domenica 31 maggio 2020

LE PROTAGONISTE; ILARIA LEONI


Di lei ti arriva prima di tutto il sorriso cordiale e  gli occhi che risplendono, poi la gentilezza, la determinazione, l'umiltà di chi accetta un ruolo da terzo portiere pur di fare spogliatoio ed essere importante per una società, la Florentia San Gimignano, alla quale Ilaria sta dando molto da tre stagioni.

Ilaria Leoni si presenta

Ho sempre sognato di ospitare Ilaria Leoni nel mio progetto, per i racconti che mi fanno di lei le sue ex compagne che ho avuto la fortuna di conoscere e gli addetti ai lavori che si sono trovati in contatto con lei, quei veri orgogli del calcio Fiorentino e toscano che sono i fiori all'occhiello di tutto il mio progetto, che hanno onorato maglie leggendarie come quelle di ACF Firenze e Castelfranco, con talento e con serietà mista a passione vera.
Ma ora, cari amiche e amici de "Il Viola e il Rosa" godiamoci le parole di Ilaria, portiere di grande esperienza a anche allenatrice, figura di calcio esemplare che ha accettato di raccontarsi per noi;

Ciao Ilaria, ti va innanzitutto di presentarti, per quei pochi che ancora non ti conoscessero?

Sono nata 8 febbraio 1989 a Bagno a Ripoli ( FI), gioco come portiere nel Florentia San Gimignano squadra che milita in serie A ed alleno l'under 15 della medesima squadra.

Parliamo di Ilaria bambina; come hai iniziato a tirare i primi calci al pallone, e grazie a chi? hai iniziato anche tu in squadre maschili? se si, che rapporto avevi coi tuoi compagnucci dell'epoca?

Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 9 anni in una squadra maschile a pochi passi da casa mia , la Rondinella Impruneta (il campo attualmente chiamato Gino Bozzi).
Ho sempre avuto un bel rapporto con i miei compagni di squadra anche perché tanti di loro sono stati miei compagni di scuola alle elementari e forse è proprio lì che ho iniziato a tirare due calci ad un pallone, nelle ore di ricreazione, quel pallone che la maggior parte delle volte era costruito da una bottiglietta di plastica schiacciata o da una pallina di carta e scotch fatta a mano.

In questa foto e nella seguente; i primi passi di una campionessa.

La mia fortuna è stata anche quella che all’uscita di scuola i miei genitori o mia nonna mi accompagnavano sempre al giardino pubblico adiacente alla scuola dove c’è un campetto da calcio. Puoi immaginare che lì stavo ore su ore a giocare a calcio con mio fratello (4 anni più piccolo di me), con amici o a volte con bambini incontrati lì per lì: insomma il famoso “gioco di strada” che negli ultimi anni FIGC e scuola allenatori stanno promuovendo (purtroppo ora non c’è più la cultura di esso perché ci sono troppe paure da parte dei genitori ).
Ritornando alla domanda, il rapporto con i miei compagni è stato splendido forse perché eravamo un gruppo veramente forte; poche squadre in quegli anni riuscivano a batterci e proprio per questo loro avevano una grande stima nei miei confronti e io per loro (ai bambini/ragazzi non importa se sei femmina o maschio, L’ importante che giochi bene).



Beh, iniziamo proprio bene Ilaria; prima mi hai fatto commuovere con la pallina di carta e scotch (ma anche la bottiglietta schiacciata era un must, anche se il meglio del meglio era l'Estathe compresso, pareva un dischetto da Hockey!!) poi hai praticamente risposto a tutti i quesiti sui benefici del calcio di strada che ogni tanto pongo sul blog. Grazie per tutte queste emozioni.
Hai sempre giocato come portiere o ti sei adattata successivamente al ruolo?
Inizialmente giocavo fuori porta, il mister ci faceva girare nei ruoli (come ogni scuola calcio dovrebbe fare), ma quando arrivò  il mio turno in porta non mi levarono più e nemmeno io volevo più staccarmi da quei 2 pali e una traversa.

Per la fortuna di tutte le squadre in cui hai militato.
So che il tuo percorso nel femminile inizia in maglia viola, quella prestigiosa del Firenze 1979 di Andrea Guagni; ci puoi dire qualcosa del tuo percorso nel Firenze, dalle giovanili alla prima squadra? I lettori di fede viola non aspettano altro…


Mi ricordo che il passaggio dal maschile al femminile non fu facile per me proprio perché nella mia vecchia squadra stavo benissimo e soprattutto non sapevo nemmeno dell’esistenza di squadre femminili. Molti dirigenti dell’ACF Firenze vennero a vedermi molte volte durante quella che sarebbe stata la mia ultima stagione nella Rondinella e mi invitarono al loro ritiro estivo per farmi conoscere l’ambiente.Non ero molto convinta ma accettai l’invito. Fui inserita nel gruppo Allieve, era un gruppo formato da varie annate dal 85 al 88, io ero la più piccola, ma forse è proprio per questo che accettai questa sfida con conseguente cambio di squadra.

Le allieve dell'ACF Firenze

Quella squadra era composta da giocatrici veramente forti con grande qualità tecniche e fisiche , due di queste sono Alia Guagni e Giulia Orlandi. Con questo gruppo vinsi tutto a livello giovanile ( campionato allieve regionale;coppa Toscana regionale; campionato primavera anche se poi con un ricorso fuori dal campo ce lo levarono).E per quanto mi riguarda in rappresentativa Toscana under 15 ho avuto la fortuna di essere campione d’Italia,

Vittoria con la  rappresentativa toscana under 15


e subito poco dopo ho avuto diverse chiamate in nazionale under 17 e under 19.

Torneo portoghese con la nazionale under 17

Fui inserita nella rosa della prima squadra che militava in serie A2 a 15 anni, come me quasi tutte le altre ragazze del settore giovanile furono aggregate.
Ovviamente non partivo titolare ma dopo due giornate mi ritrovai ad esserlo.
Devo essere sincera forse per l’età o forse per la spensieratezza che avevo non ho mai sentito grande ansia e grande pressione addosso.

Un Firenze particolarmente stratosferico.

Alla terza stagione di serie A2 conquistammo la serie A a Perugia e credo che quel momento non lo scorderò mai.

Serie A festeggiata al Franchi.

Una delle stagioni più belle per me rimarrà sicuramente la stagione del 2012-2013 dove vincemmo con il grande Bardolino e dove pareggiammo con il super Brescia. 

Festeggiando il gran punto a Brescia.

Essa si concluse con la chiamata per andare a giocare in America nel campionato estivo con Ac Seattle guidata da uno dei mister che reputo migliori di Italia, Mister Cincotta ( vittoria del campionato WPSL NORTHWEST). Un esperienza che auguro di fare a chiunque !

Avventura a Seattle (a destra anche Alia e Deborah Salvatori Rinaldi infortunata)

Ancora nel Seattle, con Ilaria tra Alia e Alessandra Nencioni.


Ce ne aveva parlato anche Alessandra Nencioni del Seattle di Cincotta, e mi stupisce sapere come in tante avete affrontato quest'avventura che per ragazze giovani come voi deve aver comportato una dose di coraggio e intraprendenza non comune. Dei tuoi ricordi in viola che ti dico? grazie e ancora grazie.
Nel Firenze di quell'epoca c'erano già astri nascenti come Alia Guagni e Giulia Orlandi, ma chi erano le veterane? e gli altri portieri con cui hai giocato, ce ne puoi ricordare qualcuna?

Ilaria e Alia


Come ho detto in precedenza la nostra squadra era formata da tante ragazze giovani quindi ne cito alcune ma non sono tanto veterane:Francesca Baglieri, Serena Patu, Martina Pitzus, Elena Bruno, Sara Colzi, Elisabeth Spina, Daria Nannelli (manchi tanto amica mia).

Mentre per quanto riguarda i portieri sono: Alice Valgimigli, Antonella Frediani, Kelly Strada, Miku Matsubayashi e anche se non ho giocato insieme a lei vorrei ricordare Michela Cupido, una persona con cui mi sono sempre allenata insieme e da cui ho imparato tantissimo (grande avversaria che militava nella Torres calcio femminile).

Certo quante campionesse che sono arrivate in viola in quegli anni, dovrebbero essere famose dappertutto, e purtroppo invece cominciano a scordarsele anche qua a Firenze, grazie per preservarne la memoria, noi tifosi viola dovremmo conoscere e amare tutte coloro che hanno onorato la maglia dell' Acf Firenze, che per me è ancora la più grande espressione calcistica femminile della città.
Dopo otto anni al Firenze, arriva per te l'unica squadra non toscana della tua carriera, l'Atletico Oristano; cosa puoi dirci della tua avventura isolana?

Comincio con il dirti che non avrei mai voluto lasciare Acf Firenze, era la mia squadra però per una serie di cose dovevo cambiare. Arrivarono tante proposte ma scelsi di scendere di categoria all’Atletico Oristano perché avevano un progetto importante ma soprattutto un allenatrice formidabile, Manuela Tesse, da cui ho veramente appreso tanto sia come giocatrice sia come allenatrice (devo dirà la verità cercavo in ogni suo allenamento di capire ogni suo esercizio anche con occhi diversi da quelli di una giocatrice). Peccato per la promozione non raggiunta per pochi punti, ma fu un esperienza bellissima .

Ilaria all'Oristano

Le persone sarde e la Sardegna sono quelle cose che o si amano o si adorano. Io sono rimasta innamorata di questa regione infatti ogni anno cerco di andare in vacanza e con alcune persone ho ancora un grande rapporto.

La Sardegna ha da sempre un rapporto speciale coi calciatori che onorano la maglia, o semplicemente sono accoglienti per natura, un qualcosa che sul continente si sta perdendo sempre più. E poi, "O si amano o si adorano"...che bella frase.
Dopo torni in Toscana, nel Castelfranco del mio amico Alessandro Pistolesi, al suo ultimo anno di esistenza prima di diventare Empoli ladies; cosa ci puoi dire della tua esperienza in Valdelsa?

A Castelfranco abbiamo creato un mix tra un gruppo giovane e un gruppo “veterano” che passo dopo passo sognava qualcosa di grande. Il primo anno non ci siamo riuscite per poco, ma il secondo si.

Con la gloriosa maglia del Castelfranco (questa formazione ve la potrei recitare tutta..)

Lì ho conosciuto un ambiente familiare formato da ragazze, staff, dirigenti e genitori fantastici .
Il brutto di quella parentesi empolese è solo a livello personale perché rimediai un brutto infortunio alla spalla, il primo della mia carriera , in un’amichevole a fine marzo a Monteboro. Per capire l’entità del mio infortunio ci vollero ben 6 mesi perché dalla risonanza non si riusciva a capire e poi per l’operazione altri 6 perché come sai, prima noi calciatrici non eravamo molto tutelate sotto l’aspetto infortuni. Insomma persi una stagione intera e non mi sono nemmeno goduta a pieno la promozione in serie A.

Ancora col Castelfranco.


Mi dispiace molto per la tua sfortuna, saresti senz'altro rimasta  indelebile nella storia di questa squadra. Credo che il Castelfranco sia stato il capolavoro di Alessandro, non ne ho mai vista una partita ma la adoro lo stesso, mi piacciono tutte le maglie (ma quanto sono belle?) le rose che lo hanno composto, il passaggio a Empoli ladies è stato sicuramente un bene come per il Firenze che è diventato Fiorentina, ma sono comunque diventate versioni femminili di squadre già esistenti, e si è persa per sempre una squadra dalla fortissima identità, che però resterà nel mito del calcio femminile toscano che fu.

Dall'estate 2017 arriva per te la società nella quale militi ancora adesso, il Florentia che ora è diventato la nostra cara Sangi. Cosa ci puoi raccontare delle tue avventure prima in biancorosso e poi in neroverde?

Una radiosa Ilaria con la maglia del primo Florentia.

Quel giorno dell’estate 2017 lo ricordo come se fosse ieri: Tommaso Becagli, presidente dell’attuale Florentia San Gimignano, mi illustró la sua storia legata alla squadra che aveva creato, il suo progetto e la sua voglia di provare a vincere il campionato di serie B. E infine mi propose di andare a giocare per il Florentia. Mi colpì lui come persona, piena di amore per questo sport, un ragazzo umanamente fantastico e speciale. A lui sarò sempre riconoscente perché mi ha messo a disposizione tutto quello che una calciatrice “dovrebbe avere “. si può definire come un piccolo sogno che si stava realizzando!
Se ora ci penso, quello fu l'inizio di una delle storie più belle che il calcio femminile mi ha trasmesso.
Vincemmo il campionato da imbattute, mai una gara persa.

Vittoria del campionato.


Un' avventura da ricordare in rosso- bianco è sicuramente la finale play off a Pescara per accedere alla massima serie contro la Roma calcio femminile vinta da noi per 3-0 .

Play off vinti contro la Roma.

Emozioni indescrivibili davanti ad un tifo spaziale; tante persone a tifare tutte per noi non le avevo mai viste, ma mai dire mai perché lo stadio del Santa Lucia di San Gimignano ha saputo di nuovo sorprendermi.

                                                         Calorosissimo tifo neroverde.

Mentre in nero - verde quest’anno ci sono tanti momenti belli: iniziando dal primo vero ritiro a Moena di una settimana, 

Ritiro a Moena.

alla presentazione in piazza a San Gimignano e poi infine ma non infine le partite vinte con Roma e Milan e il pareggio con la capolista Juventus.

Momenti leggendari targati Sangi (io sono dietro da qualche parte)

Tre partite con un tifo come dicevo prima stratosferico: stadio completamente pieno .

Io c'ero, io c'ero, e a tutte e tre!!  Guarda, poche cose mi gasano di più che tifare Sangi al Santa Lucia, una realtà unica, mi piace da morire arrivare in larghissimo anticipo, vedervi arrivare tutte insieme a piedi, mandarvi un saluto con la mano dalla panchina sulla strada (magari mi avrai pure notato, col mio zaino grigio...) salutare anche il pullman della squadra ospite, poi avviarsi alle tribune, osservare il fermento dei volontari del Mercato al campo che sempre preparano prelibatezze fantastiche, i bambini, tanti bambini, che tifano per voi...non sai quanto mi mancano il Santa Lucia e la campagna di San Gimignano, riesce a essere bella e verde anche a dicembre, è incredibile. Venire a tifare Sangi è un qualcosa di unico, auguro a tutti di concedersi presto questo grande piacere.
  Volevo chiederti come è stato per te scoprire la nuova realtà San Gimignanese del Florentia; i primi impatti col Santa Lucia, coi vostri nuovi tifosi di un paese che vi ha letteralmente adottato e allo stadio vi segue con una passione travolgente. Che ci racconti in merito?


 Credo di aver detto molto nella domanda sopra però aggiungo dicendo che è bello vedere che tante persone di ogni età ( bambini/e, ragazzi/e, adulti e persone di una certa età ) ci seguono così costantemente e così appassionatamente.
Vedere tanti bambini che a fine partita ti chiedono un autografo pieni di felicità o addirittura indossano la tua maglia da gioco, oltre agli adulti con sciarpe e bandiere a fare il tifo, credo che siano momenti che restano impresse nella mente, o almeno nella mia sicuramente.

Generazioni di tifosi.


E' vero, e sinceramente questo miracolo dei bambini entusiasti lo vedo solo al Santa Lucia, è un veramente bellissimo stadio-parco dove tutti, dai bambini agli ottuagenari, possono essere felici.
Ilaria, hai alle spalle una carriera lunga e prestigiosa, e di belle parate ne avrai fatte moltissime, ma qual è quella che consideri la più bella e/o la più importante, quella a cui ripensi quando ti abbandoni ai ricordi?

Il bello di questo ruolo , il ruolo del portiere è proprio quello di essere particolari in tutto ciò che facciamo e le parate sono diciamo una costante di ogni match e quindi ne ricordo tantissime collegate alle stesse partite. Forse la più bella perché mi scattarono anche una foto è quella nel derby tra Siena - Acf Firenze in una punizione battuta al limite dell’area da Jessica Migliorini, attaccante della squadra avversaria: lei aveva un sinistro magico e io volai con la mano di richiamo sinistra a toccare il pallone che mandai sulla traversa e le negai la gioia del goal e quello che sarebbe stato il loro vantaggio.


Paratone impossibile da due prospettive diverse.


Wow, mi sembra di vederti!!
Ti sarai senz'altro misurata con molte delle attaccanti più forti degli ultimi 15 anni; quali sono state le più temibili, quelle che ti hanno fatto più soffrire ma al tempo stesso è stato più bello negare la gioia del goal?

Le più temibili sono state sicuramente Patrizia Panico, Pamela Conti , Sandy Iannella (Tutte giocatrici della grande Torres) e poi aggiungo Valentina Boni, Cristiana Girelli e Valentina Cernoia . Anche se non è un attaccante vorrei anche menzionare Elisabetta Tona (mio attuale mister) che creava sempre un pericolo su colpo di testa su ogni punizione o calcio d’angolo.

Elisabetta Tona trasmette una grinta dalla panchina che a volte investe come un vento sferzante la tribuna alle sue spalle e la fa tremare, una vera donna di calcio che mi incute un rispetto incredibile, quasi reverenza, solo Rita Guarino mi fa la stessa impressione.
Laura Giuliani, Katja Schroffenegger, Rachele Baldi e Francesca Durante, questi i portieri attualmente in ottica nazionale; sono effettivamente le più forti o ne aggiungeresti qualcun'altra?

Io inserirei anche Amanda Tampieri, quest'anno a mio avviso è cresciuta veramente tanto giorno dopo giorno in ogni allenamento.

Guarda, non mi far iniziare a parlare di Amanda Tampieri, io stravedo per lei, è stata gigantesca sia con la Roma che col Milan e poi mamma mia, quella parata a Sassuolo su colpo di testa di Sabatino io credo sia una delle cose più belle mai viste nel femminile..ok, la smetto qua perchè sarà la decima volta che ne parlo sul blog e sennò poi la stessa Amanda se legge mi manda da qualche parte...però stavolta non ho cominciato io eh.
Passiamo adesso a un aspetto di Ilaria donna di calcio che mi piacerebbe molto approfondire; so che sei allenatrice dell'under 15 femminile della Sangi. Per favore, raccontaci della tua avventura da Mister.

È sette anni che alleno ed è due anni che ho la fortuna di poter allenare insieme a Carlo Martinucci l’under 15 del Florentia; prima ho sempre allenato bambini di massimo 10 anni in una scuola calcio: sono due esperienze totalmente diverse ma entrambi molto gratificanti.

Ilaria coi suoi piccoli calciatori.

Per questo apro una parentesi ringraziando tantissimo la mia società poiché mi sta dando la possibilità di far parte del loro progetto di settore giovanile e per tutto quello che sta realizzando per queste ragazze giovani (tante di loro sono certa che sentiremo parlare fra qualche anno). Proprio per i recenti risultati negativi delle nazionali giovanili italiane forse si dovrebbe valorizzare di più le nostre giovani calciatrici dandole più possibilità nelle prime squadre rispetto alle tante giocatrici straniere che troviamo in ogni campionato. Niente di personale però dobbiamo un po' rilanciare il calcio italiano in generale infatti lo penso anche per il calcio maschile.
Ritornando a noi, il gioco del calcio è sempre quello e quindi il modo di allenare è uguale però la perseveranza, l’impegno che ci mettono in ogni allenamento queste ragazze è molto superiore a quello che vedo in alcuni allenamenti di ragazzi della stessa età. La donna ha come indole quello di migliorarsi costantemente e cercare ogni giorno di provare a imparare qualcosa di nuovo (non dico che nel ragazzo non ci sia però nella ragazza è più accentuata).
Allenare nel calcio giovanile credo che sia una cosa splendida perchè è il momento in cui provi e cerchi di formare un atleta a 360 gradi, in primis la persona. Per quanto mi riguarda il momento ludico nella proposta di allenamento non deve mai mancare perché dobbiamo ricordarci che il calcio è un gioco, e nel gioco dobbiamo divertirsi. “Più mi diverto più imparo"

Condivido in pieno le tue riflessioni,specialmente l'ultima frase che dovrebbero fare propria sia gli allenatori che tutti quei genitori che pensano di avere in casa un piccolo Messi o una piccola Guagni provocando nei figli e nelle figlie una pressione psicologica che impedisce proprio loro di divertirsi. E poi concordo anche sulla perseveranza, noi ragazzi quando giocavo io eravamo tendenzialmente pigri, indolenti, mentre noi ci fermavamo le nostre compagne di scuola che giocavano a pallavolo (l'unico sport concesso alle bambine in provincia di Pistoia oltre al nuoto, in pratica....speriamo adesso le cose siano cambiate) andavano avanti, spesso fino all'età adulta.
 Il tuo momento da ricordare come allenatrice, l'istantanea per adesso da incorniciare?

Se posso incornicio due momenti recenti :
Maggio 2019 - vittoria in coppa Toscana contro la Fiorentina - una bella partita tirata fino all’ultimo minuto ed è davvero bello vedere la gioia e la felicità nei volti delle ragazze quando vedi realizzare un loro piccolo sogno .

La coppa di Toscana è biancorossa.

Novembre 2019 - goal 1-0 del nostro capitano Irene Barsali sempre contro la Fiorentina: appena la palla entra in rete, lei insieme a tutte le sue compagne in campo vennero ad abbracciare le altre compagne in panchina. Qui ho capito che avrei avuto un grande gruppo e infatti durante la stagione me lo hanno confermato.

Dopo il goal di Irene Barsali.

La Florentia San Gimignano è una famiglia in tutte le sue squadre ed è questa la nostra forza : IL GRUPPO.

Posso aggiungere una sola cosa? che se fossi un genitore con una figlia che ama il calcio vorrei tanto che avesse un'allenatrice come te, perchè sei una persona che ha vissuto e vive il campo ad alti livelli ed hai esperienza e sensibilità.
Ultima domanda; secondo te queste ragazze che alleni potranno entrare nelle prime squadre già da professioniste, o ci vorrà ancora molto tempo? quali obiettivi vedi realisticamente più alla portata per il movimento?

Il calcio femminile in questi ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale.
Io spero che nel giro di due anni massimo ( anche se spero nell’immediato) il calcio femminile almeno di serie A possa diventare professionista con tutte le sue tutele previdenziali e contributive.
Quindi la mia risposta è spero di sì, spero che tutti i sacrifici fatti da noi “veterane” è da chiunque ha fatto in precedenza questo sport possano tutelare in futuro almeno queste ragazze giovani.
Alla fine siamo professioniste di fatto, allenandosi in egual modo come i nostri colleghi uomini ma manca la tutela legale a tutti gli effetti e in questo la Figc credo che dovrà aiutare il movimento femminile.
Per quanto riguarda la mia società che non è legata ad una squadra maschile professionistica spero che un giorno possiamo far capire che non sempre una squadra femminile “per sopravvivere “ si deve unire ad una società maschile ma potrebbe essere anche il contrario cioè che una squadra femminile incorpora una squadra maschile.
Perché alla fine il calcio, lo sport in generale, è uguale per tutti senza distinzione di sesso.

Queste tue ultime parole sono da sottoscrivere col sangue, da incidere sulle pareti di quella FIGC che ancora non vi ha riconosciuto ciò che meritate, e anzi a volte vi tratta si da "professioniste" ma solo per i doveri e non per i diritti. E poi è vero, non è sempre indispensabile, per prosperare, essere legati a una società maschile, basta avere un progetto serio come quello della Florentia San Gimignano, che in questa stagione ha sempre onorato l'impegnativo proclama che si può leggere al Santa Lucia dalle tribune "La più bella storia del calcio femminile" che adesso, con il quinto posto attuale in classifica e tante epiche partite contro le grandi, non fa sogghignare più nessuno, è una realtà unica nel calcio italiano, non solo femminile.

Ilaria vi saluta ribadendo la sua appartenenza alla causa Sangi.

Ma sono persone come te, Ilaria, con la tua bravura, la tua esperienza, la tua intelligenza e il tuo cuore che permettono ai sogni di tramutarsi in splendide realtà ,il calcio Toscano ti deve molto e tu lo stai onorando nel presente dopo averne scritto la storia in passato. Grazie per l'onore che hai fatto a questo blog, Ilaria, è stato un vero piacere avere qui una donna di calcio come te, spero di vederti finalmente giocare una partita, e anche di vedere un match delle tue Under 15, perchè se voi avrete ricominciato a giocare e io e tantissimi altri potremo fare di nuovo parte della tribuna del Santa Lucia allora beh, quello sarà proprio un gran bel giorno per tutti.




venerdì 29 maggio 2020

SAN GIOVANNI CALCIO A 5 STORY; ILARIA CIOFINI, UNA VITA DA MEDIANA.


Di Ilaria Ciofini, appena la conosci anche solo virtualmente, ti arriva subito la simpatia, il dinamismo, la voglia di fare e di mettersi in gioco nella vita come sul campo. Poi leggendo le sue risposte scopri tante belle storie, tanta vita sportiva vissuta stagione dopo stagione e stagione dopo stagione amata, e adesso che il suo presente è quello di centrale del San Giovanni calcio a 5, la realtà che davvero amo raccontare attraverso chi lo rende meravigliosa partita dopo partita, Ilaria ci ha raccontato il suo oggi e tutto il suo ieri con la generosità tipica di tutte le intervistate del San Giovanni, forse per appartenenza, forse perchè innamorate della loro squadra, queste interviste sono meravigliose, un roseto a parte nel giardino di questo progetto.

Ilaria Ciofini si presenta..con un po' di mistero.


Ma ora veniamo a Ilaria e ai suoi racconti, con me che in casi come questi mi limito ad accompagnare, al dare il la a un palpitante concerto di vita.

Ciao Ilaria, lasciami esprimere ancora il piacere di averti su "Il viola e il rosa" vuoi innanzitutto presentarti ai lettori? E chi, o cosa, ti ha fatto innamorare del pallone?

Ciao Omar, innanzitutto volevo ringraziarti per questa intervista e per avermi dato l'occasione di raccontarmi un po'. Mi chiamo Ilaria Ciofini e beh, che dire..la mia storia calcistica è iniziata da circa 15 anni. Dunque partiamo dall'inizio come mi chiedi. No ho iniziato in realtà in età piuttosto matura, ovvero a 19 anni. Prima di quel momento la mia esperienza calcistica era stata nei parchi  contro i ragazzi. Però per ben cinque anni in  fase adolescenziale avevo praticato un altro sport ovvero la pallamano. Sono approdata al calcio da grandicella, avevo sempre avuto la passione per questo sport grazie a mio padre che fin da piccola mi ha insegnato i primi "rudimenti" se così si può dire. Ricordo ancora oggi dei pomeriggi invernali infiniti in cui non essendoci altri bambini al parco con cui giocare lui si metteva lì ad insegnarmi a colpire di collo o di piatto. Devo a lui questa passione e anche se penso che nella formazione di una bambina giocare nei settori giovanili coi maschi l'aiuti estremamente a formarsi come giocatrice. D'altro canto penso che ci voglia anche un'esperienza al di fuori di essa, in quanto può  aiutarla a diventare meno omologata ed a sviluppare un'istintività da riportare in futuro al di fuori da schemi e tatticismi.   

Vedi, forse in età "matura" se 19 anni può veramente definirsi tale in qualsiasi contesto, avrai iniziato col calcio ufficiale e con tutte le regole, ma il calcio da strada è già aver giocato a calcio, come dice anche Gattuso ai ragazzi di oggi manca giocare con gli amici, si affinano tecnica, istinto, si imparano i trucchi; io sono uno scarpone unico, te lo assicuro, ma negli uno contro uno qualche fintaccia me la ricordo bene, e potrei dire la mia, pur essendo improponibile in qualsiasi altro contesto. E anch'io, quando non avevo nessuno, giocavo con mio padre, e sono stati tra i miei più bei momenti di sport, come credo lo siano stati anche per te; evviva quindi tutti quei genitori che hanno regalato il tempo ai loro figli, trasmettendo loro passioni che poi si sono portati fino all'età adulta.
E che ruolo ricoprivi nel calcio a 11? è sempre stato il tuo o ne hai provati altri?

Guarda Omar voglio risponderti a questa domanda con una citazione di una mia grande amica e compagna Serena Chellini (in arte il "Giaguaro") con cui abbiamo condiviso veramente tanti, se non quasi tutti questi anni di calcio, la quale mi ha sempre definito una giocatrice molto versatile: so giocare a centrocampo, a centrocampo ed anche a centrocampo. Ho sempre giocato come mediano se così si può dire..negli ultimi anni come vertice basso davanti alla difesa che è il ruolo che in assoluto preferisco. Ho giocato anche in altri ruoli, trequartista, punta, fascia, centrale di difesa, persino una volta terzino..ma come ti ho detto la mia dote principale non è la versatilità..sono sempre stata una centrocampista e forse nonostante la mia esperienza col calcio a 11 si sia conclusa lo sarò sempre...quella visuale di campo appartiene in un certo senso al mio modo di essere.

La tua "vita da mediano" merita tutto il rispetto del mondo, perchè i mediani sono quelli che ti fanno vincere le partite, alcune tra le mie giocatrici preferite ricoprono quel ruolo.
Hai militato per otto anni nella Stella azzurra, importante squadra femminile dei dintorni di Arezzo, dove tra l'altro ha giocato anche Elena Bruno, una delle persone che più mi sono vicine col mio progetto e che colgo l'occasione di ringraziare pubblicamente, e della quale sei stata anche capitano; cosa ci racconti di questo lungo periodo con questa maglia?

Una giovanissima Ilaria nella Stella Azzurra


Elena Bruno la conosco anch'io e colgo l'occasione per salutarla, ma non ci siamo incrociate perchè la mia esperienza con la Stella Azzurra si è chiusa quando lei è arrivata, ovvero nel campionato di Serie B. La Stella Azzurra è stata la mia "casa" per otto anni. La mia famiglia...il mio tutto. Sono stata onorata di esserne per molto tempo capitano e soprattutto di aver portato, insieme alle mie compagne, una realtà così piccola dalla serie D alla serie B. Una squadra nata in un paesino vicino ad Arezzo che è arrivata a giocare nello stadio cittadino e ad essere la prima squadra della città..sono soddisfazioni indelebili. 

Fiera capitana della Stella Azzurra


La Stella Azzurra mi ha cresciuta come una  vera e propria famiglia, sono arrivata da bambina e non dico di esserne uscita donna ma sicuramente più matura e consapevole. Di aneddoti in otto anni ci vorrebbe un libro intero probabilmente, ed io non ho il dono della sintesi. Siamo sempre state in primis un gruppo di amiche, io ho vissuto diciamo un passaggio di due generazioni diverse ma le "cavolate" pre e post partita sono sempre state all'ordine del giorno. Racconterò poco per non imbarazzare nessuno, posso solo dire che a distanza di tempo ciò che ti rimane sono davvero questa cavolate ed ancora nelle cene e nei ritrovi queste storie riprendono vita. Ho avuto la fortuna di vivere molte emozioni con questa maglia, promozioni, vittorie ma se dovessi sceglierne una direi sicuramente la vittoria della nostra prima Coppa Toscana nel 2012. E' stata una vittoria epica, una stagione sfortunata con tanti infortuni, ci ritrovammo con una rosa molto esigua e ci presentammo contro le favorite dell'Agliana (già vincitrici del campionato) veramente decimate e stremate da tutto l'anno sportivo. Ma la nostra forza di volontà ha prevalso su tutto...voglio ringraziare le mie compagne di allora...per avermi fatto sollevare quella coppa, ancora oggi a parlarne ho gli occhi lucidi.

Stella Azzurra ovvero appartenenza.



Vedi, credo che anche quando vi ritroverete tra 50 anni queste storie salteranno fuori, e vi emozionerete ancora per quella coppa contro l'Agliana, certe cose inumidiranno sempre gli occhi ed è bellissimo così, grazie per averle condivise con noi lettori, la vostra felicità adesso è un po' anche la nostra.

Dopo la Stella Azzurra  hai giocato per sei anni in un'altra squadra nota ai calciofili toscani, il San miniato Siena; cosa ci vuoi raccontare di quest'altra esperienza?

Ilaria nel San miniato 


Il San Miniato è stata per me una seconda pelle. Dopo la Stella Azzurra non pensavo di riuscire a coinvolgermi così epidermicamente con un'altra squadra ed un'altra società. Invece così è andata. Diciamo che parte del mio "vecchio" gruppo della Stella Azzurra ha condiviso questi anni con me quindi tutto ciò mi ha facilitato. Anche lì siamo partite dalla serie D per poi ottenere due promozioni nel corso dei sei anni in cui ho vestito questa maglia, siamo arrivate fino all'Interregionale. L'anno scorso abbiamo vinto praticamente tutto, Campionato, Coppa Toscana e Coppa Italia col San Miniato (NB;che triplete fantastico!!) poi nazionali con L'Alter Ego e finali regionali e nazionali con la Rappresentativa Uisp; anche questa è stata una grande soddisfazione, oltretutto ottenuta con la fascia da capitano dopo molti anni di partecipazione alla selezione della Rappresentativa Uisp di Arezzo,.è stato un anno veramente irripetibile. 


Vittoria da capitano della rappresentativa Uisp di Arezzo...fenomenale Ilaria!!!


Una partita su tutte...difficile citarla. Da un punto di vista di traguardo calcistico forse ti direi la vittoria in finale di Coppa Toscana l'anno scorso al Buozzi, perchè è stato il primo risultato importante conseguito dalla squadra fino a quel momento.

Qui con il portiere del San Miniato Siena e grande amica Valeria Mazzola.

In mezzo a questi sei anni di San Miniato ho giocato per un anno in Casentino, con le mitiche CCF. E' stata una parentesi breve ma importante soprattutto a a livello umano.Poi ho chiuso con il calcio a 11 tornando per un ultimo anno in terra senese. 

Non ho veramente parole, sei davvero una specialista di coppe e promozioni (ultima ma non ultima quella in A2 col San Giovanni appena conquistata) mi fa piacere per te, si parla sempre di giocatori e giocatrici "che non hanno vinto mai" per dirla alla De Gregori, come se contassero solo i blasoni e i campionati di prima fascia, ma questi non sono trofei, non sono vittorie, non sono momenti da portare nel cuore come se fossero uno scudetto in serie A o una Champions? Sei una vincente, tu e tutte quelle col tuo cuore e col tuo coraggio.
 Per concludere col calcio a 11; ti va di ricordare compagne e avversarie più forti con le quali hai incrociato il tuo cammino?

Qui Omar dovrei veramente citare l'elenco del telefono perchè credimi che per quanto può sembrare banale e buonista..ogni compagna mi ha dato qualcosa, ovviamente intendo di quelle con cui ho condiviso più anni insieme. Io ho letteralmente imparato dalle mie compagne, o un gesto tecnico, o l'attitudine alla fatica e al lavoro, o la voglia di far gruppo e stare insieme. Su questo punto cito nuovamente Serena Chellini, un motore, una fucina di simpatia, vitalità e calore umano. Imprescindibile in ogni squadra. A livello tecnico sicuramente tra le persone più forti e blasonate con cui sono stata onorata di giocare cito Valentina Fambrini storico capitano del Siena e la ex Nazionale e ex Fiorentina Serena Patu. Poi voglio citare le persone splendide con cui ho condiviso tante vittorie in questi anni, che mi hanno permesso di vincere tanto, perchè senza gruppo penso che nessun singolo può essere valorizzato. Giulia Bruci, Valeria Mazzola, Simona Giorgini, Clara Meattini, Francesca Solazzo, Giulia Martini, Francesca Pecorellii , Andrea Toppi, Jessica Marraccini Costanza Mascilli potrei continuare per ore.. queste sono alcune delle persone con cui sono cresciuta calcisticamente e con cui ho condiviso moltissimi anni in varie maglie insieme. Sono parte del mio percorso e non sto citando tutte (non voglio che chi non cito ci resti male) perchè la mia lista è veramente infinita e voglio ringraziare tutte le persone che sono state mie compagne in tante splendide vittorie ed altrettanto amare ma formative sconfitte. 

Ti ringrazio per tutte coloro che hai citato, adoro i nomi, adoro che persone che hanno macinato una vita calcistica con passione e coraggio siano nominate, che purtroppo nessuna Gazzetta ha mai celebrato le vostre imprese se non con occasionali e mortificanti trafiletti.
Adesso mi interessa moltissimo, e credo anche ai lettori, il tuo percorso parallelo al calcio a 11, ovvero la tua storia di capitano e presidente dell'Alter Ego, una squadra di calcetto UISP completamente autofinanziata con la quale hai vinto molto, compreso un titolo a livello nazionale. Ti va di raccontarci la storia decennale dell'Alter ego abbondando in particolari? sono queste le storie che amo più far conoscere.

La grande avventura dell'Alter ego.


Dunque il capitolo Alter Ego...diciamo la saga potrebbe riempire un'enciclopedia! 
L'alter Ego è nato circa  dieci anni fa..ne sono sempre stata il presidente e il capitano. E' stata dura portare avanti questo impegno nel campionato Uisp per tutti questi anni, ovviamente molte società di calcio a 11 non vedono di buon occhio una esperienza parallela alla loro attività, temono infortuni e un calo di rendimento. Ma io in questi anni non ho mai ceduto, se questa sia stata una scelta coraggiosa o una scelta che un po' mi ha escluso da un certo tipo di professionismo chi lo sa..forse lo capirò nel tempo.


Ilaria in azione in giallorosso



 Per me è sempre stata ricchezza. Ricchezza di esperienza, ricchezza a livello formativo perchè ritengo che specialmente a livello tecnico il calcetto possa aiutare molto ad affinare la tecnica. Ma soprattutto che è sempre stato l'aspetto più importante della mia intera carriera calcistica, ricchezza a livello umano. E' una squadra nata da NOI, amiche di una vita, compagne, senza grandi sponsor, senza società alle spalle, in molte ricopriamo altri ruoli dirigenziali oltre che giocare. Abbiamo vinto molti campionati UISP provinciali ad Arezzo, può sembrare presuntuoso da dire ma ho perso il conto. Abbiamo vinto quattro titoli Regionali ed anno scorso a fine giugno è arrivato anche il tanto agognato titolo Nazionale. 

Campionesse nazionali!!!


Ci abbiamo provato per tre anni consecutivi e finalmente siamo riuscite a cucire lo scudetto nei nostri petti. Vincere in questo modo, diciamo da "sole", autofinanziandosi, inventando ogni anno qualche lotteria da cui attingere la quota per partecipare ai campionati nazionali, andando contro il volere talvolta delle nostre società di appartenenza, ma soprattutto vincere con amiche, non compagne saltuarie con cui ti ritrovi a giocare in un'annata calcistica (e magari nemmeno sotto sotto tolleri molto) ma scegliere ogni anno di portare avanti questa maglia è stata negli anni una soddisfazione per me impagabile. L'Alter Ego Omar è un pezzo del mio cuore, le mie compagne lo sanno. 

Mi hai fatto venire letteralmente la pelle d'oca, che storie meravigliose che posso raccontare grazie a voi. Immagino i sacrifici, il lottare contro chi non vedeva di buon occhio il progetto, e poi le gioie immense; un film bellissimo che mi sta scorrendo davanti agli occhi anche senza aver mai visto e conosciuto le protagoniste, sei stata travolgente.

Poi per te arriva il San Giovanni calcio a 5; raccontaci il tuo percorso in questa bellissima realtà, i momenti più belli, i rapporti che avete stretto tra compagne; tutto quello che ti interessa che rimanga nella memoria.

Qui e nelle foto successive; centrale nel San Giovanni calcio a 5

Siamo arrivati ai giorni nostri più o meno, è stato un viaggio lungo ma spero non troppo, purtroppo mi viene facile dilungarmi. Ti dico cos'è per me il San Giovanni calcio a 5. Per me il San Giovanni rappresenta quelle storie d'amore improvvise che ti arrivano tra capo e collo quando meno te lo aspetti e ti ritrovi disillusa o cinica nei confronti della vita. Ma la vita è sempre lì a ricordarti la sua imprevedibilità purtroppo o per fortuna. Volevo un'esperienza nuova e volevo mettermi in gioco dopo il calcio a 11 ma non avevo un'aspettativa precisa. Pensavo un po' che gli anni migliori fossero andati ecco...Ciò che è avvenuto da settembre 2019 in poi è stato una magia o come direbbe il mio mister che saluto un "incanto". Un gruppo splendido, eterogeneo, di ragazze ognuna diversa, ognuna disposta a sacrificarsi per l'altra e ognuna originale sia in campo che fuori. 


Vorrei spendere qualche parola sulle mie compagne...innanzitutto vorrei ringraziare la parte tecnica, diciamo sia il mister Scarpellini che la dirigente Noemi che soprattutto il presidente Mirko Bossini. Senza queste tre figure niente di quello avvenuto quest'anno sarebbe stato possibile. 
Partiamo dai portieri, Giulia Liguori un'emblema di costanza ed umiltà. La mia "collega naif" il muro Giulia Pacitto con cui abbiamo costruito una grande intesa dentro e fuori dal campo. C'è il gruppo poi delle "storiche" della squadra e, senza di loro, il San Giovanni non solo non sarebbe qui, ma non sarebbe proprio esistito. 
Marsida Milaqi, sempre portiere, la punta di diamante Alessandra Medori, e la fascia instancabile e imprevedibile Silvia Berlingozzi. 
Menzione particolare la voglio fare per capitan Trilli Francesca Tanzi, un cuore e una generosità difficilmente trovabili. 
Poi Omar ci sono le "piccine", la piccola ma grande Marghe che secondo me è già un'adulta nella testa e la bomba ad orologeria Annina Staiano.. Chiudo con "rabbia" Eleonora Innocenti...un toro, forza fisica incredibile ed instancabile anche nella testa.
 L'altro tornante è Mariacostanza "Cocca" Aterini..che ti devo dire, con gente che corre così tanto sono nella bambagia da giocatrice più vecchietta e ultima e non ultima la "nostra" Borghesi Ilaria. Il nostro Di Caprio le dico sempre, diva, in grado di decidere con una giocata una intera stagione sportiva. Grazie a tutte voi citte per questo sogno.


Per me la partita più bella è stata quella contro il CUS Pisa al ritorno di quest'anno dove abbiamo alzato un vero e proprio fortino e abbiamo difeso per un tempo intero. Diciamo che ce la siamo un pò fatta sotto ma questo sforzo è stato ripagato è stato un tassello davvero importante per la vittoria finale del campionato. Maria Costanza Aterini detta Cocca che gioca laterale nei primi 5 minuti era un po' in palla..aveva lo sguardo del cerbiatto prima di essere investito in tangenziale. Ha stranamente sbagliato qualche stop. E' durata poco già dopo 5 minuti si era ripresa, ma il pensiero della sua faccia mi fa ridere tuttora. E l'epilogo della partita ancora di più. Tra di noi la cosa che apprezzo maggiormente è come ci prendiamo in giro..come riusciamo a scherzare sui difetti dell'altra quando sbagliamo, come riusciamo a "fogarci" anche nelle partitelle e poi a sfottere la squadra perdente. 



Non c'è omertà, non ci sono non detti. Secondo me rivela un grandissimo attestato di stima, il saper scherzare con intelligenza sui difetti altrui, e il riuscire a comprenderli e a livellarli in campo trasformandoli nell'unica entità che ha forza: la Squadra.

Dammi un attimo Ilaria...quando mi sarò ripreso da tutto questo turbine di forza e bellezza sportiva proseguirò nell'intervista, che farà emozionare tutte le tue compagne...e ti costerà un'entrataccia da Mariacostanza alla prima partitella contro, ma il dolore passerà, tranquilla :-) 

Dunque, mediana nel calcio a 11, e nel calcio a 5 invece che ruolo ricopri?

Gioco centrale Omar. Anche qui per i motivi di cui sopra...la versatilità non è davvero il mio  forte, so fare solo quello. 

Ma almeno lo sai fare bene, ed è questo che conta.
Ancora prima della pandemia avevate già vinto il campionato di serie C conquistando un posto nel campionato nazionale di A2; puoi dirci il tuo ricordo più bello della partita scudetto (Match che ormai mi pare di aver vissuto anche a me..) l'attimo che hai cristallizzato nel cuore?

Beh, l'ultima partita che abbiamo giocato prima del lockdown che è stata quella che ha sancito la promozione, e penso che non me la scorderò mai. Non stavo bene quella partita..avevo rimediato un infortunio muscolare che non mi ha dato tregua per una settimana. Non sapevo onestamente se ce l'avrei fatta a scendere in campo, era un'impresa abbastanza ardua come tempi di recupero. Mi disturbava anche l'idea di non trovarmi fisicamente al cento per cento per quella sfida ma è proprio vero che dove non arriva il fisico arriva la testa. E se dovessi descrivere la mia esperienza calcistica o dare un consiglio direi questo. Non c'è un limite sportivo che la testa non possa risolvere o cercare di livellare. Se vuoi fortemente qualcosa è il 90 per cento di ciò che ti serve per ottenerla (intendendo in questa la volontà e l'abnegazione).   Il mister ha creduto in me e alla fine l'ho giocata praticamente tutta, è stata una soddisfazione incredibile, non sapevo prima di entrare in campo se sarei riuscita a tenere botta ma invece è andata come in una favola.  

Grande, concordo con te, e poi rimango ancora sbalordito su come combattiate voi donne su un terreno da gioco, sono calcisticamente "innamorato" di voi proprio per la vostra forza, la vostra mancanza di falsità, il non risparmiarvi mai e a volte andare anche oltre; il vostro è nobilissimo calcio femminile, quello dei "campioni" dell'attuale serie A  che non giocano per un'unghia incarnita è un calcio da femminucce.
Ultima domanda; cosa ti aspetti dalla prossima stagione? quanto ti sentirai "strana" a giocare senza pubblico? pensi che sarete comunque più forti di tutto questo?

Omar sinceramente non so bene cosa aspettarmi, purtroppo penso che fino a quando tutto questo non sarà finito la normalità anche nell'esercitare questo sport sarà un'utopia. Non mi spaventa giocare senza pubblico, ogni giocatore deve essere animato da delle  grandi motivazioni che devono venire fuori nei momenti di difficoltà. Noi le abbiamo, ognuna di noi ha lottato per questo obiettivo con le unghie e con i denti quindi dobbiamo solo guardare avanti con speranza ed essere pronte e al pezzo quando ci daranno il via per poter fare una delle cose che più amiamo nelle nostre vite. Sono convinta che le mie compagne, e io, quel giorno ci faremo trovare pronte.

L'ormai consueto saluto del San Giovanni (e di Ilaria)

Credo, anzi SONO SICURO che sarete pronte e consapevoli, e che abbiate in voi tutto quello spirito di resilienza che vi farà adattare a qualsiasi cambiamento pur di poter proseguire nel vostro sogno, pur di continuare nel fare ciò che amate, e con il subentro della normalità "antica" che appena dopo il vaccino riprenderà a mio avviso istantaneamente il sopravvento cancellando ogni traccia di questa che adesso è la (a)normalità attuale, riprenderete a giocare a Futsal come avete sempre fatto, ma con ancora più rabbia e più gioia.

Che dire, Ilaria? vedi, tu ti sei scusata molte volte perchè ti pareva di essere troppo enciclopedica e dilungarti troppo, e noi invece avremmo voluto avere il doppio, il triplo delle tue storie, dovresti scusarti, si, ma perchè non abbiamo modo di passare ancora più tempo con te, come un'ospite graditissima che se ne deve andare via prima del previsto.
Io ti ringrazio di cuore, come le tue compagne e tutti coloro che hanno creato la splendida realtà del San Giovanni calcio a 5, che è bello conoscere e far conoscere. Ci vediamo presto sui campi di calcio, alla prima occasione in cui sarà possibile sarò sugli spalti, vostro nuovo tifoso, per vivere insieme a voi un altro sogno targato San Giovanni.


mercoledì 27 maggio 2020

IL VIOLA E IL ROSA E IL SUO "MANIFESTO".

Care amiche e cari amici,

Oggi è un giorno bellissimo per il mio blog, l'ennesimo. Grazie al talento di mia moglie Eleonora, illustratrice e grafica anche lei impegnata in un progetto bellissimo denominato "Ekenorart" la cui pagina Instagram e Facebook vi invito a visitare (si, faccio pubblicità a mia moglie, perchè no?...)  sono lieto di presentare il manifesto, il logo, il biglietto da visita di questo blog. che Eleonora ha ricreato da una foto, bellissima, che ritrae Marta Varriale che abbraccia Cecilia Prugna ai tempi del Castelfranco.

IL MANIFESTO DE "IL VIOLA E IL ROSA"


L'immagine di partenza con Marta e Cecilia.


Quando me lo ha consegnato (è tutta farina del suo sacco, anche il pentagono che richiama i palloni di una volta) mi ha chiesto se fossi sicuro, se non volessi una immagine più "vincente" magari di gioia collettiva. Le ho detto di no, che era meglio così, perchè nel calcio femminile di gioia ce ne è stata poca, la sua  è una storia ultradecennale di sacrifici immani, di discriminazione, di pregiudizi, di diritti negati, di schifose battute da bar che talvolta riecheggiano anche allo stadio (per le squadre che hanno un impianto degno di questo nome, almeno...) di scudetti e coppe decisi in campacci indegni di una terza categoria, di un sistematico menefreghismo dei media che dal mondiale in poi hanno cercato di lavarsi invano la coscienza e non per motivi etici ma per puro tornaconto, calcio femminile come probabile vigna che fa uva, probabile mucca da mungere, un interesse effimero e scemato già molto prima della batosta Covid.

Un mondo in cui le imprese di fuoriclasse come Elisabetta Vignotto o Silvia Fiorini sono tramandate oralmente come le leggende di una volta, perchè in giro per il web c'è poco o niente, ma in questo mondo dove la parola conta sempre meno in favore dell'immagine (e che relegherà sempre questo blog a un pubblico di nicchia anche se sceltissimo) tutto andrà perso come le ormai classiche lacrime nella pioggia, per questo cerco di raccogliere, col mio progetto e col vostro aiuto, quelle gocce di splendore da preservare.

Per questo credo che questo logo riassuma alla perfezione quello che il calcio femminile è; passione, poesia e tante lacrime, delle calciatrici e degli appassionati che vorrebbero che fosse loro riconosciuto il giusto spessore, perchè il calcio femminile non è solo bello, è meraviglioso, e basterebbe spingerlo mediaticamente e tutelarlo nel modo giusto per farne appassionare legioni di italiane e italiani.

Di tutt'altro genere, ma sempre assai deliziosa, è questa presa in giro della perfida Eleonora nei miei confronti;

Ironizzando sul mio progetto con un garbo e un'arguzia impareggiabili, e a tal proposito mi ha chiesto quali fossero le squadre del passato che più amo raccontare, lei che diciamo è piuttosto digiuna sull'argomento, e io le ho risposto senza nutrire sospetti, e il risultato è questo
 :-D  Spero davvero, ragazze, che non abbiate di me questa percezione...almeno non troppo!!



INCONTRO CON SARA COLZI, E L'IMPORTANZA DELL'OPEN DAY DEL PONTEDERA CALCIO FEMMINILE.

 Fin dalla splendida intervista che, ormai più di un anno fa, mi regalò (Potete trovarla qui;  IL VIOLA E IL ROSA: LE PROTAGONISTE; INTERVIS...