domenica 13 settembre 2020

SOLIDARIETA' A LINDA GAVAGNI.

 Care lettrici e cari lettori, ci sono degli articoli che non si vorrebbero scrivere, retroscena del nostro amato calcio femminile dolorosi, spiacevoli, verso persone che non se lo meritano e vengono penalizzate con regolamenti che vengono applicati alla lettera solo verso coloro per cui la legge può permettersi di mostrare il suo volto inflessibile, e purtroppo le calciatrici rientrano appieno nella categoria "deboli". Nel maschile molti comportamenti oltre il lecito e il consentito, specialmente bizze dei calciatori super pagati, vengono perdonati e il caso insabbiato, ma evidentemente nel femminile questa tolleranza è ben lungi dall'essere concessa.

Vi espongo i fatti, cominciando a presentare la persona coinvolta; Linda Gavagni è una calciatrice attualmente nelle fila del Pontedera di Mister Ulivieri, ha 27 anni ed è un'attaccante, tra l'altro con una carriera tormentata da seri infortuni dai quali si è sempre rialzata con coraggio. E Linda è stata appena squalificata per sei mesi. 


Linda Gavagni in azione (Fonte; uspontedera.it)

Perchè, direte voi gentili lettori, quale può essere il motivo di una squalifica tanto lunga, in pratica una stagione che salta? Doping? no. Coinvolgimento in calcioscommesse et similia? no.  Un fallo killer? no. Insulti e minacce a compagne, avversarie e arbitri? no. Semplicemente, stando alle parole del presidente Maurizio Pantani riportate dalla  Nazione e dall'App TCF - Tutto Calcio Femminile, Linda ha avuto il torto di "operare" in un'altra società oltre alla sua, di aiutare un allenatore di un altro club a far fare ginnastica ai bambini di 5 anni, tra l'altro per lei era anche utile per fare pratica all'interno di uno stage visto che Linda frequenta la facoltà di scienze motorie. Però, nonostante questa motivazione, è scattata la squalifica e una multa di 450 euro alla calciatrice.

Ora, io ammetto di non essere di mio un fan delle leggi applicate alla lettera, ma mi chiedo come si possa comminare una squalifica tanto lunga e pesante alla rappresentante di un movimento già in difficoltà e che in quest'anno senza pubblico potrà contare, al di fuori della serie A, in una visibilità minima e limitata alla Coppa Italia. 

A queste condizioni, la possibilità di emergere e farsi conoscere sono quindi già ridotte al minimo, squalificare 6 mesi una calciatrice per un motivo tanto futile è non solo inutile, ma anche iniquo. 

Non nego certo che Linda possa avere sbagliato e che non si sia informata a dovere, ma sono errori che ci possono stare, a volte anche fatti in perfetta buona fede, bastava un richiamo ufficiale e/o una squalifica minima, non c'era bisogno di una sanzione di tale portata, e se questo è il regolamento vigente sarebbe d'uopo una revisione e al più presto, in questo stato che si definisce democratico penso di poter dire la mia e sostengo con forza e fermezza che applicare la legge non è sempre sinonimo di fare giustizia, ci pensino anche in federazione, perché sei mesi di squalifica per aver aiutato ad allenare dei bambini durante uno stage sono un qualcosa di Kafkiano,di giuridicamente rivedibile. "L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare" Diceva uno meglio di tutti noi, e aveva ragione.

Spero che la società faccia ricorso come annunciato, e spero che qualcuno si metta una mano sul cuore e sulla coscienza e annulli questa sentenza, gliene sarebbe grato sia Linda che il mondo del calcio tutto.

Nel frattempo come Omar Lastrucci e come Blogger de "Il viola e il rosa"  Voglio esprimere solidarietà e vicinanza a Linda Gavagni, non serve assolutamente a niente e con la mia solidarietà tutti ci faranno la birra, ne sono ben consapevole, ma volevo far conoscere questa storia a qualche persona in più, perché se la federazione in primis non si mette dalla parte delle calciatrici il calcio femminile non decollerà mai, abbiamo bisogno di Linda come di tutte le altre ragazze, sono coloro che alimentano il motore del movimento, un motore che arranca più di quello che un pubblico che segue solo la serie A non creda; vi prego, restituite il campo a Linda, non ne facciamo una questione di cartellini, il calcio femminile e queste ragazze non se lo meritano, sono già abbastanza umiliate e offese da un'indifferenza di decenni, un'indifferenza che, cara FIGC, cara LND, è prima di tutto colpa vostra, con dirigenti talvolta inadeguati quando non improponibili, pochissimi investimenti e un boom tardivo e circoscritto che già a livello mediatico ha perso gran parte della spinta iniziale. 

Avete tanto, tanto da farvi perdonare dalle ragazze di ieri e di oggi, e allora "Perdonate" a vostra volta, se non è chiedere troppo. E forza Linda.


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