giovedì 18 giugno 2020

INTERVISTA A COSTANZA GANGI, IL CALCIO CHE VERRA'.


Quando mi hanno parlato di Costanza Gangi mi hanno raccontato di una ragazza con la testa sulle spalle, seria, talentuosa e che avrebbe regalato tanto a questo blog. Beh, la fonte era molto attendibile e mi sono fidato subito, ma poi dici beh, vent'anni da compiere, sarà, magari ha un grande cuore ma le storie e le esperienze saranno quelle che saranno, chissà cosa ne verrà fuori...una signora intervista, care lettrici e cari lettori! Una delle più corpose, dense e articolate che mai abbia avuto il piacere di curare e pubblicare, dove i miei interventi sono ridotti al minimo (una volta tanto eh, direte voi...) perchè Costanza si è presa da sola la scena con la sua vitalità inesauribile e il suo talento nel narrare. Insomma, se volevate leggere un libro stasera lasciatelo sul comodino, per passare la serata c'è di meglio, ovvero il romanzo calcistico e umano di una giovane promessa del San Miniato Siena che ci prenderà per mano attraverso tutti i suoi ricordi, e non ve ne pentirete; la parola a Costanza Gangi, che sono felice e orgoglioso di presentare su "Il viola e il rosa";

Costanza Gangi in azione.


Ciao Costanza, grazie per aver accettato di essere mia ospite e di rispondere a qualche domanda! vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?

Ciao Omar, grazie a te per aver scelto la mia storia, mi sento molto onorata anche solo di essere accostata ad altre interviste che hai fatto. Mi chiamo Costanza Gangi, sono di Siena e ho 19 anni, a breve 20. 

Tutta la concentrazione di Costanza.


Goditi gli ultimi giorni da teenager allora!! E comunque sono io che ti ringrazio, magari sto intervistando la nuova Cernoia e questa intervista me la pagheranno bene!! Scherzo...anzi no ;)
Parliamo di Costanza bambina; come ti sei innamorata del pallone? chi o cosa ti ha trasmesso la passione? 

La mia passione per il calcio nasce da appena nata praticamente. Il mio babbo e  mio fratello, più grande di quattro anni, allenavano e giocavano rispettivamente in una squadra maschile qui a Siena, il Marciano, che si trova proprio sopra casa mia. Io ho sempre amato seguirli. Andavo agli allenamenti e mi allenavo con loro, quando non eravamo al campo babbo mi faceva gli allenamenti personalizzati per imparare la tecnica, seguivo le partite, ho rincorso per tanto tempo mio fratello giocando a scartino, prima di riuscire a tenere leggermente la palla anche io o prima di capire che potevo dargli i calci negli stinchi e me l’avrebbe lasciata!! insomma dove eravamo eravamo, ma la palla era sempre con noi. Nonostante questo, però, prima di arrivare al calcio ho giocato qualche anno a tennis, poi ho praticato equitazione e infine ho abbracciato definitivamente questa mia passione quando ero all’incirca in seconda elementare.

I fratelli servono a questo, a essere presi a calci negli stinchi dalle sorelline, io l'ho fatto coi cugini ma non credo cambi molto...in ogni caso bellissimo avere un padre allenatore e un fratello giocatore, anche mio padre giocava e sinceramente i momenti in cui ho giocato con lui e l'ho guardato giocare mi rimarranno sempre impressi.
Sei molto giovane, ma credo che anche tu sia dovuta passare dalle squadre maschili agli inizi; se si, ci puoi raccontare i tuoi inizi palla al piede? e coi compagnucci hai avuto fin da subito un bel rapporto o ti sei dovuta far rispettare?

Si, quando ho iniziato, ovviamente, sono partita anche io dal Marciano, era la mia seconda casa e non potevo che fare altrimenti. Sono sempre stata abituata a giocare con e contro i maschi, per me era il quotidiano, ero solo super contenta. Alla società mi conoscevano tutti anche da prima quindi non ho mai avuto grossi problemi, sia con gli allenatori che con i compagni. Come in ogni gruppo c’era con chi avevo legato di più e con chi di meno ma non ci sono mai state, per quel che mi ricordo, delle lamentele da parte di qualcuno per il fatto che io giocassi con loro, anzi mi sono sempre sentita molto amata da tutti. Gli allenatori mi hanno sempre dato il mio spazio, ero spesso tra i titolari, se a quell’età si possono considerare tali, e sono stati anni molto belli per me.


Giovanissima nel Marciano.

Ci credo, e tu sei un'altra che si è trovata benissimo coi maschi, tutte queste presunte storie di giocatrici non accettate dai ragazzi alla fine non ne ho mai riscontrate nemmeno con ragazze molto più adulte di te, ed è una cosa molto bella.
Qual è stata la tua prima avventura nel calcio femminile? e con che squadra?

Collegandomi alla domanda prima ti dico che io ho addirittura ritardato il mio passaggio al femminile da quanto stavo bene con i maschi. Gli ultimi anni del campionato maschile era entrata a far parte del nostro girone anche la squadra femminile del Siena. Quando giocavamo contro, invece che darmi il mio solito spogliatoio o sgabuzzino da sola, mi facevano cambiare insieme a loro, ma per me quello inizialmente fu un trauma!!. Fino ad allora non avevo mai vissuto lo spogliatoio di una squadra, ero sempre per conto mio, in silenzio, senza nessuno che mi guardava e invece li dentro era tutto diverso. Sinceramente non so come sia uno spogliatoio di calcio maschile, ma noi donne facciamo una confusione assurda. Abbraccioni appena ci vediamo, urli di gioia mentre ci raccontiamo le cose, urli per chiedere cose che ci siamo dimenticate, e a me fecero un po’ paura vissute da esterna e da rivale! Questo mi fece ritardare la mia avventura al femminile...avevo paura di trovarmi male, di perdere i miei amici di sempre e quindi mi fecero la delega per giocare un altro anno con il maschile. L’anno dopo, però andai. Anche perché non ero più sola. Davide del Toro, allora presidente e allenatore del Siena mi contattò in modo più esplicito, mi invitò ad alcuni tornei o cene di squadra per conoscere un po’ meglio il mondo e poi il mio babbo, che aveva cambiato società ed era andato al san miniato, si trovò ad allenare un’altra ragazza nel maschile, Selvaggia Tordini. Considerata la nostra età, lei è anche più piccola di due anni, non mi sento di poter dire che mi ha preso per mano, ma diciamo che ci siamo accompagnate a vicenda. È la persona con cui ho iniziato quest’avventura, con cui ho condiviso tantissimi momenti importanti e che farà sempre parte della mia vita. 

Con Selvaggia Tordini.

Da li mi si è aperto un mondo. Il calcio femminile non è facile, questo no, c’è sempre un ostacolo da superare. Per esempio il primo anno non avevamo un campo, ma se ci penso, per me gli ostacoli sono sempre passati in secondo piano. Il pregio più importante del calcio femminile secondo me è questo: la passione, il fregarsene di tutto il contorno, scendere in campo e dare sempre tutto solo per te e per la tua squadra senza dover rendere niente a nessuno anche perché la maggior parte delle volte non c’era nessuno, la società eravamo noi e basta e sotto diversi punti di vista lo siamo sempre. Ma vabbè, io sono un po’ tanto romantica e mi perdo  tornando alla domanda e pensando ad aneddoti vissuti devo dire che, purtroppo, non ho moltissimi ricordi dei primi anni essendo stata piccola, ma non mi dimenticherò mai la nostra gioia di quando vincevamo una partita! Nelle pulcine giocavamo contro i maschi, io ero la più grande di squadra e i bambini contro cui giocavamo erano più piccoli di me, ma le altre erano tutte dello stesso anno loro o più piccole quindi non vincevamo molte partite. Quando capitava eravamo super contente, iniziavamo a cantare urlando, infilavamo in doccia vestite hahah era molto divertente. Riguardo alle persone che mi hanno presa per mano mi sento di dover parlare dei miei allenatori al momento più che delle mie compagne. Non per niente, ma come dicevo prima ad una certa età le compagne stanno crescendo con te, è difficile che ci sia qualcuno che ti guidi, quindi pur essendo tutte importanti alla fine sono gli allenatori che ti lasciano quel qualcosa in più che ti educa, giustamente. Parlando di loro io mi sento molto fortunata. In ogni periodo della mia “carriera” calcistica, sento di aver avuto quasi sempre delle persone che sono riuscite a tirare fuori qualcosa da me, partendo dal maschile fino ad ora.


Con le sue compagne del Siena.


 Io non sono una persona molto  sicura di se e anche per quanto riguarda il calcio sono sempre stata in ascolto, sempre a guardare chi era meglio di me per poter migliorare, che forse è giusto, ma a volte è anche negativo perché se pensi sempre di non meritartelo, giochi sempre con la paura di sbagliare e alla fine è quella che ti fa sbagliare davvero. Io sono grata ai miei allenatori perché bene o male sono sempre riusciti a farmi concentrare sulle mie potenzialità lavorando al momento giusto sulle mie carenze. Questo mi ha sempre fatto giocare con tranquillità e con coscienza dei miei limiti. Mi hanno sempre dato fiducia affidandomi per diversi anni la fascia da capitano e per me è sempre stato un grandissimo onore.

Bene, ok, dimmi tu come dopo un simile capolavoro di risposta io possa fare il mio consueto intervento...fai tutto tu allora, anzi ti do le password, cura pure il blog già che ci sei!! Scherzo, ma davvero sei stata travolgente, mai pensato a una carriera parallela di scrittrice? parliamone!!
Di ruolo sei centrocampista, all'occorrenza difensore centrale; come sei arrivata a ricoprirlo? ne hai provati altri?

Allora, se mi ricordo bene ho iniziato da difensore centrale, una sorta di libero giocando in 5, perché fin da piccola sono sempre stata un po’ cicciottella , ma ho sempre avuto il calcio abbastanza potente e una buona posizione, quindi facevo comodo li dietro. Poi crescendo e allungandosi il campo  sempre per le mie solite caratteristiche sono passata a centrocampo. Da quel momento quello è diventato il mio ruolo ufficiale. Solo un anno, ho provato a giocare in porta, perché ero sempre stata attratta dal lanciarmi come facevano loro ma è stata un’esperienza molto breve perché poi ho iniziato ad avere problemi al ginocchio, dovetti fermarmi per un po’ e tornata a giocare, buttarmi in terra non era più il movimento preferito dal mio fisico.  Ad oggi si, sono sempre centrocampista centrale, all’occorrenza difensore.


Ma dai, tra i pali avete già Valeria Mazzola, lasciala fare a lei la portierona che in questo momento per le interviste ho più bisogno di centrocampisti!
Adesso parlaci del San Miniato, la tua squadra attuale; Qui vorremmo sapere veramente tutto, come sopra, specialmente l'evoluzione del tuo ruolo, il rapporto con le tue attuali compagne, e le storie più belle, sia sportive che umane, con la tua maglia.

Allora, sono arrivata a San miniato 5 anni fa, nel 2015. Al Siena sarei dovuta passare alle juniores e a me giocare con le persone più grandi, salire di categoria è sempre piaciuto, ero molto gasata, ma il Siena fallì. Quindi le mie opzioni erano o rimanere con la mia solita squadra facendo il campionato dell’anno prima, con una delega, oppure andare insieme ad altre del gruppo delle juniores in prima squadra al san miniato facendo la serie D. La mia scelta fu il San miniato perché volevo crescere, mettermi in gioco, stare a contatto con persone più grandi, imparare da loro e mi piaceva molto come opportunità. Purtroppo i miei primi due anni, al livello calcistico, non sono stati dei migliori. All’inizio arrivavo da un’operazione al ginocchio, quindi ero nuova, la più piccola, non potevo allenarmi, poi io sono molto timida e anche in squadra, avrei avuto difficoltà facendone parte da subito, figuriamoci iniziando dopo... Piano piano sono rientrata, ma, da una parte giustamente, l’allenatore mi diede lo spazio che c’era. Il secondo anno partì bene, le mie compagne del Siena vennero tutte al San miniato diventando la juniores della società ed io ero molto contenta perché per me erano comunque un punto di riferimento, con loro non dovevo dimostrare niente e anche al livello psicologico mi davano sicurezza. La società decise che io avrei potuto partecipare a tutte e due i campionati rientrandoci con l’età.

Nelle Juniores del San Miniato.


 Ma alla seconda partita di campionato con le juniores mi ruppi la caviglia. Quindi anche il mio secondo anno è stato un po’ problematico. Sono stata ferma circa due mesi e poi il tempo che servì per riprendere la forma. Non feci molte presenze io personalmente, ma la squadra raggiunse la promozione. Era la prima volta nella mia vita che vincevo qualcosa e fu bellissimo. Mi ricordo che ero un po’ triste per l’annata che avevo fatto, avrei voluto dare di più, ma pazienza, ero molto contenta uguale. Poi in squadra, nonostante gli infortuni, avevo iniziato piano piano a partecipare. 

Finalmente la prima squadra.


Ripeto essendo molto timida e la più piccola, anche al livello di gruppo qualche cosa mi sono persa i primi anni, ma tutte loro sono sempre state molto attente a me e mi hanno sempre fatto sentire parte della squadra al 100%. Fin dal primo giorno sono sempre stata compagna di panca nello spogliatoio con Valeria Mazzola e questo è stato importantissimo per me, lei lo sa. È sempre stata una delle leader del gruppo sia nelle cose serie che nelle cavolate e mi ha preso da subito sotto la sua “protezione”. Questo mi ha aiutato molto perché pur non dovendoli dire niente mi ha capita e mi ha spianato la strada per riuscire a farmi capire da tutte le altre con cui sicuramente, se fossi stata da sola, avrei avuto molta più difficoltà a legare. Il suo gioco preferito è prendermi in giro, darmi soprannomi strani e chiedermi di servirla (cosa che non ho mai fatto hahaha). Ma a parte questo so che mi vuole molto bene. Ha sempre creduto in me dal primo istante. Tutte le volte che il mister mi chiama per entrare, che sia da titolare o dalla panchina, mi guarda e mi sorride, ormai è diventata quasi una tradizione, ma sapere di avere sempre quel sorriso a prescindere da tutto, dentro il campo, ma anche fuori… è molto importante. Insieme a lei tantissime persone di squadra sono fondamentali e sono sempre state degli esempi per me, alcune ci sono state e poi le nostre strade si sono divise, altre ci sono sempre. Mi dispiace perché non mi posso mettere a dirle tutte, sono veramente troppe le persone che mi hanno fatto crescere in questi 5 anni, ma alcune sono obbligatorie. Il mio capitano Clara Meattini o "Scar" per me. Non so, è unica. Non so bene come descrivere quello che è stata e che è per me, ma davvero, unica, credo che sia azzeccato. Nessuno è perfetto ovviamente, ma lei è entrata nella mia vita e l’ha stravolta, è fondamentale, in campo e in generale. infine mi sento di parlare di Francesca Solazzo e di Ilaria Ciofini perché tutte e due sono state e sono molto importanti per la mia crescita personale, ma anche calcistica, molto più di tutte le altre perché giocano nel mio stesso ruolo.

Costanza,  Clara Meattini, Francesca Solazzo, Valeria Mazzola e Ilaria Ciofini,che avrete quasi tutte da rivedere su questo blog...


 Hanno caratteristiche molto diverse e guardarle giocare, ma ancora di più giocarci accanto mi ha aiutato tanto. Gli anni successivi abbiamo fatto due anni di eccellenza (nel frattempo sono cambiati i nomi delle categorie ma vabbè) e il secondo anno ovvero l’anno scorso è stato l’anno più bello di sempre. Come squadra eravamo cresciute molto, con l’aiuto anche di qualche innesto importante, e siamo riuscite a vincere tutto quello che c’era da vincere.

La festa promozione in eccellenza.


 Campionato e quindi la promozione in serie C, coppa Toscana e coppa Italia. Io personalmente insieme alla juniores anche il secondo posto in campionato e la vittoria della coppa toscana juniores. Ho vissuto delle emozioni inspiegabili. Come squadra ci siamo riscattate da tante difficoltà vissute negli anni facendo solo quello che ci riusciva meglio, divertirsi al nostro gioco. Io mi sono riscattata anche dagli anni vissuti prima perché finalmente ero riuscita a dimostrare quello che volevo dimostrare. Quindi niente, non potevo chiedere di meglio. 



Frammenti indelebili di un anno magico


Quest’anno serie C. Un sogno, tutto. Io ho sempre amato le trasferte lunghe nel femminile. Quando vidi i posti in cui dovevamo andare quest’anno ero super contenta. Purtroppo, però, l’anno non è finito, se mi ricordo bene ci mancava o una o due partite a finire il girone d’andata. Mi dispiace molto ovviamente per la situazione prima di tutto e poi per il campionato, ma se devo dirla tutta per me è stato talmente bello tutto quello che abbiamo vissuto che anche solo questi pochi mesi mi sono sembrati un’eternità. Se penso a come sono entrata in campo la prima partita e come entravo invece nelle ultime… un’altra Costanza… e per me questo è l’importante. Io gioco per passione, per divertirmi, mettermi in gioco, superare i miei limiti… e sentire che oltre a questo, queste mie esperienze mi stanno facendo crescere come persona per me è il massimo. Mi sento solo di ringraziare in questo momento perché davvero come dicevo all’inizio, i problemi ci sono come ci sono sempre stati, ma se penso al calcio i miei ricordi sono tutti bellissimi, anche quelli che li per li mi hanno fatto stare male… e per me questo è speciale.

Come prima, altro racconto meraviglioso e di incredibile completezza. Sulle prime sembri più matura della tua età, ma invece con tale freschezza ed entusiasmo può esprimersi solo una ventenne, bello scrivere di mente, cuore e pancia, mettici sempre la stessa passione anche in campo e nella vita, non la perdere.
Ok torniamo a noi che sennò mi parte il paternalismo e mi faccio rabbia. Ti è capitato di segnare dei goal? se si, qual è stato il tuo più bello e/o importante, quello che ricordi con più piacere?

Si mi è capitato di segnare dei goal, e con piacere ti dico che ho dei ricordi molto belli della maggior parte, per me è sempre bellissimo. Ma quello più importante è stato l’anno scorso. Era l’ultima partita di campionato in casa contro il Montevarchi. Dovevamo solo vincere per vincere il campionato. Come accennavo sopra era veramente molto importante per noi al di là della vittoria, ma proprio come riscatto di squadra. Io partii in panchina. Il primo tempo perdevamo 1-0 ed eravamo abbastanza preoccupate e ansiose. All’inizio del secondo tempo il mister mi manda a scaldare e io giustamente non vedevo l’ora di entrare. Mentre mi preparavo con le altre ci dicevamo le solite cose che ci si dice in panchina quando una sta per entrare: “forza, spacca tutto, segna per noi”. Poi vabbè entro e dopo poco riusciamo a pareggiare con il goal di Costanza Mascilli. Qualche azione dopo, su un fantastico cross di Francesca Solazzo (Come sottolineiamo sempre insieme) segno io e riusciamo a sorpassare. Quel momento, quel goal a ora è il goal più bello della mia vita per l’emozione che ho vissuto. Mi sono corse tutte incontro per abbracciarmi, poi sono corsa dalla mia panchina a cui avevo promesso la dedica!! Mi sono rimessa in posizione e non sapevo come fare a respirare, inspiegabile.

La gioia, e la grinta, di Costanza.


Fantastico, credo ne avrai molti di questi momenti nella tua vita calcistica, ma non so dirti se avranno la stessa meravigliosa purezza di questo, io te lo auguro ma sarà difficile.
Valeria mi ha detto che per la tua giovane età hai un'intelligenza non comune, sia calcistica che come serietà; come si riesce a essere una giovane con la testa sulle spalle e ammirata dalle vecchiet...compagne esperte ;-)  cosa che non tocca certo a tutte?

Eh, questa domanda mi mette un po’ in crisi. Non lo so, non ho una tecnica,  tutte nello spogliatoio sappiamo che in realtà sono io la più vecchia di tutte hahahah, ma non lo faccio apposta, sono solo me stessa, anzi sono io che le ammiro perché una buona parte di quello che sono è anche merito loro. Come dicevo prima la mia “serietà” credo sia data solo dalla mia passione, dalla mia voglia di dare sempre il massimo e metterci il cuore. Passione che credo di mettere in tutte le cose che faccio, che sia il calcio, la scuola, un’amicizia ecc ecc. La mia famiglia mi ha sempre educato così e sicuramente la maggior parte del merito va a loro, dal primo all’ultimo componente. Sono una sognatrice, ma allo stesso tempo ho degli obiettivi abbastanza chiari per la mia vita e boh, non so che dire… sono molto contenta di essere vista così, grazie mille.

Senza  parole.



Ringrazia loro, sono le tue compagne che ti vogliono bene e ti rispettano, io posso aggiungere solo che chi unisce capacità di sognare a un sano  pragmatismo è una persona che arriverà lontano e  realizzata, è una dote fantastica.
Hai seguito gli ultimi mondiali? tra le nostre azzurre chi ti ha impressionato ed emozionato di più?

Si, ho seguito gli ultimi mondiali. Personalmente io non guardo tantissime partite alla tv, preferisco giocare o vederle dal vivo di solito, che sia maschile o femminile. E a maggior ragione le donne, che non venivano trasmesse chissà quanto prima dei mondiali, non ero molto abituata a guardarle. l’Italia, mi ha emozionato molto in generale prima di tutto perché, boh, non lo so, mi hanno fatto sentire importante anche a me. Vedere il mio sport per la prima volta così seguito, ritrovarsi con gli amici per guardare la partita, fare il tifo tutti insieme, mi ha preso molto e mi ha trasmesso una carica strana. Nello specifico mi è piaciuta e mi piace molto Valentina Cernoia, la maggior parte dei palloni passavano da lei e da centrocampista capisco quanto sia importante essere sempre nel posto giusto.

Beh, hai scelto quella che per me è stata la migliore in assoluto della nostra nazionale assieme a Guagni e Bartoli, non è stato un caso che a inizio intervista ti abbia augurato di diventare come lei.
La tua giovinezza parla per te, hai un'età nella quale si sogna ancora in grande, senza limiti, come dice Guccini "A vent'anni è ancora tutto intero" cosa ti auguri per il tuo futuro? Pensi che riuscirai ad avere presto il tuo primo contratto da professionista? quanto vedi vicino questo obiettivo?

Scusami ti rispondo alle ultime domande insieme perché il discorso è molto collegato. È vero sono giovane, ma credo di aver iniziato a sognare con il calcio solamente negli ultimi anni purtroppo. I miei infortuni e la mia insicurezza mi hanno portato un po’ a mettermi da parte. Il mio obiettivo per parecchio tempo è stato solamente riuscire a stare bene, il resto veniva un po’ di conseguenza e quindi non ho mai pensato ad un vero futuro nel mondo del calcio. Ovviamente non ho mai pensato di smettere, cosa che invece mi era stata consigliata da fisioterapisti e dottori, ma per me non è mai stata un opzione. A oggi ti dico che sto iniziando a crederci un pochino di più, come ho raccontato gli ultimi anni sono stati molto importanti per me, mi hanno fatto crescere molto, sto bene e sento di poter migliorare sempre di più. Ho moltissima voglia di farlo. Voglio vedere fino a che punto riesco ad arrivare, voglio continuare a togliermi soddisfazioni che sento di potermi togliere, ma sinceramente non so cosa mi aspetterà. Quello che sogno io è continuare a divertirmi con questo gioco, se poi riuscirò ad arrivare al professionismo sarò la persona più felice di questo mondo, mi piacerebbe molto, ma vedremo non lo so. Dentro di me continuo a non sentirmi all’altezza, ma non si può mai sapere, alla fine mi sono ritrovata a giocare in serie C senza nemmeno accorgermene e per me è già un grandissimo traguardo, se riuscirò ad andare ancora più avanti inizierò ad impegnarmi ancora di più .
Grazie mille Omar per questa opportunità di raccontarmi, spero di aver trasmesso chi sono senza annoiare.

Costanza ci saluta così, da vincente.


Posso rassicurarti in merito Costanza? hai avvinto, emozionato, commosso, ma annoiato mai. Ci hai regalato un "Ritratto della calciatrice da giovane" parafrasando Joyce, di grandissima importanza, una testimonianza che andrebbe fatta leggere a tutte le pulcine che sognano una prima squadra, perchè a soli 20 anni sei già un esempio da seguire. Ci vogliono tante cose per andare avanti, un fisico che non cede, costanza (ah no costanza lo sei di tuo....hahahaha scusa la freddura :-)  spirito di sacrificio, talento superiore e anche semplicemente tanta fortuna; ma credimi hai già fatto molto e puoi già prendere per mano ragazze ancora più giovani di te, io mi limito a inchinarmi alla tua freschezza e alla tua gioventù, e spero quanto prima di venirti a vedere dal vivo, assieme al tuo San Miniato-Siena, grazie a te e Valeria un angolino del mio cuore di tifoso si sta già tingendo di verde, come un germoglio che sta crescendo. Hai un sentiero lungo e in salita davanti, ma tu percorrilo con questo entusiasmo e pian piano lo sentirai diventare sempre più pianeggiante e meno accidentato, e con qualche bello scorcio illuminato di sole tutto da goderti.

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