lunedì 25 novembre 2019

LA NUMERO UNO; ALIA GUAGNI





In questo blog parlerò di vari argomenti; calciatrici, stadi, partite, momenti, anche di avversarie (chi scrive, ad esempio, simpatizza molto anche per la Florentia San Gimignano, detta Sangi dagli amici), ma il primo post deve essere per lei, la nostra stella, il nostro capitano (o capitana, non so ancora quale sia il termine più gradito o corretto, scusate, per cui li userò entrambi) che ha dimostrato al mondo che le offerte irrinunciabili non sono poi così irrinunciabili.

Una sorridente Alia in viola


Non so se avete presente la fortuna che abbiamo noi tifosi delle ragazze viola. Abbiamo una capitana che è nata e cresciuta a Firenze, che a parte qualche avventurosa parentesi americana ha sempre giocato per i colori viola, prima nel Firenze (con suo padre Andrea Guagni presidente, un grande uomo di sport che ha fatto tanto per il calcio femminile fiorentino) e poi, dal 2015 in poi, nella neonata Fiorentina Women’s, solo quattro anni di storia ma in effetti una società “veterana” del campionato, visto che le altre pretendenti allo scudetto di questa stagione,  Juventus, Milan, Roma (e pure Inter, dai) sono tutte nate dopo. Con la Fiorentina Alia  (che non sarà però la prima capitana assoluta delle Women’s, fino al 2017 la fascia al braccio spetterà a Giulia Orlandi, che ora milita nella Sangi) vincerà lo storico scudetto del 2016/2017, si spera il primo di tanti, due coppe Italia consecutive (2016-2017 e 2017-2018) e la supercoppa 2018, davvero non male in nemmeno un lustro.

Ma perché ci piace Alia? Perché oggettivamente è uno dei 2-3 terzini migliori a livello mondiale, perché ci mette l’anima sempre e comunque, perché quando c’è lei in campo le ragazze hanno più sicurezze, anche in nazionale. Al mondiale francese è stata un ostacolo insuperabile, con l’altra grande capitana romanista (ed ex viola molto rimpianta) Elisa Bartoli la miglior coppia di terzini del torneo, e se ricordate bene contro l’Olanda le ragazze sono  capitolate soprattutto per un assurdo cartellino giallo alla Linari che non le ha permesso di spendere ulteriori falli tattici, perché la Bartoli è dovuta uscire e Alia aveva qualche problema fisico e ha dovuto rallentare (e poi l’allenatrice olandese saggiamente ha tolto la Van de Sanden che con Alia non ha visto mezzo pallone, e parliamo di una campionessa che dopo la partita ha voluto farsi una foto con la sua meravigliosa marcatrice) e la mia personale opinione è che se le nostre due terzine stavano bene ce la potevamo giocare  alla grande fino al novantesimo e oltre.

                                          Contro la Cina al mondiale 2019

Quindi, Un capitano che è anche una fuoriclasse. Nella storia della Fiorentina (si, perché la Women’s è Fiorentina a tutti gli effetti, con il presidente Commisso che sostiene le calciatrici e viene a vedere le partite, e questo in molti non vogliono capirlo)  non accadeva da anni di avere una simile figura di riferimento, dopo i grandi giorni di Antognoni, di Batistuta e Rui Costa i capitani gigliati sono sempre stati buoni calciatori che hanno dato lustro alla maglia ma non erano oggettivamente delle stelle. Forse proprio Davide Astori, ottimo difensore e una delle persone più pulite del calcio contemporaneo, uno che proprio profumava di buono, sarebbe stato un degno erede dei grandi capitani e ricordato come tale nelle generazioni a venire, se una morte assurda non lo avesse portato via ai familiari, e Firenze e al calcio tutto.
Ma ora abbiamo Alia, il patrimonio fiorentino Alia Guagni, e c’è gente in giro per Firenze che non sa nemmeno chi è, e questo è quasi sacrilego per chi dice di amare la Fiorentina, perché Alia  è un capitano come forse mai più ne nasceranno, che ama DAVVERO  la sua città, i suoi colori e i suoi tifosi.

Con la vice capitana Alice Parisi al Franchi (fonte; donnenelpallone.com)


Si, perché provate voi a sentire al telefono una voce che dice “Ehi, il Real Madrid, solamente la squadra più famosa e titolata del mondo, sta mettendo su la squadra femminile, saresti gradita a Florentino Perez” prima di tutto si penserebbe a uno scherzo delle Iene, poi una volta realizzato che è tutto vero, magari con una cifra d’ingaggio monstre per il calcio femminile, quanto sarebbe dannatamente difficile dire di no. Lo ammetto, come è uscita la notizia ho avvertito una sensazione di gelo seppur fossimo nel pieno di un’ondata di caldo, guardavo la sciarpa viola appena comprata e mi dicevo se senza Alia avrei avuto comunque la voglia di andare allo stadio (e si, avrei fatto bene comunque, visto che questa squadra ha altre giocatrici fortissime che valgono ampiamente il basso prezzo del biglietto) se c’era andata un’altra fiorentina doc come Elena Linari a Madrid e nella meno blasonata sponda colchonera(e anche se ammiro molto il suo Atletico da Champions spero torni presto tra noi), perché non avrebbe dovuto farlo Alia? Poi mi sono ricordato che, dopotutto, la Linari sta un po' verso Fiesole, Alia invece è cittadina, della Firenze più veracemente popolare, che convive  coi lustrini del turismo di massa ma conserva comunque una sua identità, la città che il visitatore occasionale non potrà mai cogliere del tutto, quella di quartieri come Campo di Marte, Rifredi o  Legnaia che sono le vere culle del tifo gigliato, dove se apri un rubinetto è facile che esca acqua viola. E allora ho capito che sarebbe rimasta, e quando è arrivata l’ufficialità ho esultato, si, ma non più di tanto, ormai Firenze e i fiorentini li conosco, non sono gente complicata, in fondo.

Io ormai sono sicuro di una cosa; che Alia resterà con noi fino a fine carriera, e che il giorno in cui smetterà, si spera lontano anni luce come le galassie, ci saranno tra noi tifosi dei momenti di commozione paragonabili all’addio al calcio di Totti, che sarà bellissimo e straziante vivere insieme. Ma senza fretta.

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