Quando a fine agosto venne annunciato sui social l’acquisto di Lisa de Vanna, provai una forte emozione composta in egual maniera da stupore e subitanea perplessità. Da giorni si annunciava un misterioso grande colpo, e la 35enne De Vanna era appunto un nome gettonato, anche se mi ero convinto (forse perché lo speravo di più) che arrivasse Daniela Sabatino.
Lisa de Vanna (fonte; tuttomercatoweb)
Ovviamente il nome incute rispetto, è davvero uno di quelli che pesano; la De Vanna, alias legend, è stata la bandiera del calcio australiano (quello con la federazione che non voleva mandare le sue calciatrici in Italia perché il nostro campionato non era ritenuto all’altezza, e poi pum pam! due schiaffi presi al mondiale e tutti zitti) ha disputato mondiali, vinto partite importanti, insomma una calciatrice che non ha più niente da dimostrare, un po’ come Ribery arrivato a Firenze più o meno negli stessi giorni.
Ma io, fin dagli albori della mia passione calcistica, non ho mai gradito molto il “vecchio saggio” che viene in serie A, maschile o femminile che sia, a sparare le ultime cartucce. Certo, ci sono le eccezioni, vedi Klose alla Lazio, vedi lo stesso Ribery che prima di infortunarsi ha regalato perle assolute, ma la serie A, a un livello tattico, è il campionato più difficile in assoluto, quello dove le difese sono più rocciose e organizzate e tanti attaccanti che hanno segnato a grappoli in altri campionati seppur prestigiosi qui diminuiscono drasticamente il loro score realizzativo.
Nel suo esordio nel proibitivo match contro l’Arsenal perso per 0-4 al Franchi la De Vanna, a dire il vero, non fece affatto male, anzi fu una delle poche a salvarsi dal disastro, anche se apparve subito chiaro che il feeling con le altre attaccanti era ancora tutto da stabilire; ogni dialogo con Tatiana Bonetti fu inesistente, e Lisa cominciò ben presto a fare quello che le è sempre piaciuto durante tutta la sua carriera; prendere palla quasi a centrocampo, puntare le avversarie, saltarle in velocità e poi concludere; solo che con una difesa come quella delle londinesi l'impresa era davvero ardua.
Nella prima di campionato contro la Florentia stesso copione; stavolta l’avversaria era più morbida (ma perché aveva ancora da trovare una sua identità, poi avrebbe fatto ricredere tutti) e De Vanna, entrata a partita in corso, seppe creare scompiglio e sorprendere le avversarie, riuscendo anche a trovare un goal di rabbia e potenza al minuto 94, quello (sostanzialmente inutile) che fissò il risultato sul 4-2 per le viola.
Lisa in azione (fonte;firenzeViola.it)
In pratica, però, l’evoluzione di Lisa in viola per parecchie giornate si ferma qua. Un’altra buona prova con goal contro il morbido Tavagnacco e poi tante partite da subentrata, tante azioni furiose e donchisciottesche contro difese che, ormai capito il giochino, si sono limitate a scortarla verso la linea di fondo; chiedere alla retroguardia della Juventus, con Gama, Boattin e Sembrant che hanno arginato le azioni della nostra senza sforzo apparente, anche se a dire il vero anche le altre attaccanti gigliate non sono state molto più propositive.
Però l'avventura di Lisa in viola dal mese di dicembre sembra aver trovato un punto di svolta; nelle ultime due vittorie contro Empoli e Inter il mister Cincotta, con la sua indiscutibile perizia tattica,le ha trovato infatti una sua possibile collocazione; non più punta ma esterna di fascia destra, sempre con il vizio del dribbling reiterato ma almeno più utile alla manovra, con le pericolose incursioni che hanno mandato in tilt la solitamente attenta difesa empolese e il bell’assist di prima alla Bonetti per il 2-0 contro l’Inter, ma anche se le cose vanno meglio in questo stesso ruolo a me piace più Paloma, che è meno veloce ma più elegante, la passa prima e con più precisione, ha una visione di gioco più ampia e soprattutto dialoga con le altre centravanti, quel dialogo che alla De Vanna nelle prime partite è drammaticamente mancato e ora procede a singhiozzo.
Insomma, per una che arrivava come il colpo estivo più eclatante della serie A, che doveva vincere la classifica marcatori e insegnare calcio alle “acerbe” attaccanti italiane, due goal e qualche assist mi pare un bottino ben magro. Non è stata davvero una seconda Patrizia Panico, lei si una leggenda, che quando nella stagione 2015-2016 arrivò in viola per l’ultimo suo atto da giocatrice di anni ne aveva ben 40, ma segnò 20 goal in 21 partite (!!!).
Ora non voglio dire, anche perché non lo penso, che Lisa deVanna sia un problema per la squadra, un fardello del quale liberarsi prima possibile, anche perché come detto nelle ultime partite sta crescendo, ed è apprezzabile che per le feste natalizie, anzichè tornare a casa, sia rimasta a Firenze ad allenarsi; ma certamente deve cercare di adeguarsi di più alla serie A, comprendere che il suo stile e il suo tipo di giocate potevano essere efficaci nei campionati australiani e americani ma non qua da noi, e trovare in se quella giusta umiltà per dimenticare il suo blasone e mettersi davvero al servizio delle compagne e della squadra.
Ma comunque questa situazione non è colpa di Lisa, ma della politica societaria. A mio modesto parere quello che la dirigenza viola (e di tante altre squadre, non solo italiane) non vogliono più capire è che non bisogna puntare solo sulle straniere, blasonate o meno che siano, bisogna scommettere soprattutto su ragazze di talento cresciute qua, che amino Firenze e la Fiorentina, che dormano con la maglia viola addosso e per questa stessa maglia diano fino all’ultima goccia di sangue probabilmente di colore viola anch’esso, nel calcio femminile si può ancora fare, si può ancora costruire una squadra con ragazze di cuore, come quelle aggregate da poco in prima squadra che meritano più spazio, talenti come Marta Varriale o Cecilia Prugna delle quali vi ho già parlato in precedenza, una Rachele Baldi che blindi la porta per anni. E se per qualche anno non si vince un gran che pazienza, ma se i talenti si confermano e si cementa il gruppo poi i risultati comincerebbero ad arrivare a valanga (e questo vale anche per la squadra maschile; ogni anno mezza squadra che va e viene, zero punti fermi, capitani che sono in rosa da 2-3 stagioni , e a cosa ci ha portato? a lottare per la salvezza, la FIORENTINA che lotta per non retrocedere, serve aggiungere altro?) i campionati belli li fanno le moschettiere, i gruppi affiatati, dalla Juventus che ha poche straniere e molti talenti italiani se li sta coltivando (Glionna, Caruso, Cantore, Panzeri, Boglioni già presa e lasciata a Empoli, e non mi venite a dire che ha ereditato anche loro dal Brescia, questo è superlavoro dei talent scout e di una ispirata gestione societaria) all’Empoli ladies dell’ottimo Pistolesi, un tecnico che vuole bene alle proprie ragazze, basta sentirlo in campo come infonde loro sicurezza e personalità. Proprio come Rita Guarino, si vede che fa fare gruppo alle sue atlete, appare evidente che le ragazze bianconere per lei su butterebbero nel fuoco, ed è questo che fa la differenza. Anche il Tavagnacco, con una rosa poco competitiva ma con un allenatore che a San Gimignano ha pianto con le sue ragazze dopo la vittoria in extremis, che fanno le cene di natale a pizza, fanta e coca cola (che spettacolo, grande Lugnan) vedrete che ora riemerge, ce la fa perlomeno a lottare per la salvezza fino in fondo. Facciamo una Fiorentina women’s sui talenti di casa e poche straniere scelte con cura, e torneremo grandi.
Abbiate la bontà di rileggervi la rosa che ha vinto il campionato 2016-2017; Orhstrom, Durante, Fedele, Alia Guagni, Linari, Tortelli, Bartoli, Parisi, Adami, Vigilucci, Orlandi, Carissimi, Zazzera, Mauro, Bonetti, Salvatori Rinaldi, Caccamo; la viola più forte di sempre, e con solo Stephanie Orhstrom non italiana. Lascio a voi le conclusioni.
La viola vincente..e italiana (fonte;tuttosesto.it)
Momenti felici (fonte;calcio femminile italiano)
In ogni caso Lisa de Vanna, sia come sia, merita rispetto e fiducia, magari coi mesi cresce sempre di più e diventa un punto fermo (ma dovrà vedersela anche con la rientrante Clelland...) e mi smentisce alla grande, e in quel caso non mi parrà vero di scrivere un post stavolta celebrativo, e di ammettere che mi sono sbagliato; dai Lisa, fammelo scrivere presto.
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