ho accettato, era la prima esperienza, ed avevo anche un po' di timore per come rapportarmi con le ragazze e per come mi era stato descritto questo mondo ma devo dire che mi sono trovato benissimo ed anche se è durata pochi mesi è stata una bella esperienza; ho dovuto lasciare le ragazze a gennaio sia per problemi personali (la malattia e la morte di mio babbo), sia per problemi societari (a dicembre ho allenato anche la Under 21 e da febbraio la prima squadra maschile). Quest’anno sono ripartito dai piccoli, infatti ad inizio stagione dovevo allenare la squadra esordienti che era composta da un gruppetto di ragazzi integrato da tre ragazzine ma a settembre sono arrivate quattro ragazzine ed abbiamo deciso di formare una squadra pulcini tutta femminile ed iscriverla al campionato poi è cresciuto anche il gruppo degli allievi ed i più piccoli, insieme al gruppo degli esordienti hanno formato anche la squadra under 15 e quindi son partito a luglio che dovevo allenare solo un gruppo ed a settembre mi sono trovato a fare tre campionati; devo dire che i risultati ed i miglioramenti sono stati sorprendenti specialmente nel gruppo degli under 15 (il più giovane del campionato insieme al Futsal Pistoia) ed ancora in lotta per i play off ed in quello delle “pulcine”, mentre degli esordienti ero certo che avrebbero fatto bene (solo una sconfitta ed il resto tutte vittorie) visto che la maggior parte di loro gioca insieme da anni.





Altri momenti con gli allievi; qui una trasferta a Cagliari per la fase nazionale del campionato.


Niente da aggiungere se non i miei complimenti sinceri.
Parliamo più nello specifico delle squadre femminili; puoi raccontarci di come sono nate, tutto il percorso per creare una sezione femminile di futsal?

Il mio inizio con il futsal femminile è stato un caso, mi fu chiesto di formare una squadra in un torneo estivo a Loro Ciuffenna nel luglio del 2009 ed io pur essendo titubante accettai; furono solo due giorni, semifinali e finale, ma una bellissima esperienza, infatti ne parlai subito nella società in cui ero (Borgorosso) e si decise di creare una squadra e per due anni abbiamo partecipato al campionato UISP della provincia di Arezzo. Tornando a quel torneo, ripensandolo oggi, devo dire che mi è rimasto impresso non tanto per la vittoria finale (14-2) ma perché le reti della finale sono state tutte segnate da Anna Maria Lieti (mamma del capitano delle pulcine Sophie Poletta che abbiamo visto per la prima volta in culla) e Ilaria Borghesi (sapete tutti chi è) che la vidi giocare nel campetto, mi colpì talmente che gli chiesi se voleva giocare quel torneo nella mia squadra, avevo visto giusto mi pare. Da quando sono il presidente del San Giovanni calcio a 5, insieme agli altri componenti del consiglio, l’obiettivo principale non è quello dei risultati ma di creare una società più completa e con più squadre e settori possibili e quindi anche creare un movimento femminile faceva e fa parte del progetto ma non era semplice ed infatti è arrivato per caso. Nel mese di giugno del 2017 il delegato regionale del calcio a 5 (Antonio Scocca) mi chiamò e visto che sono anche il delegato provinciale mi chiese se potevo aiutare una squadra femminile della zona che era rimasta senza campo da gioco e quindi era in grossa difficoltà per poter partecipare al campionato successivo, io accettai e per la prima volta ho conosciuto Daniele Scarpellini. In un primo momento ho pensato a come poter aiutare questa squadra, stavo pensando ad una palestra dove potessero giocare, ma subito dopo mi è venuto in mente che, visto che per quanto riguarda il maschile avevamo squadre di tutte le età, potevano essere loro a poter completare la nostra società con la sezione femminile; un paio di telefonate per trovare lo spazio per fare gli allenamenti, presentare la mia idea anche agli altri componenti del consiglio e poi ho fatto la mia proposta a Daniele che era quella che noi avremmo “ospitato” la loro squadra a patto che avessero fatto parte della nostra società, avessero rispettato le nostre regole, mentre dal punto di vista decisionale non avrebbero avuto nessun vincolo da parte nostra. In questa prima stagione abbiamo seguito questo gruppo senza mai mettere bocca su nessuna decisione ma nel corso della stagione abbiamo deciso, parlando anche con Daniele, che dalla stagione successiva il femminile sarebbe diventato parte integrante della nostra società e mi sembra che ciò sia avvenuto anche perché quest’anno le squadre femminili sono state due (prima squadra e pulcine) e stiamo già pensando a creare la terza; infatti vorremmo ricreare nel femminile quello che è stato fatto nel maschile (nella stagione 2013/14 c’erano due squadre, oggi sono dieci).

Parliamo adesso della squadre giovanili, pulcine e allieve; cosa ci puoi raccontare di loro, facendo riferimento anche al tuo ruolo di allenatore delle bambine?



In questa stagione, devo dire con grande sorpresa, siamo riusciti a creare una squadra giovanile tutta femminile che ha partecipato al campionato pulcini (girone femminile) e prima dello stop nelle 5 partite ufficiali fatte, oltre a vincerle tutte ha fatto 55 reti subendone 4, quindi se il buongiorno si vede dal mattino fra qualche anno i ricambi per la prima squadra si hanno già in casa e le più grandi si stanno già informando fra quanto potranno giocare in prima squadra e mi chiedono l’età delle grandi per sapere chi ci sarà quando loro esordiranno in prima squadra, infatti questo è l’obiettivo da raggiungere per la maggior parte di loro. 



Negli ultimi anni abbiamo sempre avuto alcune ragazzine che giocavano insieme ai ragazzi e la più grande di loro (Margherita) ha raggiunto quest’anno la prima squadra, alcune hanno smesso mentre l’altra storica è Sophie che nonostante ancora non abbia compiuto 12 anni è da 6 anni che è con noi ed è il capitano della squadra pulcine, oltre con le pulcine ha giocato con esordienti e giovanissimi segnando in tutte le categorie, la seconda della squadra in ordine di tempo è Benedetta che è venuta a fare una prova a maggio dello scorso anno, è la nostra mascotte ha solo 9 anni e nonostante venga dalla danza è questo il suo sport e secondo me è la nuova Sophie; 

Futsal day a Prato dove ogni 6 gennaio partecipiamo con alcune squadre giovanili

poi sono arrivate Gaia e Melissa che avevano fatto un’esperienza nel calcio a 11, anche loro hanno giocato con esordienti e giovanissimi, Gaia è il nostro portiere che da quando ha preso le misure della porta da calcio a 5 è diventata quasi insuperabile ed ogni tanto prende palla, esce di porta e cerca di andare a far goal; Melissa è insieme a Sophie la colonna della squadra, da quando è arrivata ha fatto passi da gigante prendendo sempre più sicurezza nei suoi mezzi e segnando sempre di più e gioca prevalentemente da esterno; a settembre sono arrivate Asia, Bianca e Marianna e quindi è stato logico fare una squadra femminile, tornando a loro devo dire che nonostante venissero da sport diversi, la prima dalla pallavolo le altre dalla danza, devono prendere più fiducia in loro stesse, Bianca è un centrale che ha già acquisito un’ottima posizione infatti è difficile da superare ma quando imparerà che il pallone non brucia diventerà fortissima gioca anche negli esordienti, Asia è principalmente un pivot ma gioca anche da esterno sta segnando sempre di più, da gennaio ha giocato anche negli esordienti e quando perderà la timidezza se fossi un portiere mi preoccuperei molto; Marianna è dopo Benedetta la più piccola, ha iniziato come centrale ma nelle ultime partite ha provato come pivot disimpegnandosi bene ed anche lei come Asia è molto timida; a novembre è arrivata Elena, anche lei dalla danza, della stessa età di Marianna, all’inizio non è voluta venire alle prime partite perché non si sentiva pronta, ma da quando ha messo piede in campo non si è più fermata gioca centrale ed anche lei è difficilmente superabile; pochi giorni prima della sospensione è arrivata Alisia (8 anni) che ha iniziato ad allenarsi con i più piccoli ma lei vuole venire con noi perché con i maschi non si allena tanto volentieri.

Stage della rappresentativa Toscana della categoria pulcine dove ci rappresentava Sophie.


 Per me allenare queste ragazzine è stata una novità, all’inizio non pensavo di riuscire a creare una squadra così forte ed unita visto che la maggior parte delle ragazze non si erano mai viste e venivano da sport completamente diversi, ma ho visto che il gruppo si stava formando già ai primi allenamenti ed hanno appreso subito il concetto di squadra ed è bello vedere le più esperte che aiutano e consigliano le altre e quando sono in panchina le incitano; credo anche che le ragazze siano cresciute molto perché non avendo spazi a sufficienza si allenano insieme ai più grandi e quindi imparano prima le cose e soprattutto acquisiscono sicurezza e perdono la paura. Il 6 giugno abbiamo ripreso gli allenamenti, con tutte le limitazioni ed i protocolli vigenti, ma secondo me ed i genitori era giusto riprendere l’attività per farle ritrovare e per dare anche un senso di normalità a questo particolare periodo; nell’ultimo allenamento sono venute a provare altre tre ragazzine e due (Vanessa ed Angela) hanno già detto che continuano, il gruppo cresce (sono già 11) e se ne arriva qualche altra faremo due squadre giovanili solo femminili, cosa impensabile solo dodici mesi fa visto che avevamo solo Sophie.


Il primo allenamento post lockdown



Assolutamente fantastico, e per quel poco che ho conosciuto Sophie credo che avremo una degna erede di cotanta madre, il futuro del futsal femminile nel Valdarno è già scritto, ed è una storia bellissima che potrà diventarlo sempre di più.
Veniamo adesso alla prima squadra, quali sono i tuoi ricordi più belli legati ad essa?

Il momento più bello in assoluto è stato anche l’ultimo che abbiamo vissuto prima della sospensione e cioè la vittoria del campionato dopo il 7-3 contro il Futsal Pistoia che ha portato la nostra società a partecipare per la prima volta ad un campionato nazionale, era il 28 febbraio scorso e purtroppo mi dispiace non aver potuto fare la festa alle ragazze che era prevista per l’ultima partita casalinga, 

Immagini da una festa


pensa che fra la vittoria del campionato e l’ufficializzazione della promozione sono passati oltre tre mesi (giorni interminabili date anche le circostanze e tutte le voci che si sentivano ed alcune delle quali dicevano anche dell’annullamento di tutti i campionati con  la conseguente cancellazione della promozione, naturalmente su questo mi sarei battuto con tutte le forze perché noi la A2 l’abbiamo conquistata sul campo in condizioni di normalità). 



I ricordi in questi anni trascorsi insieme a loro ne ho molti e per lo più piacevoli e sarebbe lunghissimo raccontare tutto ed allora mi soffermo su tre quattro episodi, il primo è quando le ho viste per la prima volta, alla riunione e loro sedute ad ascoltare le mie parole (stavo parlando delle regole che ci sono all’interno della nostra società che devono essere rispettate) ed alcune avevano delle facce “stranite”; il secondo riguarda Daria, pochi giorni prima che ci salutasse, durante l’ultimo allenamento fatto con noi mi fece sedere e mi disse che al 90% non sarebbe rimasta (per rimanere mi fece una richiesta, non economica, ma che tengo per me e non dico se poi l’ho fatta oppure no) ma che al mio matrimonio sarebbe venuta e sono sicuro che ha mantenuto la promessa, a proposito di Daria mi farebbe piacere se ci fosse un servizio del tuo blog dedicato a lei al quale parteciperei volentieri; il terzo è la riunione fatta pochi giorni dopo il suo saluto, potete immaginare le facce delle ragazze, in cui dissi che mi sarebbe piaciuto che fossero rimaste tutte e conclusi la riunione dicendo “se si rimane tutti in due o tre anni giochiamo la domenica pomeriggio”, qualcuna mi guardò in maniera incredula ma è successo in soli due anni; l’ultimo questo luglio ad uno dei primi allenamenti quando alla fine ho detto all’allenatore “Scarpellini è un casino” e lui sorpreso mi ha detto che gli era sembrato un buon allenamento e io “è un casino perché io devo trovare un campo e te € 20.000,00 per fare l’A2 il prossimo anno” ed anche in questo caso ho avuto ragione, forse da lassù qualcuno ci aiuta.

Foto da un memorial in onore di Daria Nannelli


Beh, grazie davvero innanzitutto per la fiducia che dai al mio blog e alla mia persona, se un giorno con il consenso della famiglia e di tutte e tutti coloro che l'hanno conosciuta sarà possibile scrivere di e su Daria ne sarei felice. Per il resto hai raccontato una favola sportiva bellissima, a te, al Mister e alle ragazze non fa paura proprio niente, prendete a calci  burocrazia e le difficoltà oltre che un pallone.
Veniamo ora al presente triste del calcio a 5 fermo per coronavirus; da presidente, come la affronti? quali sono i tuoi timori per il futuro?

Ad oggi non possiamo dire niente di preciso su come e quando ritornerà la normalità sullo sport, a livello personale ho vissuto questa situazione in maniera abbastanza tranquilla anche perché ho sempre lavorato (su questa pandemia ho un mio personale parere), nell’emergenza ho cercato di trovare una situazione di equilibrio cercando di fare le cose nel modo più normale possibile, la cosa che naturalmente mi è mancata è stato il non poter andare sul campo fra allenamenti e partite per i soliti cinque o sei giorni la settimana, mi è mancato il contatto con i ragazzi, i genitori e i vari componenti della società. Per quanto riguarda la nostra società, nei giorni scorsi ci siamo trovati, abbiamo deciso di portare avanti il progetto di costruire o ristrutturare una struttura che possa permetterci di portare avanti la nostra attività nel miglior modo possibile, cosa che oggi non possiamo fare, e di mantenere, se non addirittura aumentare le squadre messe in campo nella stagione 2019/20. La nostra Federazione (F.I.G.C.) parla di una grossa percentuale di società in difficoltà e che non si ripresenteranno ai nastri di partenza della prossima stagione, ma io credo che ci sarà un grosso ridimensionamento, diminuiranno in maniera considerevole i rimborsi a giocatori ed allenatori (cosa che a noi non riguarda) e che le “vittime” di questa pandemia non saranno poi molte perché su tutto prevarrà la passione e la voglia di normalità.

Beh, mi fido della tua parola, e condivido il tuo ottimismo, perchè certo non siete stati con le mani in mano, considerando alcuni colpi che avete già messo a segno e che si profilano prevedo una grande stagione anche in A2, spero con tutto il cuore che presto potremo assistere alle partite e di essere li a tifarvi,  ci aspetteranno momenti meravigliosi, non facili certo, ma non per questo meno belli. Campionato nazionale, partite la domenica, questi sono sogni che si realizzano!
Ultima domanda; quando tutto sarà ripartito (perchè ripartirà) cosa prevedi per il futuro del futsal femminile? riuscirà ad uscire dalla sua nicchia per diventare uno sport più nazional popolare o secondo te sarà sempre un divertimento scelto per pochi intenditori?

Io penso che il futsal abbia molti margini di crescita specialmente nel femminile, per far uscire questa disciplina dalla sua nicchia bisogna, come si è fatto negli ultimi anni nel maschile, incrementare il settore giovanile, infatti come tutte le cose perché riescano bene devono avere fondamenta solide. Questo sport, a torto, è considerato il parente povero del calcio a 11, infatti da più parti si sente dire che è giocato da ex calciatori e da ragazzi “scartati” dalle società di calcio ma ti posso dire che per il numero di giocatori, per le dimensioni del campo, per gli schemi, i movimenti e le sostituzioni si avvicina di più al basket. 
Per far diventare questo sport in versione femminile nazional popolare bisogna far capire specialmente ai genitori delle ragazzine che non è uguale al calcio considerato a torto sport per “maschi” ma è come basket e pallavolo e ti posso dire che in tre anni che vado a fare lezione nelle scuole ci sono molte ragazzine interessate al nostro sport e che vorrebbero provare a farlo. Per concludere ti posso dire che per sviluppare il nostro sport purtroppo siamo molto penalizzati dalle istituzioni visto che non ci sono strutture idonee libere in orari decenti perché questo è uno sport che si pratica al chiuso nei palazzetti e nelle palestre che sono monopolizzati da basket, pallavolo, ginnastica ecc. e la troppa burocrazia impedisce la costruzione di nuovi impianti, comunque io sono convinto che presto ci faremo conoscere ed apprezzare da tutti.   

Beh, direi che questo tuo competentissimo e definitivo intervento spazza via ogni pregiudizio sul futsal, che non è affatto l'ultimo rifugio di calciatori e calciatrici "falliti" ma è invece un ottimo modo di iniziare o continuare una carriera o di provare una nuova sfida professionale, e c'è poi chi vi si consacra per tutta una vita, tutta una carriera nel calcio a 5, provate a considerare questi dei giocatori mancati, e poi rifletteteci, e spero che capirete poi il vostro grande errore; il futsal è uno sport nobile, non un parente povero del calcio.
Sai, voglio chiudere con le origini di questo progetto, quando quasi tre mesi fa ho chiesto a Giulia Liguori se le andasse di comparire nelle mie neonate interviste per spiegarmi appunto cos'era questo futsal, e grazie a partite che già avevo visto e apprezzato e alle sue puntuali spiegazioni ho cominciato a capirlo nella sua verità, e con questo progetto San Giovanni e tutte le sue storie, da quelle delle ragazze alle analisi attentissime del Mister Scarpellini fino a questo tuo vero e proprio saggio sul mondo del calcio a 5, ora tutte e tutti potranno intendersene.
Considero questa prima parte del progetto (perchè una nuova stagione ci attende, e spero, col permesso tuo e di Noemi, di raccontarne tutte le emozioni fin dall'inizio)  come una vera e propria guida del futsal femminile che prima semplicemente mancava, uno spaccato totale di un mondo affascinante attraverso le voci di chi lo mette in scena, e nessuno poteva mai chiudere questo primo cerchio meglio di te Mirco, che hai una storia lunghissima e inimitabile, sei una di quelle persone che ogni appassionato sogna di incontrare, sei il passato, il presente e il futuro del calcio a 5, e chissà quante storie meravigliose grazie a te conosceremo.
Ringrazio ancora una volta Noemi Cavuti per avermi sempre supportato e condiviso ogni mia intervista, ringrazio il Mister e tutte le ragazze, e vi do appuntamento a prestissimo, perchè fino a che esisterà "Il viola e il rosa" il San Giovanni calcio a 5 sarà sempre l'ospite più gradito.



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