sabato 1 febbraio 2020

FORT APACHE, SAN GIMIGNANO.

Quando non posso andare a vedere le ragazze viola (e meno male che non sono andato a Tavagnacco visto la kafkiana situazione che si è presentata durante la partita, ma di questo parlerò nel prossimo post) come sapete mi piace andare a tifare per le altre toscane, e ieri a San Gimignano il piatto era veramente troppo appetitoso; in un solo colpo potevo tifare per le simpatiche neroverdi e gufare amabilmente (ma al tempo stesso ammirare, come è anche giusto che sia) lo squadrone bianconero di Rita Guarino, con tante delle ragazze mondiali che la scorsa estate ci hanno fatto sognare e innamorare del calcio femminile.

l'11 iniziale dell'impresa (fonte di tutte le foto; pagina facebook Florentia San Gimignano)


A me San Gimignano piace, per il posto, la gente, l'accoglienza, la realtà che hanno creato, il senso di appartenenza. E' una realtà più che provinciale, quasi da strapaese, ma la passione della gente è tale che chi viene da fuori non se ne accorge. E anche la squadra, ormai stabilmente a metà classifica, è più di una outsider, anche se le ben note traversie dello scorso dicembre hanno rischiato seriamente di minarne la bella favola calcistica e umana.
E proprio per questo, lo ammetto, ieri credevo ben poco a una qualche impresa delle neroverdi, a Firenze mi si era stretto il cuore nel vederle prendere sei reti con tale facilità, dove era finita la squadra sorprendente e battagliera che aveva avuto ragione di Roma e Milan? mi rifiutavo di credere che fosse tutto finito, perchè si, Orlandi e Kelly erano due giocatrici fondamentali, ma nove dell'undicesimo che avevano compiuto quelle imprese era ancora li, a rispondere presente, a ripartire a testa alta.

Lo spettacolo della tribuna neroverde

Ma la Juve, ripeto, è la Juve, una squadra che viaggia al ritmo di una schiacciasassi, che almeno un goal in stagione lo ha sempre fatto, che ha giocatrici più forti ed esperte in tutti i reparti.Ma lo sport è cuore, maledetto me che non ci penso mai, lo sport è cuore al cinquantuno per cento, solo il resto è tecnica e niente è statistica, perchè aveva ragione Serena Ceci nell'intervista inclusa nell'elegante (e ormai pezzi da collezione) libretto che ogni volta la società regala ai tifosi presenti; si parte da 0-0 e undici contro undici. Quante volte questa frase è stata detta, e quante volte abbiamo sorriso di scherno nel sentirla? ma invece è una grande verità che tutti, anche nelle partite apparentemente più scontate, dovremmo ripeterci.
In una cornice di pubblico incredibile, con tutto un paese dentro uno stadio, con le tribunette stipate all'inverosimile in uno spettacolo di bambini e ottuagenari fianco a fianco,le squadre entrano in campo in un clima di festa, il bravo speaker incita la folla e al tempo stesso invita al rispetto e al fair play, la Juve è amata ma anche detestata, sono sempre partite delicate anche se si tratta di calcio femminile; ma qui chiedo un applauso per il pubblico di San Gimignano e per le calciatrici in campo, perchè mai avevo visto tanta correttezza e clima disteso come quello trasmesso dalle bianconere, che anche quando spingevano come forsennate nel finale di gara non hanno mai perso i controllo dei nervi nonostante un arbitraggio parecchio, pure troppo all'inglese. Le ragazze di Rita Guarino hanno mostrato di meritare la maglia azzurra e di rappresentarci al meglio in europa e nel mondo, e anche le neroverdi si sono dimostrate alla loro altezza. Ripeto, applausi per tutte.

Ceci contro Hyyyrynen

Inizia la partita, e ammetto che per il primo quarto d'ora me ne sono stato seduto a testa bassa, quasi timoroso di guardare il campo, tanta era la paura di una debacle tipo Firenze, se entrava una rete nei primi minuti la partita sarebbe stata già finita. La Juve preme, non troppo ma ha sempre il pallino del gioco in mano, cerca di risolverla con le buone, Cernoia come sempre è la migliore in campo, cerca di aggirare la difesa e di liberare la bocca di fuoco Girelli, ma alla prima bomba della dieci juventina Katja Schroffenegger, una delle Davy Crockett del fortino neroverde, respinge senza troppi affanni.
Si, ho rammentato un eroe dell'immaginario western collettivo, perchè con l'andare dei minuti, con la spinta bianconera in aumento, questo evento ha smesso di essere un incontro calcistico per diventare un classico western col forte assediato. Ve li ricordate no, i film con John Wayne o Gregory Peck, le storie di Tex, dove pochi valorosi combattono con tutto quello che hanno per difendere uno sperduto avamposto da ferocissimi indiani superiori numericamente, che poi di solito arriva la cavalleria e al suono della tromba travolge gli assedianti? Bene, per le ragazze neroverdi l'unica cavalleria possibile era il tempo, e la tromba il fischietto dell'arbitro da udire tre volte, per il resto erano sole contro un nemico più forte e sempre più inferocito, ma anche sempre meno lucido.

Dupuy contro Boattin

Il campo è pesante, Rosucci e Cernoia non riescono a giocare sul velluto come sempre, e pian piano la loro manovra perde smalto, si fa prevedibile. Girelli è potentissima, il classico indiano dalla tempra eccezionale che riesce a penetrare dentro le mura, ma la capitana Dongus le tiene testa anche fisicamente, un duello serrato tra due gigantesse che porta anche a qualche fallo e a un giallo per un intervento in ritardo, ma se la tedesca ha il compito di annullare la punta di diamante, Rodella invece è elegante come Scirea e Trapattoni, in quanto gioca tutto sull'anticipo, con interventi di una precisione e di un coraggio da lasciare stupefatti.
Le fasce sono di Giulia Bursi e Serena Ceci; le esterne bianconere provano, si dannano, riescono in un dribbling ma non nel secondo,a un certo punto anche Sara Gama entra in area per cercare il goal ma Ceci la scorta fuori e la ferma, e quando chiede scusa al capitano di Juve e nazionale per un intervento troppo rude lei le da un buffetto e le dice che va tutto bene. Non so voi, ma io al posto della Ceci sarei gasatissimo.
Ma nonostante tutto qualche juventina riesce a passare, ma niente da fare, l'ultimo baluardo Schoffi non permette a nessuna di andare a segno, con interventi veramente miracolosi, e se in una occasione scivola e rimette in gioco la palla, rimedia agguantando sulla linea il tiro delle avversarie, per poi tenere ferma la sfera per far vedere che non è entrata, come Zoff in Italia-Brasile dopo il colpo di testa di Oscar.
E quando mancano pochi minuti alla fine della partita noi tifosi neroverdi iniziamo a vedere terra nell'orizzonte del mare infinito del tempo; un ragazzino dalla vista buona tiene d'occhio il monitor di Tim vision davanti a noi e ci aggiorna sui minuti che mancano, 15, poi dieci, poi 8, è uno stillicidio quasi insopportabile, Elisabetta Tona in panchina da la carica alle ragazze stremate, la Guarino invece è silenziosa e a braccia conserte, nella sua esperienza e intelligenza ha capito prima di tutti che il fortino resisterà. La tribuna grande è un tripudio di bandiere neroverdi, quella juventina è sempre più silenziosa e incredula, forse troppo abituata a vincere e segnare per trovarsi di fronte allo spettro di un clean sheet avversario.
Che poi, in tutto questo, la Sangi ha pure provato ad attaccare, e Sembrant ha murato su Nocchi un tiro che stava per entrare; ma la partita in attacco delle sangimignanesi è stata piuttosto affannosa con quella superdifesa di fronte, Nocchi ha i piedi buoni e il coraggio ma fisicamente non poteva competere con le centrali bianconere, Martinovic si sacrifica tantissimo anche in copertura ma ancora l'intesa con Nocchi e Nilsson è lontana, con Kelly riusciva a dialogare ma con il nuovo assetto l'intesa ha ancora da venire, e Dupuy è brava ma ancora troppo avulsa dalla manovra,niente di irreparabile ovviamente, servono solo più partite insieme.
Chi invece sta facendo rapidamente dimenticare Giulia Orlandi è la tedesca Florin Wagner; ha recuperato un un numero impressionante di palloni lasciati vacanti dalla difesa, ripulendoli e alimentando la manovra dell'attacco, quello che devono fare i centrocampisti di livello; un azzeccatissimo acquisto che sta già dando i suoi frutti.
Ma negli ultimi minuti della partita non c'è da pensare ad attaccare, ma di mettere un autobus davanti alla porta difesa da Katja; subentra il nervosismo e la paura anche tra le neroverdi, lo 0-0 era impensabile, forse era già un buon risultato anche una sconfitta di misura,ma ora che il novantesimo è maledettamente vicino le ragazze ora vogliono il punto, vogliono l'impresa. Ultimi secondi, la fresca Staskova scatta, le arriva una palla pericolosa, il pubblico trattiene il respiro, mi metto una mano a coprire gli occhi, non ce la faccio più...fuorigioco. Offside, offside, e ancora offside. Ci siamo, il ragazzino dice che è il minuto 94, è finita, e un secondo dopo eccolo, il triplice fischio.

la gioia finale

E' il tripudio,la tribuna esplode, trema sotto i salti di gioia, la Juve è stata fermata, sette punti in tre partite contro 3 grandi al Santa Lucia, le bianconere che si guardano esterrefatte, nemmeno ricordano l'ultima vota che non hanno segnato almeno una rete in campionato. la Florentia San Gimignano si è ripresa quello che aveva perso a dicembre, ha ritrovato il gruppo, l'identità, la voglia di continuare una favola in un paese che con le sue torri e le sue colline fiabesco lo è già di suo. Ogni partita a San Gimignano è un incanto di colori, di sapori, di festa, di Toscana. E di eroine temerarie che fermano i giganti.

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