martedì 26 maggio 2020

SAN GIOVANNI CALCIO A 5 STORY; FRANCESCA TANZI, OVVERO CAPITAN TRILLI.

Care amiche e cari amici,

oggi abbiamo sul blog una calciatrice davvero interessante e simpatica, della quale è stato un vero piacere conoscere la storia e le storie.
Francesca è una di quelle donne che lo sport non si limita a praticarlo, il suo approccio è a 360 gradi visto che è laureata in scienze motorie e anche allenatrice di squadre giovanili; uno di quei profili, conosciuti per caso all'interno del progetto San Giovanni calcio a 5 così entusiasticamente sostenuto dal presidente Mirco Bossini, che senza saperlo si rivelano poi perfetti per il progetto in toto; quelle storie di sport e di vita che nobilitano questo blog, oltretutto raccontate divinamente da Francesca Tanzi, il capitano del San Giovanni, che poi per tutti è capitan Trilli...ma lasciamo che il motivo per cui è chiamata così ce lo dica Francesca stessa, a cui ora cedo la scena;

Francesca Tanzi si presenta, tutta in azzurro San Giovanni.


Ciao Francesca, sono veramente felice di averti qui su "Il viola e il rosa". Vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?

Ciao a tutti, mi chiamo Francesca Tanzi e ho 30 anni (anche se spesso me ne danno 20). Sono laureata in Scienze motorie e lo sport è la mia vita. Adoro ogni tipo di sport e se potessi li proverei tutti, mi piace mettermi sempre in gioco, trovare nuove sfide e prefiggermi obiettivi da superare. Sono una persona molto attiva, estroversa e mi piace ridere e far ridere gli altri. Un’ altra mia grande passione è la musica nella quale mi cimento con clarinetto e sax soprano.

In effetti della tua simpatia ero già al corrente, visto che chi ti conosce non manca mai di sottolinearlo, nello spogliatoio una come te ci vuole sempre. E complimenti anche alla passione per la musica, adoro il clarinetto da sempre e mi piacerebbe ascoltarti.
Dunque, so che sei arrivata al calcio abbastanza tardi, che prima hai coltivato un altro genere di passione, ovvero il connubio perfetto tra sport e arte, la danza; vuoi raccontarci del tuo passato tra classica, moderna e hip hop?

Sono cresciuta in un piccolo paesino, dove non c’era possibilità di scegliere molto, così i miei genitori mi hanno portata a provare la danza classica, avevo sei anni e da quel momento mi sono appassionata a questa bellissima disciplina, ci vuole molto controllo del proprio corpo, armonia, memoria, concentrazione e ritmo e poi non parliamo dell’utilizzo delle punte (che dolore ai piedi, a paragone le scarpette da futsal sembrano ciabatte). La danza è sia un’attività di gruppo che singola e ognuno deve sapere cosa fare; non c’è il compagno come nel calcetto che può aiutarti e, in un saggio di danza, se sbagli si vede. Dopo qualche anno ho iniziato anche la danza moderna e l’hip hop nel quale mi divertivo a ballare con blocchi e isolazioni del corpo. Ho ballato fino ai 19 anni e devo dire che mi manca, purtroppo le giornate sono di 24 ore e bisogna fare delle scelte, non si può fare tutto. Sicuramente questa disciplina ha formato una parte preponderante della mia personalità, amo poco le sorprese, devo sempre sapere cosa fare in modo organizzato come quando si fa uno schema nel calcetto.

Francesca nelle versioni Hip Hop e Classica (mi perdonino i puristi, ma mi piace più l'Hip hop, più dinamica e sensuale)


Sono d'accordo, la danza o il ballo che sia aiutano molto a dare una regola al nostro corpo, alla nostra mente e alla nostra stessa esistenza, parlo per sentito dire eh, visto che John Wayne sarebbe stato un Nureyev in confronto a me.
Poi dopo i 20 anni inizi ad appassionarti al calcio; puoi raccontarci come e grazie a chi è nata la tua passione?

Il calcio mi è sempre piaciuto fin da piccola, ho il babbo che è stato portiere e poi arbitro. Tifiamo da sempre la Fiorentina (Brava!) ho anche la maglia di Batistuta e quando ero piccola ogni anno facevamo l’album figurine insieme. 

Scarpette viola...appartenenza.

Mi ricordo che andavo sempre al mare in Liguria dalla nonna e in spiaggia giocavo sempre a calcio con i maschi che mi snobbavano perché femmina finché non si accorgevano che ero portata. Poi a 21 anni all’università ho conosciuto una ragazza, Selene Margiacchi, una delle mie migliori amiche, lei giocava in una squadra di calcio a 5 amatoriale nell’Anspi, le MissK (un nome tutto un programma) e ho iniziato ad allenarmi con loro. Ero felice perché data l’età non avrei mai pensato di poter iniziare con un nuovo sport. Il mio sogno si era avverato.

Per fortuna tua e per fortuna nostra, che possiamo ammirarti in campo.
Hai iniziato col calcetto, militando diversi anni in squadre amatoriali; cosa ci racconti della tua avventura nel calcio a 5 prima del San Giovanni?

Con le MissK al torneo di Bellaria


Ho giocato per quattro anni nell’Anspi nella squadra MissK (PS adoro questo nome!!), il terzo anno abbiamo vinto il campionato 

Vittoria del campionato Anspi

e siamo andate ai Nazionali a Bellaria, rappresentando la Toscana e qualificandoci seconde. 




Memorie da Bellaria.


L’anno successivo la squadra ha cambiato diverse giocatrici e anche il nome: Ottaviano Pazzi. 

Primo anno all'Ottaviano Pazzi.

Il nuovo allenatore Daniele Scarpellini  voleva fare le cose in modo più serio, insegnandoci il vero gioco del calcetto partendo dalle basi come la tecnica individuale e i primi movimenti in campo. 


Francesca all'Ottaviano Pazzi.


Dopo un anno di Anspi abbiamo deciso di alzare il livello e metterci in gioco nel campionato FIGC serie C. Da quando ci ha allenate lui è cambiato tutto, allenamenti seri e specifici ed è iniziata la mia effettiva crescita come calciatrice. Da questo momento mi sono veramente appassionata e mi sono impegnata al massimo cercando di migliorarmi sempre più. L’anno successivo, per sopraggiunti problemi,  abbiamo cambiato società e siamo approdate nel San Giovanni calcio a 5, dove siamo stati accolti dal Presidente Mirco Bossini. Devo dire che dopo tre anni che faccio parte di questa società mi sento come in una grande famiglia grazie soprattutto al Boss.


Altre foto del periodo Anspi....


Aspetto con gioia le risposte che mi invierà Daniele, un tecnico di ottimo livello come lui sarà perfetto per parlare di futsal a tante persone che ne sanno poco o niente, io stesso non posso certo definirmi un esperto, e da voi ho tutto da imparare, con le vostre risposte io e i lettori stiamo scoprendo un mondo. E grazie anche a Mirco Bossini, sono felice di curare la vostra storia perchè di lui mi è arrivata subito, pur avendolo solo sentito per telefono, tutta la passione di un uomo che ha creato una vera famiglia, non solo una società, e sono i sognatori come lui che rendono grande lo sport.
 Bene, adesso saremmo molto felici di conoscere i tuoi primi passi con il San Giovanni.

Sì, tre anni che sono in questa società che non mi ha mai fatto mancare nulla. Il primo anno sono ci ha allenate Mister Scarpellini, abbiamo dovuto lavorare duramente e ricostruire tutti gli equilibri perché erano cambiate alcune giocatrici e ne sono arrivate di nuove. L’anno successivo l’allenatore era Mister Bossini e poi a metà anno da Mister Donati. È stato un anno difficile e travagliato, eravamo poche e alcune giocatrici si sono infortunate, me compresa (mi sono dovuta fermare per due mesi per una caviglia). Diciamo che è stato un anno di transizione, cerco sempre il positivo in tutto, in quell’anno ho imparato la difesa a zona (dico poco). Poi il terzo anno è cominciato a giugno con il ritorno di Mister Scarpellini (ah ah sembra il titolo di un film).

Ma infatti ogni nuova stagione calcistica è come un film, a volte non riesce molto bene, a volte è un capolavoro da annali, come la vostra  ultima stagione.
Che ruolo ricopri attualmente in campo? ce lo puoi descrivere, visto che di futsal quasi tutti sanno poco o niente?

Il mio ruolo è la fascia, sono sempre stata un esterno fin dall’inizio. Sono una giocatrice che corre anche molto veloce (ho una discreta accelerazione). Quando gioco in campi piccoli spesso non mi basta il campo. Il Bossini mi chiama il giocatore disciplinato, metto ordine in campo. E le mie compagne quando provo un movimento nuovo mi identificano come il “manuale” perché sono piuttosto precisa. Mi hanno soprannominata Trilli (la fatina di Peter Pan) perché da come sono veloce l’avversario non mi vede e non mi riprende più.

Soprannome geniale!! a me mi chiamavano "pachiderma" ah guarda non chiedermi perchè, non lo immagino davvero...
 Parliamo adesso di persone; che rapporto hai con le tue compagne? mi date l'idea di un gran gruppo, forte e coeso, me lo confermi? e c'è qualche ex compagna che ti va di ricordare e salutare? 

Partiamo dal primo anno nel San Giovanni calcio a 5, come dicevo prima alla rosa sono state aggiunte delle giocatrici, fra queste Daria Nannelli (DN4), una persona eccezionale che con la propria allegria contagiava tutto lo spogliatoio, lei che diceva sempre “allora sei una brutta persona” e faceva le sue vocine (modificava il timbro), era un gran pivot con un tiro micidiale. A fine campionato il dramma, quelle cose che non dovrebbero mai succedere e che non hanno senso, la sua vita strappata via da un incidente stradale. Ricordo ancora il mister che mi chiama al telefono e mi dice che Daria è morta. L’incredulità della cosa e la forte rabbia perché non esiste andarsene a trentatré anni. Questo episodio ha unito molto la squadra, siamo andate tutte insieme a darle l’ultimo straziante saluto fra palloncini e tra le note della canzone Angeli di Vasco. La società, ci è stata sempre vicina e ci ha supportato, ha organizzato anche due Memorial, il primo a settembre del 2018 e poi l’anno successivo. 


Dolore e memoria.


Memorial Daria Nannelli 2019

Adesso passiamo a quest’anno. La rosa si è nuovamente rinnovata con ben sei new entry, quindi tutto un nuovo gioco da ricostruire e nuovi equilibri da ritrovare (più che altro per le veterane come la sottoscritta). Fin da settembre con la preparazione questo gruppo è cresciuto e piano piano è diventato sempre più unito ed affiatato. Le citte (ragazze in valdarnese) per me sono uniche, tutte diverse e speciali, ognuna di loro apporta qualcosa che rende il tutto favoloso. Non avrei potuto desiderare una squadra migliore con cui arrivare a vincere un campionato. 

Stagione 2018/2019

Voglio bene a tutte, alle veterane Silvia (una crocerossina dal cuore immenso), Marsy e Medo con loro sono anni che gioco e provo un affetto nostalgico, poi Eleonora una forza della natura e la Giulia, una super amica con i nostri mille viaggi insieme agli allenamenti parlando dei nostri problemi. Le nuove: la piccola Marghe che ho anche allenato per due anni, una ragazza giovanissima che dimostra una maturità fuori dal comune, poi la Ciofa e la Pacio, le cip e ciop della squadra, le due sagge del gruppo. La Ciofa è una teatrante nata con le sue imitazioni, poi la Cocca, un’altra forza della natura, che ci contagia con i suoi stati d’animo multipli, Annina un agglomerato di emozioni del sud travolgenti (se avete bisogno lei vi porta le mozzarelle quelle bone), ultima ma non meno importante la Borghe, lei ha l’età della mia sorellina e mi sento responsabile, è una testona. Ci tengo a salutare la Selene Margiacchi che ha giocato con me molti anni ed oltre che brava era molto versatile nei vari ruoli, Ilaria degli Innocenti un’altra persona per me molto speciale che purtroppo per problemi di salute ha dovuto smettere ma ci siamo sempre l’una per l’altra, Elisa Olmastroni anche lei una veterana, il capitano che mi ha preceduto e con la quale abbiamo passato delle belle serate. Non posso dimenticarmi della Lelo (Eleonora Bini), la nostra nutrizionista, e Lisa Banchetti con le quali ho giocato fino allo scorso anno, Sofia Peruzzi anche lei grande giocatrice e la super Feia, per lei sono la Nana. Infine saluto Marina, Sara e Claudia che ci hanno lasciate diventando delle super mamme. La lascio per ultima ma non per importanza, lei non gioca ma è sempre in campo, come dice sono la sua parte razionale, per nulla ansiosa e logorroica si è dimostrata una persona estremamente precisa, minuziosa e con un gran cuore, grazie Noemi.

Il tuo ricordo di Daria Nannelli, della quale proprio ieri ricorreva il secondo anniversario della scomparsa, va oltre ogni emozione, va oltre ogni elogio, tutte e tutti coloro che l'hanno conosciuta e  amata ti ringrazieranno dal profondo del cuore per questa tua importante testimonianza.
Quest'ultima stagione, che non ho vissuto da spettatore ma ormai conosco per osmosi, vi ha viste vincere matematicamente il campionato già a febbraio per approdare in A2; puoi dirci il momento (o anche più di uno) più bello dell'ultima stagione, l'attimo che hai cristallizzato nel cuore?

Finale di coppa di quest'anno.


I momenti, forse più belli, li ho sentiti da capitano quando abbiamo disputato la finale di Coppa Toscana all’Estraforum di Prato e la partita di ritorno contro il C.S. Gisinti Pistoia in cui quel sogno della vittoria matematica era diventata realtà. Per una ragazza ex ballerina che ha iniziato per divertimento nel campionato amatoriale, pensare di giocare il prossimo anno in un campionato Nazionale lascia senza fiato. Voglio dirti però che per me ogni allenamento e ogni partita vissuta con le mie compagne è stato un pezzettino cristallizzato, come dici te, nel cuore. Abbiamo lavorato tutte insieme duramente, ci siamo supportate l’una con l’altra rimanendo sempre con i piedi per terra e l’umiltà di chi sa che basta un attimo per cadere. Ci sono stati anche momenti meno belli, come nelle migliori storie d’amore, ci sono i litigi e i confronti e questo ci ha rese il gruppo unico e affiatato che siamo. Il gruppo è tutto, senza l’unione siamo singoli giocatori in campo.



Questa ultima tua risposta, Francesca, sarebbe da incorniciare e appendere nel vostro spogliatoio, veramente BELLA.
Veniamo ora a un aspetto veramente molto interessante, in quanto so che alleni anche squadre giovanili; come è nata la passione per il ruolo da allenatrice? hai qualche bella storia da raccontare al riguardo?


Allenatrice dei giovanissimi del San Giovanni

Mi è sempre piaciuto lavorare con i ragazzi e seguirli nel loro processo di crescita. Ho iniziato ad allenare nel 2013 insieme a mio cugino Matteo, che mi ha proposto l’attività e per due anni ho seguito i piccoli amici nella società della Marzocco sangiovannese. Il secondo anno ho fatto anche parte dello staff come allenatrice che ha creato la prima squadra femminile di calcio a 11 sempre della Marzocco. Poi nel 2017 quando sono entrata nella società del San Giovanni calcio a 5, ho chiesto al presidente Mirco Bossini se avevano bisogno di aiuto per allenare le squadre giovanili così il primo anno ho seguito il gruppo degli esordienti, il successivo i giovanissimi (under 15) e quest’anno ho seguito il gruppo degli allievi (under 17) come preparatore atletico e secondo mister. Un aneddoto che ricordo con molto piacere è stato con il gruppo dei giovanissimi quando siamo andati all’isola d’Elba per una partita, ci siamo divertiti a pranzo poi in spiaggia a giocare sempre con la palla fra i piedi e infine a disputare quella gara in cui abbiamo sofferto, siamo andati anche sotto col risultato ma i ragazzi non si sono dati per vinti e alla fine abbiamo vinto per 4 a 2; ero orgogliosa di loro. 

All'isola d'Elba.

Sono emozioni uniche, parti con un gruppo, ci lavori e poi vedi i loro progressi e la loro crescita calcistica ma anche personale, mi piace poterne far parte.

Con le ragazze della Marzocco Sangiovannese.


Mi fa veramente molto piacere sentirti così felice, spero davvero che farai molta strada in questo campo.
Credi che la sospensione causa pandemia possa in qualche modo fare perdere smalto al vostro gruppo, o invece la distanza forzata servirà a rendervi ancora più unite e irriducibili? Non mi sembrate persone che si fanno fermare da un virus fetente...

Ci siamo sentite diverse volte con super chiamate su Zoom durate ore a ridere e scherzare. Ci manchiamo tutte tremendamente così come manca una famiglia, ci mancano gli allenamenti, le partite, lo spogliatoio, gli aperitivi e le cene ma siamo sempre super unite e appena sarà possibile ci sbaciucchieremo tutte alla faccia del virus. Premetto che io sono allergica ad abbracci e baci, sono un po’ orsetto, come ha detto Noemi nell’intervista non dico mai che ti voglio bene, non lo esterno ma te lo dimostro ogni giorno. In questo caso penso che farò un’eccezione.

Sono come te riguardo alle esternazioni, più per timidezza che per carattere, ma appena sarà possibile correrò ad abbracciare il mondo pure io, te lo assicuro.
Ultima domanda, ci sono ancora persone che guardano al futsal con  indifferenza e sospetto, cosa vuoi dire loro per convincerli a venirvi a vedere?

Posso dire che ho avuto modo di provare il calcio e sono proprio due sport completamente diversi. Sono entrambi belli e ti fanno appassionare se gliene dai modo. La bellezza del Futsal sta nella partita in cui non hai mai attimi per annoiarti, il gioco non si ferma. È un gioco prevalentemente anaerobico, dispendioso e molto tecnico, tutto uno scatto, tutti attaccano e tutti difendono, la velocità di pensiero è fondamentale, la concentrazione deve essere sempre al massimo, in una partita tirata, si sta con il fiato in gola fino al fischio finale perché fare o subire un goal è un attimo, quindi mai rilassarsi o sentirsi al sicuro. In campo non ci si ferma mai, si ruota ci si scambia di posto e ruolo per non dare punti di riferimento agli avversari, ecco perché dicevo che il gruppo è tutto, ognuno deve sapere cosa fare ed avere fiducia nel compagno. Vorrei direi a tutti di venire a vedere una partita e poi decidere effettivamente se il futsal non piace, dateci una chance, non ve ne pentirete. 
Omar ti ringrazio per l’opportunità che ci stai dando per raccontarci e per far conoscere questo bellissimo sport. È stato un piacere per me rispondere alle tue domande.

Capitan Trilli vi saluta con tutta la sua grinta.

Grazie Francesca, da parte mia posso solo dire che questa sosta forzata è uno di quei casi in cui "l'attesa moltiplica il piacere" non appena si potrà tornare sugli spalti non mi perderò nessuna partita, calcio a 11 o a 5 che sia, e voi ormai per me avete la precedenza assoluta, spero che tanti altri miei lettori decidano di seguire il futsal femminile grazie a voi, perlomeno di darvi una chance, ma nel mio caso la paura è più quella che si crei una "dipendenza" che non di rimanerne deluso, visto che è uno sport che mi è sempre piaciuto e quando lo danno (raramente) in televisione lo seguo sempre.
Che dirti ancora? è stata un'intervista bellissima da leggere e da curare, sei una persona limpida e di cuore, è stato un vero piacere averti sul mio blog, grazie davvero per tutto, e quando verrò a vedervi e ti chiederò un selfie (dopo che lo avrò chiesto a Giulia Pacitto, ormai il primo è con lei..)  mi raccomando non scappare via come Trilli, che non ce la faccio a rincorrerti!


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