A volte le belle serate cominciano molto prima. Conoscere un progetto, intuirne la genialità, assistere alla sua evoluzione, e finalmente vedere arrivare il giorno in cui tutto questo si concretizza. Perchè l'idea di Costanza Mascilli, calciatrice e attrice, di recitare in un campo da calcio per conciliare due attività ferme da mesi a causa del covid è di quelle vincenti, e Palco da calcio, che ci terrà compagnia ogni venerdì fino al 28 agosto, è un goal alla noia e al virus, è vita.
Tutte le meravigliose foto dello spettacolo sono di Andrea Lisa Papini (Andrea Lisa photography) per sua gentilissima concessione.
Dopo il primo spettacolo del 10 luglio, lo scorso venerdì toccava proprio a Costanza andare in scena. Un venerdì 17 di un anno bisesto in un luglio che sembra maggio, rischio concretissimo di pioggia, c'erano tutti i presupposti perchè saltasse tutto ; e invece no, a Siena neanche una goccia, nuvole minacciose hanno fatto capolino ma poi si sono diradate (a volte succede anche nella vita...) e tutto è andato per il meglio.
Che poi San Miniato (che non è la cittadina in provincia di Pisa, ma un quartiere di Siena, non fate come me che la prima volta ho equivocato) è un bel posto, venendo da Firenze esci a Siena nord, qualche chilometro nel verde e arrivi in un posto tranquillo, accogliente, gli impianti del San Miniato-Siena dove trovi campi e campetti e un ottimo bar-ristorante che fa delle pizze fantastiche.
Il palco sul far della sera (questa foto l'ho fatta io e non Andrea, e si vede...)
Arrivo e saluto Costanza, è concentrata e sicura di se, è in tenuta calcistica e mi conferma che quello è il suo costume di scena, ovviamente del colore verde della sua squadra, l'outfit perfetto per interpretare "Il difettoso" in un campo di calcio.
Ma che cos'è questo Difettoso? è una commedia? no, perchè contiene riflessioni dolorose, un'agghiacciante testimonianza dell'indifferenza di tanti medici verso il male e l'amara riflessione sulle barriere architettoniche che non si trovano solo in strade ed edifici ma anche nella testa di chi non prova empatia. E' un dramma? forse, ma ha anche paradossalmente dei momenti leggeri, è aperto alla speranza, strappa perfino qualche amaro sorriso. Io credo che questo spettacolo non sia ascrivibile a un genere, è vita che si fa teatro, non teatro che finge di essere la vita.
Il copione è parzialmente tratto dalle memorie dell' insigne architetto Franco Vestri, da anni costretto sulla sedia a rotelle, che nel 2015 ha pubblicato un libro dal titolo appunto "Diario di un difettoso" e questo è diventato un testo teatrale grazie al Teatro del legame, una compagnia fondata e diretta da Daniele Lamuraglia che si ispira ai principi del "Teatro povero" di Grotowski. E' stato appunto Lamuraglia ad adattare il testo di partenza e dirigerlo, e ad affidare i due ruoli a una coppia che sbalordisce per l'affiatamento, ovvero Daniele Locchi nella parte di Vestri e Costanza Mascilli Migliorini in quella della ragazza giovane, bella e talentuosa ma"difettosa" nell'anima; Costanza, in una precedente intervista riguardo a Palco da calcio, mi aveva parlato così dell'intesa tra lei e Daniele; "Con lui sul palco mi trovo benissimo, non c'è bisogno di spiegare niente, potremo andare sul palco senza avere un testo ne’ una traccia e tirare comunque fuori qualcosa, tale è l'intesa che c'è tra noi" E vedendoli recitare insieme ho capito quanto tutto questo fosse vero.
Tutta l'intensità di costanza, splendidamente catturata dall'obiettivo di Andrea.
Lo spettacolo, che dura una densissima ora, narra dell'incontro tra un disabile, anzi un handicappato, anzi meglio un "difettoso" ovvero un uomo di mezza età in carrozzina e dalla mente superiore (ma non un saggio pedante, tutt'altro) e una ragazza intelligente e determinata ma persa nei meandri della vita, disperata per una ragione che non conosceremo, che forse non esiste, spesso sono mille piccole ragioni che vanno a comporre un dolore.
Geniale il modo in cui lo spettacolo comincia, forse perchè eravamo a Siena ma inizia come il Palio, d'improvviso; sembra che Costanza, approfittando della notte definitivamente scesa, del pubblico predisposto all'ascolto e di un silenzio perdurante intorno abbia approfittato della "mossa" giusta per entrare in azione, e aggredisce il palco, anzi il terreno da gioco adibito a palco, con coraggio e con irruenza, tanto che sulle prime (l'inizio è con lei che sbraita arrabbiata al telefono) ho pensato che qualche burocrate avesse chiamato Costanza per problemi relativi allo spettacolo facendole perdere la tramontana, solo dopo ho capito che stava già recitando, davvero un inizio pregevole.
Dopo entra il secondo e ultimo attore, ovvero Daniele, un'entrata in sordina quanto quella di Costanza è stata d'impatto, si avvicina a lei con fare timido, cerca un diario che ha dimenticato, e ci tiene a riaverlo. La ragazza è davvero impossibile, lo respinge e ci respinge, ma l'uomo le si avvicina, cerca un dialogo che sulle prime non arriva, la ragazza è diffidente, aggressiva, lui le parla di bellezza e di campanili e lei gli urla che "Un campanile è solo uno strapiombo" straziandoci il cuore. Ma la gentilezza di lui è un fiume in piena e la ragazza ripone le armi, anche perchè il diario che lui cerca lei nel frattempo lo ha letto, ed è curiosa, lo vuole conoscere e capire.
Daniele Locchi, affabulazione e magia.
Inizia un confronto fiammeggiante, che pian piano si stempera in solidarietà, in una mutua alleanza, in una reciproca richiesta di empatia, lei domanda, indiscreta ma partecipe, e lui risponde, storie sempre più drammatiche su un calvario reso ancor più doloroso dall'aridità di coloro che non dovrebbero solamente limitarsi a cercare di curare un corpo, ma Daniele/Franco non si produce in invettive che avrebbero appesantito l'insieme, ma va oltre, ci informa ma senza condannare, forse ancora più spietato che se li avesse apostrofati con gli epiteti più sanguinosi, non li offende ma li schiaccia col peso delle loro colpe, non perdona ma ci insegna una bellezza che supera le meschinità umane, ci invita ad amare nonostante un mondo nel quale l'amore sembra un vizio assurdo, e noi spettatori avvertiamo il bene contenuto nelle sue parole, nei suoi gesti energici e pacati al tempo stesso, quelle parole ferme, chiare, dalle quali traspaiono amarezza e disillusione ma anche quell'umanità dolente di chi nonostante tutto è più forte dell'orrore di una malattia in quanto ha in se l'amore per l'arte, per la bellezza e per la vita,non solo la sua.
E nel bellissimo finale,con Daniele e Costanza fianco a fianco, stremati dal loro duello/duetto, il messaggio che ci arriva è che nelle imperfezioni risiede un altro tipo di bellezza e il segreto è riuscire a trovarla e amarla, contro a un sistema che invece vuole imporre solo un modello, solo un esempio di bello tralasciando tutte le sfumature alternative, perchè niente è più variopinto del bello.
Anche la cupola di Brunelleschi, ci dice Franco, ha dei "difetti" perchè il geniale architetto per costruirla con una tecnica innovativa e mai più ripetuta dovette scendere a compromessi e lasciare che qualche imperfezione a posteriori fosse inevitabile, ma certo esse non alterano lo splendore di un capolavoro, e ci sono persone che possono esserlo a loro volta, un capolavoro, anche se un capolavoro imperfetto...anzi, difettoso.
La bellezza di questo spettacolo è anche puramente visiva, in quanto ogni rappresentazione non è mai uguale, ogni volta Costanza e Daniele aggiungono, modificano, improvvisano nuove sfumature, come tanti cantautori nei live, non si limitano a una riproporre pedissequamente la stessa situazione.
Ad esempio, il pallone che di solito entra in scena nel finale (a coronamento di una sequenza emozionante che non voglio raccontare, per non togliervi il piacere della scoperta) è stato invece parte della scenografia fin dall'inizio e con il quale Costanza, anche per rappresentare il suo nervosismo, ha palleggiato spesso, e lo scarpone che è in me si è sinceramente chiesto come diavolo abbia fatto Costanza a fare anche dieci palleggi consecutivi con estrema eleganza mentre recitava come fosse la cosa più casuale del mondo e poi ogni volta calciare la palla verso la porta da calcetto dietro di lei e segnare sempre, questo signori è talento attoriale e calcistico.
Mi fai una rabbia Costanza!!(scherzo eh...insomma)
Beh, io spero davvero di avervi un minimo incuriosito; si, sono amico di Costanza e la ammiro, ma questa non è una recensione ruffiana, scordatevelo, questa è solo sincerità, e se non mi credete e abitate in zona Firenze non vi resta che recarvi giovedì sera al circolo 25 aprile in via Bronzino (vicinissimo al ponte della vittoria) perchè il Difettoso torna in scena! Dategli una possibilità, veramente!
Io e Costanza (è di Andrea anche questa foto, per la cronaca!!)
Personalmente ricorderò a lungo questa sera d'estate, che si è protratta a lungo ancora insieme a Costanza e tra le altre a Valeria Mazzola, che è l'anima organizzativa di Palco da calcio (oltre che un portiere di primo livello!) Ilaria Ciofini e altre persone che è stato bello conoscere, tra cui ragazze intervistate su questo blog come Costanza Gangi e Giulia Martini.
Angolo calcistico; su quel palco/campo ci è scappato pure qualche azione improvvisata con alcune ragazze del San Miniato che erano li ad assistere alla rappresentazione della loro compagna, e quel "pallone di scena" così gentilmente trattato da Costanza è diventato un bolide che il malcapitato sottoscritto, autoesiliatosi in porta, ha cercato disperatamente di parare spesso invano, per cui chi nutre il pregiudizio che il calcio femminile sia uno scherzo e che le donne calcino piano e senza forza chieda a qualcuna di loro di far due tiri, verrà illuminato in merito (ohi).
Insomma, tutte le sfumature della bellezza in una sera sola, viva Palco da calcio e viva Costanza e il suo coraggio.
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