domenica 16 febbraio 2020

FIORENTINA WOMEN'S - SASSUOLO 2-1

così al via (fonte; pagina facebook fiorentina women's)


Sapete perchè ho amato fin dal primo momento lo stadio Bozzi, e perchè tornarci è sempre un qualcosa di speciale? perchè è uno stadio-casa del popolo, quelle che ho sempre amato fin da bambino; ampie, confortevoli, piene di gente ma con tanto spazio libero, ma allo stesso tempo spartane e senza fronzoli, tutto il contrario dei miei odiatissimi lounge bar cafè atmosferici cosmici dove fare l'aperitivo con la musichetta soffusa. Il mio amico Jacopo lo ha saggiamente definito un bar a cielo aperto, io raddoppio e dico un circolo Arci a cielo aperto.

Per la prima volta ho condiviso questa esperienza con mia moglie Eleonora, è stato davvero un piacere essere al Bozzi insieme a lei, non è certo un'appassionata di calcio ma è una persona curiosa, ed è venuta con me per capire cosa sia questa mia passione, che mi fa essere più solare, allegro e positivo in casa e fuori, capire tutto il bene che mi stanno trasmettendo queste ragazze.

Insieme, insieme...


Prima della partita, lieti aggiornamenti della Viareggio cup; la Fiorentina ha battuto 1-0 il Westchester allo scadere grazia a n'autogoal su angolo di Corazzi, viola prime nel girone che in semifinale, lunedi al lido di Camaiore, affronteranno la Juventus, che ha battuto la Roma ed è passata seconda ai danni dell'Inter. L'altra semifinale sarà Roma-Genoa.

Nel post precedente avevo parlato di partita difficile, spinosa, contro la squadra forse più sottovalutata del torneo. Dal loro riscaldamento noto una cosa; che hanno una fisicità straordinaria e giocheranno con il coltello tra i denti, splendidamente motivate dal loro ottimo allenatore Gianpiero Piovani, uno di quegli onesti gregari del calcio che però non mancavano mai nel tuo album della Panini.

Dalla difesa all'attacco, Grace Cutler, le gemelle Dubcova, Claudia Ferrato sono centimetri, muscoli e piedi buoni, e con una finalizzatrice d'eccezione come Daniela Sabatino c'è poco da stare allegri.
Anche la lettura delle formazioni lascia l'amaro in bocca; Ilaria Mauro ancora fuori, Paloma in tribuna, Mascarello che ha un problema in allenamento e viene sostituita da Parisi anch'essa non al meglio. Se la difesa, con Orshtrom ancora titolare inamovibile, la "mia" coppia titolare Agard-Tortelli e Cordia e Davina sulle fasce è ok, il centrocampo appare forzatamente leggero, con Michela Catena che da incontrista è troppo leggera contro le valchirie neroverdi, e con Stephanie Breitner che da sola deve proteggere la regista Parisi, e De Vanna punta improvvisata al fianco di Tatiana Bonetti non convince, visto che il meglio di se l'australiana lo ha dato come esterna sinistra. Ma contro gli infortuni non si lotta, e Cincotta a mio parere ha messo in campo quasi la miglior formazione possibile, dico quasi perchè io una Valery Vigilucci, con il suo fisico possente, a fare legna a centrocampo l'avrei vista volentieri.

Nei primi minuti però la strategia di Cincotta paga; dopo una conclusione tentata da Catena, al minuto 6 c'è un angolo che Tatiana pennella con maestria raffaelliana per la testa di Alia, che senza nemmeno saltare beffa le chilometriche sassuolesi e insacca di giustezza. Viola in vantaggio e pubblico caldissimo.

Due minuti dopo è ancora Alia che scatena il panico in area avversaria; salta Lemey, colpisce a botta sicura verso la porta sguarnita ma Filangeri riesce a opporsi sulla linea, e proprio questo salvataggio miracoloso porterà a un contropiede neroverde con Camila Dubcova che si invola, entra in area e grazie a un'opposizione troppo morbida di Agard ha il tempo di prendere la mira e battere Orshtrom con un sinistro chirurgico nell'angolino. Dopo 3 minuti è già 1-1, pareggio immeritato del Sassuolo nel momento migliore delle viola e tutto da rifare.

Solo che l'inopinata svolta manda in tilt le nostre, incapaci di far girare il pallone e costruire azioni, per la gioia delle neroverdi che non aspettano altro che di imporre il loro gioco verticale, fatto di folate palla al piede e imprevedibilità nei pressi dell'area, anche se alla fine sfondano poco o niente.
La partita non è bella, nessuna partita delle big contro il Sassuolo lo è stata, come ha detto Cincotta nel post match con le neroverdi non si gioca ma si battaglia, Parisi fatica a illuminare la manovra, Michela Catena lotta con tutta l'anima ma spesso esce perdente dai contrasti, Davina è il solito diavolo della Tasmania che da sola contrasta il contrastabile, ma è il centrocampo che soffre, e le uniche sortite degne di nota sono sull'asse Cordia-Guagni, le migliori in campo della viola.
L'attacco Bonetti-De Vanna non ha mai funzionato fin dalla partita contro l'Arsenal al Franchi, Tatiana cerca di usare il fioretto ma non riesce a concludere molto, De Vanna fa a sportellate e si impegna, ma non salta un difensore che sia uno.

Purtroppo sul finire del primo tempo accade un episodio ai confini della realtà che conferma i sentori di Tavagnacco; gli arbitri della serie A femminile spesso non sono all'altezza della situazione. Perchè al minuto 39 De Vanna entra in area, viene fermata al limite da Lemey che nello slancio esce dall'area, Alia la vede fuori e tenta il pallonetto e Lemey lo para netto con il gomito che è come dire  con la mano, una situazione che per regolamento vuole dire punizione e ROSSO DIRETTO al portiere, senza se e senza ma. Ma l'arbitro fa proseguire tra lo sbigottimento generale, Cincotta si infuria e viene ammonito, il Bozzi diventa (giustamente) una bolgia e al direttore di gara fischieranno le orecchie a lungo. Non si può vedere partite così falsate, questa è la serie A, questo calcio femminile è dilettantistico solo nelle fantasie di chi ancora fa restare il movimento al palo, qui ci sono grandi calciatrici e c'è bisogno degli arbitri migliori, non di ragazzini impauriti.

Ma pare ci sia poco da discutere...


Il primo tempo finisce tra i fischi e gli improperi, ma il buon Commisso, il presidente che in fondo tutti vorrebbero e solo noi abbiamo, scende sul terreno di gioco e con la sua sola presenza calma gli animi, con buona pace di chi lo vorrebbe come il nuovo guerrafondaio del calcio.

I volti belli della viola (fonte; pagina facebook Alia Gagni)


Archiviato il malestro arbitrale, il secondo tempo ricomincia sulla falsariga del primo; macchinoso, spezzettato, con una viola che non gioca bene, schiacciata nella fisicità e nel palleggio dalle neroverdi. Cincotta ha tolto De Vanna per Thogersen, ossia una che mi convince poco per un'altra che mi convince ancora meno, e infatti la danese, che come ha acutamente osservato un amico della curva, è più una velocista da pista d'atletica che una calciatrice, e comincia a sbagliare lo sbagliabile, incespicando su palloni facili, perdendosi in mille stop a in-seguire, tutto il repertorio per far uscire dai gangheri il povero tifoso che già con Lisa si era divertito il giusto.
Al minuto 56, dopo un tiraccio su invitante palla di Alia, Catena esce per far posto a Greta Adami, che faticherà a entrare in partita. L'unico faro di centrocampo, anche se a sprazzi, è Alice Parisi, che al minuto 72 coglie una traversa clamorosa su meraviglioso tiro dal limite, un vero peccato anche perchè il Sassuolo nella seconda frazione ha fatto solo del vecchio catenaccio all'italiana, azioni e pericoli alla nostra porta zero, e le nostre meriterebbero il vantaggio.

E cosa accade a un certo punto? che Alia, la nostra meravigliosa imprescindibile capitana, a un certo punto si rompe le scatole, e decide di chiuderla. Prende un pallone, fa fuori mezza difesa avversaria e serve Thogersen che, fortunatamente, fa tutto bene portandosi la palla sul destro e calciando un siluro urticante sotto la traversa, che la graziata Lemey può solo raccogliere dentro.

Meravigliosa istantanea di felicità (fonte; pagina facebook Alia Guagni)

E' il tripudio, vantaggio meritatissimo e sofferto, e danesi che castigano il Sassuolo per la seconda volta in stagione, Arnth all'andata e Thorgy al ritorno; che dire, non sarà piaciuta loro la piadina.
I minuti finali vedono le neroverdi reagire d'orgoglio, ma la brava Ferrato gira poco e la Sabatino gira nulla, e per Orshtrom gli affanni sono pochi.

Al triplice fischio festeggio con i compagni di tifo, e per la prima volta ho anche un lungo bacio liberatorio da dare, perchè mia moglie è al mio fianco. Sperando che torni, perchè gli abbracci e le pacche sulle spalle sono belli, ma un bacio è un bacio.

Concludo con un momento per me particolarmente significativo; nella solita pioggia di autografi e selfie del dopo-gara (lo so, ragazze nostre e avversarie, siamo un po' rompi ma solo perchè vi vogliamo bene) ho visto passare una signora dal passo lungo e dai capelli di neve, e il mio cuore ha battuto all'impazzata, visto che era la grande Elisabetta Vignotto, il primo mito del calcio femminile Italiano, attualmente presidente della società neroverde; quasi 500 reti in vent'anni di carriera, 102 goal su 109 presenze in nazionale, insieme a Carolina Morace la più grande di sempre prima della generazione attuale (che comunque non avrà mai i numeri delle pioniere) a livello maschile era come trovarsi davanti Riva, Rivera o Trapattoni. La signora, umilissima, ha scherzato con me con un meraviglioso accento emiliano "Meno male che qualcuno ancora si ricorda..." ha detto. Lei, un monumento del calcio italiano, e la gente nemmeno sa chi è. Ma almeno io lo sapevo, Elisabetta detta Betty Vignotto, e ne sono felice.




IL PAGELLONE DI OMARONE


ORHSTROM 6; non ha grandi miracoli da fare, gestisce bene i pochi palloni che le arrivano. Forse poco reattiva sul goal, ma era un tiro maledettamente perfetto.

CORDIA 6,5; Tanti buoni spunti, piedi educati, ma qualche affanno in copertura.

AGARD 6- ; Sul goal subito va veramente troppo morbida a contrastare l'avversaria, non si può permetterle di mirare e concludere con tale facilità. Per il resto diligente, tante buone chiusure, ma con una Agard in palla la Dubcova nemmeno arrivava al tiro.

TORTELLI 7; Meno male che almeno lei era in giornata. La solita vecchia Torte, determinata e sicura, poch sbavature e tante chiusure perentorie. Se Sabatino non sembra nemmeno in campo è soprattutto merito suo.

PHILTJENS 6,5; subito cattiva, determinata, voi avete i centimetri e io ho la grinta e vi mangio le caviglie. Classe insomma, ma quante ripartenze neroverdi ha interrotto (73' CLELLAND s.v.; bello rivederla calcare il prato del Bozzi dopo mesi, ma la nostra scozzese non ha il tempo di incidere)

CATENA 6; grinta e coraggio da encomio, ma non era la sua partita. Prende subito un pestone che la fa soffrire, ma con tutto quello che ha passato  le sarà parso un carezza. Quando Cincotta la toglie è stremata, dai Michela, ci saranno altre occasioni per dimostrare il tanto che vali (ADAMI 6- ; porta vitalità a centrocampo, ma sbaglia troppi palloni facili, facendo infuriare giustamente il suo mister)

BREITNER 6; incontrista pura, non sbaglia molto ma nemmeno eccelle, fa bene quello che deve fare ma si limita solo a quello.

PARISI 6,5; una traversa che se era rete sarebbe stata una delle più cliccate della stagione in corso, ma soffre in fase di impostazione. In questa partitaccia non per fiorettiste fa quel che può.

ALIA 8,5; e provate pure a darmi del fan acritico, se avete il coraggio. Alia è Alia e per me parte quasi sempre dal 7, ma oggi ha realizzato un gran goal di testa, Filangeri le ha negato il raddoppio immediato e poi ha praticamente fatto il secondo goal, dando a Thogersen un pallone poco più che da spingere in rete. L'immensità.

DE VANNA 5; mamma mia Lisa, ma cosa ti sta (ri)succedendo? Tatiana ti mette davanti al portiere e tu invece della tua cannonata d'ordinanza fai un buffetto al pallone, il dribbling questo sconosciuto, sportellate che non portano a niente; riguardati i filmati di tre-quattro partite fa, e cerca di ritrovarti (46' THOGERSEN 6,5; si, per mezz'ora le ho girato pari pari i biasimi silenziosi dedicati a Lisa, ma il bel goal lo ha fatto e merita questo voto; ma sinceramente il mio cuore verso di lei resta freddino alquanto)

BONETTI 6; in mezzo alle gigantesse emiliane la nostra Tatiana fa quello che puole, ma non è in giornata ispirata, lo si vede dai tiri che effettua le poche volte in cui riesce a liberarsi dalle marcature. Abbiamo ancora negli occhi il capolavoro di Monza, quindi una partita sottotono la si perdona volentieri.

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