domenica 1 marzo 2020

LO "STEPHANIE OHRSTROM DAY" ALLA BIBLIOTECA DELLE OBLATE




Una delle ragioni per le quali vado fiero di appartenere al Viola club Go women's è che fa le cose per bene. Per la nostra Stephanie Ohrstrom, portiere che non ha bisogno di presentazioni e, come forse non tutti ancora sanno, anche scrittrice, la cornice che  Fabio Puglisi e Jacopo Uccelli hanno scelto affinchè presentasse il suo romanzo breve "Elisa e Bella Francavilla" è quella prestigiosa delle biblioteca delle Oblate, "Il luogo dove la città si incontra" nel pieno centro storico di Firenze. E inoltre sono riusciti a ottenere la bella sala conferenze "Sibilla Aleramo", tutto è fatto alla grande e niente è lasciato al caso, come vi dicevo.
Arrivo col mio solito largo anticipo, e la scenografia è già sistemata; una colonna di libri a fianco della postazione, e dappertutto l'azzurro e il verde della vivace copertina del romanzo di Stephanie, che fa pendant con il colore viola delle sciarpe del nostro club.

I 4 mattatori; Fabio, Stephanie, Jacopo e Valentina

A mediare l'evento Valentina Buttini, esemplare donna di calcio e di sport, ideatrice e conduttrice della trasmissione di riferimento degli appassionati di calcio femminile toscani "Colpo di tacco" in onda tutti i mercoledì sera su canale 50 (e anche su varie piattaforme social) un universo fantastico che sto cominciando a scoprire solo adesso e di cui presto mi occuperò dettagliatamente.
Pian piano la sala si riempie, siamo una cinquantina di persone almeno, in questi giorni di psicosi da coronavirus, con la gente che preferisce evitare i luoghi di riunione al chiuso, è un'affluenza niente male.

Stephanie arriva con un elegante anticipo di mezz'ora, saluta tutti noi e si guarda intorno soddisfatta della sala e dell'allestimento. Arriva anche il buon Sergio Berni, segretario del club che ha curato alcune delle riprese dell'evento, e altre ne sono state effettuate, curando anche la diretta Facebook seguita da più di cinquemila utenti, anche da  Miriana Cecchi e Claudio Taglialegne, di Telemontecatini Terme, che inoltre dopo l'evento hanno intervistato Fabio Puglisi,  responsabile del management del Go women's, e la nostra Stephanie.
Tra gli ospiti illustri ci sono le nostre Alice Parisi e Michela Catena (che ci fa sempre tanto piacere rivedere, anche in un contesto diverso da quello sportivo) E Giuseppe Urso, presidente onorario dell' A.C.C.V.C. ovvero Associazione Centro Coordinamento Viola Club.

Il bel palcoscenico


Inizia il dibattito-intervista, Valentina si conferma una mediatrice d'eccezione, riesce sempre a porre domande interessanti, a interagire e arricchire le risposte di Stephanie, che si scusa spesso, ma senza che ce ne sia bisogno, del suo Italiano invece ottimo (qualcuno le dica che ascolti gli "Opinionisti" Vieri e Cassano in tv, le crescerebbe l'autostima...) e l'ora scorre senza che nemmeno ci se ne accorga.
Stephanie ci parla del suo libro (che recensirò a parte dopo essermelo gustato)  ma anche e soprattutto di lei, certo riassumere dieci anni in così poco tempo è impossibile, si procede per suggestioni, e una di quelle che mi hanno più colpito è per quali capricci del destino una ragazza giovane sia potuta arrivare dalla Svezia al Veneto, dopo una stagione che non era andata bene, dice glissando comprensibilmente, in un campionato come il nostro che, se anche adesso per qualcuno è poco competitivo, figuriamoci come doveva sembrarlo 10 anni fa.

Gli inizi sono stati difficili per Stephanie, in Italiano sapeva dire solo "Pizza" (che comunque è un vocabolario di tutto rispetto per sopravvivere..) e con il livello di inglese di noi italiani, drammaticamente basso, non ha ricevuto molto aiuto in questo senso. Doveva restare sei mesi per fare un po' di esperienza e tornare in patria, e invece ha perseverato e si è innamorata del nostro paese, ed è ormai un decennio che la portierona è tra noi, e nessuno dei suoi tifosi la può considerare una straniera, Stephanie conserva pragmatismo e gentilezza nordica ma è tutta cuore italiano, molto veronese certo, ma mi piace pensare che ormai Firenze l'abbia irretita nella sua bellezza, avremmo una cosa in comune, quella di venire ad abitare a Firenze non per scelta ma per gli eventi della vita e non volersene poi più andare una volta dentro al tessuto urbano.



Stephanie ci parla di Verona, della bandiera scaligera con gli stessi colori di quella svedese, vero e proprio segno del destino, dei primi passi nel Bardolino, che nel 2013 diverrà AGSM Verona e con il quale vincerà il suo primo tricolore nella stagione 2014-2015 (Il secondo, come sapete, lo vincerà con la maglia viola e da titolare) e di un libro il cui germe è nato e cresciuto in lei come un passatempo prima e quasi come un'emergenza poi, come sempre accade a chi ha qualcosa da esprimere e cerca di farlo in ogni modo, anche provando a cimentarsi in una lingua diversa dalla sua, ed estremamente difficile per chi non padroneggia le lingue neolatine, come l'Italiano. Un libro, questo, lasciato e ripreso mille volte tra dubbi e ripensamenti ma per il bene di noi lettori e del calcio femminile finalmente venuto alla luce, corredato dai bei disegni di un'illustratrice pugliese di nome Federica Bonatesta, conosciuta tramite instagram e con la quale ha avviato un progetto di cooperazione a distanza, con Stephanie che le mandava schizzi su come voleva i disegni o faceva posare la compagna di stanza  Lana Clelland per fotografarla in tipici atteggiamenti da calciatrice, gustosi aneddoti di una piccola grande avventura letteraria.
Stephanie ci parla poi  del suo lavoro di allenatrice dei portieri delle giovanili viola, e confessa che vorrebbe che quella fosse la sua seconda carriera dopo aver smesso i guantoni, ovviamente "tra taaanti anni". Per noi tifosi questa è una bellissima notizia, perchè seguendo le piccole Ohrstrom del domani la nostra portierona dovrà restare a Firenze almeno fino a fine carriera, e poi oltre, quindi a giugno il rinnovo del contratto per lei sarà cosa fatta...vero?


E di queste ne vo fiero...

Purtroppo il dibattito ha termine, le persone intervenute sono rimaste entusiaste, la sala Aleramo sembra il Bozzi dopo una partita vittoriosa, con i tifosi rilassati che socializzano con buonumore, e si forma una nutrita fila per accaparrarsi il libro di Stephanie, oltre alle sue dediche, i suoi sorrisi e la sua gentilezza, tutte cose che comunque ai tifosi non fa mai mancare, la nostra è una number one anche in questo, come ho tenuto a dirle davanti a tutti al microfono nel momento dedicato alle domande, ricacciando per un minuto la timidezza in fondo alle scarpe.
Alla fine dispiace andare via, ci tratteniamo quasi fino alle sette, proprio come succede allo stadio, un vero e proprio dopopartita, anzi dopo-Stephanie day, perchè se quello di lunedì scorso era il giorno di Elena Linari, il Go women's ha proprio realizzato un evento a tema solo per Steph, nel quale tutti noi tifosi fedelissimi ci siamo potuti idealmente stringere attorno a una campionessa assoluta che però è molto più di una calciatrice, è una donna sensibile, che si è rivelata e svelata con assoluta sincerità, ed è stata ricambiata dal più autentico affetto. E anche questa è una bella storia da raccontare.

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