venerdì 22 maggio 2020

SAN GIOVANNI CALCIO A 5 PARTE TERZA; GIULIA PACITTO.



Torna il San Giovanni calcio a 5, ormai una piccola saga a parte nel mio progetto di interviste che sono così orgoglioso di aver creato e di condividere con tutte e tutti voi.
Dopo il portiere Giulia Liguori e la responsabile Noemi Cavuti che oltre a parlare di loro ci hanno presentato la splendida realtà valdarnese voluta da Mirco Bossini, abbiamo un'altra dei tre portieri in forza al San Giovanni, Giulia Pacitto, che ha davvero una lunga e avventurosa storia da raccontarci, e lo fa con una generosità e una simpatia da lasciare sbalorditi.

Tutto l'orgoglio di Giulia dopo il trionfo dello scorso febbraio

 Ancora una volta, care amiche e cari amici, mettetevi comodi e facciamoci portare in giro da Giulia per mezza toscana, alla ricerca del suo centro di gravità permanente poi trovato nel San Giovanni, godiamoci insieme questo romanzo picaresco e forse più sentimentale di quanto l'intervistata stessa non voglia darci a vedere.


Ciao Giulia, sono veramente felice di averti qui su "Il viola e il rosa". Vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?

Ciao Omar, innanzitutto grazie per questo spazio e per il blog che è veramente interessante e ben fatto. 
Mi presento, sono Giulia Pacitto, classe 1981, originaria di un piccolo paesino maremmano chiamato Scansano, conosciutissimo per il suo meraviglioso morellino in tutto il mondo. Sempre vissuta nelle mie zone, tra la scuola a Grosseto, l'università a Roma ed una parentesi di un anno a Milano, sono approdata ad Arezzo 4 anni fa, mi sono spostata per motivi lavorativi e qui devo dire penso di aver trovato la mia dimensione.

Parliamo di Giulia bambina; chi o cosa ti ha fatto innamorare del calcio? dove hai tirato i primi calci al pallone?

Penso che il pallone abbia un po' accompagnato tutta la mia vita fin da piccola. Mai stata una femminuccia che giocava con le bambole, mi sono sempre trovata meglio con i maschietti, a correre per i campi e rotolarmi nel fango. Ricordo che le domeniche andavo con i miei a casa di amici loro in un podere, avevano 2 figli ed inevitabilmente si giocava a pallone e chiaramente essendo la femmina di turno finivo sempre in porta….sbucciarmi le ginocchia non è mai stato un problema però..ed ogni domenica erano immancabili i cerotti.

Mi ricordi quella ragazzina che giocava con noi  maschi al cruentissimo "Porte piccole" una sedia per porta e quasi zero regole, piangeva sempre ma non si arrendeva mai e mi ribatteva colpo su colpo, e a modo nostro ci volevamo un gran bene e ci piacevamo quasi. Ci siamo persi di vista da molti anni, magari è diventata una calciatrice che è stata più forte di tutto e tutti noi brocchi, la stoffa c'era, non lo so ma mi piace pensarlo.
So che hai iniziato a praticare agonisticamente questo sport a 15 anni con il calcio a 7, o calcetto; cosa ci racconti dei tuoi anni giovanili? giocavi in squadre maschili o avevate già compagini tutte al femminile?

Ho iniziato a giocare a calcio a 7 in un campo di patate tutto in discesa a Grosseto, avevo 15 anni e quindi sono passata direttamente a squadre femminili.
I miei, soprattutto la mamma, non erano particolarmente felici di questa scelta, quindi diciamo che ho iniziato pure troppo tardi.
A dire la verità mi avevano preso per giocare come fascia, correvo tantissimo ed ero anche abbastanza veloce e serviva qualcuno in quel ruolo. Poi la svolta, un giorno è mancato il portiere e mi sono proposta per rimpiazzarlo...da li diciamo ho iniziato a capire che forse forse come ruolo mi piaceva di più.
Riuscivo ad esprimere tra i pali quello che non riuscivo ad esprimere normalmente, sono una persona molto timida e riservata, ma un portiere non può permettersi di esserlo e quindi negli anni sono riuscita piano piano anche a cambiare il mio carattere, smussando alcune riservatezze, grazie a questo sport e questo ruolo in particolare.
Da Grosseto poi ci siamo spostati a Scansano, ero riuscita a coinvolgere ragazze del mio paese con la stessa passione e qui abbiamo creato un bel gruppetto, partecipando ogni anno ai campionati uisp e csen nel grossetano.

Poi sei passata al calcio a 11, a Castiglione della Pescaia, dove hai giocato per sei anni; cosa ci racconti del tuo periodo tra campi verdi e scarpe coi tacchetti?


Giulia nella stagione 2004-2005


L'idea del calcio a 11 è stato un bel cambiamento, come ben sai il portiere di calcio ha un'impostazione completamente diversa da quello del calcio a 7 o del calcetto, non solo per la grandezza dell'area e della porta, ma perché lavora su altri fondamentali...io sono piccolina con il mio metro e sessanta mi sono dovuta veramente reinventare e puntare tutto sull'agilità e sulla reattività...quando sono riuscita a toccare la traversa la prima volta è stata veramente un'emozione.
Sono stati anni molto belli e pieni di sacrifici, gli allenamenti finivano tardi la sera, tornavo a casa all'una di notte e la mattina ripartivo col bus per andare a scuola con sveglia alle 6, ma sono stati anni di tante soddisfazioni e soprattutto gli anni in cui ho creato quelle amicizie che mi hanno accompagnato fino adesso. Con alcune di loro ho giocato fino l'anno scorso nel campionato FIGC.
Nel 2006 poi mi sono trasferita a Milano per un'esperienza lavorativa e dovetti smettere, ma ogni weekend tornavo e sono riuscita in estate a fare un torneo..quando si dice la passione...o la pazzia.
L'anno successivo la mia esperienza era già conclusa e la prima cosa che ho fatto è stato ritornare a giocare. Chiaramente il mio ruolo era stato rimpiazzato da un portiere molto più bravo di me, ma volevo giocare e quindi ho fatto un anno da terzino..tutto un altro ruolo. Era più la panchina che il campo, ma non mi importava, non saltavo un allenamento, correvo dietro al pallone e mi divertivo e questa era la cosa più importante. Non ho mai avuto dei grandi piedi, sempre pensato di averli montati al contrario, quindi fare battimuro e giocare con le mie compagne mi ha insegnato a vedere il calcio anche da punti di vista diversi e nel complesso credo che anche questa parentesi mi abbia fatto diventare il portiere che sono adesso.
Se dovessi raccontarti aneddoti e momenti da ricordare, non mi basterebbero libri, posso dirti che i momenti più belli erano quelli sul pulmino per andare in trasferta, i mitici panini di Emi, i canti a squarciagola, le curve su due ruote di Roberto che andava come un matto, eravamo un bel gruppo dentro e fuori dal campo.
La vittoria più bella sicuramente in un derby con il Livorno, sempre finiti a botte dentro e fuori dal campo...sotto di 3 a 0 alla fine del primo tempo, al rientro dagli spogliatoi non avevamo veramente più nulla da perdere ed abbiamo giocato col famoso coltello tra i denti..ebbene all'ultimo minuto abbiamo ribaltato il risultato in un roboante 4-3 finale...ti puoi immaginare il delirio. 

Giulia alla Castiglianese


Mi sto immaginando tutto quello che hai raccontato, e credimi è bellissimo, uno spaccato di vita da paura, avessi avuto solo un decimo del tuo coraggio per vivere tutto questo. E adesso ho pure voglia di un panino, colpa tua.
Concludendo col calcio a 11, quali sono state le compagne e avversarie più forti con cui hai giocato, o anche coloro che ti hanno insegnato di più? vuoi farci qualche nome?

Per quanto riguarda le compagne direi che ho cercato di prendere un po' da tutte, se devo farti qualche nome ti direi sicuramente Lavinia Calchetti, bomber di razza con un dribbling e soprattutto un tiro dalla potenza micidiali, Alessandra Falcini, grande senso del gol e della posizione, da loro ho capito come si muovono gli attaccanti ed ho imparato che mai e poi mai si deve andare a terra e lasciare la porta libera. Simona Zorzi, storico capitano con un grande senso del dovere e trascinatore, Serena Vincenti, che è stata il nostro capitano negli ultimi anni di calcetto a 5, sicuramente un esempio per forza fisica e tattica e grande grande carisma.
Fra tutte poi il mio modello di portiere, Mariana Malos, da noi chiamata Mutu perché rumena, matta a livelli improponibili, ma pazzesca tra i pali e fuori, grande atleticità e completa su tutti i fronti.
Tra le mie avversarie ho avuto il piacere di giocare contro il Siena che poi finì in serie A..e giocatrici forti come Jessica Migliorini e Valentina Fambrini non ne ho mai ritrovate, senso tattico, piedi vellutati, tiri potenti e calibratissimi, un piacere ed uno stimolo grandissimo per un piccolo portiere come me.  
 
E mi unisco al saluto a tutte le ragazze che hai rammentato, se leggessero queste righe e avessero voglia di raccontare la loro storia sono qua.
Poi inizi la tua avventura nel calcio a 5, in quali squadre hai militato e per quanti anni,prima di approdare poi al San Giovanni?

Premetto che in tutti questi anni di calcio a 7 e ad 11 il calcetto mi ha sempre accompagnato perché i tornei definiti minori ci tenevano occupati non solo l'estate ma alcuni anche l'inverno..un doppio ottimo allenamento.
Durante questi anni di calcetto ho ricevuto tanti riconoscimenti come miglior portiere dei vari tornei, ma i trofei ai quali sono più legata sono il Premio Fair Play, che venne dato solo per quell'anno ed il miglior portiere nel torneo nazionale che perdemmo in finale contro una squadra torinese.

Una sorridente Giulia mostra il trofeo di miglior portiere alle nazionali del 2013


Ricordo con piacere il Fair Play perché mai prima o dopo venne più istituito..ti racconto l'episodio incriminato.. durante una rimessa laterale la palla finì nella mia rete, l'arbitro annullò perché come ben sai non si può segnare direttamente da fallo laterale nel calcetto...alzai la mano e dissi che l'avevo toccata...la cosa bella è che tutti, anche le mie compagne, applaudirono. Bella sensazione.
Per tornare alla tua domanda, diciamo che il calcio a 5 ho iniziato a praticarlo in maniera più seria 5 anni fa. Con le compagne del calcio a 11 sapevamo che ormai quella strada era arrivata a termine e per non abbandonare il nostro sport preferito abbiamo creato la usd Marsiliana dove ho giocato per 2 anni, con le stesse ragazze poi ci siamo spostate a Grosseto in quella che conosci come Atlante Grosseto, che vanta anche un ottimo settore giovanile e maschile, 2 anni fa il maschile era approdato in serie A.


USD Marsiliana (sopra) e Atlante Grosseto Marsiliana.

Ed infine, sono approdata al San Giovanni, con firma ufficiale il 7 luglio del 2019.   

Quello che hai raccontato del tuo fair play è meraviglioso. Davvero nessuna compagna ti ha insultata, nessun allenatore ti ha guardata male, e il pubblico non ti ha mortificata in nessun modo? è bellissimo e quasi incredibile...anzi no, è credibilissimo, è calcio femminile.
Ci puoi descrivere meglio il ruolo di portiere nel futsal? Giulia Liguori lo ha già fatto egregiamente, ma una seconda lezione non guasta mai.

Il ruolo che ricopro ormai da tanti anni è il portiere. E' un ruolo particolare, non tutti possono ricoprirlo secondo me, ci vuole quella giusta dose di coraggio e pazzia, ed allo stesso tempo calcolo e sangue freddo, ma soprattutto è un'immensa responsabilità. Il portiere è la base ma anche la fine del gioco di una squadra, un rilancio calibrato perfettamente al tuo pivot può innescare un contropiede micidiale per gli avversari, ed una parata decisiva può salvare il risultato e gli sforzi delle compagne.

Il portiere è genio e sregolatezza....

E' sacrificio e dedizione, costanza e pazienza, ma soprattutto è un'insegnamento di vita, ti aiuta a crescere, a tirare fuori quelle parti di te che sono celate, ti aiuta a stare al mondo...a me ha dato tanto sotto questo aspetto.
Il lavoro del portiere di calcio a 5 è molto diverso come ti dicevo da quello del calcio a 11, quindi negli anni ho dovuto ridimensionarmi, lavorare tantissimo sulla velocità e reattività, addominali e dorsali come se non ci fosse un domani, elasticità ai massimi livelli,  ma mai sottovalutare il lavoro sulla potenza e precisione nei tiri, è un lavoro a tutto tondo...si perde un po' di fiato perché si corre meno, ma ti posso assicurare che non esco mai dal campo con la maglia asciutta, la tensione e lo sforzo mentale sono ai massimi livelli.
Altro aspetto fondamentale di un portiere...devi conoscere le tue compagne, devi metterle sempre nella posizione di poter giocare al meglio ed in totale tranquillità, quando una squadra si fida del suo portiere è tutto molto più semplice e tutta la squadra gioca molto più serena.
Credo sia uno dei ruoli più gratificanti però, comporta tanta responsabilità perché sei l'ultimo elemento della squadra, da te fondamentalmente dipende il risultato.

Per come lo descrivi tu deve essere (e lo sarà)  un qualcosa di stupendo e faticosissimo al tempo stesso, troppo ad esempio per il sottoscritto che ha sempre odiato gli addominali, ma per chi è motivata o motivato i tuoi consigli saranno veramente utili e di grandissimo stimolo.
 Veniamo adesso al San Giovanni, so che ci giochi da questa stagione appena dichiarata conclusa anzitempo; che ambiente hai trovato? parlaci delle tue compagne o di chi altro vuoi.

La foto ormai simbolo di questo gruppo meraviglioso


Quando mister Scarpellini è venuto a bussare alla mia porta ero un po' titubante, da un lato l'ignoto ma la comodità di avere una squadra vicino a dove abito adesso, dall'altro invece avevo una vita con le compagne storiche di sempre ma allo stesso tempo sentivo che non avevo più stimoli e stima. Dopo il primo allenamento avevo già deciso. Ho trovato un ambiente sereno, un progetto importante, un'idea ed un'organizzazione societaria molto diversa da quelle a cui ero abituata, ragazze molto capaci e qualcuna di loro già la conoscevo, perché chiaramente non mi sono fatta mancare i tornei uisp anche ad Arezzo per migliorare i miei allenamenti e riempirmi tutte le serate della settimana. 

La vittoriosa rappresentativa uisp di Arezzo nel 2019

Per quanto riguarda le mie compagne beh parto sicuramente da Ilaria Ciofini, con lei ho giocato nella rappresentativa uisp di Arezzo ed insieme abbiamo vinto regionali e nazionali nel maggio 2019, la stimo tantissimo come giocatrice, abbiamo un ottimo dialogo in campo e fuori, siamo state ribattezzate la difesa più naif del campionato..un onore per me. 
La difesa piu' naif del campionato..Spesso questa parola viene grossolanamente inquadrata come sinonimo di ingenuo. Ma racconta tanto, tanto di più. (Didascalia by Giulia)


Come me lei era una dei nuovi acquisti, oltre a Costanza Aterini, lei non se lo ricorda, ma già la conoscevo dai tempi del calcio a 11 quando giocava nell'Arezzo, grande corsa e potenza, bellissima persona anche fuori dal campo, un mastino. Ilaria Borghesi, il bomber, giovane ma con grande esperienza, è una forza della natura. Anna Staiano, annuzza, senza di lei veramente lo spogliatoio non sarebbe così solare, verace nella maniera più genuina del termine. Margherita Bazzini, grande promessa...oddio come mi so sentita vecchia quando ho saputo l'età, ma un'umiltà tale ed una voglia di imparare come la sua difficilmente si trova nelle ragazze della sua età.


Selfie a go go

Capitan Trilli, piccina piccina ma ragazzi con una forza ed una grinta da vendere. Eleonora Innocenti, un portento, instancabile, correrebbe anche dopo aver finito la partita, grandissimo cuore, lei da tutto e anche di più di quello che ha in campo. Silvia Berlingozzi, snodatissima, entra in campo e magari con un lampo di genio ti fa i gol più impensabili della storia. 


Alessandra Medori, attaccante esperta, tanta dedizione per questo sport, una delle veterane del gruppo, fa spogliatoio. Le mie compagne di reparto, Giulia Liguori e Marsida Milaqi...a differenza di quello che si può pensare c'è stata tanta collaborazione, la giusta dose di competizione sana, durante gli allenamenti e soprattutto durante le partite erano le prime che sentivo applaudire ed incitare, un supporto importantissimo. Sono stata felicissima quando Giulia ha portato il San Giovanni in finale di coppa con una sua prodezza, credo che in fondo questa sia stata la nostra forza durante tutto il campionato.
Tutte persone semplici ma di gran cuore, se ci sono state problematiche ne abbiamo parlato insieme e trovato soluzioni.

Appetitosi post allenamenti del mercoledi..finite tutto da sole o avete bisogno di qualcuno che vi aiuti con la schiacciata ripiena? per sapere....


Poi c'è la dirigenza...Noemi Cavuti è la numero uno, dirigente si ma lei è Noemi, qualla che piange e va abbracciata a fine partita, dolcissima dal cuore tenero, la colonna portante e morale di questo gruppo. Mirko Bossini, il boss, il motore della società. Ed infine, ultimo ma non per importanza, Daniele Scarpellini, il mister, ordine e disciplina direi, ma con quella dose di simpatia che non guasta mai.

L'ultima cena pre-covid.

E' un bel gruppo, quasi la metà erano nuove, non era semplice creare qualcosa di così bello , molto lo ha fatto la passione comune e la voglia di fare bene, difficile sentirsi inadeguati in una realtà così.

La quarantena non attenua la voglia di stare insieme...


Io non finirò mai di ringraziare Giulia Liguori per avermi messo in contatto con voi, non mi era ma capitato di tifare per una squadra e delle persone che non ho mai visto o conosciuto di persona, ma sento veramente dell'appartenenza ai vostri colori. E mi avevano detto che dopo i 35 anni di solito si perde del tutto la capacità di sognare ed emozionarsi quasi come dei ragazzi...ma chi è mai cresciuto, alla fine?
Tornando a voi, quali sono i tuoi più bei ricordi col San Giovanni calcio a 5?

Oddio, per me è stato tutto bello ed indimenticabile, perché arrivare alla soglia quasi dei 40 anni e toccare la serie A con mano è impossibile possa dirti qualcosa che non sia fantastico e memorabile. In ogni partita per un portiere c'è sempre una parata o un movimento da ricordare, perché ognuno di essi ha portato la squadra a risultato.
Posso dirti che tra i momenti più significativi ricordo con piacere il rigore parato a Jessica Balleri, Pelletterie B , che comunque ricordiamoci sempre è una giocatrice di serie A. Come dimenticare le ultime 3 partite di campionato, soprattutto la trasferta contro il Pisa vinta per 2 a 1....gli ultimi 10 minuti ci avevano veramente messo sotto con il portiere in movimento, sono stati minuti interminabili ed hanno provato più volte il tiro verso lo specchio, ma tutte le volte ho risposto presente e quei 3 punti ci hanno veramente dato un morale pazzesco. Trasferta a Signa, 1 a 0 per noi soffertissimo, difficile dimenticare che a pochi minuti dalla fine un pallone sbucato all'improvviso, l'ho toccato quel tanto con la punta delle dita per farlo finire in angolo. Il doppio intervento sul mio ex capitano Serena Vincenti nello scontro con l'Atlante, parata a terra, tiro potente non lo trattengo lei ritorna sul pallone e calcia, da terra alzo il braccio e la spedisco in calcio d'angolo.
L'assist a Ilaria Borghesi direttamente con le mani, palla sui piedi, si gira, calcia, gol.
Le uscite poi sono la mia specialità, mai avuto paura ad uscire sui piedi, direttamente sul corpo dell'avversario per coprire la porta..quella più spettacolare...direi uscita in anticipo sull'avversaria e rilancio al volo di sinistro, tra poco segno..ed io col sinistro nemmeno mi ci appoggio.
La partita del 28 febbraio, la vittoria schiacciante contro il Pistoia, non tanto per il risultato che non è mai stato in bilico, ma perché al triplice fischio sono scese le lacrime, tremavo, non avevo mai provato un'emozione così per una partita.

Pistoia strapazzato bene bene...

Unico rammarico, per motivi di lavoro non ho potuto partecipare alla fase finale della Coppa, ma ho fatto di tutto per essere con le mie compagne il giorno della finale, sugli spalti a tifare, incitare e soffrire per loro.

Grande! Ma ci pensi se tutti questi ricordi col tempo si fossero sbiaditi? grazie di averli scritti e condivisi per noi.
Venendo dalla provincia di Grosseto, il Valdarno è decisamente lontano; come fai, o come hai fatto se oggi vivi nei paraggi,  a organizzarti per allenamenti e partite?

Allora, mi sono trasferita ad Arezzo per lavoro quasi 4 anni fa, quindi per me quest'anno è stato decisamente facile. Diciamo che la parte difficile è stata farsi 2 anni da Arezzo a Grosseto...chiamala pazzia, passione, non lo so, fatto sta che per due anni smontavo da lavoro alle 7 e partivo per andare agli allenamenti ed alle partite, post partita del venerdì andavamo anche a cena, e quindi rientravo a casa verso le 2 le 3 di notte..e chiaramente il sabato mattina si lavorava. Senza dimenticare che nei giorni che non giocavo in figc..giocavo qui ad Arezzo in uisp.

Wow, chissà se in quel periodo ti è capitato di dormire, una volta ogni tanto!
Nell'intervista a Noemi Cavuti so che lei ti chiama "Gatto", ma non mi ha voluto dire il motivo, "non potrebbe mai..." ce lo vuoi raccontare tu?

Allora nessuno fino a quest'anno mi chiamava gatto, il mio soprannome storico è GRANCHIO, ma per cose extra calcistiche. Quando sono arrivata al San Giovanni, le mie compagne mi hanno raccontato un episodio risalente all'anno prima quando ci siamo scontrate come avversarie...durante il riscaldamento le mie attuali compagne mi avevano guardato e si erano dette 'raga tiriamo che il portiere non mi sembra un granchè'...a fine primo tempo però avevano cambiato idea..'un gatto raga, è un gatto'...e da li penso sia partito il tutto. Diciamo che il mio punto di forza è la reattività...e come ha detto la Noe...impensabile per una della mia età, ne vado molto fiera del mio nuovo soprannome. 

Il gatto affila le unghie...

Fantastico, valore mostrato sul campo e bella lezione, mai giudicare un libro dalla copertina, o un portiere dall'età!!
Oltre al calcio, ti sei dedicata o ti dedichi anche ad altri sport?
Sono un'appassionata di sport in generale, seguo il calcio da anni e sono tifosissima della Roma, quando posso vado allo stadio e tra le cose che ho fatto negli ultimi 2 anni..il giovedì abbonamento Europa League, immancabile. Chiaramente Francesco Totti è il mio numero 10 per eccellenza. Seguo il calcio femminile da anni ed il mio idolo indiscusso è l'ex portiere della nazionale USA Hope Solo.
Ho praticato tennis da piccola ma mai a livello agonistico, quando posso ci gioco volentieri e vederlo mi rilassa, adoro Federer.
Altra passione, il nuoto, sono arrivata a farlo a livello di gare regionali, ma poi varie vicissitudini mi hanno allontanato, soprattutto perché la piscina era lontana ed avevo difficoltà ad arrivarci.
In generale, basta che ci sia sport e per me va benissimo.
Negli ultimi anni ho scoperto il trekking, le camminate e la pace della montagna...la vecchiaia incombe.

Se ti può consolare io trekko e scarpino da quasi vent'anni e ne ho uno meno di te, quindi sono un vecchione niente male al tuo confronto. Complimenti per la fede giallorossa, tra l'altro l'unica squadra della capitale, non ne conosco altre...
Ultima domanda; quali sono i tuoi obiettivi sportivi e non? quanti anni prevedi ancora di giocare? e quando smetterai (il più tardi possibile) ti vedi a ricoprire un qualche altro ruolo, tipo quello di allenatrice?

Smettere per il momento non ci penso, mi diverto ancora come una ragazzina e penso di poter dire ancora la mia e soprattutto penso di poter dare ancora molto, a inizio campionato avevo dichiarato 'voglio portare il San Giovanni il più in alto possibile'...direi che volere è potere è sempre il mio motto preferito.
Ho avuto ultimamente qualche contatto con qualcuno che mi ha fatto vedere una parte di me che forse non conoscevo e ti dico che sicuramente quando arriverà il momento di uscire dal campo, sicuramente quello che vorrei fare è l'allenatrice di portieri, mai nella vita ho vissuto sensazioni come mi ha dato quel rettangolo di gioco e quella porticina.
Nel mio futuro c'è sicuramente il calcio.  

Giulia e il San Giovanni vi salutano così, con la loro festa promozione.


E noi ne siamo veramente contenti Giulia, il movimento calcio femminile, a 11 o a 5 che sia, ha bisogno come il pane di donne come te, che hanno decenni di esperienza e sanno capire alla perfezione l'ambiente, il gioco e le giocatrici, ti auguro prima di tutto di continuare ancora a lungo a giocare, e poi davvero di dare il tuo contributo come allenatrice dei portieri.
La tua storia fantastica mi ha veramente coinvolto ed emozionato ( Tra l'altro sei una narratrice nata, potresti scrivere quel libro che hai detto sarebbe stato troppo lungo scrivere per questa intervista, pensaci... e non te lo dice proprio l'ultimo dei pirla) e sono stato davvero felice di conoscerti attraverso le tue parole, nell'attesa di farlo anche di persona, che il primo selfie lo voglio con te, le altre e gli altri si mettano in fila! (si, come no, ci sarà l'assembramento, ahahahha).
Ciao Granchio, ciao Gatto, ciao Giulia, a presto.

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