Se la felicità fosse un qualcosa di tangibile, per me sarebbe la cura di questo progetto. Perchè sono continuamente sorpreso in positivo, e mi commuovo nel vedere quante persone mi concedono il loro tempo e le loro storie. Avere Marta Varriale è stato bellissimo, ma non sarà un unicum, perchè su "Il viola e il rosa" la raggiunge e la affianca, proprio come in campo, la compagna di reparto Zoi Giatras, una delle coppie titolari più forti della serie A "schierate" Sul mio blog. Veramente, nemmeno nei sogni più sfrenati avrei immaginato tanta fortuna.
Zoi contro l'Inter.
Che poi Zoi io davvero, non la conoscevo prima, l'ho sempre ammirata e applaudita a distanza, ma non ho avuto modo di avvicinarla mai, nemmeno di dirle grazie per tutta la passione che ci trasmette dal campo agli spalti. Semplicemente ho bussato alla sua "porta" ovvero un social, ho chiesto se poteva aiutarmi e semplicemente ha creduto nel mio progetto e mi ha teso una mano. Non mi capita tutti i giorni, quindi innanzitutto grazie Zoi, per la persona che sei e per l'onore che fai al blog e a tutti i lettori.
Ma ora vi lascio alle parole di Zoi stessa, per quella che più che un'intervista è risultata essere uno splendido romanzo illustrato che attraversa quasi vent'anni di carriera della numero 20 dell'Empoli Ladies, da assaporare pagina per pagina.
Ciao Zoi, ti ringrazio ancora per aver accettato questa intervista. Come prima cosa, ti va di presentarti ai lettori?
Ciao a tutti, sono Zoi Giatras e sono una giocatrice dell'Empoli ladies, sono un difensore centrale e nonostante il nome straniero sono nata a Prato nel 1991, mio padre é di Zante (Grecia) ed é da qui che proviene il mio nome.
Esco subito allo scoperto; sono un tuo vero fan, per me sei davvero una dei migliori difensori centrali del campionato, unisci fisicità e risolutezza negli interventi a una gran classe, riesci a giocare quasi sempre d'anticipo e assieme a Marta Varriale formi una coppia di centrali efficace quanto poco fallosa. Hai sempre giocato in questo ruolo o prima ne hai provati altri e ti sei adattata a esso col tempo?
Fin da quando ho iniziato a 7 anni con i maschi ho sempre giocato in difesa e da lì quel ruolo poi non l'ho mai abbandonato.
A 29 anni sei ormai quasi una veterana, hai sicuramente tante storie da raccontarci. In quale squadra hai esordito? e del tuo periodo nelle giovanili, quali sono i tuoi ricordi più belli?
Ho esordito con il G.s. Coiano, una squadra maschile di Prato. Fino ai 12 anni sono stata con loro e se ripenso a quel periodo ho solo bellissimi ricordi. Uno dei più belli é senza dubbio per un torneo di pasqua: giocavamo con la Juventus e dopo essere andati sotto abbiamo pareggiato, ricordo ancora il gol del mio compagno di squadra e l'esultanza di tutti noi, abbiamo tenuto duro fino alla fine poi abbiamo perso 2 a 1 ma é stata un'esperienza bellissima, ero l'unica bambina e a fine partita ricordo che l'attaccante che avevo marcato per tutta la partita venne a darmi la mano e mi regalò la sua felpa!
I primi passi di Zoi.
Un bellissimo gesto che sarà servito di esempio anche per i compagni, tuoi e suoi.
A che età hai esordito in prima squadra?e in quale compagine?
In prima squadra ho esordito a 13 anni con il Prato Sport che militava in serie C, ovviamente sotto falso nome perché non avevo l'età però diciamo all'epoca era tutto un po' diverso!
A un certo punto della tua carriera c'è stato il Castelfranco, ora Empoli ladies. Com'è stato il tuo primo incontro con Mister Pistolesi, un tecnico amato e rispettato da tutti? hai capito subito di lavorare con una persona speciale? ed esserti allenata molto giovane con lui quanto ha giovato alla tua carriera?
Mister Pistolesi lo conoscevo ancor prima di andare a giocare a Castelfranco perché molte delle mie amiche giocavano li già da tempo, e quindi poi il mio arrivo in squadra é stato molto semplice per mia fortuna perché era un ambiente che già conoscevo e loro conoscevano me. Grazie a lui e alla società sono ritornata a giocare dopo un anno di stop forzato dovuto a problemi con il cartellino, quindi sicuramente lo devo ringraziare per aver scommesso su di me e avermi permesso di riprendere il mio sogno. Ciò che ti arriva subito di lui é che tiene molto alle sue ragazze come persone ancor prima che come giocatrici e ciò che lo contraddistingue é che nonostante sia un uomo ma ormai capisce alla perfezione il pensiero femminile e tutte le complesse dinamiche che ci possono essere all'interno di una squadra!
Parole mai banali per Alessandro, mi fa piacere che ogni persona che incontro ribadisca la sua stima per lui.
Dopo il Castelfranco hai militato nella Scalese, società di San Miniato creata nel 2006 e poi purtroppo scioltasi nel 2016. Ti va di ricordare questa società? Quanto può dispiacere a un'atleta che squadre in cui comunque hai dato tutta te stessa poi spariscano da un giorno all'altro, una triste costante nel calcio femminile?
Con la Scalese abbiamo fatto davvero qualcosa di incredibile ed importante. Eravamo una squadra con un livello tecnico non eccelso, ma ciò che ci ha permesso di arrivare dalla serie C alla serie A in soli 4 anni era il fatto che ognuna di noi aveva una motivazione forte dentro di se e voglia di rimettersi in gioco e dimostrare la sua forza sul campo, eravamo una squadra forte caratterialmente, il mister Nico Mattioli ci trasmetteva in maniera diretta questo carattere, e con grandi motivazioni e questo ci ha permesso di vincere tanto in quegli anni. Poi arrivate in serie A ci siamo accorte che ci voleva qualcosa di più oltre al carattere e noi quella stagione non l'avevamo, é stato un anno devastante dal punto di vista dei risultati ma che sicuramente mi ha insegnato molto. L'ultimo anno poi abbiamo fatto la serie B ed é stato un anno di rinascita perché é venuto ad allenarci Mister Renzo Ulivieri che ci ha fatto conoscere lati del calcio per noi inesistenti ma che ci hanno fatto ritrovare la passione per questo sport, insieme a lui c'era Nicola Matteucci: con loro due alla guida siamo riuscite a salvarci in serie B con una squadra rimaneggiata al massimo e soprattutto abbiamo creato ricordi davvero bellissimi. E poi penso, chissà se proprio l'incontro del Mister Ulivieri con la Scalese non abbia contribuito a dare l'ultimo calcio decisivo per far decollare una volta per tutte il calcio femminile?
Con i Mister Ulivieri e Matteucci.
Momenti magici con la Scalese.
E mi fa tanto piacere che tu ne abbia parlato in modo esauriente, queste società che non ci sono più non meritano per questo l'oblio, grazie a te adesso più persone conosceranno la Scalese, e questo mi fa piacere, perchè niente scompare davvero finchè lo si ricorda.
Tra l'altro sono d'accordo con la tua affermazione, credo non sia quantificabile quanto un uomo come Renzo Ulivieri abbia potuto darvi a livello tecnico e umano, che una figura calcistica importante sotto molti aspetti come la sua abbia deciso di credere nel movimento è un qualcosa di eccezionale, anche se non è stato imitato da altri tecnici di primo piano credo davvero che abbia contribuito molto a far aprire gli occhi agli scettici.
Dunque, in questo blog che tratta prevalentemente di Fiorentina, i tifosi saranno felici di ricordarti in maglia viola, avendola tu indossata nella stagione 2015/2016, anno di esordio delle women's dopo lo scioglimento del Firenze. Mi hai detto in precedenza che per te è stato un anno molto formativo pur non avendo titolarizzato molte presenze, puoi parlarcene? quali sono i tuoi ricordi più belli in maglia viola?
Una Zoi tutta in viola. E quel colore le stava bene.
Con la Fiorentina non ho fatto praticamente alcuna presenza ma nonostante questo é stata una stagione importante per me. La Fiorentina é stata la prima società professionistica ad investire sul calcio femminile e ci trattavano quindi da professioniste. Ci allenavamo il pomeriggio, grazie a Sonia trovavamo sempre tutta la roba da allenamento pronta ogni giorno e per me che ero abituata ad allenarmi alle 21 la sera e la roba motosa me la lavavo a casa da sola beh, già questo era un sogno. Avevamo un staff al completo che si potesse definire tale. Però soprattutto quell'anno ho avuto la fortuna di giocare con giocatrici come Tona, Panico, Motta per dire quelle di maggior esperienza che fino a qualche anno prima guardavo in televisione e invece ora ero sul campo ad allenarmi con loro. È stato davvero un bellissimo anno dove ho iniziato a vivere il calcio come avevo sempre sognato.
Il tasso tecnico in questa foto è impressionante.
Grazie tra l'altro di aver ricordato Sonia, una persona sempre gentilissima anche con noi tifosi quando andiamo a San Marcellino a vedere gli allenamenti.
Dopo è arrivata la chiamata dell'unica squadra non toscana della tua carriera, il Sassuolo. come è stato il tuo periodo nella dolce piana Emiliana?
Capitana, e con merito.
La mia esperienza a Reggio Emilia é stata sicuramente un'esperienza che mi ha insegnato molto in campo ma soprattutto nella vita. È stata la mia prima volta fuori casa e lontano da casa. I primi tempi sono stati duri perché mi mancava più di tutto il sole della Toscana, poi ho imparato anche ad amare Reggio Emilia e gli emiliani tanto é che ci sono rimasta per 3 anni. E se ripenso a questi 3 anni mi viene un sorriso perché credo di essere stata fortunata a giocare per una società, la Reggiana, che ha fatto la storia del calcio femminile e quando sei lì tutta questa storia la respiri davvero anche solo per il fatto che la presidente Betty Vignotto non si perde un solo allenamento! La professionalità li c'è sempre stata e l'arrivo poi del Sassuolo é stata la ciliegina sulla torta, il Sassuolo é una società seria, solida e ben organizzata e da atleta aver avuto modo di lavorare con i professionisti del Mapei center credo sia stata davvero una fortuna, anche se li per li quei test li ho tanto odiati!
Alla mia esperienza Emiliana ripenso con affetto e felicità perché fin da quando sono arrivata sono stata accolta a braccia aperte da tutti e ognuno di loro, sul campo o fuori, mi ha permesso di vivere un'esperienza unica permettendomi di crescere molto come giocatrice e come persona!
Ricordi emiliani.
Veramente una modestia squisita.
Dopo 3 anni fuori casa l'aria ed il sole della Toscana iniziavano a mancarmi e così ho deciso di tornare. La valdelsa é da sempre la culla del calcio femminile in Toscana quindi dove andare a giocare se non qui?
Tutta la potenza di Zoi Giatras.
Puoi dirci le compagne più forti con le quali tu abbia giocato, e quelle che ricordi con più affetto?
Avendo girato tante squadre ho avuto modo, per mia fortuna, di giocare con tante giocatrici forti e di poter imparare da loro dalla più piccola alla più grande. Allo stesso modo il calcio mi ha permesso di conoscere tante persone e soprattutto mi ha regalato legami speciali che si mantengono nel tempo a prescindere dalla squadra in cui si gioca.
E le avversarie più temibili, le attaccanti che ti fanno e ti hanno fatta più faticare?
Una della attaccanti che mi ha impressionata al mio primo anno in serie A é stata Daniela Sabatino. E tutt'ora é l'attaccante più temibile ma con cui mi diverto di più a giocarci contro.
Nessuna attaccante è felice di avere a che fare con Zoi....
Il tuo ricordo calcistico più bello a livello individuale? e quello di squadra?
Sicuramente con la Scalese il gol di testa del pareggio contro la Vigor di Viareggio che ci ha permesso poi di avvicinarci alla vittoria del campionato di serie C! La vittoria del campionato di serie B con la Scalese ed il sogno realizzato di arrivare in serie A!
Quanta Scalese c'è in te, è davvero bellissimo.
Dopo il goal di Marta Varriale contro la Roma, è arrivato il tuo, sempre su angolo, contro l'Orobica; dovremo aspettarci grappoli di reti da voi due in futuro? io vi ho già entrambe al Fantawomen, comunque!
Esultanza tutta azzurra dopo la rete di Zoi contro l'Orobica.
Speriamo che possano arrivare questi gol perché vorrebbe dire che almeno siamo tornate sul campo, e al momento é la cosa che desidero più di tutte.
E noi lo desideriamo con te. Come ti consideri adesso, Zoi, pensi di aver raggiunto il tuo apice o ancora ti consideri una ragazzina con tanto ancora da imparare e tanti anni da giocare al massimo? nel tuo ruolo Roberta d'Adda a 38 anni se la gioca ancora alla grande...
A Reggio avevo Federica D'astolfo come allenatrice e mi ripeteva sempre che una giocatrice arriva al suo apice a 30 anni e che quindi dovevo lavorare molto perché potevo ancora migliorarmi molto. Io non ho mai creduto molto a queste parole, non so bene perché, ma adesso capisco quello che mi voleva dire e aveva perfettamente ragione!
Grinta ed esperienza al servizio della squadra.
E viste le prestazioni che ci regali hai lavorato anche bene.
Per finire; cosa ti auguri per il futuro del movimento, quali obiettivi vedi più vicini?
In un momento come questo mi auguro solo che continui il processo di crescita del calcio femminile, la strada intrapresa era quella giusta spero che venga ripresa anche dopo questo momento particolare.
Con quest'ultima speranza, alla quale ci uniamo di tutto cuore, termina il viaggio in compagnia di Zoi Giatras e delle sue memorie calcistiche. Spero che vi siate emozionati almeno un decimo di come mi sono emozionato io a ricevere tutto questo materiale e a trasformarlo, grazie anche alle foto gentilmente concesse da Zoi stessa, in uno splendido album dei ricordi, che ora resterà a disposizione di chiunque voglia conoscerla meglio.
Ancora grazie di tutto Zoi, ci rivediamo a Monteboro, dove spero finalmente anche di ringraziarti di persona, applaudirti dagli spalti e perchè no? esultare per un tuo goal, che non puoi lasciarli fare tutti alle attaccanti.