Ci sono articoli che fa piacere scrivere, altri di cui ne faresti volentieri a meno, e altri che non lo sai, poiché sei felice e triste al tempo stesso. Felice perché un'amica ha realizzato il suo sogno professionale e si accinge a cominciare una nuova grande avventura, e triste perché deve lasciare la sua città e tutte le persone che le vogliono bene, e anche la sua squadra.
Marina Neri saluta il verde del suo Capeto, lei che c'è stata da sempre, che era li al momento della prima idea di squadra assieme a Mariangela, Roberta e Sofia, che lo ha visto nascere e crescere fino a diventare una delle migliori realtà calcistiche del panorama UISP toscano, ora deve lasciare la squadra e la sua fascia da capitano, perché la Sicilia, il nuovo palcoscenico della sua vita, non è a tiro di pallone.
Era un saluto in lista d'attesa, e sia Marina che le ragazze erano preparate, ma non per questo è meno difficile dirsi ciao, specialmente senza l'emozione straziante e bellissima al tempo stesso di un'ultima partita, di un ultimo allenamento, di un'ultima corsa insieme, poiché ormai le squadre UISP non giocano più da quasi un anno, e chissà quando ricominceranno.
In questi mesi Marina, medico e psicoterapeuta, ha combattuto un'altra partita, difficilissima e per nulla divertente, contro il nemico invisibile, lottando in prima linea per noi, spesso talmente stanca e provata da non riuscire nemmeno a pensarci, al suo Capeto. Per tutti noi tornare a giocare e a tifare è un sogno ancora lontano, per Marina lo è stato ancora di più, ma non ha ceduto di un passo, ha continuato giorno dopo giorno a scalare montagne, e adesso la vita, in questo 2021, sta cominciando a ricompensarla dei sacrifici sostenuti.
Ho conosciuto Marina una sola volta, lo scorso ottobre, a un'amichevole del San Giovanni contro il Pistoia, l'ultima a porte parzialmente aperte, dove ancora ci si poteva incontrare, salutare, esultare insieme, e mi è bastata quella sera per capire che bella persona è, e soprattutto per comprendere il dolore di tutte le sue compagne di squadra nel vederla andare via; anche loro, come tutte e tutti, vogliono solo il suo bene, ma a livello puramente affettivo rinunciare a un'amica con cui hai condiviso battaglie epiche e scritto pagine della propria storia e della propria giovinezza credo sia un qualcosa di intimamente difficile tanto da non essere descrivibile a parole. Questo sentimento lo può capire solo chi ha condiviso vittorie e sconfitte insieme, allenamenti a ore improbabili, docce calde e a volte fredde, epici post partita nei pub aperti fino a tarda notte.
Quindi lasciamole a loro queste emozioni, chiudiamo la porta, e facciamo un passo indietro, parlando di Marina calciatrice; difensore centrale e capitano dalla stagione 2016/2017 fino al 2020, anima e motore di questa squadra, difficile da affrontare e saltare negli uno contro uno. Purtroppo conoscerò la sua storia calcistica solo dai racconti di chi era con lei, insieme o contro, e di Marina mi resteranno due rimpianti; non averla conosciuta meglio e non averla vista giocare. Il Capeto andrà avanti a lungo, per tutto il grande lavoro a livello organizzativo e mediatico che lo ha reso familiare a tutti gli appassionati, ma tutti noi loro supporter, una volta sugli spalti, vivremo quello smarrimento per una bandiera che non c'è più, che cerchi con gli occhi ancora a lungo in quanto sei abituato alla sua presenza, non riuscendo sulle prime a metabolizzare la sua assenza. Marina è stata il paesaggio del Capeto, che da ora in poi non sarà mai più lo stesso.
Vedi Marina, ci sarà un'altra nel tuo ruolo ma tu rimarrai comunque insostituibile, non rimpiazzabile, e sopra al tuo cuore ci sarà sempre una maglia verdissima, di quello splendido verde Capeto. Grazie a persone come te il mondo è più bello, ed era giusto che tutti noi tifosi e tifose, dei quali mi faccio per questa volta portavoce, te lo dicessimo. Buona fortuna Marina, anche se parti sei di quelle che restano.
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