domenica 4 luglio 2021

INCONTRO CON SARA COLZI, E L'IMPORTANZA DELL'OPEN DAY DEL PONTEDERA CALCIO FEMMINILE.

 Fin dalla splendida intervista che, ormai più di un anno fa, mi regalò (Potete trovarla qui; IL VIOLA E IL ROSA: LE PROTAGONISTE; INTERVISTA A SARA COLZI  ) Avevo il desiderio di conoscere Sara Colzi, calciatrice e poi sportiva eccezionale, ma non solo per le prestazioni, proprio per il suo essere donna di sport nel senso più nobile del termine.



Io e Sara.



E mi faceva particolarmente piacere che fosse proprio Sara, nel suo nuovo ruolo di responsabile del settore calcio femminile del Pontedera, a condurre un Open day per aspiranti giovani calciatrici, ragazze e ragazzine che arrivano su quei campi a provare, a vivere per la prima volta il calcio, e sta a Sara e Marilena Panicucci, altra illustre veterana del pallone, farle tornare e  rimanere, trasformare un interesse in passione e vocazione come a suo tempo è stato per loro.

Per cui, in un primo luglio relativamente mite, mi sono recato nel bellissimo impianto sportivo di Oltrera per incontrare finalmente Sara e vedere come si svolge un Open Day, esperienza alla quale tenevo molto.

L'entrata del centro sportivo di Oltrera.


Quello che ho potuto osservare nel lavoro delle due coach è stato un mix impareggiabile di cameratismo, affetto e pazienza, che renderebbe orgoglioso qualsiasi genitore delle ragazze partecipanti e che ha rafforzato una mia convinzione, ovvero che sempre più le giovani aspiranti calciatrici hanno bisogno di essere prese per mano e di essere guidate da persone nate per farlo. 

Sara e Marilena al lavoro con le ragazze.



Nonostante l'innegabile exploit del femminile, infatti, credo che il calcio arrivi ancora troppo poco alle più piccole, il loro amore per il calcio nasce ancora quasi esclusivamente da fortunate coincidenze, una passione trasmessa da un genitore o da un fratello più intelligenti della media (E purtroppo negli stadi della serie A femminile si vedono ancora troppe poche bambine) Ma adesso serve di più, poiché il movimento ha una sola via per progredire; aumentare le sue tesserate. E allora viva quelle società come il Pontedera che organizzano questi Open Day; alcune di queste giovani allieve purtroppo non rimarranno, nonostante gli sforzi congiunti di chi le gestisce, ma tante altre invece si, e magari arriveranno lontano, fino alle prime squadre, magari faranno delle signore carriere come quelle di Sara e Marilena e infine si ricorderanno di un lontano giorno di una delle loro ancora spensierate estati, e saranno grate per questa occasione, forse chiedendosi come facevano le ragazze di una volta a diventare calciatrici, prima di questi Open Day che tanto servono.

sabato 26 giugno 2021

ESCE IN EDICOLA "LE CALCIATRICI", IL MENSILE DEL CALCIO FEMMINILE !

 Quando l'altro giorno mi sono recato nella mia edicola fiorentina di fiducia per comprare la mia solita Settimana enigmistica e l'ho vista esposta in tre copie proprio li accanto non ci credevo, sono rimasto qualche secondo interdetto. 


Copertina del numero 1 (Fonte; Ansa.it)


Si, perchè una rivista dedicata al calcio femminile era sempre stato un sogno per noi pochi ma buoni appassionate/i, con siti e blog dedicati abbiamo cercato di creare una letteratura telematica ma su cartaceo non avevamo mai visto niente, a parte articoli e servizi gentilmente concessi da qualche quotidiano.

La prendo e la sfoglio, a me piacciono molto le riviste ma di solito trovi tante pagine di pubblicità, annunci, etc, invece no, questa rivista è "Tutta polpa" 80 pagine di articoli, foto e servizi interamente a tema, stampata poi da un editore, Alberto Peruzzo, da decenni garanzia di qualità.

Leggendola la sera in tutta tranquillità scopro con piacere che sono stati i 3,90 euro meglio spesi degli ultimi tempi, in quanto il risultato va onestamente oltre ogni mia aspettativa, in quanto c'è tutto, davvero tutto, sia per i neofiti che per gli appassionati di lungo corso; si parla di nazionale e top player mondiali ma anche di serie B e del mio caro Futsal, con un'intervista a  Rachele Roncucci,  calciatrice del Pero in serie A2 (ovvero quella che è diventata casa mia). Ci sono statistiche, risultati e marcatrici del campionato di A e B, così che quando tra qualche tempo avremo voglia di ripercorrere la stagione 2020/2021 il numero 1 di "Le calciatrici", che tutte e tutti noi ovviamente conserveremo gelosamente formando nel tempo una collezione, sarà li per noi. Ci sono articoli su calciatrici molto famose come Alia Guagni e Laura Giuliani che è sempre bello riscoprire, e come detto profili di serie cosiddette minori (ma solo per una questione di categoria, lo ripeto sempre) tra cui Alessia Groni, portiere del Pavia che milita in eccellenza, che fa parte dello staff e  che nella prima pagina ci prende per mano facendoci conoscere la rivista, oltre a farsi conoscere a propria volta. 

Proprio nella sua intervista Alessia ci dice una cosa molto importante, una vera e propria dichiarazione d'intenti che mi trova perfettamente d'accordo, ovvero che questa pubblicazione parlerà  di CALCIO, non di gossip o di tematiche extracalcistiche, finalmente un contesto in cui si valorizzano doti tecniche e ruoli in campo anziché guardare con chi si sposa la tale o la pettinatura della talaltra. E' giusto condannare comportamenti sbagliati e porre delle questioni, l'ho fatto anch'io, ma quello che ora è più importante è focalizzarsi sul calcio, poiché le differenze e i pregiudizi si abbattono solo con la normalità delle cose, e il calcio femminile ha bisogno di quotidianità, di visibilità mediatica, di essere inserito nel sistema come un qualcosa di perfettamente compiuto, e per fare questo c'è bisogno di investire, di mostrare, di coinvolgere lo spettatore e il lettore, cosa che questa rivista fa alla grande, e fidatevi del vostro blogger, correte in edicola (Qui a Firenze si trova benissimo) e non lo rimpiangerete.

Come scritto nelle ultime pagine, il secondo numero di "Le calciatrici" uscirà il 15 agosto, a ridosso dell'inizio dei campionati, e poi sarà mensile. Non aggiungo altro, a parte buona lettura.

sabato 5 giugno 2021

PALCO DA CALCIO...BIS!!!!!

 

Me lo ricordo, il primo Palco da calcio anno 2020. Ne sentii parlare all'inizio di quell'estate strana, ovattata, un'eco lontana di altre estati che avevamo date per scontate; fu Costanza stessa a parlarmene, appena conosciutisi, due estranei che prima la tecnologia e poi le affinità elettive avevano ben presto trasformato in amici.

L'idea di fare teatro nei campi da calcio, a loro volta palcoscenici polverosi e malcurati di un altro degli spettacoli che nessuno poteva mettere in scena, mi piacque all'istante; dava un senso a due arti ammutolite, un reciproco aiuto per attori, maestranze, gestori degli impianti sportivi e del bar; al circolo di  San Miniato (Quello alle porte di Siena, la Toscana abbonda di San Miniato...) si mangiava bene spendendo poco, addirittura con una convenzione cena-spettacolo che sarà ripetuta anche  quest'anno, e le sere d'estate avevano una magia che da parte mia avevo perso in qualche angolo della memoria, in qualche serata lontana dove da ragazzi si improvvisava quella vita che poi sarebbe arrivata. Le sere a Palco da calcio mi hanno fatto davvero tornare ventenne, che poi ad ogni nuova performance tra appassionate e appassionati ci si riconosceva e conosceva, gli spettacoli  talvolta  erano divertenti e altre volte intensi e commoventi, ma non c'era sentimento che resistesse poi al piacere di un bicchiere della staffa al circolino, oppure a due tiri in quelle porte che da mesi aspettavano un pallone da riabbracciare.


La locandina ufficiale realizzata da Erika Rubino.

Palco da calcio è stato, e sarà,  bel teatro, musica, magia, vita, e questo grazie a tutte le persone che ci collaboreranno  ma soprattutto grazie a lei, Costanza Mascilli Migliorini, una donna che crede veramente in quello che fa, che in un'estate da morale a terra (Per lei doppiamente, essendo calciatrice e attrice...) anziché piangersi addosso si è inventata un'idea, e quell'idea ha portato avanti tra tante difficoltà, e che poi alla fine si è rivelata vincente, tanto vincente da ripeterla, non più a Siena ma alle porte di Firenze, nei luoghi dove qualche anziano ancora si ricorda di Bartali e del suo naso triste; non siamo ancora fuori dalla pandemia ma il nostro resistere a un periodo che si vorrebbe dimenticare e non dimenticheremo mai ha portato a una indispensabile bellezza collaterale, e Palco da calcio è appunto questo, un fiore che nasce dal letame di questo tempo.

Date fiducia a Costanza, ai suoi allievi che insceneranno vari spettacoli (Il primo, il 20 giugno alle ore 21, si baserà su uno dei miei romanzi preferiti, Uomini e topi di Steinbeck) a Carolina Marconi e a Bartolomeo Bartolini (Ovvero le altre due anime di Echoes, l'associazione di promozione sociale intenta a operare anche in campo artistico da loro fondata, e della quale sono orgoglioso di essere socio assieme a mia moglie) alla fotografa Erika Rubino che sarà sempre al loro fianco e naturalmente attrici e attori, ovvero coloro che saranno li a colorarvi di sole e di azzurro l'estate. 

Palco da calcio è magia, una magia discreta che nasce dall'amore, l'origine di tutte le cose più belle.

venerdì 21 maggio 2021

ALLA SCOPERTA DELLA NAZIONALE FEMMINILE MPS...CON ALESSANDRO OLIVOLA.

 Care lettrici e cari lettori,


Parafrasando il grande Enzo Tortora, "Dove eravamo rimasti?"  Il lungo silenzio del blog è stato dovuto a molteplici fattori, da miei impegni personali e di addetto stampa del San Giovanni calcio a 5, con gli ultimi intensissimi mesi che hanno assorbito tutto il mio tempo libero, fino alla mancanza di calcio giocato causa lo stop delle categorie cosiddette minori; ma ora il calcio della gente, il calcio più puro prova a ripartire, e per quello senese una splendida occasione di rilancio è il raduno della nazionale di calcio femminile del Monte dei Paschi, che parteciperà a un raduno tecnico nella splendida Paestum dal 29 maggio al 2 giugno; Ci saranno 25 giocatrici proveniente da consolidate realtà territoriali , il responsabile sarà Claudio Peluso mentre allenatore e vice saranno rispettivamente Alessandro Olivola (una gradita conoscenza di questo blog) ed Enea Cosentino.



Due foto del "Primo tempo" della Nazionale MPS, 2017 e 2019; qualcuna di loro ci sarà anche in questa occasione, chi..lo scopriremo nelle prossime puntate.


Ed è proprio con Alessandro, come sempre gentilissimo e fiero rappresentante delle sue ragazze, che vi introduciamo a questa bella iniziativa;


Ciao Mister, si torna finalmente al calcio giocato, per te e le tue ragazze, dopo un anno e mezzo; ma che cos'è questo raduno/torneo che vi apprestate a disputare? Quali sono le squadre impegnate, e che formula prevede?

Ciao Omar, prima di tutto ti ringrazio per avermi dato la possibilità di parlare attraverso il tuo blog, hai detto proprio bene, dopo un intervallo durato quasi un anno e mezzo siamo finalmente pronti per scendere in campo e giocare questo nostro "Secondo tempo" che ci auguriamo non abbia altre interruzioni. 

Quello che si svolgerà a Paestum con la nazionale femminile MPS è l'ormai consueto stage calcistico che da quest'anno è aperto a tutte le ragazze delle discipline di calcio a 5, 7 e 11 di tutta Italia. Quindi non si tratta di un torneo ma di un vero e proprio raduno di calcio. Come ti dicevo, è aperto a tutte le ragazze di tutte le società, e nonostante la situazione che conosciamo bene tutti posso contare al momento un'adesione di 25 ragazze appartenenti a varie categorie di calcio a 5 e a 11, e naturalmente non poteva mancare un gruppo ben numeroso del Lornano Badesse, che in primis ringrazio per la collaborazione, ma sono nati legami anche con società come l'Olimpia Colle calcio a 5, il San Giuliano terme (Squadra a 11 di promozione) L' Unione Sportiva Poliziana (eccellenza a 11) e altre ragazze di altre società che hanno deciso di aderire all'iniziativa. La formula sarà quella di far vedere agli istruttori che parteciperanno al raduno e alle ragazze presenti come lavora la nazionale a livello di allenamenti, e le metodologie adottate; insomma, sarà veramente una grande esperienza sia per le giocatrici che per lo staff.


Parliamo delle tue giocatrici; ci saranno molte delle tue fedelissime cn cui hai già trionfato con questa compagine e altre che si sono aggiunte, provenienti anche dal tuo Badesse; ce le vuoi presentare, "vecchie" e nuove?

Per quanto riguarda le giocatrici ce ne saranno molte con cui ho condiviso tanti successi a partire dal campionato Italiano fino all'Europeo, molte nuove del gruppo Badesse e tante altre alla loro prima esperienza a uno stage tecnico calcistico. 


Come vi sentite, Alessandro, a tornare a respirare calcio dopo tutti questi mesi?  Pensi che rischierete di pagare sul campo la ruggine accumulata dalla forzata inattività oppure ritieni che non appena sarete di nuovo nel vostro elemento tutto ricomincerà come se nulla (o quasi) fosse successo?

Tornare al calcio giocato, ma non solo, tornare proprio dentro un campo da calcio ti mette addosso un'emozione incredibile, sensazioni che non provavamo più da tanto, come ho detto alle ragazze dobbiamo immaginare questa pandemia proprio come una partita di calcio, al momento purtroppo stiamo perdendo, prima del covid abbiamo giocato il primo tempo e subito goal, il virus è stato l'intervallo che ci ha fatto stare negli spogliatoi in attesa ma ora dobbiamo essere tutte e tutti pronti a giocare il secondo tempo per pareggiare  e vincere questa partita.


Bellissima metafora Alessandro; questa sarà una sfida che tutti noi dobbiamo giocare, nel presente e nel futuro, senza mai cali di concentrazione però cercando di reagire e rimontare. Nel frattempo questo torneo è una prima azione pericolosa verso la porta avversaria, una prima veemente reazione di un calcio femminile che prova a reagire e tornare in sella grazie anche a persone come Alessandro e al loro impegno.




sabato 6 marzo 2021

INTERVISTA A GIULIA BERTOZZI, PORTIERE DELLA POLISPORTIVA 1980.

 

Care amiche e cari amici,

oggi ho il grande piacere di presentarvi una ragazza che ho conosciuto per caso in un contesto inizialmente non fortunatissimo, visto che nella sfida d'andata tra il mio San Giovanni calcio a 5 contro la Polisportiva 1980 Giulia Bertozzi fu il classico portiere/saracinesca che ce le parò tutte, permettendo alla sua squadra di vincere di misura la partita; non ero presente di persona ma mi ripromisi, come è giusto che sia, di farle i complimenti non appena l'avessi incontrata dal vivo, e l'occasione è capitata quando la Polisportiva, detta affettuosamente "Pol" dalle ragazze stesse, è venuta a giocare a Firenze; Giulia si è dimostrata subito una ragazza gentilissima e simpatica, e va da se che romagnola e simpatica sono sinonimi però veramente Giulia è oltre la media anche per le sue latitudini. Parlando le ho proposto questa intervista che Giulia (e ringrazio anche la Polisportiva 1980 per averglielo permesso) ha accettato di buon grado, e le sue risposte esaustive e appassionate sono diventate il romanzo di una ragazza di grande talento che vanta una vasta esperienza nel mondo calcistico ed è già un'eccellenza nel suo ruolo dimostrando di valere l'A2, e con ampissimi margini di miglioramento data la giovane età.

Giulia Bertozzi in azione.

Con Giulia Bertozzi vi presento la prima (e spero non l'unica) diretta avversaria nel girone B del mio San Giovanni, perchè grazie a questa esperienza ho scoperto che il mondo del futsal femminile è meraviglioso, ricchissimo di valori sportivi e pieno di persone e ragazze interessantissime, leggere per credere.

E adesso, come sempre, vi lascio a Giulia; 


Ciao Giulia, vuoi innanzitutto presentarti ai nostri lettori?


Ciao Omar, innanzitutto grazie per avermi chiesto di fare questa intervista, mi ha fatto molto piacere.

Io ho 21 anni, vivo a Cesenatico e dopo un’esperienza di servizio civile al CSM ed un anno all’Università a Bologna di Servizi Sociali, quest’anno, ho coronato il mio sogno e sono entrata ad Educatore Professionale ad Imola. 

Sono la piccola di casa, ho 2 fratelli più grandi e 2 nipoti meravigliosi.. e se ho la possibilità di provare a raggiungere i miei sogni e seguire le mie passioni è proprio grazie ad i miei genitori ed ai miei fratelli che mi sostengono da sempre. 

Foto con anche i genitori di Giulia, i suoi primissimi tifosi.

E il sostegno in famiglia per quanto riguarda il calcio femminile ti assicuro che non è così scontato, quindi complimenti ai tuoi genitori e ai tuoi fratelli.

So che hai cominciato a giocare a calcio fin da bambina; chi ti ha trasmesso questa passione, e come hai capito che questo era lo sport adatto a te?

Beh..domanda semplice, a cui rispondo raccontandoti della mia prima volta allo stadio. Avevo circa un mese ed ero a vedere (si fa per dire..ahaha) con i miei una partita di mio fratello Johnny che all’epoca giocava in Serie C col Bellaria. Ero la mascotte della squadra! Posso quindi dire di essere nata col “calcio” nel sangue in tutti i sensi! 

Giulia con suo fratello Johnny


Ho cominciato però a giocare quando avevo circa 6 anni, era da un po’ che chiedevo ai miei di poter giocare a calcio.. ma erano un po’ restii, speravano che almeno l’unica figlia femmina preferisse magari salire sulle punte o mettersi le ginocchiere da pallavolo.. quindi avevano fatto finta che non esistessero squadre femminili! Peccato solo che.. Andrea Antonelli, mio educatore al centro estivo un giorno, mentre giocavo con i miei compagni mi abbia detto “Giulia, ma ti piacerebbe venire a giocare a calcio nella squadra femminile che alleno io?”. Ecco com’è iniziata la mia carriera calcistica! 


La tua giovane età ti fa fortunatamente rientrare nella generazione che ha cominciato a giocare già da bimba in squadre femminili, e tu ti sei formata, militandoci per ben 10 anni, nel Castelvecchio. Cosa ci vuoi raccontare di questi anni? 

Eh si, fortunatamente ho avuto la possibilità di cominciare a giocare direttamente con le femmine nel Castelvecchio (che ora, da qualche anno è diventato il Cesena), ma dato che non c’erano ancora tante squadre femminili, fino alle giovanissime (13 anni circa) abbiamo anche giocato contro squadre maschili. Ed è in quei campionati che se ne sono viste delle belle.. inizialmente tornavamo a casa con anche 15 goal in saccoccia, ma nessuno ci ha mai tolto il sorriso e la voglia di ritornare ogni volta a divertirci su quel campo. Ricordo di una partita contro la Longianese maschile, in casa loro. In tribuna c’erano i genitori di entrambe le squadre.. stavamo vincendo.. e dagli spalti le mamme degli avversari hanno cominciato a fare il tifo per noi.. non sarei mai voluta essere nei panni dei loro figli! (Ps: giocare contro i maschi però era sempre molto stimolante!).

Di quel periodo ricordo con molto piacere, oltre ad Andrea Antonelli, anche Mirko Muratori, Giorgio Gozzi che sono stati i miei primi allenatori e poi di seguito tutta la dirigenza e gli allenatori a seguire. Per ultime, ma non per importanza, tutte le compagne che ho conosciuto in 10 anni con cui ho trascorso momenti bellissimi. 





I primi anni in campo di Giulia.

Grazie per aver ricordato le figure importanti per te lungo tutto il tuo cammino, mi fa sempre piacere che chi si è speso e si spende per il calcio femminile venga ricordato su questo blog.

Hai sempre praticato il ruolo di portiere fin da bambina? oppure prima ne hai provati altri? E quando hai sentito che quello dell'estremo difensore era il ruolo adatto a te?

Eh no, inizialmente, dopo i primissimi anni in cui tutti (c’era anche qualche maschio) facevamo tutti i ruoli, ho cominciato a giocare come difensore centrale (giocavamo a 7, poi a 9 ed infine dalle Giovanissime in poi ad 11) e devo dire che mi piaceva anche, amavo recuperare palla dalla difesa e provare ad arrivare in porta ahahahha!.  



Una Giulia non ancora portiere.


Ma quando avevo circa 11 anni, durante un allenamento col classico “chi fa goal va in porta” ho fatto goal e non sono più uscita dalla porta fino alla fine dell’esercizio. È scattata una scintilla in me e dalla partita successiva è diventato il mio ruolo. Che non ho più abbandonato.


Per il poco che ho giocato posso confermare le tue parole; decidere di diventare portiere è un lampo, una scintilla, una decisione quasi folle vista la difficoltà e l'ingratitudine del ruolo, ma credo che le emozioni di difendere una porta siano paragonabili solo a quelle che si provano prima di segnare una rete; infatti, e nel futsal ancora più che nel calcio a 11, le parate a volte valgono come e più di un goal.

Il momento più alto di questa tua prima parte di carriera nel calcio a 11 è stato forse quello della convocazione nella rappresentativa  nazionale con la quale hai superato i provini e hai disputato un'amichevole; cosa ricordi di questa avventura?

Ho avuto l’opportunità di partecipare alle selezioni per la rappresentativa nazionale per 2 anni di fila.. è sicuramente stata un’esperienza bellissima, della mia squadra eravamo 4, ho avuto la possibilità di confrontarmi con tantissime ragazze di livello di altre squadre. il secondo anno, all’età di 15 anni, ho passato tutte le selezioni ed ho disputato la prima amichevole. Esperienza molto emozionante ed inaspettata!. 

In rappresentativa nazionale.

Poi, dopo aver toccato questo apice, tutto a un tratto decidi di smettere con il calcio, non te la sei più sentita. Ti va di raccontarci i motivi di questa scelta? 

Eh si, qualche mese dopo quell’amichevole, alla fine della stagione con la primavera del Castelvecchio ho preso la decisione di appendere gli scarpini al chiodo. Decisione difficilissima e soffertissima, ma purtroppo l’estrema mia “emotività” e l’ansia che accompagnava inesorabilmente le mie giornate non mi lasciava più vivere. Ero arrivata al punto di stare male prima di ogni verifica a scuola e prima di ogni partita.. non potendo e non volendo lasciare la scuola, ho deciso che avrei rinunciato al calcio. Era purtroppo diventato tutt’altro che divertimento e non era una questione di ruolo, poiché mi era anche stato proposto di tornare a giocare in difesa.


Ti ringrazio molto per avercene parlato, nella vita il coraggio è anche fermarsi quando senti di non poter più dare il massimo, sei stata onesta con te stessa e con la squadra. 

Ma, come dice una canzone "Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano" e dopo quattro anni, un bel giorno, la scintilla mai sopita viene riaccesa in te, e due anni fa la Polisportiva entra nella tua vita. 

Come è andata, ti hanno cercata o sei tu che hai deciso di ricominciare? ci racconti cosa hai provato durante il primo allenamento dopo tanto tempo?


Al momento del mio stop, quando tutti mi dicevano “dai Giulia, ti aspettiamo, tornerai..” oppure: “Vieni solo ad allenarti, poi quando sei pronta e te la senti giocherai..” e cose simili.. rispondevo che non avrei mai più messo piede in campo. La paura e l’ansia erano talmente forti che ho addirittura fatto fatica a riportare la borsa al campo!. (ci ho messo due anni circa). 

Poi un pomeriggio, dopo 4 anni, mi è arrivato un messaggio dalla Ventu, una mia ex compagna di squadra ad 11: “Giuli, mi sei venuta in mente tu perché mi ricordo di te quando giocavamo insieme.. io adesso gioco a calcio a 5 e ci manca il portiere nel CSI, ti va di venire a provare?”. Quello che è successo dentro di me è indescrivibile. Posso solo dire che la sera dopo ero con mio babbo a vedere (non a giocare, avevo bisogno di capire a cosa sarei andata incontro) un allenamento e ne siamo usciti innamorati, la domenica dopo ero in campo. 

Finalmente la Polisportiva.

Parlando dei tuoi pari ruolo, chi hai trovato ad accoglierti? e chi ti ha insegnato a diventare una portiere di futsal, che come si sa richiede un approccio diverso rispetto al calcio a 11?

Al primo allenamento, ad accogliere una me con pantaloni lunghi, scarpini da sintetico e guantoni da 11 c’erano Paglia (Mirco Pagliarani, il mio primo preparatore) e la Pepe (Marianna Pepe). Ma non era solo l’abbigliamento ad essere “inadeguato”.. la mia prima parata credo di averla fatta all’incirca all’altezza del calcio d’angolo e rigorosamente in tuffo! Ahahaha..Venendo da 4 anni di stop ed una carriera pregressa nell’11.. ero piena di paure ed insicurezze e soprattutto non avevo un’ìdea di cosa fossero “croce” e “spaccata”! 

Devo ringraziare Paglia e Genna (Gennaro Ruggeri), poiché in questi due anni mi hanno dato le basi del futsal senza però avere la pretesa di stravolgere il mio essere ed hanno saputo gestire anche i lati del mio carattere più fragili ed insicuri. E’ soprattutto grazie a loro se non ho mollato tutto, nonostante le difficoltà che non sono mancate e non mancano tutt’ora. 

Con Gennaro Ruggeri.


Ma soprattutto devo ringraziare la mia amica e prima collega di porta, poi “rivale” di porta.. la Pepe. Siamo caratterialmente molto diverse, ma fin da subito si è prestata ad accogliermi e mettermi a disposizione la sua esperienza per aiutarmi a crescere ed imparare. Ora ci giochiamo il posto, ed è molto stimolante, c’è competizione, ma fuori dal campo prima e dopo ogni partita.. amiche come prima!  


Giulia e Marianna, due amiche vere, sia nei momenti tristi che felici.

Gennaro l'ho conosciuto di persona e colgo l'occasione per salutarlo, è una persona davvero gentile per la quale ho provato una simpatia istintiva. E anche con Marianna ci sentiamo a volte via social, è simpatica e gentile come te e non faccio fatica a credere che abbiate un bel rapporto, non ho avuto ancora il piacere di conoscerla ma rimedieremo presto, poiché il 21 marzo è vicinissimo e sarete nostri graditi ospiti al Pallone!!

Dalle cose che mi hai detto dimostri un grande attaccamento verso la tua società, l'ho percepito chiaramente; perché non ci aiuti a farcela scoprire, la Polisportiva 1980? 



Momenti da Pol.


È verissimo, sono molto attaccata alla mia società poiché, come dico sempre, se non fosse stato per il modo in cui mi hanno accolta fin dal primo momento, probabilmente a quest’ora i miei scarpini sarebbero ancora attaccati al chiodo e non avrei più riscoperto la bellezza di quel “pallone”.

Sarebbe bello poter presentare una ad una tutte le persone che fanno parte di questa società, ma ci servirebbero ore ed ore..poichè della Pol fanno parte tutti, dalla dirigenza, agli allenatori, alla fisioterapista, fino alle persone che ci seguono ed alle ex giocatrici che hanno smesso e che hanno comunque lasciato qui un pezzo di loro. La Pol, in sostanza, è una grande famiglia. Come in tutte le famiglie ci sono stati e ci saranno momenti difficili, gioie, scontri, gente che se ne va e gente che arriva.. ma una cosa non cambierà mai, l’obiettivo: stare bene, condividere una passione e divertirci insieme. Per me è questo la Pol.  È il discorso del mister di preparazione della partita, il rituale dell’urlo in cerchio pre-partita, è lo sguardo incoraggiante della Faby, è la pacca sulla spalla di Genna, è la fascia da capitano a destra della Lu..ma sono anche le feste a casa del mister (ed in ogni dove), le cene post partita, i weekend..ecc ecc, la Pol è tanta roba!.    


Il cerchio pre-partita.


E spero che tutto questa bellezza fuori dal campo, che come dice la nostra capitan Ciofini è il vero segreto di una squadra in salute e le partite si vincono soprattutto con delle belle serate insieme, venga restituita presto a tutti noi. 

Veniamo adesso alla partita che ti ha fatto notare (ahimè...ahahahah) da me e dalle ragazze del Sangio, ovvero Polisportiva - San Giovanni 2-1; vidi la diretta e notai subito la tua ottima prestazione, e dalle ragazze mi è stato detto che hai parato anche i moscerini, e che vedendo quanto sei giovane forse nessuna se lo aspettava. Come ti sei sentita dopo quella partita?


 Oddio, mi fa molto piacere il fatto che abbiano pensato questo di me.. e confesso che i complimenti mi imbarazzano sempre un po’, non so mai cosa rispondere! Io pretendo molto da me stessa, ho aspettative sempre al di sopra dei miei limiti poiché ci tengo a dimostrare, prima di tutto a me stessa, di essere all’altezza del ruolo e di quello che faccio. Le partite come quella contro di voi, mi sono da stimolo e da rinforzo, mi fanno capire che il lavoro che sto facendo su me stessa in campo e fuori (grazie a chi mi segue e mi accompagna, in primis Genna) da piano piano i suoi frutti. È stata comunque una vittoria di squadra, il merito va anche ad ogni mia compagna che ha lottato fino alla fine su ogni pallone. 

Ps: i miei complimenti vanno anche a voi del San Giovanni, poiché siete una squadra sicuramente all’altezza di questo campionato e che sta dimostrando di poter dare del filo da torcere!!



Giulia in azione.


Grazie mille, e ricambio i complimenti perché per essere due neopromosse, lasciamelo dire, stiamo facendo davvero una signora stagione!! 

Arriviamo al presente; in questo anno molto travagliato sono poche le squadre che riescono a disputare un torneo, ovvero quelle iscritte al campionato nazionale; la Polisportiva come detto sta disputando una ottima annata, tranquillamente in corsa per i Playoff. Come ti senti a disputare una A2 così giovane e con la responsabilità della porta che ha pesato molto su di te dopo che Marianna Pepe ha subito purtroppo un brutto infortunio, per fortuna ora solo un ricordo? E quali obiettivi ti auguri per la stagione in corso?

Una intensa Giulia.


Come ho scritto prima, non mi sarei mai aspettata di ricominciare a giocare a calcio, figuriamoci se mai mi sarei immaginata di disputare un campionato di A2 ad appena un anno dal mio esordio nel Futsal! Ci ho pensato tanto, inizialmente non ero neanche sicura di voler lasciare il CSI per andare in federazione (poi abbiamo vinto la stagione scorsa)... quindi l’A2 per me era un’ulteriore scoglio. Temevo di non reggerlo emotivamente, in realtà, grazie anche soprattutto al supporto della squadra e delle persone che mi sostengono e mi vogliono bene, ce la sto facendo e mi sto togliendo anche qualche soddisfazione.

 Purtroppo la Pepe è stata fuori dai giochi a causa della frattura del primo metacarpo e di conseguenza, il posto tra i pali ogni domenica è stato il mio fino al suo rientro. O meglio, fino a quando non mi sono infortunata io. Sono scaturiti in me mille paure e mille dubbi sul fatto di essere o meno alla sua altezza e di riuscire a rendere al 100% ad ogni partita. Mentre attendevo il suo rientro, mi ero data come obiettivo di lavorare ancora più intensamente e di credere in me stessa e nelle mie potenzialità per dare anche sicurezza alla squadra. Spero di non aver deluso le aspettative. Colgo l’occasione per ringraziarla per il sostegno che ora sta dando a me! La porta è ora nelle sue mani, so che è al sicuro!  Ma come ci diciamo sempre quando ci confrontiamo sulla stagione: prometto che ti darò del filo da torcere per guadagnarti il posto in campo! 

Due numeri 1.


Ed è bello e giusto che sia così. 

Ultima domanda; do per scontato che giovane come sei tu abbia ampissimi margini di miglioramento e una lunga carriera davanti; qual è il più grande sogno che coltivi per i prossimi anni? E cosa speri di dire a te stessa un domani?

Attualmente, essendo infortunata, spero di poter tornare presto in campo al 100%. Per il futuro.. non saprei. Io in fondo sono molto felice di quello che sto facendo, se mi guardo indietro mi immaginavo una vita lontana da qualsiasi campo ed invece, sono in serie A2 con una squadra che amo. Il mio sogno? Continuare a divertirmi e non lasciare più troppo spazio alle paure. E chissà, magari un giorno saliremo in A, ho intenzione di farmi trovare pronta ed all’altezza! Lavorerò per migliorarmi sempre, per poter dire un domani a me stessa “Giulia, sii orgogliosa di te”. 


Giulia e la Pol vi salutano così.


E credo che orgogliosi di te lo siano già tutti, dalla tua famiglia alla tua società. Vedi, da dirigente del San Giovanni mi sento con te e la Pol un po' come tu con Marianna, non ci sarà posto per entrambe le nostre squadre nei playoff, in quanto le prime quattro posizioni sono abbastanza consolidate e il quinto posto ce lo giocheremo proprio noi insieme al Perugia e al Florida; però prima e dopo ogni gara non penserò certo a questo, continuerò ad augurare il meglio a te e alla Polisportiva, poiché essere avversari non esclude essere anche amici, io ho impostato su questo mood il mio percorso da tesserato e quando persone come te e società come la tua rispondono a questo sentimento allora posso affermare su questo blog che nel futsal ci sono dei valori veri e tante persone che li portano avanti. Per cui viva le ragazze come te, Giulia, hai tutta una lunghissima carriera davanti e il talento e lo spirito per arrivare al top, o comunque per essere, come hai detto, orgogliosa di te stessa, e questa è già la più bella delle vittorie.



  


sabato 13 febbraio 2021

DEDICATO A MARINA NERI.

 Ci sono articoli che fa piacere scrivere, altri di cui ne faresti volentieri a meno, e altri che non lo sai, poiché sei felice e triste al tempo stesso. Felice perché un'amica ha realizzato il suo sogno professionale e si accinge a cominciare una nuova grande avventura, e triste perché deve lasciare la sua città e tutte le persone che le vogliono bene, e anche la sua squadra.

Capitan Marina Neri.

Marina Neri saluta il verde del suo Capeto, lei che c'è stata da sempre, che era li al momento della prima idea di squadra assieme a Mariangela, Roberta e Sofia, che lo ha visto nascere e crescere fino a diventare una delle migliori realtà calcistiche del panorama UISP toscano, ora deve lasciare la squadra e la sua fascia da capitano, perché la Sicilia, il nuovo palcoscenico della sua vita, non è a tiro di pallone.


Marina in azione.

Era un saluto in lista d'attesa, e sia Marina che le ragazze erano preparate, ma non per questo è meno difficile dirsi ciao, specialmente senza l'emozione straziante e bellissima al tempo stesso di un'ultima partita, di un ultimo allenamento, di un'ultima corsa insieme, poiché ormai le squadre UISP non giocano più da quasi un anno, e chissà quando ricominceranno. 

In questi mesi Marina, medico e psicoterapeuta, ha combattuto un'altra partita, difficilissima e per nulla divertente, contro il nemico invisibile, lottando in prima linea per noi, spesso talmente stanca e provata da non riuscire nemmeno a pensarci, al suo Capeto. Per tutti noi tornare a giocare e a tifare è un sogno ancora lontano, per Marina lo è stato ancora di più, ma non ha ceduto di un passo, ha continuato giorno dopo giorno a scalare montagne, e adesso la vita, in questo 2021, sta cominciando a ricompensarla dei sacrifici sostenuti.

Ho conosciuto Marina una sola volta, lo scorso ottobre, a un'amichevole del San Giovanni contro il Pistoia, l'ultima a porte parzialmente aperte, dove ancora ci si poteva incontrare, salutare, esultare insieme, e mi è bastata quella sera per capire che bella persona è, e soprattutto per comprendere il dolore di tutte le sue compagne di squadra nel vederla andare via; anche loro, come tutte e tutti, vogliono solo il suo bene, ma a livello puramente affettivo rinunciare a un'amica con cui hai condiviso battaglie epiche e scritto pagine della propria storia e della propria giovinezza credo sia un qualcosa di intimamente difficile tanto da non essere descrivibile a parole. Questo sentimento lo può capire solo chi ha condiviso vittorie e sconfitte insieme, allenamenti a ore improbabili, docce calde e a volte fredde, epici post partita nei pub aperti fino a tarda notte.


Sopra, una foto della sera in cui il Capeto prese forma; sotto, il primissimo allenamento.

 Quindi lasciamole a loro queste emozioni, chiudiamo la porta, e facciamo un passo indietro, parlando di Marina calciatrice; difensore centrale e capitano dalla stagione 2016/2017 fino al 2020, anima e motore di questa squadra, difficile da affrontare e saltare negli uno contro uno. Purtroppo conoscerò la sua storia calcistica solo dai racconti di chi era con lei, insieme o contro, e di Marina mi resteranno due rimpianti;  non averla conosciuta meglio e  non averla vista giocare. Il Capeto andrà avanti a lungo, per tutto il grande lavoro a livello organizzativo e mediatico che lo ha reso familiare a tutti gli appassionati, ma tutti noi loro supporter, una volta sugli spalti, vivremo quello smarrimento per una bandiera che non c'è più, che cerchi con gli occhi ancora a lungo in quanto sei abituato alla sua presenza, non riuscendo sulle prime a metabolizzare la sua assenza. Marina è stata il paesaggio del Capeto, che da ora in poi non sarà mai più lo stesso. 

Presidente e capitano.

Vedi Marina, ci sarà un'altra nel tuo ruolo ma tu rimarrai comunque insostituibile, non rimpiazzabile, e sopra al tuo cuore ci sarà sempre una maglia verdissima, di quello splendido verde Capeto. Grazie a persone come te il mondo è più bello, ed era giusto che tutti noi  tifosi e tifose, dei quali mi faccio per questa volta portavoce, te lo dicessimo. Buona fortuna Marina, anche se parti sei di quelle che restano. 

martedì 2 febbraio 2021

GIULIA ORLANDI, L' AREZZO E UN GOAL CAPOLAVORO.

 

Una delle più belle realtà del calcio femminile toscano è l'Arezzo, e in ogni caso è la squadra che più mi entusiasma come rosa, non solo da un punto di vista qualitativo ma perché realizzata quasi esclusivamente a chilometro zero, con calciatrici che non trovavano più spazio in serie A non certo per mancanza di talento ma a causa del "nuovo" che ormai ha travolto la massima serie femminile, dove le società preferiscono perlopiù piazzare (a volte presunti) grandi colpi di mercato esteri creando spesso delle multinazionali senza troppa anima; ma lasciamo stare le cosiddette big, parliamo invece di una compagine che sta entusiasmando per coesione, forza e grandi individualità, che è meritatamente ai vertici del girone C giocandosi una promozione in cadetteria che sarebbe pienamente nelle corde di questa squadra, anche se il campionato (ma questo vale per tutte le squadre) risulta già falsato a causa del lungo stop derivante dalla seconda ondata del covid19, e tante dinamiche saranno da ritrovare, tanti dettagli da registrare di nuovo. 

In questo splendido Arezzo si possono trovare fior di giocatrici che a loro tempo hanno fatto la storia del Firenze, della Fiorentina (e io Firenze e Fiorentina le considero due squadre diverse, non me ne vogliate...) dell'Empoli e del Florentia come Alice Valgimigli, Carolina Cosi, Costanza Esperti, Giada Gnisci, Ginevra Costantino, le veterane Carolina Baracchi e Laura Verdi, la ex primavera viola Maria Sole Lulli, le super bomber Costanza Razzolini e Martina Ceccarelli, e poi lei, la leggenda, la storia del calcio femminile, orgoglio viola e ora amaranto; Giulia Orlandi, faro e trascinatrice delle amaranto, che col suo solo carisma potrebbe pesare nello spogliatoio anche senza scendere in campo, ma invece gioca e lo fa come sa fare lei, alla grande.

Tutta la forza di Giulia (Fonte delle foto; pagina Facebook Acf Arezzo) NB tutte le splendide foto sono della mia amica Andrea Lisa Papini, fotografa ufficiale della società, che avete già ammirato in varie occasioni su questo blog.

E Giulia ieri ci ha regalato un goal incredibile, da vedere e rivedere senza stancarsi mai, un capolavoro di tecnica e balistica da lasciare senza fiato.

La descrizione dell'azione è di quelle che appassionano ogni cronista, trattasi infatti di goal inventato dal niente, inaspettato, di spazio creato dove non ci dovevano essere spazi, prerogativa dei calciatori di genio; rimessa laterale all'altezza dei venti metri e palla direttamente a Giulia, due giocatrici della Torres le si fanno incontro ma lei con un esterno destro si libera, e subito dopo con un altro tocco stavolta di mancino di incantevole verticalità fa di nuovo fuori entrambe le malcapitate marcatrici sarde e contemporaneamente si proietta verso la porta avversaria portandosi la palla sul destro, e lascia partire un bolide imprendibile sul primo palo che si insacca sotto la traversa.

Una rete di classe, di cattiveria e di esperienza, che è un vero compendio di tutto il valore di questa calciatrice leggendaria, alla quale perfino al Franchi dedicarono uno striscione in occasione del suo primo addio al calcio.


L'esultanza delle citte amaranto.

Questo goal permette alle aretine di Mister Luca Bonci di acciuffare il pareggio contro la Torres, una delle favorite della vigilia per la vittoria finale ma che sta invece arrancando in classifica; per qualcuno potrebbe essere un mezzo passo falso, ma questa rete è invece importantissima poiché permette di tenere invariata da distanza da una squadra sempre pericolosissima e da temere anche solo per il nome che porta (La Torres, con sette scudetti, è la società che ha vinto il più alto numero di titoli nazionali, ma purtroppo nel calcio femminile, almeno fino al 2015, nessuna società si poteva dire al sicuro da tracolli e fallimenti, e nemmeno adesso dalla B in giù) per cui il campionato delle amaranto continuerà imperterrito alla ricerca di una vetta distante solo due punti.

Certo, in un articolo su TCF ho letto che a fine stagione Giulia smetterà davvero col calcio, e questo significa una cosa sola; che non la vedremo più giocare dal vivo, e vedere lei e questo Arezzo era una delle cose che mi auguravo di questa stagione, uno dei motivi per cui speravo di tornare presto allo stadio. Ma questo tempo disgraziato ha avuto un risvolto perlomeno positivo, che spero non si abbandoni al ritorno della normalità; le dirette in streaming, che permettono di filmare e immortalare capolavori come questo di Giulia, che lo faranno restare per sempre tra i nostri ricordi. E allora potremo dire, dopo tanto calcio raccontato da chi c'era e come tutti tanti di quei racconti perso poi nel tempo, che nel suo ultimo anno Giulia Orlandi decideva le partite e faceva goal stupendi, e ci saranno sono filmati che lo dimostreranno. Ci fossero stati anni fa le dirette, quante altre prodezze ci sarebbero state da vedere e rivedere, quanti trionfi da immortalare e tramandare? Ma il passato non torna, e noi allo stadio in questa stagione nemmeno, per cui godiamoci gli ultimi bagliori di un talento infinito comodamente seduti sulle nostre poltrone...ma saranno davvero gli ultimi? chissà...se ci ripenserai ancora, Giulia, noi non ci offendiamo di certo.

INCONTRO CON SARA COLZI, E L'IMPORTANZA DELL'OPEN DAY DEL PONTEDERA CALCIO FEMMINILE.

 Fin dalla splendida intervista che, ormai più di un anno fa, mi regalò (Potete trovarla qui;  IL VIOLA E IL ROSA: LE PROTAGONISTE; INTERVIS...