martedì 19 gennaio 2021

TUTTO IL BELLO DEL FUTSAL FEMMINILE

 Come molte e molti di voi sapranno, dallo scorso settembre (come passano i mesi..) sono l'addetto stampa del San Giovanni calcio a 5, un compito che svolgo con costante piacere e passione, avendo trovato in società e calciatrici, dopo la collaborazione della scorsa primavera, il background ideale per portare avanti il mio personale percorso sul calcio femminile, visti i valori che la società promuove.

Però diciamoci la verità, sono arrivato quasi totalmente digiuno di futsal, non ne conoscevo le dinamiche, le regole (e tuttora alcune cose le sto ancora assimilando...) alcuni me lo avevano denigrato, lascia perdere che ci vai a fare, è solo un surrogato del calcio...meno male che io i consigli notoriamente non li ascolto mai, e infatti con i mesi il calcio a 5 mi è entrato sotto la pelle, e me ne sono innamorato di quel sentimento discreto che non arriva da un coup de foudre ma che però dura a lungo, forse per sempre.

Il logo ufficiale della Lega calcio a 5 (Fonte;divisionecalciao5.it)

Perché poi non è vero che è un surrogato del calcio, chi lo dice pecca di pressappochismo, poiché come mi hanno detto persone che se ne intendono questo è uno sport più simile al basket, per ruoli, dinamiche e disposizione in campo. Ha una sua unicità e una sua nobiltà, altro che (pregiudizi, parte seconda...) ultima spiaggia per calciatrici stanche, visto che la maggioranza, specialmente se si sale di livello, praticano calcio a 5 da sempre, nascono futsaliste e sono orgogliose di esserlo. E poi il Calcio a 5 lo sapete cos'è? assolutamente divertente, emozionante, scevro dalla noia, sempre sul filo del rasoio; essere avanti di due goal a 30 secondi dalla fine e stare ancora col cuore in gola, queste sono emozioni. O anche segnare la rete del vantaggio a 10 secondi dalla fine e dover restare calmi perché 10 secondi col tempo effettivo sono infiniti e col portiere di movimento puoi arrivare in porta anche due volte, e quasi sempre si patisce fino all'ultimo centesimo di secondo; sconsigliato ai deboli di cuore, per capirci.

Insomma, una grande passione che è nata soffrendo insieme al Sangio, ma come sapete io sono un curioso e un appassionato, e non potevo limitarmi a seguire solo le mie ragazze, dovevo andare oltre, scoprire altre squadre, altri microcosmi, altre fuoriclasse. Per cui in questo post tratterò di tutte le squadre extra San Giovanni che ho seguito e alle quali mi sono avvicinato, e in qualche caso affezionato.

Per adesso la mia conoscenza nozionistica del futsal femminile è limitata al girone B della serie A2, dove militano le rivali (Sempre e solo sportive..) della mia squadra. Mi sono avvicinato a persone dello staff e calciatrici, talvolta trovando una corrispondenza che, detto fuori dai denti, nella serie A femminile esiste sempre meno.

Partiamo dalla squadra che ho più nel cuore, quella che ammetto candidamente di tifare quando tolgo la maglietta del San Giovanni, ovvero la Virtus Romagna di Alessandra Imbriani; reputo questa formazione la più simpatica in assoluto e quella che quando arriva ospite nei palazzetti delle altre squadre ti lascia sempre la scia di magia, a partire dalla fantastica DS, la mia amica Sara Brunozzi, e da Sofia Muccioli che portano con loro un bel sorriso e tanta romagnola convivialità,

Vi metto tutti i miei selfie futsalistici; qui con Sara e Sofia

Con Francesca Mancarella


simpatia che si estende a tutte le calciatrici, dalla fortissima dieci Milly Cabrera, alla letale Sara Berti, alla geometrica Francesca Mancarella, alla super portiere Susi Faccani, all'astro nascente Norma Giuva fino ad arrivare a colei che per me è la calciatrice di futsal più forte che abbia visto nella categoria, capitan Martina Mencaccini, convocata tra l'altro dal ct Roberto Menichelli nella prima storica selezione della nazionale italiana di Futsal Femminile del 2015; io credo, fin dalla prima volta in cui l'ho vista giocare a San Giovanni in amichevole, che Martina sia una discendente diretta di Dietrich Nikolaus Winkel, l'inventore del metronomo; è incredibile infatti come lei, che non esce dal campo praticamente mai e all'ultimo minuto è fresca e reattiva come a inizio gara, riesca a dettare i tempi, a far girare il pallone, a difendere e a venire in avanti segnando anche dei goal pazzeschi; forse un giorno riuscirò a capire il suo ruolo, ma credo che non lo abbia, che sia tutti i ruoli in uno. Una giocatrice sublime, completa, per la quale ho una vera e propria fissazione, per me Martina Mencaccini è IL FUTSAL, una giocatrice che da sola giustifica l'innamoramento per uno sport.

Con  Martina Mencaccini, un sogno realizzato.

E poi le dirette di questa squadra sono uniche, con la Brunozzi che incita, esulta e se la prende quando non va; vedere per credere!

L'altra squadra per cui ho molta stima e ammirazione, e che mi riesce molto semplice seguire poiché il Palafilarete è non solo a Firenze, non solo nel mio quartiere, ma a cinque minuti a piedi da casa mia, è il Firenze calcio a 5

Parlare del Firenze è citare per prima cosa colei che è una delle figure più leggendarie e rispettate del futsal, la prima donna  Toscana a prendere il tesserino da allenatore a Coverciano, una vera pioniera di questo sport; sto parlando ovviamente di Claudia Tarchiani, altra persona per la quale ho una ammirazione sconfinata, e anche gratitudine visto che mi ha invitato a vedere la partita contro la Polisportiva 1980 di domenica scorsa.

Con Claudia prima della partita.

Anche per le giocatrici del Firenze ho delle infatuazioni calcistiche profonde, nate in qualche modo "sotto pressione" in quanto mi sono ritrovato a commentare due partite ravvicinate contro di loro, e ho imparato a temere prima di tutto l'asse Perelli- Galluzzi, queste due grandi interpreti del futsal mi hanno fatto tremare i polsi a ogni loro folata, e poi vabbè, c'è Paola Mauro detta Botta, non credo di dover presentare agli appassionati una leggenda assoluta, con un grande passato nel calcio a 11 all'Agliana e poi anche nel Firenze, che avrebbe passato la quarantina ma in realtà si è assestata biologicamente a 25 anni e per la quale provo un'emozione ogni volta che gioca un pallone, perchè dai suoi piedi passa la storia del calcio toscano.

Questa è un'istantanea bellissima, più di un goal (le foto della partita tra Firenze e Polisportiva mi sono state gentilmente concesse dalla società romagnola)

E poi ci sono i nuovi due fantastici innesti di questa stagione, la Brasiliana Deise Ramos, presente già al memorial di settembre ma che è ha potuto esordire in campionato solo da fine novembre, e la freschissima nuova arrivata Alessandra Fossi direttamente dal pelletterie. Per inquadrare queste due fenomenali giocatrici, destinate a scrivere pagine di storia in questo club, vi racconto le ultime due partite; contro il Foligno Fossi, all'esordio assoluto in biancorosso, ha segnato tutte e 4 i goal del Firenze portando la squadra alla vittoria e domenica scorsa, inframmezzati dal masterpiece di Galluzzi, ci sono state due reti di Deise Ramos che sono la crema dell'arte futsalistica; il primo un tesissimo tiro sul secondo palo assolutamente infermabile, il secondo una palombella incredibile da distanza siderale che aldilà della porta lasciata sguarnita dal portiere di movimento è stato un capolavoro di balistica. Care ragazze del Firenze, ogni tanto fatelo un goal bruttino e anonimo, tanto per spezzare la monotonia....

Con Deise Ramos,che ha capelli più belli dei miei.

Poi ci sono squadre che devo ancora conoscere e capire ma delle quali ho apprezzato le singole, e da ex portiere non posso fare a meno di osservare il lavoro degli estremi difensori, e vi vorrei parlare di una ragazza che mi ha veramente colpito, il portiere della Polisportiva 1980 Giulia Bertozzi, una ragazza reattiva ed esplosiva e con un grande senso della posizione, e alcune delle ragazze del Sangio, che (ahimè) contro la Polisportiva hanno impattato, mi parlarono proprio di questo portiere che gliele prendeva tutte. Non ero in Romagna in quell'occasione ma avendo visto la diretta Facebook concordai con loro, e anche domenica nella gara contro il Firenze Giulia mi è parsa la migliore in campo della sua squadra, parando tutto il parabile e arrendendosi solo a due giocate straordinarie, e credo che la finora buona stagione delle romagnole passi anche dalle sue parate e dalla sua personalità in campo.

E poi, ve lo voglio far sapere, Giulia è una ragazza davvero gentile e simpatica, dopo la partita sono andato a salutarla e a complimentarmi con lei  e mi ha raccontato un po' della sua storia, di come la sua preparazione sia frutto dell'intesa con il suo preparatore Gennaro Ruggieri (ho conosciuto anche lui, altra persona squisita) e ancor prima, lo scorso anno, con il precedente preparatore Mirco Pagliarani. 

 


Giulia in una bella uscita contro il Firenze.

Giulia ci tiene a salutare e fare un grosso in bocca al lupo a un'altra dei portieri della squadra, Marianna Pepe, dalla quale ha imparato tanto e con la quale ogni domenica ha una sana competizione sportiva per la maglia da titolare, ma che purtroppo è attualmente ferma per una frattura del metacarpo (infortunio tristemente frequente tra i portieri) e mi unisco di cuore agli auguri di pronta guarigione. 

Giulia e Marianna Pepe.

Giulia ringrazia inoltre tutta la Polisportiva 1980,dal Mister Ermeti alla seconda Fabiana Giovanardi e poi la dirigenza e le compagne, e anche da parte mia un saluto e un grazie a questa società e a tutte le altre realtà che credono e investono nel femminile.

Con Giulia

Mi fa piacere incontrare persone come Giulia, che sono la quintessenza della sportività e che hanno piacere di raccontarsi. 

Quindi, avviso alle avversarie, quando andate a giocare contro la Polisportiva...occhio al portiere!!


Quante storie, vero? e sono solo all'inizio di un percorso, ho tante squadre ancora da scoprire, da studiare, da incontrare sul campo (Sono un privilegiato potendo vedere le partite come addetto stampa, e me ne rendo conto) e che spero di farvi conoscere su questo blog. Il futsal femminile è bello perchè in esso pulsa un cuore grande, quello  di chi gioca per pura passione, è tutto un mondo che può regalare grandi emozioni, che può rendere favoloso sia un venerdì sera (quando gioca la serie C, adesso purtroppo ai box causa virus) che la domenica pomeriggio, il giorno della serie A con le 10 squadre che sono il meglio del meglio in Italia (Con il Città di Falconara sempre più avviato verso il titolo) e per tutta l'A2, con 48 squadre suddivise in 4 gironi. 

Il mio girone B, nel quale militano il Sangio e le squadre sopra descritte, rappresenta il centronord del nostro territorio, con due squadre toscane (Sangio e Firenze) tre squadre dell'Emilia Romagna (Sassoleone, Polisportiva 1980 e Virtus Romagna)  due squadre umbre (Perugia futsal e Atletico Foligno) Una squadra Marchigiana (Marmi Chiaravalle) una squadra laziale (Sabina Lazio) e ben tre squadre Abruzzesi, con l'ASD Florida di Pescara, Tikitaka Francavilla e Orione Avezzano).

Quasi tutte le squadre trasmettono sulle loro pagine Facebook la diretta dell'incontro, alcune in modo più artigianale, altre con immagini curate e telecronaca ( Io me la cavo con le telecronache, per le riprese sono un disastrino...ma il cuore ce lo mettiamo tutti)  ma comunque potete seguire le partite che volete in diretta, e vi assicuro che il divertimento, al netto degli inconvenienti tecnici che ci affliggono, è assicurato, per cui il mio consiglio è di mettere il like alle pagine delle società, così che vi arrivi sempre il messaggio che vi avverte della messa in onda  della diretta. E' un modo intelligente e totalmente gratuito per conoscere questa realtà, e vi consiglio caldamente di darci una chance, non potete venire al palazzetto ma vi portiamo noi le squadre a casa vostra, seguiteci numerosi, commentate le dirette, interagite con noi.

Perchè il futsal è un mondo che non merita di restare sommerso, e dopo un anno di blog posso tranquillamente dire che tante delle storie più belle, a cominciare dal romanzo del San Giovanni, le ho trovate nei palazzetti.

E poi ricordiamoci, oltre alle società FIGC "Ufficiali" anche il movimento UISP e CSI, squadre sulla carta amatoriali create per pura  passione anche dalle giocatrici stesse che spesso mettono su, chiamando qualche amica, delle formazioni da paura che asfaltano in allegria anche le squadre FIGC (Un esempio a caso, l'Alter Ego con; Mazzola-Ciofini-Fambrini-Meattini-Bruci-Pecorelli-Giorgini-Martini...ci scendereste in campo contro? io col piffero)

Una foto delle mie amiche dell'Alter ego ci sta sempre bene.

ma in questo sport la passione e l'umiltà le trovi in ogni serie, non ci sono (ancora) squadre che si danno troppe arie, e ci si può avvicinare con piacere anche a un Pelletterie in A con la fantastica Tamara Gomboli come dirigente e tante calciatrici che non si negano mai a un saluto, compresa la bomber Giulia Teggi, mia amica e consorella alla Misericordia di Scandicci, piedi magici e cuore d'oro, alla quale auguro di rimettersi presto dal brutto infortunio al ginocchio dello scorso novembre.


Con Tamara Gomboli e bomber Teggi dopo l'amichevole Sangio - Pelletterie dello scorso settembre.


E poi lo sapete una cosa? nei palazzetti in inverno non ci piove e non fa freddo, io come sapete per seguire le ragazze sono stato anche con un poncho sotto una pioggia torrenziale, ma domenica era veramente un freddo da neve, e confesso che le mie vecchie ossa hanno gradito il teporino del Palafilarete, e quando tornerà il tempo dei palazzetti pieni e del tifo collettivo sarà ancora più caldo, si starà ancora meglio, perchè il movimento futsal femminile avrà bisogno di noi e della nostra spinta, visto che sta sopravvivendo a una stagione di porte chiuse sperando sempre che non ce ne sia una seconda, voi non potete nemmeno immaginare quanti sacrifici abbiano fatto le ragazze per continuare la stagione, svolgere la preparazione senza la garanzia di una stagione disputata, gli allenamenti senza sapere se la domenica avrebbero  giocarto o meno, la paura del contagio...ora col sistema dei tamponi rapidi prima della partita la situazione è migliorata, ma vi prego, posate lo smartphone per un istante e fate un applauso a queste ragazze, agli staff e alle società che hanno tenuto duro in un autunno tremendo, per continuare a vivere un sogno ma anche per regalarne uno a tutti noi appassionati.


In queste foto sono con la squadra della mia natia Pistoia dopo un'amichevole a San Giovanni, sopra con la DS Maruska Frigerio, che saluto caramente, e sotto con la fortissima Ivona Turcinovic; auguro a questa società, che milita in C, una pronta ripresa delle attività.

Concludo questo lungo articolo (grazie per essere arrivati fin qua...) ringraziando colei che è stata la primissima persona che mi ha fatto conoscere il futsal e mi ha tirato dentro questo mondo, ovvero Giulia Liguori, uno dei portieri del San Giovanni; Giulia ha fatto molto per me, è stata il principio di tutto, senza di lei non avrei conosciuto la mia società e coloro che attualmente sono tra le mie amiche più care e che a loro volta mi hanno presentato tantissimealtre persone; devo tanto, tantissimo a Giulia, è una persona che parla poco ma c'è sempre per tutte, ha un cuore immenso ed è un collante insostituibile dello spogliatoio azzurro, e finalmente sta rientrando in rosa dopo l'operazione al ginocchio dello scorso settembre, e questa è l'occasione per ringraziarla pubblicamente; ti sono immensamente grato per tutto, Giulia, grazie infinite. 

Io e un'orientaleggiante Giulia Liguori prima del video natalizio del Sangio.

Evviva il futsal femminile, terra di sogni e di emozioni.


sabato 16 gennaio 2021

UN COLPO DI TACCO...CON COSTANZA MASCILLI.

 Per un talento cristallino come quello di Costanza Mascilli Migliorini i colpi di tacco non sono nemmeno il meglio del repertorio, visto che col pallone tra i piedi le ho visto fare cose che voi umani non potete neanche immaginare; ma comunque mercoledì scorso Costanza il suo "Colpo di tacco" ce lo ha regalato  in televisione, nell'omonima trasmissione di Valentina Buttini e Paolo del Ry, un appuntamento imperdibile per chi ama e segue il calcio femminile, in onda ogni mercoledì sera su 50canale ma poi sempre proposta anche in streaming  (e la puntata viene poi lasciata a disposizione degli utenti che se la fossero persa, e si può condividere anche sui nostri profili) sulla pagina Facebook dell'emittente. 



Il bel sorriso di Costanza.

Lo studio di Colpo di tacco. Voglio ringraziare la splendida Valentina Buttini per gli elogi nei miei confronti, la stima è del tutto reciproca.


Una trasmissione, della quale spero di parlare più in dettaglio in futuro, sempre più di qualità, con ospiti importanti e condotta con garbo e brio, che la rende assolutamente unica, un'eccellenza toscana come il Brunello e la schiacciata all'olio.

Tra le ospiti dell'ultima puntata c'era appunto la mia cara amica Costanza, che nello spazio a lei dedicato  ha parlato di tutto ciò che crea di bello, dal calcio alla recitazione fino alla poesia, presentando tra l'altro la sua raccolta di poesie "La logica delle crepe" che è un testo che ho già letto e riletto, anche per averlo conosciuto bambino, ancora prima che uscisse, visto che Costanza a suo tempo mi ha fatto l'onore di chiedere proprio a me una prefazione. Vorrei riassumere  il bellissimo parallelismo di Costanza tra la sua poesia e il calcio femminile; ci ha ricordato infatti che la donna che gioca a calcio è la crepa nella logica, e lo è stata fin dagli anni trenta, quando a Milano si formarono le prime squadre femminili, una crepa che solo molto dopo ha cominciato ad avere una logica, poiché prima non aveva senso, per tutti, che le donne giocassero a calcio, poi il movimento si è pian piano evoluto, negli anni sessanta è stata fondata la nazionale, fino ad arrivare ai giorni nostri dove il calcio femminile è uno sport non solo sempre più socialmente accettato ma anche sempre più seguito e amato. 



Fronte retro del libro di Costanza; la copertina è opera dell'amica Giada Marcucci, e dietro potete leggere un estratto della mia prefazione.

Il vostro blogger e la fuoriclasse.

E a un certo punto, continuando a parlare del libro, Costanza  mi ha spiazzato e atterrato, in quanto ha voluto ringraziarmi pubblicamente per questa prefazione, non era assolutamente tenuta a farlo poiché sono io che casomai devo ringraziare lei per il grande onore, per aver trovato le mie parole stampate su un vero libro in vendita (ve lo ricordo, 12 euro che spenderete benissimo, un prezzo irrisorio per le emozioni che questa raccolta regala, se amate la poesia non ve lo fate sfuggire) una cosa che da bibliofilo mi emoziona moltissimo, e soprattutto perché ha detto di me che sono una persona che da una logica alle crepe; beh, credo che nessuno potrà mai fare un elogio più bello al mio lavoro, cerco di battermi nel mio piccolo perché una donna che gioca a calcio non sia più considerata nemmeno una crepa, che per troppe persone quello ancora sono, specialmente per coloro che si definiscono appassionati di calcio "Ma quello vero, il maschile..." ecco, guardatevi una puntata di Colpo di tacco, leggete un libro di Costanza Mascilli (sempre che sappiate  comprendere un testo più elaborato di un trafiletto della Gazzetta)  e cercate una logica nelle VOSTRE irrimediabilmente illogiche crepe, così magari il calcio femminile sarà percepito in un tempo più breve per quello che è, pura bellezza naturale, come un sorriso o un'aurora. E come la poesia.

venerdì 8 gennaio 2021

IL BADESSE SI RAFFORZA CON AMANDA VANNUCCI!!

 Finalmente l'anno nuovo torna a far parlare delle nostre care squadre "sospese" quelle che purtroppo non stanno giocando a causa del virus e il cui futuro è sempre molto incerto, e inizio con quella che mi è più cara, il Badesse calcio femminile

Se non si può parlare di campo, si parla almeno di  trasferimenti, visto che il mercato invernale è comunque attivo, e le squadre che vogliono attrezzarsi ed essere competitive devono guardare al futuro, non ai forse e ai tentennamenti del presente; per cui ecco che la società di Stefano Berni ha piazzato un colpo importante in attacco, assicurandosi il talento di Amanda Vannucci.

Amanda ai tempi della Colligiana.

Amanda è già conosciuta nel gruppo Badesse avendo già militato in quella Colligiana che del Badesse è stato un preludio, una ragazza voluta fortemente da tante del vecchio gruppo e soprattutto dalla sua capitana Benedetta Parri, che me l'ha descritta parlandomene di una giocatrice seria, talentuosa e affidabile che rinforzerà non poco il reparto. 

Attaccante che gioca sulla destra, 25 anni, la sua arma migliore  il tiro, potente e preciso anche da lontano. Non è fisicamente imponente ma è molto veloce, il classico attaccante che se ti sguscia via nel breve non lo prendi più; inoltre ha un carattere tosto e deciso, nell' uno contro uno passa sempre lei e se per caso qualche incauto difensore le toglie la palla Amanda la insegue fino all'altra metà campo per riprendersela. Per lei anche un'esperienza nel futsal, con il Colle.(Si ringrazia il SuperCap per le informazioni...)

Una ragazza da Badesse, insomma, che va a impreziosire un reparto già importante con giocatrici come Costanza Mascilli, Maddalena Borri, Alessandra Massaro, Maddalena Giachi e Margherita Rossolini. 

Non sappiamo quando rivedremo in campo il Badesse e le altre ragazze di promozione ed eccellenza, ma quando verrà il momento la squadra biancazzurra potrà contare su un' Amanda Vannucci in più, per la gioia di tutti i tifosi.

sabato 2 gennaio 2021

IN CAMPO E A TAVOLA CON ALESSANDRA NENCIONI; COME SI PREPARA UNA CAMPIONESSA.

 

Care amiche, cari amici, 

tornano le grandi interviste e lo fanno con una protagonista d'eccezione, ovvero Alessandra Nencioni, centrocampista del Napoli, colei che mi ha già regalato una delle più belle interviste di questo blog e che adesso ci racconta il suo presente di calciatrice, stavolta non da un punto di vista prettamente sportivo ma sulla sua assidua preparazione e la sua particolare dieta, due aspetti che fanno di lei un vero e proprio modello da seguire.


Alessandra Nencioni (Foto; Enzo Pinelli)

Si sa, uno dei luoghi comuni più diffusi tra gli idioti che denigrano il calcio femminile è "Le donne dovrebbero stare in cucina" e Alessandra li dileggia due volte, perchè lei gioca in serie A (mentre i denigratori di solito non vincono nemmeno ai tornei dell'oratorio, sempre che li giochino..) e in cucina ci sta eccome ed è pure una cuoca eccellente, ma lo fa  prima di tutto per lei stessa, per provvedere a una dieta che, da intollerante al glutine quale è, deve essere perfettamente bilanciata per rendere al meglio in campo.

Insomma, tutte le sportive e gli sportivi, non solo celiaci, hanno solo da imparare da questa donna eccezionale e intelligente che ho la fortuna di conoscere.

Prima di iniziare, però, vi svelo un segreto; Alessandra mi mette soggezione. Mi ricordo un giorno dello scorso maggio, ci stavamo scrivendo in merito alla prima intervista, io ero con lo smartphone in cucina e stavo beatamente pucciando un biscotto nella crema golosella, nemmeno la Nutella, una sottomarca bicolore con chissà quali porcherie (ma buone eh) dentro, e a un certo punto lei mi messaggia "Scusa se non ti rispondo subito, scrivo tra una seduta di addominali e l'altra". Ecco, ho guardato il biscotto e il vasetto di crema e mi sono sentito tremendamente in colpa.

Vabbè, cominciamo;

Alessandra, credo si possa dire che appartieni al ristretto club degli sportivi "Benjamin Button". Come Ibrahimovic, passano gli anni ma tu sembri ringiovanire, e raramente sei mai stata così in forma come adesso; una tua foto della scorsa estate mostrava un fisico scultoreo, invidiabile per una giocatrice che ha già toccato la trentina, hai sempre avuto questa cura così scrupolosa per il tuo corpo oppure è una cosa che hai via via intensificato negli anni?


Ciao Omar, forse il paragone con Ibrahimovic non è per me il più calzante, pensavo più a Cristiano Ronaldo!! Sembra una battuta, però è una delle mie fonti di ispirazione, lui insieme a tante altre persone che ho conosciuto durante la mia vita.

Se sono sempre stata così scrupolosa e attenta? No e sì. Sono cresciuta in una famiglia dove, per mia fortuna, si è sempre mangiato bene e sano. I miei genitori mi hanno insegnato a scegliere prodotti di qualità, e a non mangiare le così dette “schifezze”. Se volevo fare merenda, la facevo a casa con la “fettunta”, o paneburroemarmellata (lo scrivo tutto attaccato perché, diciamo la verità, è così che si dice a Firenze!!). Niente Kinder Cereali, Kinder Pinguì etc. Quelli li ho scoperti più tardi, quando avevo i miei primi soldini e li usavo per assaggiare quelle leccornie che tutti i miei coetanei masticavano davanti ai miei occhi facendomi “crepare d’invidia”. Che poi, d’invidia non sono mai crepata. Golose, forse sì. Ma buone davvero? Vuoi mettere con una fetta di panne tostata e un po’ di buon olio da spalmare con il ditino??

Di torte ne ho mangiate tante e ne mangio tante tutt’ora. Ma le faccio io. Anche il pane mi piace tantissimo. Ma lo faccio io. Perfino il gelato, a casa, me lo faccio da sola. Sono cresciuta mangiando di tutto. Un po’ di tutto ma senza esagerare, che sia sano, equilibrato e di buona qualità. Questo è sempre stato il mio mantra e lo è tuttora. D’altronde, sono venuta su alta, forte, in ottima salute. Perché dovrei pensare il contrario?

Insomma, tutto questo per dire: mi piace mangiare e mi piace mangiare bene. Di conseguenza, non mi sono mai soffermata troppo su cosa fosse più adatto per una sportiva dal punto di vista alimentare. D’altronde, quando ero più giovane, c’era ancora una certa ignoranza in merito, nell’ambiente del calcio femminile. I nutrizionisti non esistevano, e chi ne aveva sentito parlare era perché probabilmente aveva fatto qualche stage con la Nazionale. La bilancia, diciamo la verità, a malapena sapevo cosa fosse!!

Poi però, una serie di fattori mi ha aperto un nuovo mondo: per esempio, quando mi sono trasferita il primo anno a Milano, a 19 anni, avevo messo su qualche chiletto di troppo. Forse lo stress di andare a vivere da sola in una città nuova, senza punti di riferimento; forse il fatto che dovessi mangiare sempre alla mensa dell’università a pranzo e il pasto successivo fosse solo dopo l’allenamento della sera alle 22. Insomma, mi resi conto che facevo fatica in campo e che qualcosa doveva cambiare. Da lì cominciai a fare più attenzione, ritornai nel mio peso forma. Ma niente di più. Il vero cambiamento? 5-6 anni fa, quando ho ricominciato a giocare nel Florentia. L’incontro di alcune persone in forma smagliante nonostante l’età, l’aver lavorato in una gastronomia come cuoca (e quindi aver sicuramente affinato la mia conoscenza culinaria), l’aver per caso letto un articolo riguardante le abitudini di vita, anche alimentari, di un certo Cristiano Ronaldo…ma soprattutto, una risonanza magnetica che feci al ginocchio in seguito ad un brutto colpo preso in amichevole. La risonanza rilevò che i menischi erano molto sottili, così come il legamento crociato. Il dottore mi disse: “sono un po’ sottili per una giovane come lei”. Ovviamente, una volta spiegatogli che giocavo a calcio ormai da quasi 20 anni, mi disse che allora il mio ginocchio era in forma perfetta e quello che aveva notato era solo dovuto all’usura derivata dallo sport.

Inutile dire però che quella risonanza mi fece spalancare gli occhi. L’importanza di curare il mio corpo era in quel momento diventato uno dei cardini della mia vita da atleta.



I per niente faticosi allenamenti di Alessandra.



Come si suol dire, conosco persone che ti conoscono, e di te mi dicono che da sempre sei un esempio di abnegazione, che ami talmente tanto il calcio da consacrarti a esso, e mi chiedo come possa essere considerata ancora "Dilettante" una persona che pratica sport con tanta intensità; credi sia importante avere cura del proprio corpo fin da ragazzine? Cosa vorresti dire a una giovane aspirante calciatrice che però, pur avendo talento e passione, non ci crede così tanto da imporsi dei necessari sacrifici?


Ci tengo a sottolineare una cosa. Sì, i sacrifici sono tanti, li faccio da così tanto che a volte non me ne rendo neanche conto. Quando giocavo in D o in C con il Florentia ero la stessa persona (atleta e giocatrice) che sono adesso in A con il Napoli: non saltavo gli allenamenti per nessuna ragione al mondo, facevo doppie sedute in palestra, cercavo di avere orari il più possibile regolari. Basavo la mia vita in base al calcio. Lo faccio adesso, che il calcio è il mio lavoro (e che fortuna che ho, non smetterò mai di ricordarlo!), lo facevo anche quando il calcio doveva essere un hobby e il lavoro vero era un altro. Ma via via con il tempo ho imparato che per avere un corpo sano e forte, anche la mente e il cuore devono stare bene. Non mi sono mai negata i cosiddetti “piccoli piaceri della vita”: se avevo voglia di un bicchiere di vino (e se ne ho tuttora), non me lo nego. Se ho voglia di un gelato, di un cioccolatino, di un piatto di pasta un po’ più carico, non me li nego. I sacrifici fanno parte del gioco, per mantenere un corpo sano; ma anche essere in pace con se stessi e non ossessionati e maniacali, sono aspetti fondamentali che vanno presi in considerazione.

Ritornando a noi, prima si comincia a prendersi cura del proprio corpo, meglio è. Ma bisogna farlo con criterio, essere seguiti da persone che hanno studiato ed essere sempre informati. E soprattutto, imparare ad ascoltarsi e a conoscersi: limiti, possibilità, stanchezza, dolori, energie, forza, fame, sete, sazietà, stress. Imparare a capire quello di cui si ha bisogno.

A una giovane aspirante calciatrice potrei dire tante cose. Ma proprio tante! Dato che però non voglio esagerare, ho già scritto anche troppo, mi soffermo su quella che è la più importante: passione, stimoli e motivazioni sono la nostra benzina. Una bambina che vuole diventare la prossima Alex Morgan avrà gli stimoli e le motivazioni necessari per raggiungere il suo obiettivo. E i sacrifici verranno di conseguenza, quasi in automatico, come se non fossero veramente tali. Perché come dicevo prima, ogni tanto faccio fatica anche io a rendermene conto, di tutti i sacrifici che ho fatto e che tuttora sto facendo!

Allenarsi col migliore degli amici aiuta...


Il messaggio che lanci è molto importante, ovvero quello di curare il proprio corpo con criterio e farsi seguire; in questa epoca di tutorial su internet la tentazione di fare da soli è tantissima, ma bisogna, se e quando possibile, affidarsi a persone competenti. E concordo anche sul fatto che sia importante concedersi ogni tanto qualche "strappo" per non rimanere prigionieri di una cosa che da positiva può diventare deleteria, le ossessioni non fanno mai bene in nessun caso.

 Questo è stato un anno anomalo per le calciatrici, con mesi di allenamenti sospesi e la necessità di allenarsi in casa; come hai fatto a mantenerti in forma nel difficile periodo del lockdown, e quale regime dietetico hai seguito?

Il periodo del lockdown è stato molto particolare. Per alcuni versi anche difficile, ma mi ritengo molto fortunata. Sono “scappata” dall’Italia nei primi giorni di chiusura, a Marzo. Giusto in tempo. Lo sottolineo perché mi ricordo che per atterrare a Lisbona dovetti volare fino a Berlino e da lì prendere un altro volo. Il tutto partendo da Napoli, il cui aeroporto stava chiudendo: il mio volo era il penultimo. Mi sono rifugiata dai miei, che vivono in Portogallo, in un piccolo paesino di campagna. E ancora una volta, giusto in tempo (perché poi Amazon è impazzito e gli ordini arrivavano tardissimo), ho deciso di comprare una serie di attrezzi sportivi per continuare i miei allenamenti. Il primo mese e mezzo è stato il più difficile. Venivo da un problema ad un ginocchio e appena arrivata in Portogallo cominciai ad allenarmi ma mi accorsi che stavo solo peggiorando. Mi sono dovuta fermare e ho dovuto fare terapia. Andavo 3 volte a settimana a fare le onde d’urto (per niente piacevoli, per chi mai abbia avuto la triste gioia di provarle!!), ma non mi allenavo. Mi sono detta: “Approfittane. Sarà un lungo periodo di pausa, avrai tempo per ritornare in forma!” E così feci. Un allenamento al giorno ma solo addominali e braccia, braccia e addominali. Qualche esercizio per le gambe, ma pochissima roba, non potendo in alcun modo sforzare il ginocchio. E lì, che posso dire, altro che sacrifici! A tavola era una tristezza. Non potevo assolutamente esagerare. Pochi carboidrati, non più 5 pasti al giorno ma solo 3. (E qui potete immaginare che fame mi venisse puntualmente all’ora delle merende!). Ho cucinato un sacco durante quel periodo, ma era tutta roba che poi finiva nella pancia dei miei! Soprattutto di papà, ma non dite che ve l’ho detto! Ovviamente dopo un po’ ti abitui e non senti più la fame come prima, ma all’inizio è stata dura.

Poi finalmente ho ripreso ad allenarmi con un po’ più di costanza, avevo preso una cyclette sulla quale ho macinato km. Forse non il tipo di allenamento più adatto ad una calciatrice, ma avevo bisogno di restare in forma e mantenere la muscolatura, non certo di giocare una partita di calcio! E ovviamente, insieme ad allenamenti più intensi, anche il mio regime alimentare è rientrato quasi nella norma. 


Alessandra con sua mamma, personal trainer improvvisata.


Un periodo difficile in tutti i sensi, una vera e propria partita nella partita da dover vincere.

Adesso ti alleni regolarmente con il Napoli, ma segui anche un tuo personale percorso di esercizi per integrare la preparazione prettamente calcistica? Se sì, quali esercizi prediligi?


Certamente. Al Florentia ho avuto la fortuna di incontrare due preparatori atletici molto in gamba. Entrambi hanno avuto una particolare attenzione nei miei confronti, dedicandomi del tempo, cercando di capire i miei limiti dal punto di vista fisico e anche le mie potenzialità, in modo da concentrarsi su quello che avevo bisogno di allenare e migliorare. Da loro ho imparato parecchio: soprattutto, cosa fondamentale, a gestire i miei allenamenti in autonomia, a sapere che tipo di esercizi e in che momento della settimana, il numero di ripetizioni o la quantità di peso etc. Inutile dire che tutto questo mi è servito molto anche e in particolar modo durante il lockdown in Portogallo.

Adesso a Napoli abbiamo un “prof” con molta esperienza e che è molto preparato. Come sempre ho fatto, ho chiesto un confronto per parlargli dei miei allenamenti extra, nel pieno rispetto del suo lavoro in campo. Ha capito sin da subito su cosa posso e devo lavorare, e mi ha dato il via libera per integrare gli allenamenti in campo con qualche extra in casa (perché ormai la palestra non si sa più cosa sia!!). Ovviamente interagiamo spesso perché chi meglio di lui sa cosa faremo in campo durante l’allenamento! E chi meglio di lui sa cosa posso fare a casa per integrare ma non sovraccaricare!


Al lavoro con il Napoli. (foto; Enzo Pinelli)


In merito agli esercizi che prediligo, ce ne sono tantissimi. “Core & stability” sono sicuramente al primo posto: tutti quegli esercizi a corpo libero che comprendono “plank” e simili. Semplici ma completi, fanno lavorare praticamente tutte le fasce muscolari più importanti del nostro corpo. Inoltre, faccio uso molto volentieri del TRX e della palla da pilates, anche questi due strumenti molto semplici che usati in mille modi diversi possono rendere tanto!


Sempre più in alto...

 Ci conosciamo da qualche mese e con me sei molto modesta e non ti sei mai incensata, ma dalle solite nostre comuni amiche so anche che sei una cuoca sopraffina, che riesce a preparare cibi appetitosi e sani al tempo stesso, usando ingredienti come la farina senza glutine, complesso proteico la cui assimilazione è problematica per molte persone. La tua passione per la cucina l'abbiamo vista anche in un recente video del Napoli femminile dove assieme alla tua compagna di squadra Vivien Beil prepari un dolce brasiliano con farina senza glutine che di mio sarei stato restio ad assaggiare, ma dopo la tua preparazione mi ha fatto venire l'acquolina in bocca; ecco, quali sono le tue specialità nelle quali riesci a unire gusto e genuinità?


Diciamo la verità, quel dolce in tazza era la prima volta che lo provavo, e non era venuto neanche troppo bene proprio perché avevo usato farina senza glutine quando la ricetta era per una farina normale!! Ma poi ho studiato un po’, ho fatto qualche ricerca, e giorni dopo ne ho riproposto una versione gluten free da leccarsi i baffi! Ahahahaha.

Questa è una domanda difficile a cui rispondere: mi piace cucinare di tutto, dalle cose più semplici a quelle un po’ più complesse, da quelle espresse a quelle che richiedono un po’ più di tempo, dalle dolci alle salate. Adoro fare il pane, o impastare la frolla e la brisee: toccare il cibo con le mie mani, sentirne la consistenza, la temperatura, il profumo che sprigiona. Lo ammetto, il cibo non mi piace solo mangiarlo ma anche prepararlo! Specialità in cui riesco ad unire gusto e genuinità? Eeeeeeh, posso dire che la scelta è ardua. Si parte da una semplicissima insalata di verdure tagliate a dadini e condite con un filo d’olio, sale e pepe, a volte con un’aggiunta di mela o diosperi (NB; per i non fiorentini; cachi o loti ;-), a seconda della stagione. Si passa per una pasta condita con crema di ricotta e ancora olio a crudo, dove la crema è semplicemente ricotta mantecata con l’acqua di cottura della pasta. (Siamo nella terra dei latticini freschi e genuini, meglio approfittarne!). Per finire con, vediamo, una frittata di banana per colazione? Quest’ultimo è il mio piatto forte, mi piace pensare che sia una mia invenzione, per cui non ne svelerò la ricetta.

Ovviamente adoro fare anche piatti più importanti e carichi, magari più lontani dall’allenamento, come possono essere i risotti, o uno spezzatino di vitello sfumato con un po’ di vino. Ma il tutto sempre creato e studiato con grande attenzione alla qualità e alla quantità degli ingredienti!!


 Devo dire che sarei molto curioso di assaggiare ogni cosa, anche se, confesso, non è esattamente ciò che mangio nella vita di tutti i giorni, però credo che ognuno di noi possa fare uno sforzo per mangiare bene e sano, non capisco sinceramente come si possa rimanere legati a un'idea di cibo e non smuoversi da essa...la cucina non dovrebbe mai essere un luogo noioso e monotono, ed è quello che invece frega tanta gente, che finisce per magiare "tanto per" mentre invece in cucina si possono vivere avventure meravigliose.

Come dicevo, personalmente sono una buona forchetta anche se per motivi di salute devo stare attento a quello che mangio, in ogni caso arrivo a capire quanto sia sbagliato il diffuso pensiero, ma è più un pregiudizio, che il cibo senza glutine non sia vero cibo, e soprattutto molte e molti di noi non pensano mai di fare un test per l'eventuale intolleranza al glutine, forse per la paura di dover cambiare più o meno radicalmente le proprie abitudini alimentari; tu, Alessandra, che consiglio ci senti di darci? E' così difficile, in caso di intolleranza acclarata, modificare stile di vita? E quanto migliora l'esistenza di chi decide di cambiare?


Cambiare lo stile di vita, per una come me che da sempre lavora la farina “normale”, è stata una sfida. La prima volta che ho provato a fare il pane con la farina senza glutine stavo per mettermi a piangere: non riconoscevo la consistenza della farina, non capivo perché l’impasto non venisse liscio, eppure le dosi erano giuste! Un casino! Una sconfitta! Una vergogna per l’umanità! Ho dovuto mettermi a studiare, come si fa a scuola quando la maestra alle elementari o alle medie ti assegna i compiti a casa: “esegui una ricerca sul glutine, la sua importanza, sui cibi senza glutine: come fare a sostituirlo, quali sono le sue priorità, come non farsi abbattere se il pane non viene più come prima” etc…

Questa cosa dell’intolleranza al glutine però è stata anche una manna dal cielo. (Ora via, non esageriamo. Diciamo che ha avuto i suoi lati positivi!). Ho scoperto di essere intollerante al glutine quando per un certo periodo mi sentivo sempre stanca. Mangiavo ed ero stanca. Mi allenavo ed ero stanca (“E certo”, mi direte, “a meno che tu non passeggiassi in campo, ci sta di essere stanche quando ci si allena. Ma io mi sentivo stanca durante l’allenamento, il riscaldamento addirittura!). Dormivo, anche più ore del solito, ed ero stanca. Parlai con il nutrizionista della squadra e decidemmo di seguire una dieta particolare, togliendo tutta una serie di carboidrati complessi (tra cui il glutine) che solitamente il nostro organismo digerisce con più difficoltà. Mi pare ovvio che, da quel momento, ho dovuto cominciare ad informarmi in modo molto più approfondito sui cibi e sulle loro proprietà, ma anche sulla loro digeribilità e sull’assimilabilità di quelle proprietà. Mi sembra di parlare arabo a me, figuratevi voi che leggete! Cerco di spiegare in modo semplice. Gli spinaci sono ricchi di ferro. Ma se noi mangiamo gli spinaci così, tanto per, (come si dice in gergo giovanile!!) il nostro organismo non assimila tutto il ferro che gli spinaci contengono. Se invece, insieme agli spinaci, abbiniamo un agrume, che sia qualche goccia di limone per condirli, o un mandarino appena finito il pranzo, allora il nostro organismo riuscirà ad assimilare una maggiore quantità di ferro. Si capisce ora?

Insomma, ho dovuto cambiare il mio stile di vita, vero. Ne ho tratto vantaggio, vero anche questo.

Adesso, volente o nolente, sono più consapevole di quello che mangio. Ho una dieta più equilibrata, punto primo. Punto secondo, mangio più spesso a casa e quindi tengo sotto controllo gli ingredienti e la loro qualità: andare al ristorante non è troppo raccomandabile quando si ha un’intolleranza, non si sa mai quanta attenzione facciano nella preparazione dei piatti.

Sicuramente, molte cose non le mangio più e alcune in particolare mi mancano, certo. Ma sto bene, in campo mi sento in forma, sempre pronta e piena di energie (compatibilmente con l’età! Ahahah). E nonostante qualche rinuncia, ho trovato anche il modo di compensare, per esempio con un buon dolce in tazza, gluten free ovviamente (e con la ricetta giusta, a sto giro!!).


Sai Alessandra, mi trovo molto in queste ultime riflessioni, da quando io e mia moglie ad esempio abbiamo iniziato a cucinare insieme con reciproco divertimento e soddisfazione abbiamo il completo controllo sui cibi che ingeriamo riusciamo a digerire molto meglio e abbiamo migliorato di molto il nostro stile di vita. Ora con questo non voglio certo andare contro i ristoranti specialmente in un periodo complicato come questo, ma è giusto scegliere quelli in cui si propone scelte variegate e gli ingredienti dei piatti sono certificati, sinceramente il junk food per me è solo un ricordo e ne sono molto felice, con "Men sana in corpore sana " I latini avevano già scoperto una delle più grandi verità di sempre, e anche se in pochissimi hanno la tua forza e la tua costanza nel nutrirsi bene penso che ognuno di noi possa trarre da te uno spunto per migliorarsi, sia per un esercizio ginnico, un piatto nuovo da provare a realizzare, o magari fare il test di intolleranza al glutine, che tanti di noi pensano di non esserlo e invece con stupore scoprono il contrario e si rendono conto del motivo di tanti risvegli con la testa pesante. Quindi ti ringrazio di cuore, Alessandra, per averci reso partecipi della tua vita, se crei un "Senso di colpa" lo crei di quelli buoni, che fanno migliorare, e di questo non possiamo che esserti grati. Alla prossima intervista, e Forza Napoli, che la salvezza passerà anche da te e dall'esempio che dai alle tue compagne.




INCONTRO CON SARA COLZI, E L'IMPORTANZA DELL'OPEN DAY DEL PONTEDERA CALCIO FEMMINILE.

 Fin dalla splendida intervista che, ormai più di un anno fa, mi regalò (Potete trovarla qui;  IL VIOLA E IL ROSA: LE PROTAGONISTE; INTERVIS...