domenica 24 maggio 2020

LE LEGGENDE; INTERVISTA A GIULIA ORLANDI.



Bene, adesso facciamo un bel respiro, calmo Omar, non è il caso di mettersi a fare la figura del fan sfegatato, questo è un blog serio o almeno cerca di esserlo e tu sei una personcina posata e razionale. Quindi adesso vi parlo dell'ospite di oggi, ovvero  una ex giuocatrice di calcio che nella sua carriera ha militato principalmente con la maglia...

MA BASTA! MA CHI SE NE FREGA!!! E facciamolo il fan sfegatato, che oggi è un giorno di festa!!!
Ladieeees and gentleman, oggi abbiamo con noi, qui su il Viola e il rosa, nientemeno che la splendida, fenomenale, eccezionale, indimenticabile, meravigliosa, iconica, leggendaria, mitica, inimitabile, ammirevole, inenarrabile GIULIA ORLANDI!!!!!!!!!!!!!!!!

Un sorriso tutto in viola.


Si, lo so, potevo abbondare ancora un po'coi superlativi, perdonatemi...però davvero, se già stimi una persona per il talento, la simpatia e l'intelligenza e questa accetta di collaborare con un quasi sconosciuto come sono io per lei, allora la stima aumenta a dismisura, e mi sento davvero commosso.

Che poi è vero, come sapete sono uno scolaretto arrivato ieri che cerca di imparare, e non ho mai visto Giulia in viola e nei suoi anni d'oro da calciatrice..o forse si, visto che in due soli mesi mi sono goduto dal vivo quasi tutte le sue ultime partite, tutti gli ultimi bagliori della sua classe, e mi sento di affermare che Giulia ha lasciato ancora al top della forma fisica e mentale, dopo una serie di partite da incorniciare per lei e per tutta la sua Florentia San Gimignano. Come poche altre e pochi altri grandi ha lasciato senza conoscere la china e il viale del tramonto, si è congedata da titolare e da vincente.
La vidi giocare per la prima volta lo scorso settembre a San Gimignano proprio contro la Fiorentina, e non sapevo nemmeno chi fosse, incredibile ci sia stato un tempo in cui non conoscevo lei e tutte le altre mie attuali beniamine. Quando fu sostituita il pubblico di fede viola le tributò un lungo e sportivo applauso, e chiesi al mio vicino cosa avesse fatto per meritarselo; lui mi guardò con un atteggiamento (tipicamente fiorentino...) di disprezzo malcelato misto a commiserazione, e mi rispose semplicemente "Una delle più grandi calciatrici che abbia mai avuto Firenze". Il giorno dopo avevo già letto tutto quello che su di lei si trova in rete, e seguire la Florentia San Gimignano da quel momento per me è stato soprattutto seguire Giulia.

E nella seconda metà di novembre ci sono state tre partite della Sangi, tutte palpitate dal vivo, tra le più belle ed eccitanti mai viste, una trilogia dal sapore quasi cinematografico; il 2-1 contro la Roma a San Gimignano, lo 0-0 epico di Monteboro in un derby combattutissimo e al cardiopalma e poi il leggendario 2-1 al Milan, che già tante volte ho raccontato e ricordato sul blog. Quella partita rimane la mia più grande emozione calcistica vissuta dal vivo, ancora ripenso alla tribuna che tremava dopo il goal di Maegan Kelly, a me con entrambe le sciarpe al collo, quella di Florentia e Fiorentina, assistere commosso a tutta la festa dolceamara del congedo, Serena Ceci che prende sulle spalle il suo capitano, tutti momenti che puoi capire veramente solo avendoli visti e vissuti dal vivo. Grazie a Giulia e a questa partita sono passato da interessato a vero e proprio cultore del calcio femminile, Alia mi ha fatto innamorare ma Giulia Orlandi ha trasformato l'amore in dedizione e passione.
E ora, come nel più bello dei sogni ad occhi aperti, Giulia è qui con noi, sulle pagine del mio blog, e ancora emozionato lascio a lei la parola.

Ciao Giulia, di solito chiedo a chi intervisto di presentarsi, ma credo proprio che con te sia superfluo. Vuoi dirci comunque, proprio per i più distratti, qualcosa di te?

Mi chiamo Giulia Orlandi, e sono nata a Firenze il 25 Giugno 1987.

Una splendida Giulia nel suo fulgore da capitano viola.


Parlaci di Giulia bambina. Chi o cosa ti ha fatto innamorare del pallone? e in che squadre hai esordito? Se vuoi raccontarci qualcosa dei tuoi primi passi nel mondo del pallone, ne siamo curiosi.

Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 11 anni all'Acf Firenze, grazie a un professore che mi ha portato a San Marcellino. 
Quando ero piccola ho fatto un anno di ginnastica artistica, poi basket e infine calcio. In realtà sono nata col pallone perché con i miei compagni di classe e anche ai giardini ho sempre giocato a calcio.

Al campino con gli amici

Mia sorella inoltre giocava già e quindi insieme a mia mamma l’accompagnavamo a tutti gli allenamenti prima a Greve e un paio di anni dopo al Ferrone. Io ero praticamente la mascotte! 
Mia sorella poi smise e del calcio se ne persero un po’ le tracce anche in famiglia. Come già detto mi dedicai al Basket. A 12/13 anni la svolta, a seguito di un torneo interscolastico un professore mi consigliò di andare a San Marcellino, lì un suo collega allenava le ragazze. Un giorno con mia mamma andammo per una prova, il professore in questione era stato insegnante alle medie di mia sorella e di mia cugina (Firenze l'è piccina),quindi mia madre lo conosceva già! Con lui arrivarono altre ragazze che conoscevo anche io perché avevano giocato ai tempi con mia sorella. In qualche modo mi aiutarono a sciogliere la timidezza ed andare in campo. Luciano Bagni, ex Presidentissimo, mi portò un paio di Diadora rosse per poter iniziare, furono le mie prime scarpette! Ovviamente una volta in campo mi presentarono al gruppo di ragazzine della mia età e feci il mio primo allenamento. Da quel giorno è iniziata un'avventura bellissima. 

Gli inizi...


Avete appena letto della nascita di una leggenda, e ora sappiamo chi ringraziare, davvero un sentito GRAZIE a chi ha creduto in te. Poi per te c'è stato il Firenze primavera. Com'è stato il tuo primo impatto con quel viola che per tanti anni sarà la tua seconda pelle?

Ho iniziato a Firenze e detto sinceramente mai avrei pensato di cambiare. Ho ricordi indelebili di tutti gli anni vissuti all'Acf Firenze, il merito di quello che questa società ha raggiunto non è assolutamente limitato ad una sola persona, ma a tantissime, genitori, addetti ai lavori, allenatori e alle ragazze che negli anni hanno sempre reso l'Acf una gran bella realtà. Perché per quanto fosse difficile fare calcio per le bambine, questa società è sempre stata un punto di riferimento per la città. Penso a tutti i sacrifici che ha fatto la mia famiglia e quelle di altre mie compagne e non posso che cogliere l'occasione per ringraziarle, perché con la loro volontà, partecipazione e solidarietà hanno permesso ciò che è arrivato dopo. 

E io ti ringrazio di ringraziare genitori e famiglie, che veramente è una cosa straordinaria da parte loro sacrificare tempo, soldi ed energie così da permettere ai propri figli e figlie di inseguire i loro sogni, e questo vale per tutti gli sport.
Ci racconti la tua emozione nell'esordire in prima squadra? E chi erano le veterane del Firenze quando tu eri una matricola? se ti va di ricordarcene qualcuna ci fa piacere.

I primi anni di calcio giocavamo contro i maschi, eravamo l'unica squadra di sole bambine del campionato. Che soddisfazione quando vincevamo!!! Un paio di anni dopo circa c'erano invece già belle battaglie tutte al femminile, principalmente con Livorno e Agliana. Nomi come Sandy Iannella, Priscilla Del Prete, Jessica Migliorini, Alia Guagni, Carolina Pini, Adriana Ricciardi, Serena Patu, Eleonora Benucci, Valentina Giusti, Martina Pitzus, Daria Nannelli, Chiara Romiti, Arianna D'Agostino etc etc etc, tutta una serie di ragazze che qualche anno dopo insieme o contro ho ritrovato nella massima serie. 
Il mio esordio avvenne nella stagione 2001/2002 a Sant'Elpidio, eravamo in trasferta, entro nel secondo tempo, non so per quale motivo ma in quella occasione come dirigente accompagnatore c'era mia mamma, forse perché “Sergino”, il babbo della Patu non poteva. Perdevamo 1 a 0. Il Mister Francesco Ciolli (uno dei più grandi artefici del grande Firenze da sempre) decide di cambiare e mi fa entrare, a centrocampo ma più sull'esterno. Pochi minuti dopo sposto la palla e di sx faccio partire un missile….GOOOOL!!! Partita riaperta. Quasi sul finale Serena Patu si procura un rigore che Sandra Benvenuti  realizza e torniamo a casa con 3 punti. La mia prima volta in prima squadra è stata uno spettacolo, esordio con gol e vittoria, senza dubbio indimenticabile. Il Mister e tutte le mie compagne mi racconteranno poi che mia mamma in panchina al gol fece un salto e gli salì in collo!!!

Una grintosissima Giulia in una foto che provocherà forti emozioni in tutti noi.


Ma veramente, una ragazzina e già facevi la differenza, un esordio da predestinata! e poi dicono che non è vero che il buongiorno si vede dal mattino.
Con il Firenze è stata un'avventura lunga 15 stagioni, tra alti e bassi, come la retrocessione in A2 subito riscattata dalla successiva promozione. Raccontaci i tuoi momenti magici col Firenze, i ricordi che vorresti fissare su tela.

Se devo fare una scelta, credimi molto difficile, direi che alcuni di tanti momenti magici vissuti con il Firenze, sono:

La vittoria del campionato di serie A2 e quindi la promozione in A festeggiata al Franchi nel 2006 

Festeggiamenti della vittoria del campionato di A2

La vittoria del campionato primavera al quale potevo ancora partecipare nel 2007

Tricolore primavera del 2007


La conquista della salvezza contro l'Atalanta  alla penultima giornata di campionato nel 2007

La conquista del 4 posto in serie A nel 2014/2015 il risultato migliore con la maglia dell'Acf, un anno molto intenso, di forte crescita, lo ricordo soprattutto anche a livello di capitano.

Il mio Firenze, per me, è davvero troppo grande e ampio per essere fissato su tela! 


Il tuo score al Firenze parla di venti reti, niente male per una centrocampista. Qual è il tuo goal più bello o più importante? ce lo racconti? O anche più di uno se vuoi...

Non ho mai fatto tanti gol, lo so, ma il contributo in campo credo di averlo dato dai. Il gol più importante credo sia stato quello rifilato all'Atalanta alla penultima giornata di campionato nel 2007, il nostro primo anno in A. Con quel gol realizzato di sinistro  ci fu la salvezza matematica anche perché l’ultima gara ci vedeva a Sassari contro la Torres e sarebbe stato per noi quasi impossibile fare punti. 

Lustrata di scarpa dopo il goal salvezza all'Atalanta del 2007 (Tasso tecnico in questa foto; impressionante)

Mi piace però ricordarne un altro paio, uno nel 2012 dopo aver ricevuto una testata sul sopracciglio, che mi costò poi 3 punti…il mio fisio mi ribendó tutta, tornai in campo e poco dopo segnai al Napoli! L'altro, gol su punizione a Bari con la maglia dell'Empoli, 3 punti fondamentali per il nostro percorso (anche se poi non bastarono).

Mi sorprende questa cosa di te che torni in campo bendata e segni, ti ho sempre vista così rinunciataria e remissiva in campo...importa dire che sto scherzando?
Tu non sei solo l'emblema del calcio viola femminile assieme ad Alia, ma anche una capitana storica di Firenze prima e Fiorentina women's poi. Quando hai ereditato la fascia per la prima volta, e da chi? Raccontaci la tua prima partita da capitana, come ti sei sentita?

Firenze o Fiorentina che sia, la fascia risplende sempre sul braccio di Giulia

La fascia da Capitano me la assegnò il mister Sauro Fattori, quando arrivò a Firenze. Quando ricevetti la notizia fu molto bello, mi ricordo di averla vissuta come una grande prova di responsabilità. Mi sentii orgogliosa e che da ora in poi avrei dovuto essere ancora di più esemplare e di aiuto per le mie compagne. 

In questa foto e nelle seguenti; momenti magici col Firenze.

Prima di arrivare a parlare di Fiorentina, fermiamoci ancora un attimo al Firenze; dai tuoi esordi fino al 2015, come si sono evoluti i campi da calcio e il tifo? Hai vissuto anche tu nei tuoi primi anni i campi di terra rossa o pieni di sassi descritti da Lina Abate oppure erano terreni perlomeno decenti?

Assolutamente se ho giocato e mi sono allenata in campi terribili. Basta pensare al sintetico a San Marcellino, oggi voi lo vedete così ma non lo era affatto, è stato da sempre un campo di terra.  Per dire la verità, anni e anni addietro lì c'era un edificio che fu poi demolito. Infatti negli anni nonostante la terra sovrapposta ogni tanto qualche bel sasso faceva capolino. Non posso negare che purtroppo ci hanno regalato delle belle cicatrici. Fortunatamente la partita si giocava sul campo in erba, era un vero lusso rispetto al sussidiario. Inoltre del femminile era uno dei migliori, a giro c’erano dei campi e delle strutture assolutamente inagibili e inaccettabili. Ma non avevamo altro e quindi si faceva con quello che c'era.


 Come è stato scendere in campo per l'ultima volta con la gloriosa maglia del Firenze? Lo so che il passaggio a Fiorentina ha portato tante belle novità per voi e per il movimento, ma ogni cosa nuova ne lascia necessariamente indietro un'altra, e credo che ci sia stata in voi tanta amarezza per una maglia che non avreste indossato mai più. Ecco, raccontaci il tuo ultimo minuto col tuo primo viola.

Beh in realtà l’ultima partita col Firenze non volle dire immediato passaggio a Fiorentina, c’erano ancora delle norme che non permettevano l’acquisizione da parte di una società professionista di una dilettantistica. L'unica certezza è che davvero quella sarebbe stata l’ultima partita con quella maglia che non era solo una semplice maglia era la nostra pelle, la nostra casa. Si perché l'Acf non aveva più i fondi per proseguire e quindi sarebbe fallita. Fortunatamente durante quell'estate ci fu da parte di tutti gli attori del calcio la volontà di introdurre questa novità e ci riuscirono, così la Fiorentina rilevò il titolo dell'Acf e la storia in qualche modo è proseguita. Fu l'inizio certo di una nuova storia ma quella appena terminata non aveva niente da invidiare. 



E dopo una fine, un inizio; come è stato indossare la stessa identica maglia della squadra maschile, primo club in assoluto in Italia a equiparare maschile e femminile?

L'arrivo della Fiorentina ha portato un netto cambiamento sotto tutti i punti di vista, a livello dirigenziale, organizzativo, di staff tecnico e poi anche a livello di giocatrici. Personalmente non è stato tutto rose e fiori, tante mie compagne con cui giocavo da una vita non vennero riconfermate, fu un duro colpo, inoltre i luoghi che erano per me sempre stati come una casa erano, seppur gli stessi, totalmente diversi. È stato difficile ritrovare il giusto equilibrio, c’è voluto un po’ di tempo. Dall'altra parte certo c'era tutto l’entusiasmo di vestire l'unica maglia davvero rappresentativa della mia città.

Sai, questa tua riflessione mi commuove profondamente, si guarda sempre al nuovo e mai alle macerie che si lasciano spazzando via il "vecchio", hai avuto un bellissimo pensiero verso le tue ex compagne, qualcuna di loro peraltro ceduta fin troppo frettolosamente a parer mio.
La tua avventura nella Fiorentina e a Firenze termina con il magico scudetto del 2017, conquistato sempre con la fascia di capitano al braccio. Com'è stato lasciare da trionfatrice? nessuno di noi ha mai vissuto certe emozioni sulla propria pelle, ma credo che lasciare nel giorno più bello sia insieme devastante e meraviglioso.

Qui e sotto; foto dall'anno del TRIONFO

Se il primo anno in Fiorentina è stato un po’ travagliato il secondo è stato molto diverso. Non sono mancate le difficoltà certo ma ho anche trovato delle persone con cui ho condiviso un percorso incredibile, da cui ho imparato tanto e credo di aver dato anche tanto. È stato un anno ricco di successi, costruiti dal basso. Lo scudetto non è arrivato a caso, è stato grazie a un Gruppo di Donne e Ragazze (NB; le maiuscole, bellissime, sono di Giulia) che hanno dato tutto per raggiungere un unico obiettivo. Chi  in quell’anno ha giocato anche solo un minuto si è sempre allenata come una titolare e questo ci ha portato ad alzare lo scudetto. La storia vista dagli spalti la conoscete tutti, ma è sempre il gruppo che fa la differenza!


Vincere lo Scudetto e la Coppa Italia è stato bellissimo, emozioni che non sono in grado di descrivere, mi perdonerete per questo.  Alzare al cielo entrambi i trofei nella stessa stagione ha sicuramente reso il 2017 un anno speciale e indimenticabile. Per me come Capitano è stato un vero onore rappresentare la mia città ma soprattutto ancora ringrazio tutte le mie compagne perché quello è stato il Nostro Capolavoro. 



Altra emozione indescrivibile è stata partecipare sempre in quell'anno come “Madrina” o per meglio dire “Leggiadra Madonna" alla finale di calcio storico. Chi è di Firenze sa quanto è importante e sentita l’appartenenza al proprio quartiere. Partecipare come ospite per me non ha avuto prezzo. Grazie Firenze e sempre Forza Bianchi!!!!
Peccato poi per le decisioni prese successivamente, a parer mio la Fiorentina aveva conquistato un grande vantaggio ma cambiando nuovamente quasi  tutta la squadra lo perse tutto. 

Si, concordo, decisioni assai discutibili, parlando di cose più liete ti faccio i complimenti per essere stata la Madrina del calcio storico, deve essere stato un vero onore; tra l'altro mi hanno detto che abitando a Legnaia dovrei tifare per i bianchi anch'io, ma sono un pistoiese scappato e non me ne intendo, ahimè.

Giulia "Leggiadra Madonna" insieme a Gianni Roncaglia, l'autore della pergamena.


 La tua carriera prosegue in un'altra società giovanissima, l'Empoli ladies fu Castelfranco di Alessandro Pistolesi. Cosa ci puoi raccontare di questo anno in azzurro?


Carisma da vendere anche a Empoli


Come avevo già detto mai avrei pensato di vestire un’altra maglia ma per ovvie necessità così è andata. Sono molto contenta di aver sposato il progetto Empoli, ma non fu l'anno giusto o meglio alla fine lo è stato perché ha permesso a tutti di capire che la Serie A è un'altra cosa. L'Empoli quell'anno fece l’errore di pensare di essere già pronto per la Serie A. Le potenzialità c'erano eccome ma avrebbe davvero avuto bisogno di persone con più esperienza nella massima serie. Fu un anno di forte cambiamento e di presa di consapevolezza. Nonostante tutte le difficoltà organizzative e sul campo non abbiamo mai mollato. Ho un grande rapporto con tante ragazze che ancora giocano lì, fu un anno duro per tutte ma vi assicuro che ognuna ha sempre cercato di sopperire alla mancanza dell’altra e questo ha permesso di capire che forse era solo questione di tempo. Si doveva crescere un altro po’ per raggiungere un altro gradino e poi i tempi sarebbero stati maturi per tutte. Sono davvero felice del percorso dell'Empoli, è una squadra con grande potenziale. 


Quante fantastiche ragazze ci sono anche qua..

Purtroppo retrocedemmo e per quanto mi riguarda non me la sentii di restare a fine anno. Fu una stagione molto provante sotto tutti i punti di vista, non nego che ne uscii un po’ svuotata. Ad oggi ho un grande ricordo comunque, sono molto legata a Empoli, perché fu un'altra lezione di vita, non tanto per la retrocessione (una cosa di per sé già vissuta) ma proprio per tutto quello che ho provato e che mi ha lasciato dentro.

E per quello che conta posso garantirti che tutti i miei amici della curva azzurra hanno un gran ricordo di te, e sono sempre felicissimi quando ti rivedono a Monteboro.

Dopo Empoli, nella stagione 2018/2019 la tua avventura tra le squadre toscane prosegue con il Florentia, un anno in biancorosso e poi il trimestre in neroverde. Sei di fatto una delle pochissime, se non l'unica, ad aver indossato tutte le maglie delle squadre toscane più importanti degli ultimi cinque anni.
Cosa ci racconti della tua ultima avventura calcistica tra Tavarnuzze e San Gimignano?

Gli ultimi lampi di una fuoriclasse. (credits Elia Caprini)


Arrivò la proposta del Presidente Becagli, e ciò che mi fece accettare fu il suo entusiasmo, era quello di cui avevo bisogno in quel momento, ritrovare serenità e spensieratezza. L’emozione che aveva per il suo progetto e la sua passione mi arrivarono senza filtri, ne fui colpita e decisi di darmi ancora un’altra possibilità. In questi due anni ci sono stati comunque molti cambiamenti, la volontà di fare bene in A, di stupire e di puntare in alto è da sempre stata una prerogativa della società. Questa volontà di stare da subito lassù con i grandi Club ma mai dimenticando quello che è da sempre il calcio femminile, la sua storia. L’obiettivo del Florentia è sempre stato, fin dall’inizio, quello di promuovere quei valori che appartengono al nostro calcio e che ancora un po’ lo contraddistinguono. 

Sempre e comunque capitano, con la sua ultima splendida fascia multicolore.


Si, con il Florentia non ci si annoia, il presidente è un grande sognatore e anche se a volte cambia troppo repentinamente le carte in tavola cerca di fare di tutto per mantenere alto il livello della rosa e di stupire i suoi tifosi, e sinceramente quest'anno a San Gimignano ha creato una gran bella realtà anche extracalcistica.
Arriviamo al momento che da tifoso di calcio femminile mi ha più emozionato in assoluto, il tuo addio dopo quel rocambolesco 2-1 contro il Milan e la grande festa. So che te lo hanno chiesto molte volte, ma se vuoi raccontarcelo ancora ne saremmo tutti felici.


La STORIA, ed è bello esserci stati. (credits Elia Caprini)


Poi il 30 Novembre 2019 è arrivata la conclusione di questo fantastico percorso di vita. Una decisione ponderata e presa perché inevitabilmente  non era più possibile far conciliare il mio lavoro e la professione del calcio. Una professione  si, ancora non riconosciuta come tale, ma che a livello di impegno lo è a tutti gli effetti. 
È stata una giornata perfetta, un finale per la mia carriera inimmaginabile. Emozione pura, un vero regalo. Uno scenario mozzafiato. Perfetto, non ho altre parole che questa. 

MERAVIGLIOSO striscione di ringraziamento che riprende la fascia di Giulia. (credits Elia Caprini)

Devo ringraziare davvero tutti per il sostegno e il riscontro che ho avuto di fronte a questa notizia, perché veramente hanno reso questa scelta molto meno amara. 

Vorrei concludere il viaggio nei ricordi con un'ultima istantanea, il tuo ritorno al Bozzi, e lo striscione che ti è stato dedicato (Dal gruppo CAVW, per la precisione) e il grande applauso che tutto il pubblico ti ha riservato. Ero li e non ho potuto fare a meno di notare la tua felicità mista a commozione. Che sensazioni hai provato a tornare finalmente al Bozzi non da ex ma da "semplice" tifosa e, da ora in poi, idolo imperituro della curva?

Bellissimo aver trovato questo al Bozzi...

È stato inaspettato e bellissimo, ero venuta al Bozzi a vedere una partita per il semplice piacere del calcio e mi trovo una sorpresa troppo troppo bella. Grazie davvero a tutti voi. I tifosi viola sono grandi, sono spettacolari, al Franchi durante la partita di coppa mi hanno dedicato un altro striscione….anche quello mai avrei pensato.

Lo strameritato e doveroso omaggio al Franchi.


Mi fa piacere che qualcosa di me vi è arrivato e vale tanto, grazie.

Credo di poter parlare a nome di ogni singolo tifoso/a viola; di te è arrivata fino all'ultima goccia del tuo sudore speso in campo, ci hai travolti con ogni singola stilla della tua energia, quindi si, "qualcosa" è arrivato eccome.

Per concludere; il calcio è ancora in qualche modo nella tua vita? cosa ti auguri per il futuro del movimento? e quali sono gli obiettivi più realisticamente alla portata secondo te?

Si, il calcio è ancora nella mia vita. Da qualche mese collaboro con la SportManager Group per seguire le calciatrici e il loro futuro. Non avrei mai pensato di rivestire questo ruolo ma in realtà sono molto felice di aver accettato questa proposta. Siamo una squadra che vede il calcio a 360° e seguire le ragazze non significa solo procurare il miglior contratto ma molto di più. Con la mia esperienza so di cosa c'è bisogno e quindi posso lavorare per dare ancora il mio contributo. Mi rendo conto che per il momento è l’ideale per me, in quanto posso restare nel mondo del calcio, rimanere a stretto contatto con le ragazze e soprattutto continuare quella battaglia,  già iniziata sul campo, di miglioramento delle loro condizioni come atlete. Le calciatrici si meritano di diventare professioniste ed avere tutte le tutele necessarie. 

Ecco, qui sono davvero contento di una cosa, che non sei stata falsamente modesta. Perchè davvero, sarebbe stato un peccato, quando si è saputo della tua nuova carriera manageriale io e tutti quelli che conosco abbiamo letteralmente esultato come per un tuo goal, in quanto non c'è davvero persona migliore di te per seguire le calciatrici, per fortuna che ci sei tu a prenderti cura del loro presente e del loro futuro, ho visto che si sono affidati a voi anche profili piuttosto importanti e credo che ce ne saranno moltissime altre, avessi una sorella o una figlia calciatrice non mi parrebbe vero che la seguissi tu e la tua squadra. Quindi grazie,  stai giocando ancora una partita bellissima quanto impegnativa, che solo una donna di sport come te può onorare al meglio.


Giulia ci saluta restituendoci qualcuno degli applausi che le abbiamo dedicato.


E qui finisce il nostro incontro con Giulia, che al termine dell'intervista mi viene di descrivere con le parole della canzone "A muso duro" di  Pierangelo Bertoli, una guerriera "Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro" che ha sfogliato con noi il suo album dei ricordi alternando momenti dolci e trasognati con riflessioni lucide e coraggiose, l' abbiamo riscoperta nella sua verde primavera e visto risplendere i raggi dardeggianti della sua estate accecante, bagliori intensi e calorosi che si riflettono anche nella sua nuova carriera.
 Ma, sempre tornando a Bertoli, nella stessa strofa parla di guerriero "Senza patria e senza spada" e questo verso, Giulia, non ti si addice, perchè la tua spada è la tua intelligenza e il tuo orgoglio, e la patria ce l'hai eccome, e si chiama Firenze, la tua città che amerai e che ti amerà per sempre, e lo ripeto, io sarò sempre pistoiese dentro, ma una cosa di Firenze l'ho capita, che se ama lo fa alla grande e per sempre, e tu sei e resterai li, insieme tra gli altri  a Julinho, Cervato, Hamrin, Antognoni, Toldo, Rui Costa, Batistuta, Astori, Alia Guagni, nell'Olimpo tutto viola dove dimorano i grandi campioni di tutta la storia della Fiorentina.

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