Forse ve l'ho già raccontato, ma non sono Paganini e posso ripetermi; lo scorso settembre, epoca nella quale ero ancora quasi del tutto digiuno di calcio femminile, sono andato a Monteboro per vedere Empoli-Inter, e mi trovo a vedere la partita accanto a una ragazza veramente smart; come spesso succede allo stadio scambiamo qualche parola tra vicini di posto, e subito inizia a illuminarmi su tattiche e aspetti del movimento che ancora nemmeno immaginavo, e di se mi dice solo che gioca a futsal e ha giocato nel Florentia, ma non sta a glorificare se stessa come potrebbe succedere quando ti trovi a parlare con un addetto ai lavori; ecco, questa ragazza non solo è appunto una calciatrice di alto livello, ma ha pure vinto uno scudetto con la Fiorentina...e io che le ho chiesto se le era mai capitato di conoscere Alia Guagni! qualche tempo dopo, curiosando nelle pagine social delle calciatrici, mi imbatto nella sua foto, e scopro in pratica che, senza saperlo, ho guardato una partita fianco a fianco nientemeno che con Giulia Ferrandi.
Una radiosa Giulia in viola mostra i trofei di un anno magico
Poi ho cominciato a seguirla come seguo tante altre giocatrici, tenendomi al corrente di tutte le sue ultime vicende, e scoperto che Giulia non solo è una protagonista in campo, ma trova anche il tempo di dare voce, attraverso dirette su Instagram, a ragazze che praticano sport ancora meno conosciuti e seguiti del calcio, e per me chi da vita a queste iniziative occupa automaticamente un posto d'onore tra le mie simpatie, e quando ho avuto modo di contattare Giulia (ringrazio anche l'amico Stefano Grassi per averci messi in contatto) per proporle un'intervista, pur tra mille impegni non ha esitato un secondo a dirmi di si, e ne è nata questa splendida collaborazione che sono davvero molto onorato di presentare; signore e signori, qua su "Il viola e il rosa" è qui con noi Giulia Ferrandi!!
Come sempre, adesso mi faccio da parte e lascio la parola alla nostra protagonista di oggi;
Ciao Giulia, e grazie ancora per avere accettato di essere ospite del Viola e il Rosa. Vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?
Ciao Omar, io ringrazio te per aver pensato a me come tua ospite e ti rinnovo i miei più sinceri complimenti per aver aperto questa nuova rubrica sul calcio femminile. E’ davvero bello quello che stai facendo!
Sono nata nel 1992, a San Giovanni Bianco in provincia di Bergamo e ho iniziato a giocare a calcio all’età di 5 anni in un paese vicino al mio, siccome mio padre conosceva il presidente delle società. Non è stato un inizio facile perché all’epoca ero l’unica bambina all’interno del settore giovanile.
Grazie mille per i complimenti innanzitutto. Posso immaginare quanto sia stato difficile per te e tante altre cominciare con squadre maschili, anche se credo che sia stata una palestra ineguagliabile di coraggio e determinazione.
Cosa ci racconti delle tue prime esperienze calcistiche in Lombardia?
Tutto è un po’ cambiato quando sono passata (all’età di 13 anni) alle giovanili dell’Atalanta Femminile che all’epoca aveva solo il nome ma niente a che fare con la squadra maschile.
Qui mi sento di ringraziare Giuseppe Lussana, l’osservatore che mi ha seguita per 2 anni e mi ha portato in questa società.
Una delle poche persone che nonostante gli anni, non è cambiato mantenendo il suo spirito positivo e la sua infinita passione per il calcio femminile.
Porto con me bellissimi ricordi con questa maglia: 2 vittorie del campionato primavera, l’esordio in serie A a 15 anni e le prime convocazioni con la Nazionale Under17.
Poi, Brescia, beh che dire… Cesari grande presidente lungimirante… riuscito a vincere la coppa italia nel suo secondo anno (spero di non sbagliarmi) in serie A.
Ricordo ogni momento di quella finale e posso dire che sia il titolo che sento più mio. In campo per 120 minuti passando da un ruolo all’altro per necessità, fino all’assist decisivo per Daniela Sabatino. Indimenticabile.
Leonessa nel Brescia
Pagine di storia, veramente.
So che, come altre giovani calciatrici (che ribadisco, per me fate solo bene a provare l'avventura all'estero, è giusto per voi e per l'esperienza che poi portate, in caso di ritorno, nell'ancora provinciale realtà italiana) hai avuto un'esperienza Inglese con due squadre piuttosto note anche a livello maschile come West Ham e Watford, è molto interessante per noi saperne di più; raccontaci come è stato vivere e giocare in Inghilterra.
Al West ham
Nonostante abbia giocato in due squadre in meno di un anno, l’esperienza inglese mi ha dato tantissimo.
Sono salita a Londra per imparare l’inglese e continuare a crescere nell’ambito lavorativo.
E’ stata durissima conciliare lavoro e allenamenti.
Mi alzavo molto spesso la mattina alle 5.30 e rientravo a mezzanotte dagli allenamenti. Massacrante, ma l'ho fatto e lo rifarei con lo stesso entusiasmo.
Con il Watford ho vissuto un sogno giocando nello stadio degli Hornets, il Vicarage road. Anche se era praticamente vuoto era enorme e faceva comunque effetto.
Per non parlare del campo, immenso e super curato.
Con il Watford
E ce ne vorrebbero anche qua di campi simili, piange il cuore nel vedere tante campionesse giocare in terreni spesso appena al limite della praticabilità.
Poi arrivi in Toscana, alla Fiorentina, proprio l'anno dello storico scudetto del 2016/2017; raccontaci qualcosa di questo graffito indelebile del calcio femminile in viola, e quali sono state le compagne che ti hanno dato di più.
Firenze doveva essere il trampolino di lancio, purtroppo però ho dovuto fare i conti con un infortunio che mi ha fatta rientrare a dicembre. Non ho avuto molto spazio ma è stata una stagione in cui ho lavorato molto a fianco di giocatrici importanti come Elena Linari, Alice Parisi, Stephanie Ohstrhom e Alia Guagni.
Allenarsi con loro è stato un privilegio.
Soprattutto Parisi, nonostante il nostro carattere ci ha portato spesso allo scontro, l’ho sempre presa come esempio.
La vittoria del campionato al Franchi è stato come sognare ad occhi aperti. Quel giorno Firenze ha aperto gli occhi e ha scoperto un nuovo mondo dietro di noi.
Qui e sopra, una scatenata Giulia onora la maglia della Fiorentina Women's
E posso dire con piacere che chi quel giorno aprì gli occhi poi ha continuato a tenerli ben aperti, per una passione che non si affievolirà mai.
Dopo il tuo anno in viola sei rimasta in Toscana, al Florentia; puoi parlaci della tua esperienza in biancorosso?
Non nascondo che non è stata una decisione facile il Florentia.
La mia idea era quella di tornare a Londra e continuare la mia vita e la mia carriera lassù.
Nonostante fossi scesa in B, lo potevo fare come lavoro e cosi non mi sono fatta scappare l’occasione.
La rottura del legamento crociato a novembre ha complicato le cose, ma sono una persona testarda, e in 5 mesi sono rientrata in campo riuscendo anche a giocare qualche minuto nella partita decisiva per la promozione in serie A.
Con entrambe le casacche del Florentia
I miei complimenti per la tua forza e la tua determinazione, leggere le vostre storie è una vera e propria fonte di coraggio per calciatrici e aspiranti tali.
Parliamo adesso di avversarie; quali sono le più forti con cui ti sei cimentata, sia in Italia che in Inghilterra?
In Inghilterra sicuramente Ini Umotong e Deanna Cooper.
Non sono grandi nomi ma sono ragazze che nella seconda divisione facevano la differenza. Oggi Ini è in nazionale nigeriana e gioca per il Brighton e Deanna ha appena rinnovato con il Chelsea. Entrambe nella Prima Divisione Inglese (WSL1)
In italia non hanno bisogno di grandi presentazioni.
Tutte sono state anche compagne di squadra.
BARBARA BONANSEA
VALENTINA CERNOIA
ALICE PARISI
ILARIA MAURO
ALIA GUAGNI
E scusate se è poco, aver giocato sia contro che insieme a queste campionesse assolute.
Il tuo più bel ricordo calcistico, sia individuale che di squadra?
Individuale posso dire la vittoria della coppa italia con il Brescia.
Di squadra sicuramente l’anno della Fiorentina con la vittoria dello scudetto e della coppa italia
E il tuo goal più bello, quello di cui vai più orgogliosa? ti va di farcene una descrizione dettagliata, anzi una telecronaca alla Caressa?
Non sono molto brava come telecronista.
Uno su tutti forse quello di rientro dopo la rottura del crociato con il Florentia.
Era la partita prima dello scontro playoff e il mister (Ilic Lelli) mi ha messa a 15 minuti dalla fine.
Erano venuti in tanti a vedermi perché sapevano quanto avessi lavorato duro per rientrare il prima possibile.
Recuperata palla a centrocampo ho lanciato Jenny Hjolmann sulla fascia sinistra e l’ho seguita dandogli l’appoggio.
Dalla linea di fondo, mi ha passato la palla all’indietro e di sinistro ho incrociato sul secondo palo.
E’ stata più una liberazione e un premio per quei mesi che sono stati difficili.
Mi sembra di vederlo, grande Giulia!!
Archiviata la parentesi Florentia, sei passata al calcio a 5, e attualmente militi nel Real Grisignano; cosa ci puoi raccontare del mondo del futsal?
Il futsal è uno sport completamente diverso ma che secondo me può essere propedeutico per il calcio a 11.
Speravo di poter iniziare un nuovo capitolo che sarebbe durato molte pagine con il Futsal Florentia a settembre, ma per varie problematiche a dicembre ho chiesto lo svincolo senza avere nessuna idea di quello che sarebbe stato il mio proseguimento di stagione.
Mai mi era successo di dover cambiare squadra a metà stagione tant’è che mi ha spiazzato.
Per un mese ho staccato definitivamente, dedicandomi alla famiglia e a ricaricare le batterie.
Non si è fatta attendere la chiamata di Nilo Azzolin, presidente del Real Grisignano, che da subito ha espresso la volontà di vedermi con i colori blaugrana addosso.
Dopo le vacanze natalizie ho lasciato cosi Firenze per raggiungere Grisignano.
Sono veramente felice della scelta che ho fatto perchè mi ha permesso di giocare in una competizione importante come la final four di coppa divisione e confrontarmi con le migliori giocatrici della serie A.
Qui e sopra, due momenti di Giulia col Real Grisignano.
Abbiamo lasciato putroppo in sospeso un campionato apertissimo e oggi attendiamo notizie dalla federazione, che però non arriveranno prima del 25 maggio.
E comunque mi sento di dire che col futsal mi diverto e questo è un aspetto importante. Dopo 22 anni bisogna sempre cercare di avere stimoli positivi.
Assolutamente si, non si finisce mai di imparare e scoprire cose nuove che spesso poi si rivelano bellissime, come appunto accade a chi si appassiona al calcio femminile, a 11 o a 5 che sia.
Dunque, parliamo adesso delle già citate dirette su Instagram da te curate in cui intervisti ogni volta una ragazza di uno sport ancora meno conosciuto e seguito del calcio, e queste sono cose che personalmente mi emozionano, è davvero una bellissima idea. Cosa ci racconti al riguardo?
E’ stata un’idea nata da una notte insonne. Ho sempre cercato di dare voce al calcio femminile quando ancora “non andava di moda” e ho pensato.. perché non allargare le vedute?
Ho avuto il piacere di approfondire diversi sport con ragazze stupende, ovvero;
Nausicaa dell’orto per il football americano
Marcella Filippi per il basket
Elisa Giordano per il rugby
Ilaria Cacciamani per il softball
E’ stato incredibile scoprire come anche loro stiano lottando per migliorare la situazione negli sport femminili.
Purtroppo ancora nel 2020 voi donne non avete altra scelta che lottare duramente per realizzare i vostri sogni, è il destino inevitabile per tutte coloro che vogliono rendersi indipendenti e cercare un posto al sole, e questo non solo nello sport; e da uomo, per quello che serve, ti esprimo tutta la mia solidarietà.
Concludo chiedendoti cosa ti auguri dal movimento per il futuro, e l'obiettivo più realisticamente alla portata.
Mi auguro che le istituzioni continuino il loro lavoro per il movimento. Sicuramente la pandemia rallenterà questa corsa al professionismo ma sono convinta che è questione di poco.
Stiamo costantemente dimostrando il nostro valore e manifestando correttamente i nostri diritti.
I club professionistici dovranno essere la chiave per raggiungere questo obiettivo.
Si, concordo con te Giulia, la pandemia credo sia come un banco di nebbia che impedisca a un aereo di alzarsi in cielo, ma come si dissolverà potrete di nuovo decollare, e questa volta, seppur con tempo e pazienza e grazie alla visibilità mediatica data dai social e dall'affiliazione ai club professionistici di molte società, non vi fermerà più niente e nessuno.
Grazie ancora Giulia, e grazie a tutte le donne di sport come te che nobilitano il movimento con il loro talento e la loro passione.
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