giovedì 30 aprile 2020

LE PROTAGONISTE; INTERVISTA A ZOI GIATRAS.



Se la felicità fosse un qualcosa di tangibile, per me sarebbe la cura di questo progetto. Perchè sono continuamente sorpreso in positivo, e mi commuovo nel vedere quante persone mi concedono il loro tempo e le loro storie. Avere Marta Varriale è stato bellissimo, ma non sarà un unicum, perchè su "Il viola e il rosa" la raggiunge e la affianca, proprio come in campo, la compagna di reparto Zoi Giatras, una delle coppie titolari più forti della serie A "schierate" Sul mio blog. Veramente, nemmeno nei sogni più sfrenati avrei immaginato tanta fortuna.

Zoi contro l'Inter.


Che poi Zoi io davvero, non la conoscevo prima, l'ho sempre ammirata e applaudita a distanza, ma non ho avuto modo di avvicinarla mai, nemmeno di dirle grazie per tutta la passione che ci trasmette dal campo agli spalti. Semplicemente ho bussato alla sua "porta" ovvero un social, ho chiesto se poteva aiutarmi e semplicemente ha creduto nel mio progetto e mi ha teso una mano. Non mi capita tutti i giorni, quindi innanzitutto grazie Zoi, per la persona che sei e per l'onore che fai al blog e a tutti i lettori.
Ma ora vi lascio alle parole di Zoi stessa, per quella che più che un'intervista è risultata essere uno splendido romanzo illustrato che attraversa quasi vent'anni di carriera della numero 20 dell'Empoli Ladies, da assaporare pagina per pagina.

Ciao Zoi, ti ringrazio ancora per aver accettato questa intervista. Come prima cosa, ti va di presentarti ai lettori?

Ciao a tutti, sono Zoi Giatras e sono una giocatrice dell'Empoli ladies, sono un difensore centrale e nonostante il nome straniero sono nata a Prato nel 1991, mio padre é di Zante (Grecia) ed é da qui che proviene il mio nome.

Esco subito allo scoperto; sono un tuo vero fan, per me sei davvero una dei migliori difensori centrali del campionato, unisci  fisicità e risolutezza negli interventi a una gran classe, riesci a giocare quasi sempre d'anticipo e assieme a Marta Varriale formi una coppia di centrali efficace quanto poco fallosa. Hai sempre giocato in questo ruolo o prima ne hai provati altri e ti sei adattata a esso col tempo?

Fin da quando ho iniziato a 7 anni con i maschi ho sempre giocato in difesa e da lì quel ruolo poi non l'ho mai abbandonato.

A 29 anni sei ormai quasi una veterana, hai sicuramente tante storie da raccontarci. In quale squadra hai esordito? e del tuo periodo nelle giovanili, quali sono i tuoi ricordi più belli?

Ho esordito con il G.s. Coiano, una squadra maschile di Prato. Fino ai 12 anni sono stata con loro e se ripenso a quel periodo ho solo bellissimi ricordi. Uno dei più belli é senza dubbio per un torneo di pasqua: giocavamo con la Juventus e dopo essere andati sotto abbiamo pareggiato, ricordo ancora il gol del mio compagno di squadra e l'esultanza di tutti noi, abbiamo tenuto duro fino alla fine poi abbiamo perso 2 a 1 ma é stata un'esperienza bellissima, ero l'unica bambina e a fine partita ricordo che l'attaccante che avevo marcato per tutta la partita venne a darmi la mano e mi regalò la sua felpa!


I primi passi di Zoi.


Un bellissimo gesto che sarà servito di esempio anche per i compagni, tuoi e suoi.
A che età hai esordito in prima squadra?e in quale compagine?

In prima squadra ho esordito a 13 anni con il Prato Sport che militava in serie C, ovviamente sotto falso nome perché non avevo l'età però diciamo all'epoca era tutto un po' diverso!

A un certo punto della tua carriera c'è stato il Castelfranco, ora Empoli ladies. Com'è stato il tuo primo incontro con Mister Pistolesi, un tecnico amato e rispettato da tutti? hai capito subito di lavorare con una persona speciale? ed esserti allenata molto giovane con lui quanto ha giovato alla tua carriera?

Mister Pistolesi lo conoscevo ancor prima di andare a giocare a Castelfranco perché molte delle mie amiche giocavano li già da tempo, e quindi poi il mio arrivo in squadra é stato molto semplice per mia fortuna perché era un ambiente che già conoscevo e loro conoscevano me. Grazie a lui e alla società sono ritornata a giocare dopo un anno di stop forzato dovuto a problemi con il cartellino, quindi sicuramente lo devo ringraziare per aver scommesso su di me e avermi permesso di riprendere il mio sogno. Ciò che ti arriva subito di lui é che tiene molto alle sue ragazze come persone ancor prima che come giocatrici e ciò che lo contraddistingue é che nonostante sia un uomo ma ormai capisce alla perfezione il pensiero femminile e tutte le complesse dinamiche che ci possono essere all'interno di una squadra!

Parole mai banali per Alessandro, mi fa piacere che ogni persona che incontro ribadisca la sua stima per lui.
Dopo il Castelfranco hai militato nella Scalese, società di San Miniato creata nel 2006  e poi purtroppo scioltasi nel 2016. Ti va di ricordare questa società? Quanto può dispiacere a un'atleta che squadre in cui comunque hai dato tutta te stessa poi spariscano da un giorno all'altro, una triste costante nel calcio femminile?

Con la Scalese abbiamo fatto davvero qualcosa di incredibile ed importante. Eravamo una squadra con un livello tecnico non eccelso, ma ciò che ci ha permesso di arrivare dalla serie C alla serie A in soli 4 anni era il fatto che ognuna di noi aveva una motivazione forte dentro di se e voglia di rimettersi in gioco e dimostrare la sua forza sul campo, eravamo una squadra forte caratterialmente, il mister Nico Mattioli ci trasmetteva in maniera diretta questo carattere, e con grandi motivazioni e questo ci ha permesso di vincere tanto in quegli anni. Poi arrivate in serie A ci siamo accorte che ci voleva qualcosa di più oltre al carattere e noi quella stagione non l'avevamo, é stato un anno devastante dal punto di vista dei risultati ma che sicuramente mi ha insegnato molto. L'ultimo anno poi abbiamo fatto la serie B ed é stato un anno di rinascita perché é venuto ad allenarci Mister Renzo Ulivieri che ci ha fatto conoscere lati del calcio per noi inesistenti ma che ci hanno fatto ritrovare la passione per questo sport, insieme a lui c'era Nicola Matteucci: con loro due alla guida siamo riuscite a salvarci in serie B con una squadra rimaneggiata al massimo e soprattutto abbiamo creato ricordi davvero bellissimi. E poi penso, chissà se proprio l'incontro del Mister Ulivieri con la Scalese non abbia contribuito a dare l'ultimo calcio decisivo per far decollare una volta per tutte il calcio femminile?


Con i Mister Ulivieri e Matteucci.


Momenti magici con la Scalese.


 E mi fa tanto piacere che tu ne abbia parlato in modo esauriente, queste società che non ci sono più non meritano per questo l'oblio, grazie a te adesso più persone conosceranno la  Scalese, e questo mi fa piacere, perchè niente scompare davvero finchè lo si ricorda.
Tra l'altro sono d'accordo con la tua affermazione, credo non sia quantificabile quanto un uomo come Renzo Ulivieri abbia potuto darvi a livello tecnico e umano, che una figura calcistica importante sotto molti aspetti come la sua abbia deciso di credere nel movimento è un qualcosa di eccezionale, anche se non è stato imitato da altri tecnici di primo piano credo davvero che abbia contribuito molto a far aprire gli occhi agli scettici.
Dunque, in questo blog che tratta prevalentemente di Fiorentina, i tifosi saranno felici di ricordarti in maglia viola, avendola tu indossata nella stagione 2015/2016, anno di esordio delle women's dopo lo scioglimento del Firenze. Mi hai detto in precedenza che per te è stato un anno molto formativo pur non avendo titolarizzato molte presenze, puoi parlarcene? quali sono i tuoi ricordi più belli in maglia viola?

Una Zoi tutta in viola. E quel colore le stava bene.

Con la Fiorentina non ho fatto praticamente alcuna presenza ma nonostante questo é stata una stagione importante per me. La Fiorentina é stata la prima società professionistica ad investire sul calcio femminile e ci trattavano quindi da professioniste. Ci allenavamo il pomeriggio, grazie a Sonia trovavamo sempre tutta la roba da allenamento pronta ogni giorno e per me che ero abituata ad allenarmi alle 21 la sera e la roba motosa me la lavavo a casa da sola beh, già questo era un sogno. Avevamo un staff al completo che si potesse definire tale. Però soprattutto quell'anno ho avuto la fortuna di giocare con giocatrici come Tona, Panico, Motta per dire quelle di maggior esperienza che fino a qualche anno prima guardavo in televisione e invece ora ero sul campo ad allenarmi con loro. È stato davvero un bellissimo anno dove ho iniziato a vivere il calcio come avevo sempre sognato.


Il tasso tecnico in questa foto è impressionante.


Grazie tra l'altro di aver ricordato Sonia, una persona sempre gentilissima anche con noi tifosi quando andiamo a San Marcellino a vedere gli allenamenti.
Dopo è arrivata la chiamata dell'unica squadra non toscana della tua carriera, il Sassuolo. come è stato il tuo periodo nella dolce piana Emiliana?

Capitana, e con merito.


La mia esperienza a Reggio Emilia é stata sicuramente un'esperienza che mi ha insegnato molto in campo ma soprattutto nella vita. È stata la mia prima volta fuori casa e lontano da casa. I primi tempi sono stati duri perché mi mancava più di tutto il sole della Toscana, poi ho imparato anche ad amare Reggio Emilia e gli emiliani tanto é che ci sono rimasta per 3 anni. E se ripenso a questi 3 anni mi viene un sorriso perché credo di essere stata fortunata a giocare per una società, la Reggiana, che ha fatto la storia del calcio femminile e quando sei lì tutta questa storia la respiri davvero anche solo per il fatto che la presidente Betty Vignotto non si perde un solo allenamento! La professionalità li c'è sempre stata e l'arrivo poi del Sassuolo é stata la ciliegina sulla torta, il Sassuolo é una società seria, solida e ben organizzata e da atleta aver avuto modo di lavorare con i professionisti del Mapei center credo sia stata davvero una fortuna, anche se li per li quei test li ho tanto odiati!
Alla mia esperienza Emiliana ripenso con affetto e felicità perché fin da quando sono arrivata sono stata accolta a braccia aperte da tutti e ognuno di loro, sul campo o fuori, mi ha permesso di vivere un'esperienza unica permettendomi di crescere molto come giocatrice e come persona!



Ricordi emiliani.


A proposito di Elisabetta Vignotto, è stato un piacere salutarla e chiederle una foto quando è venuta a Firenze lo scorso febbraio al seguito delle neroverdi, ha scherzato anche sul fatto che "Qualcuno si ricordasse ancora"...lei, che a livello Maschile sarebbe come avere davanti Riva o Rivera!!
Veramente una modestia squisita.

Come mai, essendo Sassuolo comunque non lontana dalle zone in cui sei nata e cresciuta, sei rimasta sempre vicina a casa? credo che una come te sia stata cercata dalle squadre di tutta Italia, cosa ti ha trattenuto qua?

Dopo 3 anni fuori casa l'aria ed il sole della Toscana iniziavano a mancarmi e così ho deciso di tornare. La valdelsa é da sempre la culla del calcio femminile in Toscana quindi dove andare a giocare se non qui?

Tutta la potenza di Zoi Giatras.


Puoi dirci le compagne più forti con le quali tu abbia giocato, e quelle che ricordi con più affetto?

Avendo girato tante squadre ho avuto modo, per mia fortuna, di giocare con tante giocatrici forti e di poter imparare da loro dalla più piccola alla più grande. Allo stesso modo il calcio mi ha permesso di conoscere tante persone e soprattutto mi ha regalato legami speciali che si mantengono nel tempo a prescindere dalla squadra in cui si gioca.

E le avversarie più temibili, le attaccanti che ti fanno e ti hanno fatta più faticare?

Una della attaccanti che mi ha impressionata al mio primo anno in serie A é stata Daniela Sabatino. E tutt'ora é l'attaccante più temibile ma con cui mi diverto di più a giocarci contro.



Nessuna attaccante è felice di avere a che fare con Zoi....


Il tuo ricordo calcistico più bello a livello individuale? e quello di squadra?

Sicuramente con la Scalese il gol di testa del pareggio contro la Vigor di Viareggio che ci ha permesso poi di avvicinarci alla vittoria del campionato di serie C! La vittoria del campionato di serie B con la Scalese ed il sogno realizzato di arrivare in serie A!

Quanta Scalese c'è in te, è davvero bellissimo.

Dopo il goal di Marta Varriale contro la Roma, è arrivato il tuo, sempre su angolo, contro l'Orobica; dovremo aspettarci grappoli di reti da voi due in futuro? io vi ho già entrambe al Fantawomen, comunque!

Esultanza tutta azzurra dopo la rete di Zoi contro l'Orobica.


Speriamo che possano arrivare questi gol perché vorrebbe dire che almeno siamo tornate sul campo, e al momento é la cosa che desidero più di tutte.

E noi lo desideriamo con te. Come ti consideri adesso, Zoi, pensi di aver raggiunto il tuo apice o ancora ti consideri una ragazzina con tanto ancora da imparare e tanti anni da giocare al massimo? nel tuo ruolo Roberta d'Adda a 38 anni se la gioca ancora alla grande...

A Reggio avevo Federica D'astolfo come allenatrice e mi ripeteva sempre che una giocatrice arriva al suo apice a 30 anni e che quindi dovevo lavorare molto perché potevo ancora migliorarmi molto. Io non ho mai creduto molto a queste parole, non so bene perché, ma adesso capisco quello che mi voleva dire e aveva perfettamente ragione!

Grinta ed esperienza al servizio della squadra.


E viste le prestazioni che ci regali hai lavorato anche bene.
Per finire; cosa ti auguri per il futuro del movimento, quali obiettivi vedi più vicini?

In un momento come questo mi auguro solo che continui il processo di crescita del calcio femminile, la strada intrapresa era quella giusta spero che venga ripresa anche dopo questo momento particolare.

Con quest'ultima speranza, alla quale ci uniamo di tutto cuore, termina il viaggio in compagnia di Zoi Giatras e delle sue memorie calcistiche. Spero che vi siate emozionati almeno un decimo di come mi sono emozionato io a ricevere tutto questo materiale e a trasformarlo, grazie anche alle foto gentilmente concesse da Zoi stessa, in uno splendido album dei ricordi, che ora resterà a disposizione di chiunque  voglia conoscerla meglio.
Ancora grazie di tutto Zoi, ci rivediamo a Monteboro, dove spero finalmente anche di ringraziarti di persona, applaudirti dagli spalti e perchè no? esultare per un tuo goal, che non puoi lasciarli fare tutti alle attaccanti.

mercoledì 29 aprile 2020

LE INTERVISTE IN VIOLAROSA; STEFANO GRASSI.

Oggi ho il piacere di presentarvi un bravo ragazzo, uno di quelli che hai piacere di incontrare allo stadio e non solo, giovane ma già molto competente, che ha dedicato molto del suo tempo al calcio in ogni suo aspetto. Il suo nome è Stefano Grassi, molti di noi tifosi viola lo conoscono e lo apprezzano per il suo modo di parlare di calcio, sia femminile che maschile, in modo preciso e mai sguaiato.


Stefano in tenuta da mister


Ma vi lascio il piacere di conoscere Stefano attraverso le sue parole, per una intervista davvero ben riuscita e stimolante in molti aspetti;

Ciao Stefano, è un vero piacere averti sul mio blog, la tua è una figura davvero interessante, in quanto vivi il calcio veramente a 360 gradi; da sportivo, da tifoso e da allenatore. Raccontaci l' origine di questa tua grande passione.

Ho il calcio nel sangue da quando sono nato; ho iniziato a calcare i campi a 6 anni e smesso due anni fa. Da piccolo ho giocato a 11, poi sono passato al calcio a 5, arrivando fino alla Serie C. Sono tifoso viola da sempre, figlio di genitori che hanno l’abbonamento al Franchi da una vita. Ho amato il calcio degli anni 90, la Viola di Bati, Rui e Toldo e quella di Prandelli. Attualmente la mia vita ruota tutta intorno al calcio: collaboro con La Giovane Italia, per cui scrivo articoli inerenti al campionato Primavera femminile, alleno una squadra Under 14 e svolgo lezioni di avviamento allo sport in alcune scuole primarie di Firenze.


Ho letto infatti alcuni tuoi articoli con molto interesse, scrivi molto bene e riesce sempre a essere coinvolgente.
Ti confesso che invidio il tuo essere allenatore di una squadra femminile giovanile.
Raccontaci di queste ragazze e del tuo rapporto con loro abbondando in particolari, siamo
molto curiosi in merito.

Ricordo il primo allenamento dell’anno, svolto in assoluto silenzio. Le ragazze non mi conoscevano ed erano intimidite, io avevo allenato solo nel settore giovanile maschile e con i maschi il silenzio non è contemplato. Per fortuna dal secondo allenamento in poi la situazione è cambiata e in poco tempo si è creata una bella sintonia e un rapporto di fiducia reciproca che ci permette di lavorare in serenità e con concentrazione. Le ragazze sono come spugne, assorbono tutto ciò che insegni loro. Hanno una grande capacità di apprendimento e si allenano seriamente e senza mai lamentarsi. Anzi, ne approfitto per sottolineare quanto mi mancano. 
Ci siamo visti l’ultima volta il 4 marzo, poi gli allenamenti sono stati sospesi e non siamo riusciti neanche a salutarci.


Ed è in questi casi che si benedicono i social, che ci permettono di salutarci e tenerci in contatto almeno a distanza.
Da allenatore qual è la tua più grande soddisfazione?

La soddisfazione più grande è mettere a loro disposizione la mie esperienza e la mia passione. 
La società per cui alleno, la Midland GS, ha iniziato dallo scorso settembre il progetto Scuola Calcio per quanto riguarda il femminile e l’obiettivo è dare la possibilità a tante bambine di appassionarsi a questo sport. Il percorso che abbiamo fatto quest’anno con le ragazze, sia in termini di crescita che di risultati sul campo, è la ciliegina sulla torta.


Stefano con le ragazze del Midland GS. Con loro Giulia Ferrandi.



Hai qualche aneddoto riguardo a questa tua avventura?

La partecipazione alla trasmissione radiofonica Donne in Goal su Lady Radio,condotta da Giulia Ferrandi e il Benzivendolo Andrea Di Salvo. In rappresentanza della squadra ho portato il capitano e la bomber, hanno avuto l’opportunità di raccontare la loro storia calcistica, dai primi anni vissuti in squadra con i maschi alla soddisfazione di giocare insieme alle ragazze. Erano molto emozionate, è un’esperienza che ricorderanno con piacere quando saranno grandi. La Ferrandi,che ha giocato in Serie A con le maglie di Atalanta, Brescia, Fiorentina e Florentia, ha partecipato ad un nostro allenamento ed è stata una grande soddisfazione sia per me che per le ragazze. Credo sia importante, per le giovani che si affacciano al calcio, avere dei modelli femminili a cui ispirarsi.


Stefano con Giulia e il mitico benzivendolo


Veramente, questa bella iniziativa avrà dato loro molta motivazione e stimoli positivi. Voglio cogliere inoltre l'occasione per salutare Giulia, con la quale ho casualmente assistito a una partita in quel di Monteboro, fu molto gentile e simpatica e commentò la gara in corso con osservazioni sempre puntuali e competenti, quasi da allenatrice.

Veniamo ora allo Stefano tifoso di calcio femminile; da quanti anni segui la Fiorentina
Women's? Hai seguito anche il "Vecchio" Firenze?

Il Firenze del Presidente Andrea Guagni rappresenta un pezzo di storia importante del calcio femminile della nostra città, in anni in cui il movimento era praticamente sconosciuto al grande pubblico. Non dimentichiamoci che le ragazze che oggi giocano in Serie A stanno raccogliendo i frutti di ciò che altre calciatrici hanno faticosamente seminato in passato. A dire la verità da tifoso ho seguito marginalmente il Firenze, mi sono goduto però i 5 anni di Fiorentina Women’s e i numerosi successi. Ho ancora il video della festa Scudetto al Franchi, una soddisfazione immensa per noi tifosi viola.

Quali sono le tue giocatrici preferite tra quelle attualmente in rosa? E quelle che rimpiangi
tra coloro che sono partite?

Alia Guagni è senza dubbio la mia calciatrice preferita, sia per le qualità che mostra in campo, sia per l’amore che ha sempre dimostrato nei confronti di Firenze e della maglia viola. Giancarlo Antognoni e Alia Guagni sono le bandiere della Fiorentina, assolutamente al di sopra di qualsiasi altro calciatore o calciatrice. Stravedo poi per Tatiana Bonetti, mix di talento sopraffino e imprevedibilità, e mi piacciono molto Alice Tortelli, Valery Vigilucci e Marta Mascarello. Tra coloro che sono partite rimpiango Elena Linari, a mio giudizio il difensore italiano più forte in attività, Elisa
Bartoli, che da anni fornisce prestazioni di altissimo livello, e Deborah Salvatori Rinaldi, che nelle ultime stagioni ha fatto bene sia alla Florentia che al Milan. Un altro cruccio è stata la partenza, nella scorsa estate, della giovane Emma Severini che si è accasata alla Roma.


Stefano con una delle nostre ex più rimpiante



Parlando di giocatrici avversarie, quali sono quelle che più ti impensieriscono quando incontrano le nostre?

Ti faccio la lista delle cinque calciatrici che vorrei in viola: Rachele Baldi in porta,Beatrice Merlo in difesa, Valentina Cernoia e Giada Greggi a centrocampo, Melania Martinovic in attacco. Non male eh? Spendo anche una parola per due ragazze che militano nel campionato Primavera e che, secondo me, hanno un grande futuro:  Ilaria Berti e Alice Corelli, bomber rispettivamente di Juve e Roma. Sono giovanissime ma già molto forti.


Non male davvero, specialmente Baldi e Cernoia che nei loro ruoli sono due fuoriclasse vere.
Oltre alla prima squadra Viola, segui anche le ragazze della primavera? Se si, che ne pensi delle ragazze di Ricci? Per quali di loro vedi un grande futuro in prima squadra?

Sono spesso a San Marcellino a vedere le ragazze della Primavera e devo dire che ci sono tanti prospetti interessanti. Qualche nome? Il portiere Rebecca Tinti, Sofia Lorieri (che gioca come terzino sinistro) Azzurra Corazzi (play di centrocampo), Margherita Monnecchi (esterno di attacco) e Marta Morreale, centrocampista che all’occorrenza viene impiegata da Ricci anche come terzino destro. Lei e la Corazzi, a mio modesto parere, meriterebbero più spazio in prima squadra.


Ultima domanda; cosa ti auguri per il futuro del movimento?

Mi auguro per prima cosa che l’emergenza Coronavirus non faccia letteralmente sparire alcune società e che si possa tornare presto a giocare. Poi una considerazione, fatta con un pizzico di amarezza: lo sviluppo e la crescita del movimento partono dalla valorizzazione dei settori giovanili delle squadre dilettantistiche. Ci sono ancora poche società che hanno il settore femminile. Colpa anche di pregiudizi che sono duri a morire, ma siamo nel 2020 e sarebbe l’ora di evolversi culturalmente.

Concordo Stefano, e ti dico di più, che ti sento vicino, perchè io e te abbiamo una cosa in comune, prendere a calci nei denti menefreghismo e pregiudizi stupidi, tu allenando le tue ragazze e io facendo conoscere storie. Siamo due uomini che hanno capito i valori e la poesia del calcio femminile, e che fanno del loro meglio per contribuire a tenere viva questa pianta splendida e fragile , e per questo mi fa piacere considerati un amico. Grazie mille per essere stato ospite del mio blog, e arrivederci a presto.


martedì 28 aprile 2020

LE PROTAGONISTE; INTERVISTA A MARTA VARRIALE


Ladies and gentleman, 


Oggi per me è un giorno importante, che rappresenta una vera tappa nella piccola storia de Il viola e il rosa. Non speravo mai infatti di avere ospite su questi lidi una calciatrice di serie A in attività, era un'eventualità che avevo più sognato che sperato, ma a volte i sogni si realizzano. E tra l'altro colei che presento non è una qualunque, ma una delle mie favorite, che ho rammentato tantissime volte per i meriti derivati da una stagione di grande livello; si, cari miei lettori fedeli, avete capito, è qui con noi il numero 26 dell'Empoli Ladies MARTA VARRIALE!!!!

Una bella foto recente di Marta (fonte; pagina facebook Empoli ladies)


Sapete, mi ricordo ancora di un giorno di dicembre nel quale scrissi un articolo dove mi auspicavo di vederla in viola, perchè già nelle mie primissime visite a Monteboro, senza conoscere niente dell'ambiente e della squadra, Marta mi ha sempre impressionato (e con lei tutta la retroguardia empolese) per i suoi interventi attenti, perentori ma anche eleganti, di solito un difensore o è l'una o è l'altra cosa, Marta è una delle poche che riesce a essere entrambe.
 Insomma, dopo aver letto l'articolo  mi scrisse per ringraziarmi, è stata la prima a farlo per il mio modesto blog, e per i casi stupendi della vita è ora la prima ad apparirvi di persona.
 Poi col tempo ci siamo tenuti in contatto via social, e mi ha sempre ringraziato per ogni parola che ho speso su di lei, anche se io non ho mai scritto niente che non fosse vero, non ho mai parlato con piaggeria o calcolo di nessuna calciatrice in questo blog, spero mi crediate. Però dovete sapere che per un blogger che lavora solo per pura passione (tradotto; non ci guadagna ne ci guadagnerà mai un centesimo) i complimenti di una diretta interessata sono veramente una soddisfazione impareggiabile, vuol dire che in qualche modo sono riuscito a raggiungere l'obiettivo che mi sono prefissato fin dal primo momento, ovvero restituire in minima parte quelle emozioni che ricevo dagli spalti.

E quando qualche giorno fa le ho chiesto aiuto per il mio neonato progetto mi ha risposto di si con quella cortesia e quell'entusiasmo che fa di lei una persona unica dal punto di vista umano, che ha dalla sua oltre alla gentilezza una carica di  simpatia  impareggiabile, seguire su Instagram per credere. (E tra l'altro voglio aggiungere che non è stata la sola, anche altre calciatrici, gentilissime, hanno deciso di partecipare, mi sembra di sognare, veramente...ma non voglio anticipare troppo) .
Insomma, io spero di potere ormai definire Marta un'amica, e sono felicissimo che proprio lei sia la prima calciatrice dell'attuale serie A a concedermi l'onore di apparire sul blog.

Ma lasciamo la parola alla nostra protagonista di oggi;

Ciao Marta, lasciami ribadire il piacere che, da tuo fan, mi fa averti ospite sul mio blog, sono persone e storie come la tua che mi rendono orgoglioso di aver creato il mio spazio virtuale.
Ultimamente ti sei raccontata molto tramite video interviste su Instagram, raccogliendo  consensi tra appassionate e appassionati. Presentati ancora una volta al pubblico e parlaci di Marta bambina, come si è innamorata del pallone e grazie a chi.

Ciao Omar, è un piacere per me poter rispondere a questa tua intervista.
 Sono nata il 30/08/1994 a Bagno a Ripoli (Firenze). Fin da quando ero piccola ho sempre avuto la passione per il calcio,giocavo in giardino con mio fratello e amici. La passione mi è stata trasmessa da Lorenzo, mio fratello, più grande di due anni rispetto a me. Ho seguito le sue orme e i miei genitori mi hanno sempre appoggiata. A dire la verità è stato mio babbo un giorno a propormi di fare un provino nella società dove all'epoca giocava mio fratello, il San Donnino, dove ho esordito all'età di 10 anni.

Quindi anche tu, come praticamente tutte le altre ragazze della tua generazione, hai iniziato coi maschietti prima di avere una squadra femminile tutta per te?

Si, esatto. 

Hai sempre giocato come centrale di difesa, o prima hai provato anche altri ruoli?

In realtà prima di finire centrale di difesa ho provato un po' tutti i ruoli, tranne portiere e attaccante. Il ruolo di difensore centrale lo devo al mio attuale allenatore Alessandro Pistolesi, è stato lui a scoprirmi in questa veste.

In questo blog, frequentato da tanti appassionati della Fiorentina women's, farà piacere apprendere notizie sulla tua parentesi al Firenze di Andrea Guagni e Sauro Fattori. Cosa ci puoi dire della tua esperienza in viola?


Altro che le figurine Panini, queste sono quelle belle!


Nell'Acf Firenze ho giocato con le giovanissime e con la primavera fino ad arrivare a fare metà stagione da Gennaio a Giugno in prima squadra, in serie A. E' stata un'esperienza molto positiva, ho esordito da titolare nella massima serie all'età di 17 anni a Udine contro il Chiasellis. 
A Firenze ho avuto l'opportunità di confrontarmi con giocatrici molto forti, una su tutte Alia Guagni, non sto qui a dirvi quanto sia forte, già lo sapete. Linari, Salvatori Rinaldi, Vigilucci, Fusini, tutte giocatrici che anche adesso sono in categoria e sono molto forti. Ho giocato con capitan Orlandi, adesso ex calciatrice ma grande colonna portante dell'Acf Firenze e della Fiorentina poi. Per ultima, non per importanza ma semplicemente perché è ancora con me ad Empoli, Norma Cinotti. 





Momenti col Firenze...


Dopo il Firenze se non mi sbaglio c'è stato il Castelfranco, prima volta con Pistolesi. Come è stato allenarsi con lui da giovanissima? Hai capito subito che il mister è una persona speciale, che avrebbe potuto darti tanto a livello sportivo e umano?

Esatto, dopo Firenze, Castelfranco con Pistolesi. Si, il mister mi ha sempre aiutata in tutto e per tutto come ho già detto in altre interviste, molto di questo mio percorso è merito suo, a lui devo molto. 


Due cuori grandi uniti in un abbraccio, dopo una partita contro il Musiello Saluzzo.


I ricordi più belli con la maglia del  Castelfranco? quando poi nel 2015 diventò Empoli ladies immagino tutte voi foste contente, ma non ci fu comunque un po' di dispiacere per la fine di una società con una storia trentennale?

Marta consola Cecilia Prugna..ma che tesoro prezioso è questa foto? Un simbolo della poesia del calcio femminile.


Con la maglia del Castelfranco ho partecipato a due campionati di serie B, e i ricordi più belli che ho impressi sono le persone che facevano parte di quella squadra, eravamo un gran bel gruppo.

E la tua è una gran bella frase, hai colpito nel segno, i ricordi sono le persone,la storia siamo noi.


Marta con la gloriosa maglia de Castelfranco

 Della prima parte della tua avventura con l'Empoli ladies cosa ci puoi raccontare? tra l'altro il tuo score su Wikipedia parla di sei reti in 4 stagioni, mica male per una centrale! quale è stato il tuo goal più bello, quello più da bomber?

Nel mio primo bienno a Empoli ricordo una promozione sfiorata di un punto sul Cuneo al primo anno e una promozione conquistata l'anno successivo. In serie B ricordo molto bene un gol con annessa esultanza ad abbracciare Pistolesi. Era un recupero e lo giocammo di sera,contro il Ligorna, feci un bel gol di testa da calcio d'angolo, saltai più in alto di tutte e la girai in rete. Poi non posso non citare il mio primo gol in serie A, stessa esultanza sempre da calcio d'angolo, per il momentaneo 1-1 contro la Roma.


Esultanza dopo il goal al Ligorna


Cosa ci dici sulle due stagioni tra Verona e Chievo?

Ho passato due anni a Verona, è stata un'esperienza bellissima sia a livello umano sia a livello calcistico. Sono cresciuta tanto sotto tanti aspetti. 


Marta al Chievo Valpo, società scioltasi nel 2019


Ora, per la fortuna di tutti noi, sei di nuovo all'Empoli ladies, finora hai fatto una stagione eccezionale, e con Zoi Giatras formi per me (e non solo) una coppia di centrali di primo livello. Come è nata la vostra alchimia? in che modo vi completate a vicenda?

Zoi l'avevo già conosciuta quando entrambe facevamo parte della rappresentativa Toscana, ma io giocavo ancora come terzino. Ci siamo ritrovate quest'anno insieme e si è instaurato fin da subito un ottimo rapporto sia in campo che fuori. La nostra alchimia è nata di partita in partita. Lei mi ha aiutata molto con la sua esperienza, io non lo so...chiedilo a lei ahaha.
Certo è che prima di tutto abbiamo un ottimo rapporto fuori dal campo.

Ci avrei scommesso, sia per l'intesa che avete sia per il fatto che anche Zoi è molto gentile e simpatica. Dico questo perchè...ma andiamo avanti, parliamo di avversarie; quali sono le attaccanti più difficili da affrontare, quelle che ti fanno sudare sette camicie, anzi sette magliette?

 Le attaccanti che reputo più difficili da marcare sono Girelli, Mauro, Bonetti, Giacinti e Tarenzi.

Concordo soprattutto per Ila e Tatiana, chissà perchè... Qual è il tuo momento calcistico più bello a livello individuale, il ricordo cristallizzato nel cuore? e a livello di squadra?

 Il momento calcistico più bello a livello individuale è senz'altro l'esordio in serie A, e il primo gol in serie A contro la Roma. 
A livello di squadra, lo scudetto primavera e il torneo di Arco conquistati con il Firenze e la promozione conquistata con l'Empoli, momenti davvero indimenticabili.



 -Veniamo adesso al tuo goal contro la Roma, del quale posso dire con gioia "Io c'ero!", rete della quale ti hanno già chiesto in tanti, ma a me interessa soprattutto un aspetto, la tua esultanza con l'abbraccio a Pistolesi, e poi il momento molto simpatico con te che stavi per saltare addosso anche a Rachele Baldi e lei che ti ha fermata per la botta presa qualche minuto prima.

Per quanto riguarda il mio primo gol in serie A contro la Roma c'è poco da dire...in quel momento pensavo di sognare, appena ho visto partire la palla avevo capito che mi avrebbe raggiunta. Dentro di me mi ero detta "Questa palla è mia, o la colpisco io o lei colpisce me" non so bene come è andata, chi ha colpito chi, ma appena l'ho vista entrare in porta non ci ho capito più niente. Con il mister avevamo un "patto" , la corsa pazza verso di lui è una dedica, il resto è un nostro segreto. Per quanto riguarda Rache,sentivo che mi vociava qualcosa ma non era facilmente interpretabile,volevo saltarle addosso ma era appena uscita da un "Doc sicura non mi sia rotta l'anca?", e ho capito che era meglio evitare.


Magic moment, vissuto live.


- Vedi, non c'era poi così poco da dire. Cambiando argomento, so che sei un filino tifosa della Fiorentina maschile...vai spesso al Franchi? qual è il tuo coro preferito da cantare?

 Si sono "leggermente" tifosa della Fiorentina. Quest'anno insieme al mio migliore amico ho fatto l'abbonamento in curva Fiesole. Il mio coro preferito? mi fanno impazzire tutti ma uno su tutti: "E cariha, e Firenze cariha e cariha...e Firenze carihava bombe nell'aria..boom...lalalallalaa..", ma ripeto son tutti belli anche "Quando scendono in campo i ragazzi, il cuore mi batte perché…."

-Devo venire prima o poi in Fiesole anch'io, in "Corilogia" sono un po' scarso. E qual è tuo campione viola del cuore? uno dei vantaggi di essere un filino più vecchiotto di te è averci visto giocare Baggio e Batistuta, ma qual è l'idolo di una ragazza del 1994?

Baggio e Batistuta purtroppo non li ho visti giocare, aggiungo anche Antognoni. Non ne ho uno in particolare, Frey, Astori  ,Giuseppe Rossi, Borja Valero,Toni...e della Fiorentina di oggi Milenkovic, Castrovilli, Chiesa, Ranieri e Ribery.

- Prima di salutarci ti pongo la domanda che faccio sempre a coloro che intervisto, ma è la prima volta che la pongo a una diretta interessata; cosa ti auguri per il futuro del calcio femminile?

Per il futuro del calcio femminile mi auguro semplicemente di arrivare presto al professionismo, ne abbiamo bisogno e ce lo meritiamo.

Che dire Marta, è stato veramente bello parlare di calcio con te in tanti suoi aspetti, e soprattutto parlare di momenti e di emozioni, hai compreso appieno il senso del mio progetto, ossia comporre un arazzo variopinto sul mondo del calcio femminile. Ti saluto con l' augurio di rivederti presto in campo assieme alle tue compagne, nell'attesa del giorno in cui anche noi tifosi potremo tornare ad ammirarvi nell'atmosfera impareggiabile di Monteboro, in quello che sarà il giorno più bello per chi vi vuole bene, a voi e alla maglia che indossate.

lunedì 27 aprile 2020

LE INTERVISTE IN ROSAZZURRO; ANDREA ARZILLI


Oggi inauguriamo le interviste in rosazzurro, quelle dedicate al pianeta Empoli ladies, come sapete una squadra che ho molto a cuore per vari motivi.
E' un piacere inaugurarle con una figura che è assolutamente indispensabile per questa società, ovvero Andrea Arzilli, il cuore pulsante del tifo azzurro, colui che per primo ha dato un'identità alla curva di Monteboro, e che è anche un mio caro amico.

Andrea ha accettato di raccontarsi e raccontare la sua passione, in una intervista che risulterà imperdibile per ogni tifoso e addetto ai lavori delle ladies empolesi,o anche solo per chi ama il calcio femminile nel suo aspetto più pulito e genuino.


Prima foto che ho scattato a Andrea, appena conosciuti, che ho molto cara.


-Andrea, non sai quanto sono felice di averti su questo blog. Sei ben più di un tifoso,sei il motore degli spalti di Monteboro, quello che coinvolge, che cementa la curva, a cui vogliono bene gli altri tifosi e le ragazze stesse. Ma dicci, come è nata questa passione travolgente per le ladies azzurre, che tra l'altro mi hai trasmesso alla grande?

E' iniziata a nascere quando il Castelfranco si tramutò in Empoli Ladies nel 2016, da grande tifoso azzurro (seguo la prima squadra maschile da quasi 40 anni)  vedere la maglia che amo indossata da ragazze di talento mi ha fatto scattare la scintilla in automatico. Il primo anno  ricordo che le ragazze militavano in serie B e mi limitavo a seguirle a distanza tenendomi informato sui risultati, e ho visto dal vivo solo la prima partita nell'autunno del 2016, l'1-1 contro la Novese all'inizio del secondo campionato in B, poi vinto con seguente promozione nella massima serie. Ho continuato a seguirla sporadicamente fino al 2018 (con l'Empoli maschile di Andreazzoli che mieteva successi a valanga era difficile seguire entrambe le mie passioni) Ma dall'avvio della stagione 2018/2019, il campionato della nuova promozione in A, sono diventato tifoso sfegatato di queste ragazze, e non le ho più lasciate.


-Da quanto tempo hai preso le redini del tifo azzurro?

Ufficialmente nell'autunno del 2018, quando, come ti dicevo, sono diventato un assiduo frequentatore di Monteboro.  All'inizio eravamo una decina, tutti provenienti dal maschile, e con tempo si sono aggiunti nuovi tifosi tra cui tu. 


- E non sai che mondo fantastico ho scoperto grazie a te; lo racconto io adesso un aneddoto, prima della gara contro la Roma sei venuto da me che ero tutto solo a seguire il riscaldamento delle ragazze, ti sei presentato in quanto hai riconosciuto in me (Ricordandoti della foto del profilo) Il grafomane che imperversa sulla pagina facebook Empoli ladies, mi hai preso sottobraccio e mi hai fatto diventare parte della curva, non mi dimenticherò mai del tuo gesto così bello e spontaneo perchè da esso è nata l'amicizia con te, Ilaria, Sabatino e tanti altri frequentatori della curva di Monteboro. 

Tornando a noi, so che ami ideare striscioni per le ragazze, e realizzarli tu stesso. Quali sono quelli che ti sono riusciti meglio? ce li puoi descrivere? 

Il primo che ho fatto è stato quello presentato alla cena di natale del 2018, mentre le ragazze lo firmavano hanno fatto il fioretto di tornare in serie A al termine della stagione, e così è stato, lo considero uno striscione portafortuna.



Un altro molto simpatico e famoso tra i tifosi è quello per Cecilia Prugna, che come sai indossa il numero 7, e mi è venuta l'idea di scrivere semplicemente CP7, sulla falsariga di Cr7; da allora Cecilia è diventata per tutti CP7.

-In questi giorni hai anche creato di tua iniziativa anche la prima sciarpa dedicata all'Empoli ladies, che non vedo l'ora di avere.

Si, sono molto felice e orgoglioso di questa mia creazione, speriamo di tornare presto tutti insieme a Monteboro e di sfoggiarla tifando le nostre ragazze.


Tifo in tempi di quarantena; Andrea e il figlio Alessio con la nuova sciarpa (la bramo!!)


-E parlando di cori, qual è il tuo preferito, quello che è più bello da cantare insieme alla curva?

Uno che mi piace molto è quello per Cecilia "E facci un goal, Cecilia Prugna facci un goal...." Ma quello che la curva sente di più è senz'altro "Siamo sempre con voi, siamo sempre con voi, siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai"

-Concordo, mi piace tantissimo cantare quel coro insieme a voi, col tuo tamburo a scandirlo. Apprezzo molto anche quello per la Hjolman, "Alè alè alè alè,Jenny, Jenny".

 Sei anche un ottimo organizzatore di trasferte; quali sono state le più lunghe e avventurose?


La prima trasferta in assoluto per me è stata il 6  gennaio del 2019  a Roma contro la Lazio, tutta in solitaria. La partita era di domenica, il giorno prima sono andato a Roma in treno, ho dormito da mio figlio che vive nella capitale e il giorno dopo siamo andati insieme allo stadio, le nostre ragazze non sapevano nulla e mi guardarono ammirate e felici perchè era la prima volta che qualcuno metteva gli striscioni delle ladies in trasferta, e per giunta la Lazio per le sue giocatrici non aveva preparato alcuno striscione, e mescolati con qualche genitore delle ragazze ricordo che facemmo davvero un bel tifo, e per giunta vincemmo 1-0, al termine di una partita tiratissima.
In un'altra trasferta a Vinovo, nella prima gara di questa stagione contro la Juventus, per caso conobbi una signora molto gentile accanto a me che tifava per le bianconere,  ci mettemmo a tifarle Empoli accanto e a sventolarle le bandiere quasi in faccia, sfottendoci in modo del tutto scherzoso con lei ea altri Juventini,anche perchè il vantaggio iniziale di Prugna su rigore mi aveva decisamente imbaldanzito, poi purtroppo la Juve ribaltò il risultato ma fu una partita bellissima e intensa fino all'ultimo. Insomma, alla fine  risultò che questa signora era la mamma di Sara Gama, la ricordo con piacere perchè era una signora davvero molto gentile e simpatica.


Alcuni dei protagonisti del tifo azzurro.



Lo spettacolo della curva empolese a Vinovo.


-Credo che tifare Empoli sia un privilegio anche per un ambiente unico, una vera oasi del calcio, e questo grazie soprattutto ad Alessandro Pistolesi. Che rapporto hai con il mitico mister azzurro?

Col mister ho rapporti ottimi, perchè è una persona come sai anche tu squisitissima, c'è proprio una simpatia reciproca a livello umano, condividiamo ideali non solo calcistici. Lo stimo molto per il suo lavoro, è fantastico sotto tutti gli aspetti ed ha in se una passione che ti travolge.

-Verissimo, entri a Monteboro da ignaro ed esci innamorato di tutto l'ambiente, e questo può succedere solo se in esso c'è positività e magia, cose che Alessandro garantisce da 35 anni. 
Parliamo adesso di calciatrici; so che vuoi bene a tutte, ma quali sono le giocatrici azzurre che più ti entusiasmano a livello tecnico, e che ti hanno entusiasmato in passato tra quelle non più in rosa?

Come hai detto te mi piacciono tutte e non ce n'è una che non vorrei ancora in rosa il prossimo anno, ma i talenti migliori in assoluto per me sono Rachele Baldi, che ha conquistato anche un meritato posto in nazionale, Cecilia Prugna, Lucia di Guglielmo e Marta Varriale, tutte ragazze brave e anche molto simpatiche. Due giocatrici del Passato che ho nel cuore sono Giulia Orlandi e Costanza Esperti, oltre a Elisa Caucci, capitana storica di Castelfranco prima ed Empoli poi, che poi ha passato la fascia a Lucia di Guglielmo.





I selfie che invidio di più in assoluto!!nell'ultimo si vede la maglia che Cecilia Prugna ha regalato al nostro tifoso numero 1, con dedica.


-E tra le avversarie, quali sono quelle che ti fanno tremare più i polsi?

Oltre a quelle più note che giocano anche in nazionale, a me piace molto Elisa Polli, una ragazza del Tavagnacco che nell'ultima gara veramente ci ha messo in apprensione, forte fisicamente e molto brava a muoversi in area.

- Concordo, un vero incubo. Tra l'altro a mio parere sarebbe un profilo ideale per l'attacco azzurro...ma non divaghiamo. Qual è stato il momento più bello vissuto da tifoso a Monteboro?

Ovviamente la promozione in serie A alla fine della scorsa stagione, i meravigliosi festeggiamenti sul campo di Monteboro, ricordo che fui coinvolto dalle ragazze, chiamato in campo a festeggiare con loro, un'emozione incancellabile.




Beato tra le ..campionesse.


- Dove può arrivare questo Empoli ladies, se nella prossima stagione riesce a trattenere tutte le giocatrici migliori?

Secondo me la squadra se  mantiene tutti i suoi effettivi può crescere ancora, con altri 2-3 elementi interessanti per garantire più turnover questa squadra potrebbe lottare per entrare tra le prime cinque. Il tutto però a prescindere dalla permanenza di Pistolesi, questo gruppo ha bisogno del nostro mister e non voglio nemmeno pensare che per qualche motivo possa andare ad allenare altre squadre, è un appello che faccio alla società e ad Alessandro stesso.

-E al quale mi unisco di tutto cuore, un Empoli senza il mister non lo voglio proprio immaginare, lui è la storia e la memoria di questo club. Un'ultima domanda e poi ti lascio andare; cosa ti auguri per il futuro del movimento?

Che continui a crescere come nelle ultime due stagioni, e soprattutto che non si torni indietro di un passo.

E' proprio vero Andrea, ma sappi che questa crescita è dovuta anche a persone come te, che organizzano, che coinvolgono, che mantengono un ambiente sereno e un tifo pulito e sportivo, che in questo sei impareggiabile. Sono davvero felice di averti avuto ospite nel mio spazio virtuale, nell'attesa di rivederci presto e tifare ancora insieme per i colori azzurri, l'altra metà del cielo del mio tifo calcistico.

LE INTERVISTE IN VIOLAROSA; STEFANIA FRARI


Cari lettori, oggi abbiamo con noi una persona che tutti al Bozzi conoscono e stimano, e che per il mio progetto è un profilo davvero ideale perchè è sia una gran tifosa della Fiorentina women's che una ex calciatrice, quindi ci può davvero parlare di calcio femminile a 360 gradi.
Stefania è una di quelle tifose che fa davvero parte del Bozzi, una vera istituzione, una di quelle assieme alla Giada e altre che se non le vedi allo stadio almeno mezz'ora prima del fischio d'inizio c'è da preoccuparsi e chiamare "Chi l'ha visto" perchè davvero senza di loro la curva non sembra più la stessa. Ragazza classe 1957, tutti la conoscono e le vogliono bene, ed è davvero un piacere per me intervistarla, ringraziandola ancora per il tempo concessomi.



-Stefania, è un vero piacere averti ospite sul mio blog, grazie di avere accettato. Tu sei una supertifosa, ma ancora prima sei stata una calciatrice, presentati e raccontaci della tua carriera calcistica.

Ciao, io ho cominciato a giocare a calcio piuttosto tardi, ne avrei avuta anche l'occasione ma un po' per il mio carattere e un po' per altri motivi non ho accettato di iniziare a giocare. Poi, nell'ormai lontano 1987, mentre ero in palestra mi dissero che cercavano ragazze per la squadra femminile Osteria nuova, e finalmente mi decisi a provare. Il gruppo era fantastico, e lo dimostra il fatto che dopo tanti anni ancora siamo in contatto e quando possiamo ci vediamo. Il problema è che eravamo contate, a volte la domenica non riuscivamo nemmeno a essere in undici per giocare...ma il divertimento era tanto. Nell'Osteria nuova ho giocato per 4 stagioni, poi per vari motivi la squadra si sciolse e in diverse ragazze andammo a giocare nel 25 aprile, ci ho giocato per circa 8 anni non saltando mai una partita, e siamo riuscite a vincere anche il campionato regionale. Eravamo un gruppo meraviglioso e incredibilmente unito, una per tutte e tutte per una, e con  sei o sette compagne andavamo insieme anche in vacanza, questi sono veramente tra i ricordi più belli della mia vita. 



-In che ruolo giocavi?

Centravanti, dai piedi piuttosto buoni se posso dirlo, la mia specialità erano le punizioni da fuori area.

- E' bellissimo leggerti Stefania, traspare proprio tutta la passione che hai provato nel fare il tuo sport. Il tuo ricordo più bello da calciatrice?

Quando abbiamo vinto il campionato regionale siamo andate a fare le finali nazionali a Marotta, in un albergo talmente fatiscente da non poterci proprio stare (questo per farti capire la considerazione che ci veniva data..) e a forza di protestare ci hanno spostate a Fano, e proprio da Fano è iniziato il nostro percorso, e come tutte le cose c'è chi le prende sul serio e chi no...comunque giocavamo al ritmo di due partite al giorno sotto il sole di fine giugno e siamo arrivate "Esime" , ma ci siamo divertite un sacco e non ce lo scorderemo mai. Ricordo che alla premiazione ufficiale era presente la grande Carolina Morace, un'esperienza bellissima. Carolina è stata una grandissima giocatrice, anche se l'abbiamo vista giocare poco, giusto qualche partita in nazionale quando si ricordavano di trasmetterla. 





-E dopo l'esperienza col 25 aprile, il tuo apice da calciatrice, dove hai giocato?

Io e altre mie compagne siamo passate in blocco al San Giusto, li finalmente avevamo il nostro campo dove poterci allenare e giocare..anche qui tra alti e bassi ci siamo divertite tantissimo, e qui a San Giusto ho concluso la mia carriera.

-Conosco l'impianto di San Giusto, molto carino e accogliente, per quanto mi riguarda. Per restare in tema, com'era giocare a calcio qualche annetto fa per una donna? com'erano i campi, le strutture, la cornice di pubblico?

Guarda, te li puoi immaginare, spesso erano veramente al limite della praticabilità. Il pubblico era composto da amici e parenti, ci saranno state 20 o 30 persone a partita, a andare bene.

- Quali sono le calciatrici più forti con le quali hai giocato assieme? E le avversarie più temibili?

Tutte le mie compagne del 25 aprile, allenatori compresi! Di avversarie forti ce ne erano tante, le squadre più ostiche da affrontare erano Garfagnana, Palaie e GoGo.

-E quando hai appeso gli scarpini al chiodo come ti sei sentita?

-Sinceramente per me è stato un po' un trauma...ho smesso nel 2004 e per un po' non sono nemmeno andata a vedere le ragazze giocare, mi informavo sul risultato e stop. Ma come tutte le cose, poi passa.

-Ti capisco Stefania, io ho giocato per poco e in serie Z, ma è dispiaciuto anche a me, è tutto un mondo che perdi e che poi ti manca tremendamente, a prescindere dalla categoria in cui hai militato.
Parlaci adesso della Stefania tifosa; da quanto segui le ragazze della Fiorentina women's?

-All'inizio le seguivo solo su Viola channel ma non andavo allo stadio, poi dopo la partita-scudetto al Franchi del 2017 alla quale ho assistito mi sono appassionata e ho cominciato a frequentare il Bozzi, dove ho fatto amicizia con molte persone tra cui la Giada, e abbiamo iniziato a seguire le ragazze anche in trasferta, e speriamo che quanto brutto periodo passi presto così da ricominciare a farlo, perchè seguire le nostre beniamine è bellissimo e ci manca molto.

-Il tuo ricordo più bello vissuto sugli spalti?

Ce ne sono tanti, ma quello che ricordo con più piacere è la supercoppa italiana a La Spezia contro la Juve, una goduria pazzesca anche per come è maturata!!

-Quali sono le tue preferite tra le ragazze della Fiorentina women's?

Ovviamente Alia Guagni, lei è la Fiorentina e Firenze, e anche Ilaria Mauro perchè ho giocato con il numero 9 per diciotto anni e vederlo sulla sua schiena mi trasmette emozione. Ma comunque tutte le nostre ragazze mi piacciono e mi trasmettono qualcosa di bello.

- Per finire; cosa ti auguri per il futuro del movimento?

Che venga finalmente riconosciuto il professionismo, perchè le ragazze si allenano come gli uomini e in campo ci mettono la stessa fatica e passione, e anche qualcosa di più.

Stefania, è stato veramente un piacere entrare nel tuo mondo e nei tuoi ricordi che ci hanno restituito un bellissimo spaccato del calcio fiorentino di una volta, ti ringrazio veramente tanto, appena possiamo vederci ti abbraccio forte!

domenica 26 aprile 2020

LE INTERVISTE IN VIOLAROSA; JACOPO UCCELLI, E LA STORIA DEL VIOLA CLUB GO WOMEN'S


Cari lettori, 

Questa volta mi sento quasi in colpa, perchè il vostro blogger ha veramente campato di rendita in modo vergognoso; coinvolgere il nostro amico Jacopo Uccelli è stato come un po' come andare in mezzo a una fila di vecchietti ingrugniti alle poste e iniziare a parlare male del governo, basta dare il la e si scatena l'inferno, per capirsi. Così ho fatto con Jacopo, grande tifoso e anima, anzi cuore pulsante del Viola club go women's , che conta più di cento iscritti tra cui il sottoscritto. Grande amico e compagno di scorribande a San Marcellino per andare a vedere l'allenamento delle ragazze, Jacopo mi ha coinvolto nel progetto Viola e mi ha fatto conoscere tutti gli aspetti più belli del tifo organizzato. Gli ho mandato le domande e lui ha risposto con un entusiasmo tale che quando mi è arrivata la sua mail mi si è ribaltato il pc .

Bello, seducente, meraviglioso, stupendo....piazzale Michelangelo.

Quindi, come ribadisco, il lavoro immenso che leggerete lo ha fatto tutto lui, e anche la particolare scelta stilistica delle risposte in caratteri viola è stata voluta da Jacopo stesso, e molto volentieri ho appoggiato la sua idea. Pure le immagini, bellissime, sono state tutte create e montate da lui. 
Non ho altro da aggiungere,  tanto tranquilli che parlerà Jacopo anche per me.

-Ciao Jacopo, è un piacere averti qua nel blog, da compagno di tifo e amico ci tenevo molto. 

Ciao Omar, è un piacere anche per me essere intervistato da te, una persona con cui è subito scattato l’appeal oltre che a condividere la passione per gli stessi colori, abbiamo la stessa passione nel voler far crescere un movimento che ne ha tutto il diritto per farlo con la speranza che la genuinità dello stesso rimanga tale.

Si, decisamente. Partiamo con la prima domanda; da quanto tempo segui le ragazze? come è nata, e grazie a chi, la tua passione?


Nasce per caso, e forse soprattutto per curiosità, la mia passione per la Fiorentina Women's, vengo travolto da questo mondo definito dai più calcio minore oppure denigrato con termini più pesanti e discriminatori nei confronti di un movimento che è sempre più in crescendo e appassiona sempre maggior pubblico. Per me, ragazzo del '67, vedere il tricolore accanto al nostro giglio è motivo di emozione pura e grande orgoglio. Alla mia età, appunto, vedere il proprio volto bagnarsi di scroscianti lacrime d'emozione per una cavalcata inarrestabile dell'inesauribile Alia, oppure di un dribbling ubriacante di Lana, o di una rete mai banale di Tatiana, oppure di un gol da centravanti puro di Ilaria, per non parlare delle architettoniche giocate di Alice o dei voli d'angelo miracolosi di Stephanie, è proprio stupendo... e non me ne vogliano tutte le altre splendide pittrici di quest'opera meravigliosa a tinte viola, se non le cito è solo per lasciar spazio ai caratteri, tralasciando le pulsazioni del mio cuore.

Seguo con piacere e soddisfazione la Fiorentina Women’s dalla memorabile stagione 2016-17, quella del doblete che ci ha regalato lo scudetto e la Coppa Italia e la mia folgorazione è avvenuta grazie a loro, che facendo risultato e notizia avevano accesso in me l’interesse, non curante di tutti i pregiudizi che si portano ancora oggi come pesante fardello, mi decido di andare a vedere “Queste fenomene” come ricordo di aver detto allora se non ricordo male, ed ho iniziato a seguirle tutte le settimane, anche se non fisicamente, tramite giornali e altri media dalla quindicesima vittoria consecutiva a cui seguì l’unica sconfitta di quella stagione contro il Mozzanica, e il primo approccio dal vivo fu nella gara scudetto contro il Tavagnacco al Franchi, mi ricordo tutta la gente, il mio cuore batteva forte e non nascondo l’emozione forte e le lacrime che mi scendevano come ad un ragazzino alla prima cotta. Vedevo delle ragazze giocare al gioco più bello del mondo con la stessa determinazione e costanza che avevo sempre visto solo a livello maschile.



Passione tale che ti ha portato a creare, assieme ad altri, il primo club ufficiale della squadra, il "Viola club Go women's" riconosciuto dalla stessa società. Raccontaci, abbondando sui dettagli, la storia della sua nascita;

Il club è arrivato dopo, intanto dovevo affinare la mia passione, ed il mio approccio con le Women’s riprende da dove avevo lasciato la stagione precedente, e cioè ancora dal Franchi, ma stavolta non c’è da festeggiare, ma da affrontare le campionesse danesi del Fortuna Hjorring, è Champions League. Anche in quell’occasione l’emozione prende il sopravvento,  e viene scacciata via da quel meraviglioso siluro di Vigilucci al 38 che si insacca in rete liberando la gioia di tutti i presenti. Fino al raddoppio del bomber Mauro ed alla rete di Bruun che ci costringerà ad andare a Hjorring con un pochino di apprensione in più. Passiamo il turno e stavolta ci capitano le tedesche del Wolfsburg, un’altra corazzata per noi che siamo neofiti della competizione, il primo tempo finisce 0-0 ed io penso ad un’altra impresa europea, spazzata via solo dopo il primo quarto d’ora della ripresa in cui finimmo sotto 0-3, e per la prima volta accuso il malessere da inferiorità. E poi finalmente la mia prima gara di Campionato, non al Bozzi come verrebbe facile pensare ma al Bartolozzi di Scandicci, dove assisto alla vittoria per 4-0 contro il Chievo; preso il coraggio a quattro mani oso farmi il primo selfie a fine gara con Alia Guagni, che è di una disponibilità incredibile e mi mette subito a mio agio. Seguirà un’altra gara al Bartolozzi, quella del 16 Dicembre contro l’ostico Mozzanica sotto una pioggia torrenziale, mi ricordo che in tribuna con me c’erano i nuovi acquisti Spord e Schjelderup, e a fine gara chiesi al Presidente Mencucci se potevo avere la maglia del Capitano indossata in quella gara, lui a fine gara fu gentilissimo andò negli spogliatoi e tornò con in un sacchetto la maglia di Alia tutta ancora inzuppata. La passione cresceva sempre di più riuscivo a seguire tutte le partite anche se non fisicamente perché impegnato al lavoro, riuscivo a documentarmi, poi ho iniziato a scoprire e seguire di più tutto il movimento, grazie a trasmissioni apposite come Colpo di Tacco condotta da Valentina Buttini. Poi c'era un gruppo bello massiccio su Facebook che si chiama Passione  Fiorentina Women’s, e da lì ho cominciato ad interagire con quelli che sarebbero diventati i compagni di Curva prima, e i nostri soci poi. 



Ospitata a Colpo di tacco, con Valentina Buttini. Nella foto insieme a lei Jacopo, il curatore del management del Club Fabio Puglisi, il segretario Sergio Berni e  il responsabile del marketing e sviluppo Francesco Colella. Poi Jacopo sempre con Valentina nella sede del Club.

E quindi questo Viola Club, questa idea sempre più nell'aria, come si è tramutata in realtà? 

Firenze da sempre è la culla del Rinascimento, la bellezza e l'arte fa da contorno al carattere di noi fiorentini, a volte burberi, sguaiati, brontoloni, polemici e in disaccordo su tutto, ma capaci di identificarsi in un’unica passione quando si tratta di difendere i propri colori e la propria città della quale ci sentiamo in diritto "Solo noi" di criticarla, ma guai a chi ce la tocca. Per questo nasce in me la voglia di creare uno spazio da dedicare a tutte le artefici del "Capolavoro". L'idea di vederle esultare sotto qualcosa che che le rappresentasse, con dietro il suo popolo festante. Così grazie al gruppo su Facebook riesco ad interagire con persone che condividono la mia stessa passione, che si trasforma in colletta, e viene realizzato un bellissimo striscione. La scritta forte ed imperativa: GO WOMEN'S.

Sento che da tempo circola l'idea di creare un Viola Club vero e proprio. In una calda sera di giugno vengo piacevolmente invitato per conoscere le basi di questo bellissimo progetto, così che in una buia piazza di Firenze sud faccio la mia conoscenza di un gruppo di persone splendide e determinate a realizzare questo sogno. Ci sono; un manager affermato e preparatissimo, un'esperto di calcio femminile nonché collaboratore di Calcio Femminile Italiano, una deliziosa ragazza che trasuda entusiasmo da tutti i pori, e altri due "ragazzotti" della mia età o giù di lì. Ma la cosa più importante è che ognuno ha il Viola dentro. Viene deciso di creare non UN Viola Club, ma come lo chiamo io, IL Viola Club con annessi e connessi. Le riunioni si intensificano, si confrontano le idee ed il gruppo si plasma, si ingrandisce e si delinea. Un unico desiderio comune: il Presidente dovrà essere una donna, così dopo aver cercato all'interno del gruppo una figura che potesse soddisfare le aspettative viene individuato il profilo giusto, Sonia Nuzzi. Nessuna poteva ricoprire la carica meglio di un’affermata giornalista dalla schiena dritta da anni nel settore del calcio dilettantistico e professionistico, che accetta subito con l'entusiasmo, la professionalità e la competenza che da sempre l'hanno contraddistinta. Nell'attuale organigramma, oltre ai nomi già citati sotto alle foto, figura anche la responsabile della cooperazione allo sviluppo Giulia Liguori, senza dimenticare la nostra presidente onoraria, la meravigliosa e fiorentinissima cantante Irene Grandi, che ha accettato con grande piacere la nomina.  Inoltre, voglio aggiungere che devo tutto questo ad una persona che mi ha introdotto in questo mondo, e mi ha fatto conoscere ed alimentare la mia passione giorno dopo giorno, ovvero Andrea Bianchi, al quale sarò grato per sempre.


Sopra con Fabio, Alia e Danila Zazzera, e sotto con un signore che mi pare abbia fatto qualche partita in viola. La sciarpa che vedete è quella originale del club.


Quali sono i tuoi ricordi più belli da tifoso? il momento che hai cristallizzato nella memoria?


Ne potrei elencare almeno tre divisi in emozioni e vissuti differentemente;
 
-La conquista della seconda Coppa italia a Noceto di Parma dove esordì il nostro striscione, giornata caldissima, tribuna piena un mix di gioie e dolori, noi in minoranza che fraternizzavamo con i tifosi del Brescia e mentre noi gioivamo per il trionfo loro erano doppiamente tristi perché quella sarebbe purtroppo  stata l’ultima gara del glorioso Brescia calcio. 


-Forse il ricordo più bello a livello emotivo è il 21 Aprile 2018, al Bozzi arriva la Juve che all’andata ci aveva battuto 2-0 in una partita in notturna nella tristissima Vinovo, al ritorno invece è un pomeriggio infernale, caldo torrido, sugli spalti ancora più caldo, cori fumogeni e la consapevolezza di essere più forti, partita tiratissima fino al 72° quando una zampata di Mauro infiamma il Bozzi, nemmeno il tempo di gioire e su un rimpallo di Caruso Franssi pareggia, ma il bello (come disse mia mamma prima di partorirmi) deve ancora venire, infatti sull’ultimo calcio d’angolo dopo che Brazil salta a vuoto la palla rimbalza su Salvai, che goffamente la spinge nella sua porta. E’ l’apoteosi, e anche il segnale che le più forti siamo ancora noi, nonostante il campionato altalenante e la troppa distanza in Classifica.


 
- Il più appagante a livello di trionfo è senz’altro la vittoria della Supercoppa. Il Club è costituito da pochi mesi, e organizza la prima trasferta in quel di La Spezia per la Finale di Supercoppa Italiana, organizziamo un Pullman gran Turismo a 54 posti, creiamo stupore e orgoglio nel Presidente Mencucci che per sua stessa ammissione nel vedere un pullman con lo striscione Go Womens appeso dietro rimane felicemente sbalordito. Io purtroppo ero a lavorare ma ottengo il permesso per uscire alle 19. Mi ricordo i pistoni della macchina sul cofano che mi chiedevano perdono. Ma ci dovevo essere, sentivo che sarebbe stato un trionfo. Arrivo allo stadio al secondo minuto del primo tempo con il Bianchi che fa partire un coro in mio onore per accogliermi. La partita è molto tirata le due squadre si equivalgono siamo in un feudo bianconero, in minoranza come sempre, ma superiori in tutto. Poi Lana si inventa un dribbling dei suoi e porge un assist al bomber Mauro che non si può esimere e appoggia in porta. Un boato incredibile investe tutta la costa ligure fino a Ventimiglia, è l’apoteosi. Poi la festa, la gioia incontenibile, la sorella di Greta che le lancia la sciarpa del Viola Club, che farà da contorno a tante foto ufficiali.



- Quali sono, a parte Alia ovviamente, le giocatrici che più ami tra quelle attualmente in rosa? e qualche ex che vorresti non se ne fosse andata?

Hai fatto bene a precisare, perché ALIA è Firenze nel mondo, io la paragono ad ANTOGNONI, anche se le riconosco molto di più in quanto è fiorentina, e veste la maglia viola da 23 stagioni. Personalmente ti potrei fare due nomi che reputo un gradino sopra le altre. ALICE TORTELLI, io l’adoro non ho la fortuna di conoscerla personalmente, ma ti dico che per me è una di livello assoluto, classe 98 ha appena festeggiato (nell’ultima gara ufficiale) la sua 150° presenza in Serie A. Quante della sua età possono vantare questo traguardo? Secondo me si parla troppo poco di lei, sempre in anticipo sull’avversaria, poco fallosa e soprattutto sempre concentrata, lei c’è sempre THE WALL !  Io scherzando con il suo babbo ho sempre detto che sogno un suo gol, anche se in serie A con la maglia del ACF Firenze è già andata a segno. L’altra è GRETA ADAMI ;statisticamente è quella con più presenze in Fiorentina Women’s quindi questo vorrà pur dire qualcosa, è una ragazza disponibilissima e mai banale, è di una dolcezza unica e non si nega a nessuno (Daniele non fare il geloso eh?) la colonna portante di questa squadra, ottimi piedi e gran tiro, che purtroppo, come le rimprovero bonariamente io, lo sfrutta poco. 





Delle ex che dire? 
Purtroppo ho sofferto per la partenza di Elena Linari, anche se si era capito da tempo che avrebbe voluto provare questa esperienza all’estero, e sono sicuro che il suo è soltanto un arrivederci, 
Elisa Bartoli una perdita tecnica incredibile, le ho fatto la “corte” per tutta l’estate pregandola di rimanere, ma lei mi pronunciò una frase che mi convinse in pieno e dovetti accettare mio malgrado “Roma è casa, e quando casa chiama, bisogna andare”. 
Marta Carissimi una persona che avrei conosciuto l’anno successivo, ragazza intelligentissima e soprattutto preziosa per il nostro centrocampo. Beh che dire dei dribbling di Patrizia Caccamo? una che è stata penalizzata dalla carta d’identità e forse anche dall’esplosività del suo carattere, ma era una che sapeva spaccare le partite e sono sicuro che un pezzettino di cuore è rimasto qua! 


E qualcuna che forse avrebbe potuto dare qualcosa in più, anche a livello affettivo ?

Non ho mai capito tutto il livore che hanno avuto le varie Panico, Vicchiarello e Tona quando non hanno rinnovato loro il contratto, anche se tutte ringraziano personalmente il Presidente Mencucci, segno evidente che la vecchia proprietà avrebbe voluto ridimensionarsi, ma Mencucci, Fattori, Cincotta, lo Staff e le ragazze hanno creato un alchimia magica creando il Capolavoro del tricolore. In barba a tutte coloro che ci hanno voluto male.



Parlando di avversarie, quali sono quelle che più ti hanno impressionato, e che ogni volta ti fanno tremare i polsi?

Ti sembrerò il solito fiorentino orgoglioso e sicuro di se, e magari anche provinciale…..ebbene lo sono, quando scende in campo la mia squadra, ho la certezza matematica che è più forte dell’avversario punto, perché portare quel giglio sul petto è solo un valore aggiunto che ti da la forza di cui hai bisogno. A parte le mie certezze, proprio tremare i polsi no, ma avversarie di tutto rispetto ce ne sono, riconosco il salto notevole di qualità che ha fatto Girelli dai tempi del Brescia ad oggi, ma facciamo un giochino te ne tolgo una per squadra in ordine di classifica, oltre alla sopra citata. Milan: Giacinti, Roma: Giugliano, Florentia: Schroffenegger, Sassuolo: Sabatino, Empoli: R. Baldi, Inter: Alborghetti, Verona: S. Baldi, Pink Bari: Soro, Tavagnacco: Polli, Orobica Bergamo: L. Merli.

Quando uno è geniale...chapeau.

Qualche aneddoto divertente/toccante legato alla curva?

Te ne voglio citare due, uno come protagonista assoluto (divertente) e l’altro come Viola Club (toccante). 
Per il primo devo ringraziare il genio e l’estro di quel matto di Marco Barbetti al quale mi lega il primo stato, la pazzia ed una forte empatia emotiva che mi ha legato fortemente a lui. Devi sapere che io ogni partita la vivo con lo stomaco chiuso e non riesco a starmene fermo e seduto, quindi generalmente la seguo dalla balaustra dietro alla panchina di Cincotta, e forse vivo la gara con troppa partecipazione, gesticolando ecc. In occasione della gara di ritorno di coppa Italia contro il Verona 20/02/19 (esordio di Emma Severini in maglia viola), Marco Barbetti con tanto di cartello forbici nastro ecc….inaugura al Bozzi in balaustra il Corridoio Uccelliano a me dedicato, con tanto di video intervista a cura di Bianchi Andrea.


Tornando alle cose serie voglio ricordare ciò che il Viola Club ha organizzato il giorno 25 Novembre 2018 in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Al Bozzi si giocava Fiorentina-Juventus. Abbiamo ospitato completamente a nostre spese la Cooperativa Sociale Controvento di Assisi, che ospita ragazze madri vittime di abusi ed i loro figli piccoli andandole a prendere direttamente nella persona di Fabio Puglisi, Responsabile Management, con un pulmino da 20 persone e portate al Bozzi dove ad accoglierle eravamo io ed Enzo Corti,amico e tifoso appassionato, omaggiandole con un piccolo pranzo a sacco nonché degli immancabili fiori e regalando ai loro figli, oltre che le sciarpe del Club, anche dei piccoli gadget ufficiali della Fiorentina.
 Inoltre era presente, sempre nostra ospite con i propri genitori,  Elisa Spediacci, un' atleta paralimpica di una bellezza disarmante che ha assistito alla gara insieme a noi. Ecco, quel giorno ho vissuto sulla pelle un'emozione particolare ed incredibile, aver regalato a quelle donne con i loro figli due ore di assoluto svago e spensieratezza distraendole dal loro purtroppo triste quotidiano. Lì mi sono sentito vincitore e orgoglioso.  



- Avrei già voluto essere dei vostri per sostenere questa bellissima iniziativa. So che hai fatto molte trasferte, qual è quella più bella o avventurosa, che resterà sempre tra i tuoi ricordi?

Sicuramente stavolta Allianz Stadium di Torino, lo so il risultato non ci ha premiato, l’amarezza ha fatto da contorno per tutto il viaggio di ritorno e per la settimana successiva, però è stata la festa del Calcio Femminile proprio nella settimana di sosta del calcio maschile. E’ stata dura organizzare quella trasferta, ma anche piacevole, abbiamo riempito un pullman da 59 posti più un pulmino da 9, in pullman con noi c'era anche qualche atleta delle giovanili viola con i rispettivi dirigenti tutti in tuta d’ordinanza. Il resto appartiene alle cronache e non sto a  ripeterlo.



-Sei soddisfatto dell'attuale gestione societaria, o ci sono aspetti che vorresti fossero gestiti diversamente?

Sono molto soddisfatto dell’entusiasmo che ha creato questa nuova proprietà, che sembra molto attenta ad ogni comparto, vivono di comunicazione che è il loro pane quotidiano ma sono attenti anche al lato umano, Barone sa come e dove deve muoversi. Per loro non esistono maschi o femmine, grandi o piccini, loro hanno la concezione di unica grande famiglia, e come veri genitori devono far star bene ogni sua creatura. Sono sicuro che torneremo ad essere una società forte e competitiva in ogni reparto. Diamogli il tempo di capire cosa ancora c’è da fare per crescere e ci faranno crescere tutti davvero.



-Condivido il tuo entusiasmo e le tue riflessioni. Per finire, cosa ti auguri per il futuro?

A livello di Fiorentina Women’s mi auguro di tornare ad essere una corazzata invincibile, portare a casa tanti trofei e battere il record di scudetti che è ancora della Torres con sette titoli. Per il nostro Viola Club mi auguro di continuare a crescere ancora non soltanto come numero di iscritti, ma riuscire a coinvolgere ancora quelli più scettici, che non credono che una donna possa fare spettacolo con un pallone tra i piedi, far capire a tutti quanto sia importante e faticoso mandare avanti un Club e diventare sempre più un punto di riferimento non soltanto con la Società ma con la gente stessa.

Beh, Jacopo, questa  intervista insieme a te ha un solo difetto; finisce. Ti ringrazio tanto per la miniera di informazioni che ci hai dato sul Club e sul tifo Viola, e  per i tanti racconti bellissimi che ora non andranno più persi. Grazie mille, e ci vediamo presto, non possiamo certo lasciare le nostre ragazze ad allenarsi da sole! 

INCONTRO CON SARA COLZI, E L'IMPORTANZA DELL'OPEN DAY DEL PONTEDERA CALCIO FEMMINILE.

 Fin dalla splendida intervista che, ormai più di un anno fa, mi regalò (Potete trovarla qui;  IL VIOLA E IL ROSA: LE PROTAGONISTE; INTERVIS...