domenica 1 dicembre 2019

FLORENTIA SAN GIMIGNANO - MILAN 2-1





SANGI; Tampieri, Ceci, Lipman, Rodella, Bursi, Dongus, Imprezzabile, Orlandi, Vicchiarello, L. Roche, Kelly


MILAN; Korenciova, Fusetti, Vitale, Tucceri, Hovland, Carissimi, Refiloe Jane, Conc, Heroum, Bergamaschi, Giacinti




E’ una bella giornata limpida a San Gimignano, le torri si stagliano nitide dietro agli spalti del Santa Lucia, che a un’ora dall’inizio della sfida inizia a riempirsi come solo nelle grandi occasioni.

Con la mia sciarpa Sangi appena comprata

Il Milan si presenta in formazione quasi tipo, ma il quasi non è di poco conto, visto che deve fare a meno di Deborah Salvatori Rinaldi, attualmente l’attaccante rossonera  più ispirata e grande ex della partita, alle prese con una fascite plantare. Quindi unica punta la Giacinti, pregiatissima estremità  di un tridente formato dalla gemella del goal Valentina Bergamaschi e dalla finlandese Nora Heroum, e con la brava Linda Tucceri molto più avanzata del solito sulla fascia sinistra.



Ci si prepara alle ostilità


La Florentia, con la capitana Giulia Orlandi, come è noto, alla sua ultima partita, ancora senza Katja Schroffenegger e con Stephanie Roche non al meglio, adotta invece una tattica piuttosto prudente, con una difesa a 4, Tamara Dongus mediana d’altri tempi, un folto centrocampo a 4 con la sola Maegan Kelly in zona goal.


Un mazzo di rose per Giulia (fonte; pagina facebook Florentia San Gimignano)


A dire il vero il primo tempo scivola via abbastanza anonimo, in una partita combattuta soprattutto a centrocampo, con qualche lampo come una conclusione a incrociare di Giacinti respinta meravigliosamente da Amanda Tampieri, portiere di ottima reattività e di grande sicurezza nelle uscite che fa dormire sonni tranquilli  al tifoso ansioso (categoria nella quale rientro fin sopra i capelli, anzi la pelata). Amanda Tampieri, la giovane sceriffa che, come in un western, con sguardo sicuro e senza un cedimento fa rispettare la legge nell’area di rigore, e che respinge gli assalti alla diligenza delle infuriate ombre rossonere.

In questo è coadiuvata dall’ispiratissima coppia di centrali formata da Michela Rodella, sempre attenta e finanche elegante, e la strepitosa, altissima Emma Lipman from Malta, che la si può soprannominare, in contrapposizione al noto personaggio dei fumetti creato da Hugo Pratt, la “Lunga maltese”, baluardo sul quale si infrangono i sogni di gloria di Giacinti e co.
Bursi e Ceci, con grande sacrificio, rintuzzano i pericoli dalle fasce e cercano di dialogare con le compagne più avanzate, ma Korenciova a dire il vero nel primo tempo poteva  anche portarsi da leggere.

Giulia Orlandi, faro di centrocampo, nella sua ultima partita gioca regalando una summa perfetta di tutta la sua carriera; sacrificio, dedizione, lotta, piedi educati. Se l’espressione “fare legna a centrocampo” non fosse solo una metafora, la Orlandi ne avrebbe accatastata una quantità tale da riscaldare San Gimignano per tutto l’inverno.

All’inizio della ripresa appare chiaro che questa è la classica partita dove le squadre o si accontentano di un punto a testa e restano a badarsi a vicenda oppure cercano in tutti i modi la vittoria; essa conveniva soprattutto al Milan, diciamocelo, con lo scontro diretto tra Juventus e Fiorentina era un’occasione d’oro per  rubare punti a una delle due, o a entrambe in caso di pareggio.
Infatti le rossonere iniziano a spingere, e al minuto 55 Valentina Giacinti viene trattenuta in area da Ceci; il contatto innegabilmente c’è e con esso il rigore, ma è anche vero dire che la Giacinti, davvero una bella persona fuori dal campo, sul terreno di gioco è abbastanza furbetta, eccelle infatti nella disciplina tutta maschile del doppio carpiato con avvitamento in area e dell'accentuazione teatrale della caduta, anche nel primo tempo si è lasciata cadere cercando il rigorino, ottenendo il risultato di farsi prendere in antipatia dai tifosi avversari, come successo anche a Firenze, che poi da buoni toscani iniziano a beccarla (senza per fortuna offendere, cosa ingiustificabile a prescindere) con lei che talvolta risponde piccata alle provocazioni. Cara Valentina, se magari la smetti con certi atteggiamenti, nessuno ti dirà più niente.
Comunque niente, rigore e trasformazione impeccabile, Milan in vantaggio e si ricomincia.

Dopo il goal, però, Michele Ardito tiene fede al suo cognome, iniziando a sbilanciare la squadra in avanti; entrano Isotta Nocchi e Irene Lotti, la Sangi non ci sta, vuole il pareggio, e solamente sei minuti dopo Linda Tucceri, fino a quel momento una delle migliori in campo, intercettando una palla in area si dimentica, bontà sua, che  con le nuove regole anche la testa dell’omero fa parte del braccio, e quindi è fallo di mano; lei ovviamente nega e strepita, ma l’arbitro indica giustamente il dischetto. Un bel regalo anticipato di natale che Maegan Kelly trasforma in goal, spiazzando Korenciova.
La partita si accende, diventa sempre più bella, il Milan ha giocatrici più esperte ma con le polveri bagnate, prima Tucceri, poi Vitale ancora Giacinti si mangiano delle occasioni colossali, l’attacco rossonero è sempre più nervoso, la Bergamaschi spinge e crea ma non viene seguita dalle compagne.

E cosa ti fa, a pochi minuti dalla fine, quel temerario ardito di Ardito? Ti mette in campo (anzi non lui, espulso piuttosto fiscalmente per  proteste, ma la sua seconda Elisabetta Tona) Melania Martinovic, brava e vulcanica attaccante molto amata da noi tifosi, e la Sangi ha in campo così tre attaccanti, il mister ha capito che le rossonere attaccheranno a testa bassa e con sempre meno lucidità e prova a sorprenderle in contropiede.

Inizia il recupero, il Milan ci prova ancora, ma è stanco, e a dire il vero è stanca anche la Sangi, anzi no; ultimo giro di orologio, Isotta Nocchi si impadronisce del pallone e serve con un ispirato tocco Lotti, che serve poi Evelyn Vicchiarello che scatta sulla fascia, indossa grembiule e cappello bianco trasformandosi in maitre chocolatier, e serve un delizioso cioccolatino con cuore scioglievole alla solissima Maegan Kelly che con un elegante tocco di piatto sinistro deposita in rete.

E’ il tripudio. Le tribune impazziscono, tutta la panchina corre ad abbracciare le artefici del miracolo, il Milan è completamente frastornato, ci sarebbero ancora trenta secondi buoni da giocare ma la reazione rossonera è tutta in un rabbioso tiro da centrocampo della Giacinti che finisce a chilometri dalla porta di Tampieri. Non ce n’è più, fischio finale, è solo festa, Giulia Orlandi viene chiamata sotto la curva e poi festeggiata dalle compagne, impossibile non farsi prendere dalla commozione, già una vittoria al minuto 94 contro una squadra più quotata è emotivamente devastante, se coincide poi con l’ultima partita del capitano tutto questo diventa poesia, poesia del calcio femminile, si questo sport meraviglioso che riconcilia al pallone tanti delusi da quello maschile mangiato dai soldi e dai procuratori. La Florentia San Gimignano è nata solo da qualche mese, ma sabato 30 novembre 2019 ha aggiunto un capitolo storico, indelebile alla sua storia, e sono felice e onorato di essere stato li con tante altre persone a viverlo. Non so se veramente la Sangi sia la più bella storia del calcio femminile come recita il bel pannello visibile dalle tribune, ma se continua così rischia di diventarlo davvero. Grazie presidente Becagli per aver regalato tutto questo alla Toscana, e grazie mister e ragazze per averci fatto vivere queste emozioni.

Dopo la partita sono piovuti autografi nella mia copia libro di Alessandro Alciato dedicato alla nazionale femminile, “Non pettinavamo mica le bambole”. Nessuna delle più giovani è ancora un’azzurra della prima squadra, ma ho voluto lo stesso far griffare il libro dalle calciatrici della Sangi; Michela Rodella, Amanda Tampieri, Isotta Nocchi, Melania Martinovic.

Milena Bertolini, vieni a San Gimignano, vieni a vedere le ragazze,il Santa Lucia, il mercato al campo, tutta questa splendida realtà. Guarda come giocano e prendi appunti per il futuro, perché la Sangi E’ il futuro.

IL CORAGGIO DI LAURA FUSETTI

Apro una parentesi per rendere onore a una grande avversaria, che ha giocato una partita nella partita, la sfida di una combattente assoluta contro la sua gamba sinistra infortunata. Laura Fusetti, centrale di difesa meritatamente anche nel giro della nazionale, comincia a zoppicare vistosamente al minuto 75, e con una forza d’animo non comune resiste, accasciandosi alla fine di ogni strappo e di ogni scatto anche in zona d’attacco per poi rialzarsi e continuare ancora a dare tutto. Io e il mio amico e compagno di tifo Giacomo non credevamo ai nostri occhi, ogni volta si rialzava, era un miracolo di forza di volontà, e se sono stato contentissimo per il 2-1 delle nostre, una fitta di dispiacere per la Fusetti l’ho comunque avvertita.
 Ma Laura è stata una fuoriclasse anche dopo la partita; se infatti alcune giocatrici del Milan sono andate via col cappuccio alzato e l’aria torva, lei è uscita zoppicante ma sorridente, non dicendo mai di no a un selfie, a un autografo (e con lei la Bergamaschi, davvero tanto carina e simpatica). Di Laura Fusetti ce ne vorrebbero minimo tre per squadra, onore a una giocatrice e una donna fantastica.

UN SALUTO A GIULIA ORLANDI

Dopo gli ultimi buonasera alle calciatrici di entrambe le squadre, con il palcoscenico che iniziava a spegnere le sue luci, io e Giacomo ci siamo trovati ad andare verso la macchina proprio con Giulia Orlandi e delle sue amiche, le ho chiesto l’autografo, ci tenevo ad avere anche il suo, visto che non ci sarà più occasione di chiederglielo sul campo.
Una volta arrivati alle rispettive auto ci siamo salutati garbatamente, ma la mia timidezza mi ha impedito di dirle queste parole, che mi riescono meglio se le scrivo; tanti, tanti auguri per il tuo secondo tempo, Giulia.

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