sabato 1 agosto 2020

L'ALTER EGO, UN'AVVENTURA MERAVIGLIOSA.


Le idee migliori talvolta si hanno in coda sulla superstrada. Ero sulla Fi-Pi-Li, restringimento dopo Ginestra, un chilometro di ingorgo, una radio spara David Bowie e io mi rimetto a pensare all'intervista a Ilaria Ciofini, una di quelle che ho curato con più grande soddisfazione, e tra le tante cose che mi ha raccontato c'era quella squadra "Con la maglia del Lecce" con cui ha vinto tutto il vincibile, quell'Alter Ego della quale mi ha detto un po', ma quel po' non mi bastava, sono un gran rompiscatole con le belle storie, chi le abbozza poi in qualche modo me le deve raccontare bene, ero così fin da bambino con le favole, e l'Alter Ego è una favola di quelle belle, che ti fanno stare meglio e credere nello sport come bellezza, come reazione al grigiore della vita, un dribbling in più alla noia, quelle cose fatte senza un perché apparente e che invece sono tutto per chi le crea e per chi ha la fortuna di viverle sia da attore che da spettatore.


Presentiamole così, partendo dalla fine, con il trionfo dei trionfi.



Insomma, pochi giorni dopo chiamo Ilaria e la tengo quasi un'ora al telefono a parlare di Alter ego, calcio e vita, e scopro definitivamente di avere a che fare con una persona eccezionale sotto tutti gli aspetti, e soprattutto una vincente nata. Si perché Ilaria ha vinto tantissimo, quasi tutti gli anni ha alzato un trofeo, ci sono calciatrici di serie A che non vincono niente stagione dopo stagione, Ilaria avrà militato solo in serie minori ma col cavolo è che è una "giocatrice triste che non ha vinto mai" Ilaria si è divertita come poche, e ha fatto sognare tutti i tifosi che l'hanno amata e la amano, calcio a 11 o a 5 che sia. Per cui le ho chiesto di farmi conoscere le altre ragazze che hanno il suo stesso spirito, il loro allenatore, tutte quelle persone che magari in serate da lupi nelle quali tutti noi (io in primis) ci mettiamo a guardare un film sotto al plaid rabbrividendo alla sola idea di essere "la fuori" loro hanno preso e sono uscite a portare avanti il loro sogno, e se delle nostre serate sul divano non frega niente a nessuno le ragazze dell'Alter ego hanno invece creato delle storie da raccontarsi, e ora anche da raccontare a tutti noi lettori grazie al vostro blogger rompiscatole che però tiene a progetti come questo più che a tanti altri ben più blasonati, perché i titoli detto tra noi dopo qualche tempo te li friggi, le belle storie restano.


Piccola sorpresa; mia moglie Eleonora "Ekenorart" ha saputo del progetto e ha voluto realizzare questo contributo, che credo renda giustizia a Ilaria e ai suoi trionfi in giallorosso!!


Dunque Ilaria, veniamo a noi, e grazie ancora di aver accettato. Prima di tutto la "genesi" come è nato l'ormai decennale progetto Alter Ego, in una serata tra amiche davanti a un bicchiere di vino o di birra (come nascono tutte le cose migliori) oppure in altro modo? e chi è stata subito al tuo fianco in questa idea?

La fondatrice, presidente e capitana Ilaria Ciofini in azione.


Ciao Omar, innanzitutto rinnovo il mio ringraziamento personale e di squadra per l’interesse che hai nei confronti del nostro progetto. Non è scontato dare voce a una realtà come la nostra che, seppur blasonata, viene pur sempre da una realtà, quella della Uisp, per definizione amatoriale (talvolta a mio avviso erronea dato che la nostra squadra si è spesso confrontata con squadre che militavano anche in FIGC). Dunque partiamo dal principio. Inizialmente l’Alter Ego si chiamava con un altro nome, ovvero Stella Azzurra. Era una squadra di calcio a cinque nata con lo stesso nome della squadra di calcio a undici nei pressi di Arezzo per l’esattezza di Ponte alla Chiassa in cui molte di noi militavano.  Quindi alcune di noi giocavano sia a calcio a undici che una volta a settimana a calcio a cinque in questa squadra. Sotto questo nome abbiamo vinto due campionati Uisp per poi decidere di cambiarlo un po’ per distaccare il calcetto dalla nostra attività “ufficiale” ovvero quella del calcio a undici e gestire tutto da sole. Come ben sai che lo avevo accennato in altre sedi le società di calcio a undici raramente vedono di buon occhio che le giocatrici partecipino anche ad altri campionati temendo infortuni e cali di rendimento. Quindi sotto con un nuovo nome “L’Alter Ego” che è il nostro bar storico dove andavamo alla fine di ogni partita con la Stella Azzurra che si trova sempre a Ponte alla Chiassa che desidero salutare e ringraziare. E’ il luogo che ci ha dato i natali in tutti i sensi e soprattutto che ci ha sopportato e supportato anche da “alticce” quindi direi che non ha fatto poco. Grazie in particolare alla Monichina, la Lella e la Doni un bacione a tutte e tre. 




Un poco di storia "remota" con un Alter Ego in amaranto prima dell'attuale maglia giallorossa.


Grazie a te ora ho un nuovo posto da conoscere e visitare, non conosco ancora Arezzo, non vi ho mai trovato un vero motivo per andarci in realtà, ma adesso voglio vedervi giocare in casa, almeno spero, e prendere da bere al bar Alter ego in vostro onore, anzi spero di offrirvi qualcosa una sera.
I sogni però per essere realizzati passano sempre da una realtà spesso noiosa, scartoffie etc; cosa si fa, in pratica, per creare una squadra di calcetto amatoriale? quali "battaglie" burocratiche avete dovuto assolvere sulle prime?

Allora Omar questo è un compito che democraticamente è sempre toccato a me (ahah) essendone il presidente. In realtà è molto semplice, affiliarsi alla Uisp è un procedimento abbastanza facile. C’è da compilare non un numero esagerato di fogli e poi andare all’agenzia delle entrate per il codice fiscale però ecco..tutto sopportabile. Poi lo sai bene a noi donne non fa paura niente...siamo andate a giocarci un finale regionale con l’Alter Ego alle 22 e 30 a Livorno (considera che abitiamo tutte ad Arezzo, alcune a Siena e un paio nel Valdarno) e il giorno dopo dormendo tre ore nemmeno siamo andate a lavorare. Non temiamo nulla!Ah per la cronaca abbiamo vinto...è stata la prima volta che siamo diventate campionesse regionali!

 Ma no, avete vinto, strano, di solito non lo fate mai!! Si comunque davvero, voi donne non vi ferma nessuno, avete una determinazione che svernicia, in fondo è per questa vostra forza che ho creato questo blog e questo progetto. Bene, oltre all'impegno e alla passione, e sbrigate le scartoffie, ci vogliono pure i soldi, che vabbè, uno per passione ce li mette anche di tasca sua, ma vanno cercati anche in altro modo; avete organizzato e organizzare a tal proposito, feste, iniziative, lotterie etc?

Dunque noi Omar ogni anno, eccetto questo che purtroppo causa Covid abbiamo dovuto un po’ congelare, abbiamo organizzato una lotteria che ci consentisse di partecipare alle finali nazionali che si tengono consuetamente nel periodo di fine giugno. I costi per una piccola realtà come la nostra ci sono, fortunatamente ci siamo sempre impegnate a trovare dei piccoli sponsor che ci consentissero di portare avanti il nostro progetto, ovvero locali o pizzerie che siamo solite frequentare. 


Gli sponsor che hanno permesso la partecipazione al torneo nazionale.


Il tutto completato da questa lotteria, e voglio fare un plauso a tutte le citte dell’Alter Ego che in questi anni si sono trasformate per l’occasione “Pr” cercando di appioppare questi famosi bigliettini da un euro a chiunque, e che si sono impegnate al massimo per riuscire a mettere insieme la cifra che ci consentisse di realizzare i nostri obiettivi. 

Dai, ma è fantastico, mi è capitato di organizzare delle lotterie e dei mercatini di beneficenza e so cosa vuol dire, però credo sia  bello autosostenersi e che le persone capiscano la bontà del vostro progetto e si fidino di voi!
Bene, veniamo adesso a una curiosità che mi tormenta da settimane (non ho altro di meglio a cui pensare? no) Le vostre maglie. Perché questa scelta, il giallo e il rosso a strisce verticali? sono davvero curiosissimo!

Allora, per le maglie ci prendiamo il merito o demerito io e la Giulia Bruci. Un anno avevamo vinto il campionato e uno dei premi era un nuovo completo per la prima classificata. Io e la Bruci siamo andate sapientemente a sceglierlo e sinceramente dal catalogo ci pareva bellissimo..siamo rimaste affascinate da quei colori sgargianti. Una volta arrivato le nostre compagne un po’ meno..anzi in molte ci hanno infamato per questa scelta. Ma noi la difendiamo ancora con orgoglio. Devo infatti dirti che qualche anno fa una nostra avversaria nel regionale ci disse: “Appena vi si vede arrivare con quelle maglie brutte come il peccato si sa già come va a finire”. Questa cosa ancora a distanza di tempo mi fa sorridere perché aldilà della pseudo infamata estetica mi sono resa conto che è diventato proprio il nostro tratto distintivo questo completo e ne sono fiera nonostante tutto. Incute un po’ paura anche quello dai…





In action...


Beh, io mi intendo di moda come Schwarzenegger si intende di danza classica, ma secondo me le maglie sono belle, anzi molto belle, sarà che da bambino mi piaceva il Lecce, con quel meraviglioso stemma variopinto che quando lo trovavo nella busta di figurine era una festa,ma la vostra maglia mi ha trasmesso aria di casa quindi per me è promossa,brave sia te che Giulia.
Adesso andiamo nella storia con la S maiuscola; ci puoi dare la prima formazione titolare del primo Alter Ego? e quali di loro sono ancora in rosa?

Sorrisi prima delle ostilità, altro che quei musoni del maschile.


Oddio questa è una domandona. Sinceramente proprio al dettaglio non saprei..può darsi che commetta qualche errore non me e vogliano le mie compagne si sono avvicendate veramente tantissime persone.  Però considerando la longevità di alcune ragazze in rosa che ci sono dall’inizio anche da quando ci chiamavamo Stella Azzurra una plausibile potrebbe essere questa: Nina Fabbroni in porta, io dietro centrale, laterale Marta Oba Brandani, altro laterale Simona Giorgini e punta la nostra testuggine Nunzia Gentile. Queste ci sono ancora tutte oltretutto ;) .

Certo che testuggine e gentile è un ossimoro niente male :D



Momenti...


Come hai detto anche nell'intervista a te dedicata, questa attività parallela per tante di voi a quella ufficiale nel calcio a 11 non era vista di buon occhio dalle vostre società di appartenenza, perché temevano infortuni, cali di rendimento e così via, insomma nonostante giocaste a livello dilettantistico (ma questo tuttora e anche in serie A) c'era chi voleva tarparvi le ali; come avete lottato contro questi mulini a vento? dove avete trovato la forza, nonostante tutto, di andare avanti per la vostra strada?

Ma senti Omar io penso che più che di lotte si tratti di scelte. Nel senso che io comprendo le reticenze delle Società che sono ampiamente plausibili e soprattutto tengono conto della salvaguardia delle proprie giocatrici. Per me una cosa non ha mai escluso l’altra e ne ho sempre fatto un vanto di tutta la mia carriera calcistica, nel senso che per me l’Alter Ego è sempre stata la mia isola felice in cui poter giocare con persone a cui volevo bene e in maniera libera. Riuscire ad ottenere dei risultati in un contesto che senti “tuo” che hai creato te insieme alle tue migliori amiche è stata per me la soddisfazione più grande. Perché sapevo che il merito era solo nostro. Non dei direttori sportivi, non dei presidenti, non dei dirigenti ma nostro, che autogestendoci e ognuna facendo responsabilmente la nostra parte siamo riuscite senza una società strutturata dietro ad avere tante e varie soddisfazioni. Tutto questo non lo baratto con niente..nemmeno col professionismo. Perché vedere gli occhi delle mie compagne e gli abbracci dopo ogni vittoria importante che contenevano quel messaggio del “Ce l’abbiamo fatta” mi ha sempre ripagato di tutto. Anche della stanchezza fisica nel tirare avanti un doppio impegno e con poco modo di stacco e riposo a livello fisico. 

"Tutto questo non lo baratto con niente..nemmeno col professionismo. Perché vedere gli occhi delle mie compagne e gli abbracci dopo ogni vittoria importante che contenevano quel messaggio del “Ce l’abbiamo fatta” mi ha sempre ripagato di tutto"
No scusa se riporto questo pezzo pari pari Ilaria, ma è una delle cose più belle e commoventi che siano apparse su questo blog, meglio leggerle due volte questi passaggi meravigliosi.
Una domanda più "funzionale" quando giocate di solito? c'è una sera fissa in cui possiamo venire a tifarvi oppure giocate random? e quanti allenamenti fate a settimana? (ovviamente a cose normali).

Omar noi non ci alleniamo. Può sembrare strano ma è così… siamo tutte persone che ci conosciamo perfettamente e calcisticamente da molti anni e causa anche gli impegni di tutte e le attività in altre squadre di calcio a 11 non facciamo allenamenti. Solo nel periodo da aprile in poi per prepararci al meglio alle finali regionali e nazionali facciamo qualche allenamento prima di qualche partita importante. Anni fa con una nostra allenatrice, la mitica Betty, ci allenavamo il sabato pomeriggio ma dopo che lei ha lasciato la squadra ne abbiamo sempre fatti pochi. Di norma giochiamo o il lunedì sera o il giovedì sera presso la palestra di Pescaiola ad Arezzo in via dei Pianeti. 

Ok, siccome vincete il vincibile avevo pensato che seguiste un programma anche abbastanza rigoroso, invece no, non vi allenate, che ti devo dire? è un qualcosa di straordinario, non ho parole, il concetto di giocare a memoria con voi fa uno step in più.


 
           Giulia Martini in porta e Valeria Mazzola giocatrice di movimento????.......................


(Scusate eh, se non facevo la cazzata stavo male...)


Ma parliamo adesso dei vostri trionfi; mi hai detto che hai perso letteralmente il conto, ma mi puoi raccontare perlomeno i più importanti?

Allora Omar come ti ho detto sotto il nome di Stella Azzurra, ovvero il vecchio Alter Ego, abbiamo vinto due campionati Uisp. L’alter Ego ne ha vinti cinque..più abbiamo vinto quattro titoli regionali e un titolo nazionale anno scorso. Insomma come si direbbe ad Arezzo “du bricciche”..siamo molto orgogliose di tutto ciò che abbiamo fatto e anche io ne vado molto fiera. Come ti dicevo specialmente a livello regionale e nazionale ci siamo spesso confrontate con realtà di squadre di FIGC e che quindi magari si allenavano ed avevano una organizzazione di gioco molto strutturata ma siamo comunque riuscite a trionfare. Una delle emozioni più belle è stato senza dubbio quello scudetto tricolore cucito nei nostri petti un anno fa. Era un traguardo che desideravamo conseguire da tanto e da tre anni lo inseguivamo. Eravamo arrivate gli anni precedenti rispettivamente terze e seconde alle finali nazionali. Il secondo posto era arrivato a 30 secondi dalla fine, avevamo perso uno a zero. Quella partita la ricordo molto bene perché il fatidico errore che ha consegnato il titolo al Pordenone è venuto dai miei piedi e da una palla che ho perso io quasi allo scadere della partita e che ha innescato il contropiede. Giocavo con uno strappo di 4 centimetri che avevo rimediato poco più di un mese prima e non ancora guarito…ho stretto i denti ma…ho sbagliato. Ci ho pensato per un anno a quello sbaglio e ho cercato di ricostruire nella testa ogni momento della partita, ogni azione come potevo o avrei potuto comportarmi. Già dal giorno dopo la mia mente ha iniziato a lavorare alla vittoria dell’anno dopo. Non si impara mai così tanto come dalle sconfitte..a me perdere tante cose mi è servito a diventare ciò che sono. Non che sia granchè eh..però la testa per vincere è alla base di qualsiasi competizione e se non ce l’hai non vincerai mai nulla. Comunque tornando alla vittoria del tricolore voglio ringraziare tutte le mie compagne e la loro tenacia, e in particolare il nostro “ciciarampa” Giulia Bruci che coi suoi gol ci ha regalato questa vittoria incredibile. 

Una delle vittorie più belle di sempre e che ricordo con piacere è stato il primo regionale. La prima volta che vinci qualcosa è come il primo amore..non si scorda mai. L’avversario era di tutto rispetto, il Sibemolle, una squadra di Pisa tra le più forti che abbiamo mai incontrato. Colgo l’occasione per complimentarmi con loro a distanza. Eravamo veramente contate e stremate da un’annata lunghissima, è stata una partita tesissima e sul filo del rasoio. Ricordo che con Valeria Mazzola il nostro portiere abbiamo veramente alzato un muro e difeso per un tempo intero. E’ stata un’emozione incredibile raggiungere quel risultato..ancora oggi se ci penso ho i brividi. Oltretutto con un gran caldo nonostante giocassimo alle 22 e 30 di sera e come ti ho raccontato in precedenza a Livorno quindi per noi più di due ore di macchina.



Vittoria contro il Sibemolle in sei (SEI!!!!) Oh, amiche del Sibbe, vi voglio bene eh :D


Vedi, è con grande emozione che ti svelo che con il Sibemolle detto Sibbe io ho un legame stretto, in quanto una delle sue top player Fiorenza Casanova è una delle mie migliori amiche, conosco anche  Giulia Fornaciari che è una ragazza d'oro, poi giorni fa ho avuto il piacere di conoscere anche Valentina Cei, una giocatrice di cui molte illustri avversarie mi hanno detto meraviglie. Ne abbiamo parlato dell'Alter ego l'altra sera a cena , e si ricordavano bene di quel portiere che le prendeva tutte e di come foste accidentate da affrontare, e spero solo una cosa, un altro bello scontro diretto tra di voi, io però non tifo, me ne sto zitto e buono perchè ho la vaghissima  impressione che ne buscherei sode o da loro o da voi :D però sarebbe stupendo vedere tanto talento sfidarsi di nuovo in campo.

E comunque complimenti per le du'bricciche, dove li tenete i trofei? avete preso un garage all'americana apposta?




Qualche "Briccica" ; Regionali 2018....







E regionali 2019, e  la sobrietà che può accompagnare solo.


 Una vittoria te la chiedo a parte, però; il titolo nazionale del 2019. Non so davvero quanta felicità possa avervi dato a livello personale e di squadra, un traguardo spaventoso; ce la vuoi raccontare in dettaglio, soprattutto chi avete battuto in finale e come?

Dopo il quarto di finale vinto col Royal Portogruaro per 2-1


Allora un po’ te l’ho accennato nella precedente domanda, abbiamo vinto contro il Ceresole una squadra piemontese per tre a uno. Sono passate in vantaggio loro, uno a zero. Poi ha pareggiato bomber Bruci e a tre minuti dalla fine tutte pensavamo di andare ai rigori. Uno spauracchio per noi dato che due anni prima eravamo uscite proprio ai rigori al nazionale aggiudicandoci il terzo posto. Però la nostra Bruci è salita in cattedra e al fotofinish ha siglato due reti.


Prima della semifinale contro il Castellina scalo vinta per 4-3 (PS che partite da cardiopalma).


 La cosa che ricordo più nitidamente Omar è il gran caldo…la testa si offusca molto quando devi giocare sotto quel sole cocente di pomeriggio. Avevamo un secchio dove via via ci rinfrescavamo ma era davvero asfissiante e dava poca lucidità. 



Il sogno che diventa realtà. CAMPIONESSE NAZIONALI!!!


E’ stata una gioia immensa..ma che tuttavia equiparo alla vittoria del nostro primo regionale che ho citato in precedenza ed anche alla vittoria del secondo regionale nella finalissima contro il Fiesole. Il secondo regionale abbiamo trovato nella fase a gironi molte squadre importanti. Tavarnelle Val di Pesa che aveva all’epoca tra le sue file una certa Serena Ceci ti dice qualcosa? Tra le varie eh..perchè anche le altre giocatrici non erano da meno. Poi abbiamo trovato al secondo turno Anima nera anche questa una grande squadra esperta del pisano. In semifinale il Cf Florentia e infine il Fiesole. Quando ti dico che spesso questa squadra si è confrontata con squadre e giocatrici di FIGC intendo percorsi e storie tipo queste. Comunque questo regionale è stato per noi estremamente importante anche perché la finalissima si svolgeva ad Arezzo ed abbiamo potuto contare su un grande pubblico a supportarci ed è stato bellissimo alzare quella coppa davanti alla nostra città. Per me personalmente una delle emozioni più grandi derivava anche dal fatto che mi ha premiato mio padre in quanto presidente della Uisp di Arezzo. E’ stato un momento che ancora oggi porto nel cuore.

Pura emozione.


Vedi, il fatto che abbiate battuto una squadra che aveva tra le sue fila una campionessa come Serena Ceci (ovvero colei che lo scorso febbraio ha annullato la fascia sinistra della Juve, gente come Hyyrynen, Pedersen e Maria Alves se le è mangiate a colazione) porta avanti la mia teoria che le serie minori sono minori solo per categoria ma non per le individualità, perchè se giri per la serie B e la serie C trovi delle giocatrici fantastiche, vai al San Miniato Siena e ci trovi Valeria, Clara Meattini, Laura Pini  e Costanza Gangi, al Montevarchi trovi la vostra Giulia Martini e Ginevra Valgimigli, l'Arezzo poi con Orsi, Razzolini etc non ne parliamo...sono ragazze che prese individualmente sono fortissime, ma ormai che anche nel femminile si cercano molto le straniere e i tre club toscani di serie A ne sono zeppe, le ragazze toscane che hanno anche un lavoro e una vita si "accontentano" di serie minori, ma in queste serie minori si vede del bel calcio e ci si diverte da pazzi...ok, scusa la divagazione, ma voleva essere un omaggio a tante di voi che stanno rendendo grande l'attuale Alter ego.
Dunque, dieci anni per una squadra sono un'era geologica, basta prendere una qualsiasi compagnie maschile o femminile e se equipari le formazioni 2010 e 2020 sei fortunato se trovi 1/2 giocatori ancora in rosa, e nonostante il vostro zoccolo duro credo che altre siano passate e altre arrivate. C'è qualcuna delle ex che vuoi salutare e ti manca in modo particolare? e ci puoi parlare delle nuove arrivate, di coloro che adesso formano il presente e il futuro dell'Alter ego?











Avete vinto e gioito pochino pochino eh..




Alcune delle giocatrici tuttora in rosa sono state prima di tutto amiche e mie compagne calcistiche in varie squadre anche al di fuori dell’Alter Ego. Sono state il gruppo con cui sono cresciuta sia calcisticamente che umanamente e sono: Valeria Mazzola, Serena Chellini, Giulia Bruci, Francesca Pecorelli, Giulia Martini, Simona Giorgini. Mie compagne “storiche” di Alter Ego sono state e continuano a rimanere Nunzia Gentile, Marta Brandani e Nina Fabbroni. 


Nina Fabbroni

Un innesto per noi fondamentale a livello calcistico e poi da allenatrice è stato quello di Valentina Fambrini. Altre due giocatrici per noi molto importanti arrivate circa tre anni fa sono Giulia Bartolini e Ramona Borri. E poi Clara Meattini e Francesca Solazzo, sono state con noi solo un anno ma è stato l'anno del titolo nazionale, e il loro contributo è stato fondamentale. 





Alter ego vari.



Quest’anno inoltre sono arrivate delle nuove leve che sono state Angela Biancucci, Andrea Toppi, Chiara Ronchetti, Mariangela Acunzo.



Una recentissima formazione


Desidero inoltre menzionare e ringraziare Luca Lauria che questo anno ci ha assistito come mister e la nostra ex giocatrice e ora dirigente Francesca Pecchi. Insieme a lui i mister più importanti per la nostra crescita personale e di squadra che negli anni ci hanno seguito maggiormente sono stati: Elisabetta Fortunati e Michele Donati. Dobbiamo a loro molto dei successi ottenuti da l’Alter Ego. Voglio inoltre ricordare tra le giocatrici che sono state con noi svariati anni la mitica Anna Lieti, bomber di razza. Sicuramente mi sarà sfuggito qualcuno ma come hai detto te è una storia molto longeva e io ho una memoria su queste cose abbastanza gracile. 



Gran galà Uisp 2019, tanto per chiudere in bellezza..


Bellissima carrellata di nomi, era giusto ringraziare tutte e tutti  perchè contribuire a questa storia bellissima merita un plauso a prescindere.

Ultima domanda; quanto amate ancora, tu e le tue compagne, il progetto Alter ego? vi sentite appagate dal titolo nazionale o questo vi ha solo  messo ancora più appetito? e cosa vuoi dire a chi è indeciso se venire a vedere o no una partita della vostra squadra?

Dunque Omar, come tutte le cose della vita credo che i cambiamenti vadano accettati e non osteggiati e accompagnati nella propria quotidianità. Ad oggi non so dirti per bene il progetto Alter ego come proseguirà e che piega prenderà. Sicuramente tra qualche mese potrò darti una risposta più dettagliata e faremo una nuova intervista (ahah) (Ma anche due cara Ilaria..che fai, mi sfidi? ti faccio scrivere più di Tolstoj :D ). Scherzi a parte dopo la vittoria del titolo nazionale abbiamo avuto qualche defezione da parte diciamo del gruppo più storico. La doppia attività col calcio a 11 talvolta mina la partecipazione di molte mie compagne e questo è un problema che mai come questo ultimo anno si è manifestato. Spesso abbiamo fatto delle partite da contate o comunque in numero molto esiguo ed è sempre più difficile per me in primis riuscire a combaciare tutti gli impegni calcistici anche con l’altra squadra di cui faccio parte, ovvero il san Giovanni calcio a 5, e assumermi la responsabilità di un doppio impegno. Inoltre per me doppiamente fagocitante essendone presidente e capitano. C’è stata talvolta una stanchezza mentale e anche fisica nel corso di questa annata. Ciò non ci ha impedito di arrivare prime anche quest’anno ed essendo il nostro campionato concluso direi che possiamo aggiornare il palmares con il sesto campionato vinto. Penso che l’Alter Ego riuscirà comunque a sopravvivere, magari prendendo altre forme. Ma una sopravvivenza dell’Alter Ego ci sarà sempre e soprattutto in noi. Le storie calcistiche e le nostre vite sono state per molti anni fortemente intrecciate e forse siamo giocatrici e donne diverse ad oggi anche grazie a questa squadra. La mia più grande soddisfazione è se qualcuna delle molte giocatrici che ha intrecciato il nostro cammino ripensando alla nostra esperienza insieme sorrida e ne sia felice. Come ti ho detto questo non lo baratterei mai con niente altro perché dove sei stato bene tornerai sempre o fisicamente o col pensiero. 

Beh, queste tue ultime parole mi commuovono e mi danno dispiacere al tempo stesso, ogni appassionato è egoista e sulle prime non pensa ai sacrifici che fate voi tutte, vuole solo vedervi in campo, mettono il broncio se una calciatrice smette o se un ciclo finisce...ma non io, che invece sono qua proprio a dare voce anche ai vostri problemi, a struggermi con voi nel sentirvi dire basta, perché come hai detto nulla dura per sempre, ma se proprio deve essere, se per sopravvivere dovrete scende a dei necessari compromessi,  spero di vedere quelle maglie giallorosse danzare almeno un'altra volta, se non posso seguirvi nei percorsi e nelle strade di sempre spero almeno in un vostro congedo per come meritate, avete fatto la storia del futsal Uisp e  come hai ben detto tutto sopravviverà in voi e in pochi altri e altre, ma saranno momenti che vi rammenterete per tutta la vita, tra quaranta o cinquant'anni, ne sono sicuro, vi ritroverete ancora in cene collettive e magari a un certo punto qualcuna salterà fuori con "Vi ricordate quella volta appena prima di quella cavolo di pandemia del 2020 in cui abbiamo vinto il campionato nazionale?" e giù ricordi, perché quella maglia giallorossa non ve la toglierete di dosso mai, e se il vostro Alter ego dovesse prendere altre forme vabbè, non per questo sarà meno forte, e io avrò un'altra storia bellissima da raccontare, sempre col tuo permesso.

Bene, l'intervista a Ilaria è finita...ma non questo viaggio nella favola Alter Ego, perchè adesso seguiranno (in rigoroso ordine alfabetico)  delle testimonianze di molte delle protagonista di quest'avventura, in quanto ho chiesto loro "Che cos'è per voi l'Alter ego?"  e ne è uscito un caleidoscopio formidabile, cari lettori preparatevi a ridere e a commuovervi, perchè vi garantisco un ottovolante di emozioni!!




  CHE COS'E' PER VOI L'ALTER EGO?


MARIANGELA ACUNZO



Ciao, io sono Mariangela il portiere e anche una delle "nuove" arrivate in squadra la mia avventura inizia nel 2014 con delle partitelle amatoriali con la croce rossa. sentii di questo campionato uisp tramite una delle compagne di squadra che all'epoca giocava nell'Alter e iniziai a fare qualche allenamento con loro. Mi incantò subito questa squadra fatta da ragazze che sapevano quando ridere e quando invece c'era da mordere il campo, ma mi stupì soprattutto la dedizione per questo sport partendo dall'allenatrice "La Betty". Una persona che ha sempre un buon consiglio in tasca, fu lei a spiegarmi che "la base del calcetto a 5 è la posizione in campo e sono non i ruoli".
Fin dal primo anno che ho iniziato calcetto ho sempre desiderato giocare in questa squadra /famiglia perché al di là della bravura hanno la capacità di farti sentire una del gruppo. Mi ricordo bene la sera che l'alter si radunò per decidere cosa fare l'anno successivo io ovviamente ero un po' emozionata speravo che Betty mi chiedesse di giocare con loro, ma ahimé non fu così. Betty mi spiegò che con la poca esperienza che avevo in una squadra come questa non avrei imparato niente e che dovevo andare in una squadra dove avrei fatto "i salti mortali". Ecco il primo anno finii con 99 goal subiti😅 di salti ne feci, ma non con buoni risultati, feci parate di faccia, di culo, di stomaco tornavo a casa piena di lividi erano delle guerre non delle partite.
Poi 2 anni fa "Il Dona"(scelto per allenare l'alter e anche la rappresentativa) mi chiese di essere uno dei portieri della squadra di Arezzo, ero entusiasta, un piccolo obiettivo lo avevo raggiunto ero passata dall'ultimo portiere ad essere uno della rappresentativa... proprio io... però mi mancava ancora una piccola soddisfazione, giocare nell'Alter, questa colonna portante che era un nemico in campo da battere o almeno da tenere testa.
Fondai con altre ragazze una squadra "il Capeto" dove la base era di essere una specie di famiglia, mi ispirai molto all'Alter e cercavo di imitare "Il Cap" ( se dovessi pensare alla figura del capitano la Ciofa sarebbe l'emblema) ma con scarsi risultati😅. Dopo due anni riuscii con il Capeto a vincere una partita contro l'Alter che veniva da ben 53 di vittorie circa (la soddisfazione fu tanta, ma non diciamolo ad alta voce🤫). Quando la Ciofa mi chiese di andare da loro ci pensai tanto perché voleva dire lasciare una squadra nata dalla fatica e passione per questo sport, ma come si può notare ho accettato.
Sono molto onorata di aver fatto di aver fatto parte di una bellissima squadra.




GIULIA BARTOLINI




Quando inizi a tenere a qualcosa, quando inizi ad amare qualcosa lo senti dentro, lo senti e basta. Non ci sono troppe spiegazioni, non ci sono troppe parole, è così, lo sai.
Io l’ho saputo dopo le prime partite, le prime cene, le prime esultazioni. No, non mi ci è voluto tanto. Certe cose succedono anche velocemente. Mi è successo così nelle CCF (Casentino Calcio Femminile) che è stata la mia squadra per quasi 10 anni e mi è successo così quando sono approdata all’Alter Ego. Complice sicuramente anche il fatto che in questa squadra c’erano e ci sono amiche preziose, compagne di vita prima che di calcio.
Ho iniziato a giocare tardi, con il pallone spesso ci litigo e il calcetto, di certo, non mi ha aiutato a farci pace. Nonostante questo, dopo essere entrata a far parte di questa squadra, non sono mai riuscita ad abbandonarla. La vita, gli impegni, gli eventi, mi hanno portato a pensarlo, ma, in fondo, mai a volerlo.
L’Alter Ego mi ha fatto esultare nel modo più autentico e devastante, ricordo gli abbracci con il Giagui durante le regionali e le nazionali, quelli in cui ti stritoli dalla gioia. Mi ha fatto commuovere di felicità, come il discorso di Ila dopo la vittoria delle nazionali.  Ho riso a crepapelle e sono stata bullizzata all’inverosimile (il Cucciolo, il Giagui e la Bru ne sanno qualcosa). Mi ha fatto anche piangere certo, arrabbiare, uscire dal campo con l’amaro in bocca, non sarebbe stato così bello altrimenti.
Dovrei ringraziare ogni allenatore e ogni compagna ma forse oggi mi sento di ringraziare una persona per tutte, il nostro capitano. Per non aver mai smesso di crederci. Ora e sempre; forza Lecce!



RAMONA BORRI





Ciao!
Mi presento: Ramona Borri, militante Alter Ego.
Il Cap/Presidente Ilaria Ciofini mi ha chiesto di mandarti delle note sulla mia esperienza in squadra, quindi, eccomi qua.
All'Alter Ego ci sono finita un pò per caso, 3 (o forse 4) anni fa diciamo, perché, gli anni precedenti ero arruolata in altre squadrette tirate su una sera al bar con delle amiche che avevano smesso di giocare a calcio a 11. Più per ridere insieme insomma, che per tirare a vincere.
L'Ilaria mi chiese se volevo partecipare e siccome, almeno nel calcetto, non ho mai portato bandiere, in virtù della conoscenza che avevo con lei ed altre giocatrici, con le quali avevo giocato ad Arezzo a 11 e, in ultimo, visto che non so stare ferma e il calcio è sempre stato la mia passione (a 33 anni suonati rischio i ginocchi ormai da 22 stagioni) dissi perché no?
Il primo trauma è stato, come noto, il completino da gioco!
Passi che per il riscaldamento siamo state tutte rispettivamente vestite con l'abbigliamento del calcio a 11 ma la riga verticale giallo/rossa proprio no! Se in più ci si mette che per giocare indoor io ho le scarpe arancioni fluo, all'aretina "dammene un che me n'è morti due", l'argomento è proprio da glissare..
L'unico aspetto positivo che mi viene in mente è che si concilia perfettamente con la mia esigenza di indossare fantasie che slanciano e, si sa, la striscia verticale in questo senso da una grossa mano!
Scherzi a parte che dire, io tendo ad essere una persona molto inquadrata nella vita e nello sport, ma questo gruppo di "scazzone" dove ogni partita tira fuori degli sketch che poi diventano ever green nel tempo, mi ha accolto come fa con tutte..senza riserve, senza pregiudizi.
Quello che apprezzo in generale dell'Alter Ego e di chi ne fa parte è infatti la capacità di coniugare il folklore e la goliardia con la fame di vittoria nel momento in cui la prima giocatrice mette il primo piede in campo.
Sembra veramente di vedere la più classica delle squadre di calcetto, tutta al femminile.
In altri termini, si passa con incredibile immediatezza dalla smongolata 30 secondi prima negli spogliatoi, al ruggito dentro il campo.
Nell'Alter Ego così si fa, si va e si gioca, pochi tatticismi, poche strategie, ma alla morte, ogni partita.
E questo, penso di poter parlare per tutte, senza presunzione, senza arroganza, atteggiamento forse favorito dallo spirito di fair play del calcetto, che, per lo meno nel femminile e nella mia esperienza, nel calcio a 11 a volte si dimentica.
Per far comprendere al meglio ciò che intendo dire, citerò due episodi specifici: quanto alle smongolate/sketch evergreen narro la storia del mio soprannome: RUZZI.

Certamente non un soprannome da Barbie, del resto perfettamente calzante con la mia forma fisica: non ricordo la partita, ma nella foga andai letteralmente a sbattere contro una giocatrice, che guarda caso non era un'avversaria, bensì una mia compagna di squadra (Nunzia Gentile). Dall'impatto tra i due corpi sferici derivò una catastrofica centrifuga che mi portò letteralmente (la Nunzia in piedi, come nulla fosse) a "ruzzolare" metri e metri all'indietro proprio come il cestello della lavatrice, con tanto di risate degli avversari e, ovviamente, delle mie compari. Da lì in poi, io per tutte, specialmente per il Giaguaro (lei si che è un'evergreen), sono Ruzzi.

Quanto invece alla grinta che segue l'idiozia pre partita non posso che citare la vittoria del campionato nazionale di calcio a 5 femminile UISP a Pesaro.
Li ho giocati, seppur in misura ridotta causa lavoro, con la pubalgia. Credo che per chi fa sport, e non sono una che si lamenta, sia uno dei problemi fisici più invalidanti e più pesanti, soprattutto psicologicamente, da sopportare. Perché la pubalgia non si identifica in un'operazione, che a degenza finita torni quasi come nuovo. La pubalgia, anche con le migliori cure non ti lascia mai e torna quando meno te lo aspetti.
Tuttavia, mi confronto con l'Ilaria, con l'allora Mister Valentina Fambrini e che fai? Non li fai i campionati Nazionali?
Non alzavo le gambe ma giocavo, con tutta l'energia, con tutta la forza.
Il momento più rappresentativo è la concentrazione della finale. Contrariamente al solito, per lo meno da parte nostra, non si sentiva un fiato.
E poi? E poi..BOOM! L'arbitro fischia a ci siamo ritrovate campionesse Nazionali, col completino del Lecce, con lo spirito da "raccattate", di gente che gioca a 11 e di calcetto ne sa meno di niente, ma con la tenacia di una squadra di gente che vuoi per l'esperienza, vuoi per il carattere, quando mette piede in campo non lo toglie fino all'ultimo.
In tutto questo, in tutte le partite giocate, mai ho sentito una compagna riprendere, sgridare, cazziare l'altra.
That's Alter Ego spirit.




MARTA BRANDANI







Cosa e’ per me l’Alter ego...caro Omar ormai lo sai che non è solo una squadra ma una grande famiglia, e sono onorata di averne fatto parte fin dalle origini. Ma partiamo proprio dal principio...mi ricordo ancora quel giorno in cui nel salotto di casa a Firenze, da poco avevo iniziato l’università, arrivo’ la chiamata di Ilaria in cui mi diceva di voler mettere su una bella squadretta di calcetto; fui subito entusiasta e non ci pensai un secondo ad aiutare un’amica con cui fin da piccola ho condiviso la grande passione per il pallone!! Quando eravamo alle elementari non so quante sfide abbiamo fatto...vero capitan Ciofini...che battaglie ma anche quante risate insieme a tanti amici al nostro parco del Pionta....si il nostro momento di gloria era proprio quello...tirare due calci al pallone in un campino spesso improvvisato. Lo spirito che avevamo da piccole ci ha accompagnato per tutta l’avventura Alter ego, quindi mi piaceva spiegarvi come e dove è nata la nostra grande passione!! Ormai e’ una vita che sono nell’Alter ego...facendo due calcoli credo proprio ben 13 anni, come 13 e’ sempre stato il mio numero di maglia...da quella azzurra a quella nera, poi amaranto fino all’attuale amata maglia giallo-rossa del Lecce😂...direi che a discapito dei superstiziosi mi abbia portato davvero fortuna durante questa meravigliosa avventura! L’Alter ego non è solo famiglia ma disagio (per i nostri scalmanati pre-partita e i disordinati riscaldamenti), determinazione e forza (non molliamo mai dentro e fuori dal campo), cuore e carattere (pronte ad aiutarci sempre) divertimento e sorriso, insomma il mix perfetto per una squadra vincente! Tante sono state le emozioni provate in questi anni, sia nelle grandi vittorie che nelle brucianti sconfitte...vi cito quelle più significative per me, la vittoria più bella il primo regionale vinto in una bollente sera di giugno a Livorno (nonostante cena a base di spaghetti alle vongole, fritto e vino bianco giusto per non smentirci mai vero bomber Simona Giorgini 😅), e la sconfitta che mai dimenticherò la finale nazionale persa negli ultimi minuti dopo un torneo davvero sfortunato...ma come sapete ci siamo rifatte l’anno dopo😁. Tante sono state le compagne di avventura come a rappresentare piccoli pezzi di un puzzle che ad oggi appare quasi completo...manca ancora un piccolo grande tassello da incastrare che lascio al capitano svelare!! Grazie a te Ilaria per quello che hai creato e a tutte le compagne ed allenatori che lo hanno reso possibile...sempre forza L’alter ego...per sempre OBA 13!!
Infine grazie a te Omar per l’opportunità che ci hai dato di far conoscere da vicino questa squadra di “alterate❤️”.





GIULIA BRUCI





Quando penso all’Alter ego mi esce subito un sorriso..  al di là di tutte le vittorie condivise con le mie compagne per me Alter ego è casa... ho iniziato a giocare in questa squadra 6 anni fa.. appena arrivata ho sentito subito un’aria familiare.. c’erano delle persone che già conoscevo grazie al calcio a 11 e altre con cui ho stretto subito una grande amicizia.. sono stati anni di grandi soddisfazioni ma anche di qualche delusione sportiva.. Ma proprio grazie a quelle delusioni (come la partita nazionale persa all’ultimo minuto) che ci hanno rafforzato e permesso di arrivare finalmente a quel tricolore!!
E è stato un momento indimenticabile.. emozioni che augurerei di far provare a chiunque.. immaginatevi di vincere una finale nazionale con delle sorelle.. penso che sia una cosa indescrivibile!!
Se dovessi dare un nome a questa squadra di matte la chiamerei Ohana, Perché so che sia in quel rettangolo che fuori posso contare su loro!





SERENA CHELLINI




Ciao Omar...prima di tutto grazie per l'opportunità che mi hai dato di leggere quello che pensano le mie compagne di famiglia su questa grande casa-famiglia accogli tutti...che si chiama Alter ego...a forza di scrivere e riscrivere..sono finalmente arrivata anch'io a buttare giù qualcosa di definitivo...voglio iniziare da un dialogo avuto la scorsa estate con Ilaria Ciofini...stavo meditando di smettere e lo avevo confidato giusto giusto a mezza spiaggia..quando la gosti (Ilaria Ciofini) invece di inviarmi uno sei suoi soliti vocali di 10 minuti mi chiama direttamente al telefono e mi dice con quella tipica voce da capitano: "Giagui...dobbiamo rifondare l'Alter ego..e si riparte da te e da me!ci stai?"...
Non ci ho pensato due volte!le ho detto subito SI!!! ..e in un attimo mi sono scrollata di dosso quella tristezza che avevo perché ero convinta di smettere..in un attimo.mi ha fatto scordare tutti i buoni propositi che si fanno quando si smette...più tempo per il figlio..il.marito..ma quella semplice e meravigliosa domanda meritava una risposta...anzi NO! Quella persona meritava una risposta! Ed io non ho esitato ! Neanche dopo!!
Per questo per me è facile dire cosa è l'Alter ego per me...per me l'Alter ego è Ilaria Ciofini! E l'affetto che provo per questa persona che mi ha sempre coinvolto e mi ha fatto dimenticare l'età...mi ha fatto conoscere persone meravigliose...è un capitano che è capace di dirti : "Giaguy se ti anticipa di nuovo quella debosciata entro in campo e ti spacco un ginocchio!! " oppure "Giaguy oggi segni me lo sento"...(e fino a che non segno non sono contenta!! )Ho conosciuto Ilaria a quando giocavamo nella Stella azzurra e da allora ci siamo sempre seguite...San Miniato..Alter ego..black horse...snoopy...ristoranti cinesi...miramare...fuori e dentro il campo..la nostra amicizia è cresciuta sempre di più...e ora lo posso anche scrivere che il mio primo poster è lei !! (Ma non glielo dire..😂😂)
Penso che sia giunto il momento di presentarmi ...sono Serena conosciuta come il giaguaro. Mi fu dato questo nome quando giocavo alla Stella azzurra ..forse per le zampate da giaguaro che tiro sotto porta quando faccio goal..perché lo ammetto, a volte mi ricordo anche che a questo gioco si deve tirare!! Il mio ruolo è la punta..visto che non posso farne altri..a volte per punire le mie compagne l'allenatore mi mette a giocare in fascia per premiare le mie qualità negli scatti e soprattutto per mettere in luce una delle mie più grandi qualità: il gioco di squadra...scherzo Omar ...non la passo mai..mi diverto a scartare e riscartare fino a che o non la perdo o vengo brutalmente falciata...mi piace tanto giocare a calcio..ridere ..stare con le amiche..abbracciare.....fare gli scherzi...bullizzare ..vincere ..piangere....e tutte queste cose le ho fatte grazie al calcio...prima a 11.. e poi a calcetto.. nella mia famiglia ritrovata.Con la maggior parte delle mie compagne ci eravamo conosciute alla Stella azzurra poi avevamo preso strade diverse e alla fine  ci siamo incontrate di nuovo nell'Alter ego...come quei grandi amori "che fanno dei giri immensi e poi ritornano"..."amori indissolubili"

La tua idea cade a pennello perché hai dato l'opportunità a tutte noi di scrivere qualcosa per ricordarci di questa esperienza, della quale conserverò sempre ricordi bellissimi! Che bello che è il calcio!! Anche prima di giocare...e poi quel fischio finale ..eravamo campionesse nazionali!! Sensazioni inspiegabili...il tempo passerà e sarà sempre più difficile per me vivere il campo...ma ora non voglio pensarci, evviva l'Alter ego!



MICHELE DONATI



La mia avventura con l'Alter ego è iniziata nel settembre 2015 quando Ilaria mi contattò per allenarle.
Con lei ci conoscevamo già da tempo e dato che avevo anche "allenato" una squadra dove c'era suo fratello ma l'importante era prendere meno gol possibili e andare a bere due birre prima possibile le domandai subito....ma si fa per fare due versi o avete intenzioni serie? A me stava bene tutto ero comunque incuriosito ed avrei accettato ma le sue parole furono chiare....Dona vogliamo vincere il campionato regionale.
Quindi incomincio ad addentrarmi in questa nuova realtà del calcio femminile e scopro che non solo allenavo una squadra con lo spirito di quella del fratello ma che erano pure forti! E tanto!
Ma prima si pensava a vincere la partita con una grinta e una determinazione che noi maschietti a volte ce la sogniamo....poi c'erano le birrette!
Vinciamo il provinciale la finale playoff e ci proiettiamo verso il sogno regionale....prima Siena poi Firenze poi Pisa e in finale di nuovo Pisa e il sogno si avvera diventiamo campioni regionali per la prima volta.
Ne abbiamo vinti altri due di fila poi....un terzo posto e una finale persa a un minuto dalla fine al campionato nazionale ė grazie a loro se una società mi ha offerto un altro progetto che poi ho accettato l'anno successivo....a me chi mi conosceva sennò?

Ma quel nazionale perso a un minuto dalla fine gridava vendetta....e la voglia di vendicarsi era tanta!
Nonostante tutto ormai la mia scelta l'avevo fatta e prese il mio posto Valentina Fambrini che comunque mi dette la possibilità di collaborare durante la stagione riuscendo a coronare il nostro sogno....diventare campioni nazionali!
Quattro anni in cui ho conosciuto persone fantastiche con le quali ho condiviso tanti momenti sia belli che brutti.....in cui sono cresciuto tanto sia dal punto di vista sportivo che umano e che mai nessuno potrà mai cancellare dalla mia memoria.




VALENTINA FAMBRINI





Difficile riassumere in poche parole quello che per me è l'Alter ego. L'ho vissuta sotto tante vesti: come spettatrice, come giocatrice, come “stampellata” e come allenatrice. Per ogni veste ho emozioni e ricordi che non basterebbe un libro per riassumerle. Alter ego è famiglia, con tutto quello che significa una famiglia, momenti belli e momenti difficili, vittorie e sconfitte, amore e contrasti. Nell'impasto alter ego c'è tutto, non manca nessun ingrediente e il tutto è amalgamato perfettamente dalla passione spropositata per quella palla tonda.
Come spettatrice mi sono innamorata nuovamente del calcetto, come  giocatrice mi sono emozionata ogni volta che indossavo quella maglia, come stampellata mi sono aggrappata a una rete per un intero nazionale per vedere alzare quella coppa come se i miei piedi fossero in campo, e come allenatrice ho visto coronare il sogno di tutte/i noi.
Il ricordo più bello? Beh sarebbe scontato dire la vittoria del nazionale, sicuramente è uno dei momenti più belli, come tanti momenti belli sono quelli condivisi nello spogliatoio..gli scherzi, le battute, il "prendersi in giro" o le partite a carte con il Giagui che tra una risata e l'altra “oddio sono le tre domani mattina si gioca!". Ma il ricordo più travolgente, quello che veramente resta dentro, è il primo regionale. Come si dice le prime volte non si scordano mai. Il primo anno che giocavo all'alter ego. Eravamo sempre contate a quel regionale, ogni avversario sembrava sempre un ostacolo più alto da superare. Ma partita dopo partita, come in trance agonistica, siamo arrivati alla finale battendo uno per uno chiunque si mettesse davanti a noi. Di quella serata ho tatuato ogni sguardo fra di noi, i momenti prima di entrare, ogni urlo di Mister Donati, ogni parola di Cap. Ciofini, ogni secondo che portava alla fine, ad alzare quella coppa..è stata una di quelle partite che rispondono benissimo alla domanda "ma chi te lo fa fare di andare di mercoledì sera a Livorno a giocare una partita di calcetto?"  Beh te lo fa fare l'Alter ego e tutte le emozioni che ti resteranno per sempre addosso.



NUNZIA GENTILE





 Mi chiamo Annunziata ma per la squadra sono Nunzi.
Sono arrivata nell'Alter Ego nel 2010 e da quel momento non è esistito altro team.
Mi ricordo ancora gli inizi, venivo da una squadra sempre ultima in classifica ma questo non mi ha impedito di continuare a giocare, nonostante le delusioni sportive. Avevo paura di non trovare una squadra che fosse alla mia altezza ma insieme alla mia compagna di squadra Francesca Pecchi, abbiamo preso contatti con Ilaria Ciofini per entrare a far parte dell'Alter Ego.
Come allenatrice c'era la "Betty", un punto di riferimento per tutte noi. Una donna forte, stimolante, accogliente. Mi ha spronata, ha creduto in me, nonostante fossi fuori forma e con diversi kg in piú, mi ha anche minacciata di non farmi più giocare se non mi fossi presa cura di me e oggi non posso fare altro che ringraziarla se sono arrivata e  sono ancora qui. Nella squadra ho trovato tante persone meravigliose, alcune sono rimaste, altre se ne sono andate e altre ne arriveranno. Sono molto orgogliosa di far parte di questo "gruppo disagiato", dove non sono mancate le litigate, i battibecchi e le delusioni. Se siamo arrivate fino ad oggi é perché comunque, chi è rimasto, ha creduto nel nome Alter Ego, ha dato il suo contributo, poco o tanto che sia e ha fortemente combattuto per arrivare sempre alla vittoria. Ilaria è il miglior Capitano che possa esistere, è un punto di riferimento fondamentale, il suo impegno è unico, è un esempio fondamentale per me, di grinta, stimolo, coraggio, determinazione. Non esistono Capitani come lei e io non posso che esserne orgogliosa. Il detto dice "squadra che vince non si cambia" ma nel caso dell' Alter Ego a vincere sono i valori, che siano del calcio, delle relazioni, del gruppo.
Perché L'Alter Ego è magia.




SIMONA GIORGINI





Come già anticipato dalle mie compagne di avventura anche per me l'Alter ego è sinonimo di famiglia,che negli anni ha mutato i suoi componenti ma non lo spirito che la contraddistingue... Come ogni famiglia che si rispetti non sono mancate discussioni o litigi ma che si trasformavano poi in tanta determinazione e voglia di vincere... A livello personale devo tanto a questo gruppo un po' perché mi ha cresciuta e soprattutto perché ha sempre creduto in me anche quando io stessa pensavo di non essere all'altezza e stavo per mollare... Dopo la sconfitta in finale nazionale di due anni fa di cui mi sentivo l'unica responsabile ero pronta a lasciare la squadra.. È stato proprio in quel momento di "sbandamento" che grazie al capitano (Ilaria Ciofini) sono tornata sui miei passi e da li ho capito che stavolta avremmo vinto che non sarebbe andata come sempre e che la mia voglia di riscatto era forte tanto quanto quella di vincere... E ho avuto proprio ragione.. a un anno da quella batosta mi ritrovai a piangere( stavolta dalla gioia) in mezzo al campo con le mie compagne di vita che insieme a me si erano liberate di un peso enorme. E saltare al coro "chi non salta l'Alter ego è" quel giorno aveva un gusto enorme ❤



GIULIA MARTINI




L'Alter Ego non è solo una squadra.Vorrei provare a descriverlo a parole ma non credo di riuscirci. Posso dire che spero tanto che chiunque pratichi sport di squadra possa avere la possibilità e sentire il senso di appartenenza per una maglia. Sentirsi parte di un gruppo sempre, quando sei protagonista, quando non lo sei, quando sei infortunata, quando sei giù di morale e hai bisogno di ritrovare fiducia, quando non puoi esserci fisicamente per lavoro. Ma soprattutto quando ti senti a casa, come se fosse un nido, la nostra bellezza sta in questo, condividere la nostra passione e riuscire ad essere al tempo stesso famiglia. Negli anni sono capitati screzi e discussioni, non è stato sempre tutto rose e fiori, però ogni volta che qualcuna sbagliava veniva perdonata, come fanno i genitori con i figli. Poi Omar siamo “Fantozziane”, dovresti vederci. Andiamo alle partite e non ce n'é una vestita uguale all'altra (a parte la maglia!), ognuna si scalda per cavoli suoi e addirittura c'è chi non si scalda. Un anno per una partita delle Nazionali ci siamo scordate il portiere all'hotel accorgendocene solo arrivate al campo!! Insomma, abbiamo fatto del DISAGIO il nostro motto!

 Ma nonostante questo disagio che ci contraddistingue il 30 giugno 2019 siamo riuscite a conquistare il titolo che mancava nella nostra bacheca, quello campionesse Nazionali!
Per questa vittoria in particolar modo e tutti gli anni passati ci tengo a ringraziare per prima Ilaria Ciofini, amica speciale, presidente, capitano e fondatrice della squadra, nonché la giocatrice più vincente che conosca, la maggior parte delle mie vittorie le ho condivise con lei. Altro ringraziamento speciale va al Giagui (Serena Chellini) fedele compagna di viaggio su tutti i fronti, con lei ho condiviso le più belle risate e ore infinite di macchina!

Poi ringrazio tutte le altre compagne Valeria Mazzola, Giulia Bartolini, Simona Giorgini, Giulia Bruci, Marta Brandani ,Valentina Fambrini, Ramona Borri, Francesca Pecorelli, Nunzia Gentile, Nina Fabbroni, Clara Meattini e Francesca Solazzo. Spero di non essermi scordata di nessuna perché a ognuna di loro devo qualcosa!




VALERIA MAZZOLA






Per me l'Alter ego,come si dice a Napoli, è un"Piezz'e core"... non è una squadra, non è un posto, non è una maglia, è una parola e un concetto; famiglia. L' Alter ego è la mia famiglia, in quanto le persone che lo hanno composto e lo compongono sono la mia vita quotidiana, alcune di loro le ho conosciute anni fa alla Stella Azzurra, dove ho incontrato  per la prima volta Ila, la Bru, la Simoncina e il cucciolo (NB; Cucciolo= Giulia Martini, che in realtà è un colosso, infatti è un cucciolo...di gigante)  e l'Alter ego è in un certo senso il concetto ancora più ampio della famiglia iniziata a formarsi alla Stella azzurra, con l'Alter ego abbiamo messo insieme le nostre energie e ci siamo dimostrate e ci dimostriamo cosa cazzo siamo state e siamo capaci di fare noi tutte insieme, ed è bellissimo quando guardi negli occhi la persona accanto a te e non è semplicemente una compagna di gioco ma è parte della tua vita, e ogni ricordo che creiamo tutte insieme diventerà parte della nostra vita, non c'è niente di più bello al mondo, come  non c'è stato niente di più bello al mondo vincere il regionale e la nazionali; per quanto mi riguarda la felicità più grande l'ho avuta nel guardare Ilaria che era così contenta di tutto questo, perché per me l'obiettivo era vincere per riuscire a far diventare reale e concreto il sogno di colei che è veramente un pezzo del mio cuore, Ilaria Ciofini, lo ripeto è veramente un pezzo del mio cuore e non potrei usare altre parole, e vedere la sua felicità negli occhi per me era quello che avrei voluto regalarle fin dall'inizio; ovviamente la soddisfazione è stata grande per tutte noi, ma quello era il mio obiettivo primario.
Che tra l'altro, per quanto mi riguarda, io ebbi una frattura bruttissima al dito mignolo della mano sinistra nel febbraio 2018, dovetti fermarmi perché oltre a giocare a calcio era a rischio anche il mio poter suonare la chitarra,quindi ero stata ferma mesi e mesi ma Ilaria scommise comunque su di me per chiamarmi a fare le nazionali, io avevo finito la riabilitazione ma la fisioterapista mi aveva detto che era ancora troppo presto per giocare, ma Ilaria mi guardò negli occhi e mi disse "Io voglio te". Purtroppo perdemmo 1-0 ma in quelle partite giocai di puro istinto parando come sapevo tutti i tiri che arrivavano, la mia testa mi diceva di stare attenta, si poneva dei limiti, ma il mio corpo era avanti rispetto alla testa, l'istinto che supera la ragione, e se ne fregava dei limiti e delle paure del mio cervello, quindi quelle nazionali perse furono comunque importanti per riprendere e riacquistare fiducia in me, Ilaria subito dopo la sconfitta mi vide parecchio giù e mi disse "Ti rendi conto che hai avuto un infortunio gravissimo ma ti sei rimessa in gioco e hai fatto comunque il massimo? Non permettere più a nessuno di dubitare del tuo talento" Queste parole mi hanno aiutato tantissimo ad andare avanti, soprattutto quest'anno che col San Miniato le cose non sono andate benissimo, tutto questo per dirti quanto è importante questa squadra e quanto è importante colei che è il capitano, la fondatrice e il "Tutto" dell'Alter Ego Ilaria Ciofini. Credimi, mi sto commuovendo, ma io morirò con questi ricordi impressi nella testa, saranno le ultime cose alle quali penserò,è veramente bello quello che lo sport ti può dare specialmente se lo sport diventa famiglia come con l'Alter ego...mi vedo come in Titanic, vecchia sdraiata sul letto a ricordare la giovinezza, l'Alter Ego sarà il mio Jack, mi sembrerà di essere sulla prua della nave, a sentire il vento che mi scorre tra i capelli.

Valeria e il suo "Piezz'e core"



CLARA MEATTINI 



Allora...io conosco il gruppo storico da tanti anni perché giocavamo alla Stella Azzurra tutte insieme, ma ho avuto l'occasione di giocare solo un'annata calcistica nell'Alter Ego (quella dove abbiamo vinto tutto, sia con  loro che con il San Miniato).
Alla fine come ben sai sono le persone che fanno le squadre e aver avuto la possibilità di portarmi questa grande famiglia in vari contesti calcistici è stata una vera fortuna; nonostante fossi l'ultima arrivata mi sono sentita come a casa, parte del progetto e ingranaggio del meccanismo vincente all’interno del quale ho potuto dare il mio apporto; incrociare ad ogni gol gli occhi delle mie amiche ha dato quel qualcosa in più a questa esperienza.
Il momento più bello e emozionate per me è stato quando dopo la finale delle nazionali ci siamo sedute tutte in cerchio sul campo da gioco dove avevamo appena ottenuto un’estenuante vittoria e ci siamo godute quel momento solo nostro, unite e commosse. Come se per un istante tutto si fosse fermato e non esistesse nient’altro che quell’emozione:  aver raggiunto dopo tanti anni un traguardo tanto desiderato e nonostante io fossi arrivata solo da un anno e quindi non avessi vissuto tutto il percorso di anni per arrivare a tale punto, ne ho gioito e goduto al massimo sentendomi artefice dell’impresa.





POSTILLA; OMAR LASTRUCCI





Un impresentabile sottoscritto con Valeria, Ilaria e Giulia.







Purtroppo non posso raccontare niente di prima mano dell'Alter ego, non ne ho mai visto una partita se non qualche frammento su youtube ( e meno male che ci sono, non era scontato) e anche voi ragazze vi conosco appena, anzi forse nemmeno vi conosco, per adesso vi ho solo intuite..ma del fatto che  siete un collettivo fantastico ne sono sicuro, ed è questo che contava per la riuscita di un progetto che rimarrà veramente un gioiello di questo blog.

Però posso dire una cosa, e con un filo di orgoglio; sono bastate quelle poche righe di un'intervista di ormai quasi tre mesi fa, quella di Ilaria, per capire che l'Alter ego era un qualcosa di potenzialmente straordinario, nel senso letterale del termine, ossia  extra-ordinario, un qualcosa che si distingueva, che andava oltre.
Sapete, non sembra ma sono una persona timida, all'inizio non ve l'ho raccontata tutta, ma ho dovuto raccogliere del coraggio per chiedere a Ilaria il numero di telefono, volevo informarla di questo progetto senza la freddezza di una conversazione scritta, eravamo ancora all'inizio della fase 2 e non potevamo incontrarci ma mi piaceva sentire cosa ne pensava attraverso la sua voce, seppur sempre con la paura di disturbare, di essere invadente, che già le avevo chiesto molto con l'intervista.
 Ma Ilaria mi ha capito fin da subito e ci siamo lanciati in questa piccola avventura, in qualche modo l'ennesima dell'Alter ego, e guardate cosa è venuto fuori anche grazie a tutte e tutti voi, un graffito ineguagliabile di calcio e di vita.

Che voglio farmi la domanda a mia volta; cos'è per me l'Alter ego? per me è vita, vita di quella buona, è come un film che ci commuove e ci diverte, come un disco che ci emoziona ad ogni nuovo ascolto. Oscar Wilde nell'introduzione al Ritratto di Dorian Gray affermava che l'artista è il creatore di cose belle, e Ilaria, che artista dentro lo è, ha creato il bello, e non da sola, tutte voi ragazze avete contribuito a crearlo giorno dopo giorno insieme a lei, e tutti i Mister e le Mister, o chiunque abbia solo dato una mano in qualsiasi altro modo, ha plasmato non solo un qualcosa che è e rimarrà nella leggenda del calcio amatoriale toscano ma che ha portato e sparso felicità tutto attorno, chi ha seguito l'Alter ego è stato meglio come chi vi ha giocato e vi gioca; abbiamo sempre più bisogno di cose belle, e quando sempre Wilde, beffardo e fatuo, sempre nello stesso pezzo scrive che "Tutta l'arte è perfettamente inutile" voi tutte gli avete dimostrato il contrario, è forse arte povera, un bellissimo murale in uno dei tanti vicoli secondari dei multiformi sentieri del calcio, ma chi ha la fortuna di passarci poi mette quel vicolo tra i suoi preferiti, o perlomeno non lo dimentica più per le sue passeggiate. Mi avete fatto schiantare dalle risate, mi avete atterrato dalla commozione, e mi avete trasmesso tutta la vostra giovinezza, quella che vi portate e vi porterete sempre dentro.

Viva il calcio femminile, viva l'Alter ego, viva la vita.


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