sabato 4 luglio 2020

INTERVISTA A MIKU MATSUBAYASHI, UN RAGGIO DI SOL LEVANTE A FIRENZE.


Di come è andata vi do due versioni, scegliete voi quella che più vi piace.
La prima è che il più grande quotidiano sportivo giapponese mi abbia chiamato, essendo la fama del mio blog giunta fino a loro, per propormi una intervista con uno dei loro migliori portieri di sempre, e io gentilmente, dopo essermi fatto pregare un poco, abbia accettato.
La seconda è che l'amico Sergio Innocenti, preparatore dei portieri del Firenze nella stagione 2014/2015 da me già intervistato due settimane or sono, abbia chiesto a Miku, con cui è ancora in amichevoli rapporti, se mi potesse fare l'onore di concedermi questa intervista, e che lei molto gentilmente abbia accettato.
Insomma, come nei western, scegliete voi se volete la leggenda o la verità, in ogni caso anche la verità è bellissima, perchè di persone come Sergio ce ne sono poche, e ha capito quanto ci tenessi a intervistare una giocatrice fantastica, ammantata di un alone quasi mitologico, fin da quando frequento la Curva Pozzolatico gli esperti mi dicono "Eh, ma tu non hai mai visto giocare Miku" e le sue ex compagne giù a rincarare la dose, ce ne fosse stata una che non mi abbia detto meraviglie su di lei.

Una sorridente Miku in una foto recente.

Insomma, sono lietissimo che finalmente possa presentare su questo blog la leggendaria, favolosa e irripetibile Miku Matsubayashi!! Aiutandosi col traduttore automatico la nostra ex portierona è riuscita a "connettersi" con me, migliaia di chilometri ma abbiamo potuto interagire, la tecnologia, se usata bene, è meravigliosa.
Ma ora vi lascio alla nostra graditissima ospite;

Ciao Miku, grazie per il grande onore che fai al mio blog. Vuoi raccontare perchè, a un certo momento della tua carriera, dopo dieci anni nella Nippon Tv Beleza, hai scelto proprio il Firenze?

Ciao a tutti, ho scelto Firenze perché volevo sfidare il mio potenziale, e perché ero attratta dalla cultura storica, dal buon vecchio paesaggio urbano e, soprattutto, dal calore della gente.

A Firenze hai passato due anni. Ci vuoi raccontare che ambiente hai trovato quando sei arrivata qua? ti sei ambientata bene nella città?

Firenze è molto famosa in Giappone come una delle città col più grande patrimonio artistico mondiale.  Firenze è la mia seconda casa, che è molto confortevole e per la quale adesso provo una grande nostalgia.

E non è che tu viva in un brutto paese, anzi...credo che le nostre siano due nazioni meravigliosi, pur con tutte le loro grandi differenze, anzi proprio a questa, forse, è dovuta la grande attrazione reciproca tra Italia e Giappone.
E delle tue ex compagne cosa ci puoi raccontare? ti sei trovata bene nello spogliatoio, ti hanno accolta bene? Con qualcuna di loro sei ancora in contatto?

Le mie compagne erano fantastiche. Sono straniera e quando sono arrivata dovevo ambientarmi, ma loro mi hanno sempre sostenuta moltissimo, mi hanno accettato come compagna, e ho avuto davvero molto da loro. Ancora adesso alcune ex compagne mi contattano, e ne sono molto felice.

Quel Firenze...e Miku 


Forse dirò una banalità, ma è sempre molto bello quando i rapporti resistono al tempo e alla distanza.
Il secondo anno a Firenze hai avuto come preparatore dei portieri Sergio Innocenti, che con te ha avuto un bellissimo rapporto. Come è stato allenarsi con Sergio, quanto ti ha insegnato? Mi ha detto davvero cose fantastiche su di te, a cominciare dalla tua grande maestria nel colpire la palla, mai si è rivista in serie A un portiere coi piedi buoni come i tuoi.

Sergio ha creduto in me e ha ampliato le mie possibilità, grazie a lui sono stata in grado di credere in me stessa.  Lui e io abbiamo sempre avuto davvero un buon rapporto  anche fuori dal campo, e insieme abbiamo fatto un ottimo lavoro.

Credo che a Sergio, persona di grande sensibilità, queste parole faranno davvero piacere.
Ci sono molte differenze tra il calcio femminile giapponese e quello italiano? è stato difficile adattarsi alla serie A italiana?

Certamente ci sono molte differenze tra il campionato italiano e giapponese, ma sono venuta a Firenze per accettarli e sfidarli, quindi non ho trovato difficoltà.  Piuttosto, sono stata in grado di godermi la differenza.

Quali sono i momenti più belli che vuoi ricordare con la maglia del Firenze?

È molto difficile deciderne uno, perché tutto il tempo a Firenze è stato fantastico per me. Ma l'ultima partita che ho giocato a Firenze è stata impressionante.  Quella partita è stata anche la mia ultima partita da calciatrice in carriera, ed è stato meraviglioso un grande ricordo vincere l'ultima partita e condividere la gioia con tutte le mie compagne, gli allenatori e lo staff del Firenze.

Ed è stata anche l'ultima partita del Firenze prima del passaggio a Fiorentina, l'ultima in viola di tante tue ex compagne poi scartate dalla nuova società, l'ultima di Sergio, Lucia Benvenuti e di altri dello staff di quella stagione...quante ultime volte quel giorno.
Ti è dispiaciuto andare via? avevi voglia di tornare a casa oppure semplicemente hai capito di avere già dato tutto per il Firenze?

Il motivo per cui ho lasciato Firenze è stato quello di cercare nuove  sfide nel mio Giappone, nuovi scopi in altri ambiti. Se fosse stato possibile avrei voluto stare ancora con le mie care compagne nella mia seconda casa, Firenze, ma si devono fare delle scelte.

Nella sua ultima avventura da allenatrice


Mi hanno detto Sergio e Lucia che quando puoi vieni ancora a Firenze; il tuo legame con la città è rimasto forte, ti senti a casa in questa città?

Sì. Sono ancora felice di avere un legame con la città e le persone che vi ho conosciuto. Mi mancano Firenze e le mie compagne, tanto. Se mi si  presenterà l' occasione tornerò senz'altro a salutare tutte e rivedere Firenze.

E noi ti aspettiamo, perchè il ricordo che hai lasciato è bello e ancora molto vivo. Ultima domanda; ti occupi ancora di calcio, Miku? giochi ancora oppure stai allenando? pensi che il calcio possa essere ancora presente a lungo nella tua vita?

Ora sono allenatrice all'università in Giappone, è un lavoro molto interessante e che mi regala molte gioie, ho anche ottenuto una licenza avanzata. Ma mi alleno ancora, perché sono portiere e l'esperienza è importante, quindi penso di poter ancora giocare tra i pali in futuro. Quindi si, c'è sempre il calcio nella mia vita.

Miku ci saluta...tra i palloni.



E' vero, Miku, mai dire mai, di strade da percorrere ce ne saranno ancora tu ne hai già percorse tante, quelle pianeggianti e collinari di Firenze, quelle di tutte le città raggiunte con le trasferte, e poi il Giappone, quel Giappone lontanissimo che tu però ci hai portato qua, regalandoci la tua serietà, la tua puntualità e cultura del lavoro, per due sole stagioni che però sono bastate a consacrarti come una delle leggende del calcio femminile gigliato.

Siamo ai saluti, non mi resta che dirti

ありがとうございました Arigatōgozaimashita  Miku. Grazie, Miku.






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