giovedì 30 luglio 2020

BUONE VACANZE, SAN GIOVANNI CALCIO A 5!!


Ieri sera, al tramonto del primo giorno veramente rovente dell'estate, si è tenuto l'ultimo allenamento all'aperto prima della pausa di agosto, con gli allenamenti che poi riprenderanno ai primi di settembre; queste sedute del martedì sera di Luglio sono serviti al gruppo per ricompattarsi e ritrovarsi dopo tutti quei mesi di stop, hanno finito a febbraio da campionesse sul campo e a ottobre le aspetta il prestigioso palcoscenico dell'A2, una sfida impegnativa per tutti, non solo per le calciatrici.




 Ma Mirco Bossini detto il "Boss", il presidente, l'unico boss buono insieme a Bruce Springsteen, è già al lavoro per costruire una squadra del tutto degna della categoria, aggiungendo classe, esperienza e qualità dove già ce n'era in abbondanza, con innesti importantissimi in ogni reparto; smaniavo per poter fare qualche anticipazione in merito (a proposito, angolo del "Chissenefrega ma lo dico lo stesso"; colgo l'occasione per anticipare che il sottoscritto nella prossima stagione collaborerà con la società come "cronista" e per me ricevere questa proposta è stato un onore immenso, spero davvero di poter dare una mano) e butto subito giù il carico; come già annunciato sui canali social della squadra, tutte le ragazze dello scorso anno sono state confermate (notizia meravigliosa) e ci saranno cinque nuovi innesti, dei quali 4 già ormai noti; perché in una rosa che conta già indiscutibili top player si aggiungono giocatrici di esperienza e altissima qualità, tutte esperte e dalla grande storia personale; partiamo con un'amica, la portiere Valeria Mazzola, finalmente posso gridarlo ai quattro venti, Valeria è del San Giovanni!! una giocatrice da serie A ( conquistata col Siena e mai disputata per il  fallimento della squadra, ma lei c'era....) stimatissima anche da colleghe illustri come Rachele Baldi, che è stata capace durante un interminabile sfida ai calci di rigore in uno spareggio contro la Res Roma prima di parare un rigore a Rosalia Pipitone (si, proprio lei, la mitica Pipipipitone) e poi di segnarglielo, insomma VALERIONA MAZZOLA ce l'abbiamo noi!!!!!!!!!!! Una ola per Valeria Mazzola, signore e signori!

E anche dalle giocatrici di movimento grandi soddisfazioni; ho potuto ammirare innanzitutto, nel bellissimo allenamento che ci racconterò più avanti, Serena Carrabs, pivot di notevole esperienza che l'A2 l'ha già disputata con la Salernitana Magna Grecia della sua Campania; ormai stabilmente residente in Toscana, proveniente dal CF Pelletterie, Serena si muove sul campo con l'eleganza di una pantera silenziosa e pronta a colpire, con lei e Ilaria Borghesi davanti classe e bellezza da vendere, devo chiedere a Mirco e Noemi se ci vuole l'abito da sera per assistere alle partite, che qui non si sa più se si viene a vedere il futsal o un'orchestra sinfonica.

Poi ho potuto vedere all'opera anche un altro grande innesto, Sabrina Tanzini, una centrale rocciosa che viene dal calcio a 11 sponda Arezzo e da cinque anni di Futsal col Firenze, anche lei con vista sull'A2, che andrà ad aiutare  Ilaria Ciofini a tirar su un muro di cemento armato misto ad acciaio temperato, un concentrato di potenza e tecnica con anche un gran tiro, con tanto di goal da urlo da fuori area.

La quarta fresca acquisizione della rosa è nientemeno che Francesca Pecorelli, altra calciatrice di lungo corso con una storia simile  quella di Valeria, con esperienze nella Stella Azzurra e nella serie A2 con il Siena, oltre che col Montevarchi; Nel calcio a 5 esperienze con il Futsal Terranuovese e l'Ottaviano Pazzi di Mister Scarpellini, oltre che col mitico Alter ego; insomma, inizio a stropicciarmi gli occhi adesso pensando a ottobre!!

Su questi nuovi acquisti comunque trovate maggiori informazioni sulle pagine social del San Giovanni calcio a 5, dove le stesse calciatrici si sono presentate!

Dopo queste anticipazioni, passiamo alla serata di ieri; devo dire che seguo molto volentieri gli allenamenti anche del calcio a 11, ma quelli di Daniele sono particolarmente divertenti, quello di ieri poi è stato in pratica un match amichevole, la considero la mia prima partita vista dal vivo di futsal femminile.

Innanzitutto mi piace tantissimo l'idea, come successo anche negli allenamenti precedenti, di far giocare due pulcine con la prima squadra, anche se Sophie e Gaia, se il buongiorno si vede dal mattino, fra pochi anni raggiungeranno la diciassettenne Margherita Bazzini in prima squadra; Gaia ha compiuto una doppia parata da urlo che è stata applauditissima anche da noi sugli spalti (c'erano diverse persone tra cui due portieri che sono state le prime ad esultare) e Sophie che grinta ragazzi, è velocissima e se le rubi palla la piglia decisamente sul personale, ti rincorre e se la riprende! "Dodici anni e il cuore pieno di paura" cantava De Gregori...invece Sophie la paura non sa neanche dove stia di casa.

Ma di cose belle se ne sono viste, veramente, Serena Carrabs ha una grazia tutta sua, ancora ovviamente c'è da migliorare l'intesa con le nuove compagne, ma quando essa è raggiunta ci sarà da sentire i violini. Le altre già rodate ormai si trovano a memoria, anche se mancava l'agonismo della partita vera non sono mancate però le geometrie e gli interventi difensivi da manuale (Ilaria Ciofini = the wall) ma il clou della serata sono state le parate pazzesche di Valeria Mazzola. Detto semplice semplice, in pratica ieri  ha deciso di non prendere goal, e si che ci hanno provato, un paio di volte, specie in una occasione, Francesca Tanzi è andata a botta sicura, tiro perfetto...e Valeria l'ha deviato sul palo. Ci siamo guardati tutti esterreffatti, non era umanamente possibile parare quel tiro. Due minuti dopo, altro bolide, Valeria non solo para, ma trattiene. Insomma, non c'era verso, sono riuscite a trafiggerla solo allo scadere con un bel tiro ravvicinato che se parava anche quello telefonava la Juve e proponeva uno scambio più soldi con Laura Giuliani. Insomma, tra l'intesa vincente delle veterane e la bravura dei nuovi innesti mi partono sogni grandi come case, credo pienamente legittimi.

A fine allenamento saluti di rito, non ho potuto salutare tutte e tutti come volevo perchè ero di fretta, ma lo faccio adesso, buone vacanze di cuore e arrivederci a un settembre talmente vicino da toccarlo con mano, agosto quest'anno è quasi un fastidio, tutti abbiamo voglia di normalità, di campionati e di calcio giocato, si spera prima possibile anche a porte aperte. Arrivederci a prestissimo, San Giovanni, ogni giorno che passa è un giorno in meno all'esordio in A2!


mercoledì 29 luglio 2020

"SOGNI DI CARBONE" DI E CON COSTANZA MASCILLI MIGLIORINI, PALCO DA CALCIO.



Palco da calcio, la rassegna ideata da Costanza Mascilli Migliorini che ho già presentato su questo blog, è una sorpresa continua, una di quelle cose nate con amore e per amore delle quali a un certo punto pensi di aver capito tutto e che invece sono una continua fonte di sorprese. Questo "Sogni di carbone" era in un certo senso lo spettacolo che più attendevo tra gli otto presentati nella rassegna, perché è quello di Costanza, scritto da lei, direttamente dal suo cuore e dalla sua anima.


Le meravigliose foto che vedrete, che ritraggono tutte Costanza in vari momenti dello spettacolo, sono di Andrea Lisa Papini (Andrea Lisa photography) sempre per sua gentilissima concessione.



Quello in cui lei da sola tiene il palco, a parte un breve intervento di Daniele Locchi, per tutta la durata di un recital che non è un semplice monologo, in quanto è arricchito da scenografie minimali ma efficacissime, dove Costanza non solo recita ma letteralmente interagisce con i presenti che le siedono vicini, un'esperienza sensoriale dove il teatro lo abbiamo letteralmente toccato con mano, bello quando l'arte ci viene incontro, quando ci invita alla sua tavola. 



Certo, il tema non è di quelli facili da affrontare e da portare in scena, è di quelli che fanno paura sia a chi recita che a chi assiste; la violenza sulle donne, quella più barbara e crudele, quella perpetrata alla più indifesa delle indifese, una bambina di nove anni, ma non è tanto la storia di una violenza, non ne sappiamo (per fortuna) i dettagli, ma sulle conseguenze di una violenza, l'ombra di essa che grava su tutta una vita fino all'età adulta, una felicità interrotta, spezzata. E il carbone del titolo simboleggia quello che rimane dopo un incendio, quello che rimane dopo la devastazione, perché, ci dice Costanza in una delle frasi simbolo del suo testo; “No, la violenza non si presenta. Lei non ti stringe la mano, ti piomba addosso. Non ti dirà il suo nome, ma tu potrai dimenticare il tuo" In questo spettacolo niente è stato lasciato al caso, già quando entri senti che nulla sarà consueto. 



Ero con mia moglie Eleonora, siamo entrati e le sedie erano quasi a ridosso del palco, e tutto intorno a noi, sparsi in modo (apparentemente) casuale, oggetti rassicuranti, di quelli che si possono trovare anche nella cameretta di una bambina; palline bianche, stoviglie di plastica colorate, giochi, un orsacchiotto. Ma davanti a noi i pezzi di carbone, neri come il buio, quel buio che la ragazza senza nome teme, da quando un uomo nero ha cosparso di tenebra la sua vita.




 E' difficile parlare di questo spettacolo in quanto non voglio assolutamente rivelare tutte le finezze testuali di Costanza, tutte le sue metafore, le sfumature, sono quelle cose che si devono vedere, che raccontarle nel dettaglio è come lasciare aperto un barattolo di caffè, si perde l'aroma; ci sono frasi bellissime esaltate da musiche ora dolci ora strazianti, da luci ora fredde ora calde (bella davvero anche la regia di Daniele Lamuraglia, di grande impatto visivo, come i film muti virati in seppia o in blu) tutti i contrasti di un'anima che, attenzione, non ha mai smesso di lottare, e che attraverso le consapevolezze dell'età adulta inizia a credere in se stessa, ad acquistare autostima, ad affacciarsi oltre la leopardiana siepe. 



 Costanza è assolutamente poliedrica, ci parla con voce da bambina, di adolescente arrabbiata, cresce letteralmente sul palco, la sentiamo e vediamo diventare donna, sempre se questo può essere definito crescere, con quel mostro nero nell'armadio che forse non se ne andrà mai. 




L'altissimo tasso emotivo raggiunge picchi di commozione autentica quando Costanza, con una tragicità solenne da teatro greco, raccoglie quel carbone, lo pone su un piatto e poi passa tra noi per distribuircelo, un pezzo ciascuno, un frammento del suo dolore. Poi conclude con un breve e folgorante monologo finale la cui frase rivelatrice, forse il cuore di quest'opera, è la bellissima "L'anima è una bimba scalza che corre bendata sugli spigoli della vita" Non siamo forse così tutti noi, quando smettiamo di credere ai babau sotto al letto e affrontiamo quelli reali, dal professore che non ci capisce all'amico che ci tradisce fino al parente che ci accoltella alle spalle o al principale che abusa del suo potere? non siamo forse noi tutte bimbe scalze, anche senza aver subito una violenza indicibile? ecco, pensate allora a cosa deve essere perdere tutte le illusioni e le certezze della vita con in più il fardello di un dolore bruciante che continua a turbarti le notti, e allora forse potremo intuire (solo intuire, capire potrà farlo solo chi ci è passata e passato) cosa sia crescere con un mostro sopravvissuto nell'armadio. 



Ammetto che a fine recita non ho saputo cosa dire a Costanza , sono andato a complimentarmi con lei ma non avevo la forza di parlare che mi si sarebbe rotta la voce, ma lei credo abbia capito. Certo, dal canto mio è un vanto poter assistere a uno spettacolo su questo tema assieme a mia moglie, sono un uomo che rispetta le donne e non che questo mi dia una qualche patente speciale, faccio solo il minimo ma comunque vado orgoglioso di poter guardare Eleonora e tutte le altre donne senza vergogna; ma quel pezzo di carbone che ho preso dal piatto me lo sono tenuto, lo metto nel mio studio, come un monito; sono un uomo, e come disse Chesterton "Un uomo nasce con tutti i diavoli nel cuore" E la violenza si esprime in tanti modi, nessuno,anche la persona più equilibrata, può dire di esserne immune, e questo pezzo di carbone simboleggia ciò che resterebbe del sogno che andrei a bruciare con la mia violenza. Il carbone lo conosco bene, era quello che restava dei boschi dove sono cresciuto dopo che un incendio li colpiva, dicono che dopo un rogo non resta niente ma non è vero, resta cenere e carbone, e un odore acre che solo la pioggia cancella. E' quel carbone che non diventerà mai diamante, che non rifletterà mai alcuna luce, un ricordo di un nero perfetto, che non sbiadisce.


Concludo con una parentesi giocosa, ci vuole un sorriso, anche perché, dopo lo spettacolo, è stata la stessa Costanza a raccogliere tra gli oggetti di scena un pallone, simbolo di felicità, e a proporre due tiri a calcetto, e in un attimo spettatori di tutte le età si sono trasformati in calciatrici e calciatori per un'oretta, io come al solito vado a fare la vittima sacrificale in porta, a un certo punto (ma mi stavano già impallinando come un tordo già tutte quante, perfino Eleonora mi ha segnato, ma solo alla fine quando ero stanco...) Costanza arriva con una bibita in mano e con una nonchalance da campionessa prima mi ha piazzato un chirurgico destro rasoterra nell'angolino, poi in un uno contro uno mi ha messo a sedere due volte e mi ha segnato facendomi passare il pallone tra le gambe ( e le perfide sue compagne e amiche hanno riso...vi ho viste eh!) e poi con un sinistro a girare perfetto mi ha infilato anche sul palo alla mia destra. Ma il quarto tiro glielo ho parato, sembra incredibile ma è così. Tutto questo per dirvi che anche con il pallone tra i piedi Costanza ha veramente una classe sopraffina, in una sola sera ho potuto gustare tutte le sfumature della sua arte...ma da spettatore è meglio, ve lo garantisco.


mercoledì 22 luglio 2020

SIMONA PARRINI, PUNTO E VIRGOLA.


Carissime e carissimi, il vostro blogger non è molto fortunato, in quanto sembra il mio destino che le intervistate più simpatiche e più di spessore umano che incontro decidano di smettere proprio questa estate, forse chissà, le interviste sono venute così belle perchè in loro c'era quella sensazione di malinconia autunnale da canto del cigno, fatto sta che conoscere persone tanto belle ti fa desiderare fortemente anche di supportarle sul campo, poterle omaggiare di un sano tifo che viene dal cuore; ma come successo con Ilaria Leoni, purtroppo non avrò il piacere di tifare Simona Parrini nel rettangolo verde, vederla difendere, lottare e soffrire per quelle maglie che lei indossava solo se le amava; tanti calciatori mercenari ne riderebbero, certo, ma gli sconfitti sono loro.

Vorrei salutare Simona con questa bellissima foto, che fissa un momento di felicità con alcune sue importantissime compagne di viaggio. Un congedo col sorriso.


Nei miei sogni a occhi aperti, di quelli che fai prima di addormentarti, c'è quello di vincere una qualche lotteria e poter mettere su una squadra femminile di buon livello per puntare la A, e mi immagino a cercare calciatrici, le vorrei tutte toscane, magari qualche talentuoso profilo mortificato in una serie minore a cui offrire la grande occasione della vita, ma soprattutto cercherei una calciatrice di riferimento, una alla quale affidare la chiave dello spogliatoio, la classica allenatrice in campo, e la prima che avrei chiamato sarebbe stata Simona, senza alcun dubbio e remora.
Ma come detto sono sogni, e ci si deve rassegnare a veder smettere queste Persone, maiuscola voluta, questo calcio femminile che sta diventando sempre più esterofilo e sempre più orientato al business ha preso un'altra direzione, ma sarà proprio la nuova macchina dal motore potente ma fragile a cercare, tra non molto, donne di calcio come Simona per riportare quei valori che si stanno perdendo ma che non sono solo una mera facciata, un qualcosa che "sarebbe bello mantenere ma non si può"...no, i valori che le donne hanno portato nello sport sono un pilastro di esso, sono importanti come il campo e il pallone, e Simona è stata tutto per il calcio, è stata i piedi, la mente, il cuore.

Ma sto parlando di una ragazza giovane, di  soli (ok, Simona, non si dice l'età di una signora, mi hai già redarguito in tal senso :D ) che in termini calcistici ha solo finito il riscaldamento, e da ora in poi vivrà una partita importante e difficilissima, perchè Simona vuole andare oltre a una carriera di allenatrice, vuole creare un sogno fantastico, una formazione di ragazzi e ragazze con sindrome di Down, che il calcio deve essere davvero patrimonio di tutta l'umanità, lo giocano uomini e donne normodotati, lo giocano ipo e non vedenti, il calcio è per tutti e nessuno meglio di una ex calciatrice che tante volte si sarà sentita discriminata in quanto donna lo può sapere meglio. Certo, chiunque volesse portare avanti un progetto come questo avrebbe la mia incondizionata simpatia, ma mi chiederei; ne sarebbe davvero capace? con Simona non mi sono posto la domanda, ma le ho lanciato una scommessa, ovvero che riuscirà alla grande a creare questa realtà, i termini di essa li sappiamo solo io e lei, ma io scommetto solo quando sono sicuro di vincere, e se vinco..Simona sa cosa farò. Ne riparleremo a tempo debito, intanto lasciatemi salutare questa ragazza straordinaria, che mi sta aiutando tanto anche per il blog e in più di un senso, lei crede in me e io credo in lei, e nel bellissimo commiato da lei scritto e pubblicato sui social ha argutamente parlato di punto e virgola; ma si, proprio come quello che ho messo adesso, di solito si usa per lanciarsi in una disquisizione più corposa partendo da un assunto breve, ed è quello che farà Simona, punto e virgola e via col nuovo capitolo, non ti fermerai mai, e tutti noi tuoi ex tifosi non saremo ex, ti seguiremo in altre vesti ma non come si segue un calciatore che diventa un Mister, no, verrai tifata e amata come in campo, sarà questo il tuo premio e il tuo destino.
 Quindi arrivederci a prestissimo Simona, ti aspettiamo su quei campi verdi il cui profumo non ti abbandonerà mai, tutto questo calcio nuovo continua con te.


lunedì 20 luglio 2020

PALCO DA CALCIO 17/07/2020; "IL DIFETTOSO" CON COSTANZA MASCILLI MIGLIORINI E DANIELE LOCCHI, .


A volte le belle serate cominciano molto prima. Conoscere un progetto, intuirne la genialità, assistere alla sua evoluzione, e finalmente vedere arrivare il giorno in cui tutto questo si concretizza. Perchè l'idea di Costanza Mascilli, calciatrice e attrice, di recitare in un campo da calcio per conciliare due attività ferme da mesi a causa del covid è di quelle vincenti, e Palco da calcio, che ci terrà compagnia ogni venerdì fino al 28 agosto, è un goal alla noia e al virus, è vita.

Tutte le meravigliose foto  dello spettacolo sono di Andrea Lisa Papini (Andrea Lisa photography)  per sua gentilissima concessione.



Dopo il primo spettacolo del 10 luglio, lo scorso venerdì toccava proprio a Costanza andare in scena. Un venerdì 17 di un anno bisesto in un luglio che sembra maggio, rischio concretissimo di pioggia, c'erano tutti i presupposti  perchè saltasse tutto ; e invece no, a  Siena neanche una goccia, nuvole minacciose hanno fatto capolino ma poi si sono diradate (a volte succede anche nella vita...) e tutto è andato per il meglio.
Che poi San Miniato (che non è la cittadina in provincia di Pisa, ma un quartiere di Siena, non fate come me che la prima volta ho equivocato)  è un bel posto, venendo da Firenze esci a Siena nord, qualche chilometro nel verde e arrivi in un posto tranquillo, accogliente, gli impianti del San Miniato-Siena dove trovi campi e campetti e un ottimo bar-ristorante che fa delle pizze fantastiche.


Il palco sul far della sera (questa foto l'ho fatta io e non Andrea, e si vede...)


Arrivo e saluto Costanza, è concentrata e sicura di se, è in tenuta calcistica e mi conferma che quello è il suo costume di scena, ovviamente del colore verde della sua squadra, l'outfit perfetto per interpretare "Il difettoso" in un campo di calcio.

Ma che cos'è questo Difettoso? è una commedia? no, perchè contiene riflessioni dolorose, un'agghiacciante testimonianza dell'indifferenza di tanti medici verso il male e l'amara riflessione sulle barriere architettoniche che non si trovano solo in strade ed  edifici ma anche nella testa di chi non prova empatia. E' un dramma? forse, ma ha anche paradossalmente dei momenti leggeri, è aperto alla speranza, strappa perfino qualche amaro sorriso. Io credo che questo spettacolo non sia ascrivibile a un genere, è vita che si fa teatro, non teatro che finge di essere la vita.

Il copione è parzialmente  tratto dalle memorie dell' insigne architetto  Franco Vestri, da anni costretto sulla sedia a rotelle, che nel 2015 ha pubblicato un libro dal titolo appunto "Diario di un difettoso" e questo è diventato un testo teatrale grazie al Teatro del legame, una compagnia fondata e diretta da Daniele Lamuraglia che si ispira ai principi del "Teatro povero" di Grotowski. E' stato appunto Lamuraglia ad adattare il testo di partenza e dirigerlo, e ad affidare i due ruoli a una coppia che sbalordisce per l'affiatamento, ovvero Daniele Locchi nella parte di Vestri e Costanza Mascilli Migliorini in quella della ragazza giovane, bella e talentuosa ma"difettosa" nell'anima; Costanza, in una precedente intervista riguardo a Palco da calcio, mi aveva parlato così dell'intesa tra lei e Daniele; "Con lui sul palco mi trovo benissimo, non c'è bisogno di spiegare niente, potremo andare sul palco senza avere un testo ne’ una traccia e tirare comunque fuori qualcosa, tale è l'intesa che c'è tra noi" E vedendoli recitare insieme ho capito quanto tutto questo fosse vero.

Tutta l'intensità di costanza, splendidamente catturata dall'obiettivo di Andrea.

Lo spettacolo, che dura  una densissima ora, narra dell'incontro tra un disabile, anzi un handicappato, anzi meglio un "difettoso" ovvero un uomo di mezza età in carrozzina e dalla mente superiore (ma non un saggio pedante, tutt'altro) e una ragazza intelligente e determinata ma persa nei meandri della vita, disperata per una ragione che non conosceremo, che forse non esiste, spesso sono mille piccole ragioni che vanno a comporre un dolore.

Geniale il modo in cui lo spettacolo comincia, forse perchè eravamo a Siena ma inizia come il Palio, d'improvviso; sembra che Costanza, approfittando della notte definitivamente scesa, del pubblico predisposto all'ascolto e di un silenzio perdurante intorno abbia approfittato della "mossa" giusta per entrare in azione, e aggredisce il palco, anzi il terreno da gioco adibito a palco, con coraggio e con irruenza, tanto che sulle prime (l'inizio è con lei che sbraita arrabbiata al telefono)  ho pensato che qualche burocrate avesse chiamato Costanza per problemi relativi allo spettacolo facendole perdere la tramontana, solo dopo ho capito che stava già recitando, davvero un inizio pregevole.
Dopo entra il secondo e ultimo attore, ovvero Daniele, un'entrata in sordina quanto quella di Costanza è stata d'impatto, si avvicina a lei con fare timido, cerca un diario che ha dimenticato, e ci tiene a riaverlo. La ragazza è davvero impossibile, lo respinge e ci respinge, ma l'uomo le si avvicina, cerca un dialogo che sulle prime non arriva, la ragazza è diffidente, aggressiva, lui le parla di bellezza e di campanili e lei gli urla che "Un campanile è solo uno strapiombo" straziandoci il cuore. Ma la gentilezza di lui è un fiume in piena e la ragazza ripone le armi, anche perchè il diario che lui cerca lei nel frattempo lo ha letto, ed è curiosa, lo vuole conoscere e capire.

Daniele Locchi, affabulazione e magia.

Inizia un confronto fiammeggiante, che pian piano si stempera in solidarietà, in una mutua alleanza, in una reciproca richiesta di empatia, lei domanda, indiscreta ma partecipe,  e lui risponde, storie sempre più drammatiche  su un calvario reso ancor più doloroso dall'aridità di coloro che non dovrebbero solamente limitarsi a cercare di curare un corpo, ma  Daniele/Franco non si produce in invettive che avrebbero appesantito l'insieme, ma va oltre, ci informa ma senza condannare, forse ancora più spietato che se li avesse apostrofati con gli epiteti più sanguinosi, non li offende ma li schiaccia col peso delle loro colpe, non perdona ma ci insegna una bellezza che supera le meschinità umane, ci invita ad amare nonostante un mondo nel quale l'amore sembra un vizio assurdo, e noi spettatori avvertiamo il bene contenuto nelle sue parole, nei suoi gesti energici e pacati al tempo stesso, quelle parole ferme, chiare, dalle quali traspaiono  amarezza e disillusione ma anche  quell'umanità dolente di chi nonostante tutto è più forte dell'orrore di una malattia in quanto ha in se l'amore per l'arte, per la bellezza e per la vita,non solo la sua.



E nel bellissimo finale,con Daniele e Costanza fianco a fianco, stremati dal loro duello/duetto, il messaggio che ci arriva è che nelle imperfezioni risiede un altro tipo di bellezza e il segreto è riuscire a trovarla e amarla, contro a un sistema che invece vuole imporre solo un modello, solo un esempio di bello tralasciando tutte le sfumature alternative, perchè niente è più variopinto del bello.
Anche la cupola di Brunelleschi, ci dice Franco, ha dei "difetti" perchè il geniale architetto per costruirla con una tecnica innovativa e mai più ripetuta dovette scendere a compromessi e lasciare che qualche  imperfezione a posteriori fosse inevitabile, ma certo esse non alterano lo splendore di un capolavoro, e ci sono persone che possono esserlo a loro volta, un capolavoro, anche se un capolavoro imperfetto...anzi, difettoso.
La bellezza di questo spettacolo è anche puramente visiva, in quanto  ogni rappresentazione non è mai uguale, ogni volta Costanza e Daniele aggiungono, modificano, improvvisano nuove sfumature, come tanti cantautori nei live, non si limitano a una riproporre pedissequamente la stessa situazione.
 Ad esempio, il pallone che di solito entra in scena nel finale (a coronamento di una sequenza emozionante che non voglio raccontare, per non togliervi il piacere della scoperta) è stato invece parte della scenografia fin dall'inizio e con il quale Costanza, anche per rappresentare il suo nervosismo, ha palleggiato spesso, e lo scarpone che è in me si è sinceramente chiesto come diavolo abbia fatto Costanza a  fare anche dieci palleggi consecutivi con estrema eleganza mentre recitava come fosse la cosa più casuale del mondo e poi ogni volta calciare la palla verso la porta da calcetto dietro di lei e segnare sempre, questo signori è talento attoriale e calcistico.

Mi fai una rabbia Costanza!!(scherzo eh...insomma)


Beh, io spero davvero di avervi un minimo incuriosito; si, sono amico di Costanza e la ammiro, ma questa non è una recensione ruffiana, scordatevelo, questa è solo sincerità, e se non mi credete e abitate in zona Firenze non vi resta che recarvi giovedì sera al circolo 25 aprile in via Bronzino (vicinissimo al ponte della vittoria) perchè il Difettoso torna in scena! Dategli una possibilità, veramente!

Io e Costanza (è di Andrea anche questa foto, per la cronaca!!)


Personalmente ricorderò a lungo questa sera d'estate, che si è protratta a lungo ancora insieme a Costanza e tra le altre a Valeria Mazzola, che è l'anima organizzativa di Palco da calcio (oltre che un portiere di primo livello!) Ilaria Ciofini e altre persone che è stato bello conoscere, tra cui ragazze intervistate su questo blog come Costanza Gangi e Giulia Martini.

Angolo calcistico; su quel palco/campo ci è scappato pure qualche azione improvvisata con alcune ragazze del San Miniato che erano li ad assistere alla rappresentazione della loro compagna, e quel "pallone di scena" così gentilmente trattato da Costanza è diventato un bolide che il malcapitato sottoscritto, autoesiliatosi in porta, ha cercato disperatamente di parare spesso invano, per cui chi nutre il pregiudizio che il calcio femminile sia uno scherzo e che le donne calcino piano e senza forza chieda a qualcuna di loro di far due tiri, verrà illuminato in merito (ohi).

Insomma, tutte le sfumature della bellezza in una sera sola, viva Palco da calcio e viva Costanza e il suo coraggio.

domenica 19 luglio 2020

INTERVISTA A FIORENZA CASANOVA, CALCIATRICE, AMICA, AMICA E ANCORA AMICA.(FEAT. EKENORART)




Care amiche e cari amici,
Oggi vi presento non solo una calciatrice dagli ottimi trascorsi ma una mia amica di quelle buone, conosciuta assieme alla sua compagna Sara, altra persona che non si incontra davvero tutti i giorni,  sugli spalti di vari campi, dal Bozzi a Monteboro fino a Montelupo, e tra noi è nata un'istintiva simpatia, ci piace tifare pulito e easy e anche per chi capita, non siamo in botta per una sola squadra sempre e comunque, vediamo il femminile come movimento quindi ci piacciamo...

Sara e Fiorenza


le avete presenti quelle persone che ci parli un minuto per caso e ti dici " Che forti, chissà se le rivedrò, sarebbe bello parlarci ancora" ecco con Fiorenza e Sara ho avuto quella fortuna, e prima dello stop abbiamo fatto in tempo a scambiarci i numeri, a trovarci e a non perderci più; nessuno più di Fiorenza mi ha fatto capire il mondo del calcio femminile di ieri, (anche se mica è una vecchietta eh, è giovanissima, siamo entrambi del 1982, due ragazzini, perlomeno ci sentiamo tali!) è stata la prima che mi ha raccontato i risvolti meno belli del movimento e i tanti sacrifici sostenuti da ogni calciatrice, che comunque non le hanno impedito di giocare una vita, anzi di essere ancora in attività in quanto giocatrice di calcio a 5, nel Sibbemolle detto Sibbe, ma tutto questo lo vedremo con calma, perchè sarà una lunga e bella chiacchierata, con Fiorenza che ci guiderà attraverso una carriera di tutto rispetto arrivata fino all'A2, dove tra fatica, nasi rotti e altre amenità ha contribuito a portare avanti il calcio femminile, e bene o male tutte le nuove campionesse che un giorno otterranno il professionismo dovranno rivolgerle un doveroso grazie.
Ah, e questa volta il vostro blogger fa una cosa che desiderava da mesi, cede al cazzeggio e al clima cameratesco, troverete tonnellate di ignoranza, battute squallide e un sano linguaggio da taverna che almeno per una volta taciterà chi accusa il blog di essere troppo inamidato, perchè Fiorenza non le tocca piano mai, nel calcio come nella vita.
Ma adesso come sempre vi lascio alla nostra ospite; ah, gli interventi in viola sono miei eh.

Ciao Fiorenza, grazie di aver accettato di comparire sul blog, come sei pucciosamente gentile! Vorresti intanto presentarti ai lettori?

Ciao lettori sono Fiorenza! Classe ’82 nata a Verbania sul Lago Maggiore, mi hanno detto di scrivere che non ho subito pressioni o minacce per fare questa intervista.

Nuooo, solo rompimenti di palle infiniti, è da aprile che ti volevo con me e hai svicolato in ogni modo possibile cercando di sbolognami tutte le tue ex compagne di squadra più qualcuna della C2 islandese, poi hai finalmente compreso che non ti cercavo tanto per fare o perchè sei mia amica, ma perchè sei una fior di giocatrice, anzi una Fior..enza di giocatrice (ahahahha vai si comincia...)

Partiamo dal principio; cosa ti ha fatto innamorare del calcio, come hai capito che era il tuo sport e la tua strada?

1- madre al 6/7 mese di gravidanza era in piazza a festeggiare il mondiale dell’82 (credo dentro a una fontana)
2- chiaramente volevo fare tutto quello che faceva mio cuggggggino Luca
3- quando ero piccola in estate facevano un torneo a 7 dove si sfidavano i vari enti della zona a cui partecipava fisso con la squadra il gruppo Alpini di San Martino (il paesello in culonia dove vivevo), mio zio Paolo (il papà di Luca), in quanto capogruppo era il mister, mio papà stava in panchina come accompagnatore, così alla fine si andava tutti a tifare (anche perché era una delle poche cose ganze che organizzavano). Negli Alpini c’era una punta fortissima, un toro, giocava coi calzettoni abbassati, senza parastinchi, segnava una marea di gol, non lo buttavo in terra nemmeno con un tir... ecco io a 3 anni ho iniziato a seminare il panico in famiglia: volevo giocare a calcio, essere un maschio e chiamarmi Tino (era appunto il nome del bomber) 
Bambole e vestitini li ho sempre schifati (ma tipo da quando avevo 2 anni tra l’altro facendo fare enormi figure di (icona marroncina non riproponibile) a madre perché che schifo ho imparato subito a dirlo), io ero pallone, bici, skate, ginocchia sbriciolate e pronto soccorso.



L'espressione da "Prova a prendermi la palla, vieni vieni"...


Il calcio negli anni 80 al paesello mio era uno sport esclusivamente per maschi, proibito alle donne, quindi io, come tutte le cose proibite, lo dovevo assolutamente fare.

Poi non so come sono riusciti a distrarmi e ho iniziato a giocare seriamente solo a 16 anni
(invece lo so… maledetto catechismo di sabato pomeriggio mi ha rubato i migliori anni della mia vita!)
Lo sport mi è sempre piaciuto tutto (da piccola ho fatto atletica, karate, un po’ di canoa – la prima e unica gara di canoa che ho fatto nella mia vita sono stati gli Italiani… quando ho visto Antonio Rossi e Josefa Idem scendere in acqua ho detto ma che cappero ci faccio io qui???, coi miei amici mi sono sfondata di frisbee, al liceo pallavolo, basket, equitazione, ho rimesso gli sci dopo 8 anni) però il calcio aveva quel qualcosa in più che mi attirava più di tutti gli altri (al liceo  essendo l’unica ragazza che voleva giocare partecipavo ai tornei che organizzava la Prof. coi ragazzi della mia classe … facevamo pietà!)
Alla fine ho iniziato a giocare seriamente per puro caso;
l’asilo del figlio dell’allora compagna di mio zio aveva organizzato una partita fra mamme (tra l’altro nello stesso campetto dove si svolgeva il torneo dove giocava l’idolo della curva del gruppo Alpini) chiaramente nessuna delle mamme aveva la minima intenzione di giocare e hanno ingaggiato altre ragazze. In porta c’era Erica, era l’allenatrice del Verbania Arcobaleno, che è andata da mia mamma dicendole semplicemente: tua figlia settimana prossima viene ad allenarsi con noi... e come fai a dire di no a 120kg di donna?


Buono dai, anni di tremendo catechismo (è toccato anche a me...) parzialmente risarciti dalla chiamata al Verbania, alla fine la luce arriva per tutti noi.
Comunque che bambina adorabile devi essere stata, deve essere stato un veeero piacere averti tra i piedi tutto il giorno!
Comunque oh, sul punto 1; mia mamma era al quinto mese (ci sono due mesi esatti tra di noi, e fortunatamente sei tu sei quella più vecchia...) e anche lei mi ha trasmesso la passione calcistica direttamente in vena dal cordone ombelicale, anche se lei se ne intende e io no.

Ok, i tuoi primi passi li abbiamo chiari... insomma, ora raccontaci come è stato giocare a calcio in quel di Verbania, capitale mondiale della noia.

Il difficile è stato convincere madre, infatti non l’ho mai convinta, mi sono imposta.
È stato divertente, il primo impegno serio col calcio, le prime galle ai piedi, era quello che sognavo da quando avevo 3 anni e mi sono trovata subito a mio agio, eravamo sempre abbastanza contate e spesso le lasciavo nei casini perché il castigo era “non vai a giocare a pallone” “gne gne gne allora palleggio fra la cristalleria” “prova a rompere qualcosa e come ti ho fatto ti disfo”. (Moio... :D )
Io avevo scoperto com’era bello fare le scivolate… maledetta la miseria giocavamo in un campo di terra rossa!!


Rivedibilissimo outfit anni novanta...che poi andavo in giro così anch'io eh...

Si è capito subito che tecnicamente non ero un fenomeno ma atleticamente ne avevo da dire
Col Verbania Arcobaleno ho giocato 2 anni, il primo calcio a 7 il secondo serie D a 11, la squadra era molto varia andava dai 15 ai 50 anni.


Verbania Arcobaleno


Qui ho imparato i primi rudimenti del calcio e le leggi fondamentali di questo bellissimo sport, ovvero  “per vincere basta fare un gol in più” e “se la palla non è loro è tua”, nei momenti bui Erica tuonava un “un po’ di sviluppina la mattina”, potevi aver preso un calcio in faccia tipo Gama al mondiale che Erica si avvicinava ti dava una pacca sulla spalla e ti diceva “tirati su che fa carattere”.
Poi è andato tutto a rotoli, qualcuna è andata a Romagnano, con quelle rimaste abbiamo fatto le Tegole e abbiamo fatto il campionato csi a 7, ci allenavamo insieme a dei ragazzi spesso in campetti pubblici senza spogliatoi, si giocava fino allo sfinimento e poi ci si buttava nel lago per rianimarci.
Grazie al calcio a 7 ho scoperto che i campi trapezioidali, in discesa, col l’albero sulla linea laterale ecc.. esistono davvero!!!

Ah perchè ne esistevano anche di perfettini? mai calcato un campo rettangolare e pari, per quanto mi riguarda.
Bon, poi per te arriva il calcio a 11 e il Romagnano, in val di Sesia, con il quale passi 4 stagioni tra serie B e serie C, una tappa piuttosto importante del tuo percorso calcistico. Ci puoi raccontare che calcio era a inizio millennio nell'alto Piemonte? e ci puoi raccontare i momenti magici/tragici di questi anni?

Mi dilungo perché a Romagnano ci ho lasciato un pezzo di cuore 
E qui iniziano i km in autostrada (grazie a tutti i genitori che a turno ci hanno accompagnato e hanno pazientemente aspettato che qualcuna di noi prendesse la patente!) , due allenamenti a Romagnano e uno a Verbania (metà delle ragazze erano della zona di Romagnano e metà di Verbania) , squadra giovanissima con qualche innesto di esperienza (oh per noi 27 anni voleva dire vecchiaia!!) 


Al Romagnano, accanto al mister Pennisi.

Il Romagnano era una squadra che stava tutto sommato bene, esiste ancora ed è anche arrivata a giocare in A2, negli anni spesso ha dovuto rinunciare alla categoria per evitare delle spese che le avrebbero segato le gambe, hanno sempre preferito esserci per permettere alle ragazze di giocare con continuità piuttosto che fare il botto e poi sparire.
Non ci hanno fatto mai mancare nulla, facevamo la settimana di ritiro precampionato (la morte) ho ancora vivo il ricordo dell’acido lattico dopo le prime ripetute e le maledizioni a chi puntualmente affittava la casa con una marea di scale, eravamo una delle poche squadre di serie C a fare 3 allenamenti a settimana, spesso avevamo un preparatore atletico che ci seguiva in campo e un massaggiatore, non avevamo problemi di rosa, insomma eravamo nella top delle squadre piemontesi  
Ricordo con affetto tutti i mister, a un certo punto arriva IL MISTER, quello che ti illumina la via, Roberto Milani, l’unico che aveva capito che tante ragazze avevano iniziato a giocare tardi e per quanto potessero essere brave e volenterose avevano delle lacune che andavano riempite, quindi a fine campionato, in prospettiva per l’anno futuro, ci siamo allenate per altri 2 mesi: 2 mesi di tecnica, tattica, schemi, psicocinetica e quel benedetto 11 contro zero che ancora oggi ringrazio per avermi permesso di arrivare a giocare in A2 nonostante i piedi quadrati!
Il Romagnano aveva la maglia granata… hai capito? Ho sempre avuto fortuna coi colori! ;)
La capitana Claudia Giannetti ha superato le 500 presenze (se non è impazzita gioca ancora), Valentina Lomazzi ha indossato quella maglia per 10 anni.
I primi anni il campo non era perfetto ma era in erba (giuro c’era anche l’erba) poi hanno deciso di fare il sintetico, bellissimo anche questo per chi ama le scivolate! 
In serie B (figata c’era la classifica sul televideo-senti l’anzianità!) mi è capitato di giocare su campi di sabbia con linee di calce… e aveva piovuto il giorno prima… il cemento c’era!
Il Caprera invece giocava alla Maddalena, campo ricavato nel cortile di quella che una volta era la prigione, mura altissime bianche, campo di sabbietta chiarissima, sole che nemmeno a ferragosto, a fine partita eravamo completamente accecate! Per fortuna poi hanno fatto il sintetico anche loro.
Nel 2003 vengo selezionata insieme a parecchie altre mie compagne per la rappresentativa di serie C di Piemonte e Valle d’Aosta destinazione Fiuggi Torneo delle regioni… B E L L I S S I M O ! uno staff a completa disposizione, quelle che erano le avversarie ora sono compagne di squadra, tra l’altro che squadra che eravamo, partite ogni 2/3 giorni ad orari impensabili, ogni giorno usciva il giornalino con gli articoli sulle partite… è stato un piccolo assaggio di calcio vero !
I primi anni di Romagnano avevo iniziato a studiare a Milano (iniziato scienze motorie e mai finito), non riuscivo a tornare a tutti gli allenamenti per cui mi organizzavo così: il martedi mattina alle 10 avevo lezione di atletica, quindi alle 8:30 ero già in pista al Saini e facevo la parte atletica che mi mandava il mister, la sera andavo al parco Lambro e mi allenavo col Milan (sinceramente… begli allenamenti demmerda in 4 erano e io ero la quarta! Tanta gente non viveva a milano, si allenavano con le squadre vicino e si trovavano solo il venerdi tutte insieme, una volta, siccome non erano messe bene in classifica, me le sono ritrovate tutte… madooo in partitella appena prendevi palle come dei missili te ne ritrovavi minimo 2 addosso tra cui una certa Veronica Arcobello, Chiara Gazzoli, Silvia Tagliacarne… loro volavano e io ero ancora acerba, il secondo anno che mi allenavo a Milano, sempre in 4, c’erano Di Bernardo – come ben sai portiere fortissimo – e Celentano centrocampista non particolarmente alta ma di una potenza impressionante… in una partitella la mia coscia si è trovata fra il suo tiro e la porta, solo per orgoglio non ho fatto una piega ma lo stampino del pallone è rimasto per giorni)
L’ultimo anno mio di Romagnano (quello giocato da punta) siamo state diverse giornate in testa alla classifica di serie B, poi una marea di infortuni su tutto l’asse centrale della squadra, tra cui la nostra giocatrice più forte, ci ha rovinato e abbiamo finito quinte, se ben ricordo....poi ha iniziato a dare i numeri il mister anche se i segnali erano chiari fin dall’inizio: io punta!
Dopo averle osservate tante volte dalla tribuna, a inizio stagione abbiamo fatto un’amichevole col Fiammamonza (ci giocavano Viviana Schiavi, Roberta D’Adda, Marianna Hofer, Daniela Stracchi, Roberta Miranda…) un altro pianeta, un altro passo, appena pensavi di andare a pressarne una la palla stava già viaggiando da un’altra parte, la differenza di categoria si vedeva tutta.  
Spettatori pervenuti 3… credo… poi qualche genitore buonanima ha iniziato a seguirci e ce lo portavamo anche nelle trasferte.
Di coloro che hanno fatto la storia del Romagnano voglio ricordare innanzitutto Rinaldo Ponzana, un ragazzino di 87 anni che semplicemente è stato il Romagnano, una vera istituzione.
Il ds di ora, Mario Emanuelli (è una vita che è dirigente del Romagnano, legatissimo con tutte le ragazze e tutte le ragazze gli vogliono un gran bene, devi sapere che a Verbania c’è poca vita ma in valsesia ancora meno, quindi quando eravamo giovani e spatentate lui tutti i sabati sera portava le raccattava le ragazze di Romagnano, Borgosesia, Varallo e altri paesini e le portava a Verbania a fare la seratona e poi le riportava a casa), siccome sponsor e soldi scarseggiano sempre i dirigenti spesso cacciano soldi di tasca loro, ama appellare le ragazze in questo modo: “lei è Giulia portiere è la marmitta della mia Harley, lei è Alessia centrocampista è la sella della mia Harley” 
Sempre a nel periodo Milanese ho conosciuto Pamela Conti (ferma ai box per la schiena) fortissima, persona squisita, ora CT della nazionale venezuelana, prima cercata dall’Atletico Madrid per allenare la primavera (mi sembra), ha aperto la sua scuola calcio a Palermo.

Bene, prima non c'era una storia del calcio femminile in zona Verbania Val Sesia, adesso c'è, grande Fiorenza!!
Che ruolo hai ricoperto nel calcio a 11? ci sei arrivata gradualmente o è sempre stato il tuo?

Viste le doti atletiche (si fermavano tutti li, nessuno ha mai fatto caso più di tanto ai piedi quadrati) tutti hanno provato a farmi giocare a centrocampo poi si sono messi le mani nei capelli e mi hanno rimesso difensore (centrale o terzino) fino a quando l’ultimo anno a Romagnano il mister (evidentemente sotto effetto di stupefacenti) l’ha buttata li “oh quest’anno ci manca una punta, pensavo di provare te” e io (evidentemente a mia volta con un tasso alcolemico importante) “ok va bene proviamo” pronti via: 3 partite 3 doppiette, poi il vuoto cosmico e altri due gol sul finire della stagione

Comunque si, a immaginarti punta mi sanguina un po' il cuore e non so perchè visto che non ti ho mai vista giocare, ma così, era per dirti una cattiveria gratuita....però dai, hai segnato  più di tanti improbabili attaccanti dell'Inter pagati fior di milioni (Ciao Sara!! :D )Poi a un certo punto decidi di venire in Toscana, ci puoi dire come mai? motivi sportivi o altro?

Non sono scesa in Toscana per motivi sportivi, anzi avevo anche quasi smesso di giocare, ho seguito la mia compagna di allora che era stata trasferita per lavoro, e io avevo trovato un corso di grafica proprio a Pisa.
Lei aveva giocato nel Pisa Fotoamatore e mi raccontava spesso della promozione in serie A, della serie A, di una certa Morace che si è trovata a marcare.

E meno male che non hai smesso allora, sia lodata la tua ex!!
In Toscana, dopo una stagione all'Etruria in serie C, arrivano per te forse gli anni più belli, quelli nel Pisa in A2, questo Pisa glorioso di cui ancora non ho parlato su questo blog. Ecco qui ci piacerebbe saperne tanto, dal colore delle maglie, alle squadre che affrontavate, al tuo contributo alla squadra....

Ti piace infierire? (si) Colore della maglia: neroazzurra!



Guarda, come l'Inter!!!


Scesa in Toscana mi sono giocata l’anno di prestito con l’Etruria in serie C, poi Ale Pallotti ha insistito perché provassi col Pisa, aveva portato qualche dirigente a vedere una mia partita ( e non è che giocassi in un contesto eccelso, tutt'altro, e in quella partita non riuscii a rendere al meglio) e poi c’era il problema del cartellino: se mi volevano andava per forza comprato però mancava 1 anno per compiere i 25 anni e poter avere lo svincolo e non pagarmi nemmeno 1 euro… hanno rischiato e mi hanno pagato ben 1000 euro, che per una squadra con le pezze al culo insomma era un bell' investimento, quasi alla cieca. (lascia fare, con me di solito le squadre pagavano mille euro per liberarsi del sottoscritto, almeno a te ti acquistavano!!)





Era il secondo ciclo di Pisa, il primo è stato il Pisa fotoamatore del presidente Luciano Berretta con 7 stagioni consecutive nella massima serie, e devi trovare qualcuna più informata dei fatti per fartelo raccontare - , è stato amore a prima vista, ci allenavamo tanto e con intensità: lunedi palestra (piccolo siparietto: la dirigenza aveva contattalo questa palestra per prendere accordi presentandosi come Pisa calcio… quando noi ragazze ci siamo presentate in palestra questi ci guardano come se fossimo extraterrestri… siamo il pisa calcio FEMMINILE… loro si aspettavano il maschile) martedi allenamento dove si curava la parte atletica e vedevi i mostri, mercoledi allenamento dove imploravi la madonna di sopravvivere, giovedi riposo e bombola di ossigeno, venerdi allenamento e vedevi la luce o dello spogliatoio o quella appena prima di morire, sabato o si partiva per la trasferta o cercavi in qualche modo di risorgere, domenica partita, oltre al carico di lavoro calcola che quasi tutte di giorno si lavorava, la mia giornata tipo era sveglia 6:30 lavoro fino alle 18:00 19:30 allenamento, 23:00 nanna. Sono stati anni belli e intensi credo di essere arrivata al punto di non riuscire più nemmeno a sentire la fatica.
Non contenta e noncurante del divieto assoluto di farci male in modo stupido e incosciente, capitava che ogni tanto il giovedi di nascosto andavo a sciare all’Abetone, ed ero talmente allenata e carica a palla che mi stupivo di come la gambe reggessero la giornata bianca senza fare una piega.


Allenamenti poco stancanti, si nota dalla facce rilassate.


Le trasferte, avevamo iniziato bene con l’aereo, poi la nave poi sempre più spesso il pullman (epico il pisa-napoli-pisa fatto in giornata)



Fiorenza di potenza.


Bene, quando ti chiederò ancora di sfidarti in un 1 contro 1 a porte piccole, sussurrami "Allenamento Pisa" all'orecchio e ricordami in che guaio mi sto cacciando, anche se continuerò imperterrito non solo a sfidarti ma a provocarti esibendo una del tutto inesistente pericolosità calcistica, di grande in me c'è solo la mancanza di talento, sono il Maradona degli scarsi.
 Ci puoi dire l'11 titolare più forte di questo Pisa, ricordare tutte le tue compagne più forti e/o con le quali sei più legata?



L’11 a memoria non lo ricordo.
Le più forti in assoluto erano Ale Pallotti  e Silvia Fiorini (il suo urlo di battaglia: “i mister sono la rovina del calcio!!” e si divertiva a urlarlo alla Pitanti, hanno giocato insieme una vita e solo lei poteva permettersi di rivolgersi così), hai presente quelle persone che potrebbero giocare anche in infradito bendate e ti farebbero fare lo stesso figure demmerda? Ecco… una qualità di gioco pazzesca e una tecnica incredibile!
Sono quelle persone che vorresti in campo anche zoppe, corro io per te non mi importa, preferisco finire io coi crampi te devi essere lucida e uscire la magia.




Il mister Elvira Pitanti, una che ti trasmette una carica incredibile (e il terrore di sbagliare), 155cm di grinta, passione, dedizione, professionalità, cattiveria calcistica (cattiveria… una furia!), la sua religione era una sola “in campo non ci sono amici” (e stava parlando del campo di allenamento), leggenda narra che in una serata gelida, in un allenamento sotto il diluvio, in una partitella dai ritmi bassi a causa del campo motoso (non esistono ritmi bassi per la Pitanti), scende in campo pure lei, inizia una lotta su ogni pallone anche con le stesse compagne di squadra, i pantaloni della tuta ormai fradici la appesantivano troppo, si toglie i pantaloni li getta via e ricomincia a spaccare il culo a tutte (ecco questa te la devi far raccontare bene da Vale Cei che era presente)


Elvira Pitanti.

E poi Vale Cei ( che ha appena conquistato la serie B col Pontedera), con lei mi sono trovata subito bene in campo come se avessimo giocato insieme da una vita, una sicurezza, spinge sempre al massimo e ti spinge sempre al massimo, nonostante le ginocchia fracassate.


Fiorenza e Valentina Cei.

A Pisa ha giocato anche Daria Nannelli, ci siamo rimaste tutte di sasso quando abbiamo saputo… un aneddoto suo in trasferta: 5 di mattina, coma profondo, bava alla bocca, bolle al naso, provavi sempre a dormire in qualche modo, nel buio e silenzio all’improvviso si sente “TUNZ TUNZ TARATARATUNZ TARATATATATUNZ TUNZ TUNZ PARAPARATUNZ UNZ UNZ” … niente era Daria che dormiva beatamente con questa ninna nanna sparata a tutto volume nelle sue cuffiette!!
Poi, sempre con Daria, ricordo che una volta alla partitella di allenamento Mister Pitanti distribuisce le casacche gialle e ne manca una proprio per lei, allora Daria si guarda intorno e l'unica cosa gialla era una busta dell'Esselunga messa li da una parte, e allora lei si improvvisa Giovanni Muciaccia facendo un buco per infilare la testa, e in due secondi ecco una bellissima nuova casacca con tanto di sponsor!! 



Daria Nannelli nel derby vinto contro il Livorno, stagione 2007/2008.


Che forza Daria....e che carrellata di fuoriclasse, da brividi!!! e te che hai giocato con Silvia Fiorini e compagnia chiedi i selfie alle ragazzine di adesso? ma te lo chiedessero loro a te!

- Ci divertiamo a importunarle!!! ;)

E io, te e Sara abbiamo formato una vera società di agguati postpartita, madò quanto mi manca tampinare spietatamente le calciatrici insieme a voi!!
 Hai segnato dei goal col Pisa? ce ne racconti  uno che ancora ti fa emozionare, o comunque il tuo più bello con qualsiasi maglia?

Una delle ultime partite del primo anno a Pisa, Calcio d’angolo, Ardeti dalla bandierina, cross teso potente che attraversa l’area di rigore, io che parto dal vertice dell’area opposto, capocciata e la palla che si infila vicino al palo, urlo di gioia festeggio con tutte quelle che mi capitano, mi arrampico sulla rete per festeggiare col mister che era squalificata, torno a posto, non mi calmo “oh Vale dammi 5 minuti perché non capisco più niente” praticamente come se fossi ubriaca.

Ma il più bello chiaramente è uscito in allenamento, l’anno famoso che ero punta. il mister coraggioso decide che dobbiamo fare assolutamente un amichevole contro una squadra di amatori dove gioca il fratello. Giocare a 11 contro una squadra di uomini è una cosa improponibile.
Io spalle alla porta sul vertice sinistro dell’area di rigore (bada bene area quella grande...) Intercetto per sbaglio un passaggio che non era per me con una bordata di infamate, fra me e me penso “Ma sai cosa… ma vaxxxxxxxulo la porta tanto è sempre la” ruoto il busto e calcio di sinistro (quello che uso solo per salire le scale) il pallone fa questa parabola perfetta e si infila all’incrocio dei pali opposto (si il portiere c’era, si ha provato tra l’altro con un tuffo bellissimo a parare ma niente, no non l’ho pagato, no non gli ho promesso nessuna mia compagna di squadra in cambio) li per li non ci credevo, poi erano tutti a bocca aperta!!

Boia, che classe! aspetta, mi pare di ricordare qualcosa del genere...forse il portiere ero io, l'unico talmente scarso che poteva prendere un goal da te di sinistro!!! mi sa di si sai...
Scherzi a parte, parlando di cose più affini al tuo ruolo, ci racconti invece il tuo intervento difensivo più bello?

Naturalmente sempre in amichevole contro delle americane, veniamo saltate in difesa come dei polli, nel dubbio inizio a correre verso la porta, il portiere prova ad uscire, l’americana fa quello che deve fare: IL PALLONETTO, vedo la parabola perfetta della palla che sta per entrare, stringo i denti, metto il turbo, vado in scivolata e intercetto il pallone al volo sulla linea di porta, coscia abrasa ma è come se fosse una medaglia (madooo una di quelle robe che ti alzi in piedi e speri di trovare qualcuno che te la faccia rivedere perché non ho ancora capito come ho fatto ad arrivarci)

Bene, a proposito di interventi difensivi di un certo livello, di te so bene una cosa, diciamo che a volte ti è "capitato di accennare" che durante un Pisa-Firenze hai letteralmente annullato una giovane Alia Guagni, non una cosetta, per intendersi. Si, era una Alia acerba ma non credo fosse tanto facile da affrontare, ma tu hai capito come fare a disinnescarla. Insomma, ci vorresti dire qual è la ricetta ( e se qualcuno dei suoi...sigh sob..ex tifosi viola se l'ha a noia pace...ah a proposito Fiorenza è pure Juventina!!) per fermare Alia? facci il "VADEMECUM PER MARCARE ALIA BY FIORENZA" che poi lo rivendiamo ai difensori avversari, facciamo fifty fifty ovviamente!

Acerba una sega, era una  Alia ventenne già in nazionale!
Premessa fin che ho giocato il calcio non lo seguivo più di tanto e del femminile non è che trovavi poi così tante notizie. Spina e Bruno venivano dal Firenze e mister Pitanti scommetto che Alia la conosceva bene, ma nessuno mi dice niente. (premessa: io ero fra le più veloci della mia squadra e comunque di solito sei sempre più veloce di una che corre con la palla al piede) 
Allora è andata così durante un Pisa Firenze (dove stranamente abbiamo vinto) io giocavo terzino destro, poco prima di entrare in campo si avvicina Elena Bruno e mi dice “stai tranquilla non ti preoccupare tanto ci sono anche io”, li per li non ho ben capito cosa significasse quella frase, pensavo forse perché mi aveva visto tesa (erano le prime partite che si giocava insieme e non sapeva che devo entrare in campo tesa perché è l’unico modo che ho per rimanere concentrata altrimenti faccio danni) quindi mi limito a un “ok, grazie”. Inizia la partita e qualcosa con la maglia viola mi sfreccia accanto. 

Porca misera, non è possibile.
Ho provato a prenderla in tutti i modi, niente. Era molto più veloce di me anche con la palla al piede. Meno male a un certo punto il campo finisce quindi deve rallentare e Elena Bruno la acchiappava li.
Mi saran girate le palle? In quel momento (leggi: ancora oggi) non me ne poteva fregare di meno di aver vinto la partita.
Parecchi allenamenti dopo: Firenze Pisa a San Marcellino, io terzino = mi ribecco Alia...


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Per leggere le seguenti righe 50 euri grazieee....se  giochi nella Liga spagnola e Alia dovrai marcarla invece è gratis perchè tifo Real E Barcellona e spero che Alia abbia tutti 10 in pagella ma che l'Atletico vinca solo coppe del nonno, così impara a fregarci le giocatrici...

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Inizia a sfrecciare e questa volta riesco a tenerle il passo, è sempre un filino avanti a me ma tengo botta, non è il caso di cercare il pallone mentre corre perchè troppo rischioso, aspetto fino all’ultimo e mentre carica il tiro riesco a scipparglielo “dai mi è andata di culo, però quasi quasi ci riprovo”, ci riprovo e ci riesco, aspetto che arrivi sul fondo, quando carica il tiro ci metto il piede e puntualmente glielo stoppo, poi su un pallone facile facile la vedo immobile ad aspettarlo , eppure mi ha sentito che le ero vicina, provo con l’anticipo olèèèèè
dai non me lo fa rifare, ora andrà incontro alla palla… olèèèèèèè anticipata ancora...
di lusso! Smetto di sputare i polmoni e attendo con calma il momento per anticiparla!
Probabilmente abbiamo perso ma l’onore era salvo!! 
Ecco Alia, per favore se leggi queste righe e se per puro caso ti ricordi una partita col Pisa dove ti marcava una col naso storto non mi dire che avevi un qualche acciacco, lasciami questo ricordo così com’è per potermi vantare con quel bischero di Omar!  

No, macchè vantare, solo perchè quando mi sono presentato  hai detto "Ciao, ho marcato Alia- sono- ho marcato Alia- Fiorenza"?

MA ATTENZIONE; quello che avete appena letto non sarà solo raccontato no, perchè mia moglie, Eleonora Francini, tra le altre cose artista e illustratrice con una sua pagina Facebook e Instagram chiamata Ekenorart , visto che anche lei è un'amicona di Fiorenza e Sara non ha resistito alla tentazione di illustrare il tutto , per cui cari lettori  FIORENZA VS ALIA è ora anche un fumetto per il vostro diletto; 


        VS



SI RINGRAZIA EKENORART PER LA GENTILE CONCESSIONE...(sei un GENIO tesoro)


Dopo 4 anni la tua esperienza col Pisa termina, ma dalla Toscana non te ne vai più perchè qui hai trovato la tua dimensione e soprattutto Sara.
Cosa ci racconti delle tue ultime avventure nel calcio a 11?

Più che altro era terminato il Pisa, la A2 è una grossa spesa, nonostante lo sforzo soprattutto economico dei dirigenti, se gli sponsor non ci sono il tonfo è inevitabile.
Le ultime giornate sono state moralmente davvero faticose, la rabbia e la delusione hanno avuto il sopravvento e mi hanno portato a fare scelte calcistiche un po’ scellerate (un po’ tanto!!!)
Pisa fallito senza soldi, il mister che per problemi familiari le ultime partite non viene e manda il secondo, una trasferta in sicilia in 7 perchè non c'erano i biglietti aerei per tutte e andammo fin la con il numero minimo di persone per non prendere punti di penalizzazione, promesse non mantenute e io col morale a terra, l’appena nata Scalese con un ottimo progetto e un buon budget che si fa avanti con le nostre migliori giocatrici, la situazione è drammatica e facciamo una riunione a fine anno: credo l’abbiano fatto con le migliori intenzioni per dimostrare che era una realtà solida, ma in due ore di riunione avranno parlato si e no 10 minuti di calcio, il resto di soldi, giuro che per me è stato davvero una roba squallida (io ero sicuramente condizionata dal morale sottoterra), e fu deciso gli allenamenti sarebbero stati dalle 21 alle 23 e pensai che prima o poi mi sarei schiantata sulla FIPILI, allora dopo qualche giorno il Pisa ripiega e decide di ripartire dalla serie C, ma oramai la delusione mia era alle stelle; Elvira intanto stava allenando la Vigor e aveva cercato già l’anno prima un po’ di ragazze del Pisa fra cui me, però nell’ultimo anno di Elvira a Pisa erano successe cose che mi avevano ferita, ero soprattutto sdubbiata per una discussione avvenuta negli spogliatoi nella quale era coinvolta una persona alla quale ero particolarmente legata, e quindi elimino a priori la Vigor nonostante mi dispiacesse non lavorare più con lei e decisi di cambiare zona andando a giocare all'Atletico forte dei Marmi sperando proprio di staccare la spina, allenarmi divertendomi e senza troppo impegno… niente di tutto ciò; dopo qualche giornata cacciano il mister e decidono per l’autogestione, io mani nei capelli, l’unica cosa positiva è che conosco Sara! 



Finiamo la stagione, vinciamo il campionato (c’era una giocatrice pazzesca, Melissa Venturini che poi infatti è andata a Castelfranco Empoli e una stagione a Firenze – grave errore hanno fatto quelli del Firenze a non tenerla), mi ero ripromessa di giocare anche l’anno dopo, arriva un mister ad allenare: un CENSURA e anche CENSURONA! È inutile che urli le peggio cose a delle ragazzine che hanno iniziato da due  settimane a giocare a calcio, se le cose non gliele spieghi non se le possono inventare, giuro se rimanevo li lo menavo, quindi scappo dal Forte dei Marmi e sto ferma fino al mercato invernale… le madonne per riavere il cartellino per ritornare all’Etruria che avevo dietro casa. (in queste disavventure mi ha seguita anche Sara, che nel frattempo aveva iniziato a lavorare a Pisa)
Fondamentalmente avevo continuato a giocare a calcio perché era quello che avevo sempre fatto anche se non ero pienamente convinta delle scelte che avevo preso.

Hai detto bene, amore per il calcio, incredibile cosa tu non abbia sopportato in nome di una passione, per non guadagnarci niente, perchè dillo Fiorenza, in una carriera ad alti livelli come la tua non ci hai guadagnato nulla, è una vergogna ed è giusto che si sappia. E comunque a quel mister è andata bene, io delle legnate da te non le vorrei prendere, ti giuro.

Eeeeh ma l'ho sempre detto che sono nata 15 anni in anticipo! Purtroppo dipendeva tutto da quanto sganciavano gli sponsor (se c'erano gli sponsor!!!)
mi fanno un po' paura i discorsi di chi è contento di avere in squadra ragazzine che macinano Km e Km per andare agli allenamenti (c'era un tizio nei commenti alla querelle Linari -Florentia che "esaltava lo spirito di iniziativa di chi veniva da lontano" ma per favore), da un lato c'è il prestigio di giocare nelle giovanili di in una squadra importante con la prospettiva di una serie A, dall'altro c'è un enorme sacrificio (sia economico che di tempo) dei genitori che le devono accompagnare e delle ragazze che devono riuscire ad allenarsi riposare e soprattutto studiare (perchè per ora il futuro te lo devi costruire sui banchi di scuola, tutto il resto è incerto)... è tutto un fottutissimo equilibrio precario che resiste fino a quando sei una giovane ragazzina iperattiva, poi arriva sempre il maledetto momento in cui devi scegliere le priorità: riesco a studiare/giocare/lavorare? abbandono lo studio? cerco un lavoro che non mi piace per niente ma con orari che mi permettano di allenarmi? abbandono il calcio? abbandono la categoria e mi smarono in una serie inferiore ma almeno sono più vicina a casa? (ecco, questo se sei abituato ad allenarti come si deve con gente competente rischia di essere una mazzata)
niente mi monta il nervoso quando mi sembra che se ne approfittino.

Credo sia una delle invettive più lucide e definitive che siano mai apparse su questo blog, alla quale aggiungo solo quei fantozziani 92 minuti di applausi che meriti.

A un certo punto ti succede un infortunio particolare; ti rompi il naso (o te lo rompono) ci vuoi raccontare com'è successo, e quanto tempo ci hai messo per ritornare in pista più forte e determinata di prima?

Mi schierano a centrocampo, praticamente sembravo una con la labirintite che provava a rincorrere il pallone!
In una partita viene saltata la mia compagna di reparto, io a testa bassa corro alla caccia del pallone, la scena è questa ci sono io a testa bassa che vedo solo il pallone, il pallone, l’avversaria che si scansa all’ultimo e dietro la compagna di squadra che era stata saltata che era tornata a tutta velocità sull’avversaria….SCHIO’ (rumore di naso che si rompe contro la spalla di puro acciaio inossidabile della mia compagna di squadra) fiume di sangue, pronto soccorso senza passare dalle docce (nello spogliatoio c’era un’altra mia compagna di squadra che alla vista del sangue sviene...)
Per fortuna è successo prima della pausa di Pasqua, dopo pasqua ero già in campo ;) paura e dolore mai avuti! (no davvero, non fa poi così male rompersi il naso) Al pronto soccorso non ci avevano capito nulla, per loro era una fratturina del cavolo, quando mi hanno tolto i tamponi il setto nasale a destra era completamente deviato, e ho iniziato a respirare male e lo avvertivo tantissimo quando correvo.

Mamma mia se una delle tante bamboline delicate della serie A maschile si rompesse il naso come hai fatto te quanti pianti si farebbe...starebbe fuori una stagione! Gladiatrici che non siete altro, vi adoro!
Qualche anno fa decidi di salutare il calcio a 11 per approdare al calcio a 5, con una squadra che da anni è la tua dimensione, il Sibbemolle detto Sibbe. In che ruolo giochi nel calcio a 5? ci vuoi presentare questa nuova realtà, e le compagne con le quali condividi questa ennesima avventura?

Sibbe d'annata 2012 (c'è anche Sara!!)


Decido di salutare il calcio a 11 perché oltre che al naso si era rotto qualcos’altro.
I tre o quattro allenamenti a settimana, le trasferte impossibili a orari improbabili (epico il Pisa-Napoli-Pisa in pullman in giornata!), le rinunce, le privazioni, la fatica, la mota, la pioggia, il freddo non le ho mai vissute come un sacrificio, io volevo giocare a pallone e queste erano le condizioni, le ho sempre accettate perché era quello che volevo fare, se sei in un ambiente stimolante e professionale che ti fa crescere sei disposta a dare tutto.
Quando sono iniziati a mancare gli stimoli ho iniziato a percepire tutto come un sacrificio… ecco che si è rotta la magia (leggi: ecco che si sono rotti i maroni!) e io che pensavo a un qualcosa nel profondo del tuo animo, a un moto del cuore...e invece no, coglioni sfranti e la poesia se ne va a peripatetiche, ottimo!!)
Nel frattempo Vale Cei, ferma col calcio a 11 dopo la dipartita della Vigor, chiama me e Sara a giocare a calcio a 5 col Sibbe campionato uisp (roba easy), squadra di ex giocatrici a 11 che vivevano di rendita. Prima partita, Vale mi fa: "Oh Fio ricordati che è calcetto le scivolate sono vietate” io:  "Iobono Vale tranqui lo so!”… dopo 2 minuti mi fischiano fallo: indovina un po’… scivolata!!!!


E qua nel 2018

Calcio a 5 è sempre stato il divertimento dell’estate, a fine campionato iniziavano i tornei a 5 o a 7 è stato facile ambientarsi, ci conoscevamo già tutte, nonostante siamo una squadra diversamente giovane abbiamo sempre qualcosa da dire.
Al Sibbe ho ritrovato appunto Vale Cei - Michela Marcucci – Lyuba Rubbioli – Paola D’Alascio dal Pisa, Melania Rinforzi - Monica Picchi - Angela Mangiaracina - Laura Letta - Beatrice Calvanese (ha giocato anche nella primavera del Pisa) dall’Etruria, Nunzia Langella e Irene Calvanese dal Mamamia; ho conosciuto nuove ragazze come Chiara Volpini, Tania Pagani, Clara Meattini, Ghionzoli, Solange (sicuramente ho dimenticato qualcuna), e ho trascinato dentro Giulia Fornaciari.
E’ semplice giocare con Nunzia che fiato per correre dice che non ne ha, ma ne ha tantissimo per ricordarti gli schemi “vai vai vai… torna torna torna…. Vai vai vai… corri corri corri!!”

Oh, quando gioca il Sibbe voglio un invito ufficiale eh, non sento discorsi!!!
L'altra sera tu e Sara mi avete parlato, a proposito di calcetto, di un progetto bellissimo denominato Sportilia, per il quale vi siete adoperate moltissimo, un progetto decennale a cui purtroppo il Covid ha dato la mazzata finale. Domanda per entrambe, ci volete parlare di questo progetto che mi ha colpito molto?

Qui lascio la parola a Sara che è nella top ten di partite organizzate (il nerazzurro del suo intervento è un tocco di classe mio);




SARA; Ciao Omar, ti rispondo volentieri, ma permettimi una precisazione a scanso di equivoci: Sportilia non è un nostro progetto, noi ne abbiamo semplicemente usufruito per tantissimi anni! Si tratta di una piattaforma web in seguito convertita anche in app, creata da un gruppo di sviluppatori pisani, il cui scopo era (devo usare il passato in quanto è stata definitivamente dismessa in data 31/03/2020) creare un social per il calcetto che permettesse l'organizzazione di partite amatoriali, ponendo fine alla ricerca, paragonabile a quella del Sacro Graal, del fantomatico "Decimo giocatore"! 
La piattaforma grazie ad un interfaccia gradevole e a numerose funzionalità, come ad esempio la possibilità di assegnare voti e perseguire awards (giocare il 21 dicembre 2012 con i Maya.. fatto ;) ), ha permesso di organizzare migliaia di partite, non solo nella provincia Pisana, ma in tutta Italia e permettendo di entrare in contatto con tantissimi giocatori. In piccolo noi che ne abbiamo usufruito dal 2012 abbiamo collezionato più di 260 partite e tantissimi nuovi amici, con cui continuiamo a giocare ancora adesso.
Come accennavo sopra, purtroppo il progetto nonostante un inizio col botto e una sponsorizzazione con la gazzetta e la Redbull (c'è stato un periodo in cui le ragazze della RedBull ci facevano visita durante le partite portando le bevande omaggio :D ) non è riuscito a sfondare come avrebbe meritato e il sito è stato abbandonato, fino alla chiusura recente.
Spero che presto qualcuno possa raccogliere il testimone, perchè per organizzatori seriali come me era davvero come aver trovato il Sacro Graal.

Grazie Sara, è stata una bella realtà questa di Sportilia oltre che una storia da conoscere e far conoscere, spero davvero che qualcuno possa riattivare il tutto, se non altro per arginare la piaga del decimo a calcetto, uno dei grandi flagelli dell'umanità.

Parliamo adesso di Fiorenza e Sara tifose; ci troviamo perchè siete come me, affamate di calcio, tifiamo una sola squadra (oddio io facciamo che ne tifo 2 dai....) però simpatizziamo anche per altre...quali giocatrici preferite di questa attuale serie A? vi ho visto prese da tante, ma quali sono le vostre preferite in assoluto? (sia italiane che straniere) e ci volete raccontare le vostre esperienze più divertenti sugli spalti? (a parte conoscere il fighissimo sottoscritto ovviamente :-D  )

Come avrai intuito tifo Juve sopra ogni cosa (PRRRRRRRRRR........) ma mannaggialamisera ero anche a cantare in mezzo alla curva interista( RIPRRRRRR....). Mi piace sostenere tutte le ragazze di tutte le squadre perché loro stanno riuscendo a realizzare il sogno che io sono riuscita a realizzare per metà (leggi come: mi piace fare casino sugli spalti!)
Non riesco a vedere le altre squadre come il nemico da battere, spero sempre di vedere tutte che tirano fuori il meglio, e mi piace ancora di più che sugli spalti c’è sempre un clima di festa, tutti pensano solo a incitare la proprie beniamine (al limite a infamare un pochettino l’arbitro quando fischia o non fischia cose clamorose) 
Le preferite in assoluto sono Linari e Bartoli, hanno quel mix di grinta-cuore-determinazione-concretezza-professionalità che mi fa impazzire, ho avuto la fortuna di scambiarci due parole è ho scoperto che sono ragazze splendide e genuine (devo andare avanti coi complimenti e perdere la dignità o può bastare?)


Questa foto l'ho fatta io!!!!!

Baldi secondo me diventerà un super super super portierone, è una bestia (nel senso buono) già ora che è giovane figuriamoci fra qualche anno!

L’esperienza più divertente è un piccolo siparietto che è successo fuori dagli spalti: a gennaio decidiamo di passare un week end lungo a Torino, una sera andiamo in un locale a cena con tavolini molto piccoli e molto vicini fra di loro, ci sediamo in uno libero, mi giro e butto l’occhio nel tavolino accanto attirata più che altro dal cane sdraiato in terra, alzo gli occhi e…. 
inizia questo gioco di cenni e sguardi fra me e Sara (una roba proprio minimal per non farci sgamare) che tradotto voleva dire:
-Sara cavolo guarda chi c’è al tavolo vicino
- Ma chi?
- Come chi? La bionda!
- oh… no dai non è lei
- Si che è lei
- ma dai no
- ti dico che è lei, guarda instagram se non ci credi
- forse si
- guarda la foto del cane, è uguale
- cavolo è vero è la Cernoia
- aspettiamo che finisca di cenare poi quando va via le chiediamo la foto, dai famola sta figura demmerda!!!

La cena più lunga della mia vita ma alla fine abbiamo conquistato la foto! 


Io al ristorante trovo solo bambini molesti o gente antipatica, loro trovano la Cernoia. Beeeene...


Poi un giorno sugli spalti abbiamo conosciuto un bischerone trapiantato a Firenze ;) 


Un bischerone che vi adora (cuoricini e melassa a badilate..) e che soprattutto concorda sulle tue riflessioni, Baldi è una fuoriclasse e Linari e Bartoli due ragazze d'oro, specialmente Bartoli che ti fa paura sulle prime ma invece è una persona di una gentilezza unica.
E poi ripeto, adoro il vostro modo di tifare, che è anche il mio, forse è stata questa nostra affinità a farci trovare, tifare una squadra ma volere bene a un movimento, è questo l'importante.

Ultima domanda; come ti senti adesso Fiorenza? a 38 anni ti inizi un po' a stancare oppure hai intenzione di scrivere tante altre pagine di storia col Sibbe? vista la forma smagliante che hai (dimostri dieci anni meno, buon per te!)  è una domanda quasi oziosa, ma te la pongo lo stesso....

Fresca come una rosa! XD
Sibbe never died, ora ci dobbiamo trovare per decidere la prossima stagione, vedere se riusciamo a trovare il solito equilibrio fra impegni lavorativi e sportivi di tutte
Quest’anno il covid mi ha fregato, ma l’anno prossimo voglio fare la maratona della Valle Intrasca, 34km con 1600m di dislivello… così se vado piano posso dare la colpa alla salita ;)
Nel frattempo, orfani di Sportilia, stiamo finalmente ricominciando le partitelle miste con i soliti amici.


Fiorenza in un'arte in cui eccelle, quella di grande artista della pizza (ma perchè ancora non abbiamo foto insieme dopo millemila volte che ci siamo visti? che fave tra tutti, urge selfata selvaggia!!)



 Si però con me non ci giochi, uffa!!eppure potresti sentirti veramente forte, giocare contro di me ti farebbe sentire Zidane anche se hai due ferri da stiro ai piedi (che secondo me non hai affatto) ma niente, vuoi confrontarti solo con gente brava come te, e allora patisci!!! E non mi chiamare per la valle Intrasca perchè ti vado...in tasca!!!

Che dire Fiorenza, è stata una figata di intervista, e spero lo sia stata anche per tutte le tue ex compagne e amiche che l'hanno letta, e per tutti i lettori che hanno voluto conoscerti. Di mio aggiungo solo che io ed Ele vogliamo tanto bene a te e a Sara, siete la più bella coppia che conosciamo, avete una casa stupenda, ci accogliete con grande affetto, te sei una maga della pizza e niente, ci garbate abbestia e incontrarvi è stata una grande fortuna...e niente, ora lo so che ti incazzi per troppi complimenti e smancerie, ma non potevo resistere :D!! Viva Fiorenza, viva Sara, viva il vecchio Pisa, viva il Sibbe, viva il vostro calcio femminile povero e disastrato ma carico di umanità, che ci mancherà ben presto.


INCONTRO CON SARA COLZI, E L'IMPORTANZA DELL'OPEN DAY DEL PONTEDERA CALCIO FEMMINILE.

 Fin dalla splendida intervista che, ormai più di un anno fa, mi regalò (Potete trovarla qui;  IL VIOLA E IL ROSA: LE PROTAGONISTE; INTERVIS...