Care lettrici e cari lettori,
oggi abbiamo con noi l'allenatore del Montevarchi femminile, Alessio Batistini, che assieme all'altro Mister Francesco Pasquini guiderà le aquile rossoblu in un campionato che si preannuncia tutto da vivere. Alessio, persona schietta e con pochi fronzoli ma generosa e competente, ci ha raccontato qualcosa di se e del mestiere dell'allenatore, con spunti molto interessanti sulle differenze tra il mondo del calcio maschile e femminile, visto che è alla guida delle ragazze solo dalla scorsa stagione.
Come sempre adesso vi lascio alle parole del mio ospite.
Ciao Alessio, benvenuto su questo blog! vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?
Ciao e grazie per l’opportunità: Sono Alessio Batistini, ho 44 anni ,molti dei quali dedicati al calcio..Sono un appassionato di tecnica, tattica e divertimento.
E se i primi due fattori sono la base, il terzo è l'ingrediente che rende tutto bello.
Sei un tecnico che è approdato nel femminile da poco, che ha allenato molto nel maschile; puoi raccontarci dei tuoi esordi e delle squadre che hai guidato, e anche di un Alessio calciatore se c'è stato?
Ho iniziato a giocare da piccolino a Cavriglia per poi passare da Incisa, Fiorentina giovanile e qualche partita nei professioni con Montevarchi e Sangiovanni. Ho smesso di giocare molto presto (a 25 anni) per questioni caratteriali: preferivo dirigere che avere qualcuno che mi dirigesse, e mi sono messo a fare l’allenatore.
Ho allenato Giovanissimi Nazionali Allievi Nazionali Berretti e anche un’esperienza non tanto positiva in una società dilettantistica (promozione) davvero troppo dilettantistica per il mio modo di vedere il calcio. Sono fermo da un po’ perché ho preferito dedicarmi al lavoro visto che allenare, per me, non è un Hobby ma una vera e propria passione alla quale dedicavo 15 ore al giorno.. Ho dovuto fare una scelta…
Per hobby si può andare a fare la partita scapoli contro ammogliati tra amici, non fare l'allenatore in modo serio, ti capisco e sono d'accordo con te.
Che modulo adotti di solito? ti ispiri a qualche scuola calcistica o qualche allenatore in particolare?
Io amo fare in modo che i miei calciatori migliorino come tattica e tecnica individuale visto che sono convinto che migliorando i singoli si migliora il collettivo. Mi piace farli divertire , e mi adopero per fare in modo che tutti i ragazzi/e siano felici di venire al campo e fare allenamento. Allenare calciatori che hanno passione aiuta ad avere ottimi risultati. Non ne faccio una questione di moduli ma solo ed esclusivamente di organizzazione calata sul materiale umano che si ha.
Con la passione e il divertimento, uniti all’organizzazione e al sacrificio si raggiungono i risultati.
Poi approdi nel femminile, e per te si apre un nuovo capitolo. Come ti sei trovato, dopo tante panchine nel maschile, a proiettarti in questa nuova realtà? quali sono per te, oggettivamente, le differenze tra calcio maschile e femminile, sia a livello tattico che di preparazione atletica?
Il mio approdo al femminile è stato un po’ per caso, il Montevarchi calcio aveva bisogno di una mano e, conoscendo la mia passione e la voglia (repressa) di rimettermi in gioco, mi hanno coinvolto.. All’inizio non ero convinto poi, dopo un paio di allenamenti, ho capito che il calcio Femminile ha del potenziale.. Chiaramente la differenza tra maschi e femmine è sostanziale… direi che si parla di due sport completamente diversi a partire dalla parte atletica (evidente a tutti) ad arrivare all’approccio che lo Staff deve avere con le calciatrici. Sono davvero convinto che sia uno sport diverso che ha le stesse regole…
Forse hai ragione, per me più che uno sport diverso il femminile è un calcio che ricorda quello di altri tempi, settanta/ottanta, più lento e meno muscolare, ma che ancora lasciava spazio alla figura del fantasista, dell'artista del pallone che può regalare magia senza essere subito pressato; ora si, hai ragione, sono due sport quasi differenti, ma già nei maggiori campionati si cura molto l'aspetto atletico, ma fino a che dura mi tengo stretti i ritmi bassi che lasciano però il tempo di effettuare giocate sublimi.
Cosa ci puoi raccontare della tua esperienza con le ragazze del Montevarchi? come si è evoluta la squadra, e quali sono le ragazze della rosa che sono da più tempo con te e reputi più affidabili?
La mia esperienza è molto limitata visto che sono arrivato l’anno scorso appena prima del lockdown riprendendo poi quest’anno da un paio di settimane. Quello che posso dire però è che questo è un gruppo deve lavorare molto sulla parte comportamentale (molte giocatrici non hanno frequentato la scuola calcio e giocano da poco), è necessario migliorare la parte di attenzione determinazione e comportamento, condizioni NECESSARIE per creare un gruppo capace di raggiungere i risultati qualsiasi essi siano. Dopo di che, chiaramente, lavoreremo molto anche sulla parte “calcistica” ma prima dobbiamo migliorare sui comportamenti individuali e poi di squadra.
L'importante secondo me è partire da persone che vedono i problemi e li pongono all'attenzione come stai facendo tu adesso, è la base migliore sulla quale lavorare.
Quali sono i tuoi ricordi più belli alla guida delle Aquile?
Come dicevo sopra le mie esperienze sono limitate, più che ricordi parlerei di obiettivi e speranze che sono quelle di creare un gruppo che si diverte a giocare a calcio formato da calciatrici pronte a sacrificarsi l’una per l’altra. Noi dello staff faremo di tutto per raggiungere questo risultato.
Secondo te questa stagione anomala e senza pubblico condizionerà la stagione? per voi sarà difficile giocare senza il dodicesimo uomo in campo, immagino...
Il calcio è uno spettacolo e uno spettacolo senza spettatori manca di una parte fondamentale.. La forza nostra però dovrà essere quella di adattarsi ad ogni situazione, lavoreremo per dare il massimo anche senza i supporters.
Ormai la parola "resilienza" ovvero adattarsi alle avversità, prima un termine alla moda usato anche con faciloneria, in questo 2020 è diventato uno stile di vita per quasi tutti, e io ringrazio pubblicamente il Montevarchi e tutte quelle società che hanno potuto e voluto reggere il colpo e nonostante tutto riescono a dare ancora un campo e una maglia a queste ragazze.
Ultima domanda; quali obiettivi vi ponete, tu e Francesco, per la stagione che verrà? dove può arrivare questo Montevarchi?
L’obiettivo è quello di creare un gruppo forte sia mentalmente che calcisticamente. Quello che vorremmo è creare una squadra capace di vincere o imparare (nel senso che non dovremmo perdere noi ma devono vincere i nostri avversari perché sono più forti) questo è quello che vorrei diventassero le mie squadre. So che è ambizioso ma dobbiamo per forza puntare in alto. Più ci avvicineremo a questo target meglio arriveremo in campionato.
Certo che è ambizioso, deve esserlo sempre, il basso profilo nello sport non paga mai, un conto è lo stile e la lealtà, ma l'ambizione è il motore che fa crescere un sogno.
Alessio, io ti ringrazio tanto per le tue considerazioni, auguro tantissima fortuna a te e a tutto il Montevarchi femminile per un campionato che sarà un ponte tra uno conclusosi anzitempo e in modo drammatico e uno, il prossimo, che molto probabilmente sarà il primo dopo l'incubo covid, tenere duro e lavorare sodo adesso per far emozionare gli spettatori domani, vi aspetta una battaglia dura ma con il tuo atteggiamento la vincerete. Ci vediamo presto sui campi da gioco!
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