giovedì 26 novembre 2020

IN MORTE DI DIEGO ARMANDO MARADONA.

 

Ieri il calcio ha perso un altro dei suoi Dei, forse il supremo, lo Zeus. 

Il calcio non può essere una religione monoteista, in quanto negli ultimi anni abbiamo perso e pianto tra gli altri Sivori, Best, Facchetti, Di Stefano, Puskas, Cruijff. Pelè non sta bene, Gerd Muller e Bobby Charlton soffrono di gravi forme di Alzheimer, e ricordare El Diego come l'unico dio del calcio sarebbe fare un torto a tutti loro.


Maradona e la sua gente.

Maradona poi è storia recente del calcio, lo hanno visto giocare persone ancora giovani, noi over 35 abbiamo memoria del Diego in campo e quelli più giovani lo hanno scoperto grazie a Youtube, documentari, biopic, Sorrentino che gli dedica un Oscar appena vinto, per i mille eccessi veri e romanzati di una vita che è stata leggenda anche nella sregolatezza, in ogni caso più alta degli starnazzi dei moralisti del cazzo, i poveri travet e casalinghe di Voghera che ieri hanno impestato i social parlando solo del Maradona peggiore, gente che non ha mai toccato palla e si permette di dire la sua su un personaggio, non semplicemente una persona, che oltre a essere stato il fuoriclasse dei fuoriclasse e senza alcun erede (Con tutto il rispetto di Messi che, con il suo calcio perfetto, sinfonico, geometrico e ordinato ne è in realtà la perfetta negazione) ha significato per Napoli e l'Argentina, due terre estreme nelle loro grandezze, nelle loro miserie e nelle loro mitologie, il riscatto sociale, la periferia d'Italia e del mondo che ruggisce grazie a un solo condottiero, l'ultimo Masaniello che ha usato il calcio per portare giustizia agli ultimi.

Ho un vago ricordo del Maradona napoletano, ma ho un ricordo vivo del razzismo che albergava anche nelle provincia pistoiese verso i meridionali, era lo stesso di adesso verso i migranti, qualcuno da odiare a prescindere si trova sempre, anche in casa, basta volerlo. Mi ricordo che guardando il Novantesimo minuto, quello bello con Paolo Valenti,  sentivo di striscioni con scritto ai napoletani "Benvenuti in Italia" e non capivo, beato me. In ogni caso quel Napoli ha vinto non uno, ma due scudetti, battendo la Juve di Trapattoni, l'Inter ancora di Trapattoni e dei tedeschi, il Milan Berlusconiano di Sacchi, dei tre olandesi e degli altri 8 fantastici italiani, e con una squadra che senza di lui sarebbe stata al massimo da quinto posto.

Ha vinto un mondiale da solo, con due goal a modo loro storici, agli inglesi che per due scogli in mezzo al mare avevano ammazzato centinaia di ragazzi argentini, signora Thatcher la mano de dios aveva il medio alzato for you. Bene così. In quel mondiale la Francia e la Germania erano squadre più forti e complete di quell'Argentina normale, ma l'Argentina aveva Maradona. 

Mai un pallone d'oro, mai, all'epoca era solo per giocatori europei e figuriamoci se i francesi avrebbero fatto eccezione, hanno aperto a tutto il mondo proprio quando Diego non avrebbe potuto vincerlo più.

Se ne potrebbe dire tante di Maradona, di belle e meno belle, ma quello che ha fatto di male non lo ha fatto a noi, chi ha distrutto il calcio sono stati i Balotelli, e soprattutto i procuratori che hanno trasformato dei ragazzetti con limitato talento in arrogantelli senza valori  per arricchirsi a loro volta sulla loro pelle, hanno di fatto rovinato il calcio maschile e tra poco lo faranno col femminile, sono quindi questi che dovete biasimare, non Maradona. Diego era amato dai compagni e anche dagli avversari, campioni di tutte le epoche gli hanno reso omaggio, era un Caravaggio, uno Strindberg, un Charlie Parker, forse anche Cagliostro e Casanova. Era una persona sbagliata per il comune senso del pudore e alla quale nessuno di noi, in fondo, potrebbe ne vorrebbe assomigliare, ma che non avrebbe potuto mai essere altro, ha vissuto una vita coerente con il suo essere, a suo modo una vita piena. A noi rimangono le sue perle, i suoi frammenti, scolpiti nell'etere per sempre.


Bella pagina dalla Gazzetta di oggi con i saluti di tanti altri protagonisti.


E dov'è oggi un Maradona? l'ultimo che ha giocato col sorriso e fuori dagli schemi è stato Ronaldinho, dopo di lui la tenebra, oggi ci vogliono i supereroi con fisici da centometristi, se rinasce un altro Diego viene preso, schiaffato in scuole calcio, palestrato, conteso tra i procuratori, mandato in squadroni a 16 anni e poi girato in prestito dopo due mesi e mezza partita sbagliata, farebbero insomma di tutto per inquadrarlo e soffocarne la fantasia, e ci riuscirebbero perchè oggi è l'unico modo per sfondare, il calcio ha perso la voglia di scoprire e di stupire, proprio come la sta perdendo il mondo, i calcio di oggi è quello di partite senza genio come l'orrendo Inter - Real Madrid di ieri sera, due squadre che se tornano giù i già citati Facchetti e Di Stefano li prendono tutti a calci nel culo.

Ma ieri, tra le tante cose che mi hanno commosso,  stato il grande numero di calciatrici che lo hanno ricordato, in pratica tutte le ragazze che conosco hanno lasciato un pensiero, anche persone che in loro hanno una goccia, una stilla dell'ambrosia della coppa di Zeus, come Giulia Mastalli e Priscilla del Prete. Qualcuna di loro ha scritto che guardando lui e le sue magie ha cominciato a giocare. Poichè per una calciatrice, dalle Alpi alla Sicilia, anche solo giocare a calcio è riscatto sociale, quel riscatto che lui ha sparso per il mondo. Per quello hanno omaggiato El Diego, perchè lo hanno compreso meglio di tutti noi, che in fondo lo ammiriamo, ci commuoviamo, ma Maradona fino in fondo può capirlo solo un argentino, un napoletano...e una calciatrice.

Ad10s, Diego, e grazie.


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