sabato 19 settembre 2020

MADDALENA BORRI, ROMBO DI TUONO.

 Care amiche e cari amici,


Oggi vi presento un'altra ragazza del Badesse, ruolo attaccante ma non solo sul campo. Si perché Maddalena Borri mi ha fregato, sono un portiere scarsissimo ma qualcosa riesco a parare se mi ci metto, ma il suo bolide inaspettato è finito in porta e io muto...semplicemente mi ha anticipato, prima ancora che le ponessi delle domande mi ha raccontato la sua storia con la foga di chi si ritrova la palla tra i piedi, si gira e tira. Non devi essere un tipo alla Messi o alla Neymar, Maddalena, secondo me sei alla Bobo Vieri, vedi la porta e colpisci senza tante storie. Ho incassato, perchè sapete cosa fa Maddalena? i goal di cuore, lo mette dentro alle scarpe come dice De Gregori, e quel cuore lo usa anche per raccontarsi, quello bravo di solito sono io ma lei come detto ha piazzato il bolide nell'angolino, e non mi è rimasto che raccogliere la palla in rete e segnare il punto a suo favore, ma non è stato spiacevole, perché in pratica l'intervista era già fatta, bella come il sole, io ho solo dato una rassettatina. Ti ci vedo in area bella decisa a spezzare le reti, però la tua impetuosità secondo me è anche di quelle belle da vedere, non alla Vieri che in fondo era un po' scarpone, ma più alla Gigi Riva, per tutti Rombo di tuono; solo con le tue parole me ne hai fatto venire in mente uno scarso, davvero.

Numero 8 orgogliosamente sulle spalle, il perché di questo numero lo scoprirete leggendo.

Ma ora mi faccio da parte e lascio affrontare a voi le suddette bordate.

Ciao Maddalena, grazie per la tua disponibilità e benvenuta su "Il viola e il rosa". Vuoi innanzitutto presentarci ai lettori, parlarci di te?


Ciao a tutti. 

Cosa dirti di Maddelena?

Da dire c'è tutto e niente. Tanto e poco. Calcisticamente parlando ne ho passate molte, a partire dal mio primo allenamento di calcio a 11 presso la società sportiva Virtus Poggibonsi. Rientravo negli Esordienti 95, età dunque sugli 11/12 anni di età, tutti maschi a parte me. 


Alla Virtus Poggibonsi.


Mi presentai al campo come Alice si presenta nel Paese delle Meraviglie, il mister mi  chiese "che ruolo vuoi fare?". Io non esitai, dissi subito un convinto ATTACCANTE. Mi ricordo delle mie scarpette argentate, mi ricordo i primi tiri a quel pallone. Ricordo tutto come fosse ieri. Il primo goal, il mio primo numero dieci sulle spalle e la fascia da capitano. Eravamo a giocare a San Miniato ed il mister mi prese da parte dicendomi che aveva una sorpresa per me. Ed eccoli là, fascia e numero dieci. Ti avrei fatto vedere la faccia dei miei compagni di squadra. Esterrefatti e un pò invidiosi. Feci una partita bellissima, goal e assist. Guardavo dal campo mio babbo che era sempre a vedere le mie partite e con uno sguardo gli dissi "Visto babbo? Ce l'ho fatta!"

Tra l'altro di quel periodo ricordo anche un torneo in terra spagnola in cui andammo a giocare fino a Lloret de Mar, dove giocai poco o nulla ma che comunque vissi al meglio.

Sono queste le storie che rendono speciale questo blog...si, ce l'avevi fatta, e le facce dei tuoi compagni (Tra le quali forse ci sarebbe stata anche la mia, chissà, non si nasce adulti e consapevoli) me le posso immaginare, ma più che altro avrei voluto vede quelle di alcuni genitori convinti di avere un nuovo Baggio in famiglia e con una ragazzina che mette tutti in riga. Si, uno spettacolo.

Ma una ragazza che gioca coi maschi ha una "Data di scadenza" addosso, ovvero a 14 anni se ne deve andare, per tante uno splendido nuovo inizio, per altre ancora un mezzo trauma. Però tu decidi altrimenti, giusto?

Andando avanti nel tempo mi dissero che questo era l'ultimo anno per poter giocare con i maschi (nel frattempo ricordo una giovanissima Serena Ceci, che giocava nella mia stessa società ma con i ragazzi più grandi di un anno). Insomma, dovevo decidere se proseguire e quindi andare a giocare nella prima squadra femminile più vicina a Poggibonsi: il Siena.

Decisi di non fare questo passo avanti, con tanti rimpianti. E ancora ce ne sono.

Passarono un po' di anni, nei quali mi sono dedicata al nuoto, altro sport per me molto importante e coinvolgente.

Un giorno ricordo che ero in piscina, tra una vasca e un'altra decisi di giocare nel "gabbione" con due ragazzi e poco dopo uno dei due mi propose di provare a giocare a calcetto qui a Poggibonsi.

Che dire, iniziai poco dopo. Era, se non ricordo male, il 2014.

All'epoca del calcetto.



 Scusa se ti interrompo Maddalena, forse sia il calcio toscano che tu stessa avete perso qualcosa per questa tua decisione, ma a quell'età le scelte non sono facili e in fondo hai seguito il tuo percorso con coerenza tornando al calcio quando ti sei sentita pronta per farlo, certamente qualche rimpianto ti rimarrà sempre ed è assai comprensibile, però credo che tu ce l'abbia comunque fatta a riprendere ciò che è tuo coi tuoi tempi. 

Insomma, per te un secondo inizio, ricco di soddisfazioni e splendidi momenti. Ce lo puoi raccontare in dettaglio?


Iniziai ad allenarmi in prima squadra senza però giocare le partite (non mi sentivo proprio pronta).

Arrivai alla stagione 2015/2016 in cui ci furono dei cambiamenti nella società dell' UPP Poggibonsese. Oltre la prima squadra si formò una squadra "secondaria" militante in Uisp provinciale Siena. Facevo parte del progetto e non vedevo l'ora di iniziarlo. Che ruolo? Pivot o ala. Che numero? 8 (quando possibile).

La storia del numero di maglia nacque quando andai in gita a Liverpool, entrai nello store della squadra e vidi la maglia numero 8 di Steven Gerrard e me la feci fare una uguale ma con il mio cognome. E da lì sarebbe diventato il mio numero di maglia che prediligevo.

Fu un annata, quella del 2015/2016 dove segnai 14 goal e con la squadra si arrivò seste se non ricordo male. Io e la mia compagna di squadra, nonché grande amica, Sara, eravamo entrate in competizione per i goal a testa che si sarebbe segnato in quel campionato. Non ricordo chi vinse ma si arrivò molto vicine (tipo un 14 a 15).

Esultare dopo una rete, una meravigliosa abitudine.



La stagione 2016/2017 la giocai sempre nell'UPP Poggibonsese e sempre solito campionato UISP provinciale Siena. Arrivammo quarte, ma per noi era come un primo posto. Eravamo una grande squadra, sia calcisticamente che umanamente parlando. Siamo sempre state molto legate e ciò fece bene anche alle nostre prestazioni in campo. Non è l'individuo a fare una squadra, ma il gruppo. 

La stagione più tosta fu quando ci segnammo nell'anno 2017/2018 al campionato FIGC. Ultimo anno in maglia giallorossa. Fu una prova per un gruppo giovane come il nostro che dimostrò di non aver niente di meno delle altre squadre, sebbene avessero più esperienza di noi. Nello stesso anno giocai nella squadra del Monteroni d'Arbia, nel campionato UISP di Siena. Venni convocata nella rappresentativa uisp di Siena e vincemmo le regionali. 

In maglia giallorossa.


Davvero un ruolino di marcia impressionante e delle stagioni intensissime, ti si sente la gioia dentro mentre ne scrivi.E le tue considerazioni sul gruppo ti fanno onore, e ti rendono perfetta per il progetto Badesse, che credo consideri i valori molto importanti, una cosa (purtroppo) non da tutte le società.

Ma non ho rammentato il Badesse per caso; arriviamo adesso alla tua attuale squadra. Come ci sei arrivata?

Passato quest'anno ebbi la chiamata di Gianluca che stava tirando su una squadra di calcio a 11 a Colle val d'Elsa. Non ci pensai due volte. Non ebbi dubbi. Il mio fu un sì certo. Volevo giocare di nuovo a calcio a 11, calpestare l'enorme prato che calpestai anni e anni prima. Nuove conoscenza, nuovo clima, nuovo giorno preferito. La domenica. Da qui creammo le basi per quello che ora è, per il secondo anno consecutivo, il Badesse femminile. Grandi aspettative per una società come questa che ci ha dato un opportunità grandissima.


Al Badesse (Nella prima foto, con la capitana Benedetta Parri)



In questi ultimi due anni sono stata chiamata inoltre per giocare con la maglia del Monte dei Paschi. Un' esperienza bellissima che spero si ripeta al più presto, passato questo periodo di buio. 

Con il Monte dei Paschi.



Abbiamo giocato la cosiddetta Champions Bank (il torneo internazionale delle banche), rispettivamente a Zagabria e Ljubljana. 

A Zagabria ricordo il mio goal partita nella finale per il primo posto. Credo di averci lasciato il cuore. Arbitrate da un arbitro internazionale, Damir Skomina. 

Entrai dalla panchina con un energia che solo io sapevo da dove veniva.

A pochi minuti dalla fine tirai una rasoiata all'angolo basso e la palla entrò come per magia. La mia reazione? BEPPEEEEE IL CIELO È BIANCO NERO SOPRA ZAGABRIA!! (non so se rendo l'idea). 

Estica...pperi, Spagna, Croazia, sei una giramondo! però è bello che tu ci abbia portato in giro con te, non sapevamo di queste realtà e di questi tornei, adesso si, hai arricchito il blog e te ne sono grato.

Vediamo un po', io ti chiamo Bomber, tutte le attaccanti le chiamo così, da Ilaria Mauro alle ragazze del San Giovanni, che sarebbero Pivot ma chi se ne frega, mi piace, è molto anni novanta come termine, come l'orrendo giubbotto rivoltabile (ma che ne sai...buon per te) Ma quando ti chiamano così, come ti senti?

Quando mi chiedono se io sono la Bomber della squadra non rispondo quasi mai, perché non è vero. Siamo tutti delle grandi giocatrici e io, in ogni partita e in ogni allenamento, cerco di fare del mio meglio, di metterci la grinta che ho e la voglia di far bene. Il resto viene da sé.

Sono una persona abbastanza "riservata", non ho la mentalità di un capitano, mi piace più osservare e stare nel mio piccolo. Dare consigli, per quanto posso. Dare un aiuto quando le mie compagne si trovano in difficoltà.

Quest'anno ci sono delle novità di organico e non vedo l'ora di poter allenarmi e poter conoscere le mie nuove compagne di squadra. In primis però vorrei riabbracciare le mie compagne dell'anno scorso nonché di due anni fa.

Questo è tutto, o quasi.

Vi aspetto in tribuna per poterci conoscere meglio.


Di solito sono io quello che chiude le interviste con una domanda ad hoc, ma ormai ti sei piazzata in area e ogni volta segni, e io incasso. 

Ora però me lo devi dire, perché hai sentito il bisogno di questa confessione, questo sfogo quasi?


Diciamo che ho voluto mettere nella mia esperienza anche le mie emozioni, i miei sentimenti. Non ho voluto fare una scaletta di ciò che ho fatto nei vari anni. Il calcio è una cosa sentita, è uno sport di emozioni per chi lo pratica e perciò deve essere descritto in modo quasi sentimentale. Almeno sotto il mio punto di vista.

Sennò potevo mandarti i vari anni e le varie squadre in cui ho giocato e basta.

Non sapevo neanche da dove iniziare, ma mi sono fatta trascinare. Ricordare e rivivere mentalmente questi anni è stato per me liberatorio ed "emozionante".

Nessuno mai è stato a sentire o ha avuto piacere di sentire fino in fondo ciò che ho vissuto e passato in questi anni.

Da fuori vedono solo UNA RAGAZZA CHE GIOCA A CALCIO.

Io non sono questa, sono molto di più. SIAMO molto di più. Abbiamo storie alle nostre spalle, ognuna di noi si porta esperienze diverse. Ed è questo che ho voluto condividere con te. E magari condividere con gli altri.


Sapete cosa mi piace di voi del Badesse? che siete una squadra di toste vere, di ragazze e donne che non aspettano che qualcuno indichi loro una strada, ne vedono una e ci si fiondano. Forse non sempre era il sentiero giusto, ma comunque era quello che volevate prendere, e io ti vedo così, come una persona che si lancia convinta nel'avventura che ritiene più bella, fregandosene di prudenza o che altro. Credo che il Badesse, che è ai nastri di partenza per costruire un'avventura meravigliosa, sia per te un approdo, e questo sarà un anno che ricorderai a lungo, me lo sento. Non so quanti goal farai, Maddalena, ma ne farai, e ognuno vi porterà un poco più lontano, perché si, siete tutti grandi giocatrici e ci credo, ma le Bomber alla fine sono coloro che finalizzano il gioco,che fanno esplodere le curve, il ruolo più difficile ma anche il più gratificante, grande potere ma anche grande responsabilità, ma credo tu sia l'ultima persona che si faccia spaventare. Le reti aspettano solo te per abbracciare un pallone, non farle attendere, e buona fortuna per quest'anno tutto in biancazzurro.




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