sabato 30 novembre 2019

VERSO JUVENTUS - FIORENTINA



I big match cominciano molto prima del fischio d’inizio; cominci a sentire l’emozione già al giovedì, quando la settimana comincia a volgere al termine, i primi raggi di sole del weekend appaiono all’orizzonte. Via via che si avvicina il calcio d’inizio cerchi in rete e in te stesso/a buone notizie, motivazioni, qualcosa che ti faccia sperare.

Lo sguardo sicuro di Stephanie Ohrstrom rassicura anche noi (fonte; pagins fb Fiorentina Women's)


Di notizie buone a dire il vero sulle prime si fatica a trovarne;  giovedì scorso Francesca Durante è stata sottoposta a un intervento alla spalla che già le dava problemi da settimane, e ci vorrà ancora del tempo per la convalescenza e la riabilitazione. Lo so, per fortuna abbiamo Stephanie Ohrstrom e la porta è al sicuro, ma con tutta la simpatia (tanta) che provo per la nostra portierona scandinava per me la Durante tra qualche anno sarà il miglior portiere italiano, sulle uscite deve ancora affinarsi ma tra i pali è un prodigio assoluto (ma parlerò dettagliatamente dei portieri viola in un post che uscirà a breve) .

Anche Alia ahinoi come previsto non ci sarà, quel maledetto infortunio con la Georgia a risultato già blindato (ma perché sei cosi generosa da lottare su ogni pallone anche sul 6-0? Perché?) ci sta privando della nostra leader ancor più a lungo di quanto si potesse immaginare.
Però c’è da dire una cosa bella; senza Alia le ragazze hanno comunque messo insieme due vittorie, dimostrando fortunatamente di non essere Guagni-dipendenti, un gruppo vero, compatto e armonico, non può prescindere da una sola giocatrice, anche se è la leader carismatica.

Note liete; Ilaria Mauro e Alice Parisi. Sono tornate in forma, hanno segnato entrambe contro il Verona, stanno bene. Tatiana Bonetti è in un momento di grazia assoluta, il nostro attacco fa paura, credo che attualmente giri ancora meglio di quello Juventino. E poi Paloma, se il mister Cincotta continuasse a darle fiducia sulla fascia potrebbe ancora fare la differenza.
 Si, abbiamo la tremenda difesa della Juve che non regalerà niente, ma la Fiorentina gagliarda e tenace vista col Milan può perlomeno cercare il pari, che sarebbe già oro in trasferta. Per me quella con le rossonere resta  la partita migliore della stagione fino ad adesso, nella quale dopo la disastrosa supercoppa  la squadra ha saputo tenere testa a un avversario più in forma e soprattutto a non avere quegli sconcertanti cali di tensione che invece si sono manifestati con le squadre meno blasonate.

E poi è bello rivedere nella lista delle convocata Marta Mascarello, che finora si è vista poco causa infortuni ma con il Milan, lanciata titolare da Cincotta, ha fatto una gara semplicemente strepitosa; diga di centrocampo, ha annullato quello delle rossonere, non proprio le ultime arrivate. Non aveva ancora i 90 minuti, ma fino a che ce ne ha avute è stata la migliore in campo, e infatti il Milan ha cominciato a crescere quando lei ha rallentato. Speriamo che stia bene, perché senza la Breitner ci farebbe di un comodo….

Chi è favorita? Ovviamente la Juventus, perché è prima, perchè in campionato non ha ancora perso, perché ha tutti i pronostici dalla sua, pure troppo, e quando una squadra è oltremodo favorita rischia poi di sentire la pressione, quello che da tifoso viola ovviamente mi auguro che succeda. E’ vero che le bianconere non sono a punteggio pieno solo grazie al colpo di testa di Francesca Vitale (in una partita che comunque, con un simile campo acquitrinoso,è stata falsatissima e non andava neppure giocata, e non ha detto niente dell’effettivo valore delle due rose messe a confronto) ma è anche vero che con Empoli e Sangi hanno faticato più del previsto, che la Girelli dopo la sosta nazionale ha un poco rallentato la sua media goal, che si, rientra la Bonansea ma ancora non è ancora al top della forma, anche se mi farebbe già paura in stampelle e bendata.

L’unica cosa da non fare è ripetere la sciagurata prestazione della supercoppa, per me l’unica gara veramente toppata della stagione fino a adesso (con la Roma tanta sfortuna, con l’Arsenal abbiamo  giocato contro delle marziane ) cannata proprio a livello tattico da Cincotta e a livello mentale dalle ragazze, che hanno girato 90 minuti per il campo senza sapere cosa fare, non le avevamo mai viste le nostre così spaesate.

Ma non penso che sia più quella Fiorentina, credo al mister e alla calciatrici quando dicono che sarà una gara del tutto diversa. La squadra è cresciuta, ha acquistato identità e coesione, alcuni esperimenti di Cincotta hanno pagato, è stato un mese di novembre positivo e se ci fosse in campo Alia  si sarebbe potuta considerare  una sfida da 50 e 50. Senza la nostra capitana la bilancia pende leggermente dalla parte delle bianconere, ma io in questa Fiorentina ci credo, tornerò a casa da San Gimignano dopo aver applaudito Giulia Orlandi per l’ultima volta e mi sintonizzerò su Sky con tutta la fiducia di questo mondo. Forza ragazze, forza Fiorentina Women’s.

venerdì 29 novembre 2019

GIULIA ORLANDI LASCIA IL CALCIO GIOCATO.




Un fulmine a ciel sereno. Non sapevo niente ed è sull'onda della commozione e del rispetto che scrivo queste parole,commozione perché la serie A perde una protagonista e una calciatrice che ha scritto pagine di storia, rispetto per le scelte che ognuno di noi è giusto che faccia senza guardarsi indietro.

Avevo annunciato che avrei parlato spesso, in questo blog, anche della Florentia San Gimignano, la mia seconda squadra del cuore. Speravo di farlo per un qualcosa di più allegro, tipo una bella vittoria domani contro il Milan, ma come annunciato dalle pagine social della stessa Florentia Giulia Orlandi, la prima storica capitana della Fiorentina Women’s e con 248 presenze totali la seconda di sempre proprio dietro Alia (ma nel Firenze, prima che diventasse poi Fiorentina con la rifondazione del 2015, ha più presenze della nostra attuale capitana, 212 contro 195) tuttora figura molto amata da noi tifosi viola, ringrazia tutti e annuncia l’addio al calcio giocato.

Giulia Orlandi in viola (fonte; fiorentina.it)


Fiorentina, come Alia Guagni, undici anni in maglia viola e poi, dopo un anno a Empoli, dal 2018 colonna della squadra più vicina  al capoluogo toscano, la nostra amica-rivale, la città contro la provincia, prima biancorosse poi neroverdi, prima a Tavarnuzze poi a San Gimignano. Giulia Orlandi non si è mai calcisticamente spostata dalla Toscana di terra,  ne ha vissuto i campi, le zolle,le stagioni, gli umori. Con il suo carisma ha fatto la storia del calcio femminile, ha iniziato in un periodo ancora quasi pionieristico per fermarsi proprio adesso che il governo si sta svegliando con le prime timide proposte di professionismo, e se le ragazze di oggi potranno un domani avere un contratto regolare e costruirsi un futuro sul calcio lo dovranno anche a Giulia e a tutte coloro che hanno mantenuto alto il livello del calcio femminile, dando quantità ma anche qualità, senza la quale davvero nessun alto papavero si sarebbe interessato alle donne che  giocano a calcio. E anche questa Sangi, giovane e ruspante, credo che perda molto con il suo addio, un capitano così carismatico è fondamentale per le dinamiche di spogliatoio.

Giulia con la bella maglia neroverde della Sangi (fonte;florentiasangimignano.it)


Nel suo palmares personale figura lo storico scudetto della Fiorentina Women’s del 2016-2017, la Coppa Italia vinta nello stesso magico anno e anche un campionato di A2 nel 2009-2010, quello del Firenze retrocesso e poi tornato subito nella massima serie. In pratica, ha vinto molto di quello che era possibile vincere in Toscana  negli ultimi anni.

Che altro dire? Grazie di tutto Giulia, io e tanti altri tifosi della Fiorentina ti abbracciamo con affetto augurandoti il meglio per il futuro.

mercoledì 27 novembre 2019

FIORENTINA WOMEN'S - HELLAS VERONA WOMEN 4-2





FIORENTINA; Ohrstrom , Agard, Arnth, Philtjens, Cordia, Parisi, Adami, Thogersen, Lazaro, Bonetti, Mauro

HELLAS VERONA; Gritti, Ledri, Perin, Zanoletti, Mella, Solow, Bardin, Sardu, Baldi, Cantore, Glionna


Dopo tre post introduttivi indispensabili per dare inizio al romanzo delle Women’s  e della serie A che si cercherà di narrare in questo blog, arriviamo al calcio giocato, all’ultima partita ancora fresca di gioco.
Premessa; avrei voluto aprire questo mio spazio virtuale già a settembre, me lo hanno impedito alcune vicissitudini a livello personale, ma per la pausa natalizia analizzerò anche le prime partite, per chi si fosse perso i primi entusiasmati capitoli della stagione. Chiedo venia quindi per  il relativo ritardo, saprò farmi perdonare.

Dunque, veniamo alla palpitante partita di sabato 23, in una plumbea giornata novembrina col rischio incombente della pioggia.
Arrivo al Bozzi piuttosto presto, saluto le ragazze del Viola club go women’s , altre persone con le quali ormai ci si riconosce e ci si saluta (il calcio pulito unisce). Le gigliate sono già in campo per il riscaldamento, e dopo pochi minuti entrano anche le veronesi, l’ora del fischio d’inizio si avvicina.


Le due squadre si preparano a dare battaglia


Si sa, non c’è Alia, non è una sorpresa, ma il mister Cincotta, per ovviare ad altre pesanti assenze (mancano sia la Breitner che la Mascarello, le nostre dighe di centrocampo) sistema Greta Adami arretrata davanti alla difesa e si inventa Paloma Lazaro esterna sinistra, una scelta che si rivelerà azzeccatissima.

Prima del fischio d’inizio bella iniziativa comune a tutti i campi della A, con due ragazzi che scendono in campo insieme alle calciatrici e donano alle capitane un narciso, per commemorare la giornata contro la violenza sulle donne, tra gli applausi sinceri del pubblico.


Fin dalle prime battute si capisce che la gara è in mano alle nostre ragazze; tutti aspettiamo il primo goal di Ilaria Mauro, la nostra bomber tornata finalmente titolare dopo i problemi alla schiena che le hanno dato fastidio per mesi, e, dopo l’incredibile sfortuna di Bari dove la palla non voleva entrare quasi di proposito, al minuto 8  la stessa Mauro, con un colpo di tacco all’indietro pennellato da Renoir e rifinito da Monet, appoggia verso Greta Adami che con un delizioso tocco serve ancora la nostra bomber; la Perin sembra in vantaggio ma cicca il retropassaggio di testa al portiere (errore, si, ma avere Ila che ti alita sul collo non deve essere il massimo del relax per un difensore) la velocissima Mauro la brucia e scavalca Gritti in disperata uscita con un pallonetto che dopo qualche interminabile secondo entra lambendo il palo più lontano, facendo esplodere di gioia la nostra Ilaria e tutti noi. Per lei viene intonato nientemeno il coro che ai tempi veniva dedicato al grande Batistuta; “M’innamoro solo se, vedo segnare la Mauro, corri alla bandierina, bomber della Fiorentina”.
Le ragazze viola, con grande tenacia, cercano di battere il ferro finché e caldo; la reazione veronese è timidissima, ogni loro azione viene sventata dall’accorta difesa e i palloni portati in avanti a velocità boltiana da una scatenata, anche se imprecisa, Thogersen.
Meglio, molto meglio in quanto a piedi educati, la nostra meravigliosa Paloma (vi avverto; ho un debole per lei) che dopo aver preso possesso per usucapione della fascia sinistra  al minuto 35 si inventa un arcobaleno di cross che sia Mauro che Bonetti si precipitano a ribadire in porta; avrà la precedenza l’uragano Ilaria, che trafiggerà l’incolpevole Gritti calpestando nel mentre la malcapitata Tatiana, che poi avvolgerà in un liberatorio abbraccio. Doppietta e nuova esultanza collettiva, veronesi alle corde. Il primo tempo finisce nell’euforia, con Ila che, goleador gentile e molto corrispondente coi tifosi, ci ringrazia sentitamente per il calore mostratole.


Gioia da bomber (fonte; violapresses)


La seconda frazione inizia sulla falsariga della prima, e le viola, al minuto 49, scoprono di avere in squadra una insospettata assistwoman; Stephanie Ohrstrom, che con un formidabile lancio lungo serve Tatiana Bonetti che, complice l’incerta uscita di Gritti, con il suo magico, aureo sinistro inventa un pallonetto di tale rotonda perfezione che per un istante la cupola del Brunelleschi si materializza al Bozzi. 3-0 e tutti al settimo cielo.

Bene, la partita a questo punto è conclusa, c’è solo da amministrare il risultato e via.
No.
No, perché come con la Sangi e con il Tavagnacco, quando questa squadra chiude troppo presto una partita poi semplicemente smette di giocare. Forse pensando già alla Juve, forse volendo risparmiare energie, fatto sta che pian piano tutte le giocatrici escono dal vivo della manovra, e il pallino passa all’Hellas, che è si una squadra in grossa difficoltà, ma ha tra le sue fila Benedetta Glionna.


Benedetta Glionna incita alla rimonta (fonte; hellas1903.it)

Chi è Benny Glionna? Oh, nessuna di cui preoccuparsi, solo il miglior giovane talento offensivo del calcio femminile italiano assieme a Gloria Marinelli, l’unica vera erede all’orizzonte di Barbara Bonansea, per classe, finezza del tocco di palla e senso del goal. E’ già proprietà juventina (e ti pareva) mandata a farsi le ossa in provincia per tornare poi  in bianconero presumibilmente da titolare inamovibile. In pochi tra il pubblico avevano cognizione della sua reale pericolosità, io che invece la conoscevo e ne ero stato impressionato nella partita contro l’Inter, ero semplicemente terrorizzato ogni volta che le arrivava palla. La Glionna, minuta e delicata (all’apparenza) sembra poi dare il meglio di se con difensori alte e rocciose; quelle dell’Inter, gente come la Debever e la Auvinen, se le è bevute come acqua fresca, e come le è stata lasciata un poco di iniziativa ha iniziato mandare fuori giri anche le nostre centrali, e al minuto 64 con un perfetto taglio sul suggerimento di Solow lascia partire un implacabile sinistro sul quale nulla può la nostra Stephanie. 1-3, le veronesi si scaldano. Dopo una paratona di Gritti su punizione di Parisi spizzata di testa dall’appena subentrata Lisa de Vanna le scaligere, su calcio di punizione, all’ottantesimo trovano il  goal del 2-3 con un altro sinistro dal limite, stavolta di Pasini, che si coordina e sfrutta alla grande una respinta piuttosto maldestra di Agard.

Fortunatamente, con lo spettro di una rimonta che sarebbe stata uno shock psicologico, e con noi tifosi frastornati che comunque cercavamo di incitare le nostre beniamine, la Fiorentina pian piano ricomincia a giocare, e al minuto 88 su un ribaltamento di fronte la sempre combattiva De Vanna serve l’altra subentrata Vigilucci che viene letteralmente asfaltata in area  da Ledri, procurando il più netto dei rigori. Va sul dischetto Parisi, e calcia alla Jorginho, ossia guardando il portiere fino all’ultimo per vedere quale parte sceglie e piazzandola, con tocco lento ma inesorabile, dove non può più arrivare. 4-2, novantesimo alle porte, tutti di nuovo felici. Ma le ragazze dell’Hellas, in pura trance agonistica, cercano comunque un altro goal, che  si sarebbero meritate per la grinta e l’abnegazione mostrate; in un recupero di fuoco Benedetta Glionna con un tocco al volo di eterea irrealtà colpisce il palo dell’anno, e un minuto dopo un rabbioso siluro dell’altra bianconera in prestito Sofia Cantore costringe Ohrstrom a mandare la palla sulla traversa. Pensate se fossimo stati ancora sul 3-2, c’era da sentirsi male sugli spalti.

Al fischio finale gioia mista a sollievo, come quasi sempre in questa stagione; tranne a Bari, vittorie che potevano essere nette e tranquille sono diventate faticose, incerte, soprattutto a causa di questi sconcertanti cali di tensione che lasciano la squadra in balia di avversarie decisamente inferiori. Ragazze, mister,non temete, non ci si annoia a vedervi vincere con un risultato bello rotondo, ci fa piacere, facciamo anche a meno di “divertirci a soffrire” negli ultimi minuti, non siamo giovani e atletici come voi, l’adrenalina ci fa male.

In ogni caso, una partita bellissima, un sano e incantevole pomeriggio di calcio, e altri tre punti in classifica per le nostre ragazze, che ci permetterebbero, in caso di vittoria nello scontro diretto (sognare è  lecito e gratuito, e io alle ragazze do sempre fiducia) di agganciare la Juventus in vetta.



LE ALTRE PARTITE



EMPOLI LADIES – FLORENTIA SAN GIMIGNANO   0-0

Gianni Brera diceva che in fondo lo zero a zero è il risultato perfetto. Personalmente concordo solo in parte, le reti bianche sono sinonimo di bel calcio quando entrambe le squadre hanno lottato fino alla fine e lo spirito di gruppo ha prevalso sul genio individuale. Questo derby toscano è stato combattuto e ben giocato dall’inizio alla fine, e i migliori in campo sono stati i portieri, con la stupenda Rachele Baldi che para anche i moscerini che provano a invadere lo specchio della porta e una Tampieri reattiva ed esplosiva nelle uscite.

TAVAGNACCO – INTER WOMEN   0-2

Maramaldeggiano le neopromosse nerazzurre sul campo della nobile decaduta Tavagnacco, tristemente penultima con zero vittorie all’attivo. Lo fa con una prestazione finalmente senza alcuna sbavatura e con due reti splendide, il missile terra-aria di Tarenzi e il pallonetto capolavoro di Gloria Marinelli.

OROBICA – PINK BARI   1-3

Notte fonda per la povera orobica, fanalino di coda con un solo punto, che dopo un avvio spumeggiante subisce la rimonta pugliese con la doppietta di una Noemi Manno in grande spolvero. Per le bergamasche urge un cambio di rotta.

MILAN – SASSUOLO  1-0

Dopo la grande rimonta contro la Juventus, le rossonere, forse un poco stanche, non vanno oltre la vittoria di misura contro il sempre combattivo Sassuolo. Goal del difensore Sandra Zigic, ancora a secco l’attacco, con una Giacinti un filo appannata che si spera ritrovi presto la sua migliore vena, campionesse come lei sono un patrimonio del calcio italiano.

ROMA – JUVENTUS 0-4

Una Juventus praticamente perfetta domina dall’inizio alla fine imponendosi, con un risultato anche troppo severo ma indiscutibile, sull’appannata Roma, al secondo ko di fila che ne ridimensiona notevolmente le ambizioni. Martina Rosucci realizza un goal ancora più bello di lei, il che è tutto dire.

martedì 26 novembre 2019

LO STADIO DELLE WOMEN'S; IL GINO BOZZI, ANZI IL DUE STRADE





La particolarità di molti posti in Toscana è che sono conosciuti, tra la gente, con nomi del tutto diversi da quello ufficiale. Provate ad esempio ad andare a Pistoia a chiedere dov’è pur centralissima Piazza San Francesco. Sarete rimbalzati in giro per la città fino a quando non troverete, bontà vostra, un passante pietoso che vi deluciderà, perché per tutti i pistoiesi piazza San Francesco  è piazza Mazzini, è sempre stato così e sempre sarà.
E come per lo stadio, appena ho scollinato da via delle Campora ho chiesto a un ometto dove fosse il Bozzi, lui mi ha guardato strano, poi ha detto “Ma il du’strade?” perché un Toscano che è toscano la “e” finale di due non la pronuncerà mai, cosi come per noi il numero duecento è dugento, punto e basta.



Comunque bene o male ci arrivo, e questo stadio alla fine si chiama Gino Bozzi (ufficiosamente fin dal dopoguerra ma ufficialmente solo dal 2016 ), con tanto di insegna. Si trova nel quartiere 3, in via Stefano Borgonovo, un altro che a Firenze ricordiamo col cuore stretto, e il signor Gino Bozzi, ci informa una targa, era un partigiano, una delle tante vite spezzate da quella strega imbecille chiamata guerra.
E’ fine giugno, una giornata di quelle in cui veramente ti viene voglia di credere che il sole non tramonti mai, e subito parte in testa De Gregori, “sole sul tetto dei palazzi in costruzione, sole che batte sul campo di pallone…”. Lo stadio ovviamente è chiuso, anzi no, ci sono dei giardinieri a sistemare la siepe, dal parcheggio si vede qualcosa, uno spicchio di campo e di tribuna, i miei primi contatti con lo stadio delle nostre ragazze, che poi è anche quello della primavera maschile (quella femminile invece gioca al San Marcellino,  purtroppo per me dall’altra parte della città) e della squadra di eccellenza del Porta Romana, forse troppi piedi anche per un campo di erba sintetica.
Devo dirlo, non sarà la perfezione (una sola tribuna coperta, forse troppo poco) ma a me il Bozzi piace. Prima di tutto è veramente a Firenze, in una bellissima zona tra il Poggio imperiale e il Galluzzo, facilmente raggiungibile dal centro, non come il Milan che fa giocare le ragazze a Monza, o come la Juventus che gioca a Vinovo e le sue partite più importanti addirittura ad Alessandria e Vercelli, cosa che sinceramente non mi so spiegare. No, chi viene a vedere  la Fiorentina se la gusta all’ombra del campanile di Giotto, niente paura.
In questo stadio, però, da quella giornata di fine giugno sono riuscito a tornare ed entrare solo a inizio novembre, una giornata cupa perfetto contraltare di quella che ho appena raccontato, perché le prime due in casa della viola le ho saltate, per malattia e problematiche varie; ma la gara col Milan, roba per cuori forti e con Commisso e figlio in tribuna, è stato un battesimo degno. E avevo ragione, per qualche misterioso motivo, al Bozzi l’atmosfera è magica, è veramente un sentirsi a casa.
C’era gente, ma poteva essercene ancora di più. Un pubblico variegato, sia uomini che donne, ma pochi giovani e pochissimi bambini, a parte una, dolcissima, con il pallone ufficiale ACF Fiorentina che rincorreva, educata ma implacabile, le calciatrici con un pennarello indelebile per farselo griffare. Queste sono le immagini che vorremmo vedere sempre al Bozzi, perché credetemi, i bambini e le bambine ce li potete portare, è un ambiente caldo, sicuro, protetto, i cori sono simpatici, se scappa qualche parola colorita non lo sarà certo di più di tante che sentono a scuola o in casa. Può darsi che  in qualche scontro di vertice con rivali storiche a qualche spettatore un po’ di nervi possano scappare ( e con questo non giustifico, io con gli esaltati sono tollerante zero) ma non ci sono, e spero non ci saranno mai, le dinamiche potenzialmente  pericolose del calcio maschile. Il calcio femminile è una realtà in grande fermento, ha bisogno di noi tifosi che paghiamo il biglietto e sosteniamo il movimento, ma ancora di più ha bisogno di bambini che imparino il tifo pulito, e di bambine che si innamorino di Alia, di Ilaria, di Tatiana, di Greta, di Stephanie, di Paloma, di Frederikke e tante altre calciatrici formidabili che possono prendere a modello per quando cominceranno a tirare i primi calci al pallone. E perché no, lasciate che si innamorino anche di qualche avversaria, portatele a vedere la Giacinti, la Bonansea, la Bartoli, la Cernoia, la Marinelli e altri dei nostri talenti più puri.
Dopo la partita, io e un tifoso milanista con tanto di sciarpa rossonera abbiamo aspettato insieme le ragazze, ci siamo scambiati i telefoni per scattarci selfie a vicenda con giocatrici di entrambe le squadre, e poi ci siamo salutati con una bella stretta di mano dandoci appuntamento a Milano, anzi Monza. Vedete, si può fare.

lunedì 25 novembre 2019

LA NUMERO UNO; ALIA GUAGNI





In questo blog parlerò di vari argomenti; calciatrici, stadi, partite, momenti, anche di avversarie (chi scrive, ad esempio, simpatizza molto anche per la Florentia San Gimignano, detta Sangi dagli amici), ma il primo post deve essere per lei, la nostra stella, il nostro capitano (o capitana, non so ancora quale sia il termine più gradito o corretto, scusate, per cui li userò entrambi) che ha dimostrato al mondo che le offerte irrinunciabili non sono poi così irrinunciabili.

Una sorridente Alia in viola


Non so se avete presente la fortuna che abbiamo noi tifosi delle ragazze viola. Abbiamo una capitana che è nata e cresciuta a Firenze, che a parte qualche avventurosa parentesi americana ha sempre giocato per i colori viola, prima nel Firenze (con suo padre Andrea Guagni presidente, un grande uomo di sport che ha fatto tanto per il calcio femminile fiorentino) e poi, dal 2015 in poi, nella neonata Fiorentina Women’s, solo quattro anni di storia ma in effetti una società “veterana” del campionato, visto che le altre pretendenti allo scudetto di questa stagione,  Juventus, Milan, Roma (e pure Inter, dai) sono tutte nate dopo. Con la Fiorentina Alia  (che non sarà però la prima capitana assoluta delle Women’s, fino al 2017 la fascia al braccio spetterà a Giulia Orlandi, che ora milita nella Sangi) vincerà lo storico scudetto del 2016/2017, si spera il primo di tanti, due coppe Italia consecutive (2016-2017 e 2017-2018) e la supercoppa 2018, davvero non male in nemmeno un lustro.

Ma perché ci piace Alia? Perché oggettivamente è uno dei 2-3 terzini migliori a livello mondiale, perché ci mette l’anima sempre e comunque, perché quando c’è lei in campo le ragazze hanno più sicurezze, anche in nazionale. Al mondiale francese è stata un ostacolo insuperabile, con l’altra grande capitana romanista (ed ex viola molto rimpianta) Elisa Bartoli la miglior coppia di terzini del torneo, e se ricordate bene contro l’Olanda le ragazze sono  capitolate soprattutto per un assurdo cartellino giallo alla Linari che non le ha permesso di spendere ulteriori falli tattici, perché la Bartoli è dovuta uscire e Alia aveva qualche problema fisico e ha dovuto rallentare (e poi l’allenatrice olandese saggiamente ha tolto la Van de Sanden che con Alia non ha visto mezzo pallone, e parliamo di una campionessa che dopo la partita ha voluto farsi una foto con la sua meravigliosa marcatrice) e la mia personale opinione è che se le nostre due terzine stavano bene ce la potevamo giocare  alla grande fino al novantesimo e oltre.

                                          Contro la Cina al mondiale 2019

Quindi, Un capitano che è anche una fuoriclasse. Nella storia della Fiorentina (si, perché la Women’s è Fiorentina a tutti gli effetti, con il presidente Commisso che sostiene le calciatrici e viene a vedere le partite, e questo in molti non vogliono capirlo)  non accadeva da anni di avere una simile figura di riferimento, dopo i grandi giorni di Antognoni, di Batistuta e Rui Costa i capitani gigliati sono sempre stati buoni calciatori che hanno dato lustro alla maglia ma non erano oggettivamente delle stelle. Forse proprio Davide Astori, ottimo difensore e una delle persone più pulite del calcio contemporaneo, uno che proprio profumava di buono, sarebbe stato un degno erede dei grandi capitani e ricordato come tale nelle generazioni a venire, se una morte assurda non lo avesse portato via ai familiari, e Firenze e al calcio tutto.
Ma ora abbiamo Alia, il patrimonio fiorentino Alia Guagni, e c’è gente in giro per Firenze che non sa nemmeno chi è, e questo è quasi sacrilego per chi dice di amare la Fiorentina, perché Alia  è un capitano come forse mai più ne nasceranno, che ama DAVVERO  la sua città, i suoi colori e i suoi tifosi.

Con la vice capitana Alice Parisi al Franchi (fonte; donnenelpallone.com)


Si, perché provate voi a sentire al telefono una voce che dice “Ehi, il Real Madrid, solamente la squadra più famosa e titolata del mondo, sta mettendo su la squadra femminile, saresti gradita a Florentino Perez” prima di tutto si penserebbe a uno scherzo delle Iene, poi una volta realizzato che è tutto vero, magari con una cifra d’ingaggio monstre per il calcio femminile, quanto sarebbe dannatamente difficile dire di no. Lo ammetto, come è uscita la notizia ho avvertito una sensazione di gelo seppur fossimo nel pieno di un’ondata di caldo, guardavo la sciarpa viola appena comprata e mi dicevo se senza Alia avrei avuto comunque la voglia di andare allo stadio (e si, avrei fatto bene comunque, visto che questa squadra ha altre giocatrici fortissime che valgono ampiamente il basso prezzo del biglietto) se c’era andata un’altra fiorentina doc come Elena Linari a Madrid e nella meno blasonata sponda colchonera(e anche se ammiro molto il suo Atletico da Champions spero torni presto tra noi), perché non avrebbe dovuto farlo Alia? Poi mi sono ricordato che, dopotutto, la Linari sta un po' verso Fiesole, Alia invece è cittadina, della Firenze più veracemente popolare, che convive  coi lustrini del turismo di massa ma conserva comunque una sua identità, la città che il visitatore occasionale non potrà mai cogliere del tutto, quella di quartieri come Campo di Marte, Rifredi o  Legnaia che sono le vere culle del tifo gigliato, dove se apri un rubinetto è facile che esca acqua viola. E allora ho capito che sarebbe rimasta, e quando è arrivata l’ufficialità ho esultato, si, ma non più di tanto, ormai Firenze e i fiorentini li conosco, non sono gente complicata, in fondo.

Io ormai sono sicuro di una cosa; che Alia resterà con noi fino a fine carriera, e che il giorno in cui smetterà, si spera lontano anni luce come le galassie, ci saranno tra noi tifosi dei momenti di commozione paragonabili all’addio al calcio di Totti, che sarà bellissimo e straziante vivere insieme. Ma senza fretta.

PRESENTAZIONE


E' opinione diffusa che molte persone, almeno in Italia, si siano appassionate al calcio femminile dopo il Mondiale francese del 2019. Credo sia giusto affermarlo, perché   ammetto senza problemi che sono stato uno dei “Folgorati sulla via di Damasco”. A  dire il vero furono le olimpiadi del 2016 a farmi scattare la scintilla per il calcio declinato al femminile, e ho cercato di seguire la nostra nazionale per quanto possibile (visto il menefreghismo delle reti ammiraglie) dal disastroso europeo del 2017, l’arrivo di Milena Bertolini e le trionfali qualificazioni al mondiale, con l’ormai mitica fase finale che ha travolto tanti appassionati. Sempre nel 2017 nella mia vita sono coincise due fortune; mi sono sposato con la fiorentinissima Eleonora e mi sono trasferito in pianta stabile dalla campagna pistoiese a Firenze, cominciando a vivere questa meravigliosa città. 
Prima di Italia-Cina, in un bellissimo pomeriggio di fine giugno, per sfogare la tensione del prepartita ho preso la bicicletta e attraverso le meravigliose colline del Bellosguardo mi sono recato allo Stadio Gino Bozzi, per i fiorentini più familiarmente il Due strade. Guardando da fuori lo stadio vuoto, riverberante di sole, ho pronunciato un voto; “La Fiorentina Women’s sarà la squadra che amerò, e tu sarai la mia nuova casa”. E così è stato, io pur amando questo sport (e avendolo anche  praticato a infimi livelli) non avevo mai veramente tifato per una squadra maschile, ho scelto il colore viola, per questa città che fin da subito mi ha accolto e abbracciato (anche se per colleghi e amici sono pur sempre “Il pistoiese”, sia ben chiaro) e per la grande Alia Guagni, capitano e fuoriclasse assoluta che è rimasta con noi alla faccia del galactico Real.

Ah, per i visitatori; IO TIFO PULITO, e RISPETTO LE AVVERSARIE, tutte, anche e soprattutto le ragazze della Juventus, per cui entrate, leggete, commentate ma eventuali commenti beceri  non saranno tollerati e verranno subito cancellati.

INCONTRO CON SARA COLZI, E L'IMPORTANZA DELL'OPEN DAY DEL PONTEDERA CALCIO FEMMINILE.

 Fin dalla splendida intervista che, ormai più di un anno fa, mi regalò (Potete trovarla qui;  IL VIOLA E IL ROSA: LE PROTAGONISTE; INTERVIS...