Di lei ti arriva prima di tutto il sorriso cordiale e gli occhi che risplendono, poi la gentilezza, la determinazione, l'umiltà di chi accetta un ruolo da terzo portiere pur di fare spogliatoio ed essere importante per una società, la Florentia San Gimignano, alla quale Ilaria sta dando molto da tre stagioni.
Ilaria Leoni si presenta
Ho sempre sognato di ospitare Ilaria Leoni nel mio progetto, per i racconti che mi fanno di lei le sue ex compagne che ho avuto la fortuna di conoscere e gli addetti ai lavori che si sono trovati in contatto con lei, quei veri orgogli del calcio Fiorentino e toscano che sono i fiori all'occhiello di tutto il mio progetto, che hanno onorato maglie leggendarie come quelle di ACF Firenze e Castelfranco, con talento e con serietà mista a passione vera.
Ma ora, cari amiche e amici de "Il Viola e il Rosa" godiamoci le parole di Ilaria, portiere di grande esperienza a anche allenatrice, figura di calcio esemplare che ha accettato di raccontarsi per noi;
Ciao Ilaria, ti va innanzitutto di presentarti, per quei pochi che ancora non ti conoscessero?
Sono nata 8 febbraio 1989 a Bagno a Ripoli ( FI), gioco come portiere nel Florentia San Gimignano squadra che milita in serie A ed alleno l'under 15 della medesima squadra.
Parliamo di Ilaria bambina; come hai iniziato a tirare i primi calci al pallone, e grazie a chi? hai iniziato anche tu in squadre maschili? se si, che rapporto avevi coi tuoi compagnucci dell'epoca?
Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 9 anni in una squadra maschile a pochi passi da casa mia , la Rondinella Impruneta (il campo attualmente chiamato Gino Bozzi).
Ho sempre avuto un bel rapporto con i miei compagni di squadra anche perché tanti di loro sono stati miei compagni di scuola alle elementari e forse è proprio lì che ho iniziato a tirare due calci ad un pallone, nelle ore di ricreazione, quel pallone che la maggior parte delle volte era costruito da una bottiglietta di plastica schiacciata o da una pallina di carta e scotch fatta a mano.
In questa foto e nella seguente; i primi passi di una campionessa.
La mia fortuna è stata anche quella che all’uscita di scuola i miei genitori o mia nonna mi accompagnavano sempre al giardino pubblico adiacente alla scuola dove c’è un campetto da calcio. Puoi immaginare che lì stavo ore su ore a giocare a calcio con mio fratello (4 anni più piccolo di me), con amici o a volte con bambini incontrati lì per lì: insomma il famoso “gioco di strada” che negli ultimi anni FIGC e scuola allenatori stanno promuovendo (purtroppo ora non c’è più la cultura di esso perché ci sono troppe paure da parte dei genitori ).
Ritornando alla domanda, il rapporto con i miei compagni è stato splendido forse perché eravamo un gruppo veramente forte; poche squadre in quegli anni riuscivano a batterci e proprio per questo loro avevano una grande stima nei miei confronti e io per loro (ai bambini/ragazzi non importa se sei femmina o maschio, L’ importante che giochi bene).
Beh, iniziamo proprio bene Ilaria; prima mi hai fatto commuovere con la pallina di carta e scotch (ma anche la bottiglietta schiacciata era un must, anche se il meglio del meglio era l'Estathe compresso, pareva un dischetto da Hockey!!) poi hai praticamente risposto a tutti i quesiti sui benefici del calcio di strada che ogni tanto pongo sul blog. Grazie per tutte queste emozioni.
Hai sempre giocato come portiere o ti sei adattata successivamente al ruolo?
Inizialmente giocavo fuori porta, il mister ci faceva girare nei ruoli (come ogni scuola calcio dovrebbe fare), ma quando arrivò il mio turno in porta non mi levarono più e nemmeno io volevo più staccarmi da quei 2 pali e una traversa.
Per la fortuna di tutte le squadre in cui hai militato.
So che il tuo percorso nel femminile inizia in maglia viola, quella prestigiosa del Firenze 1979 di Andrea Guagni; ci puoi dire qualcosa del tuo percorso nel Firenze, dalle giovanili alla prima squadra? I lettori di fede viola non aspettano altro…
Mi ricordo che il passaggio dal maschile al femminile non fu facile per me proprio perché nella mia vecchia squadra stavo benissimo e soprattutto non sapevo nemmeno dell’esistenza di squadre femminili. Molti dirigenti dell’ACF Firenze vennero a vedermi molte volte durante quella che sarebbe stata la mia ultima stagione nella Rondinella e mi invitarono al loro ritiro estivo per farmi conoscere l’ambiente.Non ero molto convinta ma accettai l’invito. Fui inserita nel gruppo Allieve, era un gruppo formato da varie annate dal 85 al 88, io ero la più piccola, ma forse è proprio per questo che accettai questa sfida con conseguente cambio di squadra.
Le allieve dell'ACF Firenze
Vittoria con la rappresentativa toscana under 15
e subito poco dopo ho avuto diverse chiamate in nazionale under 17 e under 19.
Torneo portoghese con la nazionale under 17
Fui inserita nella rosa della prima squadra che militava in serie A2 a 15 anni, come me quasi tutte le altre ragazze del settore giovanile furono aggregate.
Ovviamente non partivo titolare ma dopo due giornate mi ritrovai ad esserlo.
Devo essere sincera forse per l’età o forse per la spensieratezza che avevo non ho mai sentito grande ansia e grande pressione addosso.
Un Firenze particolarmente stratosferico.
Alla terza stagione di serie A2 conquistammo la serie A a Perugia e credo che quel momento non lo scorderò mai.
Serie A festeggiata al Franchi.
Una delle stagioni più belle per me rimarrà sicuramente la stagione del 2012-2013 dove vincemmo con il grande Bardolino e dove pareggiammo con il super Brescia.
Festeggiando il gran punto a Brescia.
Essa si concluse con la chiamata per andare a giocare in America nel campionato estivo con Ac Seattle guidata da uno dei mister che reputo migliori di Italia, Mister Cincotta ( vittoria del campionato WPSL NORTHWEST). Un esperienza che auguro di fare a chiunque !
Avventura a Seattle (a destra anche Alia e Deborah Salvatori Rinaldi infortunata)
Ancora nel Seattle, con Ilaria tra Alia e Alessandra Nencioni.
Ce ne aveva parlato anche Alessandra Nencioni del Seattle di Cincotta, e mi stupisce sapere come in tante avete affrontato quest'avventura che per ragazze giovani come voi deve aver comportato una dose di coraggio e intraprendenza non comune. Dei tuoi ricordi in viola che ti dico? grazie e ancora grazie.
Nel Firenze di quell'epoca c'erano già astri nascenti come Alia Guagni e Giulia Orlandi, ma chi erano le veterane? e gli altri portieri con cui hai giocato, ce ne puoi ricordare qualcuna?
Ilaria e Alia
Come ho detto in precedenza la nostra squadra era formata da tante ragazze giovani quindi ne cito alcune ma non sono tanto veterane:Francesca Baglieri, Serena Patu, Martina Pitzus, Elena Bruno, Sara Colzi, Elisabeth Spina, Daria Nannelli (manchi tanto amica mia).
Mentre per quanto riguarda i portieri sono: Alice Valgimigli, Antonella Frediani, Kelly Strada, Miku Matsubayashi e anche se non ho giocato insieme a lei vorrei ricordare Michela Cupido, una persona con cui mi sono sempre allenata insieme e da cui ho imparato tantissimo (grande avversaria che militava nella Torres calcio femminile).
Certo quante campionesse che sono arrivate in viola in quegli anni, dovrebbero essere famose dappertutto, e purtroppo invece cominciano a scordarsele anche qua a Firenze, grazie per preservarne la memoria, noi tifosi viola dovremmo conoscere e amare tutte coloro che hanno onorato la maglia dell' Acf Firenze, che per me è ancora la più grande espressione calcistica femminile della città.
Dopo otto anni al Firenze, arriva per te l'unica squadra non toscana della tua carriera, l'Atletico Oristano; cosa puoi dirci della tua avventura isolana?
Comincio con il dirti che non avrei mai voluto lasciare Acf Firenze, era la mia squadra però per una serie di cose dovevo cambiare. Arrivarono tante proposte ma scelsi di scendere di categoria all’Atletico Oristano perché avevano un progetto importante ma soprattutto un allenatrice formidabile, Manuela Tesse, da cui ho veramente appreso tanto sia come giocatrice sia come allenatrice (devo dirà la verità cercavo in ogni suo allenamento di capire ogni suo esercizio anche con occhi diversi da quelli di una giocatrice). Peccato per la promozione non raggiunta per pochi punti, ma fu un esperienza bellissima .
Ilaria all'Oristano
Le persone sarde e la Sardegna sono quelle cose che o si amano o si adorano. Io sono rimasta innamorata di questa regione infatti ogni anno cerco di andare in vacanza e con alcune persone ho ancora un grande rapporto.
La Sardegna ha da sempre un rapporto speciale coi calciatori che onorano la maglia, o semplicemente sono accoglienti per natura, un qualcosa che sul continente si sta perdendo sempre più. E poi, "O si amano o si adorano"...che bella frase.
Dopo torni in Toscana, nel Castelfranco del mio amico Alessandro Pistolesi, al suo ultimo anno di esistenza prima di diventare Empoli ladies; cosa ci puoi dire della tua esperienza in Valdelsa?
A Castelfranco abbiamo creato un mix tra un gruppo giovane e un gruppo “veterano” che passo dopo passo sognava qualcosa di grande. Il primo anno non ci siamo riuscite per poco, ma il secondo si.
Con la gloriosa maglia del Castelfranco (questa formazione ve la potrei recitare tutta..)
Lì ho conosciuto un ambiente familiare formato da ragazze, staff, dirigenti e genitori fantastici .
Il brutto di quella parentesi empolese è solo a livello personale perché rimediai un brutto infortunio alla spalla, il primo della mia carriera , in un’amichevole a fine marzo a Monteboro. Per capire l’entità del mio infortunio ci vollero ben 6 mesi perché dalla risonanza non si riusciva a capire e poi per l’operazione altri 6 perché come sai, prima noi calciatrici non eravamo molto tutelate sotto l’aspetto infortuni. Insomma persi una stagione intera e non mi sono nemmeno goduta a pieno la promozione in serie A.
Ancora col Castelfranco.
Mi dispiace molto per la tua sfortuna, saresti senz'altro rimasta indelebile nella storia di questa squadra. Credo che il Castelfranco sia stato il capolavoro di Alessandro, non ne ho mai vista una partita ma la adoro lo stesso, mi piacciono tutte le maglie (ma quanto sono belle?) le rose che lo hanno composto, il passaggio a Empoli ladies è stato sicuramente un bene come per il Firenze che è diventato Fiorentina, ma sono comunque diventate versioni femminili di squadre già esistenti, e si è persa per sempre una squadra dalla fortissima identità, che però resterà nel mito del calcio femminile toscano che fu.
Dall'estate 2017 arriva per te la società nella quale militi ancora adesso, il Florentia che ora è diventato la nostra cara Sangi. Cosa ci puoi raccontare delle tue avventure prima in biancorosso e poi in neroverde?
Una radiosa Ilaria con la maglia del primo Florentia.
Quel giorno dell’estate 2017 lo ricordo come se fosse ieri: Tommaso Becagli, presidente dell’attuale Florentia San Gimignano, mi illustró la sua storia legata alla squadra che aveva creato, il suo progetto e la sua voglia di provare a vincere il campionato di serie B. E infine mi propose di andare a giocare per il Florentia. Mi colpì lui come persona, piena di amore per questo sport, un ragazzo umanamente fantastico e speciale. A lui sarò sempre riconoscente perché mi ha messo a disposizione tutto quello che una calciatrice “dovrebbe avere “. si può definire come un piccolo sogno che si stava realizzando!
Se ora ci penso, quello fu l'inizio di una delle storie più belle che il calcio femminile mi ha trasmesso.
Vincemmo il campionato da imbattute, mai una gara persa.
Vittoria del campionato.
Un' avventura da ricordare in rosso- bianco è sicuramente la finale play off a Pescara per accedere alla massima serie contro la Roma calcio femminile vinta da noi per 3-0 .
Play off vinti contro la Roma.
Emozioni indescrivibili davanti ad un tifo spaziale; tante persone a tifare tutte per noi non le avevo mai viste, ma mai dire mai perché lo stadio del Santa Lucia di San Gimignano ha saputo di nuovo sorprendermi.
Calorosissimo tifo neroverde.
Mentre in nero - verde quest’anno ci sono tanti momenti belli: iniziando dal primo vero ritiro a Moena di una settimana,
Ritiro a Moena.
alla presentazione in piazza a San Gimignano e poi infine ma non infine le partite vinte con Roma e Milan e il pareggio con la capolista Juventus.
Momenti leggendari targati Sangi (io sono dietro da qualche parte)
Tre partite con un tifo come dicevo prima stratosferico: stadio completamente pieno .
Io c'ero, io c'ero, e a tutte e tre!! Guarda, poche cose mi gasano di più che tifare Sangi al Santa Lucia, una realtà unica, mi piace da morire arrivare in larghissimo anticipo, vedervi arrivare tutte insieme a piedi, mandarvi un saluto con la mano dalla panchina sulla strada (magari mi avrai pure notato, col mio zaino grigio...) salutare anche il pullman della squadra ospite, poi avviarsi alle tribune, osservare il fermento dei volontari del Mercato al campo che sempre preparano prelibatezze fantastiche, i bambini, tanti bambini, che tifano per voi...non sai quanto mi mancano il Santa Lucia e la campagna di San Gimignano, riesce a essere bella e verde anche a dicembre, è incredibile. Venire a tifare Sangi è un qualcosa di unico, auguro a tutti di concedersi presto questo grande piacere.
Volevo chiederti come è stato per te scoprire la nuova realtà San Gimignanese del Florentia; i primi impatti col Santa Lucia, coi vostri nuovi tifosi di un paese che vi ha letteralmente adottato e allo stadio vi segue con una passione travolgente. Che ci racconti in merito?
Vedere tanti bambini che a fine partita ti chiedono un autografo pieni di felicità o addirittura indossano la tua maglia da gioco, oltre agli adulti con sciarpe e bandiere a fare il tifo, credo che siano momenti che restano impresse nella mente, o almeno nella mia sicuramente.
Generazioni di tifosi.
E' vero, e sinceramente questo miracolo dei bambini entusiasti lo vedo solo al Santa Lucia, è un veramente bellissimo stadio-parco dove tutti, dai bambini agli ottuagenari, possono essere felici.
Ilaria, hai alle spalle una carriera lunga e prestigiosa, e di belle parate ne avrai fatte moltissime, ma qual è quella che consideri la più bella e/o la più importante, quella a cui ripensi quando ti abbandoni ai ricordi?
Il bello di questo ruolo , il ruolo del portiere è proprio quello di essere particolari in tutto ciò che facciamo e le parate sono diciamo una costante di ogni match e quindi ne ricordo tantissime collegate alle stesse partite. Forse la più bella perché mi scattarono anche una foto è quella nel derby tra Siena - Acf Firenze in una punizione battuta al limite dell’area da Jessica Migliorini, attaccante della squadra avversaria: lei aveva un sinistro magico e io volai con la mano di richiamo sinistra a toccare il pallone che mandai sulla traversa e le negai la gioia del goal e quello che sarebbe stato il loro vantaggio.
Paratone impossibile da due prospettive diverse.
Wow, mi sembra di vederti!!
Ti sarai senz'altro misurata con molte delle attaccanti più forti degli ultimi 15 anni; quali sono state le più temibili, quelle che ti hanno fatto più soffrire ma al tempo stesso è stato più bello negare la gioia del goal?
Le più temibili sono state sicuramente Patrizia Panico, Pamela Conti , Sandy Iannella (Tutte giocatrici della grande Torres) e poi aggiungo Valentina Boni, Cristiana Girelli e Valentina Cernoia . Anche se non è un attaccante vorrei anche menzionare Elisabetta Tona (mio attuale mister) che creava sempre un pericolo su colpo di testa su ogni punizione o calcio d’angolo.
Elisabetta Tona trasmette una grinta dalla panchina che a volte investe come un vento sferzante la tribuna alle sue spalle e la fa tremare, una vera donna di calcio che mi incute un rispetto incredibile, quasi reverenza, solo Rita Guarino mi fa la stessa impressione.
Laura Giuliani, Katja Schroffenegger, Rachele Baldi e Francesca Durante, questi i portieri attualmente in ottica nazionale; sono effettivamente le più forti o ne aggiungeresti qualcun'altra?
Io inserirei anche Amanda Tampieri, quest'anno a mio avviso è cresciuta veramente tanto giorno dopo giorno in ogni allenamento.
Guarda, non mi far iniziare a parlare di Amanda Tampieri, io stravedo per lei, è stata gigantesca sia con la Roma che col Milan e poi mamma mia, quella parata a Sassuolo su colpo di testa di Sabatino io credo sia una delle cose più belle mai viste nel femminile..ok, la smetto qua perchè sarà la decima volta che ne parlo sul blog e sennò poi la stessa Amanda se legge mi manda da qualche parte...però stavolta non ho cominciato io eh.
Passiamo adesso a un aspetto di Ilaria donna di calcio che mi piacerebbe molto approfondire; so che sei allenatrice dell'under 15 femminile della Sangi. Per favore, raccontaci della tua avventura da Mister.
È sette anni che alleno ed è due anni che ho la fortuna di poter allenare insieme a Carlo Martinucci l’under 15 del Florentia; prima ho sempre allenato bambini di massimo 10 anni in una scuola calcio: sono due esperienze totalmente diverse ma entrambi molto gratificanti.
Ilaria coi suoi piccoli calciatori.
Per questo apro una parentesi ringraziando tantissimo la mia società poiché mi sta dando la possibilità di far parte del loro progetto di settore giovanile e per tutto quello che sta realizzando per queste ragazze giovani (tante di loro sono certa che sentiremo parlare fra qualche anno). Proprio per i recenti risultati negativi delle nazionali giovanili italiane forse si dovrebbe valorizzare di più le nostre giovani calciatrici dandole più possibilità nelle prime squadre rispetto alle tante giocatrici straniere che troviamo in ogni campionato. Niente di personale però dobbiamo un po' rilanciare il calcio italiano in generale infatti lo penso anche per il calcio maschile.
Ritornando a noi, il gioco del calcio è sempre quello e quindi il modo di allenare è uguale però la perseveranza, l’impegno che ci mettono in ogni allenamento queste ragazze è molto superiore a quello che vedo in alcuni allenamenti di ragazzi della stessa età. La donna ha come indole quello di migliorarsi costantemente e cercare ogni giorno di provare a imparare qualcosa di nuovo (non dico che nel ragazzo non ci sia però nella ragazza è più accentuata).
Allenare nel calcio giovanile credo che sia una cosa splendida perchè è il momento in cui provi e cerchi di formare un atleta a 360 gradi, in primis la persona. Per quanto mi riguarda il momento ludico nella proposta di allenamento non deve mai mancare perché dobbiamo ricordarci che il calcio è un gioco, e nel gioco dobbiamo divertirsi. “Più mi diverto più imparo"
Condivido in pieno le tue riflessioni,specialmente l'ultima frase che dovrebbero fare propria sia gli allenatori che tutti quei genitori che pensano di avere in casa un piccolo Messi o una piccola Guagni provocando nei figli e nelle figlie una pressione psicologica che impedisce proprio loro di divertirsi. E poi concordo anche sulla perseveranza, noi ragazzi quando giocavo io eravamo tendenzialmente pigri, indolenti, mentre noi ci fermavamo le nostre compagne di scuola che giocavano a pallavolo (l'unico sport concesso alle bambine in provincia di Pistoia oltre al nuoto, in pratica....speriamo adesso le cose siano cambiate) andavano avanti, spesso fino all'età adulta.
Il tuo momento da ricordare come allenatrice, l'istantanea per adesso da incorniciare?
Se posso incornicio due momenti recenti :
Maggio 2019 - vittoria in coppa Toscana contro la Fiorentina - una bella partita tirata fino all’ultimo minuto ed è davvero bello vedere la gioia e la felicità nei volti delle ragazze quando vedi realizzare un loro piccolo sogno .
La coppa di Toscana è biancorossa.
Novembre 2019 - goal 1-0 del nostro capitano Irene Barsali sempre contro la Fiorentina: appena la palla entra in rete, lei insieme a tutte le sue compagne in campo vennero ad abbracciare le altre compagne in panchina. Qui ho capito che avrei avuto un grande gruppo e infatti durante la stagione me lo hanno confermato.
Dopo il goal di Irene Barsali.
La Florentia San Gimignano è una famiglia in tutte le sue squadre ed è questa la nostra forza : IL GRUPPO.
Posso aggiungere una sola cosa? che se fossi un genitore con una figlia che ama il calcio vorrei tanto che avesse un'allenatrice come te, perchè sei una persona che ha vissuto e vive il campo ad alti livelli ed hai esperienza e sensibilità.
Ultima domanda; secondo te queste ragazze che alleni potranno entrare nelle prime squadre già da professioniste, o ci vorrà ancora molto tempo? quali obiettivi vedi realisticamente più alla portata per il movimento?
Il calcio femminile in questi ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale.
Io spero che nel giro di due anni massimo ( anche se spero nell’immediato) il calcio femminile almeno di serie A possa diventare professionista con tutte le sue tutele previdenziali e contributive.
Quindi la mia risposta è spero di sì, spero che tutti i sacrifici fatti da noi “veterane” è da chiunque ha fatto in precedenza questo sport possano tutelare in futuro almeno queste ragazze giovani.
Alla fine siamo professioniste di fatto, allenandosi in egual modo come i nostri colleghi uomini ma manca la tutela legale a tutti gli effetti e in questo la Figc credo che dovrà aiutare il movimento femminile.
Per quanto riguarda la mia società che non è legata ad una squadra maschile professionistica spero che un giorno possiamo far capire che non sempre una squadra femminile “per sopravvivere “ si deve unire ad una società maschile ma potrebbe essere anche il contrario cioè che una squadra femminile incorpora una squadra maschile.
Perché alla fine il calcio, lo sport in generale, è uguale per tutti senza distinzione di sesso.
Queste tue ultime parole sono da sottoscrivere col sangue, da incidere sulle pareti di quella FIGC che ancora non vi ha riconosciuto ciò che meritate, e anzi a volte vi tratta si da "professioniste" ma solo per i doveri e non per i diritti. E poi è vero, non è sempre indispensabile, per prosperare, essere legati a una società maschile, basta avere un progetto serio come quello della Florentia San Gimignano, che in questa stagione ha sempre onorato l'impegnativo proclama che si può leggere al Santa Lucia dalle tribune "La più bella storia del calcio femminile" che adesso, con il quinto posto attuale in classifica e tante epiche partite contro le grandi, non fa sogghignare più nessuno, è una realtà unica nel calcio italiano, non solo femminile.
Ilaria vi saluta ribadendo la sua appartenenza alla causa Sangi.
Ma sono persone come te, Ilaria, con la tua bravura, la tua esperienza, la tua intelligenza e il tuo cuore che permettono ai sogni di tramutarsi in splendide realtà ,il calcio Toscano ti deve molto e tu lo stai onorando nel presente dopo averne scritto la storia in passato. Grazie per l'onore che hai fatto a questo blog, Ilaria, è stato un vero piacere avere qui una donna di calcio come te, spero di vederti finalmente giocare una partita, e anche di vedere un match delle tue Under 15, perchè se voi avrete ricominciato a giocare e io e tantissimi altri potremo fare di nuovo parte della tribuna del Santa Lucia allora beh, quello sarà proprio un gran bel giorno per tutti.