martedì 14 gennaio 2020

IL NEREO ROCCO DI TRIESTE E LA MEZZ'ORA DA SOGNO DEL TAVAGNACCO

Una delle mie segrete aspirazioni è di andare a vedere almeno una partita per ogni giornata di campionato, ovviamente la viola se gioca in casa ma non disdegno certo puntate a Empoli o San Gimignano. L'ultima giornata del girone di andata si presentava però particolarmente grama; tutte e tre in trasferta e pure lontano, ma prima di natale leggo che Tavagnacco - Juventus si giocherà al Nereo Rocco di Trieste, città che da parecchi anni sognavo di visitare, vista la mia passione per Svevo e la cultura mitteleruropea. E quindi, viste anche le giornate stupende di questo inizio gennaio, mi sono detto; perchè non godersi il capoluogo giuliano e andare a tifare Tavagnacco contro le dirette rivali di noi tifosi viola? Mia moglie ha avallato entusiasta la proposta, e il giorno dopo i biglietti erano già prenotati. 


favoloso colpo d'occhio

Beh, a parte il viaggio riuscitissimo, la bellezza genuina di paesi pedemontani incantevoli come la Sequals di Primo Carnera e San Daniele del friuli (Indovinate cosa abbiamo mangiato a pranzo? si, proprio lui, un enorme tagliere del prosciutto dei prosciutti) e la città che davvero ha mantenuto le promesse in tutto, entrare al Nereo Rocco è stato davvero emozionante. Perfino mia moglie, praticamente digiuna di calcio, ha ammirato la struttura, davvero uno degli stadi più belli d'Italia, si spera che la Triestina torni presto nella massima serie sia per il suo blasone che per poter dare maggiore risalto a questo impianto.

Tifoso del Tavagnacco per un pomeriggio


Ma parliamo adesso della partita; naturalmente sulla carta un Davide contro Golia, la capolista indiscussa contro la penultima, ma mi sentivo che per le ragazze di Rita Guarino non sarebbe stata certo la totale passeggiata di salute pronosticata da tanti. Perchè il Tavagnacco è in zona retrocessione ma è tutt'altro che una squadra materasso, non lo è mai stata in realtà; la Fiorentina ci ha vinto di misura e la nostra ex Sofia Kongouli ci ha fatto tremare fino all'ultimo secondo, il Milan ci ha chiuso i conti solo al novantesimo, hanno perso spesso ma sempre con onore e lottando, e poi ricordatevi dell'epica vittoria del 13 dicembre a San Gimignano, vittoria al minuto 94, di rabbia e di fatica, un capolavoro di stakanovismo calcistico.

Per le gasatissime ragazze di Lugnan la sosta natalizia è arrivata quindi nel momento meno opportuno, perchè sulle ali dell'entusiasmo i miracoli sono meno impossibili. Ma dopo una meravigliosa (lo dico davvero, senza nessuna ironia) cena di auguri con fanta, coca cola, piatti e bicchieri di carta e tanta allegria (le feste migliori della mia vita sono state così, nessun ristorante stellato potrà mai restituire la magia della convivialità e dei pentoloni di pasta al sugo con la pancetta) le friulane sono tornate al lavoro belle ottimiste e determinate, e fin dal fischio d'inizio hanno ripreso a giocare con lo stesso spirito di quel fantastico secondo tempo in val d'elsa.

La prima che si è accorta della pericolosità delle gialloblù è stata la capitana bianconera Sara Gama, che da triestina doc è tornata a giocare a casa, nello stadio che guardava trasognata da bambina, e contro la sua ex squadra, che nel Tavagnacco Sara ci ha giocato ben quattro stagioni e ci avrà lasciato certamente un pezzetto del suo cuore grande. Complice anche la giornata no di una irriconoscibile Linda Sembrant, la Gama ha cercato subito di mettere ordine per sventare le minacce crescenti di una squadra che andava a mille e di timori reverenziali non ne aveva nemmeno per sbaglio.

La Juve prova a far gioco ma la difesa è attenta, le due giapponesi Kato e Kunizawa (che dal Giappone venire a giocare in provincia di Udine è già poesia...) fermano le pericolose esterne zebrate, anche il centrocampo non molla un colpo, le bianconere sbagliano e iniziano anche a discutere tra di loro, non si capacitano di tanta resistenza, come tutte le squadre titolate in fondo hanno un orgoglio da difendere, non sopportano di essere messe alla frusta dalle penultime. Ma Veritti, Babnik,Chandarana e Puglisi continuano a battersi come leonesse, in attacco non ci sono ne Kongouli ne Polli ma la Ferin ci mette sempre un'energia e una voglia incredibili. I tifosi friulani, persi in mezzo all'organizzato e martellante (pure troppo) tifo juventino si fanno sentire sempre di più (persino mia moglie, improvvisatasi tifosa delle gialloblu, inizia a intonare il coro inventato da lei sul momento "Tavagnacco mettile nel sacco" ) e al minuto 20 accade davvero quello che nemmeno i più fiduciosi in fondo ipotizzavano; parte una palla, Chandarana si mangia la Sembrant che commette anche un vistoso fallo di mano che senza il vantaggio sarebbe stato rigore e probabilmente espulsione, e con un delizioso tocco di destro batte l'altissima Doris Bacic sul secondo palo.

E' il tripudio, il composto pubblico esplode di gioia, e a questo punto però lascio la parola a un triestino illustre più bravo di me a parlare di calcio, Umberto Saba, e alla sua poesia bellissima che si intitola semplicemente "Goal", perchè una rete in questo stadio non è una rete normale, è una rete cantata da Saba.

"Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.

La folla – unita ebrezza – par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.

Presso la rete inviolata il portiere
– l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa – egli dice – anch’io son parte."



Ecco, quest'ultima strofa però non rispecchia la reltà della partita di domenica, perchè la portiere Alessia Capelletti, che pochi minuti prima aveva salvato alla grande su conclusione di Girelli, non ci pensa neanche a mandare baci di lontano, ma corre velocissima ad abbracciare le sue compagne, ci si butta proprio addosso, ragazze in delirio, momento magico che tante di loro ricorderanno a lungo.


La statua di Saba in centro a Trieste

 E qui, personalmente, ho realizzato distintamente due cose; che il Tavagnacco avrebbe perso la partita e che di fatto si è salvato. Si, perchè le ragazze friulane non avrebbero avuto, con questa partenza sprint, le energie per contenere il ritorno dell'armata di Rita Guarino, ma questa squadra, credetemi tutti, con questo goal ha capito di essere forte, di avere il coraggio e anche la tecnica per mettere due o più squadre dietro a loro. Quello che poi è successo dopo vale solo per il tabellino e per assegnare i soliti tre punti alla Juve, ma non deve contare per voi ragazze e per Lugnan, del quale ammiro il lavoro.Perchè il Tavagnacco è una istituzione di questo campionato, una nobile vera, paradossalmente le prime in classifica sono le ultime arrivate solo con più soldi a disposizione, il Tavagnacco è in serie A da dodici anni consecutivi, è la tradizione e una società che ha fatto tanto per tutto il calcio femminile. Ragazze, vi voglio tra le big anche l'anno prossimo, ma dopo il goal alla Juve ora tutti i vostri tifosi, dei quali per una volta è stato davvero bello fare parte, crederanno per voi e vi sosterranno.
E' stato un piacere Tavagnacco, è stato un piacere Trieste, e spero arrivederci a presto.

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