mercoledì 27 novembre 2019

FIORENTINA WOMEN'S - HELLAS VERONA WOMEN 4-2





FIORENTINA; Ohrstrom , Agard, Arnth, Philtjens, Cordia, Parisi, Adami, Thogersen, Lazaro, Bonetti, Mauro

HELLAS VERONA; Gritti, Ledri, Perin, Zanoletti, Mella, Solow, Bardin, Sardu, Baldi, Cantore, Glionna


Dopo tre post introduttivi indispensabili per dare inizio al romanzo delle Women’s  e della serie A che si cercherà di narrare in questo blog, arriviamo al calcio giocato, all’ultima partita ancora fresca di gioco.
Premessa; avrei voluto aprire questo mio spazio virtuale già a settembre, me lo hanno impedito alcune vicissitudini a livello personale, ma per la pausa natalizia analizzerò anche le prime partite, per chi si fosse perso i primi entusiasmati capitoli della stagione. Chiedo venia quindi per  il relativo ritardo, saprò farmi perdonare.

Dunque, veniamo alla palpitante partita di sabato 23, in una plumbea giornata novembrina col rischio incombente della pioggia.
Arrivo al Bozzi piuttosto presto, saluto le ragazze del Viola club go women’s , altre persone con le quali ormai ci si riconosce e ci si saluta (il calcio pulito unisce). Le gigliate sono già in campo per il riscaldamento, e dopo pochi minuti entrano anche le veronesi, l’ora del fischio d’inizio si avvicina.


Le due squadre si preparano a dare battaglia


Si sa, non c’è Alia, non è una sorpresa, ma il mister Cincotta, per ovviare ad altre pesanti assenze (mancano sia la Breitner che la Mascarello, le nostre dighe di centrocampo) sistema Greta Adami arretrata davanti alla difesa e si inventa Paloma Lazaro esterna sinistra, una scelta che si rivelerà azzeccatissima.

Prima del fischio d’inizio bella iniziativa comune a tutti i campi della A, con due ragazzi che scendono in campo insieme alle calciatrici e donano alle capitane un narciso, per commemorare la giornata contro la violenza sulle donne, tra gli applausi sinceri del pubblico.


Fin dalle prime battute si capisce che la gara è in mano alle nostre ragazze; tutti aspettiamo il primo goal di Ilaria Mauro, la nostra bomber tornata finalmente titolare dopo i problemi alla schiena che le hanno dato fastidio per mesi, e, dopo l’incredibile sfortuna di Bari dove la palla non voleva entrare quasi di proposito, al minuto 8  la stessa Mauro, con un colpo di tacco all’indietro pennellato da Renoir e rifinito da Monet, appoggia verso Greta Adami che con un delizioso tocco serve ancora la nostra bomber; la Perin sembra in vantaggio ma cicca il retropassaggio di testa al portiere (errore, si, ma avere Ila che ti alita sul collo non deve essere il massimo del relax per un difensore) la velocissima Mauro la brucia e scavalca Gritti in disperata uscita con un pallonetto che dopo qualche interminabile secondo entra lambendo il palo più lontano, facendo esplodere di gioia la nostra Ilaria e tutti noi. Per lei viene intonato nientemeno il coro che ai tempi veniva dedicato al grande Batistuta; “M’innamoro solo se, vedo segnare la Mauro, corri alla bandierina, bomber della Fiorentina”.
Le ragazze viola, con grande tenacia, cercano di battere il ferro finché e caldo; la reazione veronese è timidissima, ogni loro azione viene sventata dall’accorta difesa e i palloni portati in avanti a velocità boltiana da una scatenata, anche se imprecisa, Thogersen.
Meglio, molto meglio in quanto a piedi educati, la nostra meravigliosa Paloma (vi avverto; ho un debole per lei) che dopo aver preso possesso per usucapione della fascia sinistra  al minuto 35 si inventa un arcobaleno di cross che sia Mauro che Bonetti si precipitano a ribadire in porta; avrà la precedenza l’uragano Ilaria, che trafiggerà l’incolpevole Gritti calpestando nel mentre la malcapitata Tatiana, che poi avvolgerà in un liberatorio abbraccio. Doppietta e nuova esultanza collettiva, veronesi alle corde. Il primo tempo finisce nell’euforia, con Ila che, goleador gentile e molto corrispondente coi tifosi, ci ringrazia sentitamente per il calore mostratole.


Gioia da bomber (fonte; violapresses)


La seconda frazione inizia sulla falsariga della prima, e le viola, al minuto 49, scoprono di avere in squadra una insospettata assistwoman; Stephanie Ohrstrom, che con un formidabile lancio lungo serve Tatiana Bonetti che, complice l’incerta uscita di Gritti, con il suo magico, aureo sinistro inventa un pallonetto di tale rotonda perfezione che per un istante la cupola del Brunelleschi si materializza al Bozzi. 3-0 e tutti al settimo cielo.

Bene, la partita a questo punto è conclusa, c’è solo da amministrare il risultato e via.
No.
No, perché come con la Sangi e con il Tavagnacco, quando questa squadra chiude troppo presto una partita poi semplicemente smette di giocare. Forse pensando già alla Juve, forse volendo risparmiare energie, fatto sta che pian piano tutte le giocatrici escono dal vivo della manovra, e il pallino passa all’Hellas, che è si una squadra in grossa difficoltà, ma ha tra le sue fila Benedetta Glionna.


Benedetta Glionna incita alla rimonta (fonte; hellas1903.it)

Chi è Benny Glionna? Oh, nessuna di cui preoccuparsi, solo il miglior giovane talento offensivo del calcio femminile italiano assieme a Gloria Marinelli, l’unica vera erede all’orizzonte di Barbara Bonansea, per classe, finezza del tocco di palla e senso del goal. E’ già proprietà juventina (e ti pareva) mandata a farsi le ossa in provincia per tornare poi  in bianconero presumibilmente da titolare inamovibile. In pochi tra il pubblico avevano cognizione della sua reale pericolosità, io che invece la conoscevo e ne ero stato impressionato nella partita contro l’Inter, ero semplicemente terrorizzato ogni volta che le arrivava palla. La Glionna, minuta e delicata (all’apparenza) sembra poi dare il meglio di se con difensori alte e rocciose; quelle dell’Inter, gente come la Debever e la Auvinen, se le è bevute come acqua fresca, e come le è stata lasciata un poco di iniziativa ha iniziato mandare fuori giri anche le nostre centrali, e al minuto 64 con un perfetto taglio sul suggerimento di Solow lascia partire un implacabile sinistro sul quale nulla può la nostra Stephanie. 1-3, le veronesi si scaldano. Dopo una paratona di Gritti su punizione di Parisi spizzata di testa dall’appena subentrata Lisa de Vanna le scaligere, su calcio di punizione, all’ottantesimo trovano il  goal del 2-3 con un altro sinistro dal limite, stavolta di Pasini, che si coordina e sfrutta alla grande una respinta piuttosto maldestra di Agard.

Fortunatamente, con lo spettro di una rimonta che sarebbe stata uno shock psicologico, e con noi tifosi frastornati che comunque cercavamo di incitare le nostre beniamine, la Fiorentina pian piano ricomincia a giocare, e al minuto 88 su un ribaltamento di fronte la sempre combattiva De Vanna serve l’altra subentrata Vigilucci che viene letteralmente asfaltata in area  da Ledri, procurando il più netto dei rigori. Va sul dischetto Parisi, e calcia alla Jorginho, ossia guardando il portiere fino all’ultimo per vedere quale parte sceglie e piazzandola, con tocco lento ma inesorabile, dove non può più arrivare. 4-2, novantesimo alle porte, tutti di nuovo felici. Ma le ragazze dell’Hellas, in pura trance agonistica, cercano comunque un altro goal, che  si sarebbero meritate per la grinta e l’abnegazione mostrate; in un recupero di fuoco Benedetta Glionna con un tocco al volo di eterea irrealtà colpisce il palo dell’anno, e un minuto dopo un rabbioso siluro dell’altra bianconera in prestito Sofia Cantore costringe Ohrstrom a mandare la palla sulla traversa. Pensate se fossimo stati ancora sul 3-2, c’era da sentirsi male sugli spalti.

Al fischio finale gioia mista a sollievo, come quasi sempre in questa stagione; tranne a Bari, vittorie che potevano essere nette e tranquille sono diventate faticose, incerte, soprattutto a causa di questi sconcertanti cali di tensione che lasciano la squadra in balia di avversarie decisamente inferiori. Ragazze, mister,non temete, non ci si annoia a vedervi vincere con un risultato bello rotondo, ci fa piacere, facciamo anche a meno di “divertirci a soffrire” negli ultimi minuti, non siamo giovani e atletici come voi, l’adrenalina ci fa male.

In ogni caso, una partita bellissima, un sano e incantevole pomeriggio di calcio, e altri tre punti in classifica per le nostre ragazze, che ci permetterebbero, in caso di vittoria nello scontro diretto (sognare è  lecito e gratuito, e io alle ragazze do sempre fiducia) di agganciare la Juventus in vetta.



LE ALTRE PARTITE



EMPOLI LADIES – FLORENTIA SAN GIMIGNANO   0-0

Gianni Brera diceva che in fondo lo zero a zero è il risultato perfetto. Personalmente concordo solo in parte, le reti bianche sono sinonimo di bel calcio quando entrambe le squadre hanno lottato fino alla fine e lo spirito di gruppo ha prevalso sul genio individuale. Questo derby toscano è stato combattuto e ben giocato dall’inizio alla fine, e i migliori in campo sono stati i portieri, con la stupenda Rachele Baldi che para anche i moscerini che provano a invadere lo specchio della porta e una Tampieri reattiva ed esplosiva nelle uscite.

TAVAGNACCO – INTER WOMEN   0-2

Maramaldeggiano le neopromosse nerazzurre sul campo della nobile decaduta Tavagnacco, tristemente penultima con zero vittorie all’attivo. Lo fa con una prestazione finalmente senza alcuna sbavatura e con due reti splendide, il missile terra-aria di Tarenzi e il pallonetto capolavoro di Gloria Marinelli.

OROBICA – PINK BARI   1-3

Notte fonda per la povera orobica, fanalino di coda con un solo punto, che dopo un avvio spumeggiante subisce la rimonta pugliese con la doppietta di una Noemi Manno in grande spolvero. Per le bergamasche urge un cambio di rotta.

MILAN – SASSUOLO  1-0

Dopo la grande rimonta contro la Juventus, le rossonere, forse un poco stanche, non vanno oltre la vittoria di misura contro il sempre combattivo Sassuolo. Goal del difensore Sandra Zigic, ancora a secco l’attacco, con una Giacinti un filo appannata che si spera ritrovi presto la sua migliore vena, campionesse come lei sono un patrimonio del calcio italiano.

ROMA – JUVENTUS 0-4

Una Juventus praticamente perfetta domina dall’inizio alla fine imponendosi, con un risultato anche troppo severo ma indiscutibile, sull’appannata Roma, al secondo ko di fila che ne ridimensiona notevolmente le ambizioni. Martina Rosucci realizza un goal ancora più bello di lei, il che è tutto dire.

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