giovedì 9 luglio 2020

SAN GIOVANNI CALCIO A 5 STORY; MARSI MILAQI, UNA VETERANA TRA I PALI.

Care amiche e cari amici,

da oggi il mio blog è ben protetto contro virus, spam e compagnia bella, perchè è "difeso" alla grande da tutte e tre i portieri del San Giovanni calcio a 5, infatti, dopo Giulia Liguori e Giulia Pacitto, anche Marsida Milaqi con mio grande piacere mi ha concesso l'intervista, e con le tre portierone sono blindato alla grande!


Marsi Milaqi si presenta


Sapete, quella di Marsi è una bella storia, la storia di una ragazza che spesso ha dovuto cambiare, rinunciare alla sua dimensione e adattarsi a cercarne un'altra, ma il suo entusiasmo e la sua passione non sono mai venute meno, e ora che da una vita gioca a futsal ed è una delle grandi veterane del San Giovanni possiamo dire che Marsi ha vinto tutte le sfide a cui la vita l'ha messa davanti, anche se non sono certo finite, perchè l'A2 è dietro l'angolo ma per una donna col suo coraggio non sarà certo un problema affrontare la categoria.
Ma ora come sempre vi lascio alle parole di Marsi;

Ciao Marsida, grazie ancora per aver accettato questa intervista! Vuoi presentarti ai nostri lettori?

Ciao Omar, piacere mio e grazie per avermi coinvolta in questa serie di interviste, innanzitutto ti prego chiamami Marsi 😅 sono nata in Albania e sono una classe '83

Il piacere è tutto mio, Marsi, credimi. Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo del pallone? so che fino a 16 anni hai abitato a Durazzo,da bambina/ragazzina hai avuto modo di giocare a calcio anche solo con amiche e amici, o di praticare qualche altro sport?

I miei primi passi nel mondo del pallone sono ovviamente, come la maggior parte credo, le partitelle sotto casa...a me toccava implorare perchè mi facessero giocare...sai femmine e pallone non era proprio un'accoppiata vincente. La maggior parte delle volte pur di toccare il pallone facevo il raccatta palle ma ogni tanto quando mancava qualcuno per fare numero mi facevano giocare. In Albania il calcio è molto amato e sentito, quand’ero piccola io non ricordo ci fosse una squadra femminile, come dicevo prima non era una accoppiata vincente. 

Non lo era nemmeno qui, fidati, ho solo un anno più di te e la distinzione tra sport da "maschi" e da "femmine" era netta, non una ragazza ci chiedeva di giocare e se qualcuno di noi provava a intromettersi in una partita di pallavolo veniva schernito sia dalle ragazze che da noialtri; questo per dire che queste mentalità, specialmente nelle campagne, esistevano anche qua, fortunatamente poi in quello stesso paesino dove nessuno di noi, me compreso, aveva avuto il coraggio di infrangere le regole qualche anno dopo è arrivata una certa Rachele Baldi che ha spazzato via ogni pregiudizio.

Poi ti sei trasferita nelle Marche, a Senigallia, e so che in questo frangente hai iniziato a praticare calcio a 11, ci puoi raccontare in che modo ti sei approcciata al calcio, e parlarci della squadra in cui hai militato?

Si, a 16 anni mi sono trasferita nelle Marche e il mio professore di ginnastica di allora mi domandò se volevo far parte della squadra di calcio che stava cercando di tirare su e per me fu una manna dal cielo, arrivammo pure seconde e avevamo una punta di diamante che era uno spettacolo. L’aneddoto di quel periodo  è essere finita in porta a fare il paletto tra i pali (Ero sempre stata un'ala sinistra) perché il nostro portiere si era infortunata...."Ti vedo agile" mi disse il mister senza tenere conto del mio un metro e tanta voglia di crescere 😂Per fortuna vincemmo 5-2....quindi nel calcio a 11 in porta ci sono finita per una congiunzione astrale di quel momento.

Molte delle cose più belle nascono per caso, e poi tante dei portieri più forti che conosco hanno la tua stessa altezza, ma è la statura morale e la passione quella che conta.
Successivamente ti sei trasferita in Toscana; hai lasciato il calcio in questo periodo? quanto ci hai messo ad ambientarti nella tua nuova regione?

Si, ahimè...il trasferimento in Toscana è stato un trauma,nulla togliendo a questa regione eh....però per me è stato un doppio distacco da tutto e anche dal calcio, mi ci è voluto un bel po’ per ambientarmi e ricreare tutto....

Sai, io mi lamento perchè nella vita mi sono spostato di 40 chilometri dai posti dove sono cresciuto, ma persone come te che hanno dovuto abbandonare la propria terra e un posto dove stavano bene, un doppio lungo addio sarebbe tremendo da gestire per tanti, quindi lasciati dire che la tua forza d'animo, tua e della tua famiglia, merita solo tanti applausi.
Hai sempre giocato portiere anche nel calcio a 5? le due Giulie tue pari ruolo hanno già descritto la vita di un portiere di futsal, ma vuoi dirci qualcosa anche tu? com'è essere portiere di calcio a 5?

No, il mio essere portiere di calcio a 5 è nato perché una sera agli allenamenti il nostro portiere mancava e quindi mi sono offerta di starci senza stare a fare il solito giro di 5 minuti per uno come si fa in questi casi....da lì è cominciato il mio doppio allenamento campo-porta, porta-campo, una vera fatica e riuscivo a compicciare poco in ambedue i ruoli...non che in campo fossi una cima eh 😂 quel poco che avevo imparato nel calcio a 11 infatti l’avevo perso negli anni passati lontana da un campo e dalla palla.
Che dire il portiere è un ruolo avvero molto impegnativo, tanta responsabilità e un frullato di mille emozioni le quali però le devi affrontare a mente lucida....😰😰 un po’ come essere l’ultimo rigorista alla finale dei mondiali.

Una concentratissima Marsi presidia la sua porta.

Si, io l'ho praticato poco e male il tuo ruolo ma ricordo distintamente il dover essere sempre sull'attenti, gli attaccanti avversari che puntano la difesa ma tentano il tiro se non sei piazzato bene, la solitudine nella quale ti rialzi dopo aver subito una rete..ci vuole veramente una predisposizione al ruolo, come dico sempre.
Poi mi hai detto che hai iniziato con il calcio a 5, con una formazione dal nome che è tutto un programma, le Bischere; che ci racconti delle tue prime avventure nel mondo del futsal?

Eh oddio....è quando mi sono resa conto che sarei dovuta tornare indietro nel tempo e ripartire quasi da zero; era tutto molto piccolo rispetto a quello che, anche se per poco, avevo vissuto nel calcio a 11, dal campo alla porta notevolmente più piccoli, compagne e avversarie che praticamente erano gomito a gomito, la cosa è durata poco e ho smesso di nuovo....

Per tante, anche partite con più esperienza e sicurezze di te, il salto calcio-futsal è stato traumatico, quindi ci sta che alla prima non sia andata bene, l'importante è riprovarci, cosa che hai fatto, visto che per te c'è stato, grazie anche alla conoscenza con la tua attuale capitana Francesca, un altro percorso con le MissK , poi Ottaviano pazzi; cosa ci racconti di questo periodo?

Esatto, la Nana l’ho conosciuta perché, non essendo riuscite con un gruppo di ragazze a creare una squadra di calcio, io e alcune di loro siamo finite ad allenarci nel San Giovanni, dove lei allora allenava. Nel parlare le ho chiesto se conosceva qualche squadra di calcetto e mi parlò della sua squadra, le MissK e che stavano cercando ragazze. Così ricomincia la mia avventura nel calcetto...con le MissK abbiamo vinto il campionato Anspi,


Qui abbiamo ritirato la nostra coppa, la Nana, il capitano di allora Selene e io.... 


...ci sembrava giusto e doveroso festeggiarla così 😂

Quello stesso anno siamo arrivate seconde anche al torneo di Bellaria, al quale partecipavamo più per passare 4 giorni insieme che per il torneo in se, ovvio che però una volta scese in campo si lottava per vincere..


Poi arrivò la proposta di Daniele di fare il salto, un bel salto direi....alcune di noi decisero di non intraprendere la strada della Figc, ed è stato un gran dispiacere non averle più al mio fianco ma comunque sono state di grande aiuto dagli spalti.
Il primo anno è stato duro....eravamo passare dal confrontarci con squadre di paeselli ( non che non ci fossero giocatrici brave e squadre forti, ma il livello era comunque un po’ alla portata di tutte) con squadre che in Figc di esperienza ne avevano ed erano molto più forti e organizzate e con giocatrici brave e più esperte; un anno duro ma che ci ha insegnato molto, ci ha rafforzate e soprattutto non abbiamo mollato.

E con questo non mollare tu e quelle che più hanno tenuto duro siete arrivate dove siete adesso.
E poi, tre anni fa, dall'Ottaviano Pazzi approdi al nostro mitico San Giovanni calcio a 5; cosa ci racconti del tuo impatto con la società, con Mirco, Daniele e Noemi e poi con le tue compagne? è stato traumatico approdare in questa nuova dimensione? Ci vuoi raccontare qualcosa su di loro, o su tue ex compagne?

Il passaggio dall’Ottaviano pazzi al San Giovanni calcio a 5 non è stato traumatico, anzi. L’impatto con Mirco e Noemi è stato buono, le carte in tavola erano tutte in regola e le prospettive molto buone. Un’altro passaggio dove alcune compagne hanno lasciato e altre sono arrivate....il gruppo si ricreava e acquisiva nuove forze, nuove prospettive e nuovi obiettivi da raggiungere...due anni fa è stato un anno molto difficile sotto molti aspetti....per strada abbiamo perso alcune compagne ed eravamo rimaste in poche, il numero per le partite era spesso preciso o con pochissimi cambi, ma non abbiamo mollato lo stesso, in qualche modo siamo arrivate in fondo, e ad oggi di quelle ragazze ne sono rimaste veramente poche e non è più lo stesso....è un po come se mancasse qualcosa di fondamentale...delle compagne che hanno condiviso questo percorso vorrei ricordare e salutare: il mio ex capitano nonché insostituibile amica Elisa Olmastroni, Memole (Elena Caldelli), #NoMariaIoEsco (Maria Basso), Selengi (Selene Margiacchi), Irene Mannelli e Sara Delfino che spesso mi hanno fatta tornare a casa con la forma del pallone stampata addosso, Eleonora Bini, Lisa Banchetti, Marina la brasilengi, il super difensore che ancora rimpiango Claudia Cencetti e lei l’angelo biondo (Darietta) l’ho lasciata per ultima ma non per importanza ma perché lei te la voglio descrivere così;




Vorrei approfittare per salutare anche le mie compagne Uisp dell’Arcobaleno, un meraviglioso gruppo di ragazze unite dalla stessa passione da anni e che ti fanno sentire parte di una “strana” e simpaticissima famiglia come se ne facessi parte da sempre capitanata da Silvia Marzoli.

La cena di Natale 2019 mentre sfoggiamo il regalo di Angy a tema con il nome della squadra scattata dal mister a capotavola Luciano Leone

Sono rimasto letteralmente a bocca aperta dal tuo tatuaggio...non oso aggiungere niente, quello che hai fatto parla per te "E va bene così, senza parole" cantava Vasco.
Colgo l'occasione per salutare anche tutte le ex San Giovanni, onore a te per aver ricordato tante di coloro che hanno fatto la storia di questa squadra.
L'ultima stagione è stata meravigliosa, promozione strameritata e acquisita già a febbraio; quali sono i tuoi ricordi più belli legati a questo trionfo di squadra?

Un altro bel salto di qualità....i ricordi più belli sono i festeggiamenti nello spogliatoio a fine partita...ma non perché in campo non ci siano stati....ma perché l’adrenalina dopo era triplicata....la tensione allentava e lasciava spazio alla gioia e ai festeggiamenti. Per alcune di noi è stato un po’ più dura...ci siamo sentite più spettatrici che parte attiva ma questo non ci ha impedito di gioire ed essere felici per i risultati portati a casa. Specialmente nelle partite più difficili dove la “lotta” in campo sembrava non arrivare mai al fischio finale.

L'anno prossimo (se tutto va bene in questo periodo incasinato) ci sarà per voi l'A2, campionato nazionale; ti tremano un po' le gambe al pensiero o non vedi l'ora di spaccare il mondo?

Beh che dire....un po’ tutt’e due si può? Il livello di gioco sale e credo sia normale che insieme a questo salga un po’ anche la tremarella alle gambe ma nello stesso momento aumenta anche la voglia di spaccare il mondo...più aumenta il livello e più aumenta tutto il contorno che lo circonda no?!

Certamente si, mi sento elettrizzato io per voi che al massimo vi vedrò (speriamo) dagli spalti, figuriamoci per voi che grande emozione..dai, come ho augurato anche a Giulia Pacitto, spero che tutte voi in età non più verdissima (sempre e solo in anni calcistici ovviamente) riusciate a toccare con mano la serie A, sarebbe un coronamento di carriera stupendo.
Ultima domanda; come ti senti oggi, Marsi? quali sono i tuoi obiettivi calcistici per gli anni a venire? e cosa prevedi per il futuro del futsal, come ripartirà quando la batosta covid ce la saremo lasciata alle spalle?

Oggi mi sento nostalgica del mondo del calcetto....mi manca il campo, gli allenamenti, le partitelle, lo spogliatoio, e tutto ciò che ne concerne. Spero che tutto piano piano ritorni alla normalità e che la batosta Covid e i lividi lasciati siano solo il ricordo di un brutto incubo.
I miei obiettivi? Continuare a divertirmi e vivermi la mia passione per questo gioco il più a lungo possibile, l’età avanza ma il ruolo un po’ aiuta 😂...dove, quando è perché staremo a vedere....la vita è imprevedibile....guarda quest’anno cosa ci ha portato...

Ma certo che si, fregatene dell'età, puoi scrivere ancora pagine intere della tua vita sportiva, e tanto bello ha ancora da venire per te. Quando verrò a vedervi cercherò la tua chioma rosso fiamma, mi farà piacere saperti li, col tuo metro e tanta voglia di crescere come dici tu ma con la tua grandezza di guerriera del futsal che non si è mai arresa, come mai si sono arresi gli abitanti della tua terra delle aquile.

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