Care lettrici e cari lettori,
il progetto di interviste alle ragazze del Badesse per la prima volta incontra uno dei suoi tre portieri, ovvero Linda di Gasparro, che insieme a Manuela Dainelli e Virginia Cannoni completa il reparto.
Ho già incontrato Linda e per me è stato un piacere in quanto ho conosciuto la prima persona che tifa Chievo Verona, e si ricorda, anche se era molto piccola, del Chievo dei miracoli di Del Neri, una delle ultime squadre veramente belle ed emozionanti della serie A maschile.
Ma Linda, lo leggerete, è una persona interessante in tutti i suoi aspetti, che si è raccontata con grande generosità e passione, con delle storie davvero da conoscere e per le quali la ringrazio di cuore.
Ciao Linda, piacere di averti sul blog! Vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?
Ciao a tutti. Mi chiamo Linda Di Gasparro, e gioco nel Badesse Femminile come portiere. Sono nata a Verona il 15 giugno 1995 e vivo a Siena perché studio medicina. Gioco a calcio da pochi anni, anzi, in realtà ho cominciato a giocare 4 anni fa per la prima volta a calcetto, ma per me il pallone è sempre stata una passione fin da piccola, quando giocavo “in cortile” coi miei amici, quindi diciamo la classica storia della femminuccia (ok, femminuccia forse è un parolone) che gioca coi maschietti. Durante la mia infanzia/adolescenza ho praticato altri sport come la pallavolo e il nuoto, ma da quando ho iniziato l’università e ho trovato un po’ la mia indipendenza ho voluto fortemente provare a buttarmi nel mondo del calcio e devo dire che per ora ho sempre avuto esperienze molto positive ed è una dimensione che amo follemente, sia per il gioco in sé, sia per le persone che finora ho incontrato e che hanno contribuito a creare sempre una bella atmosfera in spogliatoio (e anche oltre lo spogliatoio).
Alcune di voi ragazze del Badesse hanno effettivamente cominciato a giocare dopo i 20 anni, ma ora ci siete, fate parte di una squadra che disputa un campionato e con un progetto serio alle spalle, non è la prima volta che affrontiamo la questione ma non mi stancherò mai di ripetere che per una ragazza non è mai troppo tardi per iniziare, se c'è la passione vera come quella che hai sempre avuto tu.
So che hai sempre fatto il portiere. Cosa ti ha fatto scegliere questo ruolo, come lo hai sentito tuo? Lo sono (stato) anch'io e mi fa piacere porre questa domanda a chi condivide le tante fatiche e le poche gioie del difendere una porta
A dire il vero è stato tutto molto fortuito. Nella mia prima squadra di calcetto mancava un secondo portiere, quindi la nostra allenatrice (attualmente mio difensore centrale) Anna Maria Mancuso ci aveva dato la possibilità a noi nuove di offrirci volontarie per quel ruolo. Da quel momento non ho più smesso di farmi prendere a pallonate... in modo affettuoso ovviamente. È stato proprio amore a prima vista, per diversi motivi: innanzitutto è una sfida personale contro le mie paure, è un ruolo con molte responsabilità che mi sta aiutando ad aumentare la fiducia in me stessa e verso le mie compagne, e poi semplicemente mi diverto un sacco.
In effetti è un ruolo ingrato e gratificante al tempo stesso, un errore viene evidenziato più che in ogni altro ruolo ma le parate decisive sono festeggiate anche più di un goal, perché un goal finalizza una buona manovra di squadra, ma una parata corregge un errore e salva chi lo ha commesso.
Hai cominciato però nel calcio a 5; in quali squadre hai giocato? e cosa ci puoi raccontare dei tuoi anni nei palazzetti?
Ho iniziato a giocare durante il mio terzo anno di università. Facendomi venire in mente questa fantastica idea di intraprendere l’avventura calcistica, andai al CUS a chiedere se c’erano squadre universitarie femminili di calcio, ma non essendocene, uno dei segretari mi ha dato il numero di telefono di una ragazza che giocava nell’Alberino, e da lì a meno di una settimana ero già al campetto a provare il mio primo allenamento. Da quel momento ho giocato due anni all’Alberino e altri due anni a Castellina Scalo, più o meno con lo stesso gruppo di ragazze. Il mio ultimo anno a Castellina è stato anche il mio primo anno a Badesse, perchè l’anno scorso per strane congiunzioni astrali sono riuscita a conciliare entrambi gli impegni sportivi. Dei miei anni nei palazzetti ho tanti ricordi positivi, e così a mente calda mi vengono in mente due aneddoti. Il primo riguarda il periodo di preparazione atletica pre-campionato con l’Alberino durante il secondo anno: il nostro preparatore (Gigi) era un paracadutista; i nostri allenamenti erano talmente duri e sfiancanti che a fine delle 2 ore io e la mia compagna di reparto (Veronica Gialli) sembravamo appena tornate da un addestramento dei marines, al che le nostre compagne ci prendevano in giro dicendo, per la prima volta, che non sarebbero volute essere nei nostri panni; questo periodo è stato uno dei più faticosi ma la mia voglia di giocare e allenarmi non è mai calata, e questo mi ha regalato una grande soddisfazione personale. Il secondo aneddoto è dell’anno scorso e mi riferisco alla vittoria all’ultimo minuto contro il Baccaiano per 5-4 nel campionato UISP Empoli: a 10 minuti della fine del secondo tempo eravamo sotto di un goal, ma con un rigore del nostro capitano Laura Rocchi e un goal allo scadere dei minuti di recupero di Serena Tronnolone siamo riuscite a ribaltare il risultato vincendo per la felicità di tutte.
Molto esaustiva e molto preziosa nei tuoi consigli, se una ragazza indecisa su come iniziare a giocare legge questo pezzo può trovare enorme inspirazione, grazie a te questo blog è anche uno strumento utile.
Domanda tecnica; come te la cavi coi piedi? i portieri di futsal so che di solito sono piuttosto bravi a gestire il pallone coi piedi anche per necessità, ti è tornata utile nel calcio a 11 questa esperienza?
Ahahah, avrei voluto evitare questa domanda. Ho ancora parecchio da lavorare, e infatti è uno dei punti su cui sto cercando di migliorare attraverso anche gli allenamenti mirati che sto svolgendo... a volte beccando anche in testa le mie compagne di squadra mentre si allenano dall’altra parte del campo, però lo giuro non lo faccio di proposito.
See...non ci crediamo :D
Poi, lo scorso anno, lasci il futsal per approdare proprio alla corte del Badesse. Come mai questa scelta? cosa è stato che ti ha spinta sui campi d'erba, a difendere una porta tanto più grande? Hai avuto difficoltà di ambientamento in tal senso?
Il passaggio dal calcio a 5 a quello a 11 è stata una scelta di cuore. A furia di sentir parlare mia cugina, che attualmente gioca nel Chievo Verona Women in serie B, mi ha attratto così tanto da voler fare questo passaggio; ed è grazie all’attuale preparatore atletico Alessandro Olivola se sono riuscita ad avere l’opportunità Badesse. Per quanto riguarda il cambiamento devo dire che per i primi due mesi circa è stato per me disorientante dovere gestire un area di rigore così grande, più che la porta in sé, ma grazie all’aiuto delle mie compagne e degli "allenamenti post-allenamento" ho superato questa difficoltà.
Con le persone giuste tutto si affina, se si ha il talento a sostenerci.
Ci puoi raccontare del Badesse? l'impatto con la società, gli allenamenti, le partite che ricordi con più piacere?
Sono una persona abbastanza timida e che fa fatica ad aprirsi con altre persone ed inoltre l’allenamento differenziato non mi ha permesso sin da subito di passare tempo con le mie compagne, per questo il primo mese non ho da subito legato, ma sentivo già dall’atmosfera che si respirava negli spogliatoi che mi sarei integrata facilmente. L’accoglienza e il senso di accettazione che ho percepito sono state una delle cose più belle che mi siano mai capitate. Essendo lontana da casa da anni per me l’anno scorso è stato il momento in cui ho sentito di avere una seconda famiglia, un posto in cui so di poter essere me stessa e di essere accettata per quella che sono, difetti inclusi. Penso che il gruppo sia la vera forza di questa squadra tanto che le lacune tecniche passano in secondo piano; infatti per me i ricordi migliori sono quelli extra-calcistici, come le serate passate insieme, gli aperitivi post partita indipendentemente da vittoria o sconfitta, gli scherzi e le prese in giro. Però c’è da dire che la partita che ricordo con più piacere è stata la vittoria di misura con il San Giuliano: pur non giocando titolare, in panchina la tensione era talmente alta che avrei voluto lottare su ogni pallone io stessa insieme alla mie compagne, e al momento del fischio finale c’è stato un momento di liberazione e un grande abbraccio collettivo.
Sono d'accordo con te, il gruppo è la forza di questa squadra, l'ho constatato di prima mano e sono rimasto sbalordito dal vostro affiatamento, potrete andare molto lontano, anche perché di lacune tecniche ne avrete sempre meno.
Quest'anno è stata fatta una campagna acquisti che definirei sontuosa, che vi pone senza false modestie tra le favorite del campionato; cosa ti aspetti dalla stagione che verrà? e quanta voglia hai di tornare ad allenarti e scendere in campo dopo tutti questi mesi di inattività?
La voglia di allenarsi e di giocare è tantissima e non vedo l’ora che ricominci il campionato. Ritengo che la campagna acquisti sia stata mirata a valorizzare ancora di più il gruppo senza sfaldarlo, quindi le aspettative che ci siamo prefissate noi stesse sono alte ma finché daremo sempre il massimo i risultati arriveranno, e sono convinta che ci toglieremo tante soddisfazioni.
Secondo me hai detto la cosa più esatta; rinforzare il gruppo senza sfaldarlo, innesti giusti ma senza che siano ridondanti verso un gruppo ormai "storico" che comunque con enormi sacrifici ha fatto si che il Badesse fosse una società appetibile dai talenti arrivati in estate, avete dato credibilità al progetto sul campo e di questo ogni tifoso e appassionato di calcio femminile ve ne dovrebbe essere grato.
Grazie per tutto Linda, e arrivederci alla prossima partita, al prossimo sogno in biancazzurro.
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