FIORENTINA; Ohrstrom , Agard, Arnth, Philtjens,
Cordia, Parisi, Adami, Thogersen, Lazaro, Bonetti, Mauro
HELLAS VERONA; Gritti, Ledri, Perin, Zanoletti,
Mella, Solow, Bardin, Sardu, Baldi, Cantore, Glionna
Dopo tre post introduttivi indispensabili per
dare inizio al romanzo delle Women’s e
della serie A che si cercherà di narrare in questo blog, arriviamo al calcio
giocato, all’ultima partita ancora fresca di gioco.
Premessa; avrei voluto aprire questo mio spazio
virtuale già a settembre, me lo hanno impedito alcune vicissitudini a livello
personale, ma per la pausa natalizia analizzerò anche le prime partite, per chi
si fosse perso i primi entusiasmati capitoli della stagione. Chiedo venia quindi
per il relativo ritardo, saprò farmi
perdonare.
Dunque, veniamo alla palpitante partita di
sabato 23, in una plumbea giornata novembrina col rischio incombente della
pioggia.
Arrivo al Bozzi piuttosto presto, saluto le
ragazze del Viola club go women’s , altre persone con le quali ormai ci si
riconosce e ci si saluta (il calcio pulito unisce). Le gigliate sono già in
campo per il riscaldamento, e dopo pochi minuti entrano anche le veronesi,
l’ora del fischio d’inizio si avvicina.
Le due squadre si preparano a dare battaglia
Si sa, non c’è Alia, non è una sorpresa, ma il
mister Cincotta, per ovviare ad altre pesanti assenze (mancano sia la Breitner
che la Mascarello, le nostre dighe di centrocampo) sistema Greta Adami
arretrata davanti alla difesa e si inventa Paloma Lazaro esterna sinistra, una
scelta che si rivelerà azzeccatissima.
Prima del fischio d’inizio bella iniziativa
comune a tutti i campi della A, con due ragazzi che scendono in campo insieme
alle calciatrici e donano alle capitane un narciso, per commemorare la giornata
contro la violenza sulle donne, tra gli applausi sinceri del pubblico.
Fin dalle prime battute si capisce che la gara
è in mano alle nostre ragazze; tutti aspettiamo il primo goal di Ilaria Mauro,
la nostra bomber tornata finalmente titolare dopo i problemi alla schiena che
le hanno dato fastidio per mesi, e, dopo l’incredibile sfortuna di Bari dove la
palla non voleva entrare quasi di proposito, al minuto 8 la stessa Mauro, con un colpo di tacco
all’indietro pennellato da Renoir e rifinito da Monet, appoggia verso Greta Adami che con un delizioso tocco serve
ancora la nostra bomber; la Perin sembra in vantaggio ma cicca il
retropassaggio di testa al portiere (errore, si, ma avere Ila che ti alita sul
collo non deve essere il massimo del relax per un difensore) la velocissima
Mauro la brucia e scavalca Gritti in disperata uscita con un pallonetto che dopo
qualche interminabile secondo entra
lambendo il palo più lontano, facendo esplodere di gioia la nostra Ilaria e
tutti noi. Per lei viene intonato nientemeno il coro che ai tempi veniva
dedicato al grande Batistuta; “M’innamoro solo se, vedo segnare la Mauro, corri
alla bandierina, bomber della Fiorentina”.
Le ragazze viola, con grande tenacia, cercano
di battere il ferro finché e caldo; la reazione veronese è timidissima, ogni loro
azione viene sventata dall’accorta difesa e i palloni portati in avanti a
velocità boltiana da una scatenata, anche se imprecisa, Thogersen.
Meglio, molto meglio in quanto a piedi educati,
la nostra meravigliosa Paloma (vi avverto; ho un debole per lei) che dopo aver preso possesso per usucapione della
fascia sinistra al minuto 35 si inventa
un arcobaleno di cross che sia Mauro che Bonetti si precipitano a ribadire in
porta; avrà la precedenza l’uragano Ilaria, che trafiggerà l’incolpevole Gritti
calpestando nel mentre la malcapitata Tatiana,
che poi avvolgerà in un liberatorio abbraccio. Doppietta e nuova esultanza
collettiva, veronesi alle corde. Il primo tempo finisce nell’euforia, con Ila
che, goleador gentile e molto corrispondente coi tifosi, ci ringrazia sentitamente
per il calore mostratole.
Gioia da bomber (fonte; violapresses)
La seconda frazione inizia sulla falsariga
della prima, e le viola, al minuto 49,
scoprono di avere in squadra una insospettata assistwoman; Stephanie Ohrstrom, che
con un formidabile lancio lungo serve Tatiana Bonetti che, complice l’incerta
uscita di Gritti, con il suo magico, aureo sinistro inventa un pallonetto di
tale rotonda perfezione che per un istante la cupola del Brunelleschi si
materializza al Bozzi. 3-0 e tutti al settimo cielo.
Bene, la partita a questo punto è conclusa, c’è
solo da amministrare il risultato e via.
No.
No, perché come con la Sangi e con il
Tavagnacco, quando questa squadra chiude troppo presto una partita poi
semplicemente smette di giocare. Forse pensando già alla Juve, forse volendo
risparmiare energie, fatto sta che pian piano tutte le giocatrici escono dal
vivo della manovra, e il pallino passa all’Hellas, che è si una squadra in
grossa difficoltà, ma ha tra le sue fila Benedetta Glionna.
Benedetta Glionna incita alla rimonta (fonte; hellas1903.it)
Chi è Benny Glionna? Oh, nessuna di cui
preoccuparsi, solo il miglior giovane talento offensivo del calcio femminile
italiano assieme a Gloria Marinelli, l’unica vera erede all’orizzonte di
Barbara Bonansea, per classe, finezza del tocco di palla e senso del goal. E’
già proprietà juventina (e ti pareva) mandata a farsi le ossa in provincia per
tornare poi in bianconero presumibilmente
da titolare inamovibile. In pochi tra il pubblico avevano cognizione della sua
reale pericolosità, io che invece la conoscevo e ne ero stato impressionato
nella partita contro l’Inter, ero semplicemente terrorizzato ogni volta che le
arrivava palla. La Glionna, minuta e delicata (all’apparenza) sembra poi dare
il meglio di se con difensori alte e rocciose; quelle dell’Inter, gente come la
Debever e la Auvinen, se le è bevute come acqua fresca, e come le è stata
lasciata un poco di iniziativa ha iniziato mandare fuori giri anche le nostre
centrali, e al minuto 64 con un perfetto
taglio sul suggerimento di Solow lascia partire un implacabile sinistro
sul quale nulla può la nostra Stephanie. 1-3, le veronesi si scaldano. Dopo una
paratona di Gritti su punizione di Parisi spizzata di testa dall’appena
subentrata Lisa de Vanna le scaligere, su calcio di punizione, all’ottantesimo trovano
il goal del 2-3 con un altro sinistro
dal limite, stavolta di Pasini, che si coordina e sfrutta alla grande una
respinta piuttosto maldestra di Agard.
Fortunatamente, con lo spettro di una rimonta
che sarebbe stata uno shock psicologico, e con noi tifosi frastornati che
comunque cercavamo di incitare le nostre beniamine, la Fiorentina pian piano
ricomincia a giocare, e al minuto 88 su un ribaltamento di fronte la sempre combattiva De
Vanna serve l’altra subentrata Vigilucci che viene letteralmente asfaltata in
area da Ledri, procurando il più netto
dei rigori. Va sul dischetto Parisi, e calcia alla Jorginho, ossia guardando il
portiere fino all’ultimo per vedere quale parte sceglie e piazzandola, con tocco lento ma inesorabile, dove non può più
arrivare. 4-2, novantesimo alle porte, tutti di nuovo felici. Ma le ragazze
dell’Hellas, in pura trance agonistica, cercano comunque un altro goal,
che si sarebbero meritate per la grinta
e l’abnegazione mostrate; in un recupero di fuoco Benedetta Glionna con un
tocco al volo di eterea irrealtà colpisce il palo dell’anno, e un minuto dopo
un rabbioso siluro dell’altra bianconera in prestito Sofia Cantore costringe
Ohrstrom a mandare la palla sulla traversa. Pensate se fossimo stati ancora sul
3-2, c’era da sentirsi male sugli spalti.
Al fischio finale gioia mista a sollievo, come
quasi sempre in questa stagione; tranne a Bari, vittorie che potevano essere
nette e tranquille sono diventate faticose, incerte, soprattutto a causa di
questi sconcertanti cali di tensione che lasciano la squadra in balia di
avversarie decisamente inferiori. Ragazze, mister,non temete, non ci si annoia
a vedervi vincere con un risultato bello rotondo, ci fa piacere, facciamo anche
a meno di “divertirci a soffrire” negli ultimi minuti, non siamo giovani e
atletici come voi, l’adrenalina ci fa male.
In ogni caso, una partita bellissima, un sano e
incantevole pomeriggio di calcio, e altri tre punti in classifica per le nostre
ragazze, che ci permetterebbero, in caso di vittoria nello scontro diretto
(sognare è lecito e gratuito, e io alle
ragazze do sempre fiducia) di agganciare la Juventus in vetta.
LE ALTRE PARTITE
EMPOLI LADIES – FLORENTIA SAN GIMIGNANO 0-0
Gianni Brera diceva che in fondo lo zero a zero
è il risultato perfetto. Personalmente concordo solo in parte, le reti bianche
sono sinonimo di bel calcio quando entrambe le squadre hanno lottato fino alla
fine e lo spirito di gruppo ha prevalso sul genio individuale. Questo derby
toscano è stato combattuto e ben giocato dall’inizio alla fine, e i migliori in
campo sono stati i portieri, con la stupenda Rachele Baldi che para anche i
moscerini che provano a invadere lo specchio della porta e una Tampieri
reattiva ed esplosiva nelle uscite.
TAVAGNACCO – INTER WOMEN 0-2
Maramaldeggiano le neopromosse nerazzurre sul
campo della nobile decaduta Tavagnacco, tristemente penultima con zero vittorie
all’attivo. Lo fa con una prestazione finalmente senza alcuna sbavatura e con
due reti splendide, il missile terra-aria di Tarenzi e il pallonetto capolavoro
di Gloria Marinelli.
OROBICA – PINK BARI 1-3
Notte fonda per la povera orobica, fanalino di
coda con un solo punto, che dopo un avvio spumeggiante subisce la rimonta
pugliese con la doppietta di una Noemi Manno in grande spolvero. Per le
bergamasche urge un cambio di rotta.
MILAN – SASSUOLO 1-0
Dopo la grande rimonta contro la Juventus, le
rossonere, forse un poco stanche, non vanno oltre la vittoria di misura contro il
sempre combattivo Sassuolo. Goal del difensore Sandra Zigic, ancora a secco l’attacco,
con una Giacinti un filo appannata che si spera ritrovi presto la sua migliore
vena, campionesse come lei sono un patrimonio del calcio italiano.
ROMA – JUVENTUS 0-4
Una Juventus praticamente perfetta domina dall’inizio
alla fine imponendosi, con un risultato anche troppo severo ma indiscutibile,
sull’appannata Roma, al secondo ko di fila che ne ridimensiona notevolmente le
ambizioni. Martina Rosucci realizza un goal ancora più bello di lei, il che è
tutto dire.