domenica 7 giugno 2020

INTERVISTA ALLA DOTTORESSA LUCIA BENVENUTI, MEDICO E DONNA DI SPORT.

Quando, grazie a Sergio Innocenti, preparatore dei portieri del Firenze e amico che sarà presto ospite di questo blog, ho conosciuto la Dottoressa Lucia Benvenuti, ho subito capito che in questa signora gentile e passionale mente e cuore sono grandi e viaggiano all'unisono, anzi straripano, travolgendo i paletti della diplomazia ma mai quelli del buon gusto e dell'educazione.


Lucia Benvenuti vi saluta con un bel sorriso.

Come dice la canzone "Come può uno scoglio arginare il mare?" ma io di arginare l'impetuoso fragore di Lucia non ci ho nemmeno pensato, anche perchè concordiamo praticamente su tutto, e forse ha avuto il coraggio di fare quel "Lavoro sporco" che il sottoscritto non si era ancora deciso a fare perlomeno in modo così sincero e diretto, ma se questa la prenderete ( e qualcuno con la coda di paglia lo farà, oh se lo farà..) come una critica sterile verso ciò il calcio femminile sta diventando non avrete capito niente delle sue parole, Lucia è una donna lucidissima, che guarda al passato con l'esperienza di chi lo ha vissuto e, come me con il blog, è preoccupata solo di una cosa; delle ragazze e del loro futuro, vuole solo che stiano bene, che abbiano tutte le tutele e che vivano della loro passione, ma vuole anche che restino loro stesse, che non abdichino a quei valori che hanno portato avanti con grandi sacrifici in nome di un dio quattrino che aleggia come uno spettro nero su tutto il movimento, a causa di quei trafficoni e faccendieri che illudono tutti, ragazze comprese, di fare qualcosa per loro, e invece in parecchi (non tutti, parecchi) lo fanno principalmente per loro stessi.

Ma Lucia, oltre che una donna che ha il calcio nel cuore, per le ragazze di Firenze e Florentia è stata un punto di riferimento, il professionista alla quale affidarsi e le braccia in cui rifugiarsi, e tante di loro le vogliono ancora bene, perchè la vita ci separa ma su certi legami che si creano determinanti momenti della vita non può fare niente nemmeno il tempo.
E questa è  anche una grande occasione per imparare cosa fa un medico sociale, i suoi compiti e le sue competenze, per un'altra preziosa testimonianza di vita sportiva che certamente interesserà tutti gli appassionati che non si limitano a guardare una partita e andarsene.
Ma adesso ascoltiamo Lucia, per un'intervista dove veramente io ho fatto ancora meno delle altre volte;

Ciao Lucia, benvenuta su questo blog! Sei la prima dottoressa al servizio di una squadra femminile che ho il piacere di intervistare; ci puoi spiegare brevemente in cosa consisteva il tuo ruolo?

Il Medico Sociale della squadra ha il compito di provvedere a tutte le esigenze sanitarie degli atleti/e tesserati . Detto così magari sembra una cosa da poco visto che sono persone “in buona salute” ma in realtà si deve fare in modo da preservare questa buona salute e lo stato di forma.
Quindi, per farmi capire meglio, dividerò i periodi dell’anno sportivo :

- Ritiro precampionato: dopo una riunione iniziale in cui si fanno le solite raccomandazioni generiche di comportamento, si controllano le atlete da un punto di vista medico , si eseguono le misurazioni base ( peso, altezza, Pressione, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno), si annotano eventuali problemi insorti durante le ferie e si apportano i rimedi, si controllano le scadenze dei certificati di idoneità e si preparano le richieste per le visite. Se necessario si propone un piano dietetico adeguato.

- Campionato: presenza all’allenamento quando possibile , presenza alle partite sia di campionato che amichevoli SEMPRE ( in realtà l’obbligo della presenza di un medico nei campionati non professionistici come è quello femminile si limita alle partite casalinghe ma io ci sono stata sempre). Trovo discutibile quello che alcuni fanno di affidarsi al medico del servizio Ambulanza ( anche questo obbligatorio e a carico della squadra di casa) che non ha conoscenza assoluta delle ragazze e, cosa più grave, delle problematiche che possono verificarsi durante una partita.

Grazie di aver chiarito una volta per tutte questo aspetto professionale, un qualcosa di prezioso da sapere per noi che seguiamo il calcio femminile in ogni aspetto, sei stata competente quanto esauriente.

Sei arrivata al Firenze nell'anno 2014/2015, l'ultimo dell'esistenza di questa società, immortalato tra l'altro da Sergio Innocenti nel suo imprescindibile "tacchi e tacchetti". Come ti hanno coinvolto in questa avventura? Ci puoi descrivere che ambiente hai trovato?

 Sono arrivata al Firenze nell’ultimo anno, prima che venisse “assorbito” dalla Fiorentina. Mi ha contattato Sergio Innocenti, mio amico, che era il preparatore dei portieri e mi ha chiesto se ero interessata a dare una mano prestando la mia opera e mi ha fissato un appuntamento col Presidente e col Direttore Sportivo. L’incontro con Andrea Guagni ( Presidente) e con Vittorio Casucci (DS) lo devo raccontare: io che cercavo di far capire che non ero interessata al denaro ma mi attraeva questa opportunità che mi offrivano e loro che non osavano dirmi che non c’erano soldi e che avrei dovuto accontentarmi di poco . Siamo andati avanti per un pò a parlare ognuno per la sua strada finché non ho detto “guardate che io non voglio niente”, allora si sono rilassati e finalmente abbiamo parlato di Calcio, delle ragazze, delle ambizioni . Abbiamo parlato a lungo ed io mi sono “innamorata” di quella Società, di quelle persone, di quella famiglia. Posso dire di aver avuto la fortuna di entrare nell’ambiente del Calcio Femminile quando ancora era incontaminato , non so se oggi avrei potuto fare la stessa scelta. 

Quindi in pratica hai lavorato bene e "a babbo morto" cioè gratis (specifico perchè non tutti quelli che leggono sono toscani...) una cosa che ti fa onore, di persone come te ce ne sono sempre meno ed è bello sottolinearlo.
Mi ha detto Sergio che sei stata di grande aiuto per le ragazze, le seguivi nel bisogni quotidiani, le andavi a visitare a casa se stavano male, ti sei prodigata per loro in ogni modo, e credo avranno apprezzato questo affetto; come ti consideravano le ragazze, che ricordo hai di loro?

La squadra ricevuta a Palazzo Vecchio


 Ho cominciato quindi la mia avventura, le ragazze mi hanno accolta benissimo, aiutandomi all’inizio ad entrare in meccanismi che non conoscevo. Dal canto mio io le ho amate tutte, Prima squadra, Primavera ed anche piccoline ..loro sapevano che se avevano bisogno potevano cercarmi in qualunque momento e per ogni necessità . Anche con le famiglie, tutte sempre molto presenti, avevo un ottimo rapporto. Le famiglie nel Calcio non professionistico sono una risorsa, non un ostacolo, questo oggi molti lo dimenticano senza considerare i sacrifici che molti fanno per seguire le figlie, portarle agli allenamenti in orari in cui magari potrebbero riposarsi, accompagnarle in trasferte scomode!

Il capitano Giulia Orlandi sempre a Palazzo Vecchio.


Vero, ringrazio sempre chi si ricorda di tutti i sacrifici delle famiglie...grazie, genitori, nonni, zii e amici, per aver creduto nella passione delle vostre figlie e averle regalato un sogno, anche noi appassionati ve ne siamo gratissimi.
So che hai voluto bene a tutte loro, ma avevi qualche prediletta, o per te veramente erano tutte tue figliocce?

La maglia firmata da tutte le ragazze viola che Giulia Orlandi fece avere a Lucia nell'anno dello scudetto.

 Non mi sento di fare dei nomi perché ero affezionata a tutte loro, per ognuna di loro cercavo la  parola giusta nei momenti belli come in quelli brutti e dovrei fare una intervista solo su questo punto. Mi emoziono ogni volta che ci ripenso o quando oggi le vedo giocare. Voglio però dirti che avevamo un portiere, Sergio potrà dirti quanto forte fosse, Miku Matsubayashi , una giapponese che ha smesso per tornare a casa alla fine di quella annata: lei, ogni volta che torna a Firenze mi chiama e, se i nostri impegni coincidono, ci vediamo per un caffè.

La torta di mele che Lucia preparava per le trasferte; Giulia Orlandi, a detta sua, la gradiva moltissimo.


Miku ho provato a cercarla per un'intervista ma ancora non mi ha risposto, evidentemente la fama del mio blog non arriva fino al sol levante, e non capisco perchè..scherzo ovviamente.
Di te ho capito che sei viola dentro, quindi sarai stata anche una loro grande tifosa; quali sono i tuoi più bei ricordi sugli spalti?

Giovanissime del Firenze, al centro si riconosce Marta Morreale. Questa foto la scattò la stessa Lucia, in trasferta a Firenze sud, in un campo di fango. 


 Ogni vittoria era una gioia, come era una gioia vederle giocare per cui anche qui non posso scegliere nel Caleidoscopio di emozioni che mi si scatena dentro quando ripenso a quel Campionato.


Lucia alle lauree delle gemelle Valgimigli; sopra Ginevra, e sotto Alice (e meno male che me lo ha detto Lucia, io sennò non le riconoscevo certo...)

E per noi è un peccato, ci saremmo persi nei tuoi ricordi con sommo piacere.Poi con la fine del Firenze e l'inizio della Fiorentina sono cambiate alcune cose, e non sei stata confermata. Ti ha addolorata questa scelta, il dover abbandonare contro la tua volontà le ragazze a cui hai voluto (e vuoi)  bene?


Due selfie con Andrea, fisioterapista del Firenze.


Non mi aspettavo di venir confermata malgrado tutto ciò che avevo fatto e l’affetto reciproco fra me e le ragazze, e qui voglio risponderti con una frase non mia ma estremamente vera, che vale per me come per Sergio e per tutte le ragazze che furono sacrificate in nome del blasone : Il Calcio non ha memoria né riconoscenza.

E questa frase, verissima e da scolpire nella pietra, fa male solo a leggerla, figuriamoci come deve essere stata per te che hai vissuto tutto questo.
Ma la tua avventura di medico al seguito delle calciatrici non finisce col Firenze, infatti per ben tre anni sei stata al seguito delle ragazze del Florentia, dalla C fino alla A. Cosa ci puoi raccontare di questa tua seconda avventura? Come è stato vivere questo "triplete" così da vicino?

La primissima immagine del neonato Florentia.



Dall’epurazione, credo si possa dire così, del Firenze nacque una squadra, una squadra fatta di atlete vere, forti, brave, motivate e delle loro famiglie che in ogni momento le supportavano e che ha trovato un Presidente , Tommaso Becagli, pronto ad accogliere questa sfida e gettarsi nel progetto anima e corpo, riuscirono a creare una bella realtà, ancor oggi presente nel nostro primo campionato femminile, la Florentia.

Lucia con Tommaso Becagli.


 Questa è stata una esperienza straordinaria per me ma anche per tutti coloro che avevano scelto di viverla: una cavalcata epica la definirei, abbiamo vinto tre Campionati di fila stando sempre al primo posto , Coppa Toscana, Coppa Italia e vari Tornei. E’ una esperienza che ho vissuto assaporandola fino in fondo , forse nessuno può immaginare cosa abbia rappresentato per me questa avventura durante la quale ho avuto la fortuna di vivere accanto a molte persone vere , autentiche , spinte solo dall’amore per il Calcio.

Una bellissima foto di Lucia in maglia biancorossa al primo anno con la Florentia.


E mi dispiace essermela persa da tifoso, mannaggia, anche se all'epoca Firenze per me era ancora lontana.
Anche qua, come sopra; che rapporto avevi con le ragazze?  anche loro ti hanno scaldata il cuore?

Nomi come sai non ne faccio, le ragazze sono tutte un pezzo di cuore, ho ancora i loro numeri in rubrica, mando gli auguri per le feste ed i Compleanni e mi commuovo quando le sento. Una cosa però voglio dirla, non ti farò nomi, ma poco tempo fa una di queste straordinarie ragazze mi ha cercato per un problema di salute relativo ad un suo familiare: mi ha fatto piacere che avesse pensato a me, mi ha fatto piacere aiutarla.

Non mi stupisce, veramente, sei una brava dottoressa e sei stata una presenza forte e gradita per loro, a chi doveva chiedere se non a te?Poi le cose cambiano di nuovo, e finisce anche la tua storia sportiva e umana col Florentia. Cosa ti senti di dire in proposito?

L’ho detto prima, il Calcio non ha memoria né riconoscenza, ma ero consapevole che con l’arrivo nella massima serie sarebbe stata necessaria una riorganizzazione che prevedeva anche un Medico specialista in Medicina dello Sport nell’organico, e ho dovuto farmi da parte. Non so come sia evoluta la cosa, comunque non è più un mio problema.

Lucia portata meritatamente in trionfo.

Una domanda alla Dottoressa Benvenuti; sarà possibile secondo te per il calcio femminile tornare alla normalità in tempi di pandemia e di virus che, seppure ora si tenti quasi di minimizzarlo, è purtroppo ancora ben presente tra noi?

Personalmente, e qui parlo fuori dai denti perché si tratta di salute, sono rimasta allibita nel vedere che i Medici Sportivi hanno accettato il ricatto della FIGC e della Lega di riprendere il Campionato: non sappiamo bene quanto questo virus incida sulla salute di coloro che sono stati ammalati, non sappiamo se avranno problemi cardiaci o respiratori non evidenziati dalle visite sportive, non è stato stabilito un protocollo corretto per l’interruzione definitiva del Campionato in caso di nuovi contagi, si parla addirittura di far entrare 300 persone per non avere gli Stadi vuoti rischiando anche la salute degli spettatori. Di contro gli organismi del Calcio non sono riusciti a fare ciò che andava fatto per quanto riguarda il Calcio Femminile laddove si è persa, almeno finora, l’occasione per dargli il ruolo che merita e che ha già in altre nazioni , cioè farlo diventare Professionistico. Quindi per ora il Calcio femminile è nel limbo, non è né carne né pesce, ed anche qui devo dire rientra in gioco la mancanza di memoria e riconoscenza: l’Italia del Calcio ultimamente ha ricevuto una ribalta soprattutto grazie alla Nazionale Femminile, non ricordiamolo solo quando serve.

 Ah, ti riferisci forse (sono ironico...) al mondiale che i maschi hanno guardato in tribuna mentre l'anno successivo le nostre ragazze sono arrivate fino ai quarti? eh si, si cerca proprio di far scordare tutto questo...ma invano, perchè io, te e tutti gli appassionati al movimenti se lo ricordano fin troppo bene, credimi.
Voglio fare un'ultima domanda non al medico ma alla donna di calcio; secondo te, soldi e visibilità a parte che non saranno mai un male, il calcio femminile è cambiato? è già contaminato dai rapaci del mercato, dai procuratori? E hai nostalgia di squadre come Firenze e Castelfranco, società si più amatoriali ma più genuine e a misura di calciatrice?

Ho una nostalgia profonda dei tempi in cui il Calcio Femminile era ancora un ambiente sano e pulito, libero dai condizionamenti e dalle dinamiche che governano il Calcio maschile. Purtroppo quando cominciano a girare un po' di soldi trovi qualcuno che ci si fionda a sfruttare il momento, e poco importa se si tratti di un dietologo improvvisato, di un preparatore atletico che poco prepara o di un esperto operatore di mercato che ti fa acquistare quelle che a Roma chiamerebbero “sole” …si rimpiango davvero i tempi in cui ci si sedeva ad un tavolo fra persone motivate a fare e dare il meglio per quella squadra, ci si guardava negli occhi, si concordavano le azioni e si andava a vincere tutti insieme.

Aggiungo solo una coda a una riflessione che mi trova d'accordo anche nelle virgole (specialmente alla luce del recentissimo esonero di Alessandro Pistolesi); non capisco perchè il calcio femminile non possa crescere senza dover abdicare ai suoi valori; e non ci prendiamo in giro, già sono cambiate molte cose, corti dei miracoli di procuratori e scribacchini a caccia di scoop intorno alle calciatrici, straniere e giovani nostre che non rispondono ai saluti con uno snobismo "maschile" davvero fastidioso, perchè non è accettabile che una Alia Guagni o una Bartoli, o una  Girelli siano gentili e cortesi con tutti, loro che hanno dimostrato il loro essere campionesse e potrebbero anche avere la puzza sotto il naso, e una ragazzina che ha ancora tutto da dimostrare non si giri a un "Benvenuta a Firenze" detto con garbo e cortesia (mi è capitato varie volte, non farò i nomi nemmeno io ma è una cosa che mi sta dando fastidio, e parecchio)  tutto sta cambiando, rispetto per i miglioramenti ma è esecrabile che si perdano quei valori che rendono unico, speciale e degno di essere amato il calcio femminile,una cosa non dovrebbe escludere l'altra e invece sta andando proprio così.
E soprattutto è triste che si mettano in disparte donne come Lucia, alla quale auguro, in futuro, di tornare a prestare la sua opera in una squadra di categoria minore, queste sempre più squattrinate e che hanno bisogno estremo di chi lavori bene e gratis, che ce ne sarebbero tante di "bimbe" come le chiama lei, che avrebbero ancora bisogno della sua assistenza e del suo amore sconfinato, quell'amore che ancora le fa tremare la voce quando parla di loro, perchè ricordatevelo, tutte voi che l'avete incontrata, che avete trovato un'amica vera per la vita, una persona che vi vorrà sempre bene, come ne troverete sempre meno in futuro. Grazie, Dottoressa Benvenuti, grazie Lucia, per tutto il bene che hai fatto.



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