lunedì 12 ottobre 2020

ERAVAMO DUE AMICI AL BAR; INCONTRO CON ALESSANDRO PISTOLESI.

 


Se c'è una cosa che cerco da questo blog è amicizia, amicizia di persone per bene, e ne ho trovate tante di meravigliose, è passato quasi un anno da quando ho aperto questo blog e ho incontrato uomini e donne che hanno fatto la storia, calciatrici importantissime sia per blasone che per tutto quello che hanno dimostrato nella loro carriera.


Un libro e una maglia...leggete la loro storia.

 Ma credo che nemmeno nei sogni più rosei avrei immaginato di avere la stima e l'amicizia di una persona come Alessandro Pistolesi, l'artefice della più grande storia del calcio femminile Italiano, 35 anni di avventure, se il calcio tra la Valdelsa e il Valdarno inferiore ha sempre avuto una squadra femminile fin dagli anni ottanta senza fallimenti ne pause, se tutte le ragazze della zona, poi di tutta la Toscana e fin oltre i confini regionali hanno potuto cimentarsi nel calcio è perché Pistolesi ci ha consacrato la sua vita, mettendoci tempo, soldi e passione, e questo autentico mito è stato messo da parte da una società che ha voluto imprimere un nuovo corso senza guardare in faccia a nessuno, spazzato dal nuovo che avanza, come quel film di Peckinpah che adoro, "La ballata di Cable Hogue" dove è una delle prime auto arrivate nel west a travolgere il protagonista, e io questo al nuovo Empoli, che comunque continuo a tifare e a seguire anche solo per le fantastiche ragazze rimaste in rosa forgiate da Alessandro (si mette da parte l'autore, ma si tiene la sua opera...) a livello umano non credo lo perdonerò. Ma se il futuro è tutto da scrivere, il passato è scritto già, ed è a disposizione degli appassionati di calcio femminile di tutta Italia, e una parte di esso è raccontato in un bellissimo libro di Stefano Santachiara "Sorelle d'Italia" al quale ha collaborato anche Alessandro e che proprio lui mi ha portato (e ringrazio anche l'autore per l'amichevole dedica).


La foto di copertina è di Antonello Campigli, quella sul retro di Antonio Prugna, padre di Cecilia.


un lavoro estremamente accurato e di importanza colossale che sto leggendo con grande interesse, forse il primo libro veramente interessante scritto sull'argomento e che, lo dico, vorrei arrivare a imitare un giorno. Ed è un piacere ritrovare tra queste pagine Alice Pignagnoli, Cecilia Prugna, Lucia di Guglielmo, Francesca Papaleo e altre ragazze che conosco e stimo, come personaggi di un grande romanzo che però sai che sono veri. 

Altra bellissima foto di Antonio Prugna con Alessandro, Lucia e Cecilia.

Quindi se volete capire il calcio femminile nella sua autenticità e unicità non potete fare a meno di leggere questo libro, e non ve lo dice l'ultimo degli arrivati sull'argomento, se mi permettete la presunzione.

Tornando all'incontro, io e Alessandro ci troviamo a un accogliente caffè vicino San Miniato, non abbiamo bisogno di molti discorsi, la sintonia è tale che ormai possiamo parlare rilassati, io non ho timori reverenziali con lui perché è impossibile che te ne trasmetta. Abbiamo ovviamente parlato di calcio, ed alla fine è lui che si è interessato a me, mi ha chiesto delle squadre che curo, di calciatrici che conosciamo entrambi, e soprattutto mi ha dato qualche utile consiglio, che a me, dirigente/addetto stampa alle prime esperienze, sarà assai utile per iniziare a muovermi in questo universo, che un consiglio suo ne vale 100 di tutti gli altri. Di solito persone del suo spessore hanno la pecca di voler parlare solo loro e solo di loro, ma con Alessandro mi sono solo arricchito, ed è un incontro che non dimenticherò.

Dopo un'ora che è volata, prima di congedarsi, alessandro ha voluto regalarmi una vera chicca, un cimelio aggiungerei, ovvero  una maglia celebrativa realizzata cinque anni fa che l'Udinese giocò contro il Sassuolo con metà dei suoi colori bianconeri e metà con i colori gialloblu dell'allora Castelfranco, la squadra che poi diventò Empoli ladies, in quanto il Castelfranco vinse un concorso per avere proprio i suoi colori esibiti in serie A. Non so cosa abbia fatto per meritarla ma questa è una maglia che custodirò gelosamente, ve lo assicuro.



Alla prossima, Alessandro, e grazie di tutto, chi capisce di calcio femminile e ha a cuore il lato migliore di esso non può dimenticarti mai, nell'attesa di un tuo ritorno dove, se succedesse, sono certo che ti riprenderai ciò che è tuo.

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