sabato 7 novembre 2020

IL ROMANZO CALCISTICO E UMANO DI ALESSANDRO OLIVOLA, PREPARATORE ATLETICO DEL BADESSE.

 


Care lettrici e cari lettori,

a volte è bello campare di rendita. Perché grazie a persone fantastiche come Alessandro, conosciuto da poco ma già un amico  col quale condividiamo le stesse idee sul calcio femminile e l'apporto che, da uomini, possiamo dare al movimento, alla mia proposta di concedermi un'intervista mi ha mandato il suo romanzo, non solo la sua storia, ma la sua storia CON SENTIMENTO, riuscendo a essere esauriente come le mie domande, seppur mirate, non avrebbero potuto essere mai.


Alessandro con la sua nazionale MPS

Con il leggendario Angelo di Livio.


Per cui mettetevi comodi e leggete le storie di una persona la cui passione per il calcio è partita da lontano per poi scoprire e innamorarsi del  femminile solo di recente, ma consacrandosi poi alla causa senza esitazioni, come successo anche a me, per questo ci capiamo così bene.

Per cui Benvenuto sul Viola e il Rosa Alessandro, sei un ospite graditissimo, ti lascio la parola.


Ciao Omar ti ringrazio per avermi dato la possibilità di conoscerti e l’onore di poter scrivere sul tuo blog è sempre bello conoscere persone di calcio come te che fanno del bene al calcio femminile.

Mi chiamo Alessandro Olivola, ho 40 anni di cui 34 spesi nel calcio fra giocatore e allenatore. Non saprei sinceramente come iniziare, perché se mi riguardo indietro mille ricordi assaltano la mia mente, e allora ho deciso di cominciare dall’inizio. 


Ho tirato i miei primi calci al pallone all’età di 6 anni nella scuola calcio della Colligiana, quando ancora era al mitico “campo vecchio” di Colle. Erano gli anni in cui c’erano ancora i miti dei numeri, se eri il fantasista avevi il 10 il centravanti aveva il 9 il mediano quello grosso che faceva legna aveva l’8 se eri il mancino d’attacco avevi l’11, a me fu assegnato il 7 e facevo l’esterno destro. Mi sono affezionato da subito a questo numero anche perché agli inizi ero un po’ scoordinato nei movimenti e il grande “Mino” mister scomparso ma sempre  nel cuore di tutti i ragazzi del 1980, mi diceva sempre “Ti ho trovato proprio il numero adatto, sei torto come un 7” a me piaceva più pensare che poi, alla fine, se ci si pensa  bene il 7 rappresenta proprio il movimento che che deve fare un esterno allargarsi per poi tagliare e buttarsi al centro. 

Passano gli anni e arrivo al settore giovanile dello Staggia, società che in quegli anni vantava uno dei migliori settori giovanili della zona, ma il grande salto in prima squadra lo faccio con la Casolese, con il ds Marrucci e il purtroppo altro scomparso mister Scarpellini, altro nome caro a tutti i giocatori che hanno avuto il piacere di conoscerlo. 

Ero arrivato nel calcio che conta, il sogno che avevo da bambino di esordire in prima squadra si stava per realizzare, il numero 7 era sulle spalle di un’altro mio compagno più bravo di me ma ero li, esattamente dove volevo e andava bene così. 

Purtroppo la mia “carriera” calcistica ha conosciuto qualche infortunio di troppo e purtroppo anche abbastanza gravi, da tenermi fermo 3/6 mesi. Per questo ho cambiato molte società, spesso venivo dato in prestito, per vedere un po’ come le mie ginocchia scricchiolanti avrebbero reagito. 

Contemporaneamente ai miei impegni calcistici e al recupero dei miei infortuni mi appassionai  all’idea di fare l’allenatore, iniziando dal calcio a 7 Uisp. Le prime squadre erano create dal niente, con ristoranti o bar che facevano da sponsor, e le prime cavie come giocatori gli amici di sempre, quelli con cui  condividevi tutto e mangiavi pane e pallone insieme, e anche lì a studiare.  

Il punto più alto della mia “carriera” se così si può dire, e stata la stagione 2011/2012 con il mio arrivo al San Donato Tavarnelle in eccellenza, dove collezionai 7 presenze prima di un altro brutto e lungo stop. Con il calcio a 7   ci siamo tolti delle grande soddisfazioni, quell’anno vincemmo il campionato, la coppa provinciale e andammo alle regionali ancora vincendo e  alle nazionali ci siamo tolti comunque qualche bella soddisfazione, era la squadra del  peperoncino cafe’, un gruppo di ragazzi che non dimenticherò mai, il primo successo da allenatore, la prima coppa alzata al cielo. 


L'inizio di una bella carriera.


Pensai seriamente al ritiro dal calcio giocato, a soli 32 anni avevo collezionato troppi infortuni e andai a bussare alle porte della società che mi aveva cresciuto, ovvero la Colligiana, per fare l’istruttore di scuola calcio dove proprio quell’anno la società si affiliò al progetto Milan accademy da lì iniziai a studiare sodo, un conto è essere stato un giocatore un conto era insegnare calcio. 


Milan academy


Poi un grande amico anche oggi nel presente, Paolo Bravi, mi segnalò al presidente Gianni Quercioli del "Luigi Meroni" come un giovane allenatore di belle speranze con idee nuove, e l’anno dopo sono alla guida proprio del Luigi Meroni in terza categoria, il mio esordio a torre Fiorentina fu indimenticabile, un ragazzo di 32 anni alla guida di persone più grandi di me.


al Luigi Meroni.


Dopo l’esperienza amatori, scuola calcio e categoria,  non mi rimaneva che decidere cosa fare, e scelsi la cosa più ovvia, che ti mette di fronte il regolamento FIGC, tesserarmi per una società e fare scuola calcio e tenermi gli amatori Uisp con i quali nel frattempo passammo a 11, perché gli amici erano aumentati, e sempre come allenatore perché la paura di farsi male giocando era tanta, il portiere non lo sapevo fare, il più scassato ero io, e quindi “Ale te fai l’allenatore”.


Come da calciatore, anche da istruttore scuola calcio giro molte società, e nuove affiliazioni con società professionistiche come Empoli e Atalanta. Volevo apprendere e imparare, e quindi dopo Colligiana e Gracciano mi ritrovo al Valentino Mazzola, altro tempio del calcio per scuole calcio e settori giovanili. 



Ale coi suoi piccoli calciatori.



Sembrava tutto andare per il meglio, in pochissimo tempo mi ero affermato come istruttore di scuola calcio, sembravo capirci qualcosa anche nell’11 negli amatori, mi documentavo e facevo corsi uscendo anche fuori regione, fino ad arrivare a Novara, pensa, dove conosco per la prima volta il calcio femminile di prima mano e non solo per sentito dire.

Che spettacolo, fu amore a prima vista, ma come ti dicevo, sembrava andare tutto bene, poi con lo stesso rumore di un quadro che cade in piena notte, arriva la notizia della malattia di mia mamma fino alla sua scomparsa. Ti crolla un mondo addosso vedere spegnersi una persona giorno dopo giorno, e preferisco non andare oltre scusami. Il calcio per me fino al quel momento erano i sorrisi dei miei bambini, e le pacche sulle spalle dei miei ragazzi nell’amatori, ma se non potevo più sorridere di conseguenza come potevo fare calcio?


Ed ecco che ancora il mio grande amico Paolo Bravi arriva in mio soccorso, a lui devo molto, mi fa parlare con un dirigente del Cral mps o meglio mi convince e mi ci porta di forza, il responsabile era Claudio Peluso, tutt’oggi responsabile della sezione calcio Cral mps, e mi dice che ci sarebbe la possibilità di fare il secondo  in terza categoria con il Siena Nord di Massimo Pascuzzo e di dare una mano agli amatori del Cral mps di Vincenzo Meini.

 Dopo varie riflessioni e bevute con gli amici eccomi di nuovo in pista, o meglio in campo, partecipando a tornei, mini campionati e quant’altro sento che manca qualcosa, sono i miei bambini, quella gioia del calcio che nelle squadre dei grandi si è persa un po’. Ed eccomi di nuovo nelle scuole calcio, fra il sorriso dei miei bambini e alla fine del 2014 mi ritrovo in una società di quartiere di Siena  l’Alberino, e così  a una cena della società sono vicino a tavola con Anna Mancuso, oggi in forza al Badesse, mi parla di una squadra di calcio a 5 femminile, e che avrebbe bisogno di una mano, sia per il campo che per la preparazione dei portieri, ancora questo femminile, ancora questo treno che si ripresenta e questa volta deciso di salire, mai scelta fu più azzeccata, ad Anna devo tantissimo se oggi sono quel che sono nel femminile, mi ha insegnato come gestire un gruppo di donne scalmanate e di come tirare fuori il meglio da loro stesse. Dopo ottimi risultati parte l’annata 2017/2018 quella che per tutta la vita ricorderò come la stagione da incorniciare quella della svolta, per  impegni di lavoro di Anna mi cede il timone dell’Alberino ma è grazie agli ottimi risultati della precedente stagione se il telefono squilla e c’è un paese fuori Siena, Buonconvento, che riparte con la squadra amatoriale, con forti ambizioni; ma la telefonata che non ti aspetti e ancora quella di Claudio Peluso, con l’incarico d’affidarmi la nazionale italiana femminile della Montepaschi. Penso di non aver dormito per 2 notti; in soli pochi anni, essere un allenatore già preso in considerazione per tali incarichi è un'emozione straordinaria. 


Nell’Alberino, dopo gli ottimi risultati come preparatore dei portieri e secondo appunto di Anna Maria Mancuso, il tandem si inverte, Anna tornando al calcio giocato e io come primo allenatore, di una squadra allestita e vocata per puntare alla vittoria. E così è, dopo gli anni di sacrifici di Anna che ha spianato la strada per il successo, e toccato a me portare il primo titolo storico nella società Alberino, ma il grande merito va ad Anna e a tutte le ragazze di quella squadra soprannominata poi la “corazzata alberino” che poi ben figurò alle regionali ma soprattutto alle nazionali ottenendo un terzo posto.


Corazzata Alberino.


Contemporaneamente, a Buonconvento nell’anno della rinascita del movimento calcistico sfioriamo il piazzamento play off della promozione di soli 2 punti, con il rammarico di non esserci entrati, ma con la soddisfazione che come primo anno avevamo fatto un piccolo miracolo.


Buonconvento.


Ma i miei impegni non erano finiti, e quando tutti iniziano a godersi le meritate vacanze io invece sono già a lavoro sulla nazionale MPS, e come davvero in una favola quell’anno chiudo la stagione con un titolo italiano e un titolo europeo grazie a una squadra fantastica e a uno staff meraviglioso. 


Nazionale MPS nel 2017




La stagione 2018/19 inizia su le ali dell’entusiasmo della precedente considerato chiuso il mio ciclo all’Alberino si apre un nuovo capitolo, quello di portare per la prima volta il femminile nella società del Castellina scalo, spostandoci sulla uisp Firenze, campionato di primo livello, non ti nascondo le ansie e le paure iniziali di confrontarsi con realtà del calcio a 5 femminile con società esperte e ben organizzate. Ma la forza di un gruppo sta nel fatto che quando ti poni un obiettivo fa di tutto per raggiungerlo, e fummo campioni provinciali. E con la nazionale? Beh, bi-campioni italiani e bi-campioni europei per la seconda volta consecutiva. (NB; CHAPEAU!!!!)


Un super trofeo meritato.



Ed eccoci finalmente ai giorni nostri, alla stagione 2019/20 che nel mio cuore non verrà ricordata solo come la stagione del covid ma per un altro grande avvenimento della mia vita, dopo la conclusione della stagione vincente con il Castellina scalo per la società era tempo di cambiare, così inspiegabilmente mi ritrovai a “spasso”...ma grazie alla forte amicizia nata con Enea Cosentino mister delle Radiattive calcio a 5 femminile di Radicondoli vengo chiamato per collaborare con lui nel progetto, come lo stesso Enea è un mio collaboratore nella nazionale. La società del comune di Radicondoli era giovane, fondata solo da due anni e formata per la maggioranza da ragazze del posto e quasi tutte senza esperienze calcistiche. Il progetto mi allettava, e quindi accettai,  non dimenticherò mai quel momento perché al telefono mi arrivo’ di tutto; messaggi, vocali, telefonate di cosa ci andrebbe a fare uno come me in una squadra da 6 punti a campionato, ma volevo zittire quelle voci, volevo rimettermi in gioco, volevo dimostrare a tutti il mio vero valore, e ho conosciuto un gruppo mai così bello,unito, avevo e ho finalmente trovato “casa” , la mia famiglia, la famiglia Radiattiva!

 Il lavoro comincio’ molto presto, e iniziò da subito a dare i suoi frutti, ma ci fu un’altra bellissima sorpresa a allietare l’estate 2019, verso fine agosto arrivo’ la chiamata di Gianluca Fineschi di entrare nel progetto Badesse, avendo bisogno di un preparatore atletico, e con le mie conoscenze migliorare la tecnica delle ragazze. Fu una bellissima novità per me, qualche giorno per pensarci e una settimana dopo sono già a Uopini, per l’inizio della preparazione. Quindi fra una partita delle Radiattive, dove continuavano a fare passi da gigante, perché dopo un avvio di coppa provinciale con ben due sconfitte e un pareggio in campionato, iniziarono ad arrivare le prime vittorie, caspita era incredibile non riuscivo a credere ai miei occhi, tutta quella dedizione e attenzione verso uno sport verso quel pallone io per la prima volta l’ho vista solo con queste ragazze, e con Enea poi e stata un’intesa fulminea, imparavamo l’uno dall’altro, era incredibile!  Nonostante l’avvento del covid il nostro campionato riesce comunque a terminare con le Radiattive al quarto posto, degno coronamento di una stagione straordinaria.


Le straordinarie Radiattive, una squadra che spero di farvi conoscere meglio.



Intanto a Badesse prosegue una preparazione dura e ferrea, e rimango stupito da quello che queste ragazze riescono a darmi, sulla preparazione ho impostato tutt sull’arma vincente del campionato disputato e fermato ahimè dall’avvento del covid, cercare di sovrastare l’avversario sulla parte atletica, anche per limare il gap tecnico, e questo mix mischiato a una grande forza di rivalsa fece togliere non poche soddisfazioni alla squadra. 


Il 2019 non ha visto alzare coppe e trofei, anche con la nazionale perdemmo sia la finale italiana e la finale europea, ma eravamo arrivati in finale, e creato l’ennesimo gruppo in pochissimi giorni in pochissime ore, uno di quei gruppi che oggi è formato da molte ragazze del Badesse.




Tante di queste ragazze della nazionale MPS ora giocano nel Badesse; Riconosciamo tra le altre Linda Di Gasparro, Anna Maria Mancuso, Jessica Caligiore, Debora Velvi, Maddalena Borri e Alessandra Massaro, e la consulente sanitaria Federica Pierini accanto ad Alessandro.

 

E arriviamo alla fine del mio lungo racconto con la stagione corrente, con il covid che purtroppo si sta ripresentando,  che minaccia ancora pesantemente e condiziona il mondo del nostro sport, ma nonostante gli strascichi il calcio vuole ripartire, e l’intenzione c’è in tutte le ragazze, attuando protocolli, autocertificazioni, nonostante tutto, siamo pronti ai nastri di partenza per una grande nuova avventura, e allora come non ringraziare queste ragazze, ma soprattutto Omar devo ringraziare una donna in particolare; mia moglie Noemi, senza di lei oggi non sarei niente nel calcio, spesso e lei che mi spinge ad andare avanti e io cerco di farlo nei migliori dei modi, collaborando con il gruppo affinché sia sempre il nostro uomo in più in campo. E allora avanti tutta, TESTA CUORE E GAMBE. 

Badesse 2020/2021


Ok, giusto per aggiungere una chiusura riprendo la parola... se qualcuno non si è emozionato con questo racconto allora veramente si cerchi un altro blog da leggere, perchè non saprei cosa altro dare di più. Alessandro, avremo tanta strada da fare insieme, perchè io il Badesse non lo abbandonerò mai, almeno fino a che ci siete persone come te, Federica, il cap Benedetta e tutte le fantastiche ragazze della rosa, ma credo che non ci verremo a noia, vedo nel nostro orizzonte, specialmente alla fine di tutto il casino Covid, grandi partite, grandi bevute e grande passione, perchè nel calcio vincere non è l'unica cosa che conta, è divertirsi e partecipare l'unica cosa che conta, e quando si trovano persone come te conta il viaggio, non la meta. Grazie per tutto Alessandro, hai gettato il cuore in ogni tua parola, credo che ogni squadra che ti ha avuto sia stata fortunata, e ora tra Badesse, Radiattive, nazionale MPS tutto è li che ti aspetta, la tua, la vostra, la nostra passione durerà più della pandemia, si toglierà dalle palle prima il virus, noi saremo sempre sul pezzo e tutto ricomincerà a pieni giri. Grazie per tutto quello che hai fatto, che fai e che farai per il calcio e le ragazze, e a prestissimo.




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