A volte capita di parlare con una persona e di scoprirla simpatica a pelle, sentire delle affinità che vanno oltre al discorso calcistico. Di Jessica conoscevo, fino a poco tempo fa, solo un nome e un'immagine del profilo su Facebook che la ritrae mentre suona la chitarra, e da qui è partito tutto un mondo, scopro infatti in lei una calciatrice forte e con una carriera di tutto rispetto, una musicista che scrive e incide canzoni insieme alla nostra comune amica Costanza Mascilli, che ora ha ritrovato nel Badesse, sempre più la formazione che mi fa battere il cuore quando penso al calcio a 11, queste ragazze non cercano paragoni con le serie maggiori e nemmeno io voglio farne, ma come dico sempre la categoria non diminuisce la bellezza delle singole storie, e Jessica con le sue ci ha fatto un dono prezioso.
Ma ora, come sempre, vi lascio con Jessica, conoscetela anche voi, sarà un bellissimo incontro.
Ciao Jessica, piacere di averti sul blog! Vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?
Ciao Omar, il piacere è tutto mio! Sono Jessica Caligiore, ho 27 anni, vivo e lavoro a Firenze ormai da 8 anni ma sono nata a Siena, e da quest’anno sono una giocatrice del Badesse Calcio Femminile. Ho mille passioni nella vita e tra le più nutrienti per me, oltre al calcio, c’è la musica….suono la chitarra dai tempi delle Scuole Medie e amo scrivere canzoni, anche se ho sempre preferito tenere queste passioni chiuse tra le mura di camera, lontane dagli occhi e dai giudizi della gente. E’ stata una tua vecchia conoscenza a farmi uscire allo scoperto. Con Costanza Mascilli negli ultimi due anni abbiamo avviato un piccolo progetto musicale che portiamo avanti a tempo perso ma che ci nutre quando ne abbiamo bisogno. Scriviamo canzoni, suoniamo insieme, abbiamo registrato un pezzo in Studio…e nei prossimi mesi dovremmo registrare il video. Magari chissà…un giorno te lo facciamo sentire.
Cercare la propria strada fa si che non ti fermi mai, è bello essere sempre in movimento. E quindi abbiamo una cosa in comune, siamo due "vittime" di Costanza, credo che nessuno come lei sappia far credere in loro stessi gli artisti timidi come noi (anche se io scrivo e basta) Costanza è una catalizzatrice di arte, ed è bello incontrarla. Tra l'altro sai mi sono ricordato di te agli spettacoli a Siena, e rimpiango di non averti conosciuta già all'epoca, avrei fatto di tutto per giocare a pallone anche insieme a te.
E complimenti per il volontariato, la Croce rossa stava per essere casa mia ma la Misericordia mi ha preso sul filo di lana :D Non so quale sarà la tua strada, ma sappi che quelle che stai percorrendo sono strade buone.
Parliamo adesso di calcio, dei tuoi inizi; come è nata la tua passione per il calcio, e dove hai iniziato?
Il mio amore per il calcio è sbocciato all’improvviso, non so quando ma ricordo solo che ad un certo punto della mia vita, intorno ai 10 anni, tutte le domeniche mi trovavi allo stadio a fianco a mio padre, con cappellino, sciarpa e abbonamento nei soliti due posti in gradinata De Luca circondata dall’odore di sigaro del nostro vicino di posto. Il “Rastrello” (lo stadio di Siena) per me era un posto magico e non c’era niente che potesse farmi desistere dall’andarci. Pioveva a dirotto? Che importa, io avevo il mio completo cerato! hai presente quello che usano i cacciatori? Ecco, il mio era talmente grande che inciampavo nonostante i 10 risvolti sulle caviglie, ma andava benissimo così!
Di li a poco ho iniziato a giocare….a scuola, in parrocchia, al mare, sempre a rincorrere un pallone!
Meravigliosa, quante partite per strada ci potevamo fare se fossimo cresciuti insieme! Comunque anche a me non dispiace di stare sotto la pioggia per seguire voi ragazze, tu ne sai qualcosa; Badesse-Montevarchi con un tempo da lupi? e io ero li con il mio cerato che mi trasforma in una specie di fratacchione!! Ma lo faccio anche per persone come te, e non me ne pento mai.
So che hai esordito nelle giovanili del Siena Nord, squadra maschile; come ti sei trovata coi compagni? ti sei trovata bene oppure hai avuto dei problemi di ambientamento?
Si, il Siena Nord è stata la mia prima società di calcio e furono due anni lunghissimi, se ci penso adesso ancora mi stupisco di quanto fossi testarda. Immaginati una bambina un po’ paffuta, occhiali stile Edgar Davids e calzamaglia sotto ai pantaloncini, che corre come una matta dietro a 30 coetanei maschi. Non sapevo fare niente, tecnicamente un disastro, ma sapevo ubbidire e se il mister mi diceva di seguire un giocatore, di marcarlo, stai pur certo che io mi attaccavo come una cozza.
Non ho molti ricordi di quell’esperienza, ma ricordo che mi capitava di non voler andare al campo e avevo l’ansia, sentivo di essere un corpo estraneo della squadra…ma alla fine non ho mai mollato! Purtroppo la mia avventura al Siena Nord finì con un naso rotto da una pallonata che non ho mai capito se fosse stata sparata sulla mia faccia per puro caso o meno….sinceramente non voglio saperlo!
Meglio rimanere nel dubbio, guarda.
La tua prima squadra femminile è stato il San Miniato; com'è stato l'impatto con una realtà tutta femminile?
Sentivo finalmente di aver trovato il mio ambiente…non c’era paragone! E poi non dovevo più cambiarmi nello sgabuzzino o nello spogliatoio dell’arbitro!!! Avevo finalmente uno spogliatoio, delle compagne con cui parlare e tutto improvvisamente divenne più divertente! Al tempo però non esisteva un campionato giovanile, quindi non avevamo modo di confrontarci con altre squadre e di assaporare il sapore della partita. Forse per questo motivo dopo i due anni al San Miniato scelsi di prendermi una pausa dal mondo del calcio.
E' comprensibile, senza orizzonti anche la calciatrice più volenterosa può capitare di arrendersi, anche se poi non è mai una resa totale se la passione ti brucia dentro, infatti dopo la pausa per te c'è una parentesi nel Futsal, nel Fedelissimi; come fu ambientarsi in questa realtà, per te che arrivavi dal calcio a 11? e come ti sei trovata?
Non ho mai amato il calcio a 5, troppo piccolo il campo, troppo piccola la palla e poi niente scivolate! Ma il calcio mi mancava, ero ferma da un paio di anni ormai e andava bene anche giocare sul parquet. Nei Fedelissimi poi il gruppo che avevamo creato era eccezionale. E’ li che ho conosciuto Benedetta Parri, il capitano del Badesse che quest’anno mi ha convinta a sposare il progetto Badesse. Certo, ai Fedelissimi non avevi grandi obiettivi, non c’erano pressioni….ma il terzo tempo era uno spasso!
Ma un bel terzo tempo è già un obiettivo, come per me salutarvi o fare due chiacchiere dopo la partita, vengo a vedervi anche per questo oltre che per il puro spettacolo.
Dopo questa esperienza torni al calcio a 11 e ti trasferisci a giocare a Firenze, dove cambi varie squadre, prima Settimello, poi Sancat e infine quella che per te è stata la squadra più importante, il Lebowski, dove in un'annata memorabile siete riuscite a vincere coppa e campionato; ci vuoi parlare di questo anno magico? tutto quello che vuoi.
Si, nel 2011 decisi di cambiare le carte in tavola. Sentivo che Siena mi stava stretta sotto tutti i punti di vista e appena finita la scuola superiore sono praticamente fuggita a Firenze. L’unica società fiorentina nella quale ho lasciato davvero un pezzo di cuore è stata il Centro Storico Lebowski. Non so se conosci la loro storia…è una società unica nel suo genere ed ha seguaci in tutto il mondo! Dico davvero!
E’ una società gestita da tifosi…e sono dei pazzi! Non ho mai visto scorrere così tanti fiumi di birra sugli spalti in vita mia….ma quanto amore per la maglia!
Insomma l’ultimo anno con la maglia giallo-nera è stato perfetto, ma sono stati i tifosi a renderlo unico e irripetibile! Lo sai, noi ragazze del pallone non siamo abituate a giocare davanti ad un pubblico….al massimo qualche genitore, delle amiche….ecco, per la finale di coppa sono venuti quasi 400 tifosi. Tamburi, fumogeni, striscioni….non hanno smesso di cantare un secondo! E’ difficile crederci se non hai vissuto quella serata e non hai visto con i tuoi occhi quello spettacolo. Unici…posso solo dire questo.
Ma vedi, a volte la vita è strana, conosco storie e calciatrici di squadre come San Miniato Siena, Pisa o Livorno e poi non conosco una squadra della mia città, purtroppo non ho fatto in tempo a conoscere il Lebowski e le sue storie ma ne ho una voglia che non ti dico, e appena avrò più tempo ti chiederò se puoi aiutarmi a farmi conoscere meglio questa realtà unica, sperando ci sia anche verso di parlarne qua sul blog.
Chiusa la parentesi Lebowski, torni a giocare a Siena, nella Robur. Come mai hai deciso di tornare a giocare nella tua città?
Con Siena ho sempre avuto un conto in sospeso…un tira e molla tra amore e odio che continuava ormai da 8 anni. E’ la mia città, dove sono nata e cresciuta ma quando a 19 anni ho perso mia Madre, Siena era diventata ormai un mostro da esorcizzare. Nonostante tutto negli anni ho sempre cercato di riavvicinarmi, a piccoli passi, poco per volta….e quando è saltata fuori la possibilità di giocare nella Robur…mi sono buttata!
Mi sono lasciata alle spalle un porto sicuro come lo era per me il Lebowski, e nonostante il fallimento non mi sono mai pentita.
Con la Robur ho vissuto un’annata fatta di sfide, in una società con obiettivi chiari ed aspettative…tutta un’altra realtà rispetto alle società che avevo conosciuto fino a quel momento. Sarò sincera, non è stato facile, i ritmi erano alti e l’impegno richiesto era massimo ma giocare con la maglia bianco-nera era un piccolo sogno e credo di poter dire che quando mi è stata data l’occasione ho dato il massimo per onorarla.
Sai, di te ho capito una cosa, Jessica; non sei una persona da conti in sospeso, e dai mostri che ti hanno fatta soffrire prima o poi torni e li prendi a schiaffi, deve essere un problema saltarti in campo, magari qualcuna può riuscirci ma sicuramente la rincorri e cerchi di riprenderti quel pallone che prima ti era sfuggito, non importa se ci riesci sempre, ma sempre ci provi, e ho idea che tu sia così anche nella vita.
Prima di arrivare al presente, che ruolo ricopri in campo? e quando lo hai sentito più congeniale al tuo temperamento?
Sono un difensore centrale e amo infinitamente il mio ruolo! Devo dire che il merito è tutto del mio ex allenatore del Lebowski, Alessandro Morrocchi, che mi ha convinta che essere l’ultimo uomo, o quasi, non era poi così male. Prima di lui giocavo come terzino e a volte come mediano…andavano bene tutti i ruoli, ma non volevo fare il centrale di difesa neanche sotto tortura! Ma Mister Morrocchi non si è arreso e adesso non vorrei mai giocare in nessun altro ruolo. Io non sono mai stata una giocatrice elegante, tecnica, pulita…no proprio, non fa per me, sono una tipa da mischia! E come difensore centrale faccio valere la mia fisicità Non mi vedrai mai togliere il piede, non mi vedrai mai uscire dal campo con i pantaloncini puliti….bensì mi vedrai con il fango nei capelli e con la maglia talmente sporca da non riuscire a vedere il numero sulla schiena. Poi in partita farò mille errori, puoi starne certo….tanto da non riuscire a dormire la notte per il nervoso, da riempirmi la testa di dubbi e sentirmi un’inetta. Ma all’allenamento successivo quella rabbia la sfrutterò per dimostrarmi che so fare di meglio. Ecco…credo di essermi descritta abbastanza bene. Un Bulldozer fatto di insicurezze e voglia di riscatto.
Incarni quel tipo di calciatore che amo, e che adesso si trova sempre meno, quelli che escono pesti e infangati sono coloro che più credono nel calcio, anche perché poi accettano la "Vita da mediano" cantata da Ligabue, per aiutare la squadra e le compagne si distruggono letteralmente, per far arrivare il pallone alla bomber tipo Maddalena o alla fantasista elegante tipo Costanza, che sono le giocatrici che verranno ricordate di più anche tra i tifosi, ma tu che le metti in condizione di esprimersi al meglio non sei meno grande di loro.
Quindi adesso, per te, c'è il Badesse, che ha messo su una squadra importante e competitiva, della quale tu sei un nuovo acquisto, il difensore roccioso e di esperienza che assieme ad Anna Maria Mancuso formerà un gran bel reparto. Come mai hai scelto questa squadra? cosa ti ha convinto del progetto?
Dopo la fine burrascosa della Robur, in estate ho avuto mille dubbi. Ho pensato di smettere, di prendermi una pausa per concentrami esclusivamente sul percorso formativo della Croce Rossa. Ho avuto anche contatti con il Centro Storico Lebowski, mi attirava molto l’idea di tornare nella mia vecchia società per giocarmi con loro il campionato d’eccellenza. Ma Benedetta Parri mi ha convinta. Come accennato, ci conosciamo dai tempi dei Fedelissimi, e in questi anni ha sempre cercato di portarmi in squadra con sé, prima alla Colligiana poi al Badesse. Non ho mai avuto modo di conoscere Benedetta nei panni del Capitano di una squadra…ma conosco lei come persona e dopo un anno turbolento ho sentito che seguirla al Badesse era la scelta giusta.
Di Benedetta ho capito una cosa; che è una persona da seguire e di cui fidarsi, un SuperCap che non ti lascerà mai sola, ne tu ne le altre.
Ultima domanda; cosa ti aspetti dalla stagione 2020/2021, che si presenta anomala con le porte chiuse e la spada di Damocle del covid che aleggia; so che voi donne sarete come sempre più forti di tutto il resto, ma tu come ti senti dopo tanti mesi ferma? ti mancheranno i tifosi? e infine, quanta voglia di spaccare il mondo hai da 1 a 10?
Cosa mi aspetto? Sarò onesta, voglio vincere il campionato! Abbiamo un bel gruppo, giochiamo insieme da poco meno di un mese ma sembra di conoscersi da una vita….e questa potrebbe essere davvero la nostra arma vincente. Certo, la paura di vedere un altro campionato fermato dal Covid è tanta e capita spesso di pensarci e parlarne nello spogliatoio. Ma andiamo avanti, come tutti, cercando di riprenderci la nostra quotidianità e cercando di recuperare la forma fisica dopo 6 mesi di stop. Io personalmente sono stata 6 mesi ferma e non mi vergogno a dirlo, la pigrizia fa parte di me! Ma la preparazione continua e qualche giorno fa abbiamo giocato la nostra prima amichevole con le ragazze del Montevarchi, le sensazioni sono ottime!
Quel rettangolo verde è mancato da morire a tutte noi e io non vedo l’ora di iniziare.
Per concludere ti dico, citando gli “Stato Sociale”:
“Bruciare SEMPRE, spegnersi MAI.”
La vostra paura è la paura di noi tutti, la mia da dirigente è grande perché soffrirò per voi, i miei obiettivi sono quelli di raccontarvi e di sapervi contente, e anche se sono pessimista cerco di guardare anche oltre, dopo tutto questo incubo contente lo sarete per molto tempo; lo sarete anche incazzate nere per un risultato storto, anche se vi capita di farvi male o se litigate furiosamente con avversarie e compagne, perché ora che tutti noi abbiamo imparato la precarietà anche nello sport che sembrava in fondo una delle poche cose certe che ci regalava la vita sappiamo che l'immobilismo fa paura ed è un qualcosa di simile alla fine di tutto; hai affrontato il peggiore dei lutti, hai cambiato città, hai affrontato sacrifici enormi fino ad adesso e non sarà questo virus ch ti farà desistere, sei d'acciaio, delicata e sensibile dentro, i tuoi occhi non mentono e il tuo sorriso neppure, ma niente ti può far smettere di credere nei tuoi sogni. A presto su quel campo verde Jessica, o magari a casa tua o a casa EleOmar e con una chitarra nei paraggi, che io quella canzone che hai scritto con Costi ora la voglio ascoltare.
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