domenica 8 marzo 2020

UN BUON 8 MARZO ALLE CALCIATRICI, ALLE SPORTIVE...ALLE DONNE.




Oggi, anche se stretti come siamo nell'ansia e nella paura non sarà una festività come le altre, la ricorrenza dell'8 marzo non deve essere per questo sminuita o dimenticata. Ci sono donne che ancora lottano per conquistare la dignità e i diritti, per ottenere rispetto, per lo stesso salario di un uomo a parità di lavoro.
E ci sono donne che lottano per vivere dei loro sogni e mettere a frutto il loro talento, sono le sportive, non solo le calciatrici. Che si pratichi nuoto, scherma, basket, ciclismo, rugby, calcio e altri sport trattati ancora a livelli dilettantistici per il pregiudizio che una donna non possa dare lo stesso spettacolo di un uomo o metterci la stessa passione, allora un grido di dolore e di aiuto echeggerà anche nei campi verdi, nei palazzetti e in altri luoghi che dovrebbero essere divertimento, benessere e cultura dello sport. Da uomo, da tifoso e da ammiratore di queste splendide ragazze, guerriere in campo e contro il sistema, va il mio più sentito augurio di una buona festa della donna, che poi festa non è, casomai è un monito. Infelice è il paese che ha bisogno di eroi, scriveva Bertolt Brecht, ma infelice e ipocrita è anche un sistema che omaggia a parole e non con i fatti.
Vorrei nominarvi tutte, calciatrici di tutto il mondo, ma per fortuna siete tante, dalle prime squadre dei club più forti del mondo fino a una squadra di pulcine di un quartiere di periferia, prima ci volevano minuti per fare i vostri nomi uno a uno, poi ore, ora non basterebbe un giorno. Tra dieci anni ci vorrà una settimana, e non basterà ancora. Perchè tra dieci anni non voglio più solo un nome, voglio una donna che sia riconosciuta professionista, che viva della sua carriera e abbia nemmeno le montagne di soldi, ma le sicurezze del calcio maschile.
Signori del sistema, amate le atlete, amate lo sport, amate le donne, e poi allora l'8 marzo diventerà finalmente solo una festa di mimose e di abbracci nelle piazze, che anche quelli adesso non sono possibili e tutti siamo diventati consapevoli di quanto ci mancano e ci mancheranno; ecco, pensate a quello che oggi ci viene negato, e capirete finalmente cosa sia vedersi negare qualcosa, compreso un contratto da professioniste.
Auguri a tutte voi, guerriere impavide.

Alleggeriamo adesso il contesto per fare dei grandi  complimenti alla nostra nazionale, che dopo una deludente prova contro il Portogallo è stata protagonista di un'ottima prova contro una comunque non irresistibile Nuova Zelanda; tra le migliori delle azzurre, tutte comunque ampiamente sopra la sufficienza, si segnala la nostra Marta Mascarello, ormai sicurezza del centrocampo, e Katja Schroffenegger, che Milena Bertolini lancia avvedutamente tra i pali dopo aver preso coscienza del momentaccio di Laura Giuliani. Katja, di nuovo in nazionale dopo tre anni, compie due grandi interventi  su due tiri-cross che si sarebbero insaccati malignamente, e para un rigore (generoso) concesso per un braccio di Alia con una prodigiosa respinta che nega il pareggio alle Neozelandesi. Con la Schoffi ieri non si passava come in Sangi-Juventus, spero che la CT la schieri titolare anche contro la quasi proibitiva (Ma giocando così tutto è possibile) Finale per il primo posto di mercoledì contro la Germania di Maroszan e Lehmann. Ma un gruppo così saprà senz'altro farci sognare, e comunque vada siamo in finale, e non mi pare cosa da poco, sia per il ranking Fifa che per la visibilità delle nostre ragazze.

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